Direzione generale Politiche interne Unità tematica Politiche strutturali e di coesione Direzione generale Politiche interne Unità tematica Politiche strutturali e di coesione B B Agricoltura e sviluppo rurale Istruzione e cultura Ruolo Le unità tematiche sono unità di ricerca che forniscono consulenza specializzata alle commissioni, alle delegazioni interparlamentari e ad altri organi parlamentari. Pesca Pesca Sviluppo regionale Aree tematiche Agricoltura e sviluppo rurale Istruzione e cultura Pesca Sviluppo regionale Trasporti e turismo Trasporti e turismo LA PESCA IN POLONIA Documenti Visitare il sito Internet del Parlamento europeo: http://www.europarl.europa.eu/studies FOTOGRAFIE: iStock International Inc., Photodisk, Phovoir NOTA IT DE EN ES FR PL PT 2011 DIREZIONE GENERALE DELLE POLITICHE INTERNE DELL'UNIONE UNITÁ TEMATICA B: POLITICHE STRUTTURALI E DI COESIONE PESCA LA PESCA IN POLONIA NOTA Il presente documento è stato richiesto dalla commissione per la pesca del Parlamento europeo. AUTORE Jesús Iborra Martín Unità tematica delle politiche strutturali e di coesione Parlamento europeo E-mail: [email protected] ASSISTENTE EDITORIALE Virginija Kelmelyté VERSIONI LINGUISTICHE Originale: ES. Traduzioni: DE, EN, FR, IT, PL, PT. INFORMAZIONI SULL'EDITORE Per mettersi in contatto con l'Unità tematica o per iscriversi al bollettino mensile, scrivere a: [email protected] Manoscritto ultimato ad aprile 2011. Bruxelles, © Parlamento europeo, 2011. Il presente documento è disponibile al seguente indirizzo Internet: http://www.europarl.europa.eu/studies ESCLUSIONE DELLA RESPONSABILITÁ Le opinioni espresse nel presente documento sono di esclusiva responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente la posizione ufficiale del Parlamento europeo. Riproduzione e traduzione autorizzate, salvo ai fini commerciali, con menzione della fonte, previa informazione dell'editore e invio di una copia a quest'ultimo. DIREZIONE GENERALE DELLE POLITICHE INTERNE DELL'UNIONE UNITÁ TEMATICA B: POLITICHE STRUTTURALI E DI COESIONE PESCA LA PESCA IN POLONIA NOTA Sommario: Nota informativa sul settore della pesca e dell'acquacoltura in Polonia per la delegazione della commissione per la pesca dal 16 al 20 maggio 2011. La nota illustra il Mar Baltico, la pesca in Polonia e le attività correlate. IP/B/PECH/NT/2011_02 PE 460.037 Aprile 2011 IT La pesca in Polonia INDICE INDICE DELLE TABELLE 4 INDICE DEI GRAFICI 5 INDICE DELLE MAPPE 6 1. INTRODUZIONE 7 2. CONTESTO GEOGRAFICO 11 2.1. Organizzazione politica e amministrativa 11 2.2. Ambiente fisico 12 2.3. Il Mar Baltico 13 3. RUOLO ECONOMICO DELLA PESCA 19 4. PRODUZIONE 21 4.1. Pesca marina 21 4.2. Pesca interna e acquacoltura 25 5. SVILUPPO DEL SETTORE DELLA PESCA 27 6. LA FLOTTA PESCHERECCIA 31 6.1. Struttura della flotta polacca 31 6.2. Attrezzi da pesca 36 6.3. Adeguamento strutturale della flotta peschereccia polacca 36 6.4. Distribuzione regionale della flotta peschereccia 40 7. PORTI 43 8. L'INDUSTRIA DI TRASFORMAZIONE 45 9. DISTRIBUZIONE COMMERCIALE E CONSUMO 47 10. FONDO EUROPEO PER LA PESCA 51 11. ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI NEL BALTICO 53 11.1. IBSFC 53 11.2. COMMISSIONE DI HELSINKI 53 11.3. BALTICO 21 (Agenda 21 per la regione del Mar Baltico) 55 12. RICERCA 57 3 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione INDICE DELLE TABELLE Tabella 1: Regioni della Polonia 12 Tabella 2: Licenze per la pesca di merluzzo bianco 24 Tabella 3: Evoluzione della flotta peschereccia polacca (al 31/12 di ogni anno) 31 Tabella 4: Confronto tra la flotta peschereccia polacca e la flotta dell'UE a 27 32 Tabella 5: Flotta polacca. Gennaio 2009 32 Tabella 6: Quota della flotta peschereccia polacca nella flotta dell'UE a 27 per segmenti di stazza 35 Tabella 7: Attrezzi da pesca della flotta polacca 36 Tabella 8: Distribuzione regionale della flotta peschereccia polacca (dicembre 2010) 40 Tabella 9: Principali porti di registrazione della flotta 44 Tabella 10: Programma operativo 2007-2013 51 4 La pesca in Polonia INDICE DEI GRAFICI Grafico 1: Confronto della produttività primaria nel Mar Baltico e nel Mare del Nord 16 Grafico 2: Occupazione in Polonia 19 Grafico 3: Totale ammissibile di cattura (TAC) per la Polonia nel Mar Baltico 22 Grafico 4: Catture realizzate dalla flotta polacca 27 Grafico 5: Evoluzione della flotta polacca d'altura 34 Grafico 6: Evoluzione della flotta peschereccia polacca. 2004 = 100 37 Grafico 7: Flotta polacca. Percentuale sul limite massimo nel sistema entrata/uscita 38 Grafico 8: Quota della flotta peschereccia polacca nella flotta dell'UE a 25 39 Grafico 9: Raffronto dei principali parametri della flotta polacca e della flotta dell'UE a 25 39 Grafico 10: Produzione di prodotti ittici trasformati 46 Grafico 11: Commercio estero di prodotti ittici in Polonia 49 Grafico 12: Prezzi medi delle importazioni e delle esportazioni dei prodotti della pesca 50 5 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione INDICE DELLE MAPPE Mappa 1: Topografia della Polonia 13 Mappa 2: Mar Baltico 14 Mappa 3: Mappa della profondità del Baltico e del flusso di acqua salata 15 Mappa 4: Distribuzione regionale della flotta peschereccia polacca 41 Mappa 5: Principali porti di pesca della Polonia 43 6 La pesca in Polonia 1. INTRODUZIONE Il Mar Baltico è un mare di acqua salmastra, quasi chiuso, che sfocia nel Mare del Nord attraverso gli stretti di Kattegat e Skagerrak. La sua scarsa profondità e la stretta apertura verso l'oceano rendono molto lento il ricambio d'acqua e favoriscono il sorgere di problemi legati all'inquinamento. La salinità del Mar Baltico è molto bassa, mentre la produttività è molto elevata, il che comporta un costante problema di eutrofizzazione. Nonostante il contributo della pesca all'economia polacca sia relativamente basso, nelle zone costiere essa svolge un ruolo cruciale per l'economia e la società e rappresenta un'attività molto importante in tre regioni (Pomerania, Pomerania occidentale, VarmiaMasuria) e, in particolare, nella zona della Casciubia. Le catture sono diminuite drasticamente dalle 628 026 tonnellate del 1988 fino alle 179 309 tonnellate del 2008. Circa il 90% delle catture effettuate nell'Atlantico nordorientale proviene dal Mar Baltico e il rimanente dall'Oceano Atlantico. Le catture sono costituite principalmente da spratto. Aringa, merluzzo bianco, sogliola e pesce piatto occupano un posto di secondo piano. Nell'Antartico è catturato anche il krill, ma tale pesca è in continuo calo rispetto alle catture della seconda metà degli anni Novanta. Nel corso degli ultimi vent'anni, la flotta peschereccia polacca è stata sottoposta a un intenso processo di adeguamento strutturale. Dopo la crisi dovuta alle restrizioni di accesso alle zone di pesca, la flotta polacca ha subito gli effetti del processo di trasformazione economica del paese. Inoltre, prima dell'adesione all'Unione europea è stato avviato un processo di riduzione della flotta. Tuttavia, la soluzione dei problemi era ben lontana, come dimostrato dalle difficoltà dovute al superamento delle quote di merluzzo bianco nel 2007. Tale situazione, causata da una scarsa redditività di alcuni segmenti della flotta, ha portato all'elaborazione di alcuni programmi d'azione nazionali nei quali la gestione della flotta rivestiva un ruolo importante. La flotta peschereccia polacca è composta principalmente da imbarcazioni di piccole dimensioni e di età avanzata. A dicembre 2010, la flotta peschereccia polacca constava di 794 navi. Di queste, 598, ossia il 75% della flotta, erano imbarcazioni di lunghezza inferiore ai 12 metri. La maggior parte della flotta è obsoleta e fa fatica a rendere redditizia l'attività della pesca in un contesto caratterizzato dalla scarsità di risorse e da un prezzo del combustibile elevato. Solo l'1% delle navi della flotta peschereccia dell'Unione europea a 27 è registrato in Polonia e rappresenta il 6% della stazza lorda e il 6% della potenza totale. La flotta peschereccia polacca si può dividere in tre settori principali: la pesca costiera, effettuata da 643 imbarcazioni di lunghezza compresa tra i 3 e i 16 metri, entro i limiti delle acque territoriali delle lagune della Vistola e di Stettino; i 161 pescherecci di lunghezza compresa tra i 16 e i 32 metri che operano nel Mar Baltico e, in misura minore, nell'Atlantico nordorientale; e la pesca d'altura effettuata da quattro pescherecci di lunghezza superiore ai 32 metri che pescano in alto mare in zone di pesca lontane. Gli attrezzi più utilizzati sono le reti ancorate o le reti da posta calate (62% dei pescherecci), le nasse (15%) e le reti a strascico (14%). Le reti ancorate e le nasse sono tradizionalmente usate nella pesca costiera artigianale, mentre le reti a strascico sono impiegate in maggiore misura dai pescherecci che operano nel Mar Baltico. Le reti da traino pelagiche sono utilizzate solo dal 4% dei pescherecci che rappresentano circa il 63% della stazza totale e il 29% della potenza. 7 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione I pescherecci di maggiori dimensioni sono registrati nei porti della regione di Danzica, Gdynia, Sopot. Vi è registrato solo il 6% del totale dei pescherecci della flotta polacca, che tuttavia rappresenta il 60% della stazza totale della flotta e il 26% della potenza. All'estremo opposto si trovano le regioni di Elblaski e Szczecinski. Nei porti di entrambe le regioni, è registrato il 28% del totale dei pescherecci della flotta polacca che, tuttavia, rappresenta solo il 5% della stazza totale della flotta e il 13% della potenza. Si tratta di regioni nelle quali si concentra il grosso del segmento della flotta dedita alla piccola pesca costiera nelle lagune di Stettino e Masuria, caratterizzate da una presenza scarsa o nulla della flotta del Baltico. Il segmento che potrebbe essere considerato il più rappresentativo per la pesca nel Baltico ha, invece, base nei porti di Danzica, Slupski e Koszalinski. Nei porti delle tre regioni opera il 66% del totale dei pescherecci della flotta polacca che rappresenta il 35% della stazza totale della flotta e il 61% della potenza. Lungo la costa polacca del Mar Baltico si trovano in totale 59 punti di sbarco, tra porti di pesca e altri luoghi considerati tali. I tre porti di pesca principali sono Władysławowo, Kołobrzeg ed Hel, nei quali è effettuato il 75% del totale degli sbarchi. Circa la metà dei punti di sbarco si trova sulla spiaggia ed è dotato di scarse attrezzature. In particolare per i pescherecci di maggiori dimensioni, di lunghezza superiore ai 16 metri, sono dieci i porti di pesca principali. • Lungo la costa occidentale: Świnoujście, Dziwnów. • Lungo la costa centrale: Kołobrzeg, Darłowo, Ustka, Leba. • Lungo la costa orientale: Władysławowo, Jastarnia, Hel, Gdynia. La produzione dell'industria della trasformazione raggiunge le 220 000 tonnellate, con una sempre maggiore quantità di prodotti affumicati. La domanda supera ancora la produzione locale e l'industria della trasformazione dei prodotti ittici polacca dipende dalle importazioni di materie prime. La produzione delle fabbriche di prodotti affumicati, marinati e di salagione dipende, in larga misura, dalle materie prime importate. L'industria conserviera lavora con materie prime nazionali (spratto e aringa) e di importazione (principalmente aringa, sgombro e salmone). L'aringa congelata di importazione è impiegata come materia prima per i prodotti affumicati e le conserve. Il pesce bianco, il merluzzo dell'Alaska, il nasello e il merluzzo bianco del Baltico, sono destinati principalmente alla preparazione di prodotti congelati. In Polonia, il consumo di pesce e prodotti derivati è limitato. Corrisponde alla metà del consumo medio dell'Unione europea. Tuttavia, la diminuzione dei prezzi dei prodotti ittici e un cambiamento delle preferenze dei consumatori ne stanno favorendo il consumo, soprattutto delle specie marine. Tradizionalmente, il pesce più consumato in Polonia è sempre stato l'aringa. Negli ultimi anni, invece, il merluzzo dell'Alaska concorre a occupare il primo posto nei consumi. Si sta inoltre sviluppando rapidamente il consumo di pangasio grazie al suo prezzo contenuto. Sebbene in misura molto minore, sta aumentando anche il consumo di salmone e tonno. È invece in calo il consumo di nasello. Tra i pesci d'acqua dolce, la specie più importante è la carpa. Vi sono quattro mercati d'asta per la prima vendita del pesce e sei organizzazioni di produttori. Di queste, una si concentra sull'acquacoltura interna, un'altra sulla pesca d'altura e le altre quattro riuniscono produttori della pesca locale e costiera. 8 La pesca in Polonia La forte fluttuazione dei prezzi nei porti di pesca rappresenta un problema. Le fluttuazioni riflettono gli aumenti improvvisi di approvvigionamento o l'incapacità del porto di smerciare o trasformare il volume offerto. Durante la prima vendita nel punto di sbarco, il collegamento tra i pescatori e il resto della catena di valore è insufficiente. Nei mercati del pesce, le aste non sono sufficientemente sviluppate. Inoltre, la mancanza di grossisti specializzati nelle grandi città limita la distribuzione di pesce fresco. Il pesce è venduto in oltre 1 200 stabilimenti, dai negozi specializzati fino ai supermercati e agli ipermercati. La proliferazione delle catene di supermercati favorisce una migliore distribuzione e un maggiore consumo di pesce fresco. Gli ipermercati più grandi offrono, tra gli altri prodotti, una grande varietà di pesce fresco, congelato e trasformato, e dedicano uno spazio piuttosto ampio alla sua vendita. Il commercio estero del pesce e dei prodotti derivati costituisce una componente importante del commercio di prodotti alimentari e agricoli dalla Polonia. Il commercio estero della Polonia in prodotti ittici è deficitario. Il programma operativo per lo sviluppo sostenibile del settore della pesca e delle zone di pesca costiere per il periodo 2007-2013 definisce gli orientamenti per l'impiego dei fondi strutturali in Polonia. L'asse con gli stanziamenti maggiori era il 4, dedicato allo sviluppo sostenibile delle zone di pesca, con circa il 32% del totale. L'adeguamento dello sforzo di pesca costituisce il secondo asse, con il 23%, mentre gli investimenti o le misure di interesse generale disponevano entrambi del 20%, l'assistenza tecnica solo del 5%. Superata la metà del periodo di pianificazione del programma operativo, risulta evidente che il livello di esecuzione è disomogeneo e che per alcuni assi è molto ridotto o persino nullo. Gli assi relativi all'adeguamento dello sforzo di pesca, agli investimenti in acquacoltura, alla trasformazione e commercializzazione nonché alle misure di interesse generale sono quelli con il livello di attuazione più avanzato. In Polonia vi sono due istituti scientifici che svolgono ricerche nell'ambito della pesca: l'Istituto di pesca marina di Gdynia e l'Istituto per la pesca interna di Olsztyn. Altri centri di ricerca marina sono la facoltà di pesca marittima dell'Accademia dell'agricoltura e l'Università marittima di Stettino, l'Istituto di oceanografia dell'Accademia polacca delle scienze di Sopot e il Centro di biologia marina dell'Accademia polacca delle scienze di Gdynia. 9 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione 10 La pesca in Polonia 2. CONTESTO GEOGRAFICO La Polonia, ufficialmente Repubblica di Polonia (in polacco: Rzeczpospolita Polska; casciubo: Pòlskô Repùblika; slesiano: Polsko Republika) confina a ovest con la Germania; a sud con la Repubblica ceca e la Slovacchia; a est con l'Ucraina, la Bielorussia e la Lituania; a nord con il Mar Baltico e con Kaliningrad, un'enclave russa. La superficie totale della Polonia è di 312 679 chilometri quadrati, il che la rende il nono paese per estensione dell'Unione europea. Con una popolazione di oltre 38 milioni di cittadini, è il sesto Stato membro più popoloso dell'Unione europea. 2.1. Organizzazione politica e amministrativa Il parlamento della Repubblica di Polonia ha una struttura bicamerale: è composto di una camera bassa (Sejm), con 460 deputati, e una camera alta (Senat), con 100 senatori. Il Sejm è eletto in base al sistema D'Hondt. Hanno accesso al Sejm esclusivamente i candidati dei partiti che ottengono almeno il 5% del totale dei voti. È tuttavia prevista un'eccezione per i partiti delle minoranze etniche. Il senato (Senat) è eletto con votazione in blocco a maggioranza semplice e risultano eletti i candidati della lista più votata in ciascuna circoscrizione elettorale. I membri del Sejm e del senato riuniti in sessione congiunta costituiscono l'assemblea nazionale (Zgromadzenie Narodowe). L'assemblea nazionale si riunisce in tre casi: in occasione della nomina di un nuovo presidente; quando sia presentata al tribunale di Stato (Trybunał Stanu) un'accusa contro il presidente della Repubblica; quando sia dichiarata l'incapacità permanente del presidente che ne impedisce lo svolgimento dei doveri a causa dello stato di salute. Finora, l'assemblea nazionale si è riunita esclusivamente nel caso di nomina dei nuovi presidenti. Il presidente è eletto a suffragio universale diretto ogni cinque anni e, su approvazione del Sejm, nomina il primo ministro che presiede il consiglio dei ministri. Il potere esecutivo è esercitato dal presidente e dal primo ministro, si tratta quindi di un sistema semipresidenziale. I principali organi del potere giudiziario sono la corte suprema (Sąd Najwyższy), la corte amministrativa suprema (Naczelny Sąd Administracyjny), il tribunale costituzionale (Trybunał Konstytucyjny) e il tribunale di Stato (Trybunał Stanu). Su approvazione del senato, il Sejm nomina un difensore civico (Rzecznik Praw Obywatelskich) ogni cinque anni. La Polonia si suddivide in 16 regioni (województwo). La capitale è Varsavia (Warszawa), mentre le città principali sono: Łódź, Cracovia (Kraków), Breslavia (Wrocław), Poznań, Danzica (Gdańsk), Stettino (Szczecin), Bydgoszcz, Lublino (Lublin), Katowice, Białystok, Toruń, Olsztyn e Rzeszów. 11 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione Tabella 1: Regioni della Polonia Regioni Popolazio ne Capitale ZP Pomerania occidentale Zachodniopomorskie 1.697.500 Stettino PM LB Pomerania Lebus Pomorskie Lubuskie 2.183.600 1.008.400 DS Bassa Slesia Dolnośląskie 2.904.700 Danzica Gorzów Wielkopolski Zielona Góra Breslavia OP SL Opole Slesia Opolskie Sląskie 1.061.000 4.731.500 Opole Katowice WP Grande Polonia CuiaviaPomerania Wielkopolskie 3.355.300 Poznań KujawskoPomorskie 2.069.200 Bydgoszcz Toruń LD WM Łódź VarmiaMasuria Lódzkie WarmińskoMazurskie 2.607.400 1.428.400 Łódź Olsztyn MA Masovia Mazowieckie 5.128.600 Varsavia PD Podlachia Podlaskie 1.207.700 Białystok SW Santacroce Swiętokrzyskie 1.295.900 Kielce LU MP Lublino Piccola Polonia Lubelskie Małopolskie 2.197.000 3.245.600 Lublino Cracovia PK Precarpazi Podkarpackie 2.096.700 Rzeszów KP La moneta è lo złoty. Un euro equivale a 3,98 złoty. 2.2. Ambiente fisico Il territorio della Polonia si estende tra i 49° e i 55° N di latitudine e i 14° e i 25° E di longitudine. Nel nordovest, la costa del Mar Baltico si estende dalla baia di Pomerania fino al golfo di Danzica. La costa è caratterizzata dalla presenza di diversi laghi costieri, che un tempo erano delle baie, oggi separate dal mare, e da un cordone di dune. L'omogeneità della linea costiera è interrotta dalla laguna di Stettino, dalla baia di Puck e dalla laguna della Vistola. In linea generale, il territorio della Polonia è poco elevato ed è costituito in gran parte dallo scudo baltico e dalla pianura sarmatica. I Carpazi polacchi si dividono in due blocchi: i Beschidi orientali e i Beschidi occidentali. Il punto più elevato dei Carpazi è costituito dai monti Tatra, alla frontiera meridionale della Polonia. A sudovest si trova un'altra formazione montuosa, i Sudeti. L'altitudine aumenta gradualmente dal litorale, una regione modellata nel corso dei periodi di glaciazione dalle morene e dai laghi da esse delimitati. Tali formazioni geologiche sono tipiche dei laghi delle regioni Pomerania, Grande Polonia, Casciubia e Masuria. Il distretto dei laghi di Masuria è il principale dei quattro e copre gran parte del nordest della Polonia. A nord si trovano numerosi laghi di origine glaciale delimitati da morene. I principali fiumi della Polonia sono la Vistola (Wisła) e l'Oder (Odra) che scorre in territorio polacco e segna il confine con la Germania. 12 La pesca in Polonia Mappa 1: Topografia della Polonia Fonte: Wikipedia La Polonia ha un clima continentale con differenze di temperatura più marcate a est. Le regioni più calde sono la Bassa Slesia e la Piccola Polonia. Le precipitazioni oscillano tra i 500 e i 600 mm l'anno nelle aree occidentali, sono più ridotte verso est e aumentano nelle zone montuose del sud. 2.3. Il Mar Baltico Il Mar Baltico si estende tra i 53° e i 66° N di latitudine e tra i 20° e i 26° E di longitudine. È un mare interno di acqua salmastra che sfocia nel Mare del Nord e, infine, nell'Oceano Atlantico attraverso gli stretti di Kattegat e Skagerrak. Si tratta quindi di un mare quasi chiuso. Il Baltico ha un'estensione ridotta con 396 838 km2. Tuttavia, il suo bacino idrografico ha una superficie quattro volte superiore, di circa 1,7 milioni di km2, il 93% dei quali appartiene ai nove paesi costieri. Sono numerose le isole, soprattutto lungo la costa di Danimarca, Svezia e Finlandia, e presenta due grandi golfi: il golfo di Finlandia, tra il sud di tale paese e l'Estonia, e il golfo di Botnia, tra la costa orientale della Svezia e la costa occidentale della Finlandia. Da un punto di vista geologico è un mare molto giovane. Fino al pleistocene, la regione attualmente occupata dal Mar Baltico era ricoperta da uno spesso strato di ghiaccio. I due 13 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione ghiacciai si sono ritirati 5 000 anni fa, lasciando un grande lago di acqua dolce con un cordone di morene lungo il litorale polacco e golfi stretti e profondi al nord. Mappa 2: Mar Baltico Fonte: Wikipedia Le maree sono molto deboli. È un mare poco profondo, con una profondità media di 57 metri e una massima di 459 metri al nord dell'isola svedese di Gotland. La scarsa profondità e la piccola apertura verso l'oceano rendono lento il ricambio d'acqua e favoriscono il sorgere di problemi legati all'inquinamento. La salinità del Baltico è molto ridotta e si trova a metà tra acqua dolce e salata. Tale condizione è determinata dalla limitata evaporazione dovuta alla latitudine settentrionale, cui si unisce un notevole apporto di acqua dolce da parte dei numerosi fiumi che, considerando la ridotta comunicazione con l'oceano, non è dispersa facilmente né sostituita con acqua salata. Si crea pertanto un gradiente di salinità da sudovest a nordest. La salinità quindi diminuisce con l'aumentare della distanza dello Skagerrak. Nella parte sudoccidentale del Baltico la salinità oscilla tra 15 e 25‰, ma si riduce fino a 2‰ nel golfo di Botnia o nel golfo di Finlandia. La bassa salinità ha serie implicazioni biologiche e comporta una differenza di specie rispetto ai mari vicini. L'acqua del mare che passa attraverso gli stretti danesi ha una salinità molto elevata rispetto all'acqua del Mar Baltico ed è quindi pesante. Circa un quarto dello scambio d'acqua passa attraverso lo stretto di Öresund, poco profondo, mentre il ricambio principale avviene attraverso i Belt. Nonostante lo scambio d'acqua sia consistente e costante, esso ha effetti limitati sul Mar Baltico dal momento che è la stessa acqua a entrare e uscire. Solo in condizioni eccezionali il flusso in entrata dura più di due settimane, tempo sufficiente per consentire all'acqua di avanzare abbastanza da non retrocedere nuovamente. Nel corso di 14 La pesca in Polonia questi importanti flussi, il Baltico riceve tra i 200 e i 400 chilometri cubici d'acqua salata in poche settimane. L'acqua salata si mescola molto lentamente con l'acqua del Mar Baltico e scorre attraverso i bacini di Arkona, alla frontiera tra Germania e Polonia, e di Bornholm per arrivare in circa sei mesi fino al bacino centrale del Mar Baltico, nelle zone profonde vicine all'isola di Gotland, sostituendo l'acqua del Baltico che spesso contiene quantità scarse o nulle di ossigeno e una certa concentrazione di solfuro di idrogeno. Mappa 3: Mappa della profondità del Baltico e del flusso di acqua salata Fonte: Istituto per la ricerca marina della Finlandia Il bilancio idrico del Mar Baltico è positivo dal momento che la quantità di acqua dolce che sfocia in esso è superiore all'evaporazione e alle quantità in eccesso che fluiscono attraverso gli stretti danesi verso il Mare del Nord. L'acqua dolce, nel suo passaggio, pulisce il Mar Baltico. Senza gli occasionali flussi di acqua salata dal Mare del Nord, i livelli di salinità del Mar Baltico scenderebbero a zero. Durante i periodi di scarsi flussi di acqua dal Mare del Nord, il livello di salinità del Mar Baltico si riduce considerevolmente. Il Mar Baltico è fortemente stratificato a causa del notevole afflusso d'acqua dolce e allo scarso ricambio d'acqua. L'acqua vicina alla superficie è caratterizzata da una bassa salinità. Tuttavia, questa aumenta nelle acque di profondità poiché la densità aumenta con la salinità. Tra queste masse di acqua caratterizzate da marcate differenze di salinità si forma uno strato denominato aloclino. La stratificazione impedisce il rimescolamento verticale delle acque e il trasporto dell'ossigeno dalla superficie al fondo. L'acqua nuova, ricca di ossigeno, raggiunge le acque profonde del Mar Baltico quando il flusso di acqua salata proveniente dal Mare del Nord è di sufficiente intensità. Considerata la stratificazione delle acque, le emersioni rappresentano un processo molto importante per l'ecosistema marino, dal momento che consentono un rimescolamento verticale. Le emersioni delle acque nel Mar Baltico sono causate principalmente dall'effetto dei venti e si verificano più frequentemente nelle acque prossime alla costa. 15 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione Grafico 1: Confronto della produttività primaria nel Mar Baltico e nel Mare del Nord 4.000 3.500 3.000 mgC/(m2 giorno) 2.500 Prod. M. del Nord Prod. Baltico 2.000 Media M. del Nord 1.500 Media Baltico 1.000 500 0 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Fonte: Elaborazione propria basata su dati di www.seaaroundus.org La produttività del Mar Baltico è mediamente più elevata di quella del Mare del Nord, ma ha una fortissima variabilità nel corso dell'anno. Nei mesi invernali è quasi nulla, tuttavia aumenta notevolmente in primavera e in estate come conseguenza dell'apporto di nutrienti da parte dei fiumi in seguito al disgelo. Il deflusso di fertilizzanti nel bacino del Baltico ha incrementato l'apporto di nutrienti e in estate si verifica una proliferazione abbondante e improvvisa di alghe. L'incremento dell'apporto di nutrienti, oltre a far aumentare l'eutrofizzazione, ha comportato dei cambiamenti nella popolazione di fitoplancton. Per esempio, le diatomee, un tempo predominanti in particolare durante la proliferazione primaverile, sono state soppiantate dalle dinoflagellate e dall'aumento della proliferazione dei cianobatteri. Sono stati documentati simili cambiamenti nella produttività in prossimità della costa e nelle acque d'alto mare causate dall'eutrofizzazione dovuta a . L'eutrofizzazione è il motore dei cambiamenti alla biomassa secondaria in tale grande ecosistema marino. I cambiamenti nella struttura di L'eutrofizzazione è uno dei problemi principali del Mar Baltico. A causa dell'eccessiva concentrazione di azoto e fosforo, le alghe unicellulari proliferano e competono con le alghe perenni. In alto mare, l'abbondanza di fitoplancton che si accumula negli strati superficiali riduce la penetrazione della luce solare. La biodegradazione delle alghe sedimentate consuma ossigeno ed è un fattore che contribuisce alla creazione di fondali anossici. Molte specie ittiche e la fauna bentonica, in generale, subiscono le conseguenze della carenza di ossigeno. La biomassa complessiva aumenta con l'eutrofizzazione mentre diminuisce la varietà delle specie presenti. Per esempio, alcune specie di ciprinidi prosperano mentre scarseggiano le specie che necessitano di acque chiare e ben ossigenate. Gli ecosistemi del Baltico presentano delle caratteristiche specifiche determinate dalla bassa salinità e dalla stratificazione. In estate si verifica inoltre una stratificazione termica e i cicli stagionali costituiscono una fonte di diversità. 16 La pesca in Polonia Nel Mar Baltico si trova un numero relativamente ridotto di specie. Le specie ittiche principali sono l'aringa del Baltico e lo spratto. Sono tuttavia presenti anche altre specie come il merluzzo bianco, il nasello, la passera di mare, la sogliola, la trota, l'anguilla e il rombo chiodato. Nelle sue acque salmastre, le specie d'acqua dolce convivono con specie in realtà marine, più adattate alle condizioni dell'acqua salata. Tutte le specie del Mar Baltico si sono adattate alle fredde temperature invernali. Anche la scarsità delle maree causa una differenziazione delle specie presenti rispetto all'Atlantico. Sebbene alcune specie siano presenti in modo solo occasionale, altre possono invece essere molto abbondanti. La bassa salinità del Mar Baltico ha portato a un'evoluzione divergente di alcune specie, come l'aringa del Baltico, che è una varietà più piccola dell'aringa dell'Atlantico. Le condizioni di vita sul fondo del mare sono determinate da fattori quali la salinità, la disponibilità di ossigeno, la composizione dei sedimenti e le temperature. Sono inoltre determinanti le stratificazioni della colonna d'acqua dal momento che limitano l'approvvigionamento di ossigeno. Lo stato dei fondali marini e le loro comunità bentoniche sono buoni indicatori dello stato generale del mare. Alcune zone del fondale del Mar Baltico si trovano in un pessimo stato ecologico, in particolare nelle acque più profonde. Circa 100 000 km2 di fondale marino del Baltico (un quarto della sua superficie totale) è una zona quasi sempre priva di forme di vita. Le acque con una maggiore salinità, e pertanto più dense, rimangono sul fondo, isolate dall'atmosfera, e hanno basse concentrazioni di ossigeno. I batteri che proliferano decomponendo la materia organica rilasciano solfuro di idrogeno. Inoltre, la carenza di ossigeno non consente la decomposizione dei nutrienti come il fosforo e l'azoto che si sono accumulati nei sedimenti del fondale. A causa di tali condizioni anaerobiche, l'ecologia del fondale marino è diversa da quella dell'Atlantico. Considerato lo scarso scambio d'acqua e la grande quantità di deflussi provenienti dall'ampio bacino idrografico, l'ecosistema del Mar Baltico è molto sensibile all'inquinamento. L'aumento della popolazione degli ultimi due secoli, nonché l'industrializzazione avviata dopo la Seconda guerra mondiale, hanno incrementato le emissioni di sostanze inquinanti di origine antropica, industriale e agricola. L'inquinamento microbiologico in generale è un problema locale correlato alle emissioni di acque residue non trattate. Dagli anni Novanta, la costruzione di impianti per il trattamento delle acque residue ha ridotto la concentrazione microbica in tali acque. Tuttavia, è aumentato l'inquinamento dovuto ai solidi sospesi causati dall'aumento dell'erosione costiera del litorale meridionale e del litorale orientale e dalla maggiore quantità di fitoplancton provocata dall'eutrofizzazione. Le elevate concentrazioni di azoto e fosforo aumentano l'eutrofizzazione che aggrava la situazione di ipossia nelle acque profonde e genera una proliferazione delle alghe nocive le quali, a loro volta, provocano la mortalità dei pesci e dei mammiferi marini. Per quanto riguarda i metalli pesanti, la loro concentrazione, fatta eccezione per il cadmio, sembra stia diminuendo. La maggiore concentrazione di mercurio si trova nei sedimenti del golfo di Botnia e nella parte orientale del golfo di Finlandia. La concentrazione di cadmio, zinco e rame è più alta nel Baltico centrale, mentre il piombo è presente ovunque in eguale misura. 17 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione Negli ultimi trent'anni, si è verificata una costante diminuzione delle emissioni di composti organoclorurati e di altre sostanze tossiche, come i pesticidi, in seguito all'applicazione delle raccomandazioni della HELCOM (Commissione di Helsinki). Ciononostante, vi è ancora un certo livello di inquinamento che presenta una notevole diversità su base regionale. L'inquinamento più grave si riscontra nel golfo di Botnia e, in particolare, nelle aringhe e nei salmoni. Nel corso degli ultimi decenni è stato rilevato l'insediamento di oltre un centinaio di specie esotiche invasive, provenienti principalmente dalle acque di zavorra delle navi mercantili. Alcune di esse, come il ghiozzo krugljak (Neogobius melanostomus) o lo ctenoforo Mnemiopsis leidyi, stanno compromettendo l'equilibrio degli ecosistemi. HELCOM e BSRP hanno sostenuto la creazione di base di dati sulle specie esotiche nel Mar Baltico 1 . 1 www.corpi.ku.lt/nemo/ 18 La pesca in Polonia 3. RUOLO ECONOMICO DELLA PESCA Come nella maggior parte degli Stati membri, nonostante la pesca rivesta un valore relativamente ridotto per l'economia polacca (0,03% del PIL), nelle zone costiere essa svolge un ruolo importante per l'economia e la società e rappresenta un'attività molto importante in tre regioni (Pomerania, Pomerania occidentale, Varmia-Masuria) e, in particolare, nella zona della Casciubia. In tali regioni, che spesso subiscono le conseguenze di una disoccupazione strutturale, la pesca e le attività correlate, come la trasformazione, i servizi portuali o le attività commerciali, offrono un contributo significativo all'economia locale. L'occupazione nel settore della pesca rappresenta solamente una piccola percentuale del totale. Nel 2008 l'industria della pesca offriva lavoro a 26 123 persone, 2 991 delle quali lavoravano nella pesca marina, 17 595 nella trasformazione del pesce, 5 537 nel commercio e circa 4 000 nella pesca interna e nell'acquacoltura. L'occupazione nel settore della pesca marina si è ridotto drasticamente passando da 16 813 persone nel 1988 a 2 991 nel 2008 (-82%). Si rilevano differenze sostanziali nella diminuzione dell'occupazione nelle varie regioni. La riduzione più marcata è stata registrata nella Pomerania occidentale; in Pomerania è stata leggermente meno grave e decisamente meno sentita in VarmiaMasuria, sebbene in quest'ultima regione l'occupazione nel settore della pesca sia molto inferiore alle altre due. Grafico 2: Occupazione in Polonia 20.000 18.000 16.000 14.000 12.000 Pesca marina 10.000 Trasformazione del pesce 8.000 Commercio 6.000 4.000 2.000 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Fonte: Ministero dell'Agricoltura e dello sviluppo rurale. Varsavia. Elaborazione propria. L'occupazione nel settore della trasformazione dei prodotti ittici è in crescita dal 2002. Tuttavia, sembra si stia avvicinando al limite massimo di circa 18 000 occupati. Gli stipendi medi sono bassi. Nel 2008 la media era di 569 €/mese nel settore della pesca, 527 nella trasformazione e 604 nel commercio. Gli stipendi sono comunque aumentati notevolmente crescendo dal 2003 del 22% per gli occupati nel settore della pesca, del 41% per gli addetti alla trasformazione e del 38% per gli impiegati del commercio. 19 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione 20 La pesca in Polonia 4. PRODUZIONE 4.1. Pesca marina Nel Mar Baltico, le specie dominanti per numero di esemplari e per biomassa sono il merluzzo bianco (Gadus morhua), l'aringa (Clupea harengus) e lo spratto (Sprattus sprattus). Sotto il profilo commerciale, le specie marine più importanti sono lo spratto, l'aringa, il merluzzo bianco, diversi pesci piatti e il salmone (Salmo salar). Altre specie importanti sono le trote di mare (Salmo trutta), il lucioperca, (Stizostedion lucioperca), il lavarello (Coregonus lavaretus), l'anguilla (Anguilla anguilla), l'abramide (Abramis brama), il persico (Perca fluviatilis) e il luccio (Esox lucius). Nel 2008 le catture totali della flotta di pescherecci polacchi si sono attestate a 179 309 tonnellate, ossia il 4% in meno rispetto al 2007. Le catture sono diminuite drasticamente dalle 628 026 tonnellate del 1988 fino alle 179 309 tonnellate del 2008. Nel 2009 le informazioni preliminari sembrano indicare un forte incremento delle catture. Tali catture riguardavano principalmente lo spratto (55 400 tonnellate), l'aringa (17 000 tonnellate), il merluzzo bianco (12 200 tonnellate), le sogliole e i pesci piatti (10 800 tonnellate). Inoltre, nel 2008 sono state catturate 8 304 tonnellate di krill, ma tali catture sono sempre inferiori alla media di ventimila tonnellate annue che erano catturate nella seconda metà degli anni Novanta. Nella parte atlantica dell'Antartico, la Polonia realizza attività di pesca del krill relativamente poco importanti e sempre più ridotte. Le dure condizioni di sfruttamento delle risorse dell'Antartico e il mercato limitato per i prodotti del krill non rendevano redditizio il trasferimento di un numero maggiore di pescherecci in tali zone di pesca. Circa il 90% delle catture effettuate nell'Atlantico nordorientale proviene dal Mar Baltico e il rimanente dall'Oceano Atlantico. Le catture tradizionali nel Mar Baltico riguardano l'aringa e il merluzzo bianco, sebbene i volumi siano diminuiti a partire dalla metà degli anni Ottanta. Contemporaneamente, le catture dello spratto sono aumentate fino alla metà degli anni Novanta, e rappresentano l'unica attività di pesca con prospettive di crescita leggermente inferiori alle 100 000 tonnellate nei prossimi anni. Nel 2009 la maggior parte degli sbarchi erano rappresentati dalle catture di spratto realizzate da pescherecci svedesi e trasbordate in alto mare su pescherecci polacchi. Nel 2009 il 62% delle catture totali era effettuato nel Mar Baltico e nelle lagune costiere (75% nel 2008). Il resto proveniva dalle catture nelle acque profonde, mentre circa il 21,8% delle catture totali era effettuato nell'Atlantico centrale. La pesca nelle baie rappresenta appena il 2% della produzione totale. Per pesce pescato nelle baie si intendono quelle specie catturate principalmente mediante la piccola pesca costiera. Le principali specie sono l'aguglia (Belone belone), il lucioperca (Stizostedion lucioperca), il persico (Perca fluviatilis), il dentice (Polysteganus spp), il carassio comune (Carassius carassius), il rutile (Rutilus rutilus), la lampreda (Lampetra fluviatilis), la bottatrice (Lota lota), gli sperlani (Osmerus spp, Hypomesus spp), l'abramide (Abramis brama), la passera di mare (Pseudopleuronectes spp) e il rombo chiodato (Psetta maxima). Alcune di queste specie di solito sono interessate, in pari misura o anche in maggiore percentuale, dalla pesca sportiva. 21 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione Da molto tempo, persino prima dell'ampliamento dell'UE nel 2004, le specie d'importanza commerciale del Mar Baltico, il merluzzo bianco, lo spratto, l'aringa e il salmone, erano gestite mediante un sistema basato sul totale ammissibile di catture (TAC). Dal 1997 la Commissione internazionale per la pesca nel Mar Baltico ha ridotto gradualmente, ma drasticamente, le quote assegnate alla Polonia per il salmone, l'aringa e il merluzzo bianco. La riduzione è stata maggiore per le ultime due specie. In seguito, sono aumentate le quote per lo spratto e l'aringa, mentre sono diminuite quelle per il merluzzo bianco e il salmone. La situazione economica dei pescatori polacchi è peggiorata, poiché la capacità di pesca si è mantenuta stabile o è persino leggermente aumentata. T (n° esemplari per il salmone) Grafico 3: Totale ammissibile di cattura (TAC) per la Polonia nel Mar Baltico 160.000 140.000 120.000 Spratto 100.000 Aringa 80.000 Merluzzo bianco 60.000 Salmone (n. esemplari) 40.000 20.000 0 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Fonte: Ministero dell'Agricoltura e dello sviluppo rurale. Varsavia. La Polonia non utilizza completamente le proprie quote per le specie pelagiche (spratto e aringa). A differenza del merluzzo bianco, circa il 50% delle quote rimane inutilizzato. In contrasto con quanto avviene per la pesca del merluzzo bianco, tale situazione è determinata dalla bassa redditività delle catture di specie pelagiche, dovuta ai prezzi bassi del pesce, alla forte concorrenza della materia prima importata, alle carenze nella struttura del mercato e al rapido e forte incremento dei prezzi del carburante. 4.1.1. Il merluzzo bianco Gli stock di merluzzo bianco hanno subito delle forti pressioni. Dagli inizi degli anni Ottanta sono stati sottoposti a uno sfruttamento molto intenso, con catture di una parte consistente dello stock prima che potesse effettuare la prima deposizione di uova. Di conseguenza, la biomassa dello stock riproduttivo e la risorsa in generale sono stati ridotti considerevolmente. Negli anni Novanta l'IBFSC 2 ha adottato una serie di misure per correggere tale situazione, e ha sviluppato, in collaborazione con il CIEM 3 , un piano d'azione per il merluzzo bianco al fine di assicurarne la sostenibilità dello sfruttamento a lungo termine. Il Consiglio internazionale per l'esplorazione del mare (CIEM) aveva raccomandato la chiusura completa della pesca di merluzzo bianco nel Mar Baltico orientale finché non fosse stato adottato un piano di gestione a lungo termine. Per evitare le conseguenze sociali ed economiche di un'eventuale chiusura, la Commissione aveva proposto una gestione dello 2 3 Commissione internazionale per la pesca nel Mar Baltico. Consiglio internazionale per l'esplorazione del mare. 22 La pesca in Polonia stock di merluzzo bianco mediante un piano pluriennale. Tale piano è stato adottato nel luglio 2006, combinando la riduzione della mortalità causata dalla pesca con un incremento dei periodi di chiusura. Per fornire una certa stabilità al settore della pesca, sono state limitate le variazioni annuali nel totale ammissibile di catture (TAC). La Polonia, dopo l'adesione all'Unione europea, ha ottenuto quote per il merluzzo bianco alle stesse condizioni degli altri Stati membri. Per adottare misure specifiche, dal 2005 la quota di merluzzo bianco del Mar Baltico è stata divisa tra le zone occidentali e quelle orientali. Nell'ottobre 2006 le attività di controllo della pesca di merluzzo bianco nel Mar Baltico sono state formalizzate mediante l'adozione di un piano di sviluppo coordinato nel quadro dell'Agenzia comunitaria di controllo della pesca. Tale coordinamento si è infine rivelato negativo per il settore della pesca polacco. Nella prima metà del 2007 la flotta polacca aveva esaurito la quota che le era stata assegnata. Nel luglio 2007 la Commissione ha stimato che le catture di merluzzo bianco nella zona orientale del Mar Baltico (suddivisioni 25-32, acque CE) da parte di pescherecci battenti bandiera polacca erano tre volte superiori alle quantità dichiarate inizialmente dalla Polonia. Dal 12 luglio 2007 ai pescherecci battenti bandiera polacca è stata proibita la pesca di merluzzo bianco nel Mar Baltico 4 . Tuttavia, i pescherecci polacchi hanno continuato a pescare merluzzo bianco dopo tale divieto, oltrepassando ulteriormente la quota assegnata alla Polonia per il 2007. Si trattava, in definitiva, di un grave caso di pesca di merluzzo bianco non dichiarata e notificata in modo non corretto nella zona orientale del Mar Baltico. Dopo varie riunioni tecniche tra le autorità polacche e la Commissione per stabilire la quantità certa del superamento del contingente, la Polonia ha notificato un superamento della quota pari a 8 000 tonnellate. Di conseguenza, le quantità catturate che superavano le quote annuali sono state sottratte alla quota di merluzzo bianco spettante alla Polonia per gli anni successivi. Nel 2008 la quota di merluzzo bianco della Polonia è stata ridotta del 10% rispetto alla quantità oggetto di superamento del contingente (800 tonnellate) e negli anni seguenti, 2009-2011, il TAC è stato ridotto del 30% rispetto all'importo sovrasfruttato (2 400 tonnellate l'anno). La Commissione riteneva che le principali cause del superamento del contingente di merluzzo bianco da parte dei pescherecci polacchi fossero legate alle carenze del sistema di controllo e di rispetto della normativa, nonché a una flotta il cui potenziale di cattura di merluzzo bianco non era proporzionato alle possibilità di pesca assegnate ogni anno alla Polonia dal Consiglio. Per far fronte alle gravi carenze nel rispetto della politica comune della pesca da parte della Polonia e per evitare che fosse nuovamente superato il contingente di merluzzo bianco, la Polonia si è impegnata ad adottare e applicare dei piani d'azione nazionali. Tali piani comprendevano misure immediate per migliorare i sistemi di controllo ed esecuzione in conformità con le norme dell'UE nonché le misure specifiche per regolare la capacità delle flotte polacche, al fine di ottenere un equilibrio stabile tra la capacità e le possibilità di pesca di merluzzo bianco assegnate alla Polonia nel Mar Baltico. A tal proposito è stato pubblicato il regolamento (CE) n. 338/2008 del Consiglio che obbligava ad attuare piani d'azione di controllo e di ristrutturazione della flotta, con misure volte a: 4 rafforzare il controllo delle attività di pesca, soprattutto del segmento della flotta le cui catture riguardano in particolar modo il merluzzo bianco; Regolamento (CE) n. 804/2007 della Commissione. 23 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione rispettare in modo migliore le norme di conservazione nazionali e dell'UE, soprattutto quelle che riguardano i limiti di cattura; controllare la capacità del segmento della flotta le cui catture riguardano principalmente il merluzzo bianco. Tabella 2: Licenze per la pesca di merluzzo bianco Classi di Contingente lunghezza (T per kW (metri) peschereccio) TSL Numero di pescherecci 8 - 11,99 55 4 143,7 601,3 68 12 - 14,99 65 2 600,0 449,1 17 15 - 18,49 85 4 552,6 1 100,1 30 18,5 - 20,49 90 1 377,0 335,0 5 20,5 - 25,49 102,5 3 624,4 1 313,0 13 25,5 e oltre 70 6 029,8 2 289,0 14 22 345,5 6 087,5 147 Media/totale 69,1 Fonte: Ministero dell'Agricoltura e dello sviluppo rurale. Varsavia. D'altro canto, all'inizio del 2008 è entrato in vigore un piano pluriennale per gli stock di merluzzo bianco del Mar Baltico 5 . L'obiettivo di tale piano è garantire lo sfruttamento sostenibile degli stock di merluzzo bianco sul piano economico, ambientale e sociale. A tal fine, l'obiettivo è raggiungere livelli biologicamente sicuri per lo stock orientale di merluzzo bianco e garantire la piena capacità riproduttiva dei due stock. Sono inoltre introdotte stagioni di chiusura totale (nel Mar Baltico occidentale dal 1° al 30 aprile, nel Mar Baltico orientale dal 1° luglio al 31 agosto) e rafforzamento delle norme sulla presentazione dei resoconti sulle catture di merluzzo bianco, sul trasporto e sugli sbarchi. 4.1.2. Lo spratto e l'aringa La pesca dello spratto e dell'aringa si è mantenuta tradizionalmente entro i limiti biologici di sicurezza. Esistono chiare tracce dell'esistenza di interazioni tra il merluzzo bianco e i pesci della famiglia delle clupeidae. Il merluzzo bianco è l'unico predatore importante dell'aringa e dello spratto. L'eutrofizzazione di zone specifiche ha inoltre favorito lo sviluppo di tali stock. La pesca attuale si pone a un livello inferiore o uguale a quello della mortalità naturale. Tuttavia, se lo stock di merluzzo bianco superasse un certo livello, tale situazione potrebbe cambiare. 4.1.3. Il salmone Il salmone selvatico è influenzato dalla costruzione di sbarramenti, dall'inquinamento e dalle catture. Per compensare gli effetti degli sbarramenti è stato avviato l'allevamento e l'immissione di avannotti su larga scala. La pesca ha sfruttato eccessivamente gli stock selvatici. La situazione è peggiorata con l'aumentata incidenza della sindrome M 74 all'inizio degli anni Novanta che ha causato la morte del 40-90% di avannotti. Negli anni Novanta lo stock selvatico ha registrato un calo fino a un livello prossimo al 10% del totale. L'IBFSC ha adottato un piano d'azione per il salmone al fine di salvaguardarne e incrementarne gli stock selvatici. La riduzione graduale del TAC nello stesso decennio, le misure intraprese in ambito nazionale e una riduzione dell'incidenza di M 74 hanno permesso recentemente un 5 Regolamento (CE) n. 1098/2007 del Consiglio. 24 La pesca in Polonia incremento considerevole degli stock selvatici nella maggior parte dei fiumi. Con la riduzione delle quote, la situazione economica dei pescatori polacchi è peggiorata. Al fine di migliorare la situazione degli stock di salmone selvatico, l'IBFSC ha avviato il piano d'azione per il salmone per il periodo dal 1997 al 2010. L'obiettivo era assicurare che la produzione di salmone selvatico aumentasse gradualmente fino a raggiungere, nel 2010, una produzione naturale del 50% almeno delle migliori stime della capacità potenziale dei fiumi e far sì che i salmoni tornassero a popolare i fiumi che possono potenzialmente ospitarli. I principali elementi del piano d'azione per il salmone dell'IBSFC erano: recupero dei salmoni nei fiumi che possono potenzialmente ospitarli; immissioni di avannotti di salmone, con un monitoraggio nei primi stadi di vita; miglioramento o ripristino degli habitat selvatici del salmone per quanto possibile; attività di pesca intese alla cattura, per quanto possibile, degli stock di allevamento; rafforzamento dei controlli e adozione di misure nazionali a integrazione delle raccomandazioni e risoluzioni dell'IBSFC da parte degli Stati costieri. Il Piano d'azione per il salmone dal 1997 al 2010 si è rivelato un successo dal momento che: si assiste a un miglioramento della maggior parte degli stock di salmone; secondo il Consiglio internazionale per l'esplorazione del mare (CIEM), tuttavia, tale recupero non è omogeneo; nel 2000/2001 è stato raggiunto il 72% del potenziale di salmone selvatico nei 22 fiumi studiati nel bacino principale e nel golfo di Botnia; la percentuale di avannotti sullo stock totale è aumentata notevolmente. La pesca del salmone è stata influenzata inoltre da diversi regolamenti relativi al merluzzo bianco o per la protezione dei mammiferi marini. L'obbligo di utilizzare in determinate zone dispositivi acustici di dissuasione durante la pesca con reti da posta e reti da posta impiglianti ha causato la scomparsa quasi totale del segmento di flotta specializzato nella pesca del salmone e della trota di mare. Nel 2004 tale segmento contava una trentina di imbarcazioni su cui lavoravano circa 120 pescatori. Il divieto totale di pesca con reti derivanti ha inoltre causato una notevole diminuzione delle catture di salmone e trota di mare. Nel 2008, esse raggiungevano solo il 20% delle catture realizzate nel 2004. 4.2. Pesca interna e acquacoltura L'estensione totale delle acque interne polacche è di 560 000 ha ed è costituita da 140 000 ha di fiumi, 280 000 ha di laghi, 50 000 di dighe, 50 000 ha di laghi artificiali per la pesca (per scopi commerciali) e 40 000 ha di altre acque. 480 000 ettari del totale delle acque interne sono utilizzati per la pesca. Chi ne usufruisce maggiormente è l'associazione polacca dei pescatori, che raggruppa circa 600 000 membri su un totale di circa un milione di pescatori in attività. Tradizionalmente, nella pesca interna in Polonia sono incluse la piscicoltura, l'acquacoltura e la pesca di acqua dolce, sia commerciale sia sportiva. Circa 4 000 persone si dedicano all'acquacoltura e alla pesca interna. La produzione interna delle specie di acqua dolce si aggira sulle 55 000 tonnellate, delle quali 36 000 provengono dall'acquacoltura, 3 000 dalle catture professionali nei laghi e 16 000 dalla pesca sportiva. Il potenziale di sviluppo della pesca interna e dell'acquacoltura è importante. L'attività di pesca nel Mar Baltico ha raggiunto i limiti per il mantenimento degli ecosistemi marini. L'acquacoltura è l'unico mezzo che possa consentire di incrementare l'approvvigionamento endogeno dei prodotti ittici. A causa delle 25 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione condizioni geografiche del litorale polacco, l'acquacoltura si può sviluppare solo nelle acque interne. Le catture nelle acque interne riguardano diverse specie. Si calcola che le catture derivate dalla pesca commerciale ammontino a circa 5 000 tonnellate, mentre si ritiene che la pesca sportiva, effettuata principalmente con canne da pesca, possa raggiungere le 45 000 tonnellate di catture, anche se per la maggior parte non sono registrate. Alla fine degli anni Settanta, il numero medio di giornate dedicate alla pesca per ogni pescatore era salito a 61. Il 75% di queste si concentrava nel periodo da maggio a settembre. L'intensità dell'attività di pesca nei vari tipi di acque interne è variata dagli anni Settanta. La percentuale di giornate di pesca nei laghi artificiali, nelle dighe e nei piccoli specchi d'acqua è cresciuta, mentre è diminuita la percentuale nei fiumi e nei torrenti. Sono catturate più di trenta specie di pesci e anche la composizione delle catture per specie è cambiata. Attualmente, per esempio, si catturano un numero maggiore di lucioperca, abramide (Abramis brama) e rutile (Rutilus rutilus), mentre sono diminuite le catture di luccio (Esox lucius), tinca (Tinca tinca), anguilla (Anguilla anguilla) e lavarello (Coregonus lavaretus). L'acquacoltura non raggiunge il 15% della domanda polacca di prodotti ittici e si concentra su due specie: la carpa e la trota iridea. La carpa è la specie più tradizionale, mentre l'allevamento delle trote è stato introdotto negli anni Sessanta e Settanta, ed è in aumento. Le produzioni di acquacoltura si concentrano nelle regioni del nord, Masuria e Pomerania. In Polonia esistono circa 1 050 allevamenti ittici, il 15% dei quali ha una produzione che si può definire di larga scala. Tra questi, si contano 600 allevamenti di carpe, 150 di trote e 600 di specie lacustri. ZHP, il maggiore produttore, ha un volume di produzione di circa mille tonnellate. I laghi artificiali nelle province meridionali si sono specializzati nella produzione di carpe, generalmente in aziende familiari che per tradizione operavano su scala molto piccola. Vendono pesce fresco, soprattutto per le feste di fine anno. L'allevamento di trote è un'attività più recente, introdotta negli anni Sessanta e Settanta. Questa produzione si concentra nelle province settentrionali e la sua destinazione principale è l'esportazione verso l'Europa occidentale. 26 La pesca in Polonia 5. SVILUPPO DEL SETTORE DELLA PESCA Le catture della Polonia hanno raggiunto l'apice a metà degli anni Settanta con 786 442 tonnellate nel 1974. Successivamente, sono diminuite drasticamente dalle 628 026 tonnellate del 1988 fino alle 179 309 tonnellate del 2008. Grafico 4: Catture realizzate dalla flotta polacca 900.000 800.000 700.000 T 600.000 Totale 500.000 Atlantico NE 400.000 Altre acque 300.000 200.000 100.000 2007 2004 2001 1998 1995 1992 1989 1986 1983 1980 1977 1974 1971 1968 1965 1962 1959 1956 1953 1950 0 Fonte: FAO. Elaborazione propria. Le catture realizzate nel Baltico non hanno sempre svolto il ruolo principale. La Polonia ha iniziato a esplorare altre zone di pesca negli anni Sessanta, e all'inizio degli anni Settanta le catture del Baltico rappresentavano solo il 40% delle catture in mare. Tale percentuale è scesa fino a circa il 20% all'inizio degli anni Novanta, quando ha iniziato a crescere in modo accentuato come conseguenza della diminuzione delle catture in altre zone di pesca. L'incremento delle catture tra gli anni Settanta e Novanta si deve essenzialmente alle catture di piccoli pelagici realizzate nell'Atlantico centro-orientale al largo delle coste africane, di merluzzo giallo (Pollachius pollachius) nel Pacifico settentrionale e di krill nell'Antartico. Attualmente, tali catture sono molto più ridotte e irregolari. Sono relativamente significative quelle dell'Atlantico centro-orientale, quelle del Pacifico nordoccidentale e dell'Antartico. Negli anni Sessanta e Settanta la Polonia sfruttava zone di pesca nell'Atlantico nordoccidentale, pescando principalmente sgombro (Scomber scombrus), merluzzo bianco (Gadus morhua) e aringa (Clupea harengus). Le attività di pesca nell'Atlantico centroorientale si dedicavano alla cattura di sardine (Sardina pilchardus), alaccia (Sardinella aurita) e sugarello (Trachurus spp). Negli anni Settanta e Ottanta la Polonia ha esplorato il sudest dell'Atlantico (sugarello e nasello) e il nordest del Pacifico (nasello e merluzzo dell'Alaska). Dalla fine degli anni Settanta fino a metà degli anni Ottanta, la Polonia ha sfruttato l'Atlantico sudoccidentale, catturando calamari (Loligo spp), seppie, melù australe (Micromesistius australis) e nasello patagonico (Macruronus magellanicus). Le catture polacche nel Pacifico nordoccidentale (merluzzo dell'Alaska) sono iniziate a metà degli anni Ottanta e sono andate diminuendo a partire dalla metà degli anni Novanta. 27 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione Il settore della pesca polacco ha iniziato una fase di declino dal 1979 come conseguenza delle sempre maggiori difficoltà incontrate dalla flotta polacca per trovare zone di pesca adeguate appartenenti a paesi che applicavano la zona esclusiva di 200 miglia (ZEE). Inoltre, l'instabilità politica del 1988 e del 1989 ha causato un calo della produzione del settore della pesca polacco. Il totale delle catture del 1988 è stato di 654 860 tonnellate, mentre nel 1989 è sceso a 564 886. Il settore della pesca è rimasto sotto il controllo statale fino al 1991. Le società che praticavano la pesca di altura erano state create nell'ambito di un'economica centralizzata. Alla fine degli anni Novanta, il governo polacco ha avviato lo smantellamento del sistema di pianificazione centrale e delle autorità regolatrici, come il consiglio centrale per la pesca. Di conseguenza, il settore della pesca uscì dal controllo centrale e iniziò un reale processo di privatizzazione. Per far fronte alla nuova situazione, furono introdotti profondi cambiamenti, con degli adeguamenti della struttura organizzativa, del volume di occupazione e delle attività. L'applicazione dei principi dell'economia di mercato comportò una riduzione delle sovvenzioni alle società statali. Inoltre, vi fu un incremento delle imposte per contribuire alla rapida ristrutturazione del settore imprenditoriale. Aumentarono in particolar modo le imposte sugli stipendi. Fu introdotta l'imposta sul valore aggiunto (IVA). I prodotti ittici erano esentati dall'imposta di vendita, il che comportava l'impossibilità per le società di applicare l'IVA sull'acquisto dei fattori di produzione. Furono inoltre introdotti dei cambiamenti maggiori, come l'istituzione della libertà della fissazione dei prezzi, la liberalizzazione del commercio estero e la repentina svalutazione dello złoty. I prezzi dei prodotti destinati all'esportazione salirono così come i prezzi della maggior parte dei fattori di produzione acquistati all'estero. Anche i canoni per l'acquisizione delle quote di pesca aumentarono notevolmente. Le società statali si confrontavano con una situazione finanziaria negativa, con un forte indebitamento e con crescenti difficoltà di accesso alle zone di pesca per la flotta d'altura. Nel 1995 erano già state privatizzate alcune società dedite alla pesca d'altura, come la Dalmor SA. Ciononostante, la privatizzazione della flotta si rivelò un processo difficile a causa soprattutto della mancanza di liquidità e dell'assenza di nuovi apporti di capitale. L'elevato tasso di inflazione provocò un aumento considerevole dei tipi di interesse dei crediti bancari. Le società si trovarono ad affrontare una serie di difficoltà per la restituzione dei debiti contratti. Negli anni Novanta gli effetti della trasformazione economica furono aggravati dalla carenza di una politica statale per la pesca d'altura. La riorganizzazione dell'amministrazione pubblica durò diversi anni. La nuova struttura tentava di adeguarsi alle necessità politiche del momento, anche se la riorganizzazione non facilitò i processi di ristrutturazione e di privatizzazione delle società dedite alla pesca d'altura. Venne inoltre a mancare la convenienza a lungo termine delle attività di pesca nel Mare di Ojotsk, dalle quali dipendeva in gran parte la flotta d'altura. Alla fine del 1991 l'intera flotta peschereccia del Mare di Bering si spostò verso le acque libere del Mare di Ojotsk. Nel 1992 oltre il 70% dello sforzo di pesca d'altura, calcolato sulla base dei giorni di cattura, condotto essenzialmente da pescherecci a traino, iniziò a sfruttare le acque del Mare di Ojotsk e del Mare di Bering. La flotta d'altura polacca ottenne dei buoni risultati: tra le 240 e le 300 mila tonnellate l'anno di merluzzo dell'Alaska. Così, tra il 1996 e il 1998, tra il 76 e l'85% dell'attività della flotta peschereccia d'altura polacca si concentrò sulla zona russa. In questo modo, la flotta d'altura polacca iniziò a dipendere 28 La pesca in Polonia fortemente da un vecchio accordo con la Russia per l'accesso alle zone di pesca nei mari di Bering e di Ojotsk. Nel 1992, in risposta all'eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche, i paesi che sfruttavano le acque libere del Mare di Bering introdussero una moratoria sulle catture nella regione. Dal 1995 le acque libere del Mare di Bering sono governate dalla "Convention on the Bering Sea Protection and Management" (convenzione sulla protezione e la gestione del Mare di Bering), cui partecipano Polonia, Stati Uniti, Cina, Russia, Giappone e Corea. I limiti annuali delle catture sono definite sulla base delle indagini sulle risorse. Il problema strutturale più grave fu affrontato dalla flotta peschereccia d'altura. Le autorità russe ridussero le quote di cattura di merluzzo dell'Alaska concesse ai pescatori polacchi, che passarono da 111 000 tonnellate nel 1996 alla completa cancellazione nel 2002. Tale fatto, unito alla diminuzione della produttività delle zone di pesca, causò gravi problemi economici alle società polacche dedite alla pesca d'altura. Tale settore presentava dei punti deboli come la forte specializzazione nella pesca d'altura e la dipendenza da decisioni politiche sulle possibilità di pesca. La flotta d'altura dovette affrontare seri problemi quando perse l'accesso alle risorse russe in seguito alla decisione della Russia di porre fine all'assegnazione delle quote a pescherecci stranieri nel Pacifico nordoccidentale. Da allora la produzione della pesca polacca si è ridotta fortemente. Ha registrato un forte calo anche l'occupazione nella flotta peschereccia polacca. Di conseguenza, il settore della pesca polacco dipende fondamentalmente dalla pesca nel Baltico e, in particolare, dallo stato della biomassa di quattro specie: merluzzo bianco, spratto, aringa e salmone. La produttività biologica nelle zone marine polacche del Baltico meridionale è molto elevata e tali acque sono quindi un luogo di riproduzione e alimentazione per numerose specie di valore. Le catture in queste acque dovranno essere equilibrate e proporzionate alla variabilità delle risorse ittiche in ecosistemi fragili. A differenza delle flotte pescherecce di altri Stati membri dell'UE che effettuano catture industriali in modo massiccio, le catture della flotta polacca sono destinate al consumo umano diretto. Inoltre, la sua capacità di pesca è limitata se confrontata con le flotte di altri Stati membri. La flotta ha subito una forte riduzione sia nel numero di pescherecci sia della capacità di pesca. Già nell'ambito del programma di adeguamento della flotta precedente all'adesione all'UE, era stata ridotta del 40% la capacità della flotta ed erano stati ritirati 360 pescherecci. Le possibilità di pesca per i pescherecci rimasti non hanno sempre consentito di garantire la sostenibilità economica. Una parte della flotta ha realizzato quantità notevoli di catture illegali e non dichiarate, essenzialmente di merluzzo bianco, arrivando a superare le quote assegnate del 300%. Tale situazione ha reso obbligatoria l'attuazione di piani d'azione nazionali di controllo e ristrutturazione della flotta 6 , con misure volte a: rafforzare il controllo delle attività di pesca, soprattutto del segmento della flotta le cui catture riguardano in particolar modo il merluzzo bianco; rispettare in modo più efficiente le norme di conservazione nazionali e dell'UE, soprattutto quelle che riguardano i limiti di cattura; controllare la capacità del segmento della flotta le cui catture riguardano principalmente il merluzzo bianco. Un punto debole della flotta è l'età media avanzata dei pescherecci e le limitate possibilità di un rinnovamento. Dopo l'adesione all'UE, è possibile costruire solo pescherecci che ne sostituiscano altri di capacità uguale o superiore, in conformità al sistema di entrate e di uscite. 6 Regolamento (CE) n. 338/2008 del Consiglio. 29 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione 30 La pesca in Polonia 6. LA FLOTTA PESCHERECCIA La flotta peschereccia polacca è composta principalmente da imbarcazioni di piccole dimensioni e di età avanzata. A dicembre 2010, la flotta peschereccia polacca constava di 794 navi. Di queste, 598, ossia il 75% della flotta, erano imbarcazioni di lunghezza inferiore ai 12 metri. La maggior parte della flotta è infatti obsoleta e fatica a rendere l'attività redditizia in un contesto caratterizzato dalla scarsità di risorse e da un prezzo del combustibile elevato. Solo l'1% delle navi della flotta peschereccia dell'Unione europea a 27 è registrato in Polonia e rappresenta il 6% della stazza lorda e il 6% della potenza totale. 6.1. Struttura della flotta polacca La flotta peschereccia polacca si è ridotta in modo consistente nel periodo di transizione economica. Inoltre, prima dell'adesione della Polonia all'UE, è stato avviato un programma di riduzione della flotta. Ciononostante, dalla sua adesione all'Unione europea, il numero di pescherecci è diminuito del 36%, la stazza del 19% e la potenza totale del 41%. Tabella 3: Evoluzione della flotta peschereccia polacca (al 31/12 di ogni anno) N. di TSL kW TSL/imbarc. kW/imbarc. Età media imbarc. 2004 1.248 45.566 147.089 37 118 27 2005 974 30.261 105.479 31 108 27 2006 884 31.607 99.922 36 113 27 2007 866 29.971 96.703 35 112 28 2008 832 40.999 98.961 49 119 28 2009 806 38.242 90.739 47 113 28 794 37.036 86.708 47 109 28 2010 Fonte: Elaborazione propria basata sul registro della flotta peschereccia dell'Unione europea. La stazza e la potenza media sono aumentate progressivamente. Attualmente, l'età media è pari a 28 anni. Si tratta di una flotta poco efficiente per quanto concerne il consumo di combustibile. Nonostante il processo di ammodernamento e la dotazione di dispositivi elettronici, è ancora necessario investire capitale al fine di garantire che i pescherecci rispettino i requisiti dell'UE in materia di sanità, sicurezza e sorveglianza previsti dal sistema di controllo dei pescherecci (Vessel Monitoring System). La mancanza di investimenti privati nel settore sta pregiudicando il necessario ammodernamento di una flotta ormai antiquata e obsoleta. Nella tabella di seguito si illustra la quota di imbarcazioni di lunghezza inferiore ai 12 metri e quella della flotta dedita alla piccola pesca costiera nelle flotte pescherecce della Polonia e dell'Unione europea a 27. Per piccola pesca costiera s'intende l'attività di pesca svolta da imbarcazioni di lunghezza inferiore ai 12 metri che utilizzano attrezzi non qualificati come strumenti a strascico (reti a strascico, sciabiche e draghe). Le imbarcazioni polacche che corrispondono a tale definizione sono 521, ossia il 75% circa della flotta peschereccia polacca. 31 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione Tabella 4: Confronto tra la flotta peschereccia polacca e la flotta dell'UE a 27 Quota sul totale della flotta < 12 metri UE a 27 N. di imbarcazioni Stazza Potenza Piccola pesca costiera Polonia UE a 27 Polonia 85% 75% 76% 66% 11% 8% 8% 6% 38% 28% 30% 21% Fonte: Elaborazione propria basata sul registro della flotta peschereccia dell'Unione europea. La quota delle imbarcazioni di minori dimensioni e della piccola flotta costiera è inferiore nella flotta peschereccia polacca che non nella flotta dell'UE a 27. La potenza media della flotta polacca di minori dimensioni è di poco inferiore alla media dell'Unione europea. Si rileva altresì che l'impiego di attrezzi a strascico è leggermente inferiore nelle imbarcazioni polacche di minori dimensioni che non nelle imbarcazioni dell'UE. Il 39% delle imbarcazioni è dotato di scafo di metallo, caratteristico delle imbarcazioni di dimensioni maggiori. Il 26% è dotato di scafo di legno e il 25% di fibra di vetro. Le imbarcazioni con scafo in fibra di vetro sono generalmente più moderne e piccole di quelle con scafo di legno. Nella flotta polacca risultano predominanti le navi che utilizzano attrezzi fissi. Tuttavia, le navi che utilizzano attrezzi a strascico sono più potenti e hanno una stazza leggermente superiore: ciò è dovuto al fatto che gli attrezzi fissi sono maggiormente utilizzati dalle navi più piccole. Si ritiene che nella maggior parte dei paesi dell'Unione europea la pesca costiera venga effettuata con imbarcazioni di lunghezza inferiore ai 12 metri. Tuttavia, in Polonia, tradizionalmente, la linea di demarcazione tra i due tipi di imbarcazione è fissata sui 15 metri. Di conseguenza, la flotta peschereccia polacca si può dividere in tre settori principali: dedita alla pesca costiera, effettuata da imbarcazioni di lunghezza compresa tra i 3 e i 16 metri, entro i limiti delle acque territoriali delle lagune della Vistola e di Stettino; i pescherecci di lunghezza compresa tra i 16 e i 32 metri che operano nel Mar Baltico e, in misura minore, nell'Atlantico nordorientale; e dedita alla pesca d'altura effettuata da pescherecci di lunghezza superiore ai 32 metri che pescano in alto mare in zone di pesca lontane. Tabella 5: Flotta polacca. Gennaio 2009. Navi Lunghe zza Costiera Baltico Altura 3-16 16-32 32-108 TOTALE N. 643 161 4 808 % 80% 20% 0,5 % Età media TSL T Potenza % 23 40 19 4 100 12 900 21 300 28 38 200 11% 34% 56% kW 29 900 42 500 18 400 Media % TSL kW 33% 47% 20% 6 80 5 325 47 264 4 600 90 800 Fonte: Ministero dell'Agricoltura e dello sviluppo rurale. Varsavia. In Polonia, per pesca costiera si intende la pesca artigianale che opera nelle acque prossime alla costa (fino alle 12 miglia nautiche) nella quale si utilizzano imbarcazioni fino a 16 m di lunghezza. Nel gennaio 2009, il numero di imbarcazioni registrate era pari a 643 (l'80% della 32 La pesca in Polonia flotta polacca). Gran parte dei pescatori attivi nella pesca costiera vi lavorano a tempo parziale e possono contare su altri lavori retribuiti, per esempio nei servizi per il turismo. L'età media delle imbarcazioni è inferiore a quella della flotta del Baltico e si aggira sui 23 anni. Oltre la metà di questo segmento della flotta è stato costruito dopo il 1990. Nonostante l'età relativamente ridotta, l'attrezzatura (sonar, radio, radar, paranco di sollevamento ecc.) non è del tutto soddisfacente e una parte considerevole della flotta non dispone di alcuna attrezzatura. A questo segmento della flotta appartengono anche imbarcazioni che operano lungo la costa e nelle lagune della Vistola e di Stettino, utilizzando principalmente attrezzi fissi. Si tratta di una flotta in declino e i registri delle catture sono sempre stati poco precisi perché i prodotti di questo tipo di pesca sono venduti per la maggior parte direttamente al pubblico. La flotta costiera cattura principalmente merluzzo bianco, aringa e pesci piatti, ma anche specie diadrome e di acqua dolce. Circa cinquanta imbarcazioni di questo segmento si trovano nel porto di Ustka. Nel 2009 la flotta del Baltico era costituita da 161 imbarcazioni (kutry) che rappresentano il 20% della flotta polacca, con una potenza totale di 42 500 kW (264 kW in media), una stazza di 12 900 TSL (il 34% della flotta polacca) e lunghezze variabili tra i 16 e i 32 metri. Pescano principalmente nella ZEE polacca. La privatizzazione è stata avviata all'inizio degli anni Novanta, periodo in cui oltre la metà delle imbarcazioni del Baltico apparteneva a società statali. Attualmente, questa flotta è stata praticamente privatizzata del tutto. Solo una società pubblica (PPiUR) è attiva nella pesca nel Baltico e gestisce sette pescherecci. L'ammodernamento della flotta rappresenta una necessità, ma i proprietari generalmente non dispongono del capitale necessario. Oltre la metà delle imbarcazioni di questo segmento della flotta si trova in tre porti: Władysławowo, Kołobrzeg, Ustka. Il porto principale è Władysławowo. Negli ultimi anni, il porto di Darłowo ha perso importanza. Nel 2009 l'età media delle imbarcazioni si aggirava sui 40 anni, ma il 37% della flotta ha oltre 46 anni. I pescherecci della flotta del Baltico utilizzano diversi attrezzi da pesca, come reti da posta, palangari e reti da traino di fondo e pelagiche. Generalmente dispongono di una potenza limitata e gli strumenti tecnici sono carenti. Tuttavia, alcuni pescherecci sono stati ammodernati e ne è stata migliorata l'attrezzatura tecnica. Il merluzzo bianco, che tradizionalmente rappresentava il 60-70% delle entrate dei pescatori, è la specie di maggiore rilevanza economica negli sbarchi di questo segmento della flotta. È stato il segmento della flotta più colpito dai piani d'azione nazionali attuati in seguito al superamento delle quote di merluzzo bianco. Lo spratto, l'aringa, il salmone e la trota di mare sono altre specie bersaglio di questo segmento della flotta. La flotta d'altura, che in passato operava nell'Antartico, nelle isole Malvine, in Nuova Zelanda e nei mari di Ojotsk e Bering, ha subito una forte diminuzione sia nel numero di imbarcazioni sia nella quantità delle catture e nelle zone di pesca sfruttate. La flotta polacca di grandi pescherecci a traino pelagici ha subito un brusco calo negli ultimi vent'anni e il numero di imbarcazioni, che nel 1990 era pari a 77, fu ridotto a quattro nel 2009, ossia una riduzione del 95%. I quattro pescherecci hanno un'età media di 19 anni. La stazza è di 21 300 TSL, mentre la potenza si attesta sui 18 400 kW. La stazza media è pari a 5 325 TSL e la potenza media a 4 600 kW. 33 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione Grafico 5: Evoluzione della flotta polacca d'altura 90 Numero di imbarcazioni 80 70 60 50 Flotta d'altura 40 Flotta ausiliaria d'altura 30 20 10 2010 2008 2006 2004 2002 2000 1998 1996 1994 1992 1990 0 Fonte: Ministero dell'Agricoltura e dello sviluppo rurale e registro della flotta peschereccia dell'Unione europea. Elaborazione propria. Fino agli anni Ottanta, la flotta d'altura polacca era tra le più importanti al mondo e le sue catture annuali negli anni Settanta e Ottanta raggiungevano diverse centinaia di migliaia di tonnellate, ossia circa il 50% delle catture complessive in Polonia. Il declino di questo segmento è iniziato con l'introduzione delle zone economiche esclusive riservate agli Stati costieri. Il calo registrato negli anni Settanta si è aggravato negli anni Novanta e il segmento dedito alla pesca d'altura polacco si trovò ad affrontare una crisi che si aggravò successivamente per motivi politici. I profondi cambiamenti nei regimi internazionali della pesca uniti ai successivi tagli alle sovvenzioni nazionali hanno avuto gravi ripercussioni sulla struttura e la produzione della flotta; inoltre il deficit degli approvvigionamenti provocò una forte riduzione dei consumi ittici all'inizio degli anni Novanta. Le attività di pesca d'altura erano a carico della flotta peschereccia di tre società statali: Dalmor, Gryf e Odra. Le società che gestivano la flotta d'altura furono privatizzate in un momento in cui erano fortemente dipendenti dalle catture di merluzzo dell'Alaska nel mare di Ojotsk e in cui il prezzo dei diritti d'accesso a tale zona di pesca stavano aumentando nettamente. Tra il 1990 e il 1995 ebbe luogo la trasformazione economica e si ridusse la produttività nelle zone di pesca d'altura. La riduzione della flotta in quel periodo fu determinata dall'adeguamento del potenziale di pesca a più limitate possibilità di pesca e dagli sforzi compiuti dalle società per aumentare la produttività del lavoro. Tale calo fu causato, in parte, dalla decisione di abbandonare le acque poco produttive di Terranova e della Mauritania, dalle restrizioni dell'accesso dei pescherecci d'altura polacchi ad altre zone di pesca e dal processo di adeguamento alla nuova situazione economica dopo il 1989-90. Nel 1990 la flotta ausiliaria per la pesca d'altura disponeva di 110 imbarcazioni, ridotte a zero nel 1998. Nel 2008 le catture della pesca d'altura diminuirono a 14 000 tonnellate, una riduzione notevole rispetto alle 320 000 del 1990. Attualmente, le catture principali sono quelle dei piccoli pelagici. I sugarelli rappresentano circa il 57% delle catture e il krill il 10%. Altri piccoli 34 La pesca in Polonia pelagici hanno un ruolo meno importante: l'alaccia rappresenta circa il 9% delle catture, la sardina l'8% e lo sgombro il 6%. Negli anni Novanta la pesca d'altura polacca si concentrava principalmente su una sola specie, il merluzzo dell'Alaska, catturato nelle acque dei mari di Bering e di Ojotsk. Tale specie rappresentava il 60% del totale delle catture, mentre oggi non è più catturato. Attualmente, la flotta peschereccia d'altura opera nelle zone di pesca dell'Antartico, dell'Atlantico centro-orientale e, occasionalmente, del Pacifico meridionale. Nel 2008, le catture provenienti da tali zone di pesca rappresentavano rispettivamente solo il 6 e il 3% del volume totale. Ora vi è una sola società pubblica attiva nella pesca d'altura: Dalmor (PPPiH). Possiede un solo peschereccio a traino che generalmente pesca krill nell'Antartico, sebbene occasionalmente operi nel Pacifico sudorientale. Gli altri tre pescherecci a traino d'altura appartengono alla società per azioni Organizzazione dei produttori dell'Atlantico del Nord. Un peschereccio opera nell'Atlantico nordorientale, mentre gli altri due pescano in Mauritania e occasionalmente si spostano nel Pacifico sudorientale. Tabella 6: Quota della flotta peschereccia polacca nella flotta dell'UE a 27 per segmenti di stazza 40% 35% 30% 25% Imbarcazioni TSL 20% kW 15% 10% 5% 104 108 96 - 104 92 - 96 64 - 92 60 - 64 36 - 60 32 - 36 28 - 32 24 - 28 20 - 24 16 - 20 12 - 16 8 - 12 4-8 <4 0% Fonte: Elaborazione propria basata sul registro della flotta peschereccia dell'Unione europea. Nell'ambito della flotta peschereccia dell'UE a 27, la flotta polacca occupa una posizione chiave solo in certi segmenti con imbarcazioni di lunghezza maggiore, in particolare, nei segmenti da 92 a 96 metri (un peschereccio d'altura) e da 104 a 108 metri (due pescherecci d'altura). Il quarto peschereccio d'altura appartiene al segmento dai 60 ai 64 metri di lunghezza. La flotta del Baltico ha una certa importanza solo nei segmenti tra i 24 e i 28 metri, e tra i 16 e i 20 metri di lunghezza. 35 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione 6.2. Attrezzi da pesca Nella tabella di seguito si illustrano i principali attrezzi dichiarati a norma del regolamento (CE) n. 26/2004 relativo al registro della flotta peschereccia comunitaria. Tabella 7: Attrezzi da pesca della flotta polacca % TOTALE Attrezzo principale GNS OTM OTB FPO LLS PTB LLD TOTAL E Reti da posta calate (ancorate) Reti da traino pelagiche a divergenti Reti a strascico a divergenti Nasse Palangari fissi Reti a strascico a coppia Palangari derivanti Altro N. di imbarc azioni 62% TSL kW Dimensione media TSL kW media medi 11% 29% 9 51 4% 63% 29% 837 906 14% 15% 4% 1% 0% 0% 100% 23% 1% 1% 1% 0% 0% 100% 32% 6% 2% 1% 1% 0% 100% 76 3 11 42 62 5 47 258 39 56 218 252 24 109 Fonte: Elaborazione propria basata sul registro della flotta peschereccia dell'Unione europea. Gli attrezzi più utilizzati sono le reti ancorate o reti da posta calate (62% dei pescherecci), le nasse (15%) e le reti a strascico (14%). Le reti ancorate e le nasse sono tradizionalmente usate nella pesca costiera artigianale mentre le reti a strascico sono impiegate in maggiore misura dai pescherecci che operano nel Mar Baltico. Le reti da traino pelagiche sono utilizzate solo da un 4% dei pescherecci che rappresentano circa il 63% della stazza totale e il 29% della potenza. I grandi pescherecci a traino pelagici sono molto specializzati e non utilizzano attrezzi secondari. Vi sono tuttavia 25 pescherecci a traino pelagici di medie dimensioni che operano nel Baltico utilizzando reti a strascico a divergenti come attrezzo secondario. Tutti i pescherecci a strascico che pescano nel Baltico utilizzano attrezzi secondari, reti ancorate o reti da traino pelagiche a divergenti o a coppia. Allo stesso modo, la maggior parte delle imbarcazioni che utilizzano reti ancorate come attrezzo principale, utilizzano inoltre palangari fissi come attrezzo secondario e una piccola percentuale anche palangari derivanti. 6.3. Adeguamento strutturale della flotta peschereccia polacca Nel corso degli ultimi vent'anni, la flotta peschereccia polacca è stata sottoposta a un intenso processo di adeguamento strutturale. Dopo la crisi dovuta alle restrizioni di accesso alle zone di pesca, la flotta polacca ha subito gli effetti del processo di trasformazione economica del paese. Inoltre, prima dell'adesione all'Unione europea è stato avviato un processo di riduzione della flotta. Tuttavia, ciò non ha consentito di risolvere i problemi, come dimostrato dalle difficoltà dovute al superamento delle quote di merluzzo bianco nel 2007. Tale situazione, causata da una scarsa redditività di alcuni segmenti della flotta, ha portato alla creazione di alcuni programmi d'azione nazionale nei quali la gestione della flotta giocava un ruolo importante. 36 La pesca in Polonia Come in altri Stati membri dell'Unione europea, per adeguare la capacità di pesca allo stato delle risorse, e in conseguenza della crisi che ha colpito il settore della pesca, la flotta peschereccia polacca ha subito una serie di cambiamenti sostanziali sia in termini di dimensioni sia di caratteristiche. Dal 2004 il numero di navi della flotta peschereccia polacca si è ridotto del 36%, la stazza totale del 19% e la potenza totale del 41%. Inizialmente si registrò una diminuzione sia nel numero di imbarcazioni sia per quanto riguarda la stazza o la potenza. In seguito, nel 2008, vi fu un aumento della stazza nell'ambito del processo di sostituzione dei pescherecci. Grafico 6: Evoluzione della flotta peschereccia polacca. 2004 = 100 110 100 90 N. Imbarcazioni 80 TSL kW 70 60 50 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Fonte: Elaborazione propria basata sul registro della flotta peschereccia dell'Unione europea. Grazie al numero relativamente ridotto di pescherecci della flotta polacca, la tendenza generale è mascherata dall'entrata o dall'uscita di pescherecci di grandi dimensioni. È possibile ottenere una visione più dettagliata dell'evoluzione della flotta facendo ricorso alle informazioni del registro della flotta peschereccia dell'Unione europea nell'ambito del sistema di entrate e di uscite. Nel giugno 2004 si è verificata una diminuzione di circa il 20% della stazza, ma solo del 6% della potenza totale. Tale diminuzione è dovuta all'uscita di tre grandi imbarcazioni con una stazza media di 3 850 TSL. Nel settembre 2005 la stazza totale è scesa del 15% circa, mentre la potenza solamente dell'8%. In questo caso sono uscite dalla flotta 25 imbarcazioni con una stazza media di 229 TSL. Nel maggio 2006 vi è stato un aumento del 14% della stazza, ma solo del 3% di potenza totale, grazie all'entrata di un'imbarcazione di 3 900 TSL. Inoltre, nell'ottobre 2008, la stazza aumentò del 25%, mentre la potenza solo del 5%, grazie all'entrata di cinque pescherecci di 1 500 TSL. Da settembre 2009 vi sono state delle riduzioni importanti e uniformi in proporzione per quanto riguarda la stanza e la potenza, in generale dovute al ritiro di pescherecci di medie e piccole dimensioni. 37 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione Grafico 7: Flotta polacca. entrata/uscita Percentuale sul limite massimo nel sistema 100% 95% 90% 85% % TSL 80% % kW 75% 70% 65% 31/12/2009 01/09/2009 01/05/2009 01/01/2009 01/09/2008 01/05/2008 01/01/2008 01/09/2007 01/05/2007 01/01/2007 01/09/2006 01/05/2006 01/01/2006 01/09/2005 01/05/2005 01/01/2005 01/09/2004 01/05/2004 60% Fonte: Elaborazione propria basata sul registro della flotta peschereccia dell'Unione europea. Subito dopo l'adesione della Polonia all'Unione europea, la stazza della sua flotta scese fino a circa il 75% del livello massimo nel sistema di entrate ed uscite. La stazza è diminuita ulteriormente fino al 62% nel novembre 2005. Tale margine rimase molto elevato fino all'ottobre 2008. I cambiamenti nella potenza totale avvennero entro margini molto più stretti, e la potenza scese sotto l'85% solo durante un breve periodo alla fine del 2005 e nell'aprile 2006. Tale processo si traduce nell'uscita di imbarcazioni tipiche della flotta peschereccia del Baltico e l'entrata di grandi pescherecci a traino pelagici, con una stazza unitaria decisamente superiore e una maggiore potenza unitaria. Considerando l'insufficiente aumento delle opportunità di pesca d'altura, le ragioni di tale processo vanno ricercate nella riduzione della redditività dovuta al degrado del rapporto tra il prezzo dei prodotti ittici e il prezzo del combustibile, che penalizza la flotta del Baltico. Per analizzare, in una logica comparativa, l'evoluzione della flotta polacca in una determinata prospettiva temporale, è necessario confrontarla con la flotta dell'Unione europea. Dal momento che la flotta dell'UE a 25 supera il 97% della flotta dell'UE a 27, è opportuno utilizzarla come riferimento, in quanto il periodo di comparazione è maggiore di due anni. 38 La pesca in Polonia Grafico 8: Quota della flotta peschereccia polacca nella flotta dell'UE a 25 3% 2% 2% Imbarcazioni TSL 1% kW 1% 0% 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Fonte: Elaborazione propria basata sul registro della flotta peschereccia dell'Unione europea. La flotta polacca ha seguito un'evoluzione leggermente diversa da quella dell'Unione europea. La riduzione del numero di pescherecci e della potenza è stata leggermente più marcata rispetto all'Unione europea, soprattutto a causa del ritiro dei grandi pescherecci nel 2004. Tuttavia, nel 2008, si è assistito a un aumento della stazza grazie all'inserimento di grandi pescherecci a traino pelagici. Grafico 9: Raffronto dei principali parametri della flotta polacca e della flotta dell'UE a 25. 2,4 2,2 2,0 UE 25 = 1 1,8 1,6 TSL medio 1,4 kW medio 1,2 kW / TSL 1,0 0,8 0,6 2010 2009 2008 2007 2006 2005 2004 0,4 Fonte: Elaborazione propria basata sul registro della flotta peschereccia dell'Unione europea. Si osserva così che la flotta polacca presenta una potenza unitaria media superiore rispetto a quella dell'intera flotta dell'UE a 25. Anche la stazza unitaria media era molto superiore, ma nel 2008 è aumentata ancor di più fino a raddoppiare la media dell'Unione. La potenza per tonnellata è invece calata progressivamente, avvicinandosi alla metà della media 39 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione dell'UE a 25. L'evoluzione di tali parametri dimostra che, oltre alla riduzione del numero di imbarcazioni, si sta verificando un processo di rinnovamento e ammodernamento, soprattutto per quanto riguarda i grandi pescherecci a traino pelagici. 6.4. Distribuzione regionale della flotta peschereccia I pescherecci di maggiori dimensioni sono registrati nei porti della regione di Danzica, Gdynia, Sopot. Vi è registrato solo il 6% del totale dei pescherecci della flotta polacca, che rappresentano tuttavia il 60% della stazza totale della flotta e il 26% della potenza. All'estremo opposto si trovano le regioni di Elblaski e Szczecinski. Nei porti di entrambe le regioni, è registrato il 28% del totale dei pescherecci della flotta polacca che, tuttavia, rappresenta solo il 5% della stazza totale della flotta e il 13% della potenza. Si tratta di regioni nelle quali si concentra il grosso del segmento della flotta dedita alla piccola pesca costiera nelle lagune di Stettino e Masuria, caratterizzate da una presenza scarsa o nulla della flotta del Baltico. Tabella 8: Distribuzione regionale della flotta peschereccia polacca (dicembre 2010) Percentuale sul totale della flotta TSL medio kW medio N. di TSL kW imbarcazioni DANZICA-GDYNIASOPOT 48 22.248 22.623 464 471 GDANSKI 257 6.128 24.639 24 96 SLUPSKI 113 3.154 12.528 28 111 54 137 2.353 3 44 KOSZALINSKI 154 3.820 15.709 25 102 SZCZECINSKI 168 1.548 8.857 9 53 TOTALE 794 37.036 86.708 47 109 ELBLASKI Fonte: Elaborazione propria basata sul registro della flotta peschereccia dell'Unione europea. Il segmento che potremmo considerare come il più rappresentativo per la pesca nel Baltico ha, invece, base nei porti di Gdanski, Slupski e Koszalinski. Nei porti delle tre regioni opera il 66% del totale dei pescherecci della flotta polacca che rappresenta il 35% della stazza totale della flotta e il 61% della potenza. 40 La pesca in Polonia Mappa 4: Distribuzione regionale della flotta peschereccia polacca Fonte: Elaborazione propria basata sul registro della flotta peschereccia dell'Unione europea. 41 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione 42 La pesca in Polonia 7. PORTI Lungo la costa polacca del Mar Baltico si trovano in totale 59 punti di sbarco, tra porti di pesca e altri luoghi considerati adatti. I tre porti di pesca principali sono Władysławowo, Kołobrzeg ed Hel, nei quali è effettuato il 75% del totale degli sbarchi. Circa la metà dei punti di sbarco si trova sulla spiaggia ed è dotata di scarse attrezzature: consistono generalmente di un semplice molo o un verricello per trascinare le imbarcazioni verso la spiaggia. In particolare per i pescherecci di maggiori dimensioni, di lunghezza superiore ai 16 metri, sono dieci i porti di pesca principali. Sulla costa occidentale, sotto il controllo della capitaneria di porto di Stettino: Świnoujście, Dziwnów. Sulla costa centrale, sotto il controllo della capitaneria di porto di Slupsk: Kołobrzeg, Darłowo, Ustka, Leba. Sulla costa orientale, sotto il controllo della capitaneria di porto di Gdynia: Władysławowo, Jastarnia, Hel, Gdynia. Mappa 5: Principali porti di pesca della Polonia Tra i porti principali occupano un posto di primo piano Kołobrzeg, Darłowo, Ustka, Władysławowo e Hel per il volume degli sbarchi, il numero di pescherecci e le loro attrezzature. In Polonia vi sono poi altri tre grandi porti commerciali nei quali sono registrate le società che operano nel settore della pesca d'altura: Świnoujście, Stettino e Gdynia. 43 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione Tabella 9: Principali porti di registrazione della flotta PORTO NUTS 3 NUTS 2 Gdynia Danzica-GdyniaSopot Pomorskie Wladyslawowo Gdanski Kolobrzeg Koszalinski Ustka Navi TSL media kW medi TSL kW 6 21.586 19.088 3.598 3.181 Pomorskie 58 3.714 12.366 64 213 Zachodniopomorskie 56 2.810 9.915 50 177 Slupski Pomorskie 74 2.545 9.307 34 126 Hel Gdanski Pomorskie 22 1.298 4.225 59 192 Jastarnia Gdanski Pomorskie 46 683 3.760 15 82 Dziwnow Szczecinski Zachodniopomorskie 19 584 2.396 31 126 Leba Slupski Pomorskie 33 578 3.005 18 91 Darlowo Koszalinski Zachodniopomorskie 33 575 2.825 17 86 Swinoujscie Szczecinski Zachodniopomorskie 26 461 2.712 18 104 Danzica Danzica-GdyniaSopot Pomorskie 4 341 1.116 85 279 Gorki Zachodnie Pomorskie 4 167 1.052 42 263 Kuznica Danzica-GdyniaSopot Gdanski Pomorskie 28 128 666 5 24 Chlopy Koszalinski Zachodniopomorskie 12 125 935 10 78 Uniesty Koszalinski Zachodniopomorskie 14 112 655 8 47 Trzebiez Szczecinski Zachodniopomorskie 34 110 846 3 25 Jaroslawiec Koszalinski Zachodniopomorskie 20 99 771 5 39 Ustronie Morskie Koszalinski Zachodniopomorskie Nowa Pasleka Elblaski WarmińskoMazurskie Gorki Wschodnie Miedzyzdroje Danzica-GdyniaSopot Szczecinski Mrzezyno Szczecinski 8 59 298 7 37 23 52 867 2 38 Pomorskie 2 51 303 25 152 Zachodniopomorskie 5 50 350 10 70 Zachodniopomorskie 4 49 320 12 80 Fonte: Elaborazione propria basata sul registro della flotta peschereccia dell'Unione europea. Le imbarcazioni sono registrate in 75 porti, ma il 67% di esse, che rappresenta il 98% della stazza totale e il 90% della potenza totale della flotta peschereccia polacca, è registrato in soli 22 porti. 44 La pesca in Polonia 8. L'INDUSTRIA DI TRASFORMAZIONE Prima del 1990 esistevano cinque grandi società statali e oltre 20 fabbriche a capitale pubblico e cooperative produttrici di pesce affumicato, marinato e prodotti ittici di salagione. A partire dal 1990, l'industria di trasformazione a capitale privato ha sperimentato una forte crescita in Polonia. È stato calcolato che, nel momento di massima espansione, vi fossero oltre 400 fabbriche di trasformazione nella quale lavoravano circa 16 000 persone. Nel 2008 tale settore occupava 17 595 persone. La maggioranza delle società (circa il 70%) si trova lungo il cordone litorale, ma un numero considerevole di società ha sede nelle regioni meridionali, vicino ai grandi mercati per i prodotti ittici. Verso la fine degli anni Novanta, il settore ha vissuto una fase di contrazione e concentrazione graduale, favorita dalle prospettive dell'adesione all'Unione europea e dalla necessità di ammodernare le strutture e migliorare la qualità. Ci si attendeva che tale processo di concentrazione avrebbe consentito di raccogliere sufficienti risorse finanziarie per migliorare i livelli di commercializzazione. Ha una certa importanza anche il crescente flusso di capitali provenienti dall'estero rilevato negli ultimi anni. Solo le società forti, con una posizione solida, riuscirono a resistere a tali processi e per questo alcune fabbriche di trasformazione sono scomparse o sono state assorbite da altre più grandi. Tra il 1999 e il 2009, il numero di società registrate presso l'Ufficio di ispezione veterinaria scese da 388 a 248, mentre il volume dei prodotti trasformati e l'occupazione sono aumentati così come sono migliorati i risultati economici. L'industria di trasformazione è molto importante per l'economia complessiva del settore della pesca polacco. Le catture della flotta d'alto mare sono lavorate a bordo ed esportate sotto forma di filetti, pesce congelato e farina di pesce nei mercati dell'UE e del Giappone. Le catture del Baltico sono sbarcate principalmente nei porti polacchi e vendute intere o sviscerate alle società di trasformazione del pesce. A causa della mancanza di strutture per la produzione di farina di pesce, una parte consistente delle catture è destinata al consumo umano diretto. Nel 2005 circa 30 000 tonnellate di pesce, in particolare spratto, sono state esportate in Danimarca per la produzione di farina di pesce e altre 95 000 sono state destinate al consumo umano. Nell'industria di trasformazione si possono individuare due sottosettori: quello della prima trasformazione, ossia la separazione delle parti commestibili, e quello della trasformazione in prodotti caratterizzati da un'elevata lavorazione, come i prodotti inscatolati, marinati, affumicati, in salagione e altri. L'80% del totale delle società di trasformazione è costituito da piccole fabbriche con meno di 20 dipendenti; il 10% di tali società è di dimensioni medie con un numero di dipendenti compreso tra i 21 e i 50, e il rimanente 10% è composto da grandi società con oltre 50 dipendenti. In seguito al consolidamento degli ultimi anni, le tre società principali, con oltre 500 dipendenti, rappresentano complessivamente il 22% dell'occupazione nell'industria di trasformazione e controllano il 75% del mercato dei prodotti ittici trasformati. L'aringa rappresenta il 33% delle materie prime per l'industria. Pesce bianco, merluzzo bianco, merluzzo dell'Alaska, ecc. occupano il secondo posto con circa il 30% e lo spratto il 14%. L'industria polacca usa sempre più materie prime importate a causa delle limitazioni di accesso della flotta polacca alle risorse, della scarsa qualità tecnica delle catture nel Baltico e della liberalizzazione del commercio estero a partire dagli anni Novanta. Le materie prime e i prodotti semilavorati importati sono per lo più pesci pelagici come l'aringa e lo sgombro. 45 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione Il commercio di salmone è aumentato in modo notevole negli ultimi anni. La maggior parte del salmone crudo è affumicata e trasformata in altri prodotti ad elevato valore aggiunto e è esportata in Germania, Danimarca o Francia. Nel 2005 la Polonia è stata il principale fornitore di salmone affumicato per il mercato tedesco. Grafico 10: Produzione di prodotti ittici trasformati 90.000 80.000 70.000 Congelati 60.000 Salagione T 50.000 Affumicati 40.000 Preparati 30.000 Conserve inscatolate Altri 20.000 10.000 0 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Fonte: Ministero dell'Agricoltura e dello sviluppo rurale. Elaborazione propria. La produzione dell'industria della trasformazione raggiunge le 220 000 tonnellate, con una sempre maggiore quantità di prodotti affumicati. La domanda supera ancora la produzione locale e l'industria della trasformazione dei prodotti ittici polacca dipende dalle importazioni di materie prime. La produzione delle fabbriche di prodotti affumicati, marinati e di salagione dipende, in larga misura, dalle materie prime importate. L'industria conserviera lavora con materie prime nazionali (spratto e aringa) e di importazione (principalmente aringa, sgombro e salmone). L'aringa congelata di importazione è impiegata come materia prima per i prodotti affumicati e le conserve. Il pesce bianco, come il merluzzo dell'Alaska, il nasello e il merluzzo bianco del Baltico, è destinato principalmente alla preparazione di prodotti congelati. 46 La pesca in Polonia 9. DISTRIBUZIONE COMMERCIALE E CONSUMO In Polonia, il consumo di pesce e prodotti derivati è limitato: corrisponde alla metà del consumo medio dell'Unione europea. Tuttavia, la diminuzione dei prezzi dei prodotti ittici e un cambiamento delle preferenze dei consumatori ne stanno favorendo il consumo, soprattutto delle specie marine. Tradizionalmente, il pesce più consumato in Polonia era l'aringa. Negli ultimi anni, invece, il merluzzo dell'Alaska ne insidia il primo posto nei consumi. Si sta inoltre sviluppando rapidamente il consumo di pangasio grazie al suo prezzo contenuto. Sebbene in misura molto minore, sta aumentando anche il consumo di salmone e di tonno. È invece in calo il consumo di nasello. Tra i pesci d'acqua dolce, la specie più importante è la carpa. Nonostante la sua crescita nominale, dal 1990 si è registrata una forte caduta dei prezzi reali percepiti dai pescatori del Baltico. Durante il periodo della transizione economica, i prezzi d'acquisto sono triplicati nel caso dell'aringa e quintuplicati nel caso della passera di mare e dello spratto. Nello stesso periodo, i prezzi dei beni di consumo e dei servizi sono aumentati di 11 volte, mentre i prezzi dei prodotti vegetali e animali pagati agli agricoltori sono cresciuti di 6 e 7 volte. Tale situazione è stata determinata essenzialmente dalla debole posizione di mercato dei pescatori e dalla presenza di numerosi intermediari nel commercio dei prodotti ittici. Allo stesso tempo, l'abbassamento della qualità delle catture e le nuove abitudini di consumo che preferiscono prodotti importati hanno peggiorato ulteriormente la condizione dei pescatori polacchi. La forte fluttuazione dei prezzi nei porti di pesca rappresenta un problema. Le fluttuazioni riflettono gli aumenti improvvisi di approvvigionamento o l'incapacità del porto di smerciare o trasformare il volume offerto. Durante la prima vendita nel punto di sbarco, il collegamento tra i pescatori e il resto della catena di valore è insufficiente. Nei mercati del pesce, le aste non sono sufficientemente sviluppate. Inoltre, la mancanza di grossisti specializzati nelle grandi città limita la distribuzione di pesce fresco. Nonostante la rapida transizione dal sistema statale centralizzato verso l'economia di mercato, il settore della pesca subisce le conseguenze della carenza di strutture per le aste e la distribuzione commerciale. Dal 1992, anno in cui è stato eliminato il monopolio statale (Centrala Rybna), le transazioni sono state caratterizzate da una forte disuguaglianza e dalla mancanza di coerenza. I commercianti a volte ritardano i pagamenti e sono frequenti i casi di un'eccessiva o insufficiente fornitura di aringa, che comportano una certa instabilità dei prezzi. La raccolta e la diffusione di informazioni sulla pesca in Polonia offrono un'importante possibilità di miglioramento. Le carenze relative alle vendite all'asta complicano la fissazione dei prezzi in modo trasparente durante la prima vendita, a discapito dei pescatori. A loro volta, la mancanza di mercati all'ingrosso ostacola la determinazione di prezzi trasparenti nei mercati cittadini e complica la distribuzione. Il pesce è venduto in oltre 1 200 stabilimenti, dai negozi specializzati fino ai supermercati e agli ipermercati. La proliferazione delle catene di supermercati favorisce una migliore distribuzione e un maggiore consumo di pesce fresco. Gli ipermercati più grandi offrono, tra gli altri prodotti, una grande varietà di pesce fresco, congelato e trasformato, e dedicano uno spazio piuttosto ampio alla sua vendita. Inoltre, in particolare nelle città più piccole, si trovano ancora i venditori ambulanti di pesce. 47 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione Nei quattro principali porti di pesca esistono dei mercati per la prima vendita del pesce (LCPSR). Tuttavia, è ancora ridotto il volume commercializzato in tali mercati. Il volume delle vendite è considerevole solo a Kołobrzeg. A Ustka, invece, il volume delle vendite non è sufficiente nemmeno a coprire le spese operative. Questi mercati non richiamano i pescatori che preferiscono ancora vendere una parte consistente del pesce tramite il contatto diretto con i clienti. Questi centri locali sono stati creati con l'obiettivo di trasferirne la gestione alle organizzazioni di produttori della pesca tramite la vendita o la concessione in affitto. Nel novembre 2009, tale cessione fu effettuata a Darłowo, dove il mercato all'asta del pesce era rimasto inattivo per 5 anni. In Polonia vi sono sei organizzazioni di produttori costituite tra il 2004 e il 2005. A Varsavia ha sede la Północnoatlantycka Organizacja Producentów Sp. z o.o. (Organizzazione dei produttori dell'Atlantico del Nord) che si occupa della pesca d'altura. A Toruń si trova l'Organizacja Pracodawców – Producentów Ryb Śródlądowych (Organizzazione dei datori di lavoro e dei produttori della pesca interna). Le altre quattro organizzazioni di produttori sono attive nell'ambito della pesca costiera e locale. La Krajowa Izba Producentów Ryb (Camera nazionale dei produttori ittici) ha sede a Ustka, la Zrzeszenie Rybaków Morskich – Organizacja Producentów (Associazione dei pescatori in mare e organizzazione di produttori) a Gdynia, l'Organizacja Producentów Rybnych Władysławowo Sp. z o.o. (Organizzazione dei produttori ittici di Władysławowo) a Władysławowo e la Kołobrzeska Grupa Producentów Ryb Sp. z o.o. (Gruppo dei produttori ittici) a Kołobrzeg. Il commercio estero del pesce e dei prodotti derivati costituisce una componente importante del commercio di prodotti alimentari e agricoli dalla Polonia. Il commercio estero della Polonia in prodotti ittici è deficitario. Sebbene sia le importazioni che le esportazioni stiano aumentando in modo consistente, il tasso di crescita delle importazioni è più sostenuto. Questo causa un peggioramento progressivo della bilancia del commercio estero. Nel 2010 il deficit superava le 250 000 tonnellate. Il pesce è esportato principalmente nello spazio economico europeo e, in particolare, verso gli Stati membri dell'UE. Dall'ampliamento, circa l'85% delle esportazioni di prodotti ittici è stato effettuato all'interno dell'UE. La Polonia esporta verso l'UE principalmente pesce fresco (spratto del Baltico), filetti di pesce, conserve, prodotti ittici e pesce affumicato (salmone e trota). Tra le esportazioni, il pesce fresco occupa un posto di primo piano, seguito dai prodotti lavorati e dalle conserve di pesce. La Polonia esporta principalmente spratto per la produzione di farine di pesce, e aringa e merluzzo bianco effettuando gli sbarchi direttamente nei porti olandesi, svedesi e russi. Anche il salmone affumicato, la trota e i gamberi raggiungono un valore considerevole. In particolare, le esportazioni di salmone affumicato stanno crescendo in modo sostenuto e sono destinate principalmente alla Germania. 48 La pesca in Polonia Grafico 11: Commercio estero di prodotti ittici in Polonia 500.000 400.000 300.000 200.000 Tm Import Export 100.000 Bilancia 0 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 -100.000 -200.000 -300.000 Fonte: Eurostat. Elaborazione propria. Dagli anni Ottanta, oltre la metà delle esportazioni polacche di prodotti della pesca sono effettuate direttamente dai pescherecci d'altura tramite il trasbordo su pescherecci di paesi terzi. Con l'estensione delle zone economiche esclusive fino a 200 miglia nautiche, la flotta polacca perse l'accesso ad alcune zone di pesca e si dovette spostare verso altre zone più lontane o pagare canoni sempre maggiori per l'accesso alle risorse. La Polonia ha così avviato una pratica chiamata "klondyking": consisteva nell'acquistare pesce da pescherecci battenti bandiera di altri paesi, per poi lavorarlo a bordo ed esportare i filetti congelati. Tale pratica si è sviluppata sulla base di accordi bilaterali con Canada o Russia nel Pacifico del nord. All'inizio si rivelò vantaggiosa per entrambe le parti. I pescherecci polacchi proseguivano le proprie attività, mentre la controparte ne otteneva una compensazione economica immediata e stabile. L'accordo non fu rinnovato quando la Russia decise di non assegnare delle quote ai pescherecci stranieri nei mari di Bering e di Ojotsk a causa del cattivo stato di conservazione delle risorse. L'accordo con il Canada terminò quando i pescherecci polacchi non riuscirono più a pagare i prezzi elevati richiesti per il pesce. Questa situazione condusse al fallimento di due delle tre società di pesca d'altura. Attualmente, tale pratica con altri paesi è solo marginale. Le importazioni, in prevalenza di materie prime, refrigerate o congelate, sono utilizzate per la successiva lavorazione. Tradizionalmente, le principali specie importate erano l'aringa e, in misura molto inferiore, lo sgombro. Seguendo la tendenza dei consumi, l'aringa è gradualmente sostituita da merluzzo dell'Alaska, nasello, salmone e tonno. Le importazioni di pangasio sono aumentate rapidamente, ma rimane da verificare se tale tendenza si consoliderà sul lungo termine. Sono diminuite anche le importazioni di sgombro congelato. Il pesce, i filetti e altri prodotti ittici lavorati congelati rappresentano la maggior parte del volume totale delle importazioni del 2003. A metà degli anni Novanta, tale percentuale era 49 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione ancora maggiore, ma le importazioni di pesce congelato diminuiscono anno dopo anno, mentre sono in aumento quelle di pesce fresco e delle conserve di pesce. Tradizionalmente, il pesce e i prodotti derivati provengono principalmente dai paesi dell'EFTA, e fondamentalmente dalla Norvegia, ma tale flusso commerciale segue una tendenza al ribasso dal 1998, cedendo il passo ad altri paesi di origine come Argentina, Thailandia, Cina o Vietnam. Nell'ambito dell'Unione europea, i principali fornitori sono Danimarca e Paesi Bassi. La Polonia continuerà a importare materie prime di buona qualità a causa della continua diminuzione dell'approvvigionamento nazionale e al potenziale aumento della domanda dei mercati dell'Europa centrale e orientale. Grazie ai numerosi porti d'ingresso e alla sua posizione geografica centrale, la Polonia è al tempo stesso un punto idoneo per il trasbordo delle materie prime destinate ai mercati di trasformazione dell'Europa centrale e orientale. Grafico 12: Prezzi medi delle importazioni e delle esportazioni dei prodotti della pesca 6,0 5,0 € / Kg 4,0 Import 3,0 Export 2,0 1,0 0,0 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Fonte: Eurostat. Elaborazione propria. Il fatto che le importazioni siano costituite essenzialmente da materie prime per la trasformazione e le esportazioni da prodotti lavorati si riflette sui prezzi medi che sono molto più elevati per quanto riguarda le esportazioni rispetto alle importazioni. Il prezzo medio delle esportazioni presenta, tuttavia, una variabilità molto maggiore. Questa situazione è dovuta alle variazioni delle esportazioni di spratto che hanno un valore molto inferiore rispetto ai prodotti lavorati. 50 La pesca in Polonia 10. FONDO EUROPEO PER LA PESCA Il programma operativo per lo sviluppo sostenibile del settore della pesca e delle zone di pesca costiere per il periodo 2007-2013 è il documento che definisce gli orientamenti per l'impiego dei fondi strutturali in Polonia per il periodo 2007-2013. È articolato su cinque assi. Tabella 10: Programma operativo 2007-2013 PROGRAMMAZIO NE milioni di EUR TOTALE FEP ASSE Percentuale sul totale 1. Adeguamento dello sforzo di pesca. 2. Investimenti in acquacoltura, trasformazione e commercializzazione dei prodotti della pesca e dell'acquacoltura. 225,1 195,8 168,8 146,8 23% 20% 3. Misure di interesse generale. 4. Sviluppo sostenibile delle zone di pesca. 195,8 313,2 146,8 234,9 20% 32% 5. Assistenza tecnica. TOTALE 48,9 978,8 0,0 734,1 5% 100% Per ogni asse, il fondo europeo per la pesca copre il 75% dell'ammontare delle azioni programmate. L'asse con gli stanziamenti maggiori era il 4, dedicato allo sviluppo sostenibile delle zone di pesca, con circa il 32% del totale. L'adeguamento dello sforzo di pesca costituisce il secondo asse, con il 23%, mentre gli investimenti o le misure di interesse generale disponevano entrambi del 20%, l'assistenza tecnica solo del 5%. Gli ammontari previsti per il programma operativo polacco 2007-2013 sono i più elevati tra i programmi dei paesi baltici. In tutta l'Unione europea, solo il programma spagnolo è più importante dal punto di vista finanziario. Il programma polacco rappresenta il 61% del totale dei programmi dei paesi baltici. La Danimarca rappresenta l'11% e la Svezia il 6% nonostante siano i paesi con le due flotte principali del Mar Baltico. Superata la metà del periodo di pianificazione del programma operativo, risulta evidente che il livello di esecuzione è disomogeneo e che per alcuni assi è molto ridotto o persino nullo. Per esempio, non erano state sostenute spese per alcuna azione dell'asse con gli stanziamenti maggiori, ossia quello dello sviluppo sostenibile delle zone di pesca, né per l'assistenza tecnica. Per l'asse 2, che copre gli investimenti in acquacoltura, trasformazione e commercializzazione, è stato impegnato oltre la metà dell'ammontare programmato, ma è stato effettuato circa il 10% dei pagamenti. È invece stato impegnato il 40% delle spese programmate per l'adeguamento dello sforzo di pesca o per le misure d'interesse generale. La maggior parte delle quantità programmate è stata impiegata e pagata nell'ambito dell'adeguamento dello sforzo di pesca. La linea più seguita è l'abbandono dell'attività, in particolare per la pesca del merluzzo bianco nel Baltico. 51 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione 52 La pesca in Polonia 11. ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI NEL BALTICO Negli ultimi anni, le azioni per lo sviluppo sostenibile nella regione del Mar Baltico sono migliorate molto dal punto di vista del coordinamento. Nel 2009 l'Unione europea ha adottato una strategia per la regione del Mar Baltico. Nel 2007 la Commissione di Helsinki ha rinnovato il piano d'azione per il Mar Baltico e, nello stesso anno, il consiglio degli Stati del Mar Baltico ha avviato il processo di riforma per affrontare le priorità ambientali a lungo termine, lo sviluppo economico, l'energia, l'istruzione e la cultura, nonché la sicurezza civile e la dimensione umana. 11.1. IBSFC La commissione internazionale per la pesca nel Mar Baltico è stata istituita in virtù dell'articolo V della Convenzione sulla pesca e sulla conservazione delle risorse biologiche nel Mar Baltico e nei Belt (Convenzione di Danzica), sottoscritta il 13 settembre 1973. L'articolo 1 della Convenzione definisce le competenze dell'IBSFC come segue: Gli Stati contraenti decidono di collaborare strettamente al fine di mantenere ed aumentare le risorse biologiche del mar Baltico e dei Belt e di ottenere il massimo rendimento, in particolare al fine di ampliare e coordinare gli studi in questo campo. Nell'articolo IX sono indicati i compiti della Commissione: coordinare la gestione delle risorse biologiche nella zona oggetto della Convenzione raccogliendo, aggregando, analizzando e divulgando dati statistici relativi, per esempio, alle catture, all'attività di pesca, nonché ad altre informazioni. A seguito dell'adesione della Comunità economica europea alla Convenzione, il 18 marzo 1984, la Commissione modificò il suo status di membro, con l'uscita contemporanea della Danimarca e della Repubblica federale di Germania. La riunificazione della Germania, nel 1990, ridusse a cinque il numero delle parti contraenti. Nel 1992 la Repubblica di Estonia, la Repubblica di Lettonia e la Repubblica di Lituania aderirono alla Convenzione. Finlandia e Svezia aderirono alla Comunità europea il 1° gennaio 1995 e, di conseguenza, si ritirarono dalla Convenzione. Dopo l'adesione all'Unione europea, anche Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia si ritirarono dalla Convenzione. Di conseguenza, il 95% della zona della Convenzione era costituita da acque comunitarie, mentre il rimanente 5% apparteneva alla Russia. Si trattava quindi di relazioni bilaterali. Risultava quindi sproporzionato e poco efficiente che un'organizzazione internazionale di pesca come l'IBSFC servisse da strumento per la gestione bilaterale delle risorse di pesca nel Mar Baltico. Il 20 dicembre 2004, pertanto, il Consiglio approvò il ritiro della Comunità dalla Convenzione di Danzica. L'IBSFC fu sciolta il 1° gennaio 2007. 11.2. COMMISSIONE DI HELSINKI La Commissione di Helsinki o HELCOM si occupa della protezione dell'ambiente marino nel Mar Baltico dall'inquinamento di qualsiasi origine tramite la cooperazione intergovernativa tra Danimarca, Estonia, Unione europea, Finlandia, Germania, Lettonia, Lituania, Polonia, Russia e Svezia. La Commissione di Helsinki è l'organo direttivo della Convenzione sulla protezione dell'ambiente marino della zona del Mar Baltico, meglio nota come Convenzione di Helsinki. 53 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione L'obiettivo principale della Commissione di Helsinki è la protezione dell'ambiente marino nel Mar Baltico dall'inquinamento di qualsiasi origine nonché il recupero e la salvaguardia del suo equilibrio ecologico. Per la prima volta nella storia, tutte le fonti di inquinamento che incidono su un intero mare sono oggetto di un'unica convenzione, sottoscritta nel 1974 da sette Stati costieri baltici. La Convenzione del 1974 è entrata in vigore il 3 maggio 1980. Alla luce dei cambiamenti politici e dei progressi ottenuti nell'ambito della legislazione internazionale in materia di ambiente marino nonché nell'ambito del diritto marittimo, tutti gli Stati costieri e la Comunità europea hanno sottoscritto una nuova Convenzione nel 1992. In seguito alla ratifica, la Convenzione entrò in vigore il 17 gennaio 2000. La Convenzione copre tutta la zona del Mar Baltico, comprese le acque interne, le acque del mare e il fondale marino. Sono inoltre adottate delle misure in tutto il bacino del Mar Baltico per ridurre l'inquinamento derivato da fonti telluriche. Le priorità della Commissione di Helsinki sono le seguenti: eutrofizzazione, in particolare il contributo dell'agricoltura; sostanze pericolose; il settore del trasporto su strada; il settore del trasporto marittimo, compresa l'applicazione della strategia del Mar Baltico; impatti ambientali della gestione e delle pratiche della pesca; protezione e conservazione della biodiversità marina e costiera; applicazione del programma d'azione comune per la protezione dell'ambiente e le raccomandazioni della Commissione di Helsinki. Il piano d'azione per il Mar Baltico di HELCOM è un programma per il recupero di un buono stato ecologico dell'ambiente marino nel Baltico nel 2021. La situazione ambientale del Mar Baltico è cambiata drasticamente negli ultimi decenni. Le attività umane, sia nel mare sia nel resto della zona d'influenza, esercitano una pressione sempre più forte sugli ecosistemi marini. Tra i problemi ambientali, il più grave e difficile da affrontare con gli approcci tradizionali è la persistente eutrofizzazione nel Mar Baltico. Le immissioni di sostanze pericolose pregiudica inoltre la biodiversità del Mar Baltico e la possibilità di un suo uso sostenibile. Il piano, elaborato nel 2005, mira a creare un ambiente marino sano, caratterizzato dall'equilibrio delle diverse componenti biologiche, che permetta lo sviluppo di un buono stato ecologico e favorisca le attività umane sostenibili. I punti chiave del piano d'azione sono: Eutrofizzazione Obiettivo: Un Mar Baltico non alterato da un apporto eccessivo di nutrienti. o Riduzione della concentrazione eccessiva di nutrienti o Chiarificazione delle acque o Ripristino dei livelli naturali di ossigeno o Riduzione della proliferazione eccessiva di alghe o Ripristino della distribuzione naturale delle piante e degli animali Sostanze pericolose Obiettivo: Determinare la concentrazione delle sostanze pericolose in prossimità dei livelli naturali 54 La pesca in Polonia o o o Riduzione delle concentrazioni generali Eliminazione dei problemi sanitari degli animali Rendere tutti i pesci adatti al consumo Attività marittime Obiettivo: Il traffico marittimo e le attività realizzate in alto mare devono rispettare l'ambiente o Riduzione degli incidenti e dei relativi danni per l'ambiente marino o Le attività marittime non devono causare alcun danno all'ambiente marino Biodiversità Obiettivo: Conservazione di condizioni favorevoli per la biodiversità o Recupero dei paesaggi naturali terrestri e marini o Ripristino dell'equilibrio nelle comunità di piante e animali o Ripristino della diversità naturale delle specie o Creazione di popolazioni sostenibili per tutte le specie. 11.3. BALTICO 21 (Agenda 21 per la regione del Mar Baltico) La Dichiarazione di Saltsjöbaden dell'ottobre 1996 stabiliva il mandato per la creazione e l'attuazione del Baltico 21. I ministri responsabili della pianificazione territoriale nella regione del Mar Baltico decisero di concentrare i propri sforzi sullo sviluppo sostenibile e sull'integrazione delle attività pertinenti. Il Baltico 21 comprende Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Lituania, Polonia, Svezia e la Federazione Russa. Per quanto riguarda quest'ultimo paese, ne è inclusa solo la zona nordoccidentale. Anche l'Unione europea partecipa all'elaborazione dell'Agenda 21. Il Baltico 21 è un processo coordinato da un gruppo di alti funzionari con il supporto di membri dei governi del Consiglio degli Stati del Mar Baltico, della Commissione europea, di ONG e organismi intergovernativi, come la Commissione Helsinki, il piano VASAB (Visions and Strategies around the Baltic Sea 2010), la Commissione internazionale della pesca nel Mar Baltico (IBSFC), il Consiglio nordico dei ministri e banche internazionali che contribuiscono allo sviluppo (Banca mondiale, BERS, BEI, NIB (banca nordica per gli investimenti) e NEFCO (corporazione nordica per i finanziamenti ambientali)). Il Baltico 21 si basa sulla cooperazione regionale e l'ambiente nonché sull'influenza degli aspetti economici e sociali dello sviluppo sostenibile. Le attività si concentrano su sette settori di importanza economica e ambientale chiave per la regione. Per ogni settore sono stati definiti gli obiettivi e gli scenari di sviluppo sostenibile, nonché un programma d'azione per ogni settore che comprende scadenzari, attori e finanziamenti. La responsabilità per le attività di ogni settore è distribuita tra i membri del gruppo di alti funzionari. I sette settori e le relative parti principali sono: agricoltura (Commissione Helsinki e Svezia), energia (Danimarca ed Estonia), Pesca (IBSFC), foreste (Finlandia e Lituania), industria (Russia e Svezia), turismo (Estonia, Finlandia e la Commissione del turismo del Mar Baltico) e trasporti (Germania e Lettonia). Circa 300 persone della regione partecipano ai lavori dell'iniziativa Baltico 21. 55 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione Nell'ambito di tale iniziativa sono stati affrontati i seguenti aspetti relativi alla pesca: pesca marina, costiera e interna; acquacoltura, compresa la liberazione dei pesci nei primi stadi di vita; processo decisionale; descrizione del quadro giuridico; effetti della pesca sull'ecosistema; effetti delle condizioni idrografiche sugli stock ittici; effetti dell'inquinamento sugli stock ittici; effetti delle sostanze nocive sugli stock ittici; importanza della pesca sulle comunità locali; misure normative (chiusura delle zone, divieti, attrezzi, volume degli sbarchi, sistema di notifica); catture accessorie di uccelli marini e mammiferi; specie ittiche in pericolo d'estinzione; controllo e applicazione; capacità della flotta; questioni transettoriali. Al fine di sviluppare un'attività di pesca sostenibile da un punto di vista economico e sociale, responsabile e sicura per l'ambiente, si procederà: alla conservazione degli stock ittici sostenibili da un punto di vista biologico, dell'ambiente marino e acquatico, nonché della relativa biodiversità; entro tali limiti, alla definizione delle quote massime per la pesca e degli attrezzi idonei per la cattura dei diversi stock; all'equa distribuzione tra le comunità locali dei benefici diretti e indiretti delle risorse della pesca d'altura e costiera. Dal gennaio 2010, il Baltico 21 fa parte del Consiglio degli Stati del Mar Baltico come Gruppo di esperti sullo sviluppo sostenibile – Baltico 21. Il mandato del Gruppo di esperti sullo sviluppo sostenibile – Baltico 21 è stato approvato dal comitato di alti funzionari del Consiglio degli Stati del Mar Baltico il 20 ottobre 2009. Il mandato definisce la missione, le funzioni principali, le questioni organizzative e le aree strategiche di cooperazione del Gruppo di esperti per il periodo 2010-2015. L'obiettivo di tale cooperazione è contribuire attivamente alla promozione dello sviluppo sostenibile nella regione del Mar Baltico mediante il coordinamento degli obiettivi e delle attività, nonché fungendo da forum per la cooperazione transfrontaliera e tra i gruppi d'interesse, così come per il sostegno per le priorità a lungo termine del Consiglio. Tale gruppo di lavoro è invitato a cooperare con numerose organizzazioni e strutture regionali, tra cui i gruppi di lavoro del Consiglio degli Stati del Mar Baltico, BASREC (Baltic Sea Region Energy Cooperation), la Commissione di Helsinki, VASAB (Visions and Strategies around the Baltic Sea 2010), il Consiglio nordico dei ministri, la Cooperazione subregionale degli Stati del Mar Baltico o l'Unione delle città baltiche. I quattro settori strategici della cooperazione per gli anni dal 2010 al 2015 sono i seguenti: cambiamento climatico; consumo e produzione sostenibili; sviluppo urbano e rurale sostenibile; innovazioni e istruzione per lo sviluppo sostenibile. 56 La pesca in Polonia 12. RICERCA In Polonia vi sono due istituti scientifici che svolgono ricerche nell'ambito della pesca. L'Istituto per la pesca marina di Gdynia, fondato nel 1921, è il più vecchio centro di ricerca marina della Polonia. È un centro scientifico grande e ben attrezzato che fa parte degli istituti di ricerca integrati nella struttura del Ministero dell'Agricoltura e dello sviluppo rurale. Le principali aree di ricerca di tale istituto sono la biologia, l'oceanografia, l'ecologia marina, la tecnologia per la trasformazione del pesce e l'economia della pesca. Compito principale dell'istituto è sviluppare e fornire una base scientifica per l'uso razionale e lo sfruttamento delle risorse biologiche marine. La ricerca condotta dall'istituto è alla base della definizione delle quote per le catture e contribuisce allo sviluppo dello spazio europeo di ricerca. L'istituto dispone di una nave di ricerca per molteplici scopi di 41 metri di lunghezza per le sue esplorazioni nel Mar Baltico, chiamata "Baltica" e varata nel 1993. L'istituto coopera con istituti scientifici stranieri in Svezia, Germania, altri paesi baltici, del Nord Europa e del Nord America. L'Istituto per la pesca interna di Olsztyn, fondato nel 1951, svolge ricerca sulla pesca in acque interne e sull'acquacoltura, in particolare sui metodi per il miglioramento della produzione ittica in acqua dolce, l'acquacoltura, le tecniche di pesca e l'economia della pesca. Tra gli altri compiti vi sono la raccolta, la gestione e la diffusione dei risultati della ricerca scientifica, nonché l'attività di trasferimento alla pratica delle conoscenze scientifiche, il miglioramento dei metodi di ricerca e sviluppo, la formazione, l'informazione su questioni scientifiche, tecniche, economiche e sulle innovazioni, lo sviluppo di metodi di analisi e di valutazione delle condizioni e dell'evoluzione della pesca interna, la cooperazione con le commissioni di normalizzazione dei progetti, la valutazione dei progetti di razionalizzazione. Altri centri di ricerca marina sono la Facoltà di pesca marittima dell'Accademia di Agricoltura e l'Università marittima di Stettino, dove sono formati gli equipaggi dei pescherecci e offerti corsi di dottorato e di specializzazione, oltre a effettuare ricerche scientifiche. L'Istituto di oceanografia dell'Accademia polacca delle scienze di Sopot e il Centro di biologia marina dell'Accademia polacca delle scienze di Gdynia effettuano studi sull'ambiente, sugli ecosistemi, sulla biochimica e la genetica degli organismi marini. 57 Unità tematica B: Politiche strutturali e di coesione 58 Direzione generale Politiche interne Unità tematica Politiche strutturali e di coesione Direzione generale Politiche interne Unità tematica Politiche strutturali e di coesione B B Agricoltura e sviluppo rurale Istruzione e cultura Ruolo Le unità tematiche sono unità di ricerca che forniscono consulenza specializzata alle commissioni, alle delegazioni interparlamentari e ad altri organi parlamentari. Pesca Pesca Sviluppo regionale Aree tematiche Agricoltura e sviluppo rurale Istruzione e cultura Pesca Sviluppo regionale Trasporti e turismo Trasporti e turismo LA PESCA IN POLONIA Documenti Visitare il sito Internet del Parlamento europeo: http://www.europarl.europa.eu/studies FOTOGRAFIE: iStock International Inc., Photodisk, Phovoir NOTA IT DE EN ES FR PL PT 2011