Nel cielo della Liguria brillano le dieci stelle della

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.LA
GIOVEDÌ 17 NOVEMBRE 2016
ENOGASTRONOMIA D’ ECCELLENZA
L’edizione 2017 della «bibbia» della ristorazione
Nessuno
ha 2 stelle
1 L’unico
rimpianto, per i
ristoratori liguri,
è che ancora
una volta nessuno di loro ha
ottenuto la
seconda stella.
A livello generale, però, c’è da
sottolineare
come siano in
crescita i ristoranti che, pur
non arrivando
alla prestigiosa
stella, hanno
citazioni di
grande interesse, segno che
nonostante la
crisi economica
il settore continua a credere
nello sviluppo
del turismo
enogastronomico
Nel cielo della Liguria
brillano le dieci stelle
della Guida Michelin
Non ci sono nuovi top-chef rispetto allo scorso anno
Ai vertici
STEFANO PEZZINI
Tre anni fa, si parlava di una
supposizione suggestiva, di come la gastronomia ligure facesse da specchio a una regione. Una regione immobile, dove si fa fatica ad avere guizzi di
fantasia. A certificarlo, anche
quest’anno, è la Guida Michelin, la più antica guida gastronomica, spesso nel mirino di
altri aggressivi vademecum di
critica alla ristorazione italiana, capace comunque di spostare clientela (soprattutto
straniera) e prestigio da uno
chef all’altro. L’edizione 2017
della «rossa» sottolinea come
le stelle della ristorazione ligure siano rimaste invariate. Dieci erano lo scorso anno, dieci
sono quest’anno. Tre le stelle
confermate in provincia di Savona: Claudio a Bergeggi, il Vescovado di Noli e la Locanda
dell’Angelo di Millesimo
In provincia di Imperia le
stelle restano cinque: Paolo e
Barbara di Sanremo, La Conchiglia di Arma di Taggia, il
San Giorgio di Cervo, l’Agrodolce di Imperia Oneglia e Sar-
A sinistra
Lara e
Christian
Pasquarelli
di Da Claudio
a Bergeggi,
a destra
Paolo
e Barbara
a Sanremo
ri (ex chef e patron dell’Agrodolce che comunque mantiene
la stella) che ha aperto un nuovo locale a Imperia Porto Maurizio. A Genova rimane la stelle di The Cook ad Arenzano.
Solo una stella in provincia di
La Spezia, ad Ameglia, dove la
Locanda dell’Angelo ha confermato di essere ritornata al top
della ristorazione ligure (rispolverando i fasti del mitico
Paracucchi, lo chef che realiz-
zò il complesso turistico e gastronomico di Ameglia) grazie
a Mauro Ricciardi.
«La riconferma è una grande soddisfazione, significa che
siamo riusciti a mantenere la
qualità lavorando sulle materie prime, sulle cotture, sulla
qualità. Sono molto soddisfatto anche perchè la stella, di fatto, è ormai merito dei miei figli
Lara e Christian. Se fino a pochi anni fa dicevo che Lara e
Christian avevano portato una
ventata di novità in cucina senza tradire le nostra storia, oggi
posso tranquillamente dire
che il merito della stella è il loro», spiega Claudio Pasquarelli, patron del ristorante Da
Claudio di Bergeggi, storico ristorante stellato della provincia di Savona.
Claudio si toglie anche qualche sassolino: «Siamo forse
l’unica regione che non punta
sulle eccellenze sottolineate
dalla Guida Michelin. Altre regioni, dalla Toscana al Piemonte, alla Lombardia, fanno
promozione e immagine con la
cucina. Noi no».
Molto soddisfatto anche
Andrea Sarri, chef imperiese
che, dopo l’esaltante esperienza dell’Agrodolce (che continua a mantienere la stella con
lo chef Augusto Valzelli), si è
lanciato in una nuova esperienza aprendo, tre anni fa, il
ristorante Sarri a Borgo Prino,
ad Imperia Porto Maurizio:
«E’ un riconoscimento che
premia il lavoro e il percorso
che stiamo seguendo. La filosofia della guida è cambiata,
ora c’è più attenzione non solo
alla qualità, all’ambiente e alla
cura dei piatti ma anche ai
prezzi. Di certo c’è il prestigio
che questa stella da al locale.
Un prestigio che per noi, regione di confine, significa riuscire
ad attirare una clientela straniera, francese soprattutto,
che segue la Michelin come
una bibbia del gusto».
Le stelle liguri, in effetti, potrebbero essere due in più. All’appello, infatti, mancano due
«trasferiti», Flavio Costa, che
ha ottenuto una stella con il
suo nuovo locale a Piobesi,
Langa, e Massimo Viglietti
che, chiusa l’esperienza dello
storico ristorante di famiglia,
il Palma di Alassio, si è trasferito, stella compresa, all’Enoteca Achilli al Parlamento di
Roma.
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