UN NATALE DI PAGLIA E DI PANE - Raccolta

UN NATALE DI PAGLIA E DI PANE - Raccolta completa 2012
[youtube=http://youtu.be/J0QQJfPi3ps]
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Il cammino è iniziato con questa affermazione: - questo che viene è un natale di paglia che
brucia/questo che muore è il corpo di tutti gli uomini/anche se è appena un bambino/questo che
gioca a fare la guerra è lo spettro/della cattiva coscienza che scambia la vita/per tecnica e arruola
i morenti per un pugno di pane- Bruciata è la paglia di una falsa politica,
perché tradisce la radice da cui è nata e si è sviluppata, diventando arida di contenuto e senso,
privandosi di ciò che è essenziale, non nutrendo né se stessa né coloro ai quali il suo percorso si
dovrebbe offrire. Bruciata è la paglia a causa di continue violenze il cui oggetto sono i bambini e
soprattutto le bambine, vendute come spose anche se sarebbe meglio dire come schiave e
violentate e lo stesso accade nei paesi che si dicono civili. Finché la violenza continuerà sulle
donne e sui più deboli, sulle persone che non hanno voce in alcun capitolo, non ci sarà né
progresso né sviluppo, non ci sarà pane con cui sfamare il futuro.
Anche quest’anno CARTESENSIBILI ha invitato i propri lettori a riflettere sul tema proposto e
a scriverne inviando il proprio cammino. I testi sono stati visionati e raccolti senza badare al
nome del mittente ma alla sostanza del messaggio, perché NATALE fosse davvero ciò che
afferma di essere: UNA NASCITA REALE e tutti noi finalmente capaci di offrire i natali alla vita
senza imporre confini, senza altra terra promessa che non corrisponda ad una sempre sostenuta
pace a oltranza e dovunque sulla terra, consapevoli che non c'è una via per la pace, ma la pace
stessa è la via, come afferma a ragione il Dalai Lama.
Il titolo della raccolta che si è venuta componendo ha per questi motivi un titolo che mostra
quale sia l'attuale scena in cui viviamo: UN NATALE DI PAGLIA E DI PANE, in cui però
troppo spesso è proprio il pane che manca.
Nell'offrirla in lettura a coloro che ci seguono AUGURIAMO A TUTTI DI AVERE COME
NATALI UN CUORE E UNA MENTE APERTI perché se riusciremo ad essere ospitanti la
differenza, NASCERE OGNI MOMENTO sarà la ricchezza di cui si sostanzierà l'esistenza e
forse, allora, il natale avrà pane da condividere e paglia da usare. A TUTTI AUGURIAMO UNA
GIOIA PROFONDA E ILLUMINANTE.
RINGRAZIANDO INOLTRE TUTTI COLORO CHE HANNO CON NOI NUTRITO LA
CORALITA' NEL DIRE E NEL FARE, POICHE' ANCHE SCRIVERE E' UN GESTO DI PRECISA
SCELTA E DI AFFERMAZIONE DI PRESENZA, LASCIAMO, OLTRE ALLA BELLISSIMA
RACCOLTA DI POESIE, TRE BREVI PENSIERI SU CUI RIFLETTERE.
Il gruppo di CARTESENSIBILI
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jeanie tomanek
- Ci sono solo due giorni all'anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri,
l'altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e,
principalmente, vivere.
- Se pensi di essere troppo piccolo per fare la differenza, prova a dormire con una
zanzara.
- Dona a chi ami: ali per volare, radici per tornare, motivi per rimanere
Dalai Lama
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UN NATALE DI PAGLIA E DI PANE
RACCOLTA COMPLETA- NATALE 2012
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lei è mia madre pane della vita e natale
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FINE DEL MONDO- Andrea Longega
Me so insognà che soto riva
i gransi se rampegava
come cristi fora dal sepolcro
su su fin sora i cópi e che le pière
spuàva fora tuto el salso e i canali
restava suti le campane
site e a boca verta i òmeni
se fermava a vardar
sta fine del mondo sapiente
sto darghe logo (e gera ora!)
al niente.
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Ho sognato che da sotto riva | i granchi si arrampicavano || come cristi fuori dal sepolcro | su su
fin sopra i coppi e che i mattoni || sputavano tutto il salso e i canali | si prosciugavano le
campane | si zittivano e a bocca aperta gli uomini | si fermavano a guardare || questa fine del
mondo sapiente | questo lasciare spazio (ed era ora!) || al niente.
.
lei è pane della vita
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AI MARGINI- Angela Giordano
Confusi nel fiume di umanità
della folla che scorre
in stanchi occhi immagini superbe
tra realtà e desiderio,
vivono ai margini
spettatori dell’altrui vita
invisibili
senza regole né vincoli… ” liberi”.
Ai margini
di una bieca e sorda società
troppo spesso corrotta,
dove avanza inesorabile il degrado urbano
la miseria corrode gli animi
e non v’è più dignità.
Ad ogni angolo di strada
defluiscono le speranze verso
un futuro che non c’è.
Latenti di notte, avvolti
dalle tenebre o dal chiaro di luna
sotto mentite stelle ammaliatrici, chiudono
il cuore al mondo ed alla vita
uomini di idee infeconde
tristemente assenti!
.
lei è mia madre pane della vita e natale
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DI LUCE OGNI PAGLIA -Angela Chermaddi
arroccati paesi dove in chiesa
trovi solo le donne inginocchiate
“in una vita di assenze non puoi
rinunciare anche a Lui”
la donna gli scava un nido
e se lo cova nell’intimo nutrito
tra le doglie e spera
…………………se lo vuole
deve ripartorirselo d’amore
questo Dio che sale ombra di voce
nell’anima dell’anima e incendia
di luce ogni paglia
.
lei è pane della vita
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VERSO L'ANNUNCIO - Rita Pacilio
[Introduzione]
Si cingono la testa con l’alloro
il destino del terzo mondo muore
va dal grembo benigno alla creatura
si avanza verso l’infinita famiglia.
Qualcuno conosce l’angelo vivo
il seme gravido e la sua sposa
quell’universo di cure e gesti
essere felici e poveri, bianchi.
Ha le trecce nere sulla sottana
ha saputo adesso le guance e le mele
orecchie dipinte nella bellezza
sui piedi la rosa delle madri.
Sul viso liscio di fanciulla il cielo
la tremenda notte incinta, un caso
l’abisso è alla rovescia, salire
qualche pecora si muove stupita.
Lui in testa un fazzoletto annodato
e il chiodo irrevocabile, muto
affondano il piede nella domenica
il tempo si ferma come polvere.
Il gemito di un solo bambino
la promiscuità nei campi nomadi
che si muove nel segno della luce
si nutre di campagne silenziose.
L’inquilino non usa il catenaccio
la vulnerabile disinvoltura
inciampa nella festa
si preferisce pudore al nulla.
Mangiano il lievito fruttuoso di ieri
sul telaio si ricama il presepe
se guardi avanti c’è il Cristo coricato
l’anticipazione, la profezia.
Il gallo è già qui sulla trave crollata
la morte sembra un contagio nella pena
hai gli occhi di baci e pensieri zitti
più tardi ci sarà l’incontro carnale.
.
lei è mia madre pane della vita e natale
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IN ATTESA - Cettina Lascia Cirinnà
stordita ancora dai bombardamenti
mi alzo stanca dalla notte insonne
lo stomaco brontola
sento un alito di vita muoversi dentro di me
ma non c’è più farina nella madia
allora preferisco addormentarmi
con il profumo del pane
del giorno prima
odio la guerra
è dei potenti la guerra
i potenti
mi hanno portato via il mio amore
maledetti
per sempre maledetti
maledetti!
minuscole
scintille negli occhi
stanche illuminano di miseria il silenzio
la stanza
vuota
d’amore
vuota
di pace
ma
non sono sola
dentro di me nascosta
la vita pulsa
mi rivoluziona il destino
cambia il domani del mondo
.
lei è pane della vita
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L’ALTRO - Mario Rosso
[Risposta a Rossella]
Come può essere un azzardo
se mi dici con grande delicatezza ed estrema sincerità, come sai far tu,
che l’altro è anche ingombrante,
che la parola dell’altro risuona anche come un attacco, mosso per invadere ….
che lo sguardo dell’ altro è anche un buio che non ci degna della sua luce
che l’altro è anche quello che non ho….
che la bocca dell’altro è anche il cerotto che si vorrebbe applicare alla propria bocca…..
che i pensieri dell’altro sono anche come anguille sguscianti …..duri a morire, a finire…
che l’amore dell’altro ha anche il sapore acido del vomito
che il pianto dell’altro ha anche l’odore di feccia
che il nome dell’altro è anche il volto dell’odio
che l’altro è anche il luogo della mia bestemmia
che le braccia dell’altro sono anche rami inarrivabili
che il sentire dell’altro è anche la sua sordità…
che l’altro non mi risparmia mai
che l’altro mi chiama da sempre
che l’altro mi muove e sempre e dovunque ?
Non è un azzardo il tuo sentire.
Anche quando riflette di te, di me, del mondo.
L’azzardo è amarlo.
Amarlo comunque
senza nessuna condizione.
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lei è mia madre pane della vita e natale
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RISPOSTE - Angela Greco
scivola tra dita bianche “C’era una volta”
d’incertezza e domani al petto allattati
ché perso d’essere fanciullo è il tempo
di luce per il tuo oggi di piccole mani
e d’attesa ancora mugola – fino a quando?
di fiati sorrisi umili di cielo senza stelle
si confondono a tarda ora culle e croci
con filo dorato di paglia intessute
e nell’affanno del giorno che presta mano
a notte fonda nel ricamo del tuo sonno di sogni
vedo stracciati fogli e figli senza colore
in una veglia di silenzio e preghiera
che non sia un rosso scuro terra
...............................ho chiesto una risposta che (ancora) non c’è
.
lei è pane della vita
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CANTO DI CURA PER KORE - Patrizia Dughero
nella lingua del padre e della madre
Una rana è appena saltata
su fili che non sono più d’erba
ma paglia ingiallita secca.
Rivolta una piccola zolla
le zampette posteriori tese e bilanciate.
La vedo arrivare avvolta da un manto
che non la protegge che
non reca consolazione.
Non porta lo sguardo e non lascia impronte.
Le foglie cadute non
permettono di brandire speranze.
L’odore pungente del gelo
graffiato da ispide movenze
lo vedo e lo porgo. Poi spero.
Non lascia quel manto, non lascia rumore.
Decido e lo spacco, frutto rotondo
scintille di sangue, gocciole nuove
specchiate. Le risucchia leggera. Lei
beve e io spero, ma non ero giardiniere.
Mi son fatta giardiniere
ho imparato a contare i fili d’erba
stecchita e distesa.
Ho sognato tra nuvole d’artemisia
e chicchi di melograno spaccato
d’entrare nell’antro conteso
e dividere il pane nel buio.
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lei è mia madre pane della vita e natale
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QUESTA TANA FATTA DI PAGLIA - Antonia Piredda
Sulla porta in attesa
che spiova nell’animo il desiderio
che non smetta
il cadere
di goccia la cadenza
delle nuvole
mosse dal mare
crudele
di paglia
mi rivesto
come agnello al riparo
dal freddo senza più madre
per nutrirlo di tiepido
conforto sul ventre
manca il pane
finiscono i chicchi
quasi evaporano
nell’aria gonfia
uno dopo l’altro
resta
una sospensione temporale
a cui aggrapparsi
e un vento che mi trascini
nuovo un nome scriva un’altra direzione
sulla porta rimango
aggrappata agli stipiti
al varco
che non so saltare
col freddo a tirarmi le ossa forse vuole
offrirmi una risposta
in questa strana sera
una tana fatta di paglia.
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lei è pane della vita
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GESU', UOMO GIUSTO - Vittoria Ravagli
La paglia brucia in fuochi disperati
grida, tumulti, fame,
bambini uccisi, donne violate
Gesù e Madonne piangono
in tutto il mondo
Rinasci in noi, placa il dolore
Ride il ricco Epulone
con i giorni contati.
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lei è mia madre pane della vita e natale
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LO TENEVA DENTRO UN VASO DI COCCIO - Marcella F. Ferro
un seme scuro scuro
venuto dall’oriente raccolto ai bordi di un campo
dove era caduto dove s’era perduto tra altri semi di riso
e la paglia dei cappelli da lavoro.
E non sapeva perché lo aveva raccolto.
E non sapeva come fare per riseminarlo.
Lo teneva in vaso tutto il tempo dell’anno
senza che subisse l’azione del sole del vento
o la pioggia lo bagnasse decidendone una sorte.
Venne l’inverno e quasi per stanchezza di vederlo trattenuto in casa
lo posò in terra.
Aveva così tanti anni quel seme dentro il coccio
che aveva pensato fosse morto.
Cadde la neve si inseguirono la notte e i giorni
mattini di nebbia e brevi giornate di sole.
Da un punto mai visto prima proprio sotto il vaso d’argilla rotto
un uccellino risaltava sul suo corpo
un piccolo segno cresciuto verso l’alto
una foglia di un ramo di un alberello minuscolo
Era il frutto di quel seme scuro
scuro caduto e creduto morto
che finalmente dava i natali alla sua specie.
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lei è pane della vita
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IL BAMBINO ATTESO - Marco Bellini
Pochi giorni prima di Natale evacuarono il campo
le baracche arrangiate come gli orti dei vecchi.
L’ordine era del Prefetto
la gente era stanca, teneva i bambini in casa.
Erano tutti clandestini dissero
tutti cercavano una terra
ma questo non fu detto.
Sotto l’avanzo di una lamiera,
il giorno della nascita, restava
una scatola di cartone appoggiata su un lato;
era la grotta erano i protagonisti
tutti al loro posto.
Giuseppe aveva un braccio rotto. Mancava
e ancora sarebbe mancato, il bambino atteso
il bambino dimenticato.
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lei è mia madre pane della vita e natale
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ANCORA DICONO E' NATALE - Cristina Bove
La settuplice strada
lo slum dell’india manca di un’ottava||
quale sentiero porta a nascere
quale ramificata ereditarietà rimanda
ai cataclismi delle bombe
ai sottoscala ai ruderi che servono da case
alle mosche pressanti sulle schiene
uomini fatiscenti e d’incessato allarme
su territori offesi cingoli e lacrimogeni la terra
un medico mendico il gesucristo
tra gente che s’affanna a fare il pieno
di bon bon e bon ton
è tutto regolare
:le normative degli umani
l’effige della morte tra due femori
alta tensione
__fosse soltanto della luce ai pali__
una friggitoria per moscerini.
Scrivete? Ma che cazzo scrivete! Vomitatelo, il mondo!
E se potete comprarvi una cravatta al primo shop
dubitate di voi
che d’anno in anno rifilmate le stesse pocherie
regia del disumano attori tutti
di questo miserabile spettacolo
scendete al suolo angeli di creta
angeli furbi in brillantezze futili
snobbate almeno questa volta i paramenti
i paraventi d’oro__forse non lo sapete
che le miniere sono tombe d’uomini e bambini__
angeli di scarto siete se venite con le trombe a
trombare noi che non credemmo mai
potesse esserci un cristo negli incensi
noi lo sapemmo povero
non agghindato come un principino biondo paffuto e rosa
fatevi un giro nelle fognehotel
ci dormono bambini già assuefatti alle droghe
depredati di tutto dai viziosi adulti
andate alle discariche di New Dehli alle tendeospedali di kabul
nei campi devastati dalle mine
cercatene i brandelli
e buon natale.
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lei è pane della vita
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SENZA NATALI - Serena Allegri
Indovina cosa accadrebbe
se l'alveare del sole si aprisse
se dal suo favo la luce come punte di lapis
il buio scrivesse
dentro il cielo pesto
di stelle cadute e tramonti mai più rinati
pensa come questo
vecchissimo ventre della nostra comune antenata
di vento si farebbe e come paglia e fieno tutto in aria volerebbe
con l'unico scopo di seccarsi
e non più alberi
né rose o mari o pesci
non fiori non tuberi né messi
nessun messaggio pronuncerebbe la terra
l'amore disperso
in un angusto destino
non un passo suonerebbe
in aria
non una mano compirebbe un gesto
nessun senso all'erta nessuno sguardo alla finestra
non canti non genti né alberi come case degli uccelli
solo un monotono desolante vuoto
su tutto ciò che morto sarebbe solo suolo
questo immobile
pianeta di terra che di corpi senza natali
nel cielo si addensa
.
lei è mia madre pane della vita e natale
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IN SEPARATE SPERANZE - Meth Sambiase
Siamo stati detti. Rischiarati
in terre cavee dove ci indicavano i letti
gradoni e luci e tremori come gechi
dalle lingue poi incomprensibili,
diverse nelle notti in cui siamo naufragati
e iperborei i cieli, a Nord delle promesse
delle stirpi e dei fratelli spazzati
affondati, o spezzati come il mercurio.
E’ stato detto
che bisogna germinare lasciare andare
per diventare cose e le parole
che le contengono, in santità di voci.
Si accendano i verbi, allora
chiedete e vi sarà aperto
bussate e vi sarà dato
le fedi sono vetri che attraversano i toraci
prensili prismi, si aprono l’uno nell’altro
insieme
si fa tardi e ci si chiama,
nomi cupi, ma sulla via
la fenomenologia di un possibile sole.
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lei è pane della vita
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TEMPO DI NEVE BIANCA COME IL PANE - Daniela Manzini Kuschnig
tempo di natale: rinasce il bambino
nel giallo della paglia: rinasce il mondo
e il mondo si morde la coda
che è la paglia di una cometa
che gira sempre più in tondo nel vuoto
dell’ elica immersa in un lungo tradimento
perché tradito è l’ Alleluia
traditi il sole la luna le stelle le erbe i campi le acque e l’uomo
ingannato il suo sogno d’essere uomo e non re
negata la visione del mondo perché lo sguardo è un occhio colato nel buio
annegato il viaggio nella pozza dello spergiuro
nel vuoto covato
poco resta a dar voce alla speranza
la nostra
il nostro cammino dentro il mondo
per tutta la profondità del campo
questo luogo che dà pane riposo e coraggio persino per morire
da una messe promessa fin dal primo segno
perché questo è il ritorno della luce in ogni giorno
eppure questo tempo senza più tempo
è proprio l’attimo in cui sperare ancora
gridare il nome della luce sapendone la misura in sé
è cercare
ancora cercare il porto da cui salpare
per nuove acque in cui navigare
in cui piantare
il seme
dell’uomo perduto
.
lei è mia madre pane della vita e natale
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NATALE DI SCAMPIA - Antonio Devicienti
Ho soltanto parole a salutare
un altro Natale di guerra e muri:
e di offesi bambini.
Parole-paglia che ostinate non
distolgono lo sguardo
né riscaldano;
parole-pane inzuppate d'amaro
che sale dagli anfratti
della terra.
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lei è pane della vita
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SENZA TITOLO - Daìta Martinez
hanno acciuffato intervallo
una seggiola sferruzzata di
cartoline scucite così mani
…………….abbassando
…………….la lampada
sulla coperta della nonna è
mangiata la storia a pagina
nostra abbiamo paura sotto
gli alberi spolverati piano a
non sciupare gli angeli che
il lettuccio è l’attesa
……………ascoltano
……………i bambini
……………aspettando
silenzio i pastorelli escono
cantilene bianche dopo gli
schiaffi lanciati sulla strada
stringono tapparelle ai fiati
del presepio accucciati
gli sguardi
impugnati
adesso per sfamare muri e
si mette vicino la notte un
orlo di latte scaldato poco
.
lei è mia madre pane della vita e natale
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25 DICEMBRE – Diego Conticello
Esistenze antiche
ne incontrano di nuove,
di velate ipocrisie
per chi non crede:
i vecchi insegnano
la vita a carezze,
ai bambini
che guardano
stupiti – con le mani
sui vetri –
una neve,
che spezza
rami
d’alberi sparuti.
Ma non si guarda
al povero,
a chi non può
scaldarsi e
rannicchia anche l’anima,
pur di scordare, anche se
per un istante,
le sue precarie
notti di morìa.
Quando smetterà
l’uomo d’amare
soltanto sé stesso?
Quando tornerà
a respirare ancora
(come dietro a vetri)
stupore di vita?
Quanto ancora
dovremo attendere
perché l’uomo capisca?
Quanto ancora, quanto
ancora?
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lei è pane della vita
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IL PROFUMO DEL LATTE - Narda Fattori
Sono appesi come palloncini a mazzi sui cancelli
nei giorni dei compleanni e hanno le ugole vuote
l’ultimo fiato andato dietro al pianto della madre.
Se ne vanno così i nostri figli a Natale senza salutare
e nessuna cometa indica loro il cammino delle stelle
li aspetta la terra la terra che matura le spighe di grano.
Hanno sulle labbra il profumo del latte il sapore del pane
neppure una culla di paglia solo una bara di legno
un lenzuolo a fare le ali per il volo che si apprestano a fare.
Noi stiamo con scarne parole scaglie ferrigne di male
a indire una guerra a firmare una tregua a seppellire
gli uccelli che hanno perso le ali del volo e il canto del sole.
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lei è mia madre pane della vita e natale
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La cucina di mia nonna- Antonella Troisi
Cesti di vimini pendono dal soffitto
carichi di formaggio e salumi
simili ad un albero di natale
addobbato di biscotti e giocattoli
Cuori innevati riscaldati da un camino rovente
una giara di terracotta borbotta accanto al fuoco
occhi semichiusi fotografano una nivea campagna
Piccole gioie di un inverno vissuto.
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lei è pane della vita
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SENZA LE MANI DEI BAMBINI - Blumy
Non c’è più il caldo del cuore,
le sere hanno freddo dentro nuvole
come cappelli sulla testa del mondo.
Non c’è paglia, e il pane sta sulla tavola vuota,
duro, intonso senza le mani dei bambini.
Sto dentro una grotta in cui piovono
stalattiti di silenzio e disamore.
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lei è mia madre pane della vita e natale
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NATALE – Sebastiano Aglieco
Ogni cosa ha inizio dal suo mistero
quando le parole attendono
e ci battezza un angelo
nel feroce silenzio dell’amore.
Ogni cosa ha inizio
dalla sua ferita scura
guardàti e segnàti
dal gesto di una mano sulla fronte.
Ogni cosa ha inizio da un bambino luminoso.
Nell’attesa degli angeli al tramonto
ascoltiamo la nostra voce rinsecchita
e il pane del digiuno
è la nostra sola comunione.
Guarda
appare una stella
forse bisogna andare
seguire una promessa e cantare.
Gloria nei tuoi occhi
nella tua voce che ha nominato il mondo
e guardaci, guardaci
come ci guarda il bambino
in questa preghiera silenziosa.
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lei è pane della vita
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HAI MAI VISTO COME MACCHIA IL SANGUE I NOSTRI GESTI? –
Fernanda Ferraresso
Noi come ogni cosa
siamo piume senza terra
taci
non hai visto il rosso da ogni corpo scorrere disperdendo le rugiade della vita
non parlare
non ripetere le stesse vuote parole
sì non so leggere che le zampe sulla sabbia degli uccelli
il vento quando falcia questi prati alti
i vegetali dettati della neve ma
le ho sentite
le parole degli uomini impigliate tra gli arbusti
bruciano come fiamme dei fulmini
precipitano senza radici si infossano
stanno nei vuoti e nel nero di questa casa martoriata dalle guerre
bombardata da secoli d’ira da lunghissimi anni d’odio e cupidigia
e la vita è un tunnel lungo quanto tutte le ossa degli avi
non parlare taci
non nominare il nome degli angeli
troppi dei miei tanti figli
non sono più con gli occhi aperti
non mangiano il pane e la focaccia
non si cuociono più nel forno della terra
come una volta ogni giorno che passa
è un mucchio di cenere che getto sulla loro fossa
aspettando che anche la mia faccia perda la sua ombra
non parlare di stelle
su questo cielo come un volàno di proiettili
aquile e falchi si fiondano addosso gli artigli
con l’elastico della nostra pelle
è una lunghissima lama la lingua di questa vecchia ostile rabbia
da decenni ci assottiglia
e dall’argilla cancella i segni
ritraendo il dio da ogni uomo
hai mai visto come macchia il sangue i nostri gesti?
un respiro invece non si vede
ma ti entra in corpo si fa carne della tua e la mia è
voce parola dentro la tua bocca verbo e sale in ogni circostanza ma
ora la terra e tutte le sue piante
questo cielo di dicembre azzurro e falso
è senza i sorrisi dei miei figli
hanno lasciato lungo il cammino il passo
e le loro acque non saltano più
tra le nuvole incorrotte del mio ventre
non cantano le tenere zolle dei loro soli nel mio cuore
senza cure c’è un vespaio dentro la testa che ronza
l’insipido sapore dell’indifferenza non permette alle stagioni i risvegli
non possono parlare le erbe con le stelle
non scorrono germogli dentro l’argento del midollo
necessario è il silenzio devono tacere questi inutili sonagli
nessuna moneta paga il magnifico gioco che si è rotto
questo cielo azzoppato
è una nube che sgorga pece dal fondo
e i nidi cadono ogni attimo di ogni giorno
il silenzio è senza più frutto
dolce è rimasto solo il miele grave della morte
oltre il suo respiro tutti viviamo la tregua della terra
nella stessa compiuta misura di un sasso una lumaca o una foglia
viva è solo una stagione che non parla
nel suo chiuso silenzio la forza non ha pronuncia ma canta
la terra l’acqua il fuoco
mentre il veleno degli uomini nell’aria inturbina la pazzia di raccolti feroci
taci raccogli le tue sillabe dentro una serra
fanne vertebre per la sabbia impollina la roccia
impara il nomadismo dei semi dei fiori
ma non aspettarti allori
matura
fino a quando qualcosa
dal buio da ogni vocale pronunciata
si sentirà chiara
l’anima chiamata fare ritorno.
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lei è mia madre pane della vita e natale
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GEMONO GLI ANGELI LE LUCCICANZE PERDUTE - Donatella Nardin
Scese per l’ultima volta alle nevi,
da ogni parte quaggiù, il salvatore, fu nel rifiuto,
un avvento di dimensioni sospese
uscirono a frotte dalle ferite del volto,
prima dell’oro delle comete, le bianche colombe
di pace, si denudò della grazia la gialla capanna di paglia
smise il presepe i pastori, smise il bimbo celeste
la comunione del pane e del vino,
fu incoronato di stracci l’amore, inginocchiato dolente
davanti agli azzurri sbarrati della luce divina,
venne quell’ultima neve a ricoprire i silenzi
sulle bocche cucite dei papaveri insonni
nel buco nero di giorni d’intelligenze assopite, di cicloni
medusa nei fiumi più minacciosi, appena sotto la mente,
fino al cobalto straziato del fiato
di un pianto lieve d’altrove, gemono gli angeli e i troni
le luccicanze perdute, non avrai altro dio all’infuori di te,
no, non avrai, non avrò.
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lei è pane della vita
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DI PAGLIA E DI PANE – Agnese Gatto
Profuma di bagnato
La paglia del mio nido
Piccole le briciole
Raccolte dal vento
Fruscio di piccoli corpi
Lamento dell’attesa
Che cova custode
La quiete silenziosa
D’attesa testimone
Immobile speranza
Di uguale uguaglianza
Sono ticchettii di zampette
E beccatine colorate
Color carta da zucchero
Occhi cerulei verso il cielo
Me lo dicono
Che mi confondo
Tra il giallo sottile e l’azzurro prima della notte
Notte che profuma di spicchi d’arancia
Di dolcetti piccolini
Di zuccherini fiocchi di neve
Caldi e cristallini
Ti porterò a volare
Dove volare vorrai
E il mio sogno pane azimo
Ti protegga nel buio
Del grande mare in cui tu
Sola ti ci perdi
E ti riscalderò- vieni sotto le mie aliNel mio Natale di paglia e pane
Così che la tua bocca
Di amore solo sappia parlare
Ricorda solo:
Di amare
.
lei è mia madre pane della vita e natale
.
MENTRE LA NEVE PARLA - Simonetta Bumbi
ho sentito quel ninnolo sospirare come seta
e tra la bufera di voci che m’affollava il fiato
i pensieri s’arricciavano e tu dicesti arrivo
in quel silenzio di speranza che solo l’ardito sa onorare,
e ti dissi t’amo, col cuore in bocca e mille briciole nel petto
ed impastavo i giorni col grano di quel pane
che prende fuoco come paglia quando la luce si siede sul burrone
ed io l’ascolto nella pace, mentre la neve parla.
.
lei è pane della vita
.
SENZA RICEVERE NULLA CI AFFANNAMMO INUTILMENTE- Lucia Guidorizzi
[Iscrizione su un mosaico del I sec d. C. a Garni, Armenia]
Perchè impervia è la notte del destino
e le parole sono poche:
si accendono come faville
ma non incendiano
Ci vorrebbe qualcuno che ancora
riconoscesse nei gesti la vita
avesse la forza di impastare il pane
di far lievitare la speranza
Perchè abbiamo cercato
ma non siamo stati trovati
perchè noi tramontanti
siamo stati corde e ponti
ma non ci ha attraversato nessuno
Una zingara alta vestita di nero
un giorno di molte vite fa
mi regalò dei semi di Betlemme
Disse “Portali sempre con te
conservali con del pane e del sale
perchè senza sale e senza pane
la vita non ha senso:
germoglieranno in epoche future”
Non so più nulla di quei semi
manciata di speranza perduta nel tempo
ma so che devo, nonostante la stanchezza,
preparare la paglia del Presepe
perchè l’Asino e il Toro,
custodi dei Misteri,
celebrino il Sole
che nasce nella Grotta.
.
lei è pane della vita
.
ROMA, 11 DICEMBRE 2012- Anna Maria Curci
Ruvidi e scarni i tempi
tendi mani e le opponi
a nocche ostili e dure.
Sono curve le nuche.
Accecano le bende.
Non va più, non s’attende
che fragranza prorompa
da muto impasto e sale.
È il vento a sparigliare
quadri viventi e paglia
schiaffeggia sonno e resa.
Inatteso, solleva.
.
lei è mia madre pane della vita e natale
.
REALE REALTA' DI NATALE – Paolo Comisieri
una principesca fandonia costruita per ammazzare il tempo
una burla regalo una curva una gobba
che si porta sulla lingua chi scrive la linea di confine
della vita e della vista
la realtà salta esalta esala
insomma va sempre da una parte all’altra
e chi sta per strada non ha indicazioni
solo frecce come farneticazioni che s’incastrano in fronte alla biforcazione del viaggio
e chi va per la strada si ritrova in terra da un punto qualsiasi della perdita
mentre credeva di accendere
una stella non una parcella
appena all’uscita dall’infanzia
poi lungo la provinciale delle anime
dove sempre ci si perde
l’adolescenza si mette a fischiare e sceglie la tangenziale
per fare prima ad arrivare nel paese di nessuna parte
e allo sguardo non resta che uno scorcio senza più il talento
di ogni passato innamoramento finendo per fare di tutto un conto
un tondo uno zero senza riso nella bisacca del mare senza coralli da innestare
sotto la testa di medusa che luccica sull’albero intermittenti vapori di gas
e le curve delle galassie non hanno nemmeno la ludica forma delle stelle marine
ma sono curve a doppio otto un lotto da corsa
senza la scia e la coda
in attesa si sta al banco
della spesa non dietro i fasti di una cometa
in fila allo sportello del bancomat in cui si è trovato scritto
per l’ennesima e una volta
FUORI SERVIZIO PER INTERVENTO DELL’OPERATORE
eppure è il giorno di Natale e per strada non c’è nemmeno un pastore
figuriamoci le pecore e il cane conduttore
tutti a pranzo a banchettare con fieno e paglia fresca distribuita un mese prima
nei mercati e nelle fiere per questa dispendiosa occasione senza griffa senza firma.
Reale relatà con lo scettro di un trono dove stanno i burattini e i segni del comando
sono cartoni e bastoni delle carte dei tarocchi mentre a noi tutti
non resta che rimanere in strada a contare i piloni
della provinciale delle anime che stanno sui ferri arroventati di tutti gli incroci dei partiti persi
aggrappate alle loro vecchie abitudini lanciando anatemi a quelli che sfrecciano oltre
lasciando il paese in cerca di stipendi da nababbi
per avere una pensione meno triste per ogni trito pensiero perduto
e qualche natale da godere in più rispetto a quello canonico
splendendo di un miserabile guadagno
molto di più una volta al mese con poche aggiunte lire offerte da un prestito bancario
che ti rifà il conto e riscrive per te una nuova storia di mutuati debiti mai bonificati
tu e tutti gli altri già per strada ad aspettare che nevichi
e che si gonfino i polmoni
di freddo mentre si scrive sui muri ABBASSO
questo e quello che sono da sempre i più offesi
dai tempi di ieri fino a qui senza cambiare ed essere comunque più duri
ancora una volta meno puri.
.
lei è pane della vita
.
A COPPIE - Margherita Gritto
A coppie ingoio le parole
nevischio bianco libera il mio tempo
a coppie depongo le parole in una buca
aspettando che la neve le risvegli
qualcuna si declina in ghiaccio
altre volano lontane come paglia tra farfalle
altre si fanno steli su cui si appoggiano le stelle
volteggiano nell’aria rarefatta un attimo
poi precipitano
senza che nessuno ascolti il loro segreto
è così duro e diffcile oggi
pronunciare le parole battute
sul ferro di cuore amore
ci trovi ruggini che formano dolore
diventano spine e dighe nella gola
depositano un calcare bianco su cui si brucia ogni colore
trema il pensiero come un sonaglio difettoso
mai più spiriti liberi oltrepassano le parole
c’è una greppia di plastica al toy center
con colori atossici c’è dipinta una storia così vecchia
che nessuno riconosce questo oggi
.
lei è mia madre pane della vita e natale
.
NATALE DELL’INEFFABILE AMORE- Adriana Gloria Marigo
Dalla mia anima ellenica
per il plesso solare della tarda latinità
al medioevo flagellato d’Europa
Invoco la nascita mirabile
il volto pantocratore radioso
nel presente attonito d’immodestia
vertigine danno
così che ogni sterpo di parola
ogni fascina d’azione rifulga del
signore di tutte le cose
per ineffabile Amore
dentro sacro e profano
frugiferi di Grazia piena.
.
lei è pane della vita
.
JINGLE BELLS- Fabia Ghenzovich
Al chiuso delle case
pacchi dono Jingle bells
allegro ipnotico di festa nelle pupille
sgranate dei bambini che di paglia e pane
non basta questo occidente di sempre
omissis e laeti triumphantes in culle
vuote stente d’avvento torneranno le storie
antiche come noi e di noi
l’esserci l’essere assente
a natale numero di serie. duemila12.
.
lei è mia madre pane della vita e natale
.
DAI LUOGHI INVISIBILI- Massimiliano Tiengo
dai baratri di inferni senza tenebre
la terra brucia e le sue bestie assedia
e c’è chi non ricorda l’ora in cui il tempo accanto a lui sedeva
sulla pietra di casa accanto all’acqua del pozzo oceano
che fluiva in ogni cosa e tutto quanto veniva detto era netto e nettato
non scuro obliquo e il volto traluceva
di un dio modesto che mite misurava
il crescere mai molesto delle erbe
tra le mani e i piedi il suo essere questo e quello
e ardeva
in tutti cespugli dio
era tra i rovi
per farsi pane per il forno
moltiplicando la misura delle rose mentre le bestie zitte
pronunciavano l’essenziale scrittura
la parola più antica dentro la semina dei campi
c’era un tempo del ricordo
in cui il tempio era ogni uomo
e di questo ognuno bruciava attraversando la porta senza segno
ogni cosa era rosa del luogo più alto e sacro il disegno
nel vuoto di quel luogo
l’inferno o il paradiso non misuravano alcun bastone
c’era uno sguardo dentro ogni relazione
e stare significava vivere insieme
non dimenticando che nel petto
ci poteva stare tutto per intero l’universo in un cretto
sulla paglia si deponeva il frutto
perché più lento gli maturasse il corpo
di paglia era il letto dei grandi e la culla dei più piccoli
senza reclami da parte di nessuno
era semplice
il mondo contadino
opus incertum che ad ogni istante ardeva
nel camino di un cielo cadente
si nutriva notte e giorno per una cenere iridescente
tra le profonde colonne del mistero fermo
diritto tendine di questo mai concluso mondo.
.
lei è mia madre pane della vita e natale
.
UN COMUNE DESTINO- Nina Scuppa Barbieri
Un tramonto così lungo
non lo avevo mai visto
nel cielo rosso del mattino
quando le case si svegliano riaffiorando dal nero della notte
e qualche suono socchiude il buio ammutolendo le profondità del silenzio
dai giardini e dalle strade solitari come deserti appaioni più chiari
gli ultimi bagliori degli astri
come paglie che si accendono come schizzi inchiostrati d’argento
e il cuore sembra non riuscire a contenere
quell’immenso trambusto di fiammelle
nell’aria gelida di dicembre
ci sono stelle che a tratti sembrano caderti sul bordo degli occhi
per spalancarti quanto le finestre su quella vasta notte
candida e bruciante che vivi solo
un attimo.
Ha potato i rami del gelso questa notte una nevicata morbida
candida lievitata controvento che come un pittore ha aggiunto un lieve ritocco artistico
a quell’involucro natalizio
una scena fiorita in bianco per un incontro di assenze.
Tutto sembra avere il suo giusto posto ora tutto è una madia immersa nel celeste
solo un pettirosso ed un merlo cantano sottovoce l’uno più in basso
nel chiuso rettangolo del cortile
l’altro sotto il tetto come a regolare il coretto
un dialogo a due voci per un comune destino a cui nessuno pone orecchio
mentre adagio sbriciolando il pane ricevuto
lo credendono un biscotto
piovuto da quel fitto lievito
di stelle che di freddo s’increpano.
.
lei è pane della vita
.
QUESTO PANE DA MANGIARE- Giulietta Somma
Immergo le mani nel cuore dell’ erba
voglio toccare il mio ventre
preistorico e fossile voglio arrivare
a sentire il germoglio
il mio corpo come un grano di trifoglio
il mio corpo in erba
che ancora conosce il territorio delle stelle
le onde del ramo più alto
dove il cosmo è un albero
e il legno ha l’odore di tutti i natali
che diedero un corpo al mondo
il grande respiro delle messi
il duro roccioso sussurro delle montagne
il ventre gonfio delle nuvole
le guance rosse delle rose
le mani protese delle fiamme
le piccole attrezzerie dei ghiacci eterni
le volute d’argento delle anatre che migrano prima dell’inverno
tutte le piume dei sorrisi dei neonati che vedono ancora
da dove si apre questo pane da mangiare
che sanno raggiungere la paglia dei sogni in cui poter volare
.
lei è mia madre pane della vita e natale
.
ORA E' VIVA -Alessandro Ortese
Nella pietra di questo orologio
nel muro delle voci che qui dentro si scheggiano
non ci sono che i segni delle parole
occhi che mi accerchiano di silenzio
respiri che mi spingono
ad aprire il mio cartoccio
questo corpo che è il tuo specchio
un natale dove sto da giorni seduto
accanto allo stipite della porta
guardo il tuo corpo orizzontale
senza poter fare
senza poter trascorrere da te a me
siamo una sola lingua di terra
nell’angolo di un foglio che non ha vocaboli di senso
che non è poesia né resto del tempo
non immagina la pietra cosa sia il pane
non sente il vento dentro il campo la semina del tuo silenzio.
Tutto il cielo ora è il tuo letto
in quell’angolo della strada
appena smosso dalla luce
brilla il tuo volto scoperto nella paglia
la tua casa ora è viva.
.
lei è pane della vita
l
.
LA PAGLIA E IL PANE – Lorenzo Poggi
Nascondere la paglia nel fosso
è come tingere di nero la luna,
come fare il pane senza farina.
Aggiungere legna al camino,
intrecciare paglia per ceste di vita,
sporcarsi le mani per pani speranza.
Servono panche per potersi contare
quanti siamo a cantare
l’amore che manca, il sole
che sorge dopo notti di pioggia.
.
ei è mia madre pane della vita e natale
.
POI DICIAMOLO- Lucia Piombo
E dire che poco prima
mi sembrava quasi un corteo mistico, le sante di Ravenna, che so,
ognuna con quel suo brillio di tessere di vetro e oro.
Quelle lucette in processione, una galassia di lucori allineati. Ordinati.
Un indicatore di cammino.
Solletico al cielo.
Buchetti. Sfiati di luce giallastra e azzurrina, tremante.
Come un risveglio ancora non completo. Non perfetto.
Un vagare, il mio, con le stelle quasi in testa.
Non so come funziona questa cosa dello spegnimento.
Parecchie cose non so come funzionino.
Comunque, quando si spengono i lampioni, a parte quei due,
tre secondi di stupore, di sospensione del pensiero, di galleggiamento nell’attesa un po’ spaurita,
poi,
poi ci si riabitua ai nuovi colori. Pare.
Che poi, diciamolo. Che ci si veda o no,
pensi che vederti potrebbe mai darmi più felicità di quanta
non me ne dia già l’amarti?
.
lei è pane della vita
l.
OGNI GIORNO DI PIU'- Federica Galetto
Erano le ali di una corsa
Come pietre ai piedi
Che sempre fermano
ai bordi delle strade lastricate e nude
Intinte nel solito margine (rosso)
d’aurea veggenza che mai si eleva
alle potenze superiori
sapendo di quelle corone
d’agrifoglio prese al lazo
da aironi di ferro
e renne barocche snaturate allo zenith
Uguali i sorrisi
Le parole vere e quelle finte
Le solitudini abbracciate al freddo
I gesti non fatti e quelli fatti
Poiché troppo ci sarebbe da dire e da fare
Sotto l’albero
A bagnare le radici con il sale per far nascere
Un bimbo sano da una madre naturale
Una donna senza coperte di vischio
Senza raccolti nel cuore
E sempre così corrono gli ann
A difendersi vestite (di bianco)
Dai rimpianti in (utili)
Dietro una voce mai dimenticata
Nell’assenza che manca
Mancando
A Natale
ogni giorno di più.
.
ei è mia madre pane della vita e natale
NATALE - Anna Maria FarabbiDopo qualche anno, entrammo nella stalla.
Ormai se ne erano andati tutti:
traditi, morti, esodati, esiliati.
Il paesaggio intorno era cambiato, raschiato
nella guerra tra palestinesi e israeliani,
tra sassi e bombe a mano.
Scavammo, trovando solo paglia e pane fossile.
Ecco perché continuo a dire ai bambini
che bisogna imparare dalla stalla. Anche da quella.
.
lei è pane della vita
.
UN PRESEPE - Fiammetta Giugni
c’è una piega che involve
il riflesso di un lembo di manto
che ritorna in se stesso
c’è un filo di pianto che brilla
un tragitto sotteso a ritroso
fra lacrima e stella
c’è un sorprendersi atteso e diverso
c’è del vecchio e del nuovo
nell’assenso di cuore e di mente
a restare in ginocchio
c’è un dolce tepore di stalla
e un asino perso e compreso
che mastica l’oro e la paglia
.
lei è mia madre pane della vita e natale
DI POCO PANE E VINO– Cristina Finotto
È un Natale
che non ha luci,
nè sogni di neon
a brillare sotto il fiume,
c’è solo una luna
che sembra prestata al cielo stasera,
come io e te
prestati al mondo dei silenzi
in questo paese dei racconti
dove tremano pozzanghere
e i vecchi hanno coltelli ai fianchi
per paura di morire soli.
Ci basterà un pane nella credenza,
galletta per soldati in trincea
e un bicchiere di vino dolce
per gustarci un po’ la vita
e come il sergente della neve
siamo gente in guerra
in questa patria di Po misterioso
dove abbiam perso
metà dei nostri anni
e siam quasi tornati bambini
con tutto da rifare,
anche la casa,
sì, anche la casa.
lei è pane della vita
.
.
PANE- Maria Ausilia Binda
Pane
per l’anima
Giaciglio
riparo
dalla fredda notte
di paglia
Notte
di natale quella
e tutte
le notti
domani
dell’anno
che verranno
sante
Offerto impasto
di grazia lievitata
e mistero
umida linfa
di nascita
riprodotta cellula
in un ventre
sotto
l’ombra accerchiata
di una cometa stella
Cura
suprema
di donna
di uomo
germogliata
Calore
che si fa
carne
vita dolente
e salvifica mente
L’infante:
gli infanti del mondo
tutto
Canto
di pace
che giunga!
.
lei è mia madre pane della vita e natale
lei è mia madre pane della vita e natale
**
ANCHE LE AUTRICI E GLI AUTORI INTERVENUTI AUGURANO A TUTTI BUONE FESTE
Sebastiano Aglieco
Nina Scuppa Barbieri
Simonetta Bumbi
Marco Bellini
Blumy
Cristina Bove
Angela Chermaddi
Cettina Lascia Cirinnà
Paolo Comisieri
Diego Conticello
Antonio Devicienti
Patrizia Dughero
Federica Galetto
Agnese Gatto
Fabia Ghenzovich
Angela Giordano
Fiammetta Giugni
Angela Greco
Margherita Gritto
Anna Maria Farabbi
Fernanda Ferraresso
Marcella Ferro
Andrea Longega
Daniela Manzini Kuschnig
Adriana Gloria Marigo
Donatella Nardin
Alessandro Ortese
Rita Pacilio
Lucia Piombo
Antonia Piredda
Lorenzo Poggi
Vittoria Ravagli
Mario Rosso
Meth Sambiase
Giulietta Somma
Massimiliano Tiengo
Antonella Troisi.
[youtube=http://youtu.be/WeV14FdTWVs]
**
RIFERIMENTI IN RETE:
http://cartesensibili.wordpress.com/2012/11/20/un-natale-di-paglia-e-di-pane-raccolta-testicartesensibili-201213/
[youtube=http://youtu.be/rEs1wtsw_IA]