Va Pensiero La Voce libera degli anziani musicisti di Casa Verdi www.stefaniasina.it N Le istituzioni rispondano alle esigenze degli Ospiti on si lascino soli gli Ospiti di Casa Verdi. La Provincia di Milano in questi anni ha fatto un importante lavoro e ora è fondamentale che anche le altre istituzioni coinvolte prendano posizione senza indugio alcuno, in modo che si concretizzi un profondo cambiamento nella gestione della struttura. La Commissione Garanzia e Controllo della Provincia di Milano, da me presieduta dall'agosto 2013, si è occupata delle problematiche di Casa Verdi fin dall’inizio di questo mandato consiliare. Come Istituzione e come rappresentanti dei cittadini abbiamo il dovere politico e morale di intervenire, per porre fine a questa situazione che si protrae ormai da troppo tempo e che sta degenerando. Lo scioglimento anticipato degli organi è l'unico modo per dare un segnale di discontinuità con il passato. Nel mio ruolo di Presidente della Commissione Garanzia e Controllo ho sollecitato più volte il Presidente della Luca Gandolfi Provincia, Guido Podestà, affinché prendesse contatto con il sindaco di Milano Pisapia. Tutti i gruppi politici hanno espresso una volontà Cosa che, mi è stato garantito dallo stesso Podestà, è condivisa, volta a garantire una gestione più attenta avvenuta. La Provincia di Milano ha fatto tutto quanto alle legittime esigenze degli Ospiti della Casa di riposo era nelle sue possibilità, ora la palla passa agli altri enti e che ha portato alla Delibera di Indirizzo approvata che hanno rappresentanti nel Consiglio di Amminiall’unanimità dal Consiglio Provinciale di Milano lo strazione. scorso 23 gennaio. Restiamo in fiduciosa attesa affinché ciascuno di Un documento in cui si chiede esplicitamente “al essi faccia la sua parte, prendendo una posizione netta Presidente della Provincia di Milano di attivarsi con il di discontinuità, per dare a Casa Verdi una gestione Sindaco di Milano e con i rappresentanti legali degli completamente rinnovata e in grado di rispondere al enti presenti nel Consiglio di Amministrazione della meglio alle legittime esigenze degli anziani ospiti. Casa di Riposo per musicisti - Fondazione Giuseppe Verdi, per procedere allo scioglimento anticipato degli Luca Gandolfi organi della Fondazione e dare in questo modo luogo, viste anche tutte le gravi problematiche emerse, a un Presidente della Commissione Garanzia e Controllo opportuno ricambio”. della Provincia di Milano S Luglio 2014 N. 9 Ogni ben di Dio ulla via principale della città c’era un negozio originale. Un’insegna luminosa diceva: “Doni di Dio”. Un bambino entrò e vide un angelo dietro il banco: sugli scaffali c’erano grandi scatole di tutti i colori. “Cosa si vende”? disse incuriosito. L’angelo rispose: “Ogni ben di Dio. Vedi, nella scatola rossa c’è l’amore, quella arancione contiene fratellanza, in quella azzurra c’è la fede, nella blu la pace e nell’indaco la salvezza.” E quanto costa questa merce? “Sono doni di Dio e non costa niente”. “Che bello! Allora dammi: dieci quintali di fede, una tonnellata di amore, un quintale di speranza, un barattolo di fratellanza e tutto il negozio di pace ….” L’angelo si mise a servire il bambino. In un attimo confezionò un pacchetto piccolo, piccolo come il suo cuore. “Ecco, sei servito!” disse l’angelo porgendo il pacchettino. “Ma come, così piccolo?” “Certo, nella bottega di Dio non si vendono frutti maturi, ma piccoli semi da coltivare. Ora vai nel mondo e fai germogliare i doni che Dio ti ha dato!” Un angelo F Cambiare si può, anzi si deve! a piacere che finalmente dopo tanti anni di vane intenzioni, a prescindere dai vari orientamenti politici, ora stiamo assistendo ad un ricambio generazionale per chi governa il paese. Che bello vedere ministri trentenni carichi della passione e dell’entusiasmo necessari per chi ha la speranza e la volontà di cambiare la realtà in meglio. Giovani che sicuramente non avranno l’esperienza dei cosiddetti “professori”, ma ancora determinati nel perseguire il bene comune, con l’animo sereno di chi non è stato corrotto e che ci ha portato in questa grave situazione. Di sicuro preferiamo persone oneste, anche se inesperte, ai vecchi mestieranti della politica (di tutti i colori), che hanno utilizzato le loro cariche per scopi personali e di parte, portando il nostro Paese a questa critica situazione economica priva di ogni moralità. E’ di grande conforto vedere nell’attuale panorama politico volti nuovi e illuminati, carichi di ideali che con il loro buon agire, stanno spazzando via il vecchiume del quale non ne potevamo proprio più! Con immenso piacere abbiamo accolto il provvedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, con il quale opera di fatto un ricambio generazionale anche nella Pubblica Amministrazione collocando a riposo tutti coloro che hanno raggiunto il pensionamento, senza dare loro la possibilità di prolungare di due anni l’attività lavorativa come avveniva in passato. Con tale provvedimento verranno assunti 15.000 giovani, che di sicuro costituiranno una forza positiva per il cambiamento che tutti desideriamo. Come annunciato dal Presidente del Consiglio, non verranno presi in considerazione gli over 70 per le nomine negli Enti e dei dirigenti pubblici. Ci fa piacere ricordare che su questa linea si era mosso, a suo tempo, anche il Sindaco Letizia Moratti per le nomine dei rappresentanti comunali nei vari Enti cittadini, prendendo in considerazione candidati di età inferiore ai 70 anni. La saggezza ha il colore dell’onestà e della verità! Questa è la via maestra che attraversa ogni orientamento politico di chi ha lo sguardo innanzi! Speriamo che anche nella nostra Fondazione ci sia un rinnovamento “generazionale” da anni auspicato, in linea con i tempi che stiamo vivendo e questo per il bene di tutti, non solo di noi anziani! Attendiamo con trepidazione una nuova resurrezione della nostra amata Fondazione, ringraziando in eterno il nostro benefattore Giuseppe Verdi. Stefania Sina 33 Una giornata memorabile! P Canonizzazione di Papa Giovanni XXIII e Papa Giovanni Paolo II apa Francesco bacia le loro reliquie e li fa beati, e la folla di pellegrini resta in silenzio. I due Papi vengono scritti nell’albo dei Santi Beati. La Chiesa tutta è in festa, il fiume di pellegrini che riempie San Pietro e via della Conciliazione applaude le reliquie dei due pontefici, nella giornata storica dei quattro Papi, in cui vengono canonizzati Wojtyla e Roncalli, in cui si abbracciano Bergoglio e Ratzinger. Nella festività della Divina Misericordia, solennità istituita da Papa Wojtyla, salgono agli onori degli altari il “Papa buono” e colui che la folla dei fedeli acclamò come “Santo subito”. Il pastore che conquistò con la paterna semplicità del suo animo, che aprì una nuova pagina nella storia della Chiesa inaugurando il Concilio Vaticano II e il “Papa straniero” che viaggiò in ogni parte del mondo con inesauribile energia per annunciare il Vangelo e costruire un ponte fra le nazioni e i popoli. Papa Giovanni, il pontefice della “Pacem in Terris” che si rivolge a tutti gli uomini, al di là della fede e delle convinzioni politiche, per ricercare il dialogo che scongiura i conflitti, e Papa Wojtyla che perdonò chi attentò alla sua vita, e chiese perdono per le colpe commesse dalla Chiesa nel passato, che si trasformò in un esempio visibile di sottomissione, prendendo la sua croce e mostrandosi al mondo fragile nel corpo e saldo nello spirito. Tutti noi, credenti e non, da oggi in poi ci rivolgeremo a loro come Santi, portando scolpiti nella memoria i loro volti, i loro gesti, la loro voce. Le loro parole più dirette “questa è la voce del papa, portate una carezza ai vostri bambini”, i loro messaggi più cristiani e potenti “non abbiate paura”, risuoneranno per sempre nella mente e nel cuore, perché le testimonianze di fede e di vita dell’uomo di Sotto il Monte e di quello di Wadowice, sono esempi luminosi per ciascuno di noi, capaci di coinvolgerci e di toccarci con la tenerezza e la forza di un abbraccio universale. La Redazione “Osei, musici e predicatori bisogna sentirli prima” “Uccelli, musici e predicatori bisogna sentirli prima” Antonio Vivaldi, il prete rosso che ha lasciato ai posteri la sua musica immortale, era un sacerdote a dir poco bizzarro. Le sue innocenti stranezze rischiarono di avere pesanti conseguenze, quando egli, mentre stava celebrando una messa di fronte ad un paio di cardinali veneziani, si interruppe improvvisamente e si precipitò in sacrestia. Spiegò dopo che durante la celebrazione del rito gli era venuto in mente il motivo di una melodia, quindi aveva dovuto correre a fissarlo sul primo pezzo di carta che avesse potuto trovare. Questa volta però, né la musica, né il suo genio, riuscirono a salvarlo. Trascinato davanti al tribunale dell’inquisizione, riuscì a cavarsela a stento solo perché i giudici lo consideravano matto e quindi non in grado di controllare le sue reazioni. Estratto dal libro di Mario Massari “Proverbi veneti” Luglio 2014 I Ecco il pensiero che Luca Parmitano ha voluto rivolgere alle sue bambine al Festival di San Remo Va Pensiero l mondo è incredibilmente bello. Forse l’avevo dimenticato, ma l’ho visto da lontano, e adesso ne ho le prove. Ma anche da vicino può essere meraviglioso, se guardato con gli occhi giusti: occhi come quelli vostri, che osservano con il dono della curiosità, illuminata dalla luce della meraviglia. Occhi che credono ancora all’incanto, e non se ne vergognano – che comprendono senza bisogno di spiegazioni. È l’unico mondo che abbiamo, e contiene qualcosa di estremamente prezioso: il futuro. Ogni futuro è grande come il mondo intero. Il futuro, così come il mondo, non vi appartiene, ma è nelle vostre mani. Luca Parmitano È unico, ma non è mai uguale. Sembra infinito, ma è solo infinitamente fragile. Vorrei potervi indicare la strada che porta al vostro futuro, ma non è questo il compito di un padre. Quello che invece vorrei darvi è la mappa che contiene tutte le strade, affinché voi possiate scegliere il percorso. Siete ancora piccole per capirlo, ma voi bimbi siete molto più ricchi di noi adulti. Avete a disposizione un capitale che anche il più ricco degli uomini vi invidia: il tempo. Avete da poco iniziato a frequentare la scuola, e senza saperlo avete iniziato a investire questo vostro tesoro, per farlo crescere, trasformandolo in conoscenza, in esperienza, in ricordi. Questo è il solo bagaglio che potrete portare con voi, mentre viaggerete seguendo quella mappa che vorrei potervi dare. Presto incontrerete i primi problemi, le prime sfide: a ogni bivio in quella mappa, dovrete contare su quel che avrete portato con voi per scegliere una strada. Inizialmente non vi sarà alcuna differenza: molte strade vi condurranno alla stessa destinazione, e cambierà solo il paesaggio, o forse la distanza. Ma, prima o poi, il cammino che sceglierete divergerà dal precedente in maniera irreversibile, e non ci saranno molte occasioni per tornare indietro. Ho imparato questo: avrete abbastanza tempo per scegliere il vostro cammino. A volte, scoprirete che il cammino non esisteva fino a che non avrete fatto il primo passo. Non ha importanza. L’unica cosa che conta è amare camminare. Scegliete quel che amate, amate quel che avrete scelto! E se il bivio sarà impervio – quando gli ostacoli sembreranno insormontabili, quando la luce non arriverà a illuminarvi il passo – sappiate che a volte è necessario perdersi nel buio per potersi trovare. Abbracciate le difficoltà: impreziosiranno il percorso. Cercate le sfide: renderanno il passo più sicuro. Infine: avrete dei compagni di viaggio, che a volte seguiranno lo stesso sentiero, altre se ne allontaneranno per poi ritornarvi o per sparire per sempre. Amerete la loro compagnia, e ne sentirete la mancanza quando se ne andranno. E se porteranno via con sé parte del vostro bagaglio, controllate bene: vi accorgerete che non solo non vi mancherà nulla, ma vi sarete arricchite. C 15 marzo 2014: visita dei nostri amici di Norimberga “Viva Verdi!” ari amici Ursula e Toni Riccio, temevamo di non vedervi, questa volta. Un mancato incontro ci avrebbe rattristato, non per i graditi vostri doni, ma per quello che accompagna la vostra presenza: felicità, amicizia, generosità e amore per Verdi. Non potete immaginare come siamo felici di vedervi e di trascorrere qualche ora in vostra compagnia. Ci sembra un sogno! Vi aspettiamo sempre con trepidazione e con gioia; portate sempre una ventata di serenità e per questo vi saremo eternamente grati. Per il vostro arrivo, anche il tempo è stato meraviglioso. Da oltre 25 anni viviamo questi incontri con immenso piacere, un autentico e spontaneo scambio affettuoso, di parole cordiali e di regali graditissimi che ci fate con tutta la vostra amicizia e generosità. Sono qui con noi alcuni simpatici colleghi, appena entrati a far parte della nostra comunità, che aspettavano con ansia di incontrarvi e conoscervi. Non potete immaginare quanto bene ci fa la vostra presenza e vicinanza! Ogni vostro abbraccio è una carezza all’anima; i vostri sorrisi, la miglior medicina; la vostra generosità e lealtà ai grandi valori, ci rende migliori! Siete l’incarnazione dello spirito del nostro e vostro Verdi, che vive sempre fra queste mura. I nostri cuori sono sempre pieni di gratitudine per Lui e per quello che ci viene donato in nome suo. Tra i vostri cari soci abbiamo goduto della presenza del grande baritono Leo Nucci, che ci ha deliziato con la sua straordinaria voce, del simpatico prof. Tommaso Sonno dell’Università Bocconi, dei gentilissimi consiglieri provinciali dott.ssa Diana De Marchi e dott. Massimo Gatti, che hanno preso a cuore la nostra Fondazione e il nostro benessere. Infine, ma non per ultimo, del nostro dott. Diego Mattiello, che non ha mai smesso di starci vicino con amorevole semplicità. Cari amici, i vostri regali sono sempre favolosi, e vi ringraziamo infinitamente della vostra commovente generosità. La vostra presenza e la vostra amicizia ci fanno sentire sempre meno soli, e questo ci è di grande conforto. Come si sa, l’amicizia è un tesoro che non si può comperare. Teniamoci stretti in un abbraccio affettuoso. Diego Mattiello, Leo Nucci, Ursula Riccio, Massimo Gatti, Diana De Marchi, Tommaso Sonno La Redazione 34 V La Voce libera degli anziani musicisti di Casa Verdi Il tempo che avanza aga, nell’aria sorniona e intrigante, l’insidia del Tempo che avanza a passo di danza e porta… l’Alzheimer su petali di rosa e di innocenti sorrisi che fanno credere ciò che non è, e fanno dire ahimè, ciò che non c’è. Luce di Dio, scendi sul Mondo e porta Miracoli a chi ha sul capo lampade accese di “luci spente”. Donaci la Verità di altri Pianeti, di altre Lingue, di altri Sentimenti, esauriti nel Tempo Reale, reali nel Tempo Fatale! Oh Musica Bella, fa che ogni stella si stacchi dal suo Cielo e ci porti una scintilla che trasformi tutta la Musica, diventata Pena, in una catena che congiunge il cervello offeso di ogni povero Malato Disperato, al Tuo Cuore, o mio Dio, fatto tutto di note lucenti, trasparenti, raziocinanti! “Fallo o Mio Dio”! Bontà Divina, se il Male che avanza, poi, si accoppia all’ignoranza, quanta presupponenza fa da scala ad un cervello che non c’è più! E piango e provo pena per essere ancora cosciente ma impotente a dare aiuto a qualche cervello che ormai è solo… un cervello poverello. Lucide e Taglienti, volano le notti e sbriciolano le Speranze del Pensiero. Poi mi dico: “Vai avanti”, dài un bacio a chi lo vuole e continua a pensare, se lo puoi… lucidamente! Paolo Cesare Ottaviani P Le mie canzoni, la mia vita enso che la musica sia qualcosa che nasce con noi e che tutti nel corso della propria esistenza abbiano avuto l'impulso di scrivere poesie o di inventare melodie. Ciò che mi ha dato l'input ad iniziare a scrivere testi per canzoni è stato l'ascolto (in una sala da ballo a Reggio Emilia nel 1964) dei motivi di Luigi Tenco “Ho capito che ti amo” e “Mi sono innamorato di te”. Da allora in poi ho sempre seguito la produzione dei cantautori italiani come Fabrizio De Andrè, Francesco Guccini, Georges Brassens, Jacques Brel, Leonard Cohen, etc., inserendo le mie emozioni e le mie esperienze di vita nelle mie canzoni. In seguito ho imparato a suonare la chitarra e ad inventare i miei primi motivi musicali. Nel 1968 io ed il mio amico Rossano Parravicini, fondiamo il gruppo de “I LUMI”, riferendoci al periodo storico dell'Illuminismo. Il nostro repertorio era formato da canzoni rock proposte dai Nomadi, Equipe 84, Lucio Battisti etc.; ma anche brani satirici ed anche demenziali tratti da Georges Brassens come “Attenti al gorilla” o “Binario morto”, “Ho preso un granchio” o “Rosina dammela”, tratte dai 33 giri del gruppo cabarettistico de “I GUFI”. Ossessionati però dal pensiero costante del “posto fisso”, ci rimettiamo a studiare e, vincendo un concorso uniPaolo Pau versitario, entro a lavorare come tecnico di laboratorio presso la Clinica Medica dell'Ospedale “S. Chiara” di Pisa. Anche Rossano, successivamente, facendo e superando a pieni voti un corso triennale per tecnici di laboratorio chimico clinico, indetto dall'Azienda Ospedaliera Pisana, presta servizio nel mio medesimo posto di lavoro. Intanto le mie canzoni rimangono nel cassetto della mia scrivania fino al 1986, anno in cui comuni amici mi fanno conoscere il Maestro Aldo Catarsi, fisarmonicista, autore di musiche da ballo e titolare delle omonime edizioni musicali, il quale mi ha spinto ad iscrivermi alla SIAE, al fine di iniziare una reciproca collaborazione che sarebbe durata fino al 1992. Voglio inoltre ricordare il poliedrico professore di musica Edoardo Rinaldi, pianista, polistrumentista, compositore e titolare delle edizioni musicali REGNO UNITO, oltre che manager musicale di successo. Nel 1988 la canzone “Voglia di viaggiare” ha vinto il "Festival della canzone italiana di Melbourne" in Australia. Nel 1989, sempre a Melbourne, il brano “Masai” è entrato a far parte della compilation finale "Lo Zecchino d'Australia". Paolo Pau Luglio 2014 Va Pensiero S La mia grande avventura! ono nato a Pretoria, in Sud Africa, al tempo dell’Apartheid, periodo terribile per le persone di colore. Ricordo che sui mezzi pubblici tutti i neri dovevano stare in piedi e non potevano utilizzare le stesse strutture pubbliche Antony Kaplen dei bianchi. I neri erano privati di ogni diritto politico e civile. Ora ringrazio Dio che tutto questo è finito, grazie alle battaglie fatte da Nelson Mandela e a tutte le sue sofferenze! E’ stato un esempio di umanità, uguaglianza, giustizia, pace e speranza per milioni di uomini e donne. H Cari amici... o voluto entrare in Casa Verdi, essendo ancora abbastanza giovane, per esigenze familiari, e soprattutto per poter avere la possibilità di esercitarmi con il mio strumento, senza problemi né di tempo né di disturbo. Mia madre mi ha insegnato l’umiltà, e a non avere la presunzione di saper fare di più degli altri. Pensavo di sapere e invece devo imparare ancora tanto. Questo esempio di vita mi è stato trasmesso anche da mio padre, che mi diceva di non entusiasmarti mai per qualche cosa che non hai capito fino in fondo. Bisogna sempre far ragionare la testa. La musica mi è sempre piaciuta ed ora vi racconto un aneddoto. A sei anni, una sera, andai con mio cugino in un’osteria di campagna. Mentre lui suonava abbastanza bene la chitarra, io lo accompagnai usando, come strumento, un pettine e una carta velina. E questo mi diede grande emozione. Ora vi racconto un avvenimento tragico, che segnò molto il mio carattere e il modo di valutare certe situazioni. Nell’ultimo bombardamento che fecero ad Non saprei immaginare il Sud Africa senza Mandela! Che Dio lo benedica in eterno! Mio padre viene da Beirut, ed è arrivato qui a Pretoria come emigrante. Dotato di grande determinazione, aprì alcuni ristoranti ottenendo un buon successo. Avevo quattro fratelli, tutti maschi, e nostro padre regalò ad ognuno di noi un bel cane. Andavamo fuori tutti e cinque assieme con i cani, attirando l’attenzione dei passanti. Molte volte dovevamo portare fuori due cani a testa ed è anche successo che sono dovuto uscire con tutti e cinque i cani. Non so davvero come ho fatto! Tutti noi figli, eravamo coinvolti nella musica, ma solo io sono riuscito a fare della mia passione la mia professione. Grazie alla situazione agiata della mia famiglia, ho potuto studiare privatamente l’arte del canto con Phylis Graydon, persona molto nota nel campo dell’insegnamento in Sud Africa. Quando frequentavo l’università, un nostro insegnante cercava qualcuno che potesse cantare l’Oratorio “Elia” di Mendelssohn ed io fui scelto, debuttando a soli 19 anni al teatro di Blolmfontein. Così iniziò la mia carriera, che mi permise di vivere grazie alla musica. Mio fratello amava la musica, ma preferiva i cavalli, ne aveva tre. Ricordo ancora uno dei suoi scherzi: frustò la cavalla bianca con me sopra e così, quasi impazzita, prese la rincorsa galoppando su e giù per la collina. Non riuscivo a fermarla! Per fortuna, assetata, si fermò al ruscello per abbeverarsi. Entrato a Casa Verdi, la prima gioia è stata l’incontro con la signora Stefania Sina, mia collega in tanti concerti da camera. Ci siamo rivisti dopo 40 anni ed è stata una grande piacevole sorpresa! Mi piace molto la camera che mi è stata assegnata, e siccome non ho il senso dell’orientamento, nei corridoi mi sembra di giocare a nascondino. Ogni tanto chiedo al primo che incontro dove mi trovo! Sono a disposizione di chiunque volesse conversare con me in inglese! Vorrei tanto avere in camera mia il cartello che ho visto nello studio di pittura della signora Sina: “Vietato calpestare i sogni”. Ne sarei felice. Alessandria, nel lontano 1944, io e mio fratello, uscimmo di casa per vedere i disastri fatti dalle bombe. In una via vicina bombardarono un asilo. Tutto distrutto con 60 bambini uccisi. Le madri disperate, e noi siamo rimasti paralizzati dall’orrore. Ma ora parliamo di musica. In Conservatorio Giuseppe Castelletti sono entrato relativamente tardi, volevo studiare pianoforte, ma gli strumenti più richiesti del momento erano quelli a fiato, quindi ho scelto il corno diplomandomi al Conservatorio Verdi di Torino con il M° Pietro Righini. A seguito di varie e fortunate vicende, entrai a far parte dell’orchestra del Teatro Verdi di Trieste. Ricordo che il mio primo stipendio lo consegnai con grande gioia e soddisfazione a mia madre. E’ impressa nel mio cuore la sua risposta che mi commosse profonda- mente: “stai tranquillo, questi tuoi soldi li terrò per te”. Ora, cari amici, vi parlo del mio strumento, il “Corno francese”. E’ uno strumento nobile e rustico nel medesimo tempo. Nobile perché è uno strumento antichissimo, generalmente usato per richiami di guerra, per dare ordini, come richiamo nelle azioni di caccia, e usato poi in orchestra sempre per dare un suono poderoso dal particolare timbro. Diciamo che il corno conquista l’attenzione del pubblico, quando viene usato sapientemente dal musicista esperto. Il corno è uno strumento noto per la sua difficile emissione del suono, che comporta l’increscioso rischio della stecca, ciò che accade anche ai cantanti. Non sto a spiegarvi il perché, ma vi racconto un aneddoto veramente accaduto. I cornisti di una grande orchestra americana avevano scommesso che avrebbero brindato a champagne ogni volta che avessero concluso un’esecuzione senza fare una stecca. Vi giuro che non si sono mai ubriacati per parecchio tempo. Sono a Casa Verdi, il luogo ideale per potermi esercitare e continuare a suonare per il mio piacere ed eventualmente per quello di chi mi ascolta. Perciò informo i miei amici che dovranno sopportarmi ancora per un bel po’ di tempo, Amen. Giuseppe Castelletti Dedicato a tutti coloro che amano la Vita Lentamente muore Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca o colore dei vestiti, chi non rischia, chi non parla a chi non conosce. Lentamente muore chi evita una passione, chi vuole solo nero su bianco e i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni; emozioni che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbaglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti agli errori ed ai sentimenti! Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza, chi rinuncia ad inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta di fuggire dai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia e pace in sè stesso. La Voce libera degli anziani musicisti di Casa Verdi (Ode alla vita) Lentamente muore chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare, chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare! Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità. Martha Medeiros 35 Antony Kaplen 19 marzo, Onomastico di Giuseppe Verdi M ercoledì 19 marzo, presso la cappella “Santa Cecilia” della nostra Casa, è stata celebrata, da Don Enrico Magnani, la Messa per l’onomastico dell’impareggiabile benefattore e fondatore della nostra Casa, Giuseppe Verdi. La cerimonia è stata allietata dalla partecipazione del bravissimo coro “Elevata Canis”, che presta servizio liturgico anche al Duomo di Milano. Per questo graditissimo dono, siamo riconoscenti alla gentilissima Maestra Margherita Tomasi, che ha diretto magistralmente il coro che ha interpretato un repertorio a tutti noi caro e familiare. Il coro, sapientemente accompagnato all’organo dal M° Alberto Malazzi, ci ha dato profonde emozioni predisponendo i nostri animi ad una fattiva partecipazione. Ringraziamo Luisa Mandelli, che, come sempre, ha organizzato una speciale Santa Messa, perfetta sotto tutti i punti di vista. Cari San Giuseppe e Giuseppe Verdi, continuate a proteggerci, fateci il dono dell’umiltà nel perseguire sempre la Verità fino all’ultimo dei nostri giorni terreni. Grazie a tutti! La Redazione B Va Pensiero Luglio 2014 uon giorno carissimi amici, finalmente ho trovato uno spazio per voi nel giornalino. Benvenuti in Casa Verdi. Irena Domopwicz che ha dedicato la vita al canto, viene dalla Polonia, la terra che ha dato i natali al nostro amato Giovanni Paolo II, il grande Papa, elevato all’onore degli altari, al quale ora più che mai ci rivolgiamo per le nostre tribolazioni. Ci viene in mente anche un passato triste e tragico che ha martoriato questa nobile terra. I genitori di Irena morirono durante la persecuzione da parte dei Russi e dei Nazisti. Il suo amato marito napoletano, Giuseppe Soviero, è un uomo buono e simpaticissimo, grande giocatore di burraco. Irena, oltre la musica, ha un’abilità speciale per le favole. Mi ha donato un libro con la storia dei fratelli Grimm. Progetto grafico di Marco Rossetti A Irena Domopwicz e Giuseppe Soviero Una richiesta indispensabile! bbiamo domandato ad un anziano ospite cosa vorrebbe avere qui in Casa Verdi. Risposta: mi interessa avere una bacheca tutta per noi, per comunicare qualsiasi desiderio, segnalare un film in TV o in programmazione al Cinema, notizie di particolare interesse, pubblicate su riviste e giornali che riguardano anche la nostra Casa, inviti a ricorrenze e compleanni, promuovere una gita o una cenetta fuori orario, particolari iniziative del quartiere o della Parrocchia, in modo da informare e rendere partecipi tutti gli anziani, ma anche i volontari e i parenti. Condividere un evento, è il modo migliore per stare assieme, per conoscerci più profondamente, aprendo i nostri cuori anche a quelle confidenze e pensieri che spesso ci teniamo stretti e che ci pesano tanto, far nascere amicizie, necessarie più che mai visto che molti di noi non hanno famigliari e sono rimasti soli. Il piacere di condividere con gli altri un’iniziativa, momenti della nostra vita, in fin dei conti, è il miglior modo per far nascere buone relazioni e accrescere quel rispetto che a volte viene meno proprio per la mancanza di reciproca conoscenza e comprensione. Ora, più che mai, è necessaria la predisposizione di una bacheca appesa al muro o su un cavalletto posta fuori della sala da pranzo e nelle salette dei distributori delle bevande, dove tutti gli anziani possano così essere informati. In questo modo si eviterebbero certe comunicazioni della direzione che vietano a tutti noi anziani di appendere nell’unica bacheca esistente, “tassativamente riservata alla direzione”, come comunicatoci dalla stessa direzione, i nostri pensieri. Non è comprensibile che nel 2014 non sia ancora disponibile una bacheca dedicata a noi anziani residenti, come in tutte le Case di Riposo del nostro Paese. Ora attendiamo! La Redazione L La Voce libera degli anziani musicisti di Casa Verdi Veramente divertente, ci si può perdere delle ore a leggere e guardare. Ho avuto l’opportunità di vedere diverse fotografie della sua carriera artistica, molto importante. Ora, attiva più che mai, dà lezioni di pianoforte e anche di lingua polacca, che per lei diventa molto facile, ma la cosa più importante per loro è il figlio Claudio, pianista. Gioia per il loro cuore. Parlare di questo figlio è come accendere una luce intensa nei loro occhi. L’ho sentito esibirsi in diverse occasioni e ne sono rimasta entusiasta. Sapete come si dice buon appetito in polacco? Ecco, ve lo dico, così vi verrà più fame: “Sbasgnego”. Baci a voi! Lilli Steiner E Auguri Lilli! così la nostra Lilli ne ha novanta tondi, tondi! Non finirà mai di meravigliarci, di divertirci continuando a combinarne di cotte e di crude, anzi di tutti i colori, visto quello che combina con i Lilli Steiner pennelli durante le lezioni di pittura. Si comincia con un nuovo quadretto di ciclamini. E’ evidente che, nel campione, i ciclamini sono quattro, ma lei ne farà sempre tre o cinque, e, se nel campione sono viola, lei li farà sicuramente rossi o arancioni! E se i ciclamini piegano a sinistra, lei li disegnerà piegati a destra. Ha detto in confidenza che accetta prenotazioni di quadretti, essendo già esperta dopo ben 7 lezioni di pittura! Avete già capito chi è Lilli Steiner! Abbiamo constatato che è più lucida di mattina. Al pomeriggio, come sempre, dorme e, se non riposa, vaneggia. Non sappiamo da quale esemplare della razza umana abbia preso, e sarà sempre difficile se non impossibile scoprirlo! Arrendetevi! Sarebbe una partita persa! C’è una canzone che le piace molto: “Ciao Lilli tesor, ciao Lilli tesor…” canzone del 1934 quando lei aveva 10 anni. Cara Lilli, vogliamo comunicarti tutto il nostro bene e dirti che, senza di te, la nostra Casa non sarebbe più la stessa! Vuoi vedere che arrivi a 100? Noi ci contiamo! Abbiamo bisogno della tua compagnia e di continuare a sorridere ancora per molto! Auguri! Auguri! Auguri! Gli amici di Casa Verdi Pet-Therapy: in molte case di riposo, da un decennio è realtà! a Redazione ha sempre dato ampio spazio alla Pet-therapy, considerandola uno dei migliori strumenti in grado di migliorare la vita relazionale e affettiva degli anziani; soprattutto dei soggetti non più autosufficienti ricoverati nelle R.S.A. (Residenza Sanitaria Assistita). In ogni pubblicazione abbiamo sviscerato e sviluppato argomenti attinenti alla Pet, certi dei benefici riscontrati in anni di applicazione su soggetti deboli, anziani e disabili fisici e psichici, avvalendoci sempre di fonti autorevoli: in particolare del Ministero della Salute e del Dipartimento di Prevenzione dell’ASS 5. La letteratura ci ha dimostrato che il contatto con un animale aiuta a soddisfare certi bisogni (affetto, sicurezza, relazioni interpersonali) e recuperare alcune abilità che queste persone hanno perso, oltre a contribuire anche al miglioramento dello stato di salute di chi si trova in particolari condizioni di disagio. Le Terapie Assistite dagli Animali, affiancate ed integrate dalle terapie mediche tradizionali, migliorano la qualità della vita e i rapporti umani, favorendo la stimolazione delle funzioni fisiche, sociali, emotive e/o cognitive. Nel primo numero, a pag. 4, abbiamo illustrato la Pet-therapy; nel secondo, a pag. 8, la testimonianza della entusiasmante esperienza avvenuta alla Casa di Riposo di Boario Terme; nel sesto, a pag. 24, i meccanismi d’azione fondamentali della Pet e i benefici riscontrati; nel settimo, a pag. 28, l’esperienza di alcune strutture per anziani di Roma e nell’ultimo, l’ottavo, a pag. 32, è stato pubblicato il Progetto Pilota di Pet-Therapy per anziani in R.S.A., elaborato dal Dipartimento di Prevenzione dell’ASS 5, riassumendo i concetti 36 fondamentali per i quali la Pet viene considerata salutare. Le prime fonti normative e i primi progetti di Pet-therapy risalgono al gennaio 2003 e questa Redazione, da oltre due anni, fin dalla prima pubblicazione del marzo 2012, ha informato e fornito idonei strumenti come il Progetto Pilota, semplice nella realizzazione, con la speranza che anche nella nostra Casa potesse essere avviato, per migliorare le condizioni di tutti noi anziani, in particolare per i residenti della R.S.A. della nostra Casa di Riposo. Si tratta di una terapia antica quanto il mondo, e forse non tanto apprezzata perché non compresa, come le cose semplici e di buon senso. Ora possiamo solo continuare a sognare nella speranza che anche da noi la Pet diventi realtà! Pensate ad un gruppo di anziani in carrozzina in giardino, con in braccio un gattino o un cagnolino, addormentarsi sereni mentre coccolano il loro beniamino, ricambiati affettuosamente dalle loro fusa. Che bello sarebbe vedere i nostri amici della R.S.A. intrattenersi a giocare con gli animali, anziché stare apatici per ore davanti allo schermo di una TV! Crediamo che i tempi siano maturi! Attendiamo impazienti, ma con fiducia! La Redazione