8 VERSO L’ADDIO GIOVEDÌ 14 FEBBRAIO 2013 Il saluto di Bertone: “Una missione di luce sotto le nubi” IL CARDINALE BERTONE, Segretario di Stato, ha sottolineato, nel suo breve discorso in San Pietro, “i sentimenti di grande commozione e di profondo rispetto” con i quali “non solo la Chiesa, ma tutto il mondo, ha appreso la notizia della decisione di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore dell'Apostolo Pietro”. ”Non saremmo sinceri, Santità - ha poi aggiunto - se non Le dicessimo che questa sera c’è un velo di tristezza sul nostro cuore”. Secondo Bertone, in questi 8 anni, il Magistero di Benedetto XVI “è stato una finestra il Fatto Quotidiano aperta sulla Chiesa e sul mondo, che ha fatto filtrare i raggi della verità e dell'amore di Dio, per dare luce e calore al nostro cammino, anche e soprattutto nei momenti in cui le nubi si addensano nel cielo”. Citando poi le parole pronunciate da Ratzinger pochi giorni fa con i seminaristi della diocesi di Roma, quando il Papa ha detto “che essendo cristiani sappiamo che il futuro è nostro, il futuro è di Dio, e che l'albero della Chiesa cresce sempre di nuovo” e che “la Chiesa si rinnova sempre, rinasce sempre”. LE CENERI E IL FUNERALE DEL PONTIFICATO INCOMPIUTO COMMOZIONE E ACCUSE NELL’ULTIMA MESSA: “RINUNCIO IN PIENA LIBERTÀ, MA LE DIVISIONI DETURPANO LA CHIESA” di Marco Politi l funerale del pontificato cade in un tramonto terso di febbraio. Intorno al colonnato del Bernini scorre la Roma placida, pigra, un po’ distratta. Nella basilica di San Pietro Joseph Ratzinger, vestito di viola, si muove tutto solo dietro l’altare maggiore, reggendo il pesante turibolo d’argento. Solo sta seduto sul tronetto purpureo. Camminare gli fa fatica, nella sua fragilità teme continuamente di cadere. Quando deve salire gli scalini per arrivare al suo seggio, lo assistono due cerimonieri , tenendolo per il gomito a destra e sinistra, “Signore pietà, Cristo pietà”, risuonano le litanie sotto le volte della basilica. “Miserere”, intona il coro. É il Mercoledì delle Ceneri, l’ultimo rito solenne che Benedetto XVI presiede da capo della Chiesa. Dà e riceve I PORPORATI CRITICI Ci sono cardinali che non gli perdonano di avere dato l’esempio di un papato a termine e lo considerano un irresponsabile le ceneri, distribuisce la comunione. Dinanzi a lui, rivestiti di viola – il colore del lutto – sono schierati i cardinali con lo zucchetto rosso-porpora. Alti, bassi, grossi, accartocciati, tesi, smarriti, impietriti, i più anziani sonnolenti. Guardano il Papa e pensano già al Successore. Hanno vissuto funerali papali, ma non hanno mai partecipato alle esequie di un regno alla presenza del monarca. Roma è abituata all’atmosfera irreale del papa morto, quando il mondo cattolico sembra svuotato. Ma il Vaticano non ha mai sperimentato lo straniamento del conteggio alla rovescia di un papato destinato a spegnersi dopo 17 giorni, 8 ore e 14 minuti. RATZINGER, sovrastato da una mitria troppo grande, siede incurvato e a mani giunte sotto il baldacchino del Bernini. Il suo viso è grave, assorto, ma anche a tratti irrealmente sereno. La voce spesso è un po’ tremante, incespica in qualche parola. Ratzinger, papa a termine, guarda i suoi elettori, che fra un mese eleggeranno un altro. Socchiude gli occhi durante le preghiere, poi il suo sguardo vaga lontano. Accanto alla tomba dell’apostolo Pietro, esordisce, “siamo numerosi a chiedere la sua intercessione per il cammino Alemanno a Monti: soldi per il conclave IL SINDACO di Roma, Gianni Alemanno, ha firmato ieri un’ordinanza con cui viene creata una cabina di regia, affidata al vicecapo di Gabinetto del Campidoglio, Giammario Nardi, per il coordinamento dei servizi connessi alla prossima elezione del Pontefice. Il sindaco ha anche scritto una lettera al presidente del Consiglio, Mario Monti, in cui vengono richiesti al governo mezzi e risorse necessari a garantire al meglio la gestione dell’evento. “Le dimissioni dal Soglio di Pietro, annunciate dal Santo Padre Benedetto XVI, hanno avuto - scrive il primo cittadino della Capitale - un rilievo mediatico planetario e generato una partecipazione e una vicinanza ‘affettiva’ nei confronti del Pontefice di portata straordinaria. Tale attenzione e partecipazione si sono manifestate con la richiesta di posizionamento dei mezzi radio-televisivi da ogni parte del mondo e con l’afflusso di centinaia di migliaia di persone previste nei prossimi giorni alla Basilica di San Pietro”. della Chiesa in questo particolare momento”, rinnovando la fede in Cristo, pastore supremo. “Per me è un’occasione per ringraziare tutti, specialmente i fedeli della diocesi di Roma, mentre mi accingo a concludere il ministero petrino e per chiedere un particolare ricordo nella preghiera”. Ecco, la parola è caduta. Conclusione, fine. La preghiera è riservata a chi se n’è va e diventa memoria. Ai pellegrini all’udienza del mattino aveva ripetuto di dimettersi “in piena libertà e per il bene della Chiesa”. In semplicità e umiltà Ratzinger papa acquista grandezza, demistificando il papato. SPOGLIANDOLO degli orpelli imperiali ed esaltando silenziosamente il nucleo umano di chi è chiamato a operare – come diceva il titolo medievale – quale servo dei servi di Dio. “Non indurite il vostro cuore”, canta il coro. Ai cuori duri – dentro e fuori la Chiesa – Benedetto XVI dedica l’ultima omelia. Punta il dito contro chi nella società “si FUNZIONI Benedetto XVI ha celebrato ieri per l’ultima volta la messa delle ceneri nella basilica di San Pietro Ansa straccia le vesti di fronte a scandali e ingiustizie” commessi dagli altri, ma non è pronto a cambiare vita lui stesso. Però la denuncia più forte è contro quei chierici e credenti, che non danno testimonianza di un’esistenza di “fede e vita cristiana”. Aveva cominciato la sua allo sbando, rivelata da Vatileaks, è stato l’incubo finale del suo regno. “Penso in particolare”, dice senza alzare la voce e levando appena gli occhi dietro gli occhialini cerchiati d’oro, “alle colpe contro l’unità della Chiesa, alle divisioni nel corpo ecclesiale”. Anche in queste ore, Ratzinger lo sa, ci sono cardinali che non gli perdonano di avere dato l’esempio di un pontificato a termine e lo considerano un irresponsabile. Così come nelle settimane antecedenti alla sua rinuncia, c’erano cardinali irritatissimi e spaventati perché aveva permesso al nuovo ve- IN GERMANIA Il prete sposato e padre di tre figli voluto da Ratzinger cardinale di Paolo Tessadri ono trascorsi quasi dieci S anni da quando Robert Ploss fece il suo ingresso come sacerdote nella parrocchia di Marktredwitz, nell’Alta Baviera, ad appena uno sguardo dalla Repubblica ceca, nella diocesi di Regensburg, l’antica Ratisbona. Robert Ploss all’apparenza era un sacerdote cattolico come se ne incontrano tanti, ma a differenza degli altri, era marito e padre di tre figli. A quel tempo c’era ancora Giovanni Paolo II e Joseph Ratzinger era alla guida della Congregazione della dottrina della fede. Questo sacerdote della campagna bavarese non amava la notorietà, ma alla fine aveva raccontato la sua storia. Era il primo prete sposato voluto proprio da Ratzinger. Viso rubicondo, occhialini che s’intagliavano fra corti capelli rossicci e una barba con qualche accenno di cura, Ploss spiegava così la sua vicenda: “Sono stato un sacerdote evangelico-luterano per otto anni, fino al 2000”, abbozzava, “ma non credevo più a quel modo di predicare il Vangelo, troppo distante dalla gente”. Un conflitto interiore che lo aveva portato, sei anni prima, a chiedere udienza all’arcivescovo cattolico di Regensburg Gerhard Müller. Joseph Ratzinger conosceva molto bene Ratisbona, vi aveva insegnato all’università alla fine degli anni Sessanta. Fra il vescovo Müller e Ratzinger c’era un rapporto di amicizia e sono loro due che decidono di acconsentire che Ploss diventi un sacerdote cat- tolico. L’ultimo precedente risaliva a più di trent’anni fa, ma durante il Soglio Pontifico di Giovanni Paolo II nessuno, proprio nessuno, fu mai consacrato sacerdote portando l’anello nuziale al dito. IL PRINCIPIO, tuttavia, rima- neva sempre in vigore: “Se un prete si sposa è automaticamente fuori dalla Chiesa, per me è stata firmata una speciale dispensa, un permesso concesso direttamente dal Papa”, chiariva Ploss. Infatti era stato proprio Joseph Ratzinger che si era fatto carico di seguire direttamente la vicenda di Ploss, con uno strappo alle “leggi”, e il papa Giovanni Paolo II aveva acconsentito. Nel 2000 Ploss aveva quindi lasciato la vecchia chiesa e i vecchi fedeli luterani e “mi sono ritirato in seminario per tre anni di studio e il 29 giugno 2003 ho ricevuto la nomina sacerdotale”, spiegava, ordinato sacerdote cattolico dall’arcivescovo Müller. Era un segnale di apertura verso i preti che avessero desiderato sposarsi? Comunque sia, la Chiesa non diede grande risonanza al caso: solo uno scarno comunicato stampa di tre righe! “È difficile coniugare i due ruoli – rispondeva – ed è giusto che un prete sia celibe, anche per me è difficile far convivere le due cose. E adesso capisco perché la Chiesa vieti ai sacerdoti di sposarsi. Ed è giusto”. Era chiaro che Ploss non voleva esporsi. Ma la sua giornata era uguale a quella di tanti. La mattina a scuola a insegnare religione in vari istituti, poi fra i malati dell’ospedale e quindi nella sua chiesa di St. Joseph per celebrare messa. Alla sera a casa, come tanti altri di padri di famiglia, come tanti altri lavoratori. Anche se il suo lavoro riguardava le anime. MARKTREDWITZ è una cittadina di 16 mila abitanti al confine con la Repubblica ceca nell’Alta Baviera, qui il numero di cattolici e protestanti si equivaleva. Marktredwitz è anche soprannominata la “piccola Siberia: nove mesi d’inverno e tre d’estate”, raccontavano Camillo e Andrea Simonetti, proprietari della gelateria Venezia nella centralissima via del paese. Per loro e per i fedeli della piccola parrocchia di St. Joseph non faceva nessuna differenza che Ploss fosse sposato: “Nulla da dire, è un ottimo prete. Ogni tanto viene qui a comperare il Ratzinger quando era cardinale nel 1997 Ansa gelato”, riferivano i fratelli. Per i suoi concittadini, non importava che Ploss avesse una moglie. Per Udo Lowlein, negoziante di frutta e verdura, lui protestante e la moglie cattolica, “l’importante è che sia un buon sacerdote”, diceva. Dalla chiesa di St. Joseph al confine ceco era un pullulare di chiese e campanili, ma appena passata la frontiera era un ripetersi ininterrotto di night club e case da gioco, concentrati attorno a Cheb, la città dove è nato Pavel Nedved, l’ex centrocampista ora dirigente della Juventus. Per Robert Ploss, prete ammogliato con figli, lì il lavoro non mancava. VERSO L’ADDIO il Fatto Quotidiano GAFFE SUL SITO DEL PD IL CENTRODESTRA “IN CENERE” Un mucchio di cenere sovrastato dal rametto d’ulivo simbolo del Partito democratico con la scritta “Le ceneri. Del centrodestra. Ricostruzioni fantasma, scandali, grandi opere al palo. Quest’anno la Quaresima può finire il 25 febbraio”. Era questa l’immagine che compariva ie- Ultima scena GIOVEDÌ 14 FEBBRAIO 2013 ri sull’homepage del sito del Pd. Ma parole e uso dei simboli religiosi evidentemente non sono stati apprezzati, nemmeno all’interno del partito. La renziana Maria Elena Boschi, cattolica, ha stigmatizzato lo spot in un post sulla sua pagina Facebook: “Io credo di essere 9 dotata di una buona dose di ironia - scrive -, però preferirei che il mio partito sul proprio sito evitasse di utilizzare il mercoledì delle Ceneri in questo modo”. Messaggio raccolto: poco dopo il manifesto web è stato rimosso. Dario Fo “Un Papa tradito dai marpioni che lo circondano” di Beatrice Borromeo on basta il gesto epocale di un uomo per rivalutare il suo Pontificato. Serve, piuttosto, a capire che “il Papa, tutti i Papi, sono deboli, hanno potere solo sulla carta, vivono condizionati da marpioni e ricattatori e non hanno nessuna speranza, se anche ne avessero la volontà, di cambiare le cose”. Il premio Nobel per la Letteratura Dario Fo parla delle dimissioni di Benedetto XVI come farebbe a teatro, ribaltando i punti di vista e recuperando quella memoria storica che, se possibile, attutisce l’eccezionalità di questo avvenimento: “Tutti parlano di Celestino V, ma ricordiamo che salì al trono dopo anni di vacatio pontificia, già ultraottantenne. Un Papa vecchio si può gestire”. N scovo di Los Angeles di sollevare da tutti gli incarichi pubblici il suo predecessore, cardinale Mahony, perché aveva nascosto preti pedofili. Grande nel momento finale, Joseph Ratzinger rovescia con la sua abdicazione il tavolo degli intrighi, impedendo lo sfascio di un estenuante fine regno e permettendo alla Chiesa – con il nuovo conclave – di voltare pagina. Nel rito si ritaglia un suo posto, sul finale, il cardinale Bertone. Il Segretario di Stato gli rivolge un elogio, che sembra un epitaffio. Con i verbi al passato. “Il suo magistero è stato una finestra aperta sulla Chiesa e sul mondo… grazie per averci dato il luminoso esempio di un umile lavoratore nella vigna del Signore…”. Una tempesta di applausi si leva nella basilica, piena di folla commossa. Come già era accaduto all’udienza al mattino. Diventa un uragano, che contagia anche vescovi e cardinali. Si battono le mani a ritmo. Ratzinger sorride, poi esclama: “Grazie, ritorniamo alla preghiera”. NEONAZISTI su Riccardi: “Andrebbe bruciato” ialogo tra due neonazisti italiani. “Riccardi collabora con il giudaismo internazionale e vuol far D sparire gli italiani per favorire il meticciamento”. “Dovrebbe essere proprio deportato. Io davvero lo brucerei vivo”. A parlare è soprattutto Daniele Scarpino, 24 anni di Milano, ideologo e moderatore del forum italiano di Stormfront.org, nato in America su ispirazione di un ex leader del Ku Klux Klan. Scarpino e altre camerati (tra cui l’irriducibile Mirko Viola di Forza Nuova) vennero arrestati nel novembre scorso per incitamento alla discriminazione e alla violenza etnica, religiosa e razziale. Ieri si è tenuta l’udienza del gup di Roma, che dovrà pronunciarsi sul rinvio a giudizio chiesto dal pm Tescaroli, e tra gli atti del fascicolo, come ha rivelato il sito del Messaggero, c’è un’intercettazione su Andrea Riccardi, ministro del governo Monti e promotore del polo di centro. A Riccardi è arrivata la solidarietà del sindaco di Roma Alemanno. In altre conversazioni del gruppo neonazista si parla anche, nel luglio scorso, del movimento “Fascisti del Terzo Millennio” e di una riunione con CasaPound, rinviata perché “Iannone (capo di CasaPound, ndr), non vuole esporsi per il momento, ne riparliamo a settembre”. CasaPound è presente con proprie liste alle politiche del 24 e 25 febbraio. Per questo, Dario Fo, tutti i Pontefici vengono scelti anziani? Fa parte delle regole: la Chiesa da una parta ricatta e dall’altra è ricattata. Vive per tenere nascosti gli affari più torbidi e per ignorare i crimini più palesi. Un Pontefice giovane e autorevole incrinerebbe il sistema. Bonifacio VIII, infatti, non ha faticato a far fuori Celestino V per prenderne il posto. Anche se il caso di Papa Ratzinger è diverso. Come? Qui non vedo paura né violenza. Piuttosto un lungo logoramento, che ha messo il Papa nella condizione di andarsene. Penso a Vatileaks e ai marpioni che lo circondano per spiarlo e tradirlo. Non ha pesato solo la malattia fisica. Che ruolo avrebbe in una sua opera il Segretario di Stato Vaticano, Tarcisio Bertone? Quello dell’uomo nero, che ha in mano il potere vero, e cura certi affari che chiamare loschi è un eufemismo. Ma non sono convinto che lui sia il padrone: forse è il servo. Lui e le altre ombre gestiscono tutto, a partire dallo Ior. Sa, infatti, chi mi ricorda Ratzinger? Dica. Papa Luciani: l’altro che ha messo le mani nella banca di Dio. L’equilibrio, nella Chiesa, viene dalla gestione di denaro che arriva da luoghi oscuri, come la mafia. Entrambi i Papi sono stati messi nella condizione di non interferire nel sistema di potere. D’altronde, nella Storia, è sempre stato così. A cosa pensa? Alla totale mancanza di autonomia cui sono assoggettati i Papi: basti citare le guerre cui non si sono opposti, i crimini che non hanno combattuto. Ricorda Giovanni Paolo II che si affaccia dal balcone assieme al dittatore Pinochet? Un tale sputtanamento può solo essere l’esito di un ricatto. Come l’atteggiamento del Vaticano durante il nazifascismo. Però è anche grazie alla connivenza che la Chiesa è sopravvissuta nei secoli. Non sono solo complici, ma anche promotori di strategie meschine. Hanno inventato il Purgatorio pochi anni prima che Dante lo inserisse nella Divina Commedia: non ve n’è IL SOSTEGNO A GRILLO Non farò campagna elettorale, ma di certo lo voterò. L’esistenza politica dei grillini dipende dal fatto di restare autonomi e diversi dagli altri PREMIO NOBEL Dario Fo, apprezzato attore, scenografo e drammaturgo Ansa traccia nei Vangeli. E l’hanno fatto per guadagnare miliardi, costringendo i familiari dei morti a pagare per le messe, per le esequie e soprattutto per l’intercessione verso il Paradiso. L’idea del Purgatorio è nata nel 1250, e funziona ancora oggi. Che aspettative ha sul prossimo Pontefice? Pensa ai privilegi di cui ancora gode il Vaticano, per esempio sul piano fiscale? Tra pochi mesi cambierà tutto: premier, Parlamento, capo dello Stato e Papa. Sì, e dobbiamo dire grazie alla nostra classe dirigente. Il peggior personaggio politico che bazzica in Italia, Berlusconi, si è potuto lamentare, quando parte della Chiesa gli ha voltato le spalle, perché fino al giorno prima andavano a braccetto. Privilegi in cambio di appoggio alle urne: funziona così. Significa poco, perché non esiste una forza assoluta che possa gestire il Paese. Casaleggio (il socio di Grillo, ndr) sostiene che la prossima legislatura durerà al massimo sei mesi. Si faranno accordi generici, fidanzamenti e matrimoni, ma quando si dovranno prendere decisioni serie salterà tutto. Emergeranno le violenze, i segreti, gli inciuci e la piccola mafia politica. Perché, secondo lei, la gente non si ribella a questi meccanismi? Quando ascolti un Papa che parla in latino o in greco non t’interroghi su quello che dice. È il potere della cultura. E poi qualche secolo fa, per stare tranquilli, hanno anche deciso che mettere in dubbio i dogmi della Chiesa è peccato mortale. Anche alla luce di quello che dice, non prova solidarietà verso l’uomo Ratzinger? È presto per dirlo. I veri motivi per cui ha lasciato emergeranno col tempo, come è successo con Papa Luciani. Proprio nessuna. È improbabile che scelgano una figura forte, autorevole come, per esempio, era il cardinale Carlo Maria Martini. Un grande uomo che, infatti, è stato esiliato in Israele. Teme che anche i grillini possano trasformarsi in piccoli Scilipoti? No, perché sanno bene che la loro esistenza politica dipende esclusivamente dal fatto di restare autonomi e diversi dagli altri. A proposito, è vero che farà campagna elettorale con Beppe Grillo? Falso! Mi è bastato scrivere un libro con lui e Casaleggio (“Il Grillo canta sempre al tramonto”, ndr). Però di certo lo voto. Grillo ha proposto lei come nuovo presidente della Repubblica, che ne dice? Una boutade! Per carità, non sono così autolesionista. Con quella gente intorno finirei nella tomba entro una settimana. Poi lo sa che tra poco è il mio compleanno? Compio 88 anni: a quest’età dal trono si scende. Twitter: @BorromeoBea