PARADOSSO dell’OSSIGENO OSSIGENO: essenziale per organismi complessi ma (molto reattivo) può danneggiare gli organismi viventi ROS I ROS PIU’ IMPORTANTI I ROS più noti ed importanti sono: Anione superossido O2-° Perossido di idrogeno H2O2 Radicale ossidrilico °OH I ROS SONO SEMPRE PERICOLOSI? SE PRESENTI IN BASSE DOSI SONO MODULATORI POSITIVI: Promuovono l’espressione dei geni che sintetizzano molecole ad azione antiossidante Sono molecole segnale Partecipano alla difesa antimicrobica IL DANNO INDOTTO DAI ROS: QUALI SONO I MAGGIORI TARGET? IL DANNO DEI RADICALI LIBERI I ROS possono portare all’attivazione di pathways cellulari, alla stimolazione della proliferazione cellulare e al DANNO CELLULARE a: LIPIDI (attaccano i lipidi di membrana: lipoperossidazione) PROTEINE CELLULARI DNA (ossidano i residui aa delle proteine) (causano rotture delle catene del DNA ed alterazioni delle basi) Alte dosi di ROS possono causare morte cellulare. FONTI DI RADICALI LIBERI FONTI ENDOGENE FONTI ESOGENE PRODUZIONE ENDOGENA DI ROS Generazione durante il normale metabolismo aerobio, in: Membrana plasmatica: NADPH ossidasi, lipoossigenasi, mieloperossidasi. Mitocondri: complessi enzimatici della catena respiratoria, MAO. Perossisomi: numerose ossidasi. REL: sistema monoossigenasico citocromo P450-dipendente (CYP2E1 e 2B). Citosol: xantina ossidasi, prostaglandina H sintasi (PHS). Fonti di ROS Ossidazione microsomiale Xantina ossidasi, NOS isoforme Mieloperossidasi (fagociti) Reticolo endoplasmico Citoplasma Metalli di transizione Lisosomi Fe Cu Ossidasi Perossisomi Lipoossigenasi, Prostaglandina sinatsi NADPH ossidasi Mitocondrio Membrana plasmatica Trasporto elettronico Mitocondri e ROS Perossisomi Fatty Acid Fatty acyl-CoA synthetase Acyl-CoA H2O2 Acyl-CoA oxidase Enoyl-CoA Enoyl-CoA hydrolase Hydroxyacyl-CoA Hydroxyacyl-CoA dehydrogenase Ketoacyl-CoA Thiolase Acetyl-CoA Acyl-CoA shortened by two carbons Enzymes in mammalian peroxisomes that generate ROS Schader & Fahimi, Histochem Cell Biol, 2004 NADPH ossidasi Presente principalmente nei neutrofili ANTIOXIDANTS & REDOX SIGNALING Volume 8, Numbers 3 & 4, 2006 Activation of the gp91phox (NOX2) containing NOX complex of phagocytes involves phosphorylation of the cytoplasmic regulator p47phox, with the translocation of the cytoplasmic p47phox, p67phox, and p40phox regulatory components to the plasma membrane to interact with flavocytochrome-b558, which is composed of gp91phox and p22phox. Activation of the complex also involves guanine nucleotide exchange on the GTP-binding protein RAC stimulated by guanine nucleotide exchange factors. Guanine nucleotide exchange on RAC is associated with release of RhoGDI and translocation of RAC from the cytosol to the NOX complex at the plasma membrane. Prostaglandina sintasi Co-oxidation of xenobiotics (X) during arachidonic acid metabolism to PGH2 PHS Fonti citoplasmatiche di ROS Xantina ossidasi Xantina ossidasi Ossido nitrico sinatsi (NOS): neuronal nNOS (I) endothelial eNOS (III) inducible iNOS (II) NO• Il ruolo chiave della xantina deidrogenasi Ipoxantina Xantina Xantina Acido urico Xantina ossidasi H2O + O2 H2O2 O2 O2 • Xantina deidrogenasi La xantina ossidasi catalizza la formazione di anione superossido e perossido di idrogeno nel citosol Lisosomi come fonte di ROS La Mieloperossiadsi è sottoposta ad una serie di trasformazioni redox producendo HOCl, degrada H2O2 ad ossigeno ed acqua, converte la tirosina ed altri fenoli e l’anilina in radicali liberi ed idrossila substrati aromatici con una attività citocromo P450 simile Microsomes as a source of ROS (I) A scheme of the catalytic cycle of cytochrome P450-containing monooxygenases. The binding of the substrate (RH) to ferric P450 (a) results in the formation of the substrate complex (b). The ferric P450 then accepts the first electron from CPR (cytochrome P450 reductase), thereby being reduced to the ferrous intermediate (c). This intermediate then binds an oxygen molecule to form oxycomplex (d), which is further reduced to give peroxycomplex (e). The input of protons to this intermediate can result in the heterolytic cleavage of the O–O bond, producing H2O and the ‘oxenoid’ complex (f), the latter of which then inserts the heme-bound activated oxygen atom into the substrate molecule to produce ROH. In eukaryotic monooxygenases, reactive oxygen species (ROS) are produced by ‘leaky’ branches (red arrows). In one such branch, a superoxide anion radical is released owing to the decay of the one-electron-reduced ternary complex (d). The second ROS-producing branch is the protonation of the peroxycytochrome P450 (e), which forms of H2O2. In addition to these ROS-producing branches, another mechanism of electron leakage appears to be the fourelectron reduction of the oxygen molecule with the production of water (Davydov, Trends Biochem Sci, 2001). FONTI ESOGENE DI RADICALI LIBERI Agenti fisici: radiazioni ionizzanti e raggi UV Agenti chimici: ozono, metalli, alcuni farmaci e molti xenobiotici possono indurre stress ossidativo. EFFETTI DEI ROS SU STRUTTURA E FUNZIONI CELLULARI •Perossidazione dei lipidi •Ossidazione di aa, proteine e carboidrati •Modificazioni enzimatiche •Lesioni del DNA •Morte cellulare POSSIBILI RIMEDI ??? I SISTEMI DI DIFESA ANTIOSSIDANTE Gli organismi viventi hanno sviluppato un complesso sistema di difesa antiossidante, (extracellulare e intracellulare). Sono definiti agenti riducenti. Possono essere sintetizzati dall’organismo o assunti con la dieta. ANTIOSSIDANTI: CLASSIFICAZIONE Gli antiossidanti possono essere classificati secondo diversi criteri: -in base all’origine: endogeni ed esogeni, -in base alla natura chimica: enzimatici e non enzimatici, -in base alla solubilità: liposolubili e idrosolubili, -in base al meccanismo d’azione: preventivi (tranferrina, lattoferrina, emopessina, ceruloplasmina, albumina), scavenger (α-tocoferolo), agenti di riparo (idrolasi, transferasi, polimerasi), agenti di adattamento (esercizio fisico e regime alimentare equilibrato). CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLA NATURA CHIMICA Molto più frequente è la classificazione in base alla natura chimica: Antiossidanti enzimatici: superossido dismutasi (SOD) catalasi glutatione perossidasi (GPx) e glutatione reduttasi (GRed) Antiossidanti non enzimatici: glutatione (GSH) ubichinone (CoQ10) acido α-lipoico (ALA) vitamina C (ascorbato) α-tocoferolo (vitamina E) carotenoidi polifenoli glucosinolati ANTIOSSIDANTI ENDOGENI ENZIMATICI, CELLULARI SUPEROSSIDO DISMUTASI (SOD) È il principale antiossidante cellulare che mantiene bassa la concentrazione di O2-• Funziona in collaborazione con la catalasi e la glutatione perossidasi ANTIOSSIDANTI ENDOGENI ENZIMATICI, CELLULARI CATALASI (CAT) 2 H2O2 2 H2O + O2 E’ una eme-proteina presente nei perossisomi e nel citosol degli RBC Insieme alla SOD permette la rapida detossificazione del O2-• ANTIOSSIDANTI ENDOGENI ENZIMATICI, CELLULARI GLUTATIONE PEROSSIDASI (GSH-Px) 2 H2O2 2 H2O + O2 ROOH ROH + H2O 2 GSH GSSG GLUTATIONE REDUTTASI NADP+ NADPH2 E’ una Se-proteina presente nel citosol. E’ il principale detossificatore di H2O2 della cellula. SISTEMI ANTIOSSIDANTI NON ENZIMATICI Acido ascorbico (vitamina C) Sostanza a basso peso molecolare, idrofila, esogena • Scavenger nei confronti di vari radicali (HO•, ROO• e O2 ) Riducendo il radicale tocoferile rigenera la vitamina E HO O OH O OH OH Acido urico Sostanza a basso peso molecolare, idrofila Potente scavenger contro vari ossidanti (HO•,O2*, O3,HClO) Chelante nei confronti di metalli di transizione (Fe, Cu) Previene l’ossidazione Fe-dipendente dell’ascorbato OH N N OH HO N N H Acido lipoico Sostanza a basso peso molecolare, relativamente idrofila Scavenger nei confronti di vari ossidanti (HO•, O2*, HClO) Chelante nei confronti dei metalli di transizione (Fe, Cu) Consente la rigenerazione delle vitamine C ed E SH SH Forma ridotta (attiva) S COOH S Forma ossidata COOH Caroteni e xantofille Sostanze lipofile contenute in frutta e verdure Quencher dell’ossigeno singoletto (O2*) Interrompono le reazioni a catena dei radicali perossili (R-OO•) CH3 CH3 CH3 CH3 C CH CH2 C CH2 C CH2 CH3 C CH CH CH C CH CH CH CH CH CH C CH3 CH3 b-carotene CH CH CH C CH3 CH CH2 C CH2 C CH2 C CH3 CH3 Tocoferoli (vitamina E) Potenti antiossidanti lipofili Doppia azione (chain breaker e scavenger) Oltre a quella antiossidante, esibiscono altre attività biologiche CH3 C HO C C CH2 C C C H3C CH2 C CH3 O CH3 CH3 CH2 CH2 CH3 CH CH2 CH2 CH2 CH3 CH CH2 CH2 CH2 CH CH2 CH3 Tocoferoli (vitamina E) Effetti diversificati a livello delle membrane cellulari Coenzima Q10 Sostanza lipofila a basso peso molecolare Scavenger nei confronti dei radicali perossilici (ROO•) Consente la rigenerazione dei tocoferoli O H3CO CH3 CH3 (CH2 – CH = C – CH2)10H H3CO O Ruolo del Coenzima Q e della vitamina E nell’inibizione della perossidazione lipidica L–H Fe3+ O2 UQH2 INIZIO L• Fe3+ H2O2 UQ• O2 PROPAGAZIONE LOO• L–H UQH2 E – OH E–O L• LOOH UQ• A• UQ• AH- UQH2 Polifenoli e flavonoidi Ampia classe di sostanze naturalmente occorrenti in natura Comprendono antociani ed antoxantine (frutta e verdura) • Azione scavenger nei confronti dei radicali HO• e O2 Possibile azione anti-aterogena O OH O Agenti chelanti Chelanti naturali OH- R-O-O-H (Alchil)idroperossido Fe2+ R-O-O• Radicale (idro)perossile Farmaci chelanti R-O• X H+ Radicale alcossile Fe3+ X R-O-O-H (Alchil)idroperossido ANTIOSSIDANTI ENDOGENI NON ENZIMATICI PROTEINE -SH: Agiscono principalmente come antiossidanti plasmatici. Acquistano un e- dando vita ad un radicale sulfidrilico (-S•) più stabile. Il GSH è abbondante nel citosol, nel nucleo e nei mitocondri ed è presente anche a livello plasmatico. Può reagire anche non enzimaticamente con radicali (ONOO-, tocoferile, ascorbile). RUOLO DELL’OMOCISTEINA E’ un aa sulfidrilico, prodotto intermedio del metabolismo della Met. I livelli plasmatici di tale aa sono regolati da due vie metaboliche: 1)può essere ri-metilata a Met in una reazione catalizzata dalla metionina sintasi e dipendente da 5-metiltetraidrofolato (donatore di –CH3) e viamina B12 (co-fattore), 2)può subire essere trasformata in S-adenosil-metionina (SAM) e rimossa dal circolo in un processo vit. B6-dipendente che porta alla produzione di cisteina. OMOCISTEINA E STRESS OSSIDATIVO Ruolo dell’omocisteina come marcatore e stimolo di stress ossidativo: lo stress ossidativo può causare la deplezione dei folati e danneggiare il metabolismo della Met con conseguente iperomocisteinemia. OMOCISTEINA E STRESS OSSIDATIVO Livelli Omocisteina plasmatica: Livelli normali: 5-15 µmol/L; Moderata Omocisteinemia: 16-30 µmol/L Alta Omocisteinemia: 30-100 µmol/L Severa Omocisteinemia: >100 µmol/L. Fattore di rischio indipendente per le patologie cardiovascolari (ogni incremento di 5µmol/L: aumento del rischio cardiovascolare del 20%). Possibili meccanismi d’azione nel promuovere il danno endoteliale: stimola la formazione di ROS e promuove lo stress ossidativo, induce l’ossidazione delle lipoproteine LDL, aumenta l’adesione e l’aggregazione piastrinica (formazione di trombi) E’ fondamentale che vi sia un giusto EQUILIBRIO tra ROS e antiossidanti! Quando la produzione di radicali liberi è eccessiva si genera una condizione nota come STRESS OSSIDATIVO. I sistemi enzimatici e gli antiossidanti intracellulari non riescono più a far fronte alla sovrapproduzione e i radicali liberi generano danno cellulare che può essere: -reversibile o -irreversibile con conseguente morte cellulare (apoptosi o necrosi). Lo STRESS OSSIDATIVO è indotto da un eccesso di ROS in seguito a: loro aumentata produzione e/o ridotta efficienza dei sistemi di difesa antiossidante. Danno cellulare (invecchiamento e malattie) Protezione dalle malattie Antiossidanti Radicali Liberi ROTTURA DI UN EQUILIBRIO STRESS OSSIDATIVO: conseguenza di uno squilibrio tra processi proossidanti e processi antiossidanti. Radiazioni, farmaci, metalli pesanti Fumo di sigaretta, alcool, inquinamento Esercizio fisico inadeguato, sedentarietà infezioni ed altre malattie Specie reattive Ridotta assunzione, e/o diminuita sintesi, e/o ridotta capacità di utilizzazione Difese antiossidanti DANNO CELLULARE Malattie cardiovascolari Demenza, M. di Parkinson Invecchiamento precoce Infiammazioni, Tumori Altre malattie STRESS OSSIDATIVO INFIAMMAZIONE PATOLOGIE Infiammazione acuta ROS ROS Stress ossidativo ROS Infiammazione cronica Patologie STRESS OSSIDATIVO E ATEROSCLEROSI: Le cause vascolari rappresentano il principale fattore eziologico (afflusso arterioso e/o deflusso venoso) di infertilità Radicali liberi e lipoperossidi esercitano un effetto lesivo sulla membrana delle cellule endoteliali. Caratterizzata da: modificazione delle lipoproteine plasmatiche (ox delle LDL) con accumulo di colesterolo nei macrofagi e loro trasformazione in cellule schiumose (placca ateromatosa). STRESS OSSIDATIVO E DIABETE La glicazione o glicosilazione non enzimatica (proteina + zucchero) può essere indotta dai ROS. Il processo di glicazione determina la formazione, reversibile, di prodotti precoci della glicosilazione (basi di Shiff e prodotti di Amadori come ad es. HbA1c). Emoglobina glicata (HbA1c): hb esposta ad una elevata [glucosio plasmatico]. La glicosilazione dell’hb è associata allo sviluppo di malattie cardiovascolari, nefropatie e retinopatia del diabete mellito (monitoraggio di HbA1c nei pz con diabete I). STRESS OSSIDATIVO E DIABETE In condizioni ossidative e in presenza di ROS questi prodotti precoci subiscono lenti riarrangiamenti che portano alla formazione di prodotti avanzati della glicazione (AGEs), che tendono ad accumularsi nei tessuti di pz diabetici. Gli AGEs possono inoltre generare stress ossidativo. IPERGLICEMIA,ENDOTELIO E STRESS OSSIDATIVO L’endotelio produce due importanti molecole, dotate di funzioni opposte: ossido nitrico esercita un’azione antitrombotica, anticoagulante, fibrinolitica, antinfiammatoria, antiaterogena. endotelina-1 esercita un’azione protrombotica, procoagulante, antifibrinolitica, proinfiammatoria, aterogena. In condizioni di normalità prevalgono la produzione e gli effetti dell’ossido nitrico Nel diabete prevalgono la produzione e gli effetti della endotelina1 (disfunzione endoteliale) Endothelium R ET-1 ETB - R NOS NO ETA L-arginine - ? O 2 ? - EDHF ETB CONTRACTION Smooth Muscle cells R RELAXATION RELAXATION Attività vasocostrittrice, Alterata permeabilità, Maggiore proliferazione cellulare, Attività procoagulante, Attività antifibrinolitica, Maggiore aggregazione piastrinica Endothelium Iperglicemia Dislipidemia Stress ossidativo Fumo,ipertensione Insulino-resistenza Fattori genetici Smooth Muscle cells CONTRACTION vasocostrizione CONTRACTION Infiammazione fibrinolisi CONTRACTION Coagulazione Diabete Antiossidanti: distribuzione negli alimenti E' stata stabilita una misura del potere antiossidante dei vegetali, ed è stata definita una unità di misura, cui è stato dato il nome di ORAC (oxigen radical absorbance capacity) I cibi sono stati suddivisi in tre gruppi, a seconda del loro potere antiossidante Alimenti con 200 ORAC a porzione Nel primo gruppo sono inclusi i cibi che apportano circa 200 unità ORAC per porzione: Albicocche 3 = 172 unità Melone tre fette = 197 unità Pera 1 = 222 unità Pesca 1 = 248 unità Banana 1 = 223 unità Mela 1 = 301 unità Melanzana 1 = 326 unità Cetrioli 1 = 360 unità Pomodoro 1 = 116unità Spinaci crudi 1 piatto = 182 unità Valore suscettibile di variazione a seconda del clima, terreno di coltura, tipo di trattamento, varietà… Alimenti con 500 ORAC a porzione Nel 2° gruppo sono compresi alimenti che apportano circa 500 unità per porzione : Avocado 1 = 571 unità Kiwi 1 = 458 unità Uvetta nera 1 cucchiaio = 396 unità Cipolla 1 = 360unità Cavolfiore cotto una tazza = 400 unità Peperone 1 = 529 unità Susina 1 = 626 unità Patata arrosto 1 = 575 unità Uva nera 1 grappolino = 569 unità Uva bianca 1 grappolo = 357 unità Fagiolini cotti una tazza = 404 unità. Valore suscettibile di variazione a seconda del clima, terreno di coltura, tipo di trattamento, varietà… Alimenti con 1200 ORAC a porzione Nel 3° gruppo sono compresi gli alimenti più ricchi di antiossidanti (1200 unità per porzione): Fragole una tazza = 1170 unità Prugne nere 3 = 1454 unità Arancia 1 = 983 unità More 1 tazza = 1466 unità Barbabietola cotta 1 tazza = 1782 unità Succo di pompelmo 1 bicchiere = 1274 unità Pompelmo rosa 1 = 1188 unità Succo di arancia 1 bicchiere = 1142 unità Cavoli di Bruxelles cotti 1 tazza = 1384 unità Valore suscettibile di variazione a seconda del clima, terreno di coltura, tipo di trattamento, varietà… Antiossidanti: accorgimenti Per mantenersi in forma, ogni persona dovrebbe introdurre una quantità di antiossidanti pari a 5000 unità al giorno. E' essenziale mangiare il più possibile crudo o poco cotto (la cottura riduce o distrugge il potere antiossidante). GLI ORTAGGI E LA FRUTTA CONSUMATI SUBITO DOPO ESSERE STATI RACCOLTI E CRUDI, OFFRONO LA MASSIMA UTILIZZAZIONE DEL LORO CONTENUTO VITAMINICOANTIOSSIDANTE. QUINDI E’ DI ESTREMA IMPORTANZA UNA CORRETTA CONSERVAZIONE E UN’ADEGUATA COTTURA DEGLI ALIMENTI. RIDUZIONE DEL CONTENUTO VITAMINICO IL CONTENUTO VITAMINICO DI UN ALIMENTO PUO’ RIDURSI O ANNULLARSI PER: 1. ESPOSIZIONE ALL’ARIA (VITAMINE OSSIDABILI A, C, E, B9) 2. EFFETTO DEL CALORE (VITAMINE TERMOLABILI DEL GRUPPO B) 3. CONTATTO CON L’ACQUA (VITAMINE IDROSOLUBILI, C ) Perdita di vitamina C Esempio della facilità con cui la vitamina C va incontro ad ossidazione nel tempo per cui si ha una diminuzione della sua concentrazione in un alimento. 100 g di patate forniscono circa 15-20 mg di vitamina C. Patate Dopo 1-3 mesi Perdita % del fresco 33 Dopo 4-5 mesi 50 Dopo 6-7 mesi 66 Dopo 8-9 mesi 75 Epicatechina Epigallocatechina estratti antiossidanti del te’ verde (GTE) Epicatechina gallata Epigallocatechina gallata I colori dei fitocomposti Colore Vegetali Fitocomposti Azione Rosso Pomodoro, radicchio, anguria, lampone, ribes Licopene antocianine Prevengono le MCV, tumori, proteggono i vasi sanguigni Gialloarancione Zucca, carota, peperone, kaki, nespola, albicocca, pesca, arancia, pompelmo Carotenoidi vari Riducono le MCV, forme tumorali, proteggono la vista, favoriscono la funzione immunitaria Verde Asparagi, broccoli, cavoli, cicorie, lattuga, rucola, spinaci, kiwi Luteina Carotenoidi glucosinolati Blu-viola Frutti di bosco, mirtillo melanzane, prugne, radicchio, uva nera Antocianine, proantocianidine polifenoli Riducono il rischio di alcune forme tumorali e prevengono la fragilità capillare Bianco/ Verde chiaro Aglio, cavolfiore, cipolla, finocchio, porri, sedano, mela, pera, banana Quercitina, Composti solforati (glucosinolati) Riducono il rischio di alcune forme tumorali, sono efficaci antinfiammatori Riducono il rischio di tumori, di malattie vacolari, proteggono la vista E’ buona regola consumare tutti i giorni almeno 5 porzioni di frutta e verdura dei diversi colori ANALISI BIOCHIMICHE EMATICHE • Antiossidanti liposolubili plasmatici: carotenoidi (luteina, licopene, a e b-carotene) vitamina A (retinolo) vitamina E (d, g, a-tocoferolo) • Marcatori plasmatici di danno ossidativo: lipoproteine a bassa densità ossidate (LDLox) omocisteina • Indici plasmatici di infiammazione: interleuchina 6 (IL-6) fattore di necrosi tumorale (TNF-a) leucotriene B4 (LTB4) prostaglandina E2 (PGE2) tromboxano B2 (TBX2) ROM test Reactive Oxygen Metabolites ROM TEST: PRINCIPIO I ROM (idroperossidi, ROOH), presenti nel campione biologico da analizzare, in presenza di Fe (liberato dalle proteine plasmatiche da un tampone acido, R2) generano, per la reazione di Fenton, radicali alcossilici e perossilici che, reagendo con un’ammina aromatica sostituita (contenuta in una miscela cromogena, R1), ossidano quest’ultima trasformandola in un derivato di colore rosa. Tale derivato viene quantificato fotometricamente. L’intensità del colore sviluppato è direttamente proporzionale alla concentrazione dei ROM (legge di Lambert-Beer). BAP test Biological Antioxidant Power BAP TEST: PRINCIPIO Si basa sulla capacità che ha una soluzione di ioni ferrici (Fe3+) complessati ad un cromogeno (colorata), di decolorarsi quando gli ioni Fe3+ sono ridotti a Fe2+ come accade se si aggiunge ad esso un sistema riducente (antiossidante). Il campione di plasma da analizzare viene disciolto in una soluzione colorata ottenuta aggiungendo una fonte di ioni ferrici (FeCl3, R2) ad un cromogeno (tiocianato, reagente R1). Dopo incubazione la soluzione si decolora: più la decolorazione è marcata più il plasma avrà ridotto gli ioni Fe3+ inizialmente presenti, responsabili della formazione del complesso cromatico. MDA (Malonildialdeide) L’MDA, indice di ossidazione lipidica, è un sottoprodotto della perossidazione lipidica formata dalla β-scissione dei PUFA. E’ comunemente misurata dalla derivatizzazione con TBA che dà un composto di colore rosso. Rivelazione nel visibile a 532 nm o in fluorescenza a 515-553 nm. Analisi in HPLC a fase inversa dopo reazione con TBA. MDA HPLC: High Performance Liquid Chromatography MDA Curva standard (TEP) 200000 Cromatogramma a 532 nm (MDA 6’-7’) MDA (µM) =[Area-1598.6]/34979.2 180000 160000 140000 Area picco 120000 Valore normale di riferimento <1 µM 100000 80000 60000 40000 20000 0 0 1 2 TEP (µM) 3 4 5 ox-LDL L’ossidazione delle lipoproteine LDL rappresenta una delle cause dell’aterosclerosi. LDL ~ 2/3 vengono rimosse dal circolo mediante il legame con recettori specifici 1/3 rimane in circolo per diversi giorni in caso di aumento della permeabilità endoteliale, le LDL circolanti possono infiltrarsi nell’intima del vaso e legarsi alle proteine della matrice. Vanno incontro così a reazioni di ossidazione e glicosilazione, che ne determinano modificazioni conformazionali. Le LDL ossidate (oxLDL) esercitano attività pro-infiammatoria e pro-trombotica. RUOLO DEGLI ANTICORPI ANTI-OXLDL Durante l’ossidazione, le lipoproteine LDL vanno incontro ad alterazioni strutturali che le rendono antigeniche e portano alla formazione di ab anti LDL ossidate. Tali anticorpi possono essere misurati nel siero e rispecchiano l’insorgenza dei processi di ossidazione in vivo. Ab IgG per le oxLDL: associati a proprietà pro-aterogeniche, Ab IgM per le oxLDL: svolgono un ruolo protettivo. Pz con sindrome coronarica acuta (tra cui infarto al miocardio), presentano livelli più elevati di anticorpi anti oxLDL vs i controlli. Tuttavia alcuni studi hanno messo in dubbio il loro contributo nell’aterogenesi. LDLox La misura dei livelli di LDLox si effettua in maniera diretta, su campioni di plasmaEDTA, mediante l’utilizzo del saggio ELISA (sandwich) che si basa sull’utilizzo di micropiastre, nelle quali è adeso un ab specifico (ab 1ario) diretto contro l’ag da ricercare. Nei pozzetti vengono aggiunti standard, controlli e campioni; segue una I° incubazione (1h, RT) durante la quale l’ag (LDL ox), si lega in maniera specifica all’ab. Dopo un I° lavaggio, viene aggiunto un ab 2ario coniugato con la perossidasi che si lega al complesso ab-ag (riconosce l’ag) e forma un triplo strato (sandwich). Segue una II° incubazione (1h, RT), un ulteriore lavaggio e l’aggiunta di tetrametilbenzidina (TMB), quale substrato della perossidasi. Infine viene aggiunta una soluzione acida che blocca la reazione tra perossidasi e TMB, la quale ha generato un prodotto di colore giallo. L’intensità del colore, misurata spettrofotometricamente a 450 nm, è direttamente proporzionale alla concentrazione di LDL ox presenti nel campione. Sandwich ELISA HRP LDLox 2,4 2,2 LDLox (ng/ml)=(Abs -0.356)/0.00692 450 2,0 1,8 1,6 Abs 450 nm La concentrazione di LDLox presente nei campioni, espressa in ng/mL, è ricavata dalla curva di taratura ottenuta utilizzando standards a concentrazioni note. 1,4 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0 50 100 150 LDLox (ng/ml) 200 250 300 LDLox: Range di riferimento Range di riferimento: 90 e 128 ng/ml Media: 115±12 ng/ml AOPP Advanced Oxidation Protein Products AOPP: prodotti dell’ox avanzata delle proteine, proposti come nuova classe di mediatori dell’infiammazione in grado di attivare neutrofili, monociti, linfociti. Inoltre interferiscono con il metabolismo delle HDL svolgendo un ruolo nello sviluppo di malattie cardiovascolari. Comprendono: 1)di-tirosina, derivante dall’ox di residui aa di tyr presenti nelle proteine circolanti (albumina), 2)pentosidina, derivante dalla glicazione proteica connessa allo stress ossidativo, 3)carbonili, derivanti dall’ox delle proteine catalizzata da metalli di transizione. Dosaggio spettrofotometrico a 340 nm in seguito a reazione del plasma con acido acetico e KI. TIOLI TOTALI I gruppi tiolici plasmatici (gr. SH delle proteine e del GSH) sono molecole antiossidanti idrosolubili che hanno la capacità di contrastare le reazioni di propagazione radicalica e di neutralizzare l’azione del radicale ossidrile. Dosaggio spettrofotometrico a 412 nm dopo reazione con l’acido 5,5ditiobis-2-nitrobenzoico (DTNB). I gruppi tiolici (-SH) della barriera antiossidante plasmatica prevengono il danno ossidativo cellulare bloccando i ROS nel sangue. ROS -SH Altri gruppi chimici Esiste una correlazione diretta tra quantità di Acido Ascorbico e qualità del liquido seminale e questo costituisce una base per una terapia vitaminica dei pz. 30 R P ---------------------------------------0,71929 - 3,51095E-4 28 60 24 80 20 18 Morfologia 40 30 16 14 12 10 8 20 6 4 10 2 0 0 -10 50 100 150 200 R P -------------------------------0,63373 0,0027 22 50 Motilita totale (%) 100 250 300 350 400 450 Vitamina C (µM) Motilità totale % vs Concentrazione Vit.C 60 6 70 26 R P ----------------------------------0,95857 <0.000 1 Concentrazione (10 /ml) 80 0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 Vitamina C (µM) Morfologia vs Concentrazione Vit.C 40 20 0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 Vitamina C (µM) Concentrazione spermatozoi vs Concentrazione Vit.C VITAMINA C L’acido ascorbico è una vitamina idrosolubile che si ossida facilmente, per questo il plasma eparinato deve essere trattato subito dopo il prelievo con un agente deproteinizzante (TCA, MPA, metanolo). Preparazione: 100 µl plasma + 400 µl metanolo Vortex 20 sec Centrifuga 10 min a 10000g a 4°C 20 µl surnatante in HPLC HPLC: Colonna C18 250 mm x 4.6 mm; 5 µm Fase mobile: metanolo 5% in NaH2PO4 25 mM pH 4.8 Flusso 0.5 ml/min Detector UV 265 nm VITAMINA C Curva standard Cromatogramma a 265 nm 200000 Vitamina C (µM) = (Area-56461) / 604 (Vitamina C 6’) 180000 Area picco 160000 140000 120000 100000 Range di riferimento 43-57 µM 80000 60000 20 40 60 80 100 120 140 Acido ascorbico (µM) 160 180 200 220 CATALASI (RBC) Enzima antiossidante localizzato principalmente nei perossisomi (elevate concentrazioni nel fegato). E’ una metalloproteina il cui gr. prostetico (Fe) ha la funzione di decomporre il perossido di idrogeno ad acqua e ossigeno: 0,7 Assorbimento H 2O 2 230 nm 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0,0 0 1 2 3 Tempo (minuti) 4 5 GPx (RBC) GLUTATIONE PEROSSIDASI E’ una metalloproteina contenente Se, localizzata sia a livello della membrana cellulare che a livello extracellulare. A seconda delle varie isoforme agisce riducendo sia il perossido di idrogeno (a) che i perossidi lipidici (b) degli acidi grassi e dei fosfolipidi con contemporanea ossidazione del GSH a GSSG: La rigenerazione di GSH avviene per opera di una glutatione reduttasi (GR) con contemporanea ossidazione del NADPH a NADP+ (c): 0,7 Assorbimento NADPH 340 nm 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0,0 0 1 2 3 4 5 6 Tempo (minuti) 7 8 9 10 GLUTATIONE O GSH (RBC) E’ un tripeptide con proprietà antiossidante. Protegge gli RBC dall’ossidazione (emolisi). Elemento importante per il suo funzionamento è il NADPH, cofattore ossido-riduttivo dell’enzima GR il quale rigenera il GSH attraverso gli e- ceduti dal NADPH che vengono trasferiti sul GSSG. ALTRI BIOMARCATORI F2-Isoprostani: sintetizzati in vivo in seguito a perossidazione lipidica dell’AA da parte dei ROS. Una volta liberati dalle membrane, gli isoprostani raggiungono diversi liquidi biologici (plasma), dove persistono grazie alla loro abbondanza e stabilità chimica e successivamente eliminati nelle urine. Dosaggio ELISA. Carbonili: prodotti precoci dell’ox proteica (azione di metalli, glicazione, legami con aldeidi). In seguito all’attacco dei ROS i residui aa che formano i derivati carbonilici sono lisina, arginina, prolina, treonina, acido glutamico e istidina. Le modificazioni ossidative che danno origine ai gr. carbonilici causano perdita delle funzioni catalitiche e strutturali. Dosaggio spettrofotometrico a 370 nm in seguito a reazione del plasma con dinitrofenilidrazina (DPNH) o dosaggio ELISA. 8-OHdG (8-Idrossideossiguanosina): la deossiguanosina è un costituente del DNA. Se ossidata si trasforma in 8-OHdG e viene eliminata attraverso le urine. L'analisi evidenzia un danno ossidativo estremo, tale da alterare, dopo membrana cellulare e nucleare, perfino gli acidi nucleici. Oncologia: il dato espresso dall'8-OhdG esprime in maniera sensibile il turnover cellulare ed è quindi capace di valutare l'aggressività distruttiva tumorale. Medicina del lavoro: i livelli di 8-OhdG possono valutare il grado di esposizione dei lavoratori per alcune sostanze tossiche. Dosaggio ELISA. PARAOXONASI I (PON-1) L’enzima PON 1 (enzima antiossidante) la cui attività paraoxonasica si valuta sui campioni sierici attraverso dosaggio spettrofotometrico. Il campione da analizzare viene sciolto in un buffer di TRIS-HCl 100 mM pH 8 contenente CaCl2 2 mM in presenza di Paraoxon (O,O-diethyl-O-pnitrophenylphosphate) quale substrato e incubato a 37°C per 30 secondi. L’attività dell’enzima è analizzata mediante spettrofotometro a 412 nm monitorando la quantità di Paraoxon idrolizzata enzimaticamente a p-nitrofenolo. L’attività viene calcolata mediante coefficiente di estinzione molare (ε= 17000 M-1 cm-1) e i risultati espressi in U/L. Una unità di attività di PON I è definita come 1 nmol di p-nitrofenolo formata per minuto. INTERLEUCHINA 1-BETA (IL-1 B) L’ IL-1β è una citochina pro-infiammatoria, la cui determinazione quantitativa si effettua su campioni sierici mediante l’utilizzo del kit EIA, che si basa sull’utilizzo di un ab specifico per l’IL-1β, immobilizzato su micropiastre, in grado di legare l’IL1β presente negli standard e nei campioni. Nei pozzetti viene aggiunto un Mab biotinilato in grado di legare il complesso abIL1β. Dopo una I° incubazione (3h, RT), lo standard, i campioni e l’ab in eccesso vengono eliminati tramite lavaggio. Viene poi aggiunta una soluzione contenente Streptavidina coniugata con Perossidasi di rafano, che si lega all’ab biotinilato. Segue una II° incubazione (30’, RT), un lavaggio e l’aggiunta del substrato, che porta alla formazione di un composto colorato. Dopo breve incubazione la reazione enzimatica viene interrotta dall’aggiunta di una stop solution e il colore generato viene letto a 450 nm. La densità ottica misurata è direttamente proporzionale alla concentrazione di IL1β. I valori di concentrazione di IL-1β dei campioni, espressi in pg/ml, sono estrapolati dalla curva di taratura ottenuta utilizzando standards a concentrazioni note. Sandwich ELISA H RP CONCLUSIONI I ROS giocano un ruolo importante nell’eziologia dell’infertilità maschile: alti livelli sono stati riscontrati nel 25%-40%dei campioni di liquido seminale di uomini infertili (Sharma et al, 2009) e per questo la loro quantificazione potrebbe essere un valido strumento diagnostico nella pratica clinica. Dai dati è emerso che i pz infertili, vs i controlli, presentano livelli di carotenoidi e vitamina E più bassi e un accumulo di MDA nel plasma seminale. Ciò correla negativamente con motilità e morfologia a conferma che nell’infertilità maschile una iperproduzione di ROS indebolisce fortemente le difese antiossidanti del plasma seminale creando una condizione di stress ossidativo che porta a scarsa qualità del liquido seminale. Insieme allo stress ossidativo seminale, di recente anche quello ematico è stato proposto quale biomarker per la valutazione della qualità del liquido seminale, di ausilio alle analisi di routine condotte sui semi.