Ministero per i Beni e le Attività Culturali > Unione Europea > Comune di Bari > Regione Puglia Provincia di Bari > Camera di Commercio di Bari > Università degli Studi di Bari > Ente Teatrale Italiano Teatro Pubblico Pugliese > Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari In collaborazione con: Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia, Ufficio Scolastico provinciale di Bari > AGIScuola Teatro Kismet OperA stabile d’innovazione Stagione ragazzi 2010-11 Programmazione per le scuole d’infanzia / primarie / secondarie di 1° grado 5, 6 e dall’8 all’11 novembre ore 10 Sabato 6 ore 21 e domenica 7 ore 18 Il viaggio di Arjiun – Teatro Kismet OperA Testo e regia Lucia Zotti e Monica Contini, con Monica Contini e Lucia Zotti, progetto musicale Cesare Pastanella Arjun, l’eroe protagonista della nostra storia, è un adolescente ardimentoso. Vive in una non identificata città orientale, dove suo padre Rakesh, fa di mestiere il cantastorie, mantenendo vive le tradizioni e aiutando la gente a ritrovare la capacità di riflettere sui valori della vita. Il principe Silente, avido e potente signore della città, temendo le conseguenze di una crescente presa di coscienza, fa emettere una legge che costringerà Rakesh a tacere. Anche Sanjukta, la mamma, non sfuggirà alla malvagità del principe che la rapisce allontanandola dalla famiglia. In questa atmosfera, tiranna e repressiva, Arjun sarà capace di affrontare e risolvere, con intelligenza e coraggio, la difficile situazione, ricongiungendo la famiglia e riconquistando la serenità. La storia dei popoli è costellata di vicende in cui la libertà di tanti viene negata per consentire a uno solo di imporre le sue leggi. In questa storia, il tiranno impone il silenzio. Quale migliore contrapposizione al silenzio se non il suono? Lo spettacolo si presenta come un concertino. Gli unici elementi scenografici sono gli strumenti musicali agiti in scena durante l’evolversi della storia, di cui diventano elementi narrativi. 7 -11 anni dal 17 al 20 novembre ore 10 domenica 21 ore 21 Bones – Teatro Kismet OperA Di Lucia Zotti con Monica Contini e Deianira Dragone musiche Nico Masciullo spazio e luci Vincent Longuemare oggetti in rame Lisa Serio Sempre più ci sentiamo intrappolati in un mondo che ci guarda, è lo sguardo dell’altro che ci dà un nome, un senso, una stabilità. E’ lo sguardo dell’altro che produce il soggetto. La maschera è l’unica salvezza, la maschera bella che nasconde la nostra anima, così ci dimentichiamo di averne una e ci illudiamo di poter vivere felici, senza ansia e senza senso di inadeguatezza, con una bella superficie liscia e senza difetti che nasconde il nostro corpo umanamente “difettoso”. E preferiamo mimetizzarci in una schiera di “manichini industriali” anziché rimanere nella cornice dell’Autore che ci ha dipinti uno diverso dall’altro, ognuno originale, unico. Questi i temi trattati da Bones, il nuovo progetto del Kismet a cura di Lucia Zotti e Monica Contini sull’adolescenza. Co-prodotto dal Napoli Teatro Festival e dal Festival della Scienza, tutorato dal prof. Umberto Veronesi, lo spettacolo proposto in forma di evento al Kismet, prevede anche la partecipazione attiva dei ragazzi, i quali, prima di giungere nella sala teatrale vera e propria, dovranno attraversare altri spazi in cui potranno interagire con dei coetanei. Lucia Zotti Da 12 anni Dal 22 al 24 novembre ore 10 Domenica 21 ore 18 Storia d’amore e di alberi – Thalassia di Francesco Niccolini con Luigi D’Elia, scene Luigi D’Elia Un piccolo uomo dal passo da pinguino entra in sala, si aggira nello spazio, chiede conferma a chiunque incontri che lì troverà dei bambini, che quello è un teatro, una scuola, un festival, una piazza. E' un po' confuso e soprattutto sporco. Ha una valigia recuperata chissà dove, tenuta insieme da spago e ricordi. Un barbone, verrebbe da pensare. Eppure quando parla sa essere molto tenero, e ti vien voglia di ascoltarlo, tanto sembra indifeso e bisognoso di aiuto. Ma chi è? Quando la sala è definitivamente piena, guarda i bambini, tira un grosso sospiro e insieme alla sua valigia e alla sua strana andatura va in proscenio. E’ evidentemente emozionato: vorrebbe parlare ma ha paura. Non trova il coraggio di iniziare. Poi, finalmente, attacca e racconta, racconta, racconta… racconta di nuvole perdute, cieli e montagne, ma soprattutto racconta di un grande uomo, piccolo giardiniere di Dio, della sua poetica resistenza e della sua ostinata generosità. Racconta dell’uomo che piantava gli alberi. Lo spettacolo è liberamente ispirata al Romanzo di Jean Giono, L’UOMO CHE PIANTAVA GLI ALBERI, un piccolo libretto del 1980 diventato nel tempo un libro simbolo per la difesa della natura e l’impegno civile, un messaggio d’amore per l’albero e il suo valore universale. Il romanzo racconta del solitario pastore Elzeard Bouffier che per amore (o forse per cercare la felicità) comincia a piantare querce in una terra desolata e aspra. Lentamente e meravigliosamente il mondo intorno a lui cambia come in una lenta e silenziosa rivoluzione. 5 -10 anni 3, 4, 6, 7, 9 dicembre e dal 25 al 29 gennaio ore 10 Sabato 4 ore 21, domenica 5 e 8 dicembre ore 18 La principessa Sirena – Teatro Kismet OperA di Teresa Ludovico con Eugenia Amisano, Raffaella Gardon, Marta Lucchini, Paolo Summaria, Valerio Tambone co produzione Chậteau Rouge, Annemasse versione originale Setagaya Public Theatre Tokyo C’era una volta, nelle acque del mare, una principessa sirena che cantava e un giovane principe che annegava…lei lo salvò…lui la baciò…io ti amo, tu mi ami…tu mi ami, io ti amo…la coda e la voce per due gambe lei barattò, ma lui un’altra ragazza, ahimè, sposò!…sirena che, per amore, perse l’amore, prima divenne schiuma e poi vapore… Metà donna, metà pesce, la principessa sirena scopre la sua diversità quando incontra l’altro, quel principe di carne dolce che vive di respiri. Li unisce la forza di un amore impossibile e, per quel gioco proibito, lei rinuncia alla sua natura e non è più riconoscibile neppure dal suo amato. Solo un’altra morte, un’altra trasformazione può salvarla. Una storia che accompagna le nostre continue metamorfosi, dove non c’è un “vissero felici e contenti”, ma un finale così come doveva essere, unico, come ogni cosa in natura. La principessa Sirena, ispirato a “La Sirenetta” di Hans Christian Andersen, chiude la trilogia, iniziata con Bella e Bestia e La regina delle nevi, dedicata a bambini e adulti, insieme a condividere la forza narrativa e la dimensione magica della fiaba. In un mondo sospeso e rarefatto, gli attori si muovono con azioni danzate. E in questa sospensione impalpabile, si appoggiano i colori accesi dei personaggi, figure rubate alla pittura settecentesca, che fluttuano, cangianti, tra mare, terra e cielo. Musica, danza, maschere e dialoghi si fondono con armonia per creare uno spettacolo lieve e visionario. … “ai petali di ciliegio nel vento”…a quella sospensione…a quello stupore prima della caduta…a quella promessa del nuovo che porta in sé sgomento e meraviglia…al fluire incessante della vita. Teresa Ludovico Da 8 anni Dal 13 al 18 e dal 20 al 22 dicembre ore 10 Sabato 18 e domenica 19 ore 21 Il malato immaginario ovvero Le Molière imaginaire – Teatro Kismet Opera regia, adattamento e riscrittura Teresa Ludovico, con Augusto Masiello, Marco Manchisi, Andrea Fazzari, Daniele Lasorsa, Ilaria Cangialosi, Michele Cipriani, Cristina Mileti, arrangiamenti musicali Michele Di Lallo, consulenza musicale Nicola Scardicchio, Leonardo Smaldone Fedele al testo originale, ma ricco di invenzioni registiche Il malato immaginario di Teresa Ludovico colloca un ossessivo e infantile Argante sulla sommità di una piramide, condannato a essere perno del mondo farsesco che gli si muove tutto attorno. Un delirio grottesco, sostenuto dalle luci affilate di Vincent Longuemare, popolato di personaggi da commedia dell’arte che abitano una casa dalle atmosfere meridionali, piena di botole e passaggi segreti. Maschere che si agitano in un mulinello a volte assordante, una danza grottesca di quel quotidiano stretto fra le pareti domestiche dove ogni sussurro si amplifica, dove covano intrighi, dove si fingono finzioni. Una serva petulante, un fratello affidabile consigliere, una figlia angelica, una moglie dark lady e provocante, un giovane innamorato e medici, tanti medici che millantano crediti. Infine, espressione di quell'anima beffarda e popolare così presente in Molière, la maschera di Pulcinella deborda dal primo intermezzo in cui il testo originale l'aveva costretta per diventare il filo che lega la finzione dello spettacolo alla vita dell'autore. E il malato? Imaginaire… Un Malato Immaginario in cui arte e vita si confondono e si richiamano mettendo in scena la famosa quarta replica, quella durante la quale Molière - protagonista - alza gli occhi al cielo e muore, consacrando la propria esistenza al teatro. Fra l’Argante in scena e Molière c’è una relazione misteriosa e profonda: la comune vocazione immaginaria, la separazione dalla realtà. Che tipo di Molière troviamo nello spettacolo? Il Molière del gioco delle commedie, del teatro nel teatro, delle farse, del travestimento; Il Molière che prende in giro la “ridicolaggine dell’umanità”, l’arroganza del potere; il Molière che intreccia vita e arte. Teresa Ludovico Da 13 anni 19 dicembre ore 18 e 6 gennaio ore 11.30 Il nuvolo di Aiscé – Orecchiabili (tratto da “Il Nuvolo innamorato” di N. Hikmet) di Nico Maciullo, con Nico Masciullo e Deianira Dragone Una coppia di inservienti arriva nello spazio scenico per fare le pulizie. I due trovano scenografie, strumenti musicali e il pubblico che attende, approfittando del ritardo degli attori decidono di raccontare , con quegli oggetti, una vecchia storia. Comincia così il racconto del Nuvolo di Aiscè, con i due inservienti narratori che, utilizzando piccoli oggetti e i loro stessi corpi, ci faranno entrare nel loro mondo fantastico dove il crudele Seifì il Nero cercherà con tutti i mezzi di portar via alla dolce Aiscè il suo meraviglioso giardino ma che sarà ostacolato dal coraggioso Nuvolo, figura evanescente innamorata di Aiscè… Il racconto, ricco di imprevisti e momenti di suspance non mancherà di momenti esilaranti e colpi di scena. 4-10 anni 7, 8 gennaio ore 10 6 gennaio ore 18 Nel bosco addormentato – Bottega degli apocrifi regia Cosimo Severo, drammaturgia Stefania Marrone, con Livia Gionfrida, Fabio Trimigno, Vincenzo Scarpiello, Aurora Tota, Stefania Marrone, musiche Fabio Trimigno Un bosco musicale fatto di alberi e sentieri, il lamento di una regina infelice, l’avverarsi del suo desiderio e una grande festa per la nascita di una bambina con gli occhi grandi, le labbra rosa e la pelle color della luna. E avrebbero potuto vivere tutti felici e contenti, e invece…era festa troppo bella, degna delle fate; una festa troppo bella per la fata più brutta, quella che vive da sola in una torre lontana, quella con l’odore così forte che tutti le stanno lontani, quella che a questa festa non è stata invitata. Il suo desiderio di vendetta si sazia con un incantesimo e, quando la bambina compie 16 anni, si punge con un fuso e cade addormentata in un sonno lungo 100 anni, dal quale solo l’amore vero, potrà svegliarla. L’amore vero? Ma esiste? E come farà a trovare una principessa che dorme nascosta in un bosco da cento anni? E poi, saprà riconoscerla? Si, il principe la trova, la riconosce, è certo che sia lei la donna che ha sempre cercato, e la bacia. E avrebbero potuto vivere felici e contenti.. lo sappiamo tutti! Quello che non sappiamo con certezza è: come ha fatto quella principessa così bella a restare giovane e bella in cento anni di sonno? E la fata più brutta, è davvero cattiva come sembra? E il principe? siamo proprio sicuri che sia chi dice di essere? Quando la storia sembra finita iniziano a svelarsi i misteri e continua quel viaggio di scoperta che non s’interrompe mai, fatto di tentativi e di ripensamenti, di buoni che a volte peccano di presunzione e di cattivi che forse non sono solo cattivi. Serve imparare a guardare, col tempo giusto, serve saper ascoltare e allora si, magari vissero tutti felici e contenti Liberamente ispirato a Charles Perrault, ai fratelli Grimm, a Tahar Ben Jelloun, a Giambattista Basile, a Italo Calvino e a tutti coloro che un giorno nel bosco hanno incontrato la Bella Addormentata e ce l’hanno raccontato 6-11 anni Dal 12 al 14 gennaio ore 10 In tumulto – Teatro Kismet OperA regia Rossana Farinati con Ilaria Cangialosi, Bruno Soriato, Annabella Tedone Uno spazio circolare accoglie il pubblico che siede tutt’attorno, molto vicino alla scena. Due attrici e un attore abitano quel luogo: sono tre adolescenti nella “terra di mezzo”, quella terra sul confine fra infanzia ed età adulta dove si fa esperienza di rotture e ricomposizioni, dove si è “non ancora compiuti”. Tre adolescenti di fronte al proprio corpo che muta, come muta il silenzio nell’intimità della propria camera e cambia il rapporto con l’adulto (lo scontro si fa aperto) e l’amicizia si apre a nuove complicità, agli affetti “per sempre”, al sussurrarsi i sogni su un Altrove a venire e l’amore irrompe, possente, con il desiderio e il timore nell’incontro con il corpo dell’altro, dell’altra. Non viene raccontata una storia: la narrazione procede per frammenti presi da situazioni quotidiane di tre adolescenti. I loro percorsi s’intrecciano, si sovrappongono permettendo allo spettatore di guardare quei gesti di ogni giorno e di scorgere le emozioni, le domande, le inquietudini che sotterranee li fanno crescere. La vicinanza allo spazio scenico permette al pubblico un rapporto specifico con ciò che accade. La relazione con gli attori è diretta, a volte intima: come in un gioco di riflessi e di rimandi questo spazio circolare include sempre nello sguardo sia gli attori che, sullo sfondo, gli spettatori. Da 12 anni Dal 20 al 22 gennaio ore 10 Domenica 23 ore 18 Kish Kush – Teatrodistinto Tracce di un incontro. Spettacolo finalista Premio Scenario Infanzia 2008 regia Laura Marchegiani con Daniel Gol, Alessandro Nosotti Quante lingue esistono al mondo; che suoni hanno? Colui che parla in modo diverso, è diverso da me? Com'è fatto lo straniero? Quali sono i suoi gusti? Cosa posso creare insieme a lui? Le infinite domande silenziose che possono sorgere in un bambino, che si confronta con un compagno di provenienza straniera, non sempre trovano risposte. Le dinamiche che prendono forma nell'incontro con accenti, colori e modalità differenti dalle nostre, necessitano di uno spazio di riflessione, confronto e dialogo. Il progetto Kish Kush, tracce di un incontro, vuole essere una piccola finestra sul tema della diversità culturale e linguistica, attraverso il gioco del Teatro. Finalista a Premio Scenario Infanzia 2008, nasce come spazio dinamico tra due personaggi di provenienze diverse, con l'obiettivo di condurre i giovani spettatori verso una riflessione e una discussione sul tema della diversità. Kish Kush diventa per noi luogo dell'immaginario, spazio neutro, che ospita due personaggi divisi, che non parlano la stessa lingua. Lo spazio di gioco, inizialmente suddiviso in due parti, propone agli spettatori due punti di vista differenti dell'azione. Attraverso suoni, ombre, e oggetti usati in modo simbolico, le due figure arrivano a confrontarsi, abbattendo il delicato muro di carta che li divide. Ha così inizio lo scambio, che porta alla creazione di immagini e sapori nuovi. Storia di silenzi, di timore della lingua straniera, Kish Kush è uno scarabocchio a quattro mani, luogo giocoso di chi riconosce la meraviglia nell' incontro con la diversità. 6-12 anni 1, 2 e 3 febbraio ore 10 Fuorigioco – Comteatro regia di Claudio Orlandini di e con Michele Clementelli C'è un allenatore in un quartiere di periferia che insegue il sogno di compiere la grande impresa sportiva: uscire dall'umiliazione dell'ultimo posto in classifica occupato dalla sua squadra, la Murialdina Football Club: tutto il quartiere accompagna le sue imprese, chiedendogli conto delle sue sconfitte sempre più umilianti, anche i ragazzi cominciano ad abbandonarlo e la sua vita sentimentale subisce una minaccia di espulsione. Ma l'importante è vincere, e vincere con la Murialdina non è cosa facile, soprattutto quando si è soli a crederlo. Se un giocatore sgarra, si smarrisce, si stona, è il Mister ad andare a cercarlo, ovunque: alle giostre, al bar, al parchetto, al cinema porno…fino in fondo, fino all'anima del quartiere, perché la partita si gioca anche fuori dal campo…fuorigioco. Ispirato da una storia reale, lo spettacolo racconta dei giovani calciatori, della loro provenienza, delle loro famiglie, del gruppo di adolescenti che diventa un pericolo, del loro linguaggio incomprensibile, quello di chi si sente escluso…del quartiere fatiscente, che rappresenta tutte le periferie del mondo, di quando arrivano gli autoscontri in piazzetta. Vincere o perdere, dopo la partita il mondo torna uguale ed anche le classifiche qualche mese dopo torneranno ad azzerarsi: i campioni saranno chiamati alla conferma e i vinti alla rivincita. Il Mister di questo ne è convinto, ma i ragazzi lo capiscono sempre? E poi ci sono i gol, quelli che fanno sognare, quelli che ogni volta che viene vissuto diventa sempre più bello, perché il tempo lo trasforma in leggenda. Un campetto di periferia si fa quindi simbolo, miniatura di un universo umano, dove l’illusione si scioglie nel fallimento e si annacqua nell’egoismo, nella mediocrità, nella pigrizia dei furbi. La panchina viene abitata da speranze e passioni, e anche se non è questo il mondo della vittoria, già nell’insuccesso esiste l’andare avanti, che sia su un tappeto d’erba o sulla strada della vita. E così accade con la Murialdina: nonostante il fallimento giunga inesorabile, resta sempre aperta la possibilità del domani, che magari non sarà mai uno scudetto (o anche solo una promozione), ma sarà pur sempre un presente da continuare. Con questo spettacolo abbiamo voluto cercare una via per arrivare ai ragazzi, a quel territorio così tanto “camminato”, calpestato, esplorato, ma forse mai profondamente compreso e rappresentato. Senza alcun artificio retorico, il pubblico si trova davanti alla dura realtà del quartiere di periferia, del cemento, della polvere e del sudore che si mischiano nel campo, ed ecco che ne diviene subito parte del gioco, anzi, giocatore. Ciò che si racconta, infatti, riguarda un po’ tutti, ci ricorda che stiamo giocando, ogni giorno, in ogni luogo, una partita che malgrado le nostre resistenze, risulta non essere così a noi estranea. Fare parte di una squadra diventa una vicenda epica, che ha bisogno di essere raccontata, anche per chi fuorigioco ci vive continuamente. Da 11 anni 7, 8 febbraio ore 10 Domenica 6 febbraio ore 18 Robin Hood – Armamaxa/ Archelia Di e con Giuseppe Ciciriello, Enrico Messina Robin Hood di Sherwood è il fuorilegge per antonomasia, è ladro e brigante, bandito e gentiluomo, il miglior arciere d’Inghilterra che diventa, nella tradizione delle ballate popolari, la figura di colui che si ribella alle ingiustizie sociali e alle prepotenze dei dominatori. Robin è dunque dalla parte dei contadini e dei pastori: ruba ai ricchi per dare ai poveri. Difensore del popolo angariato dai potenti o più semplicemente coraggioso furfante che ignora i vincoli del diritto, Robin incarna in sé l’aspirazione universale dell’uomo alla libertà. Le sue gesta sono la ricerca, se non l’affermazione, di una dignità umana che riscatti una vita marginale e degradata. Raccontare la storia di Robin Hood offre, dunque, l’occasione di porgere ai bambini un messaggio semplice ma di valore universale. Il suo fascino antico è tutto da riscoprire ed è sempre attuale, come vive ed attuali sono le ragioni antiche e umane che ne stanno alla base. Con i modi di un teatro essenziale e un po’ d’altri tempi, fatto di scene povere costruite con materiali semplici, i due attori parlano ai bambini con il linguaggio del racconto per riavvicinarli alla dimensione dell’ascolto; evocano la storia di Robin e, come cantastorie da piccolo borgo, la trasformano, la inventano e ci giocano, se la cuciono addosso e ci si ritrovano dentro bambini impegnati ad arrampicarsi sugli alberi proprio come Robin Hood e il suo compagno Little John. 7-12 anni 21, 22 febbraio ore 10 Domenica 20 febbraio ore 18 Il Gatto e gli stivali – Teatro Kismet Opera testo e regia Lucia Zotti con Deianira Dragone, Nico Masciullo, Monica Contini Condito di una verve tutta originale, ironico e divertente, ma al contempo pregno di quei messaggi propri della fiaba, Il gatto e gli stivali in versione Lucia Zotti attinge alla storia popolare, riletta e personalizzata grazie alle scelte registiche, all’interpretazione dei tre attori e alle musiche originali. Un giovane alle prese con l’assunzione di responsabilità della propria vita viene guidato e condotto al successo da un gatto molto particolare. Il padre muore e lascia in eredità i suoi pochi e apparentemente poveri averi ai tre figli. Al più giovane tocca il gatto di famiglia e il ragazzo se ne lamenta considerandolo inutile e soltanto sufficiente per una magra cena. Ma il gatto, che non ha intenzione di finire arrosto con le patate, mette in atto tutto il suo ingegno per dimostrarsi straordinario e indispensabile salvandosi, così, la vita. Aiutato da un paio di stivali magici che gli consentono di spostarsi velocemente, conduce il suo padrone al successo e alla felicità. 6-11 anni 4 e 5 marzo ore 10 Domenica 6 ore 18 L’albero - Latoparlato Con Claudio Milani, Elena Gaffuri “Con gli alberi... e con tutte le altre cose che vivono, bisognerebbe passare il più bel tempo possibile”. I giorni hanno l'alba e il tramonto. Le settimane vanno da lunedì a domenica. Gli anni passano seguendo il ritmo delle stagioni. Anche le vite finiscono. E anche le storie che si raccontano. In questa storia ci sono: un Re, una Principessa in età da marito e un Principe Nero. Ma soprattutto ci sono: un giovane servo che si chiama Carlo, il suo Albero Magico... e la Morte. In un arco temporale che dalla primavera arriva all'inverno, il servo Carlo, per dichiarare il suo amore alla Principessa, dovrà affrontare diverse avventure, fino alla più temibile: l'incontro con la Morte. Il tema principale dello spettacolo è quello del “ciclo”: inizio, fine, nuovo inizio… e così via. Come tutti gli uomini, anche i bambini avvertono il grande ciclo della vita, e possono comprendere cicli con dimensioni e durate diverse. Da un punto di vista temporale, ad esempio, i cicli piccoli rappresentano i giorni (dì e notte), poi le settimane, i mesi, gli anni… e i cicli grandi sono invece i secoli, i millenni, le ere, ecc. La storia dell'Albero vuole focalizzare l'attenzione sul fatto che anche la vita è un ciclo e la morte ne è la necessaria – se pur dolorosa – fine, preludio di nuove nascite. Si vuole rappresentare il ciclo del tempo mediante le stagioni e la vita stessa dell’Albero: l’Albero nasce, cresce, si espande.. e sopra di lui intervengono le stagioni, portando altre trasformazioni. Il grande Albero, elemento maestoso e poetico al centro del palco, accompagnerà i bambini nella comprensione di questa delicata tematica, dimostrando, con l'alternarsi di eventi e stagioni, che il tempo passa e che la morte è il necessario preludio a una rinascita. 3-8 anni 15, 16 e 17 marzo ore 10 Lezione cosmicomica – Orecchiabili Regia Nico Masciullo con Bruno Soriato, Angela Iurilli, Francesco Ocelli, Nico Masciullo Nico, Angela, Bruno, Francesco e Tea: ecco come nascono le stelle. La lezione cosmicamente lontana dalla noia accademica, grazie anche a un famosissimo professore, pure lui lontano lontanissimo dalla polvere del sapere, ci spiega non solo le stelle, come e perché, ma anche le galassie, il cosmo intero e come si producono. Lo spettacolo parte proprio dall'origine del mondo, degli astri, del suono e della luce. E si sforza anche di guardare un po' più in là, quando nulla c'era, neanche una lucciola e per chi si ricorda di quando non c'era niente si ricorderà anche che prima di tutto, prima di ogni cosa, una cosa in realtà c'era: il professor E. Questo buffo personaggio, liberamente ispirato al protagonista delle Cosmicomiche di Italo Calvino, era lì davvero, sin dai tempi in cui niente ancora esisteva. C’era nell’istante del Big Bang. Lo si poteva scorgere a districarsi tra la polvere meteorica e violentissimi sbuffi di gas qualche miliardo d’anni dopo. C’era, quando l’unico posto da abitare erano le stelle, e subito dopo, quando la Terra era una piccola zolla di cui prendersi cura. Forse se la fisica moderna é giunta a spiegare l’origine di tutto ciò che ci circonda, lo si deve un po’ anche a lui. Attraversando la sua vita, le verità più difficili diventano intuitive, e la fisica appare una scienza cui è possibile affezionarsi. 7-12 anni 20 marzo ore 18 Il giardino di primavera – Teatro Kismet Opera Un pomeriggio in cui genitori e bambini insieme entrano nelle botteghe del teatro, partecipando attivamente ad alcuni dei mestieri dello spettacolo. 30, 31 marzo, 1° aprile ore 10 Giovani spiriti – La pulce spettacolo sul consumo e l’abuso di sostanze alcoliche tra i giovani di e con Filippo Arcelloni – Antonio Russo – Enzo Valeri Peruta Negli ultimi anni è emerso con chiarezza l’abuso di alcool da parte degli adolescenti. Ciò è facilitato dal basso costo e dall’ idea di una possibile ed innocua “convivenza” con la dipendenza. L’informazione scarsa e inadeguata porta a sottovalutare i rischi fisici e psichici che ne derivano. Bere per facilitare le relazioni sociali, in particolar modo con l’altro sesso. Bere per divertirsi di più, per esagerare. Bere per sentirsi inseriti nel gruppo. Bere per imitazione. Bere per abitudine. Bere per noia. Abbiamo accettato la sfida di incontrare gli adolescenti nel loro mondo, con l’obiettivo di educare i giovanissimi ad un uso limitato e corretto delle bevande alcoliche, sviluppando in loro un senso critico verso il “bombardamento” mass-mediatico. Una trasmissione radiofonica con pubblico dal vivo, dal ritmo sostenuto, con uno stile ironico, a tratti quasi irriverente. Sempre col preciso intento di parlare chiaro ai ragazzi e indurli alla riflessione. All’interno di questo “contenitore”, accanto a dati significativi rivelati da ricerche nel settore e alla moltitudine di informazioni sull’argomento (spesso contrastanti), trovano spazio momenti di comicità, personaggi al limite del credibile, sketch e pubblicità “regresso”. Ilarità e coinvolgimento diretto del pubblico si alternano a sospensioni cariche di emozioni, per toccare gli ambiti in cui si manifestano maggiormente le problematiche alcol-correlate: le relazioni sentimentali, il rapporto con la famiglia, il lavoro, la guida di automezzi o motocicli. Da 12 anni 4, 5 aprile ore 10 Domenica 3 ore 18 Orchetto – Accademia perduta di Su zanne Lebeau con Claudio Casasdio, Daniela Picari, musiche originali Marco Biscarini allestimento scenico Marcello Chiarenza L’Orchetto vive solo con sua madre in una casa nel cuore di una foresta impenetrabile, in un luogo ritirato, lontano dalla comunità del vicino villaggio. Pensa di essere un bambino come tutti gli altri ma, il primo giorno di scuola, i suoi compagni si accorgono subito della sua diversità: è il figlio di un orco che, però, una madre amorevole ha cresciuto con infinita tenerezza. Per sfuggire all’attrazione irresistibile che prova per il sangue fresco, l’Orchetto dovrà affrontare tre difficili prove, dalla cui riuscita dipenderanno la sua crescita, la sua trasformazione e la sua salvezza. Se saprà superare queste prove, il coraggioso protagonista potrà esaudire il grande sogno di essere accettato, con tutte le sue differenze e le sue contraddizioni, all’interno della comunità del villaggio. L’Orchetto, con i suoi sei anni, la sua forza straordinaria e la sua terribile eredità, ci riconcilia con la nostra parte oscura, in una storia che racconta la diversità ma anche la forza di lottare per cambiare se stessi, per affermarsi e per vincere i propri limiti. La scelta artistica di Accademia Perduta cade, quindi, su di un racconto tenero, che attinge la propria ispirazione dalle fiabe popolari ed è portato sulla scena grazie alla scrittura fine ed intelligente della grande autrice per ragazzi Suzanne Lebeau. Claudio Casadio, Daniela Piccari e Marcello Chiarenza si confrontano con questo testo poetico, ironico e suggestivo e lo fanno proprio, con l’intento di divertire, affabulare ma anche far riflettere il pubblico dei bambini e delle famiglie. L’allestimento, creato appositamente da Marcello Chiarenza, si avvale di un utilizzo magico dello spazio teatrale, in cui gli attori si muovono con leggerezza ma anche con drammaticità ed il gioco di scena prevede un susseguirsi di piccole magie, un’evoluzione di continue suggestioni visive e sonore, che avvince lo spettatore, fino allo scioglimento finale. Le musiche originali, infatti, pensate per accompagnare un forte impatto emotivo, creano un sottofondo che sottolinea la drammaticità dei vari momenti dello spettacolo. 7-14 anni 15 e 16 aprile ore 10 Domenica 17 ore 18 Il volo di Icaro – Tib Teatro Drammaturgia e regia Daniela Nicosia, con Vania Bortot Labros Mangheras Un papà e suo figlio. L’alchimia di un legame profondo che dalla prima infanzia ci accompagna per tutta la vita. Nella nostra storia il papà si chiama Dedalo, fa l’inventore e passa ore e ore rinchiuso nel suo studio, mentre il piccolo Icaro, il figlio, occhioni azzurro cielo spalancati, lo osserva curioso, discreto e a tratti indiscreto… Aspetta Icaro, come ogni bambino, aspetta il tempo che il papà potrà dedicargli… aspetta la passeggiata della sera sulla scogliera, insieme, papà e figlio, nel vento. Lassù il papà gli ha rivelato i segreti delle api e le sue segrete ambizioni e in quelle sere, Icaro si è sentito felice… Finché un giorno - imprigionati entrambi da Minosse, il terribile re di Creta che accusa Dedalo di tradimento - padre e figlio, si ritroveranno insieme con una infinità di tempo da condividere. Loro due soli, rinchiusi nel labirinto, la prigione a cielo aperto, inventata dallo stesso Dedalo, da cui è impossibile uscire. Ma tu papà puoi tutto! Sei il mio papà e sei anche inventore, dai inventa un’invenzione… trova la soluzione! Ora Dedalo e Icaro, occhi negli occhi, soli, sotto quell’azzurro cielo di quel cielo speciale, cielo di Grecia, che se alzi un dito ti pare che lo puoi toccare, cercano insieme una via d’uscita. Ora padre e figlio sono davvero insieme, perché insieme progettano il loro futuro… Lo spettacolo intende avvicinare i più piccoli al mito… storie antiche che grazie ad un accurato lavoro di scrittura drammaturgica sanno parlare anche oggi di temi universali. Una narrazione semplice e giocosa che porta in scena l’avventura di Icaro, un bambino che sogna fin da piccolo di volare, un bambino che come tutti i bambini si nutre di sogni impossibili… un bambino curioso che vuole scoprire il mondo e cerca di farlo chiedendo spiegazioni e certezze al padre, il suo punto di riferimento. 6-10 anni Botteghino matinée Scuole materne elementari e medie €4.50 Le prenotazioni agli spettacoli si possono effettuare a partire dal 13 settembre tramite l’apposito modulo da inviare via mail o via fax ai nostri uffici. E’ possibile prenotare attraverso i nostri uffici il trasporto degli alunni a tariffe agevolate con la ditta Autoservizi Latorre. Per un confronto siamo disponibili dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13.00 al numero 080/5797667 interno 127 (Karin Gasser) Laboratori per insegnanti e alunni Fino al Maggio Condotto da Cristina Bari, Karin Gasser, Lucia Zotti Il laboratorio…… Un percorso di collaborazione tra il Teatro Kismet e le scuole, che si realizzerà a tappe durante tutto l’anno scolastico e si concluderà con un un’azione pubblica collettiva che coinvolgerà direttamente i bambini al Maggio all’infanzia 2011. Un percorso in cui si penserà, si lavorerà insieme, artisti e insegnanti, per costruire con i ragazzi un Si inizia il 9 settembre alle ore 9.30, ma anche dopo quella data possono aggiungersi altre scuole possono Dal 25 al 30 ottobre 2010 e in seguito in date da concordare Incontri thé a scuola Con gli artisti del Teatro Kismet Incontri rivolti a docenti da realizzare a scuola Una conversazione, un thé da prendere insieme e alcuni esercizi teatrali semplici. Tutto si svolge nell’arco di un pomeriggio che una piccola equipe di artisti del Kismet viene a proporvi a scuola, con la sola ragione di conoscere e riflettere insieme a voi. Per le scuole di ogni ordine e grado Bones/Ossa Condotto da Lucia Zotti, Monica Contini, Lello Tedeschi, Cristina Bari, Rossana Farinati Percorso teatrale per alunni da realizzare a scuola Forma estesa. Il percorso esteso comprende: la visione dello spettacolo Bones e di un video; un lab. di scrittura, uno di improvvisazione teatrale, uno sugli spazi e le scene, e in conclusione una dimostrazione finale. Totale 17/20 incontri L’ultima sessione del progetto sarà intensiva e gli incontri saranno dedicati esclusivamente alle prove per la dimostrazione finale. Forma intensiva Il percorso intensivo comprende: la visione di un video; un lab. di improvvisazione teatrale e la partecipazione degli studenti del laboratorio allo spettacolo Bones. Totale incontri:4/6 Per le classi seconde e terze delle scuole sec. di 1° grado Body and soul Condotto da Lucia Zotti Laboratorio teatrale per alunni e/o insegnanti da realizzare a scuola I partecipanti vengono accolti, fatti sedere e guidati ad un lavoro semplice ma efficace, sulla mobilità delle braccia e delle spalle. Un benefico vivificarsi della circolazione omero/scaporale che si propagherà al collo e alla testa, produrrà una sensazione di morbido, tiepido fluire di energia. E’ l’inizio perché il corpo possa imparare ad esprimersi meglio: Sulle note del famoso brano swing degli anni ‘20/’30, “Body and soul” appunto, immortalato dall’esecuzione di vari grandi artisti del jazz, avvicendandosi nei ruoli di spettatori e attori, i partecipanti saranno stimolati alla produzione volontaria di piccole, semplici azioni che racconteranno momenti di vita, esperienze legate al corpo e all’anima. La particolarità di questo percorso, che si concluderà con una performance da presentare a fine corso, sarà quella di sperimentare la possibilità di creare un piccolo spettacolo che non utilizzi la parola scritta e orale, né durante il percorso, né nel prodotto finale. Movimento creativo Condotto da Rossella Diana Il laboratorio si svolgerà a teatro ed è rivolto a insegnanti e a chiunque voglia approfondire una riflessione sul corpo e sul movimento. Per vivere una esperienza di gruppo piacevole e stimolante, per ascoltare meglio il proprio CORPO e riscoprire il desiderio di essere noi stessi, per ricominciare a giocare e dimenticare almeno per un attimo le tante cose da fare, per darsi la libertà di danzare ed esprimersi senza troppe restrizioni, per comprendere e parlare il linguaggio della dea che è dentro ogni persona. Il percorso è finalizzato ad un esito finale pubblico. Per modalità e costi dei laboratori e per altre informazioni Teatro Kismet OperA strada san Giorgio Martire 22/f – Bari Info 080/579.76.67 int. 127/111 - [email protected] www.teatrokismet.org