inchiesta Diritti alla deriva Un tempo riservato a un’élite, il turismo da crociera è ormai, anche in Italia, un fenomeno di massa. Ma come vive l’equipaggio, in maggior parte composto da stranieri? Dietro una facciata scintillante si nasconde una realtà di sacrifici e precarietà. La testimonianza di una ricercatrice universitaria, a bordo in incognito come hostess 14 POPOLI GIUGNO/LUGLIO 2007 ASSOCIATED PRESS cammini di giustizia L’autrice, che collabora con Stella Maris’ Friends (cfr box), ha trascorso alcuni mesi a bordo di una nave da crociera come hostess per effettuare le ricerche necessarie a completare la propria tesi di dottorato in Antropologia. Non potendosi presentare in veste di ricercatrice, ha scelto di imbarcarsi come lavoratrice in incognito. Preferisce mantenere l’anonimato anche per la pubblicazione di questo articolo. a bambina aspettavo con trepidazione le puntate di Love Boat, una serie televisiva statunitense che raccontava gli intrecci, soprattutto amorosi, tra gli alti ufficiali e i passeggeri della nave da crociera Pacific Princess. Per lunghi anni non ho più pensato a quella serie, anche se ricordo che per un periodo ho sognato di diventare «direttore di crociera», come Julie McCoy, una delle protagoniste. Come lei, avrei voluto solcare i mari del Sudamerica occupandomi dell’intrattenimento dei passeggeri, organizzando feste e concerti. Smessi i panni della spettatrice televisiva, ho incontrato nuovamente la crocieristica pochi anni fa, prima come volontaria dell’associa- Nel tempo libero zione Stella Maris i marittimi Friends’, poi come non hanno hostess a bordo. accesso Il viaggio in crociera ai piani alti, sta diventando sem- hanno «diritto pre più un fenomeno di cittadinanza» di massa, almeno nel sopra la linea di Nord del mondo: da galleggiamento un lato rimane con- solo in quanto traddistinto dall’im- lavoratori magine romantica e lussuosa della grande traversata novecentesca in transatlantico, dall’altro è ormai alla portata di (quasi) tutti. Gli spazi comuni sontuosi, le attività organizzate (come il gala del comandante), il vestiario e le acconciature del personale di bordo: tutto tende a trasmettere l’idea del «viaggio da sogno». Il protagonismo - vero o presunto - dei passeggeri prende forma soprattutto attraverso le interazioni tra questi e i membri dell’equipaggio: da chi si occupa dell’accoglienza ai camerieri, dalle hostess agli artisti, tutti i lavoratori D GIUGNO/LUGLIO 2007 POPOLI 15 ASSOCIATED PRESS inchiesta mettono in scena una rappresentazione allestita per creare un immaginario degno, appunto, di Love Boat. CITTÀ GALLEGGIANTI Le fermate nei porti possono offrire un assaggio dell’esotico che c’è fuori, ma in realtà l’esotico è riprodotto nell’enclave costituita dalla nave stessa. Nello stesso tempo, però, l’esperienza turistica a bordo è programmata nei minimi dettagli e i margini per l’iniziativa individuale sono ridotti al minimo. Si tratta di una gigantesca macchina organizzativa che, in uno spazio ristretto, deve intrattenere e accompagnare nel viaggio circa duemila passeggeri. Gli equipaggi delle moderne navi da crociera sono composti da circa 750 persone - provenienti da tutto il mondo e si occupano di tutti gli aspetti della vita di bordo: la conduzione della nave, la pulizia, la preparazione dei pasti e il servizio in tavola, l’intrattenimento e le escursioni. La città galleggiante è un universo sociale in cui gli stimoli sono continui, veloci, si sovrappongono, lasciando poco spazio al silenzio: in particolare il cibo e le attività di animazione creano PER SAPERNE DI PIÙ Libri Ross A. Klein Cruise Ship Blues. The Underside of the Cruise Industry New Society Publishers, Gabriola Island 2002 Cruise Ship Squeeze. The New Pirates of the Seven Seas New Society Publishers, Gabriola Island 2005 Due studi che riguardano la crocieristica contemporanea e mettono in luce sia la vita di bordo dal punto di vista dei lavoratori, sia i danni ambientali causati dalle meganavi. John Maxtone-Grahman The Only Way to Cross MacMillan, New York 1972 Una ricostruzione storica dei viaggi in transatlantico. Celia Mather Sweatships. What It's Really Like to Work on Board Cruise Ships War on Want-Itf, London 2002 Pubblicazione promossa dal sindacato internazionale Itf (International transport federation) sulle condizioni di vita e di lavoro a bordo delle moderne navi da crociera. Internet www.cruisejunkie.com Sito critico elaborato da Ross Klein, che fornisce materiale vario sulla crocieristica contemporanea, in lingua inglese. una sovrastimolazione che affolla la mente e il corpo dei turisti. I passeggeri consumano cinque pasti al giorno e, nei momenti in cui non sono impegnati con il cibo, possono occupare il proprio tempo con i balli di gruppo oppure con un quiz o altre attività in compagnia dell’équipe di animazione. Vista da vicino, la nave appare come una fortezza: una città blindata e costantemente monitorata da occhi elettronici e umani; le telecamere sono poste in tutti i punti di passaggio e gli addetti alla sicurezza, impassibili e professionali, controllano la nave 24 ore su 24. Passeggeri e lavoratori abitano due parti separate della città galleggiante: i passeggeri i ponti alti, i lavoratori e le lavoratrici il ventre della nave, spesso sotto la linea di galleggiamento, nei pressi della sala macchine dove le vibrazioni sono più forti e la luce naturale non arriva. Il mondo dei marittimi è concentrato tutto nei piani bassi: lì si trovano non solo le cabine, ma anche le mense, il bar, il negozio loro riservati. Passeggeri e lavoratori si incontrano solo durante i turni di lavoro. Nel tempo libero i marittimi non hanno accesso ai piani alti, hanno «diritto di cittadinanza» sopra la linea di galleggiamento esclusivamente in quanto lavoratori. Pesanti porte e tendaggi separa- Diritti PAESE DI PROVENIENZA Indonesia Italia NUMERO DI LAVORATORI 157 125 India Madagascar 72 68 Honduras Romania Bulgaria 65 44 43 Serbia e Montenegro Croazia 25 24 Guatemala Perù Samoa 18 15 12 Altri Totale alla deriva ASSOCIATED PRESS UNA NAVE-TIPO 57 725 Fonte: Ruolino della Southern Breeze giunta nel porto di Venezia il 29 agosto 2004, concesso dalla Capitaneria di Porto. no fisicamente le due aree e celano allo sguardo dei passeggeri il luogo dove vive e lavora l’equipaggio. Dai colori sfolgoranti dell’area passeggeri si passa ai grigi dell’area equipaggio, gli spazi si restringono e i materiali mutano: dalle moquette calde e vellutate si passa al metallo e alla plastica. UN MONDO SOMMERSO Se rivolgiamo lo sguardo sotto la linea di galleggiamento, la nave assume le sembianze di «un’istituzione to- tale» (per usare l’espressione del sociologo Erving Goffman). Per i marittimi, luogo di vita e luogo di lavoro coincidono, la propria esistenza è modellata dai ritmi di lavoro, non ci sono giornate libere, si lavora sette giorni su sette, vigono regolamenti molto rigidi, come l’obbligo di utilizzare la divisa anche durante il tempo libero. I naviganti rappresentano una forza lavoro globale, probabilmente la più diversificata, ma fisicamente compatta, che si possa trovare sul globo: in alcune navi si possono contare più di cento nazionalità. Il modo in cui le compagnie reclutano e utilizzano lavoratori e lavoratrici provenienti dai quattro angoli del pianeta costituisce una sorta di laboratorio sociale. La globalità, infatti, non significa indifferenziazione: un cittadino dell’Europa occidentale, ad esempio, difficilmente sarà impiegato come pulitore, mentre è praticamente impossibile tovare un marittimo filippino che faccia l’animatore. LA SCHEDA Crociere, mercato in espansione a shipping industry, vale a dire l’industria marittima, di cui la crocieristica costituisce solo una parte, ha dimensioni imponenti: la flotta a livello globale è costituita da 47.681 navi (tra cui 3.524 navi container e 5.790 navi passeggeri). Le stime ufficiali parlano inoltre di un milione e 200mila lavoratori marittimi. Un fenomeno assai diffuso è quello delle bandiere di comodo (Focs, «flags of convenience»). Se ne contano attualmente 32 e Liberia e Panama sono tra le più note. Le Focs forniscono gli strumenti per evitare le normative sul lavoro in vigore negli Stati di provenienza degli armatori e comportano per i marittimi paghe ridotte, orari più stressanti e condizioni di lavoro meno sicure. Si calcola che, a livello globale, le navi registrate sotto bandiere di comodo siano il 35% del totale (la procedura è ampiamente sfruttata anche dalle navi passeggeri). Per quanto riguarda il mercato crocieristico, i primi tre gruppi a livello mondiale (Carnival, Royal Caribbean, Star Cruises-Ncl) concentrano il 71% del mercato. L’angloamericana Carnival Corporation proprietaria di 12 marchi differenti - detiene il 43% del mercato, la statunitense Royal Caribbean il 19%, la malese-norvegese Star Crui- L ses-Ncl il 9%. Le principali aziende del settore crocieristico operanti in Italia sono la Costa Crociere (12 navi), di proprietà del gruppo Carnival, e la Msc (Mediterranean Shipping Cruises, 8 navi), società interamente italiana, di proprietà di Gianluigi Aponte. La flotta Costa ha una capacità totale di circa 29mila passeggeri, per i quali lavorano circa 9.500 membri d’equipaggio. La flotta Msc ha una capacità totale di circa 13.500 passeggeri, con un equipaggio complessivo di circa 5.800 persone. Ma quanti sono i clienti delle crociere? Nei primi anni Settanta erano circa 500mila a livello mondiale. Vent’anni dopo erano quasi decuplicati: oltre 4 milioni e mezzo. Il boom, pur attenuatosi, è proseguito negli anni recenti, anche in seguito al calo delle tariffe (oggi è possibile effettuare una crociera con 800 euro): nel 2001 è stata superata la soglia dei 10 milioni, il dato più recente - registrato nel 2004 - riporta un totale di oltre 13 milioni di passeggeri. Di questi, circa 400mila erano italiani (346mila nel 2003, con un incremento del 16%): gli italiani sono il quarto gruppo nazionale più numeroso tra i passeggeri delle crociere, dopo statunitensi, britannici e tedeschi. Andrea Pesce GIUGNO/LUGLIO 2007 POPOLI 17 L. SENIGALLIESI inchiesta Analogamente a quanto succede per molte professioni sulla terraferma, la globalità assume le sembianze di un’attenta distribuzione di potere e status. Nonostante la crocieristica di mas- L’ASSOCIAZIONE Per un welfare marittimo a Stella Maris’ Friends (www.stellamarisfriends.org) è un’associazione senza fini di lucro, fondata nel 2001, per dare assistenza ai circa 250mila marittimi che ogni anno approdano ai porti di Venezia e di Marghera. Si tratta di lavoratori provenienti dalle più svariate parti del mondo, dalle Filippine alla Russia, dalla Bulgaria all’Indonesia, dal Sudamerica alla stessa Italia: l’associazione mette a loro disposizione un numero verde (800.125.168), attivo tutto l’anno, e due furgoni con i quali si possono effettuare trasporti dalla nave al Seamen’s Club di Marghera. Gli operatori della Stella Maris’ Friends monitorano ogni giorno la situazione in porto in modo da prestare assistenza a quante più navi possibile, sia visitando i lavoratori direttamente a bordo, sia accogliendo i marittimi presso il Seamen’s Club. L’assistenza si concretizza anche attraverso la consegna di bollettini informativi relativi al proprio Paese di provenienza (in alcuni casi spediti anche via e-mail), la consegna di mappe, un aiuto per l’invio di denaro all’estero e della posta, una consulenza sulle problematiche dei marittimi. A volte, su richiesta dei marittimi, gli operatori acquistano medicine in farmacia. L 18 POPOLI GIUGNO/LUGLIO 2007 sotto il livello dell’acqua, dove si trovano le cucine, si incontra soprattutto personale asiatico, sudamericano e dell’Europa orientale. Normalmente, questi lavoratori non possono salire sui ponti riservati ai passeggeri, altrimenti incorrono in sanzioni. Essi dispongono di una mensa separata dove il cibo è diverso da quello servito nei ponti superiori. Spesso le cabine sono rumorose e molto calde, soprattutto se vicine alla sala macchine, gli alloggi sono molto piccoli e vi abitano fino a sei persone. Nella nave dove svolgevo servizio, i cinesi, nazionalità per il resto non molto presente nella crocieristica, erano tutti occupati nella lavanderia, chiamata «l’inferno» per il calore, il rumore costante e le esalazioni chimiche. L’ordinamento degli spazi riservati all’equipaggio sottolinea lo status dei membri: le mense separate, con arredi, cibo e trattamento differenziati, nonché l’ubicazione e la qualità delle cabine danno corpo alla segregazione, che diventa spaziale ma soprattutto sociale. Anche l’utilizzo del tempo libero è indicativo di questa stratificazione all’interno dell’equipaggio: i gruppi che si formano durante le soste nei porti o al crew bar (il bar riservato ai membri dell’equipaggio), momenti in cui i naviganti si potrebbero mescolare liberamente, rispecchiano i vari livelli occupazionali e le diverse provenienze geografiche. sa sia un segmento di mercato turistico relativamente recente, essa si porta appresso l’eredità della storia coloniale, con il colore della pelle a distribuire le relazioni gerarchiche. Alti ufficiali, ufficiali, sottufficiali e forza comune costituiscono quattro gruppi gerarchicamente ordinati, in una ben precisa configurazione di ciò che è concesso oppure vietato, nonché delle relazioni lavorative ed extralavorative. La struttura occupazionale di una nave-tipo è questa: il 59% è costituito da forza comune, seguono i sottoufficiali (26%), gli ufficiali (junior officer, 12%) e, in cima, con il 3% del totale, vi sono gli alti ufficiali (senior officer). Si tratta di una torta a strati, con diversi livelli: al più alto, e non solo metaforicamente, troviamo il capitano e gli SENZA CERTEZZE alti ufficiali, insieme ai passeggeri, tut- Parlando con i marittimi ci si rende ti bianchi e provenienti dai Paesi indu- conto di quanto la regolamentazione strializzati. Gli ufficiali superiori occu- giuridica della nave sia sfuggente. Si pano spesso cabine singole, al tratta di uno stato di eccezione perenmassimo dividono la stessa cabina con ne, un fazzoletto di nazione mobile in un’altra persona, consumano i pasti nei cui non vi è certezza rispetto ai diritti ristoranti loro riservati, svolgono turni individuali. Formalmente il lavoro a di lavoro «umani» e hanbordo delle navi è rigidano accesso a molte parti La crocieristica mente regolato, più che in della nave riservate ai di massa molti altri settori dell’ecopasseggeri. Sono sempre riflette nomia globale nei Paesi in divisa, spesso bianca e l’eredità industrializzati. Le conimmacolata, da cui il so- della storia venzioni Imo e Ilo regolaprannome di «pinguini». coloniale, mentano le condizioni miAi livelli inferiori, spesso con il colore nime di sicurezza a bordo della pelle a distribuire le relazioni gerarchiche Diritti alla deriva che la compagnia gli ha assicurato che tus a bordo. Ricevono meno denaro alla fine del contratto riceverà il dena- con il sistema delle mance, dispongono ro trattenuto. di contratti più lunghi e il salario di baLa precarietà salariale per alcune tipo- se è inferiore a quello di tutti gli altri. logie di lavoratori prende forma anche Per molti naviganti quello sulle navi da attraverso il sistema delle crociera è lavoro occasiomance, sia quello ufficia- La normativa nale. I marittimi di carriele che riguarda i passeg- è sfuggente: ra rappresentano un nugeri, sia quello sotterra- la nave mero esiguo. Per la neo che coinvolge i è un fazzoletto maggior parte, invece, si naviganti occupati nei di nazione tratta di una sorta di perservizi destinati ai marit- mobile in cui corso migratorio che, dai timi stessi, come gli ad- non vi è vari Sud del mondo (Meridetti alle varie mense o certezza dione d’Italia compreso), alla pulitura delle cabine. rispetto porta uomini e donne a Una sorta di salario ac- ai diritti scegliere la via dell’imbarcessorio che i marittimi si individuali co. Il lavoro in mare costiguadagnano attraverso il tuisce un’opportunità non sorriso o la parola detta al tanto di vedere il mondo, momento giusto. Tale lacome recita la retorica voro, che si somma alle incombenze aziendale, quanto di accumulare denaquotidiane, risulta doppiamente van- ro ed esperienza lavorativa da riutiliztaggioso per le compagnie. Da una zare una volta scesi a terra. In effetti parte, infatti, è l’assicurazione che ca- l’imbarco costituisce una parentesi di binisti e camerieri interpreteranno ade- uno o pochi anni, una sospensione delguatamente il proprio ruolo, usando le la propria vita in vista di un futuro da parole corrette o mostrando il sorriso al costruire a terra. Una volta abbandomomento adatto; dall’altra parte si nato il lavoro marittimo, gli stretti artratta di una quota di salario che pro- gini in cui si svolge la vita a bordo si viene direttamente dai passeggeri, an- allargano, le possibilità di costruire un ziché attraverso il biglietto che hanno futuro dignitoso si ampliano, l’unica acquistato. certezza è che nessuno tra quelli che I lavoratori impiegati nei servizi ai na- hanno lavorato navigando andrà mai viganti sono quelli con il più basso sta- in vacanza in crociera. L. SENIGALLIESI delle navi, i minimi salariali, così come gli orari massimi giornalieri e i relativi periodi di riposo. Tuttavia, i percorsi lavorativi raccontati dai marittimi sono molto vari, includendo generalmente giornate di lavoro che ammontano a 10–12 ore, magari spezzettate, con turni di riposo che saltano continuamente e mansioni improvvise da svolgere. In generale, per i lavoratori e le lavoratrici dei Paesi del Nord del mondo la durata del contratto è di circa sei mesi, può arrivare a un anno o due per un lavoratore indonesiano o del Sudamerica. Per quanto riguarda il salario, per i naviganti dei Paesi in via di sviluppo la quantità di denaro che si riesce a mettere da parte è condizionata dalle spese richieste dalle agenzie di intermediazione cui ci si rivolge per ottenere il lavoro e dalle trattenute che la compagnia effettua mensilmente per assicurarsi che sia svolto un buon lavoro. Carlos, un giovane honduregno impiegato nella mensa dei sottufficiali, mi racconta che il suo salario di 500 dollari mensili viene pesantemente decurtato: nei primi due mesi successivi all’imbarco riesce a spedire a casa 50 dollari; della somma restante, una parte serve per pagare l’agenzia di intermediazione e 150 dollari vengono trattenuti dalla compagnia. Carlos spiega SALARI E ORARIO GIORNALIERO Salario Mensile ($) Elettricista Addetto lavanderia Guardia di sicurezza Timoniere Cuoco Dispensiere Addetto al buffet Steward di hotel Steward di cucina Barista (banconiere) Cameriere al bar 1.200 1.000 900 884 700 700 500 480 400 365 50* Ore Lavorate al giorno 8 10-12 10-12 10-12 10-12 10-12 10-12 10-12 10 10 12-14 Fonte: I dati si riferiscono ai salari in vigore nel 2001 a bordo delle navi della Carnival Cruise Lines, citati in Mather C., Sweatships. What it’s really like to work on board cruise ships, War on Want - Itf, London 2002. *A bordo delle navi Carnival vige il sistema statunitense, quindi alla paga base (50 dollari) vanno aggiunte le mance.