UN NATALE DI PAGLIA E DI PANE - Raccolta completa 2012 [youtube=http://youtu.be/J0QQJfPi3ps] . Il cammino è iniziato con questa affermazione: - questo che viene è un natale di paglia che brucia/questo che muore è il corpo di tutti gli uomini/anche se è appena un bambino/questo che gioca a fare la guerra è lo spettro/della cattiva coscienza che scambia la vita/per tecnica e arruola i morenti per un pugno di pane- Bruciata è la paglia di una falsa politica, perché tradisce la radice da cui è nata e si è sviluppata, diventando arida di contenuto e senso, privandosi di ciò che è essenziale, non nutrendo né se stessa né coloro ai quali il suo percorso si dovrebbe offrire. Bruciata è la paglia a causa di continue violenze il cui oggetto sono i bambini e soprattutto le bambine, vendute come spose anche se sarebbe meglio dire come schiave e violentate e lo stesso accade nei paesi che si dicono civili. Finché la violenza continuerà sulle donne e sui più deboli, sulle persone che non hanno voce in alcun capitolo, non ci sarà né progresso né sviluppo, non ci sarà pane con cui sfamare il futuro. Anche quest’anno CARTESENSIBILI ha invitato i propri lettori a riflettere sul tema proposto e a scriverne inviando il proprio cammino. I testi sono stati visionati e raccolti senza badare al nome del mittente ma alla sostanza del messaggio, perché NATALE fosse davvero ciò che afferma di essere: UNA NASCITA REALE e tutti noi finalmente capaci di offrire i natali alla vita senza imporre confini, senza altra terra promessa che non corrisponda ad una sempre sostenuta pace a oltranza e dovunque sulla terra, consapevoli che non c'è una via per la pace, ma la pace stessa è la via, come afferma a ragione il Dalai Lama. Il titolo della raccolta che si è venuta componendo ha per questi motivi un titolo che mostra quale sia l'attuale scena in cui viviamo: UN NATALE DI PAGLIA E DI PANE, in cui però troppo spesso è proprio il pane che manca. Nell'offrirla in lettura a coloro che ci seguono AUGURIAMO A TUTTI DI AVERE COME NATALI UN CUORE E UNA MENTE APERTI perché se riusciremo ad essere ospitanti la differenza, NASCERE OGNI MOMENTO sarà la ricchezza di cui si sostanzierà l'esistenza e forse, allora, il natale avrà pane da condividere e paglia da usare. A TUTTI AUGURIAMO UNA GIOIA PROFONDA E ILLUMINANTE. RINGRAZIANDO INOLTRE TUTTI COLORO CHE HANNO CON NOI NUTRITO LA CORALITA' NEL DIRE E NEL FARE, POICHE' ANCHE SCRIVERE E' UN GESTO DI PRECISA SCELTA E DI AFFERMAZIONE DI PRESENZA, LASCIAMO, OLTRE ALLA BELLISSIMA RACCOLTA DI POESIE, TRE BREVI PENSIERI SU CUI RIFLETTERE. Il gruppo di CARTESENSIBILI . jeanie tomanek - Ci sono solo due giorni all'anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l'altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere. - Se pensi di essere troppo piccolo per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara. - Dona a chi ami: ali per volare, radici per tornare, motivi per rimanere Dalai Lama ** UN NATALE DI PAGLIA E DI PANE RACCOLTA COMPLETA- NATALE 2012 . lei è mia madre pane della vita e natale . . FINE DEL MONDO- Andrea Longega Me so insognà che soto riva i gransi se rampegava come cristi fora dal sepolcro su su fin sora i cópi e che le pière spuàva fora tuto el salso e i canali restava suti le campane site e a boca verta i òmeni se fermava a vardar sta fine del mondo sapiente sto darghe logo (e gera ora!) al niente. . Ho sognato che da sotto riva | i granchi si arrampicavano || come cristi fuori dal sepolcro | su su fin sopra i coppi e che i mattoni || sputavano tutto il salso e i canali | si prosciugavano le campane | si zittivano e a bocca aperta gli uomini | si fermavano a guardare || questa fine del mondo sapiente | questo lasciare spazio (ed era ora!) || al niente. . lei è pane della vita . AI MARGINI- Angela Giordano Confusi nel fiume di umanità della folla che scorre in stanchi occhi immagini superbe tra realtà e desiderio, vivono ai margini spettatori dell’altrui vita invisibili senza regole né vincoli… ” liberi”. Ai margini di una bieca e sorda società troppo spesso corrotta, dove avanza inesorabile il degrado urbano la miseria corrode gli animi e non v’è più dignità. Ad ogni angolo di strada defluiscono le speranze verso un futuro che non c’è. Latenti di notte, avvolti dalle tenebre o dal chiaro di luna sotto mentite stelle ammaliatrici, chiudono il cuore al mondo ed alla vita uomini di idee infeconde tristemente assenti! . lei è mia madre pane della vita e natale . DI LUCE OGNI PAGLIA -Angela Chermaddi arroccati paesi dove in chiesa trovi solo le donne inginocchiate “in una vita di assenze non puoi rinunciare anche a Lui” la donna gli scava un nido e se lo cova nell’intimo nutrito tra le doglie e spera …………………se lo vuole deve ripartorirselo d’amore questo Dio che sale ombra di voce nell’anima dell’anima e incendia di luce ogni paglia . lei è pane della vita . VERSO L'ANNUNCIO - Rita Pacilio [Introduzione] Si cingono la testa con l’alloro il destino del terzo mondo muore va dal grembo benigno alla creatura si avanza verso l’infinita famiglia. Qualcuno conosce l’angelo vivo il seme gravido e la sua sposa quell’universo di cure e gesti essere felici e poveri, bianchi. Ha le trecce nere sulla sottana ha saputo adesso le guance e le mele orecchie dipinte nella bellezza sui piedi la rosa delle madri. Sul viso liscio di fanciulla il cielo la tremenda notte incinta, un caso l’abisso è alla rovescia, salire qualche pecora si muove stupita. Lui in testa un fazzoletto annodato e il chiodo irrevocabile, muto affondano il piede nella domenica il tempo si ferma come polvere. Il gemito di un solo bambino la promiscuità nei campi nomadi che si muove nel segno della luce si nutre di campagne silenziose. L’inquilino non usa il catenaccio la vulnerabile disinvoltura inciampa nella festa si preferisce pudore al nulla. Mangiano il lievito fruttuoso di ieri sul telaio si ricama il presepe se guardi avanti c’è il Cristo coricato l’anticipazione, la profezia. Il gallo è già qui sulla trave crollata la morte sembra un contagio nella pena hai gli occhi di baci e pensieri zitti più tardi ci sarà l’incontro carnale. . lei è mia madre pane della vita e natale . IN ATTESA - Cettina Lascia Cirinnà stordita ancora dai bombardamenti mi alzo stanca dalla notte insonne lo stomaco brontola sento un alito di vita muoversi dentro di me ma non c’è più farina nella madia allora preferisco addormentarmi con il profumo del pane del giorno prima odio la guerra è dei potenti la guerra i potenti mi hanno portato via il mio amore maledetti per sempre maledetti maledetti! minuscole scintille negli occhi stanche illuminano di miseria il silenzio la stanza vuota d’amore vuota di pace ma non sono sola dentro di me nascosta la vita pulsa mi rivoluziona il destino cambia il domani del mondo . lei è pane della vita . L’ALTRO - Mario Rosso [Risposta a Rossella] Come può essere un azzardo se mi dici con grande delicatezza ed estrema sincerità, come sai far tu, che l’altro è anche ingombrante, che la parola dell’altro risuona anche come un attacco, mosso per invadere …. che lo sguardo dell’ altro è anche un buio che non ci degna della sua luce che l’altro è anche quello che non ho…. che la bocca dell’altro è anche il cerotto che si vorrebbe applicare alla propria bocca….. che i pensieri dell’altro sono anche come anguille sguscianti …..duri a morire, a finire… che l’amore dell’altro ha anche il sapore acido del vomito che il pianto dell’altro ha anche l’odore di feccia che il nome dell’altro è anche il volto dell’odio che l’altro è anche il luogo della mia bestemmia che le braccia dell’altro sono anche rami inarrivabili che il sentire dell’altro è anche la sua sordità… che l’altro non mi risparmia mai che l’altro mi chiama da sempre che l’altro mi muove e sempre e dovunque ? Non è un azzardo il tuo sentire. Anche quando riflette di te, di me, del mondo. L’azzardo è amarlo. Amarlo comunque senza nessuna condizione. . lei è mia madre pane della vita e natale . RISPOSTE - Angela Greco scivola tra dita bianche “C’era una volta” d’incertezza e domani al petto allattati ché perso d’essere fanciullo è il tempo di luce per il tuo oggi di piccole mani e d’attesa ancora mugola – fino a quando? di fiati sorrisi umili di cielo senza stelle si confondono a tarda ora culle e croci con filo dorato di paglia intessute e nell’affanno del giorno che presta mano a notte fonda nel ricamo del tuo sonno di sogni vedo stracciati fogli e figli senza colore in una veglia di silenzio e preghiera che non sia un rosso scuro terra ...............................ho chiesto una risposta che (ancora) non c’è . lei è pane della vita . CANTO DI CURA PER KORE - Patrizia Dughero nella lingua del padre e della madre Una rana è appena saltata su fili che non sono più d’erba ma paglia ingiallita secca. Rivolta una piccola zolla le zampette posteriori tese e bilanciate. La vedo arrivare avvolta da un manto che non la protegge che non reca consolazione. Non porta lo sguardo e non lascia impronte. Le foglie cadute non permettono di brandire speranze. L’odore pungente del gelo graffiato da ispide movenze lo vedo e lo porgo. Poi spero. Non lascia quel manto, non lascia rumore. Decido e lo spacco, frutto rotondo scintille di sangue, gocciole nuove specchiate. Le risucchia leggera. Lei beve e io spero, ma non ero giardiniere. Mi son fatta giardiniere ho imparato a contare i fili d’erba stecchita e distesa. Ho sognato tra nuvole d’artemisia e chicchi di melograno spaccato d’entrare nell’antro conteso e dividere il pane nel buio. . lei è mia madre pane della vita e natale . QUESTA TANA FATTA DI PAGLIA - Antonia Piredda Sulla porta in attesa che spiova nell’animo il desiderio che non smetta il cadere di goccia la cadenza delle nuvole mosse dal mare crudele di paglia mi rivesto come agnello al riparo dal freddo senza più madre per nutrirlo di tiepido conforto sul ventre manca il pane finiscono i chicchi quasi evaporano nell’aria gonfia uno dopo l’altro resta una sospensione temporale a cui aggrapparsi e un vento che mi trascini nuovo un nome scriva un’altra direzione sulla porta rimango aggrappata agli stipiti al varco che non so saltare col freddo a tirarmi le ossa forse vuole offrirmi una risposta in questa strana sera una tana fatta di paglia. . lei è pane della vita . GESU', UOMO GIUSTO - Vittoria Ravagli La paglia brucia in fuochi disperati grida, tumulti, fame, bambini uccisi, donne violate Gesù e Madonne piangono in tutto il mondo Rinasci in noi, placa il dolore Ride il ricco Epulone con i giorni contati. . lei è mia madre pane della vita e natale . LO TENEVA DENTRO UN VASO DI COCCIO - Marcella F. Ferro un seme scuro scuro venuto dall’oriente raccolto ai bordi di un campo dove era caduto dove s’era perduto tra altri semi di riso e la paglia dei cappelli da lavoro. E non sapeva perché lo aveva raccolto. E non sapeva come fare per riseminarlo. Lo teneva in vaso tutto il tempo dell’anno senza che subisse l’azione del sole del vento o la pioggia lo bagnasse decidendone una sorte. Venne l’inverno e quasi per stanchezza di vederlo trattenuto in casa lo posò in terra. Aveva così tanti anni quel seme dentro il coccio che aveva pensato fosse morto. Cadde la neve si inseguirono la notte e i giorni mattini di nebbia e brevi giornate di sole. Da un punto mai visto prima proprio sotto il vaso d’argilla rotto un uccellino risaltava sul suo corpo un piccolo segno cresciuto verso l’alto una foglia di un ramo di un alberello minuscolo Era il frutto di quel seme scuro scuro caduto e creduto morto che finalmente dava i natali alla sua specie. . lei è pane della vita . IL BAMBINO ATTESO - Marco Bellini Pochi giorni prima di Natale evacuarono il campo le baracche arrangiate come gli orti dei vecchi. L’ordine era del Prefetto la gente era stanca, teneva i bambini in casa. Erano tutti clandestini dissero tutti cercavano una terra ma questo non fu detto. Sotto l’avanzo di una lamiera, il giorno della nascita, restava una scatola di cartone appoggiata su un lato; era la grotta erano i protagonisti tutti al loro posto. Giuseppe aveva un braccio rotto. Mancava e ancora sarebbe mancato, il bambino atteso il bambino dimenticato. . lei è mia madre pane della vita e natale . ANCORA DICONO E' NATALE - Cristina Bove La settuplice strada lo slum dell’india manca di un’ottava|| quale sentiero porta a nascere quale ramificata ereditarietà rimanda ai cataclismi delle bombe ai sottoscala ai ruderi che servono da case alle mosche pressanti sulle schiene uomini fatiscenti e d’incessato allarme su territori offesi cingoli e lacrimogeni la terra un medico mendico il gesucristo tra gente che s’affanna a fare il pieno di bon bon e bon ton è tutto regolare :le normative degli umani l’effige della morte tra due femori alta tensione __fosse soltanto della luce ai pali__ una friggitoria per moscerini. Scrivete? Ma che cazzo scrivete! Vomitatelo, il mondo! E se potete comprarvi una cravatta al primo shop dubitate di voi che d’anno in anno rifilmate le stesse pocherie regia del disumano attori tutti di questo miserabile spettacolo scendete al suolo angeli di creta angeli furbi in brillantezze futili snobbate almeno questa volta i paramenti i paraventi d’oro__forse non lo sapete che le miniere sono tombe d’uomini e bambini__ angeli di scarto siete se venite con le trombe a trombare noi che non credemmo mai potesse esserci un cristo negli incensi noi lo sapemmo povero non agghindato come un principino biondo paffuto e rosa fatevi un giro nelle fognehotel ci dormono bambini già assuefatti alle droghe depredati di tutto dai viziosi adulti andate alle discariche di New Dehli alle tendeospedali di kabul nei campi devastati dalle mine cercatene i brandelli e buon natale. . lei è pane della vita . SENZA NATALI - Serena Allegri Indovina cosa accadrebbe se l'alveare del sole si aprisse se dal suo favo la luce come punte di lapis il buio scrivesse dentro il cielo pesto di stelle cadute e tramonti mai più rinati pensa come questo vecchissimo ventre della nostra comune antenata di vento si farebbe e come paglia e fieno tutto in aria volerebbe con l'unico scopo di seccarsi e non più alberi né rose o mari o pesci non fiori non tuberi né messi nessun messaggio pronuncerebbe la terra l'amore disperso in un angusto destino non un passo suonerebbe in aria non una mano compirebbe un gesto nessun senso all'erta nessuno sguardo alla finestra non canti non genti né alberi come case degli uccelli solo un monotono desolante vuoto su tutto ciò che morto sarebbe solo suolo questo immobile pianeta di terra che di corpi senza natali nel cielo si addensa . lei è mia madre pane della vita e natale . IN SEPARATE SPERANZE - Meth Sambiase Siamo stati detti. Rischiarati in terre cavee dove ci indicavano i letti gradoni e luci e tremori come gechi dalle lingue poi incomprensibili, diverse nelle notti in cui siamo naufragati e iperborei i cieli, a Nord delle promesse delle stirpi e dei fratelli spazzati affondati, o spezzati come il mercurio. E’ stato detto che bisogna germinare lasciare andare per diventare cose e le parole che le contengono, in santità di voci. Si accendano i verbi, allora chiedete e vi sarà aperto bussate e vi sarà dato le fedi sono vetri che attraversano i toraci prensili prismi, si aprono l’uno nell’altro insieme si fa tardi e ci si chiama, nomi cupi, ma sulla via la fenomenologia di un possibile sole. . lei è pane della vita . TEMPO DI NEVE BIANCA COME IL PANE - Daniela Manzini Kuschnig tempo di natale: rinasce il bambino nel giallo della paglia: rinasce il mondo e il mondo si morde la coda che è la paglia di una cometa che gira sempre più in tondo nel vuoto dell’ elica immersa in un lungo tradimento perché tradito è l’ Alleluia traditi il sole la luna le stelle le erbe i campi le acque e l’uomo ingannato il suo sogno d’essere uomo e non re negata la visione del mondo perché lo sguardo è un occhio colato nel buio annegato il viaggio nella pozza dello spergiuro nel vuoto covato poco resta a dar voce alla speranza la nostra il nostro cammino dentro il mondo per tutta la profondità del campo questo luogo che dà pane riposo e coraggio persino per morire da una messe promessa fin dal primo segno perché questo è il ritorno della luce in ogni giorno eppure questo tempo senza più tempo è proprio l’attimo in cui sperare ancora gridare il nome della luce sapendone la misura in sé è cercare ancora cercare il porto da cui salpare per nuove acque in cui navigare in cui piantare il seme dell’uomo perduto . lei è mia madre pane della vita e natale . NATALE DI SCAMPIA - Antonio Devicienti Ho soltanto parole a salutare un altro Natale di guerra e muri: e di offesi bambini. Parole-paglia che ostinate non distolgono lo sguardo né riscaldano; parole-pane inzuppate d'amaro che sale dagli anfratti della terra. . lei è pane della vita . SENZA TITOLO - Daìta Martinez hanno acciuffato intervallo una seggiola sferruzzata di cartoline scucite così mani …………….abbassando …………….la lampada sulla coperta della nonna è mangiata la storia a pagina nostra abbiamo paura sotto gli alberi spolverati piano a non sciupare gli angeli che il lettuccio è l’attesa ……………ascoltano ……………i bambini ……………aspettando silenzio i pastorelli escono cantilene bianche dopo gli schiaffi lanciati sulla strada stringono tapparelle ai fiati del presepio accucciati gli sguardi impugnati adesso per sfamare muri e si mette vicino la notte un orlo di latte scaldato poco . lei è mia madre pane della vita e natale . 25 DICEMBRE – Diego Conticello Esistenze antiche ne incontrano di nuove, di velate ipocrisie per chi non crede: i vecchi insegnano la vita a carezze, ai bambini che guardano stupiti – con le mani sui vetri – una neve, che spezza rami d’alberi sparuti. Ma non si guarda al povero, a chi non può scaldarsi e rannicchia anche l’anima, pur di scordare, anche se per un istante, le sue precarie notti di morìa. Quando smetterà l’uomo d’amare soltanto sé stesso? Quando tornerà a respirare ancora (come dietro a vetri) stupore di vita? Quanto ancora dovremo attendere perché l’uomo capisca? Quanto ancora, quanto ancora? . lei è pane della vita . IL PROFUMO DEL LATTE - Narda Fattori Sono appesi come palloncini a mazzi sui cancelli nei giorni dei compleanni e hanno le ugole vuote l’ultimo fiato andato dietro al pianto della madre. Se ne vanno così i nostri figli a Natale senza salutare e nessuna cometa indica loro il cammino delle stelle li aspetta la terra la terra che matura le spighe di grano. Hanno sulle labbra il profumo del latte il sapore del pane neppure una culla di paglia solo una bara di legno un lenzuolo a fare le ali per il volo che si apprestano a fare. Noi stiamo con scarne parole scaglie ferrigne di male a indire una guerra a firmare una tregua a seppellire gli uccelli che hanno perso le ali del volo e il canto del sole. . lei è mia madre pane della vita e natale . La cucina di mia nonna- Antonella Troisi Cesti di vimini pendono dal soffitto carichi di formaggio e salumi simili ad un albero di natale addobbato di biscotti e giocattoli Cuori innevati riscaldati da un camino rovente una giara di terracotta borbotta accanto al fuoco occhi semichiusi fotografano una nivea campagna Piccole gioie di un inverno vissuto. . lei è pane della vita . SENZA LE MANI DEI BAMBINI - Blumy Non c’è più il caldo del cuore, le sere hanno freddo dentro nuvole come cappelli sulla testa del mondo. Non c’è paglia, e il pane sta sulla tavola vuota, duro, intonso senza le mani dei bambini. Sto dentro una grotta in cui piovono stalattiti di silenzio e disamore. . lei è mia madre pane della vita e natale . NATALE – Sebastiano Aglieco Ogni cosa ha inizio dal suo mistero quando le parole attendono e ci battezza un angelo nel feroce silenzio dell’amore. Ogni cosa ha inizio dalla sua ferita scura guardàti e segnàti dal gesto di una mano sulla fronte. Ogni cosa ha inizio da un bambino luminoso. Nell’attesa degli angeli al tramonto ascoltiamo la nostra voce rinsecchita e il pane del digiuno è la nostra sola comunione. Guarda appare una stella forse bisogna andare seguire una promessa e cantare. Gloria nei tuoi occhi nella tua voce che ha nominato il mondo e guardaci, guardaci come ci guarda il bambino in questa preghiera silenziosa. . lei è pane della vita . HAI MAI VISTO COME MACCHIA IL SANGUE I NOSTRI GESTI? – Fernanda Ferraresso Noi come ogni cosa siamo piume senza terra taci non hai visto il rosso da ogni corpo scorrere disperdendo le rugiade della vita non parlare non ripetere le stesse vuote parole sì non so leggere che le zampe sulla sabbia degli uccelli il vento quando falcia questi prati alti i vegetali dettati della neve ma le ho sentite le parole degli uomini impigliate tra gli arbusti bruciano come fiamme dei fulmini precipitano senza radici si infossano stanno nei vuoti e nel nero di questa casa martoriata dalle guerre bombardata da secoli d’ira da lunghissimi anni d’odio e cupidigia e la vita è un tunnel lungo quanto tutte le ossa degli avi non parlare taci non nominare il nome degli angeli troppi dei miei tanti figli non sono più con gli occhi aperti non mangiano il pane e la focaccia non si cuociono più nel forno della terra come una volta ogni giorno che passa è un mucchio di cenere che getto sulla loro fossa aspettando che anche la mia faccia perda la sua ombra non parlare di stelle su questo cielo come un volàno di proiettili aquile e falchi si fiondano addosso gli artigli con l’elastico della nostra pelle è una lunghissima lama la lingua di questa vecchia ostile rabbia da decenni ci assottiglia e dall’argilla cancella i segni ritraendo il dio da ogni uomo hai mai visto come macchia il sangue i nostri gesti? un respiro invece non si vede ma ti entra in corpo si fa carne della tua e la mia è voce parola dentro la tua bocca verbo e sale in ogni circostanza ma ora la terra e tutte le sue piante questo cielo di dicembre azzurro e falso è senza i sorrisi dei miei figli hanno lasciato lungo il cammino il passo e le loro acque non saltano più tra le nuvole incorrotte del mio ventre non cantano le tenere zolle dei loro soli nel mio cuore senza cure c’è un vespaio dentro la testa che ronza l’insipido sapore dell’indifferenza non permette alle stagioni i risvegli non possono parlare le erbe con le stelle non scorrono germogli dentro l’argento del midollo necessario è il silenzio devono tacere questi inutili sonagli nessuna moneta paga il magnifico gioco che si è rotto questo cielo azzoppato è una nube che sgorga pece dal fondo e i nidi cadono ogni attimo di ogni giorno il silenzio è senza più frutto dolce è rimasto solo il miele grave della morte oltre il suo respiro tutti viviamo la tregua della terra nella stessa compiuta misura di un sasso una lumaca o una foglia viva è solo una stagione che non parla nel suo chiuso silenzio la forza non ha pronuncia ma canta la terra l’acqua il fuoco mentre il veleno degli uomini nell’aria inturbina la pazzia di raccolti feroci taci raccogli le tue sillabe dentro una serra fanne vertebre per la sabbia impollina la roccia impara il nomadismo dei semi dei fiori ma non aspettarti allori matura fino a quando qualcosa dal buio da ogni vocale pronunciata si sentirà chiara l’anima chiamata fare ritorno. . lei è mia madre pane della vita e natale . GEMONO GLI ANGELI LE LUCCICANZE PERDUTE - Donatella Nardin Scese per l’ultima volta alle nevi, da ogni parte quaggiù, il salvatore, fu nel rifiuto, un avvento di dimensioni sospese uscirono a frotte dalle ferite del volto, prima dell’oro delle comete, le bianche colombe di pace, si denudò della grazia la gialla capanna di paglia smise il presepe i pastori, smise il bimbo celeste la comunione del pane e del vino, fu incoronato di stracci l’amore, inginocchiato dolente davanti agli azzurri sbarrati della luce divina, venne quell’ultima neve a ricoprire i silenzi sulle bocche cucite dei papaveri insonni nel buco nero di giorni d’intelligenze assopite, di cicloni medusa nei fiumi più minacciosi, appena sotto la mente, fino al cobalto straziato del fiato di un pianto lieve d’altrove, gemono gli angeli e i troni le luccicanze perdute, non avrai altro dio all’infuori di te, no, non avrai, non avrò. . lei è pane della vita . DI PAGLIA E DI PANE – Agnese Gatto Profuma di bagnato La paglia del mio nido Piccole le briciole Raccolte dal vento Fruscio di piccoli corpi Lamento dell’attesa Che cova custode La quiete silenziosa D’attesa testimone Immobile speranza Di uguale uguaglianza Sono ticchettii di zampette E beccatine colorate Color carta da zucchero Occhi cerulei verso il cielo Me lo dicono Che mi confondo Tra il giallo sottile e l’azzurro prima della notte Notte che profuma di spicchi d’arancia Di dolcetti piccolini Di zuccherini fiocchi di neve Caldi e cristallini Ti porterò a volare Dove volare vorrai E il mio sogno pane azimo Ti protegga nel buio Del grande mare in cui tu Sola ti ci perdi E ti riscalderò- vieni sotto le mie aliNel mio Natale di paglia e pane Così che la tua bocca Di amore solo sappia parlare Ricorda solo: Di amare . lei è mia madre pane della vita e natale . MENTRE LA NEVE PARLA - Simonetta Bumbi ho sentito quel ninnolo sospirare come seta e tra la bufera di voci che m’affollava il fiato i pensieri s’arricciavano e tu dicesti arrivo in quel silenzio di speranza che solo l’ardito sa onorare, e ti dissi t’amo, col cuore in bocca e mille briciole nel petto ed impastavo i giorni col grano di quel pane che prende fuoco come paglia quando la luce si siede sul burrone ed io l’ascolto nella pace, mentre la neve parla. . lei è pane della vita . SENZA RICEVERE NULLA CI AFFANNAMMO INUTILMENTE- Lucia Guidorizzi [Iscrizione su un mosaico del I sec d. C. a Garni, Armenia] Perchè impervia è la notte del destino e le parole sono poche: si accendono come faville ma non incendiano Ci vorrebbe qualcuno che ancora riconoscesse nei gesti la vita avesse la forza di impastare il pane di far lievitare la speranza Perchè abbiamo cercato ma non siamo stati trovati perchè noi tramontanti siamo stati corde e ponti ma non ci ha attraversato nessuno Una zingara alta vestita di nero un giorno di molte vite fa mi regalò dei semi di Betlemme Disse “Portali sempre con te conservali con del pane e del sale perchè senza sale e senza pane la vita non ha senso: germoglieranno in epoche future” Non so più nulla di quei semi manciata di speranza perduta nel tempo ma so che devo, nonostante la stanchezza, preparare la paglia del Presepe perchè l’Asino e il Toro, custodi dei Misteri, celebrino il Sole che nasce nella Grotta. . lei è pane della vita . ROMA, 11 DICEMBRE 2012- Anna Maria Curci Ruvidi e scarni i tempi tendi mani e le opponi a nocche ostili e dure. Sono curve le nuche. Accecano le bende. Non va più, non s’attende che fragranza prorompa da muto impasto e sale. È il vento a sparigliare quadri viventi e paglia schiaffeggia sonno e resa. Inatteso, solleva. . lei è mia madre pane della vita e natale . REALE REALTA' DI NATALE – Paolo Comisieri una principesca fandonia costruita per ammazzare il tempo una burla regalo una curva una gobba che si porta sulla lingua chi scrive la linea di confine della vita e della vista la realtà salta esalta esala insomma va sempre da una parte all’altra e chi sta per strada non ha indicazioni solo frecce come farneticazioni che s’incastrano in fronte alla biforcazione del viaggio e chi va per la strada si ritrova in terra da un punto qualsiasi della perdita mentre credeva di accendere una stella non una parcella appena all’uscita dall’infanzia poi lungo la provinciale delle anime dove sempre ci si perde l’adolescenza si mette a fischiare e sceglie la tangenziale per fare prima ad arrivare nel paese di nessuna parte e allo sguardo non resta che uno scorcio senza più il talento di ogni passato innamoramento finendo per fare di tutto un conto un tondo uno zero senza riso nella bisacca del mare senza coralli da innestare sotto la testa di medusa che luccica sull’albero intermittenti vapori di gas e le curve delle galassie non hanno nemmeno la ludica forma delle stelle marine ma sono curve a doppio otto un lotto da corsa senza la scia e la coda in attesa si sta al banco della spesa non dietro i fasti di una cometa in fila allo sportello del bancomat in cui si è trovato scritto per l’ennesima e una volta FUORI SERVIZIO PER INTERVENTO DELL’OPERATORE eppure è il giorno di Natale e per strada non c’è nemmeno un pastore figuriamoci le pecore e il cane conduttore tutti a pranzo a banchettare con fieno e paglia fresca distribuita un mese prima nei mercati e nelle fiere per questa dispendiosa occasione senza griffa senza firma. Reale relatà con lo scettro di un trono dove stanno i burattini e i segni del comando sono cartoni e bastoni delle carte dei tarocchi mentre a noi tutti non resta che rimanere in strada a contare i piloni della provinciale delle anime che stanno sui ferri arroventati di tutti gli incroci dei partiti persi aggrappate alle loro vecchie abitudini lanciando anatemi a quelli che sfrecciano oltre lasciando il paese in cerca di stipendi da nababbi per avere una pensione meno triste per ogni trito pensiero perduto e qualche natale da godere in più rispetto a quello canonico splendendo di un miserabile guadagno molto di più una volta al mese con poche aggiunte lire offerte da un prestito bancario che ti rifà il conto e riscrive per te una nuova storia di mutuati debiti mai bonificati tu e tutti gli altri già per strada ad aspettare che nevichi e che si gonfino i polmoni di freddo mentre si scrive sui muri ABBASSO questo e quello che sono da sempre i più offesi dai tempi di ieri fino a qui senza cambiare ed essere comunque più duri ancora una volta meno puri. . lei è pane della vita . A COPPIE - Margherita Gritto A coppie ingoio le parole nevischio bianco libera il mio tempo a coppie depongo le parole in una buca aspettando che la neve le risvegli qualcuna si declina in ghiaccio altre volano lontane come paglia tra farfalle altre si fanno steli su cui si appoggiano le stelle volteggiano nell’aria rarefatta un attimo poi precipitano senza che nessuno ascolti il loro segreto è così duro e diffcile oggi pronunciare le parole battute sul ferro di cuore amore ci trovi ruggini che formano dolore diventano spine e dighe nella gola depositano un calcare bianco su cui si brucia ogni colore trema il pensiero come un sonaglio difettoso mai più spiriti liberi oltrepassano le parole c’è una greppia di plastica al toy center con colori atossici c’è dipinta una storia così vecchia che nessuno riconosce questo oggi . lei è mia madre pane della vita e natale . NATALE DELL’INEFFABILE AMORE- Adriana Gloria Marigo Dalla mia anima ellenica per il plesso solare della tarda latinità al medioevo flagellato d’Europa Invoco la nascita mirabile il volto pantocratore radioso nel presente attonito d’immodestia vertigine danno così che ogni sterpo di parola ogni fascina d’azione rifulga del signore di tutte le cose per ineffabile Amore dentro sacro e profano frugiferi di Grazia piena. . lei è pane della vita . JINGLE BELLS- Fabia Ghenzovich Al chiuso delle case pacchi dono Jingle bells allegro ipnotico di festa nelle pupille sgranate dei bambini che di paglia e pane non basta questo occidente di sempre omissis e laeti triumphantes in culle vuote stente d’avvento torneranno le storie antiche come noi e di noi l’esserci l’essere assente a natale numero di serie. duemila12. . lei è mia madre pane della vita e natale . DAI LUOGHI INVISIBILI- Massimiliano Tiengo dai baratri di inferni senza tenebre la terra brucia e le sue bestie assedia e c’è chi non ricorda l’ora in cui il tempo accanto a lui sedeva sulla pietra di casa accanto all’acqua del pozzo oceano che fluiva in ogni cosa e tutto quanto veniva detto era netto e nettato non scuro obliquo e il volto traluceva di un dio modesto che mite misurava il crescere mai molesto delle erbe tra le mani e i piedi il suo essere questo e quello e ardeva in tutti cespugli dio era tra i rovi per farsi pane per il forno moltiplicando la misura delle rose mentre le bestie zitte pronunciavano l’essenziale scrittura la parola più antica dentro la semina dei campi c’era un tempo del ricordo in cui il tempio era ogni uomo e di questo ognuno bruciava attraversando la porta senza segno ogni cosa era rosa del luogo più alto e sacro il disegno nel vuoto di quel luogo l’inferno o il paradiso non misuravano alcun bastone c’era uno sguardo dentro ogni relazione e stare significava vivere insieme non dimenticando che nel petto ci poteva stare tutto per intero l’universo in un cretto sulla paglia si deponeva il frutto perché più lento gli maturasse il corpo di paglia era il letto dei grandi e la culla dei più piccoli senza reclami da parte di nessuno era semplice il mondo contadino opus incertum che ad ogni istante ardeva nel camino di un cielo cadente si nutriva notte e giorno per una cenere iridescente tra le profonde colonne del mistero fermo diritto tendine di questo mai concluso mondo. . lei è mia madre pane della vita e natale . UN COMUNE DESTINO- Nina Scuppa Barbieri Un tramonto così lungo non lo avevo mai visto nel cielo rosso del mattino quando le case si svegliano riaffiorando dal nero della notte e qualche suono socchiude il buio ammutolendo le profondità del silenzio dai giardini e dalle strade solitari come deserti appaioni più chiari gli ultimi bagliori degli astri come paglie che si accendono come schizzi inchiostrati d’argento e il cuore sembra non riuscire a contenere quell’immenso trambusto di fiammelle nell’aria gelida di dicembre ci sono stelle che a tratti sembrano caderti sul bordo degli occhi per spalancarti quanto le finestre su quella vasta notte candida e bruciante che vivi solo un attimo. Ha potato i rami del gelso questa notte una nevicata morbida candida lievitata controvento che come un pittore ha aggiunto un lieve ritocco artistico a quell’involucro natalizio una scena fiorita in bianco per un incontro di assenze. Tutto sembra avere il suo giusto posto ora tutto è una madia immersa nel celeste solo un pettirosso ed un merlo cantano sottovoce l’uno più in basso nel chiuso rettangolo del cortile l’altro sotto il tetto come a regolare il coretto un dialogo a due voci per un comune destino a cui nessuno pone orecchio mentre adagio sbriciolando il pane ricevuto lo credendono un biscotto piovuto da quel fitto lievito di stelle che di freddo s’increpano. . lei è pane della vita . QUESTO PANE DA MANGIARE- Giulietta Somma Immergo le mani nel cuore dell’ erba voglio toccare il mio ventre preistorico e fossile voglio arrivare a sentire il germoglio il mio corpo come un grano di trifoglio il mio corpo in erba che ancora conosce il territorio delle stelle le onde del ramo più alto dove il cosmo è un albero e il legno ha l’odore di tutti i natali che diedero un corpo al mondo il grande respiro delle messi il duro roccioso sussurro delle montagne il ventre gonfio delle nuvole le guance rosse delle rose le mani protese delle fiamme le piccole attrezzerie dei ghiacci eterni le volute d’argento delle anatre che migrano prima dell’inverno tutte le piume dei sorrisi dei neonati che vedono ancora da dove si apre questo pane da mangiare che sanno raggiungere la paglia dei sogni in cui poter volare . lei è mia madre pane della vita e natale . ORA E' VIVA -Alessandro Ortese Nella pietra di questo orologio nel muro delle voci che qui dentro si scheggiano non ci sono che i segni delle parole occhi che mi accerchiano di silenzio respiri che mi spingono ad aprire il mio cartoccio questo corpo che è il tuo specchio un natale dove sto da giorni seduto accanto allo stipite della porta guardo il tuo corpo orizzontale senza poter fare senza poter trascorrere da te a me siamo una sola lingua di terra nell’angolo di un foglio che non ha vocaboli di senso che non è poesia né resto del tempo non immagina la pietra cosa sia il pane non sente il vento dentro il campo la semina del tuo silenzio. Tutto il cielo ora è il tuo letto in quell’angolo della strada appena smosso dalla luce brilla il tuo volto scoperto nella paglia la tua casa ora è viva. . lei è pane della vita l . LA PAGLIA E IL PANE – Lorenzo Poggi Nascondere la paglia nel fosso è come tingere di nero la luna, come fare il pane senza farina. Aggiungere legna al camino, intrecciare paglia per ceste di vita, sporcarsi le mani per pani speranza. Servono panche per potersi contare quanti siamo a cantare l’amore che manca, il sole che sorge dopo notti di pioggia. . ei è mia madre pane della vita e natale . POI DICIAMOLO- Lucia Piombo E dire che poco prima mi sembrava quasi un corteo mistico, le sante di Ravenna, che so, ognuna con quel suo brillio di tessere di vetro e oro. Quelle lucette in processione, una galassia di lucori allineati. Ordinati. Un indicatore di cammino. Solletico al cielo. Buchetti. Sfiati di luce giallastra e azzurrina, tremante. Come un risveglio ancora non completo. Non perfetto. Un vagare, il mio, con le stelle quasi in testa. Non so come funziona questa cosa dello spegnimento. Parecchie cose non so come funzionino. Comunque, quando si spengono i lampioni, a parte quei due, tre secondi di stupore, di sospensione del pensiero, di galleggiamento nell’attesa un po’ spaurita, poi, poi ci si riabitua ai nuovi colori. Pare. Che poi, diciamolo. Che ci si veda o no, pensi che vederti potrebbe mai darmi più felicità di quanta non me ne dia già l’amarti? . lei è pane della vita l. OGNI GIORNO DI PIU'- Federica Galetto Erano le ali di una corsa Come pietre ai piedi Che sempre fermano ai bordi delle strade lastricate e nude Intinte nel solito margine (rosso) d’aurea veggenza che mai si eleva alle potenze superiori sapendo di quelle corone d’agrifoglio prese al lazo da aironi di ferro e renne barocche snaturate allo zenith Uguali i sorrisi Le parole vere e quelle finte Le solitudini abbracciate al freddo I gesti non fatti e quelli fatti Poiché troppo ci sarebbe da dire e da fare Sotto l’albero A bagnare le radici con il sale per far nascere Un bimbo sano da una madre naturale Una donna senza coperte di vischio Senza raccolti nel cuore E sempre così corrono gli ann A difendersi vestite (di bianco) Dai rimpianti in (utili) Dietro una voce mai dimenticata Nell’assenza che manca Mancando A Natale ogni giorno di più. . ei è mia madre pane della vita e natale NATALE - Anna Maria FarabbiDopo qualche anno, entrammo nella stalla. Ormai se ne erano andati tutti: traditi, morti, esodati, esiliati. Il paesaggio intorno era cambiato, raschiato nella guerra tra palestinesi e israeliani, tra sassi e bombe a mano. Scavammo, trovando solo paglia e pane fossile. Ecco perché continuo a dire ai bambini che bisogna imparare dalla stalla. Anche da quella. . lei è pane della vita . UN PRESEPE - Fiammetta Giugni c’è una piega che involve il riflesso di un lembo di manto che ritorna in se stesso c’è un filo di pianto che brilla un tragitto sotteso a ritroso fra lacrima e stella c’è un sorprendersi atteso e diverso c’è del vecchio e del nuovo nell’assenso di cuore e di mente a restare in ginocchio c’è un dolce tepore di stalla e un asino perso e compreso che mastica l’oro e la paglia . lei è mia madre pane della vita e natale DI POCO PANE E VINO– Cristina Finotto È un Natale che non ha luci, nè sogni di neon a brillare sotto il fiume, c’è solo una luna che sembra prestata al cielo stasera, come io e te prestati al mondo dei silenzi in questo paese dei racconti dove tremano pozzanghere e i vecchi hanno coltelli ai fianchi per paura di morire soli. Ci basterà un pane nella credenza, galletta per soldati in trincea e un bicchiere di vino dolce per gustarci un po’ la vita e come il sergente della neve siamo gente in guerra in questa patria di Po misterioso dove abbiam perso metà dei nostri anni e siam quasi tornati bambini con tutto da rifare, anche la casa, sì, anche la casa. lei è pane della vita . . PANE- Maria Ausilia Binda Pane per l’anima Giaciglio riparo dalla fredda notte di paglia Notte di natale quella e tutte le notti domani dell’anno che verranno sante Offerto impasto di grazia lievitata e mistero umida linfa di nascita riprodotta cellula in un ventre sotto l’ombra accerchiata di una cometa stella Cura suprema di donna di uomo germogliata Calore che si fa carne vita dolente e salvifica mente L’infante: gli infanti del mondo tutto Canto di pace che giunga! . lei è mia madre pane della vita e natale lei è mia madre pane della vita e natale ** ANCHE LE AUTRICI E GLI AUTORI INTERVENUTI AUGURANO A TUTTI BUONE FESTE Sebastiano Aglieco Nina Scuppa Barbieri Simonetta Bumbi Marco Bellini Blumy Cristina Bove Angela Chermaddi Cettina Lascia Cirinnà Paolo Comisieri Diego Conticello Antonio Devicienti Patrizia Dughero Federica Galetto Agnese Gatto Fabia Ghenzovich Angela Giordano Fiammetta Giugni Angela Greco Margherita Gritto Anna Maria Farabbi Fernanda Ferraresso Marcella Ferro Andrea Longega Daniela Manzini Kuschnig Adriana Gloria Marigo Donatella Nardin Alessandro Ortese Rita Pacilio Lucia Piombo Antonia Piredda Lorenzo Poggi Vittoria Ravagli Mario Rosso Meth Sambiase Giulietta Somma Massimiliano Tiengo Antonella Troisi. [youtube=http://youtu.be/WeV14FdTWVs] ** RIFERIMENTI IN RETE: http://cartesensibili.wordpress.com/2012/11/20/un-natale-di-paglia-e-di-pane-raccolta-testicartesensibili-201213/ [youtube=http://youtu.be/rEs1wtsw_IA]