Dodici articoli - Università degli studi di Bergamo

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La comunità rurale
a.
b.
c.
d.
e.
f.
g.
h.
i.
[cfr.
150-200.000 comunità nell’Europa dell’età moderna
abitanti: qualche centinaio
famiglie: qualche decina
habitat: concentrato/disseminato
attività economica prevalente: agricoltura
altre attività: qualche artigiano; piccolo commercio,
integrato con attività agricola e manifatturiera
operatori del terziario presenti: il parroco, a volte il
notaio, raramente il medico
luoghi rilevanti: la chiesa, la piazza, il pozzo, il mulino,
l’osteria
mercato: raramente fisso.
P. Malanima, Economia
Mondadori, 1995, p. 149 ss.]
preindustriale,
Bruno
La comunità rurale
• Definizione antropologica:
ORGANIZZAZIONE SU BASE LOCALE FONDATA SUI RAPPORTI FACCIA A
FACCIA FRA I MEMBRI CHE LA COMPONGONO
•
La comunità rurale tipica si comporta come una corporazione:
- ha propri statuti
- esercita sui suoi membri funzioni protettive;
- e funzioni disciplinanti;
- tutela gli equilibri interni nel senso della conservazione;
- subordina le scelte individuali all’interesse collettivo;
- si fa carico della sussistenza di tutte le fasce della popolazione;
- eroga servizi;
- spesso possiede immobili: beni/terre comunali, beni/terre comuni
- interagisce con altri soggetti territoriali di pari livello;
- interagisce con i poteri territoriali [la signoria se è presente; il sovrano]
La comunità rurale
Spesso coincide geograficamente con la PARROCCHIA
- Il parroco può essere nominato dalla comunità, ma più
spesso da un ente ecclesiastico di rango superiore (per
esempio dal capitolo della cattedrale di una città vicina),
oppure da un patrono privato
- Il servizio alla parrocchia è svolto da un organo
composto da laici, la FABBRICERIA, che si occupa della
manutenzione della chiesa parrocchiale, delle forniture
ecc.
- La Fabbriceria si sovrappone parzialmente all’organo di
governo della comunità
La comunità rurale
ORGANI DI GOVERNO:
- Assemblea dei capifamiglia
- Consiglio ristretto dei notabili
Funzioni dell’assemblea:
- controlla accesso alle risorse collettive
- controlla il rispetto delle servitù collettive
- forma o riforma gli statuti
- delibera in merito a questioni di rilevanza generale
- amministra i beni comuni
- dirime controversie fra i propri membri
- cura gli interessi della comunità di fronte a terzi
- si occupa della redazione degli estimi, del riparto e dell’esazione
delle imposte dirette
La comunità rurale
IL villaggio a campi aperti:
-
Inghilterra, Francia settentrionale, parte della Germania, parte della Polonia,
parte della Russia
campi aperti = non recintati, in parcelle piccole, talvolta di forma molto
allungata
parcelle raggruppate in “quartieri”, ciascuno dedicato a un’unica coltura, nel
quadro della rotazione triennale [coltura invernale=grano; coltura
primaverile=avena; maggese=incolto periodico]
campi dopo il raccolto e quartiere a maggese: adibiti a uso collettivo;
Il villaggio a campi aperti è caratterizzato da elevata solidarietà
comunitaria e più intensa disciplina di gruppo; le decisioni che
riguardano i lavori agricoli sono assunte dall’organo di governo
comunitario
E’ un sistema razionale in una economia a bassa produttività e grado di
mercantilizzazione
Evoluzione: il sistema dei campi aperti è progressivamente limitato dal
processo di recinzione
La signoria rurale
a. Più diffusa in Francia nord-occidentale, Belgio, Inghilterra, Germania
occidentale e meridionale, Europa orientale; Italia meridionale
b. Definizione: area territoriale sulla quale ereditariamente i membri di una
certa famiglia, spesso i maggiori proprietari della zona, esercitano poteri
sulle persone che vi abitano.
c. Segno: la residenza del signore, spesso un castello
d. Diritti signorili di natura economica: censi in natura/in denaro; donativi;
corvees; controllo di infrastrutture agricole come mulini, frantoi etc
e. Giurisdizione signorile, di prima istanza, civile, talvolta anche penale
f. Struttura: parte dominicale, parte massaricia
g. Interazione con la comunità del villaggio: il signore è membro della comunità
e al tempo stesso è esterno e superiore alla comunità; i rapporti sono
definiti dagli statuti e variano da luogo a luogo e nel tempo; i rapporti
sono spesso conflittuali; ma può esservi anche un rapporto di
protezione/lealtà [cfr. O. Brunner, Terra e potere. Strutture pre-statuali e
pre-moderne nella storia costituzionale dell'Austria medievale, trad.it. con
introduzione di P. Schiera, Milano, Giuffré, 1983]
NB Non tutte le comunità sono soggette a signoria; esistono anche comunità
libere, prevalenti in alcune aree d’Europa.
[cfr. anche R. Ago, Signori e contadini, in Storia moderna, Donzelli, 1998]
Individuo, comunità, sovrano
La vicenda di Martin Guerre:
N. Zemon Davis, Il ritorno di Martin Guerre. Un caso di
doppia identità nella Francia del Cinquecento, ed. or.
Paris 1982, ed. it. Torino 1984
Individuo, comunità, sovrano
Microstoria:
ricostruzione di vicende di singole
comunità o di casi individuali, con l’ausilio
di vasta gamma di fonti, soprattutto
notarili; prospettiva dal basso; interazioni
fra i vari piani degli eventi; forte
dimensione narrativa; inferenza
Individuo, comunità, sovrano
La vicenda di Martin Guerre – Contesto:
- Paese Basco francese, Contea di Foix (Linguadoca),
Guascogna, Castiglia, Fiandre
- Anni: metà XVI secolo
- Ambiente: area rurale, villaggio, città
- Soggetti: individuo, famiglia, comunità, principe e
tribunale regio
Individuo, comunità, sovrano
La vicenda di Martin Guerre - Cronologia
1527Sanxi Daguerre si trasferisce con famiglia dal Paese basco francese in un villaggio della Contea di Foix, in Linguadoca, al
confine con la Guascogna.
1538Matrimonio fra Martin, figlio di Sanxi, e Bertrande de Rols, di famiglia contadina benestante. Gli sposi sono giovanissimi
(14 e 10).
1539La coppia è fatta bersaglio di uno charivari.
1546Nasce un figlio maschio, di nome Sanxi.
1548Martin, insoddisfatto, abbandona la famiglia e va in cerca di fortuna, probabilmente progettando di arruolarsi.
1556Intanto quell’anno, durante l’estate, un preteso Martin si presenta alla parentela e poi a Betrande de Rols. Bertrande
accoglie il nuovo Martin in casa.
1557Martin partecipa alla battaglia di San Quintino, in Piccardia (Fiandra), la quale chiude il lungo conflitto fra Francesco I e
Carlo V. Perde una gamba per colpo di archibugio.
1559Lite in famiglia. Il nuovo Martin decide di citare in giudizio lo zio (Pierre Guerre), che non vuole rendere i conti
dell’amministrazione dei beni del nipote durante l’assenza.
1560Lo “zio” lo denuncia al giudice regio di primo grado, fingendo di agire come procuratore di Bertrande.
Inizia dunque il processo in primo grado, a Rieux.
Il caso è difficile, c’è equilibrio nelle testimonianze e ragioni da entrambe le parti. Tuttavia alla fine l’imputato è condannato
alla pena capitale.
Subito dopo si apre il processo di appello, presso il Parlamento di Tolosa.
Il giudice relatore della causa, Jean de Coras decise di proporre il proscioglimento.
Alla vigilia della sentenza si presentò in tribunale un uomo con una gamba di legno. Egli disse di chiamarsi Martin Guerre.
Martin Guerre fu riconosciuto da propri parenti.
Il tribunale condanna Arnaud du Tilh per impostura, frode e adulterio, all’impiccagione.
La sentenza fu eseguita il 16 settembre 1560 nel villaggio di Artigat. Prima di morire Arnaud confessò. Aveva ottenuto che la
figlia fosse considerata legittima e conservasse i diritti di successione.
Subito dopo il giudice relatore Jean de Coras mise per iscritto tutta la storia della vicenda e del processo. Il testo fu
stampato ed ebbe grande successo. Divenne un testo di studio nelle facoltà di diritto. Ma fu anche letto come un romanzo.
1768Jean de Coras rimase coinvolto nelle prime guerre di religione per la sua adesione al calvinismo; fu espulso dal
Parlamento di Tolosa.
1772Nell’ottobre, per gli strascichi della strage di San Bartolomeo, il giudice de Coras fu impiccato insieme ad altri
correligionari.
La comunità rurale
La socialità del villaggio:
- Maschile
- Femminile
- Infantile e giovanile
Luoghi: la chiesa, la piazza, il mulino, la fontana, la strada,
le abitazioni
[cfr. E. Le Roy Ladurie, Storia di un paese: Montaillou.
Un villaggio occitanico durante l’Inquisizione (12941324), ed. or. Paris, Gallimard, 1975, trad. it. Milano,
Rizzoli, 1977 ]
Comunità e signoria terriera
I Dodici articoli (Memmingen, febbraio 1525)
Preambolo
I principali e corretti articoli di tutti i contadini e sudditi di signori ecclesiastici e
secolari, riguardanti le questioni nelle quali si sentono oppressi.
Al lettore cristiano: la pace e la grazia di Dio attraverso Cristo.
Vi sono molti Anticristi che di recente hanno preso a pretesto le assemblee dei
contadini per coprire di scherno il Vangelo, dicendo: “Sarebbero questi
dunque i frutti del nuovo Vangelo, che nessuno più debba obbedire, ma
anzi, sollevarsi ovunque in rivolta, adunarsi in gran copia e cospirare per
riformare e abbattere le autorità ecclesiastiche e secolari, o persino
ucciderle?”. I seguenti articoli confutano tutti questi critici empi e malvagi, in
primo luogo al fine di rimuovere dalla Parola di Dio questa calunnia e in
secondo luogo per dare una risposta cristiana all’accusa secondo cui tutti i
contadini sarebbero disobbedienti o addirittura rivoltosi […]
I Dodici articoli (Memmingen, febbraio 1525)
Articolo primo
Primo, umilmente noi chiediamo – secondo la
volontà e l’intendimento di noi tutti – che in
futuro tutta la comunità goda dell’autorità piena
di eleggersi e scegliersi il pastore; e che nostro
sia anche il potere di deporlo qualora egli
dovesse mostrarsi indegno. Lo stesso pastore
eletto deve predicarci il Santo Vangelo con
purezza e chiarezza, senza l’aggiunta di
insegnamenti o comandamenti umani. […]
I Dodici articoli (Memmingen, febbraio 1525)
Articolo secondo
Secondo, sebbene la vera decima sia ingiunta nel Vecchio
Testamento ma sostituita nel Nuovo, pagheremo tuttavia
volentieri la vera decima sul grano, ma ciò deve essere
fatto rettamente. Poiché è dovuta a Dio e da dividersi fra
i suoi servitori, essa spetta a un pastore che proclami
chiaramente la parola di Dio. Vogliamo che in futuro
questa decima venga raccolta e ricevuta dal nostro
sacrestano, che sarà nominato dalla comunità intera.
Questi ne darà al prete eletto dalla comunità intera una
porzione congrua e sufficiente per il sostentamento suo
e dei suoi dipendenti, secondo il giudizio della comunità
tutta. Il restante sarà distribuito ai poveri bisognosi che si
trovino presenti nello stesso villaggio, secondo le
circostanze e il giudizio della comunità. […]
I Dodici articoli (Memmingen, febbraio 1525)
Articolo terzo
Terzo, è stato uso finora dei signori considerarci loro servi Ciò è
esecrabile, visto che Cristo, versando il Suo prezioso sangue ci ha
redenti e riscattati tutti, dal pecoraio fino al rango più elevato,
nessuno escluso. Pertanto è dimostrato nelle Scritture che siamo
liberi e desideriamo essere liberi. Non che desideriamo essere
completamente liberi, né avere alcuna autorità, poiché non è questo
che Dio ci insegna. Dobbiamo vivere secondo i comandamenti, non
secondo la libera licenza della carne; ma dobbiamo amare Dio,
riconoscere in Lui il nostro Signore nel prossimo, e fare tutto ciò
(come volentieri faremo) che Dio ci ha comandato nell’Ultima Cena.
Dunque dobbiamo vivere secondo il Suo comandamento; e questo
comandamento non ci indica né ci insegna a disobbedire all’autorità,
ma anzi a prostrarci davanti a tutti, e non solo a coloro che
comandano. Noi quindi obbediamo di buon grado ai nostri
governanti prescelti e designati (a noi designati da Dio) in ogni
questione giusta e cristiana. E non dubitiamo che voi, da veri e
genuini cristiani, sarete lieti di liberarci dalla servitù, oppure di
dimostrarci sul Vangelo che siamo servi.
I Dodici articoli (Memmingen, febbraio 1525)
Articolo quarto
Quarto, è stato uso finora che a nessun povero
fosse permesso di catturare selvaggina, volatili,
o pesci in acque correnti, il che ci appare assai
ingiusto e contrario al buon vicinato, e per di più
egoista e contrario alla Parola di Dio. Vi sono
luoghi dove i signori conservano la selvaggina
con nostro enorme danno e patimento. Ci tocca
sopportare che bestie dissennate divorino
sfrenatamente e senza ragione i nostri raccolti
(fatti crescere da Dio perché gli uomini se ne
servano); sarebbe empio e contro ogni norma di
buon vicinato tacere questo abuso. […]
I Dodici articoli (Memmingen, febbraio 1525)
Articolo quinto
Quinto, abbiamo una rimostranza riguardo al taglio della
legna, poiché i nostri signori si sono appropriati dei
boschi,e quando il povero ha bisogno di legna deve
pagarla a un prezzo doppio. A nostro avviso i boschi
tenuti dai signori, sia ecclesiastici che secolari, senza
che questi ne abbiano fatto acquisto, devono ritornare
all’intera comunità. La comunità dovrebbe essere libera
di consentire a tutti, ordinatamente, di usare
gratuitamente quanto necessitano per il fuoco domestico
e di prendere altresì gratuitamente il legname da
costruzione quando è necessario, pur dovendosene
informare l’ufficiale eletto all’uopo dalla comunità.
Qualora non vi siano altri boschi fuorché quelli
debitamente comperati, si dovrà raggiungere con il
proprietario un accordo fraterno e cristiano; ma se la
proprietà era stata venduta in seguito a un esproprio
arbitrario verrà raggiunto un accordo secondo le
circostanze del caso e i precetti dell’amore fraterno e
della Sacra Scrittura. […]
I Dodici articoli (Memmingen, febbraio 1525)
Articolo settimo
Settimo, non consentiremo in futuro ad alcun signore di
opprimerci oltre. Ognuno invece condurrà il proprio
podere secondo le condizioni proprie alle quali gli è stato
affidato, cioè secondo l’accordo tra il signore e il
contadino. Il signore non potrà imporgli altro, né sotto
forma di servizi, né sotto forma di tributi non compensati,
affinché il contadino possa usare e godere in pace e
libero da gravami quanto è in suo possesso. Se però il
signore richiederà dei servizi, il contadino dovrà servire
di buon grado il suo signore prima di ogni altro, ma in
tempi e giorni non svantaggiosi per il contadino, e dietro
ricompensa confacente. […]
I Dodici articoli (Memmingen, febbraio 1525)
Articolo ottavo
Ottavo, molti di noi che conducono un podere sono
gravati dal fatto di non riuscire a pagare i canoni,
motivo per cui molti contadini perdono la terra e
vengono rovinati. I signori devono fare
ispezionare i poderi da uomini degni di fede per
stabilire un canone equo, affinché il contadino
non debba lavorare in cambio di niente; giacché
ogni lavoratore è degno di essere retribuito. […]
I Dodici articoli (Memmingen, febbraio 1525)
Articolo undicesimo
Undicesimo,
vogliamo
abolite
completamente le tasse di successione
per causa di morte. Non permetteremo
che vedove ed orfani siano così
vergognosamente spogliati e derubati dei
loro averi, contro Dio e contro l’onore,
come è avvenuto in molte località e in
vario modo. […]
I Dodici articoli (Memmingen, febbraio 1525)
Conclusione
Dodicesimo, è nostra conclusione e risoluzione finale che,
qualora uno o più dei soprascritti articoli non risultasse in
accordo con la Parola di Dio (cosa che non crediamo),
dovrà esserci dimostrato sulla Parola di Dio che essi non
sono ammissibili e noi li abbandoneremo quando ciò
sarà chiarito in base alla Scrittura. Se ora dovessero
venirci concessi alcuni articoli che siano in seguito trovati
ingiusti, essi da quel momento saranno considerati nulli
e invalidi, privi di valore. Parimenti, se altri articoli si
troveranno nelle scritture che onestamente parlano di atti
contrari a Dio e gravosi per i nostri simili, ci riserviamo di
aggiungerli alle nostre risoluzioni. Ci eserciteremo e ci
metteremo alla prova in tutta la dottrina cristiana, e
pregheremo a tal fine il Signore; giacché lui solo, e
nessun altro, può concederla. La pace di Cristo sia con
noi tutti.
(da S. Lombardini, Rivolte contadine in Europa. Secoli XVI-XVIII, Torino, Loescher, 1983)
La guerra dei contadini in Germania (1525)
P. Blickle, La riforma luterana e la guerra dei
contadini. La rivoluzione del 1525, ed. or.
Muenchen 1981, trad. it. Bologna 1983
Ordinamento politico dell’Impero tedesco
Autorità
Imperatore (eletto)
Signorie territoriali
- Principi laici
- Principi Ecclesiastici
- Città imperiali
Ceti territoriali
- Signoria fondiaria
- Città territoriali
Comunità rurali
Organo consultivo-deliberativo
Dieta imperiale (elettori+ceti imperiali)
Diete territoriali (ceti territoriali)
Consiglio cittadino
/
Consiglio cittadino
Assemblea
La guerra dei contadini in Germania (1525-1526)
P. Blickle, La riforma luterana e la guerra dei contadini
…
- Ambito geografico: Blickle approfondisce la vicenda
dell’Alta Svevia; ma la guerra dei contadini riguarda tutta
la Germania centro-meridionale (Valle del Reno, Tirolo,
Carinzia Alsazia, Franconia, Turingia, Sassonia)
- Protagonisti: le comunità contadine; in numerosi casi
alleanza con le comunità urbane delle città imperiali e
territoriali; talvolta con le comunità di minatori;
- Controparti: la signoria terriera, laica o ecclesiastica; i
consigli cittadini; la signoria territoriale; l’imperatore.
La guerra dei contadini in Germania (1525)
(Blickle)
Cause:
A. La predicazione riformata nelle città;
B. L’inasprimento delle condizioni delle comunità contadine
tedesche, a opera dei signori fondiari, come reazione alla crisi
agraria del XV secolo → sono aumentate le pretese del signore
sotto vari profili:
- sottrazione di potestà normativa alle comunità e sostituzione di
ordinamenti di matrice signorile;
- sottrazione di giurisdizione: il giudizio su controversie in molte
materie viene riservato al tribunale del signore o sottoposto
all’approvazione del signore, rappresentato da un suo ufficiale;
- limitazione dei diritti della comunità a fruire dei beni comuni
[diritti di legnatico, di pascolo, di pesca], a vantaggio di un uso
esclusivo da parte del signore;
- riduzione in servitù dei contadini [detti così “persone in
proprietà”], anche con mezzi illeciti → estensione dell’istituto della
signoria personale [la signoria personale impone l’obbligo di
residenza nel territorio della signoria, e l’obbligo di ottenere
consenso per il matrimonio; inoltre implica l’incameramento di una
parte dell’eredità in caso di morte del contadino in proprietà]
C. Gli effetti peggiorativi dell’incremento demografico.
La guerra dei contadini in Germania (1525)
(Blickle)
Ideologia:
- È lecito e giusto desiderare la restaurazione dell’”antico e buon
diritto”, qualora esso sia stato violato, come è accaduto;
- Tuttavia in questo caso si sono anche verificate situazioni nuove,
non disciplinate da alcun diritto: non è quindi possibile appoggiarsi a
norme giuridiche preesistenti
- I contadini allora, guardando all’esperienza della predicazione
riformata urbana, individuano nella Parola di Dio il Diritto su cui
fondare le proprie rimostranze e pretese. Esso è diritto
sovraordinato, Diritto divino, quindi capace di legittimare l’impresa.
Reazione: M. Lutero, Contro le bande brigantesche e assassine dei
contadini, maggio 1525
La guerra dei contadini in Germania -1525 (Blickle)
Iniziativa dei contadini:
- L’avvio della predicazione riformata in molte città attira l’attenzione dei
contadini, già consapevoli del proprio disagio e da qualche tempo propensi
alla prova di forza con la signoria;
- I contadini organizzano assemblee locali, le quali lasciano testimonianze
scritte dei problemi individuati;
- In diversi casi le comunità si riuniscono in Landschaften, raggruppamenti su
base regionale, che saranno i oggetti collettivi protagonisti delle rivolte;
- Dal febbraio 1525 inizia a circolare un testo, i Dodici articoli, che sintetizza le
istanze più diffuse. I Dodici articoli sono stati redatti nella città imperiale di
Memmingen, da un pellicciaio, Sebastian Lotzer, vicino al predicatore
riformato Christoph Schappeler.
- I contadini cercano il sostegno delle città, e spesso lo trovano perché le fasce
artigiane delle comunità urbane premono sui consigli cittadini patrizi,
affinché appoggino le richieste contadine, che sono in sintonia con i loro
interessi e giustificate dal Vangelo (“Rivoluzione dell’uomo comune”);
- I contadini prendono le armi e espugnano castelli, monasteri, borghi signorili.
- Riescono dapprima a ottenere soddisfazione alle loro richieste.
- Tuttavia signori territoriali, signori fondiari e spesso anche consigli cittadini
organizzano la repressione. Moltissimi villaggi sono incendiati. Muoiono
100.000 persone nel conflitto.
- Pesante sconfitta dei rivoltosi della Turingia, guidati da Tomas Muntzer, a
Frankenhausen, 15 maggio 1525. L’ondata repressiva si conclude nel Tirolo
insorto sotto la guida di Michael Gaismair, nel 1526.
La guerra dei contadini in Germania -1525 (Blickle)
Esiti politici:
- Secondo Blickle la sconfitta del movimento contadino non porta alla mera
restaurazione della situazione preesistente
- Al contrario in molte realtà alcune delle richieste dei Dodici Articoli vengono
accolte, per volontà dell’autorità territoriale.
-
-
La Dieta imperiale di Spira del 1526 adotta un documento (Delibera della
Grande Commissione) che riconosce in parte le istanze dei contadini e
indica delle soluzioni minime
Alcuni principi territoriali, alcune città, sia imperiali, sia territoriali, alcune
signorie fondiarie ritengono opportuno intervenire per migliorare le
condizioni dei contadini e porre limitazioni ai poteri signorili, ripristinando le
basi giuridiche dei contratti.
Talvolta saranno ancora i contadini, riuniti in associazione a domandare
provvedimenti a proprio sollievo, sul modello dei 12 articoli.
Restano in vita le LANDSCHAFTEN in parecchi territori. La LANDSCHAFT
diventa quindi una rappresentanza riconosciuta degli interessi dell’uomo
comune di un territorio.
E’ una forma consociativa nuova, che supera il modello della
rappresentanza cetuale. Una forma di coordinamento delle comunità
elementari su base regionale, che consente a queste comunità di essere
soggetto politico.
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