L`albero - Teatro Kismet OperA

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Ministero per i Beni e le Attività Culturali > Unione Europea > Comune di Bari > Regione Puglia
Provincia di Bari > Camera di Commercio di Bari > Università degli Studi di Bari > Ente Teatrale Italiano
Teatro Pubblico Pugliese > Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari
In collaborazione con: Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia, Ufficio Scolastico provinciale di Bari >
AGIScuola
Teatro Kismet OperA
stabile d’innovazione
Stagione ragazzi 2010-11
Programmazione per le scuole d’infanzia / primarie / secondarie di 1° grado
5, 6 e dall’8 all’11 novembre ore 10
Sabato 6 ore 21 e domenica 7 ore 18
Il viaggio di Arjiun – Teatro Kismet OperA
Testo e regia Lucia Zotti e Monica Contini, con Monica Contini e Lucia Zotti, progetto musicale Cesare Pastanella
Arjun, l’eroe protagonista della nostra storia, è un adolescente ardimentoso. Vive in una non
identificata città orientale, dove suo padre Rakesh, fa di mestiere il cantastorie, mantenendo
vive le tradizioni e aiutando la gente a ritrovare la capacità di riflettere sui valori della vita.
Il principe Silente, avido e potente signore della città, temendo le conseguenze di una crescente
presa di coscienza, fa emettere una legge che costringerà Rakesh a tacere.
Anche Sanjukta, la mamma, non sfuggirà alla malvagità del principe che la rapisce
allontanandola dalla famiglia.
In questa atmosfera, tiranna e repressiva, Arjun sarà capace di affrontare e risolvere, con
intelligenza e coraggio, la difficile situazione, ricongiungendo la famiglia e riconquistando la
serenità.
La storia dei popoli è costellata di vicende in cui la libertà di tanti viene negata per consentire a
uno solo di imporre le sue leggi. In questa storia, il tiranno impone il silenzio. Quale migliore
contrapposizione al silenzio se non il suono?
Lo spettacolo si presenta come un concertino. Gli unici elementi scenografici sono gli strumenti
musicali agiti in scena durante l’evolversi della storia, di cui diventano elementi narrativi.
7 -11 anni
dal 17 al 20 novembre ore 10
domenica 21 ore 21
Bones – Teatro Kismet OperA
Di Lucia Zotti con Monica Contini e Deianira Dragone musiche Nico Masciullo spazio e luci Vincent Longuemare oggetti
in rame Lisa Serio
Sempre più ci sentiamo intrappolati in un mondo che ci guarda, è lo sguardo dell’altro che ci dà
un nome, un senso, una stabilità. E’ lo sguardo dell’altro che produce il soggetto. La maschera è
l’unica salvezza, la maschera bella che nasconde la nostra anima, così ci dimentichiamo di
averne una e ci illudiamo di poter vivere felici, senza ansia e senza senso di inadeguatezza, con
una bella superficie liscia e senza difetti che nasconde il nostro corpo umanamente “difettoso”.
E preferiamo mimetizzarci in una schiera di “manichini industriali” anziché rimanere nella
cornice dell’Autore che ci ha dipinti uno diverso dall’altro, ognuno originale, unico.
Questi i temi trattati da Bones, il nuovo progetto del Kismet a cura di Lucia Zotti e Monica
Contini sull’adolescenza.
Co-prodotto dal Napoli Teatro Festival e dal Festival della Scienza, tutorato dal prof. Umberto
Veronesi, lo spettacolo proposto in forma di evento al Kismet, prevede anche la partecipazione
attiva dei ragazzi, i quali, prima di giungere nella sala teatrale vera e propria, dovranno
attraversare altri spazi in cui potranno interagire con dei coetanei.
Lucia Zotti
Da 12 anni
Dal 22 al 24 novembre ore 10
Domenica 21 ore 18
Storia d’amore e di alberi – Thalassia
di Francesco Niccolini con Luigi D’Elia, scene Luigi D’Elia
Un piccolo uomo dal passo da pinguino entra in sala, si aggira nello spazio, chiede conferma a
chiunque incontri che lì troverà dei bambini, che quello è un teatro, una scuola, un festival, una
piazza.
E' un po' confuso e soprattutto sporco.
Ha una valigia recuperata chissà dove, tenuta insieme da spago e ricordi. Un barbone, verrebbe
da pensare. Eppure quando parla sa essere molto tenero, e ti vien voglia di ascoltarlo, tanto
sembra indifeso e bisognoso di aiuto.
Ma chi è? Quando la sala è definitivamente piena, guarda i bambini, tira un grosso sospiro e
insieme alla sua valigia e alla sua strana andatura va in proscenio. E’ evidentemente
emozionato: vorrebbe parlare ma ha paura. Non trova il coraggio di iniziare. Poi, finalmente,
attacca e racconta, racconta, racconta…
racconta di nuvole perdute, cieli e montagne, ma soprattutto racconta di un grande uomo,
piccolo giardiniere di Dio, della sua poetica resistenza e della sua ostinata generosità.
Racconta dell’uomo che piantava gli alberi.
Lo spettacolo è liberamente ispirata al Romanzo di Jean Giono, L’UOMO CHE PIANTAVA GLI
ALBERI, un piccolo libretto del 1980 diventato nel tempo un libro simbolo per la difesa della
natura e l’impegno civile, un messaggio d’amore per l’albero e il suo valore universale.
Il romanzo racconta del solitario pastore Elzeard Bouffier che per amore (o forse per cercare la
felicità) comincia a piantare querce in una terra desolata e aspra. Lentamente e
meravigliosamente il mondo intorno a lui cambia come in una lenta e silenziosa rivoluzione.
5 -10 anni
3, 4, 6, 7, 9 dicembre e dal 25 al 29 gennaio ore 10
Sabato 4 ore 21, domenica 5 e 8 dicembre ore 18
La principessa Sirena – Teatro Kismet OperA
di Teresa Ludovico con Eugenia Amisano, Raffaella Gardon, Marta Lucchini, Paolo Summaria, Valerio Tambone co
produzione Chậteau Rouge, Annemasse versione originale Setagaya Public Theatre Tokyo
C’era una volta, nelle acque del mare, una principessa sirena che cantava e un giovane principe
che annegava…lei lo salvò…lui la baciò…io ti amo, tu mi ami…tu mi ami, io ti amo…la coda e la
voce per due gambe lei barattò, ma lui un’altra ragazza, ahimè, sposò!…sirena che, per amore,
perse l’amore, prima divenne schiuma e poi vapore…
Metà donna, metà pesce, la principessa sirena scopre la sua diversità quando incontra l’altro,
quel principe di carne dolce che vive di respiri. Li unisce la forza di un amore impossibile e, per
quel gioco proibito, lei rinuncia alla sua natura e non è più riconoscibile neppure dal suo amato.
Solo un’altra morte, un’altra trasformazione può salvarla. Una storia che accompagna le nostre
continue metamorfosi, dove non c’è un “vissero felici e contenti”, ma un finale così come
doveva essere, unico, come ogni cosa in natura.
La principessa Sirena, ispirato a “La Sirenetta” di Hans Christian Andersen, chiude la trilogia,
iniziata con Bella e Bestia e La regina delle nevi, dedicata a bambini e adulti, insieme a
condividere la forza narrativa e la dimensione magica della fiaba. In un mondo sospeso e
rarefatto, gli attori si muovono con azioni danzate. E in questa sospensione impalpabile, si
appoggiano i colori accesi dei personaggi, figure rubate alla pittura settecentesca, che
fluttuano, cangianti, tra mare, terra e cielo.
Musica, danza, maschere e dialoghi si fondono con armonia per creare uno spettacolo lieve e
visionario.
… “ai petali di ciliegio nel vento”…a quella sospensione…a quello stupore prima della caduta…a
quella promessa del nuovo che porta in sé sgomento e meraviglia…al fluire incessante della vita.
Teresa Ludovico
Da 8 anni
Dal 13 al 18 e dal 20 al 22 dicembre ore 10
Sabato 18 e domenica 19 ore 21
Il malato immaginario ovvero Le Molière imaginaire –
Teatro Kismet Opera
regia, adattamento e riscrittura Teresa Ludovico, con Augusto Masiello, Marco Manchisi, Andrea Fazzari, Daniele
Lasorsa, Ilaria Cangialosi, Michele Cipriani, Cristina Mileti, arrangiamenti musicali Michele Di Lallo, consulenza
musicale Nicola Scardicchio, Leonardo Smaldone
Fedele al testo originale, ma ricco di invenzioni registiche Il malato immaginario di Teresa
Ludovico colloca un ossessivo e infantile Argante sulla sommità di una piramide, condannato a
essere perno del mondo farsesco che gli si muove tutto attorno. Un delirio grottesco, sostenuto
dalle luci affilate di Vincent Longuemare, popolato di personaggi da commedia dell’arte che
abitano una casa dalle atmosfere meridionali, piena di botole e passaggi segreti. Maschere che si
agitano in un mulinello a volte assordante, una danza grottesca di quel quotidiano stretto fra le
pareti domestiche dove ogni sussurro si amplifica, dove covano intrighi, dove si fingono finzioni.
Una serva petulante, un fratello affidabile consigliere, una figlia angelica, una moglie dark lady
e provocante, un giovane innamorato e medici, tanti medici che millantano crediti. Infine,
espressione di quell'anima beffarda e popolare così presente in Molière, la maschera di
Pulcinella deborda dal primo intermezzo in cui il testo originale l'aveva costretta per diventare il
filo che lega la finzione dello spettacolo alla vita dell'autore. E il malato? Imaginaire… Un Malato
Immaginario in cui arte e vita si confondono e si richiamano mettendo in scena la famosa quarta
replica, quella durante la quale Molière - protagonista - alza gli occhi al cielo e muore,
consacrando la propria esistenza al teatro. Fra l’Argante in scena e Molière c’è una relazione
misteriosa e profonda: la comune vocazione immaginaria, la separazione dalla realtà. Che tipo di
Molière troviamo nello spettacolo? Il Molière del gioco delle commedie, del teatro nel teatro,
delle farse, del travestimento; Il Molière che prende in giro la “ridicolaggine dell’umanità”,
l’arroganza del potere; il Molière che intreccia vita e arte.
Teresa Ludovico
Da 13 anni
19 dicembre ore 18 e 6 gennaio ore 11.30
Il nuvolo di Aiscé – Orecchiabili
(tratto da “Il Nuvolo innamorato” di N. Hikmet)
di Nico Maciullo, con Nico Masciullo e Deianira Dragone
Una coppia di inservienti arriva nello spazio scenico per fare le pulizie. I due trovano
scenografie, strumenti musicali e il pubblico che attende, approfittando del ritardo degli attori
decidono di raccontare , con quegli oggetti, una vecchia storia.
Comincia così il racconto del Nuvolo di Aiscè, con i due inservienti narratori che, utilizzando
piccoli oggetti e i loro stessi corpi, ci faranno entrare nel loro mondo fantastico dove il crudele
Seifì il Nero cercherà con tutti i mezzi di portar via alla dolce Aiscè il suo meraviglioso giardino
ma che sarà ostacolato dal coraggioso Nuvolo, figura evanescente innamorata di Aiscè…
Il racconto, ricco di imprevisti e momenti di suspance non mancherà di momenti esilaranti e
colpi di scena.
4-10 anni
7, 8 gennaio ore 10
6 gennaio ore 18
Nel bosco addormentato – Bottega degli apocrifi
regia Cosimo Severo, drammaturgia Stefania Marrone, con Livia Gionfrida, Fabio Trimigno, Vincenzo Scarpiello, Aurora
Tota, Stefania Marrone, musiche Fabio Trimigno
Un bosco musicale fatto di alberi e sentieri, il lamento di una regina infelice, l’avverarsi del suo
desiderio e una grande festa per la nascita di una bambina con gli occhi grandi, le labbra rosa e
la pelle color della luna. E avrebbero potuto vivere tutti felici e contenti, e invece…era festa
troppo bella, degna delle fate; una festa troppo bella per la fata più brutta, quella che vive da
sola in una torre lontana, quella con l’odore così forte che tutti le stanno lontani, quella che a
questa festa non è stata invitata. Il suo desiderio di vendetta si sazia con un incantesimo e,
quando la bambina compie 16 anni, si punge con un fuso e cade addormentata in un sonno lungo
100 anni, dal quale solo l’amore vero, potrà svegliarla.
L’amore vero? Ma esiste? E come farà a trovare una principessa che dorme nascosta in un bosco
da cento anni? E poi, saprà riconoscerla? Si, il principe la trova, la riconosce, è certo che sia lei
la donna che ha sempre cercato, e la bacia. E avrebbero potuto vivere felici e contenti.. lo
sappiamo tutti! Quello che non sappiamo con certezza è: come ha fatto quella principessa così
bella a restare giovane e bella in cento anni di sonno? E la fata più brutta, è davvero cattiva
come sembra? E il principe? siamo proprio sicuri che sia chi dice di essere? Quando la storia
sembra finita iniziano a svelarsi i misteri e continua quel viaggio di scoperta che non
s’interrompe mai, fatto di tentativi e di ripensamenti, di buoni che a volte peccano di
presunzione e di cattivi che forse non sono solo cattivi.
Serve imparare a guardare, col tempo giusto, serve saper ascoltare e allora si, magari vissero
tutti felici e contenti
Liberamente ispirato a Charles Perrault, ai fratelli Grimm, a Tahar Ben Jelloun, a Giambattista
Basile, a Italo Calvino e a tutti coloro che un giorno nel bosco hanno incontrato la Bella
Addormentata e ce l’hanno raccontato
6-11 anni
Dal 12 al 14 gennaio ore 10
In tumulto – Teatro Kismet OperA
regia Rossana Farinati con Ilaria Cangialosi, Bruno Soriato, Annabella Tedone
Uno spazio circolare accoglie il pubblico che siede tutt’attorno, molto vicino alla scena.
Due attrici e un attore abitano quel luogo: sono tre adolescenti nella “terra di mezzo”, quella
terra sul confine fra infanzia ed età adulta dove si fa esperienza di rotture e ricomposizioni,
dove si è “non ancora compiuti”.
Tre adolescenti di fronte al proprio corpo che muta, come muta il silenzio nell’intimità della
propria camera e cambia il rapporto con l’adulto (lo scontro si fa aperto) e l’amicizia si apre a
nuove complicità, agli affetti “per sempre”, al sussurrarsi i sogni su un Altrove a venire e
l’amore irrompe, possente, con il desiderio e il timore nell’incontro con il corpo dell’altro,
dell’altra.
Non viene raccontata una storia: la narrazione procede per frammenti presi da situazioni
quotidiane di tre adolescenti. I loro percorsi s’intrecciano, si sovrappongono permettendo allo
spettatore di guardare quei gesti di ogni giorno e di scorgere le emozioni, le domande, le
inquietudini che sotterranee li fanno crescere.
La vicinanza allo spazio scenico permette al pubblico un rapporto specifico con ciò che accade.
La relazione con gli attori è diretta, a volte intima: come in un gioco di riflessi e di rimandi
questo spazio circolare include sempre nello sguardo sia gli attori che, sullo sfondo, gli
spettatori.
Da 12 anni
Dal 20 al 22 gennaio ore 10
Domenica 23 ore 18
Kish Kush – Teatrodistinto
Tracce di un incontro. Spettacolo finalista Premio Scenario Infanzia 2008
regia Laura Marchegiani con Daniel Gol, Alessandro Nosotti
Quante lingue esistono al mondo; che suoni hanno?
Colui che parla in modo diverso, è diverso da me?
Com'è fatto lo straniero? Quali sono i suoi gusti?
Cosa posso creare insieme a lui?
Le infinite domande silenziose che possono sorgere in un bambino, che si confronta con un
compagno di provenienza straniera, non sempre trovano risposte.
Le dinamiche che prendono forma nell'incontro con accenti, colori e modalità differenti dalle
nostre, necessitano di uno spazio di riflessione, confronto e dialogo.
Il progetto Kish Kush, tracce di un incontro, vuole essere una piccola finestra sul tema della
diversità culturale e linguistica, attraverso il gioco del Teatro. Finalista a Premio Scenario
Infanzia 2008, nasce come spazio dinamico tra due personaggi di provenienze diverse, con
l'obiettivo di condurre i giovani spettatori verso una riflessione e una discussione sul tema della
diversità. Kish Kush diventa per noi luogo dell'immaginario, spazio neutro, che ospita due
personaggi divisi, che non parlano la stessa lingua. Lo spazio di gioco, inizialmente suddiviso in
due parti, propone agli spettatori due punti di vista differenti dell'azione. Attraverso suoni,
ombre, e oggetti usati in modo simbolico, le due figure arrivano a confrontarsi, abbattendo il
delicato muro di carta che li divide. Ha così inizio lo scambio, che porta alla creazione di
immagini e sapori nuovi. Storia di silenzi, di timore della lingua straniera, Kish Kush è uno
scarabocchio a quattro mani, luogo giocoso di chi riconosce la meraviglia nell' incontro con la
diversità.
6-12 anni
1, 2 e 3 febbraio ore 10
Fuorigioco – Comteatro
regia di Claudio Orlandini di e con Michele Clementelli
C'è un allenatore in un quartiere di periferia che insegue il sogno di compiere la grande impresa
sportiva: uscire dall'umiliazione dell'ultimo posto in classifica occupato dalla sua squadra, la
Murialdina Football Club: tutto il quartiere accompagna le sue imprese, chiedendogli conto delle
sue sconfitte sempre più umilianti, anche i ragazzi cominciano ad abbandonarlo e la sua vita
sentimentale subisce una minaccia di espulsione. Ma l'importante è vincere, e vincere con la
Murialdina non è cosa facile, soprattutto quando si è soli a crederlo. Se un giocatore sgarra, si
smarrisce, si stona, è il Mister ad andare a cercarlo, ovunque: alle giostre, al bar, al parchetto,
al cinema porno…fino in fondo, fino all'anima del quartiere, perché la partita si gioca anche
fuori dal campo…fuorigioco.
Ispirato da una storia reale, lo spettacolo racconta dei giovani calciatori, della loro provenienza,
delle loro famiglie, del gruppo di adolescenti che diventa un pericolo, del loro linguaggio
incomprensibile, quello di chi si sente escluso…del quartiere fatiscente, che rappresenta tutte le
periferie del mondo, di quando arrivano gli autoscontri in piazzetta. Vincere o perdere, dopo la
partita il mondo torna uguale ed anche le classifiche qualche mese dopo torneranno ad
azzerarsi: i campioni saranno chiamati alla conferma e i vinti alla rivincita. Il Mister di questo ne
è convinto, ma i ragazzi lo capiscono sempre? E poi ci sono i gol, quelli che fanno sognare, quelli
che ogni volta che viene vissuto diventa sempre più bello, perché il tempo lo trasforma in
leggenda.
Un campetto di periferia si fa quindi simbolo, miniatura di un universo umano, dove l’illusione si
scioglie nel fallimento e si annacqua nell’egoismo, nella mediocrità, nella pigrizia dei furbi. La
panchina viene abitata da speranze e passioni, e anche se non è questo il mondo della vittoria,
già nell’insuccesso esiste l’andare avanti, che sia su un tappeto d’erba o sulla strada della vita.
E così accade con la Murialdina: nonostante il fallimento giunga inesorabile, resta sempre aperta
la possibilità del domani, che magari non sarà mai uno scudetto (o anche solo una promozione),
ma sarà pur sempre un presente da continuare. Con questo spettacolo abbiamo voluto cercare
una via per arrivare ai ragazzi, a quel territorio così tanto “camminato”, calpestato, esplorato,
ma forse mai profondamente compreso e rappresentato. Senza alcun artificio retorico, il
pubblico si trova davanti alla dura realtà del quartiere di periferia, del cemento, della polvere e
del sudore che si mischiano nel campo, ed ecco che ne diviene subito parte del gioco, anzi,
giocatore. Ciò che si racconta, infatti, riguarda un po’ tutti, ci ricorda che stiamo giocando, ogni
giorno, in ogni luogo, una partita che malgrado le nostre resistenze, risulta non essere così a noi
estranea. Fare parte di una squadra diventa una vicenda epica, che ha bisogno di essere
raccontata, anche per chi fuorigioco ci vive continuamente.
Da 11 anni
7, 8 febbraio ore 10
Domenica 6 febbraio ore 18
Robin Hood – Armamaxa/ Archelia
Di e con Giuseppe Ciciriello, Enrico Messina
Robin Hood di Sherwood è il fuorilegge per antonomasia, è ladro e brigante, bandito e
gentiluomo, il miglior arciere d’Inghilterra che diventa, nella tradizione delle ballate popolari, la
figura di colui che si ribella alle ingiustizie sociali e alle prepotenze dei dominatori. Robin è
dunque dalla parte dei contadini e dei pastori: ruba ai ricchi per dare ai poveri.
Difensore del popolo angariato dai potenti o più semplicemente coraggioso furfante che ignora i
vincoli del diritto, Robin incarna in sé l’aspirazione universale dell’uomo alla libertà. Le sue
gesta sono la ricerca, se non l’affermazione, di una dignità umana che riscatti una vita
marginale e degradata. Raccontare la storia di Robin Hood offre, dunque, l’occasione di porgere
ai bambini un messaggio semplice ma di valore universale. Il suo fascino antico è tutto da
riscoprire ed è sempre attuale, come vive ed attuali sono le ragioni antiche e umane che ne
stanno alla base.
Con i modi di un teatro essenziale e un po’ d’altri tempi, fatto di scene povere costruite con
materiali semplici, i due attori parlano ai bambini con il linguaggio del racconto per riavvicinarli
alla dimensione dell’ascolto; evocano la storia di Robin e, come cantastorie da piccolo borgo, la
trasformano, la inventano e ci giocano, se la cuciono addosso e ci si ritrovano dentro bambini
impegnati ad arrampicarsi sugli alberi proprio come Robin Hood e il suo compagno Little John.
7-12 anni
21, 22 febbraio ore 10
Domenica 20 febbraio ore 18
Il Gatto e gli stivali – Teatro Kismet Opera
testo e regia Lucia Zotti con Deianira Dragone, Nico Masciullo, Monica Contini
Condito di una verve tutta originale, ironico e divertente, ma al contempo pregno di quei
messaggi propri della fiaba, Il gatto e gli stivali in versione Lucia Zotti attinge alla storia
popolare, riletta e personalizzata grazie alle scelte registiche, all’interpretazione dei tre attori
e alle musiche originali.
Un giovane alle prese con l’assunzione di responsabilità della propria vita viene guidato e
condotto al successo da un gatto molto particolare. Il padre muore e lascia in eredità i suoi
pochi e apparentemente poveri averi ai tre figli. Al più giovane tocca il gatto di famiglia e il
ragazzo se ne lamenta considerandolo inutile e soltanto sufficiente per una magra cena. Ma il
gatto, che non ha intenzione di finire arrosto con le patate, mette in atto tutto il suo ingegno
per dimostrarsi straordinario e indispensabile salvandosi, così, la vita. Aiutato da un paio di
stivali magici che gli consentono di spostarsi velocemente, conduce il suo padrone al successo e
alla felicità.
6-11 anni
4 e 5 marzo ore 10
Domenica 6 ore 18
L’albero - Latoparlato
Con
Claudio Milani, Elena Gaffuri
“Con gli alberi... e con tutte le altre cose che vivono, bisognerebbe passare il più bel tempo
possibile”.
I giorni hanno l'alba e il tramonto. Le settimane vanno da lunedì a domenica. Gli anni passano
seguendo il ritmo delle stagioni. Anche le vite finiscono. E anche le storie che si raccontano. In
questa storia ci sono: un Re, una Principessa in età da marito e un Principe Nero. Ma soprattutto
ci sono: un giovane servo che si chiama Carlo, il suo Albero Magico... e la Morte. In un arco
temporale che dalla primavera arriva all'inverno, il servo Carlo, per dichiarare il suo amore alla
Principessa, dovrà affrontare diverse avventure, fino alla più temibile: l'incontro con la Morte.
Il tema principale dello spettacolo è quello del “ciclo”: inizio, fine, nuovo inizio… e così via.
Come tutti gli uomini, anche i bambini avvertono il grande ciclo della vita, e possono
comprendere cicli con dimensioni e durate diverse. Da un punto di vista temporale, ad esempio,
i cicli piccoli rappresentano i giorni (dì e notte), poi le settimane, i mesi, gli anni… e i cicli
grandi sono invece i secoli, i millenni, le ere, ecc. La storia dell'Albero vuole focalizzare
l'attenzione sul fatto che anche la vita è un ciclo e la morte ne è la necessaria – se pur dolorosa –
fine, preludio di nuove nascite. Si vuole rappresentare il ciclo del tempo mediante le stagioni e
la vita stessa dell’Albero: l’Albero nasce, cresce, si espande.. e sopra di lui intervengono le
stagioni, portando altre trasformazioni.
Il grande Albero, elemento maestoso e poetico al centro del palco, accompagnerà i bambini
nella comprensione di questa delicata tematica, dimostrando, con l'alternarsi di eventi e
stagioni, che il tempo passa e che la morte è il necessario preludio a una rinascita.
3-8 anni
15, 16 e 17 marzo ore 10
Lezione cosmicomica – Orecchiabili
Regia Nico Masciullo con Bruno Soriato, Angela Iurilli, Francesco Ocelli, Nico Masciullo
Nico, Angela, Bruno, Francesco e Tea: ecco come nascono le stelle. La lezione cosmicamente
lontana dalla noia accademica, grazie anche a un famosissimo professore, pure lui lontano
lontanissimo dalla polvere del sapere, ci spiega non solo le stelle, come e perché, ma anche le
galassie, il cosmo intero e come si producono. Lo spettacolo parte proprio dall'origine del
mondo, degli astri, del suono e della luce. E si sforza anche di guardare un po' più in là, quando
nulla c'era, neanche una lucciola e per chi si ricorda di quando non c'era niente si ricorderà
anche che prima di tutto, prima di ogni cosa, una cosa in realtà c'era: il professor E.
Questo buffo personaggio, liberamente ispirato al protagonista delle Cosmicomiche di Italo
Calvino, era lì davvero, sin dai tempi in cui niente ancora esisteva. C’era nell’istante del Big
Bang. Lo si poteva scorgere a districarsi tra la polvere meteorica e violentissimi sbuffi di gas
qualche miliardo d’anni dopo. C’era, quando l’unico posto da abitare erano le stelle, e subito
dopo, quando la Terra era una piccola zolla di cui prendersi cura.
Forse se la fisica moderna é giunta a spiegare l’origine di tutto ciò che ci circonda, lo si deve un
po’ anche a lui. Attraversando la sua vita, le verità più difficili diventano intuitive, e la fisica
appare una scienza cui è possibile affezionarsi.
7-12 anni
20 marzo ore 18
Il giardino di primavera – Teatro Kismet Opera
Un pomeriggio in cui genitori e bambini insieme entrano nelle botteghe del teatro, partecipando
attivamente ad alcuni dei mestieri dello spettacolo.
30, 31 marzo, 1° aprile ore 10
Giovani spiriti – La pulce
spettacolo sul consumo e l’abuso di sostanze alcoliche tra i giovani
di e con Filippo Arcelloni – Antonio Russo – Enzo Valeri Peruta
Negli ultimi anni è emerso con chiarezza l’abuso di alcool da parte degli adolescenti. Ciò è
facilitato dal basso costo e dall’ idea di una possibile ed innocua “convivenza” con la
dipendenza. L’informazione scarsa e inadeguata porta a sottovalutare i rischi fisici e psichici che
ne derivano.
Bere per facilitare le relazioni sociali, in particolar modo con l’altro sesso. Bere per divertirsi di
più, per esagerare. Bere per sentirsi inseriti nel gruppo. Bere per imitazione. Bere per abitudine.
Bere per noia.
Abbiamo accettato la sfida di incontrare gli adolescenti nel loro mondo, con l’obiettivo di
educare i giovanissimi ad un uso limitato e corretto delle bevande alcoliche, sviluppando in loro
un senso critico verso il “bombardamento” mass-mediatico.
Una trasmissione radiofonica con pubblico dal vivo, dal ritmo sostenuto, con uno stile ironico, a
tratti quasi irriverente. Sempre col preciso intento di parlare chiaro ai ragazzi e indurli alla
riflessione.
All’interno di questo “contenitore”, accanto a dati significativi rivelati da ricerche nel settore e
alla moltitudine di informazioni sull’argomento (spesso contrastanti), trovano spazio momenti di
comicità, personaggi al limite del credibile, sketch e pubblicità “regresso”.
Ilarità e coinvolgimento diretto del pubblico si alternano a sospensioni cariche di emozioni, per
toccare gli ambiti in cui si manifestano maggiormente le problematiche alcol-correlate: le
relazioni sentimentali, il rapporto con la famiglia, il lavoro, la guida di automezzi o motocicli.
Da 12 anni
4, 5 aprile ore 10
Domenica 3 ore 18
Orchetto – Accademia perduta
di Su zanne Lebeau con Claudio Casasdio, Daniela Picari, musiche originali Marco Biscarini allestimento scenico
Marcello Chiarenza
L’Orchetto vive solo con sua madre in una casa nel cuore di una foresta impenetrabile, in un
luogo ritirato, lontano dalla comunità del vicino villaggio. Pensa di essere un bambino come tutti
gli altri ma, il primo giorno di scuola, i suoi compagni si accorgono subito della sua diversità: è il
figlio di un orco che, però, una madre amorevole ha cresciuto con infinita tenerezza. Per
sfuggire all’attrazione irresistibile che prova per il sangue fresco, l’Orchetto dovrà affrontare tre
difficili prove, dalla cui riuscita dipenderanno la sua crescita, la sua trasformazione e la sua
salvezza. Se saprà superare queste prove, il coraggioso protagonista potrà esaudire il grande
sogno di essere accettato, con tutte le sue differenze e le sue contraddizioni, all’interno della
comunità del villaggio.
L’Orchetto, con i suoi sei anni, la sua forza straordinaria e la sua terribile eredità, ci riconcilia
con la nostra parte oscura, in una storia che racconta la diversità ma anche la forza di lottare
per cambiare se stessi, per affermarsi e per vincere i propri limiti.
La scelta artistica di Accademia Perduta cade, quindi, su di un racconto tenero, che attinge la
propria ispirazione dalle fiabe popolari ed è portato sulla scena grazie alla scrittura fine ed
intelligente della grande autrice per ragazzi Suzanne Lebeau. Claudio Casadio, Daniela Piccari e
Marcello Chiarenza si confrontano con questo testo poetico, ironico e suggestivo e lo fanno
proprio, con l’intento di divertire, affabulare ma anche far riflettere il pubblico dei bambini e
delle famiglie.
L’allestimento, creato appositamente da Marcello Chiarenza, si avvale di un utilizzo magico
dello spazio teatrale, in cui gli attori si muovono con leggerezza ma anche con drammaticità ed
il gioco di scena prevede un susseguirsi di piccole magie, un’evoluzione di continue suggestioni
visive e sonore, che avvince lo spettatore, fino allo scioglimento finale.
Le musiche originali, infatti, pensate per accompagnare un forte impatto emotivo, creano un
sottofondo che sottolinea la drammaticità dei vari momenti dello spettacolo.
7-14 anni
15 e 16 aprile ore 10
Domenica 17 ore 18
Il volo di Icaro – Tib Teatro
Drammaturgia e regia Daniela Nicosia, con Vania Bortot Labros Mangheras
Un papà e suo figlio. L’alchimia di un legame profondo che dalla prima infanzia ci accompagna
per tutta la vita.
Nella nostra storia il papà si chiama Dedalo, fa l’inventore e passa ore e ore rinchiuso nel suo
studio, mentre il piccolo Icaro, il figlio, occhioni azzurro cielo spalancati, lo osserva curioso,
discreto e a tratti indiscreto… Aspetta Icaro, come ogni bambino, aspetta il tempo che il papà
potrà dedicargli… aspetta la passeggiata della sera sulla scogliera, insieme, papà e figlio, nel
vento.
Lassù il papà gli ha rivelato i segreti delle api e le sue segrete ambizioni e in quelle sere, Icaro si
è sentito felice… Finché un giorno - imprigionati entrambi da Minosse, il terribile re di Creta che
accusa Dedalo di tradimento - padre e figlio, si ritroveranno insieme con una infinità di tempo da
condividere. Loro due soli, rinchiusi nel labirinto, la prigione a cielo aperto, inventata dallo
stesso Dedalo, da cui è impossibile uscire.
Ma tu papà puoi tutto! Sei il mio papà e sei anche inventore, dai inventa un’invenzione… trova la
soluzione!
Ora Dedalo e Icaro, occhi negli occhi, soli, sotto quell’azzurro cielo di quel cielo speciale, cielo
di Grecia, che se alzi un dito ti pare che lo puoi toccare, cercano insieme una via d’uscita. Ora
padre e figlio sono davvero insieme, perché insieme progettano il loro futuro…
Lo spettacolo intende avvicinare i più piccoli al mito… storie antiche che grazie ad un accurato
lavoro di scrittura drammaturgica sanno parlare anche oggi di temi universali. Una narrazione
semplice e giocosa che porta in scena l’avventura di Icaro, un bambino che sogna fin da piccolo
di volare, un bambino che come tutti i bambini si nutre di sogni impossibili… un bambino curioso
che vuole scoprire il mondo e cerca di farlo chiedendo spiegazioni e certezze al padre, il suo
punto di riferimento.
6-10 anni
Botteghino matinée
Scuole materne elementari e medie
€4.50
Le prenotazioni agli spettacoli si possono effettuare a partire dal 13 settembre tramite
l’apposito modulo da inviare via mail o via fax ai nostri uffici.
E’ possibile prenotare attraverso i nostri uffici il trasporto degli alunni a tariffe agevolate con la
ditta Autoservizi Latorre.
Per un confronto siamo disponibili dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13.00 al numero
080/5797667 interno 127 (Karin Gasser)
Laboratori per insegnanti e alunni
Fino al Maggio
Condotto da Cristina Bari, Karin Gasser, Lucia Zotti
Il laboratorio……
Un percorso di collaborazione tra il Teatro Kismet e le scuole, che si realizzerà a tappe durante
tutto l’anno scolastico e si concluderà con un un’azione pubblica collettiva che coinvolgerà
direttamente i bambini al Maggio all’infanzia 2011.
Un percorso in cui si penserà, si lavorerà insieme, artisti e insegnanti, per costruire con i ragazzi
un
Si inizia il 9 settembre alle ore 9.30, ma anche dopo quella data possono aggiungersi altre scuole
possono
Dal 25 al 30 ottobre 2010 e in seguito in date da concordare
Incontri thé a scuola
Con gli artisti del Teatro Kismet
Incontri rivolti a docenti da realizzare a scuola
Una conversazione, un thé da prendere insieme e alcuni esercizi teatrali semplici. Tutto si
svolge nell’arco di un pomeriggio che una piccola equipe di artisti del Kismet viene a proporvi a
scuola, con la sola ragione di conoscere e riflettere insieme a voi.
Per le scuole di ogni ordine e grado
Bones/Ossa
Condotto da Lucia Zotti, Monica Contini, Lello Tedeschi, Cristina Bari, Rossana Farinati
Percorso teatrale per alunni da realizzare a scuola
Forma estesa.
Il percorso esteso comprende: la visione dello spettacolo Bones e di un video; un lab. di
scrittura, uno di improvvisazione teatrale, uno sugli spazi e le scene, e in conclusione una
dimostrazione finale. Totale 17/20 incontri
L’ultima sessione del progetto sarà intensiva e gli incontri saranno dedicati esclusivamente alle
prove per la dimostrazione finale.
Forma intensiva
Il percorso intensivo comprende: la visione di un video; un lab. di improvvisazione teatrale e la
partecipazione degli studenti del laboratorio allo spettacolo Bones.
Totale incontri:4/6
Per le classi seconde e terze delle scuole sec. di 1° grado
Body and soul
Condotto da Lucia Zotti
Laboratorio teatrale per alunni e/o insegnanti da realizzare a scuola
I partecipanti vengono accolti, fatti sedere e guidati ad un lavoro semplice ma efficace, sulla
mobilità delle braccia e delle spalle. Un benefico vivificarsi della circolazione omero/scaporale
che si propagherà al collo e alla testa, produrrà una sensazione di morbido, tiepido fluire di
energia.
E’ l’inizio perché il corpo possa imparare ad esprimersi meglio:
Sulle note del famoso brano swing degli anni ‘20/’30, “Body and soul” appunto, immortalato
dall’esecuzione di vari grandi artisti del jazz, avvicendandosi nei ruoli di spettatori e attori, i
partecipanti saranno stimolati alla produzione volontaria di piccole, semplici azioni che
racconteranno momenti di vita, esperienze legate al corpo e all’anima.
La particolarità di questo percorso, che si concluderà con una performance da presentare a fine
corso, sarà quella di sperimentare la possibilità di creare un piccolo spettacolo che non utilizzi la
parola scritta e orale, né durante il percorso, né nel prodotto finale.
Movimento creativo
Condotto da Rossella Diana
Il laboratorio si svolgerà a teatro ed è rivolto a insegnanti e a chiunque voglia approfondire
una riflessione sul corpo e sul movimento.
Per vivere una esperienza di gruppo piacevole e stimolante, per ascoltare meglio il proprio
CORPO e riscoprire il desiderio di essere noi stessi, per ricominciare a giocare e dimenticare
almeno per un attimo le tante cose da fare, per darsi la libertà di danzare ed esprimersi senza
troppe restrizioni, per comprendere e parlare il linguaggio della dea che è dentro ogni persona.
Il percorso è finalizzato ad un esito finale pubblico.
Per modalità e costi dei laboratori e
per altre informazioni
Teatro Kismet OperA strada san Giorgio Martire 22/f – Bari
Info 080/579.76.67 int. 127/111 - [email protected]
www.teatrokismet.org
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