L'agricoltura nello sviluppo economico italiano Coda Nunziante G. Agriculture et développement Paris : CIHEAM Options Méditerranéennes; n. 8 1971 pages 39-42 Article available on lin e / Article dispon ible en lign e à l’adresse : -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------http://om.ciheam.org/article.php?IDPDF=CI010393 -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------To cite th is article / Pou r citer cet article -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Coda Nunziante G. L' agricoltu ra n ello svilu ppo econ omico italian o. Agriculture et développement. Paris : CIHEAM, 1971. p. 39-42 (Options Méditerranéennes; n. 8) -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- http://www.ciheam.org/ http://om.ciheam.org/ CIHEAM - Options Mediterraneennes Giovani CODA-NUNZIANTE alla Facoltà di di Napoli l‘agricoltura nellosviluppo economico italiano AG COLTURA E PROGRAMMAZIONE Negli ultimi decenni e dopo la anni abbiamo assistito ad un publici da una esigenza specialmenteevidente in queipaesi nei quali la complessitàdella la delicatezza di la i ecc., di sviluppo. anche molti paesi in via di sviluppo mosnegliultimi anni una scelta in di di economia Va subito detto << >> non si vuole in questo una pianificazionedel tipo nei paesi ad economia pubil suo è oggetto di e in molti paesi comunisti; ma piuttosto quel tipo di che, ad ai fini di un sviluppo, non solo economico, ma anche sociale e civile di un paese. Questaesigenza di è stata ampiamente sentita anche in e ciò è dato che questo paese una fase delicata di da schemi e socioeconomici di paese sottosviluppato, e dell’ ad economia che si confà ad un paese altala situazione italiana è difficile dall’esistenza di un accentuato dualismo la dionale del paese, la cui economia sta ai stadi e la economia questadelicatafasedellosviluppo che attenitaliano è che piùdegli è investito dal chein in pocopiùdiventi anni gli addetti sono scesi dal 40142 % della popolazione attiva, 39 CIHEAM - Options Mediterraneennes all’attualle 16/18 %, con un esodo che ha ogni anno in 200 mila che un tale di deve fisiologico equindi positivo. Tuttavia, se abbandonato a se stesso e che ad di congestione delle ad una ginazioneeconomicadel e ad una di esso. E’ infatti evidente che laddove la dell’economiainduce ad un esemplice abbandono non da che un di e si ad uno ingente di l’abbandono di potenzialmente la in passato, ed un che non può che in un qui sì che il di anzichè lasciato ai economico, sia di E’ SU questo punto che vogliamo possono applicazione anche in situa- zioni. il ciò bisogna a quello che è fondamentale della di della e di di lungo dell’economia. Uno che si pongono al è infatti quello di gliobiettivi di di lungo Questo aspetto il è già lento ad cambiamenti ed aggiustamenti, ma chevede aumentataquestasua lentezza a causa di una politica paesi, è stata che in come in spessopiùsensibile alle necessità del e non è ad degli di fondo in base a A un documento come il la discussioneche ha suscitato, hadato politica il via ad un Comunità Economica pea nella posto che non nel passato ed che il agionell’economiadeipaesisviluppati. E’quindi su conviene IL ITALIANA intesa in senso al nazionale italiano tende a tempo, allo sviluppoeconomico del paese. Se tuttavia il come un anello di un con gli dell’economia sono incontinuo aumento econdizionano lo sviluppodei il peso sia indeclino diventa quanto meno discutibile. italiana il vendibile della si sui 6 200 midi annue. Questo della di un che si 7 200 Tenendo conto dei 1 100 costituenti il saldo passivo della bilancia italiana, si ad una di 14 500 la spesa degli italiani. Tale spesa costituisce oggiben il consumi 40 % dellaspesaglobale nel paese. a la sistente mentazione, sottolineano come m valutabile a 7200 (a cui occupazione di milioni di attività che hanno a nellatendenzaall’aumentodeiconsumi di la del monio zootecnico, che colpisce uno dei i quali il paese è più defici- questo indotto più ampiose si pensa che l’attività acquista il cui può viamo che il 1 600 di uso gliinvestimentifissi. si può attività che sono collegate con sentano in più di un del consumi i sentano il 40 % dei consumi nell’economia italiana, se, come si dal saldopassivodellabilancia attività solo al 90 % delfabbisognoalimendi sviluppo (1) (1) solo del molo economico italiana, anche se è ciuta lo ai fini di un sano e funzionale assetto territoriale del paese. Assetto che deve i suoi aspetti economicamente più ha enell’evi- le e la è una Ed a una indicazione una a livello dalla AssociationScienla Economique à et à Long (2). una di lo studio giungealleconclusioneche.nel fino al 1975 la italiana, quasi tutti i del di tali situazioni nelle menoavanzate dal puntodi vistaeconomico. questa ottica ed il più con funcome il passato, di di zione di di a tutto vantaggio di di indus- una sensibile del di in non solo dei quali ilpaese ma i è alcunidei quali su dati di alcuni anni debbono a di chi fin ottimistici se sì tien conto più evidente, infatti, come in spontanei dinati di (ci alla attività in zone non o all’abbandono nonchè sionamento ed invecchiamento delle non avevano avuto di se fìn dei anni, in assenza di una politica intesa a la e l’adeguamento degli e delle tuttoad i aspetti negativi. un Segni a questo la staguazione della anni, il calo (3). quanto detto fìn qui, si che se ed i consumi legati notevole in le pettive di sviluppo della sono che positive, condizionate come sono dalla mancata del notevoli deficienze e sia in assoluto che agli paesi della CEE. Come conseguenza le italiane di coli simi anni. di una diminuzione del di autosuffi(2) culture, n71 future food and agri- Company, (3) La (a ha %, anni un obiettivodel 3 % annuo indicato nel pianoquinquennale; le di nuove 1’ 8 % state dal 1968 al 1970 di al punto massimo toccato nel1967; il consumo di il ed il potassio non è aumentatonello ultimo menti 1970 è cedente. 2 % annuo;ed infineil bovino è in diminuzione, nel e del 6 % CIHEAM - Options Mediterraneennes è quindi da domanla soluzionepiùfacile e convenon niente quella di in modo massiccio le senza di questauna decisione di fondo, esempio tipico di quelle scelte che deve la eche non in nessun modo il spontanei e non poi ognisviluppo successivo. A noi tuttavia, che un modello di sviluppo dell’economia italiana basato quasi esclusivamente su di un e con un e stagnante senti equilidell’economia è infatti una delle un sviluppodellastessa. E su questo punto esposte, se sono valse tanza che in in non sono di Sè il suffi- cienti il mantenimento di una efficiente sia essenziale il paese. Vi sono, tuttavia, almeno cipali che a una scelta in di una più accentuata la dei sono: dotti nazio- u) nale o come o di alle è tale che un poche in una economia in anche a aggiunto alle attività e di dotti di quel attività dei una fetta non diogni economia evoluta. Nè conviene qui obietche ciò vantaggio dei paesi meno sviluppati, poichè, da un lato, sappiamo che questipaesidiventano piuttosto che è di anche che e con il che da alcuni si essi e puntano ancheessisulla indusvia il sviluppo. b) Se è l’alta sui con- sumi conviene anche come i consumi a mosin una costante tendenza una supea quelladi tutti gli consumi. una economiache si basasse sulle al suo fabbisogno di un di stabilità un instabilità. Le vicendedella o nazionale, e le cicliche della e della domanda dei possono infatti, di bilanciadei pagamenti ad unpaese le cui un alto di a causa della incidenzadelle e specialmente 1963, e su delle spinte come la stabilità economica italiana sia connessa tali ai gli in L’elevata dei consumi è da questa devequindi a possibilità è molto limitata un e le le ; di beni deve l’esistenza di un una nazionalecostituisce un accentuazione della instabilità economica. di stabilità e di Non dobbiamo che al momento attuale il deficitdellabilancia a questo italiana posito, al ita- già i annui, e che la tenliana che a denzaall’aumentonell’ultimoventenni0 dotti solo ad un è costante e cosi che non a quello in più difficile poi la pochi anni. situazione delle di la di questo tipo di difficilvomente stabilmente ed in ma- lano di c) i n h e da come la o i consumi ha ed una non puòche sconsigliabile in base agli stessi motivi di conseguenza.Essa la capacità di convenienza che inducono taluni ad aus- mente e l’economia di m paese, il a tazioni alle necessità equindi condiziona le possibilitàstesse sviluppo economico, del paese. Tutto ciò di un sono di vocazione che, come è stato mente legate, in ogni economica e di in piùcomplessa, aduna azione di lo sviluppo di una vilegiata 41 CIHEAM - Options Mediterraneennes Valga a questo l’esempio del e quindi dei che sono legati.Sianel 1963 che il 1969/70 una delle componenti della spinta inflazionistica in va al consumo, che tendenza all’aumento influenzata da analogatendenza Una sia che essi si sono mente adeguati a quelli i di cui il paese (questo andamento è specialmenteeviquali le bovine a suine ed il mais, che hanno tutti mosuna tendenzaall’aumento) a di politica i stessi. i i qualiil paese autosufficiente o quasi i si sono adeguati a quelli che di politica ed hanno in tendenza alla diminuzione. €in economiche, ed u i a di’ in michepiù sato. Se invece le coli si unioni econoe ad ognipaese di speciaa secondadella vocazione e senza e di Non vi è dubbio che una simile da ma è anche evidenteche al momento attuale essa i paesidella Comunità Economica più didieci anni di continuano a e politiche sul punto di in discussione tutti i modello di unità se più nali. tedesco e del la CEE è un alleben di una effettiva di di delle economie nazionali, siamo convinti cheesse man mano a uno tante la stabilizzazione e la nali. e delle si pongono un simile obiettivo. E ciò anche a costo di in secondo piano lizzazione degli scambi, che spesso solo in cui i contingenti e le doganali. Sappiamo alcuni coli fondamentali sono stati hanno ottenuto positivi, anche se il GATT e di nizzazioni analoghe è e alla abolizionedegli ostacoli agliscambi.C’è se non sia giunto ilmomentodi non tanto le doganali o i contingentamenti, su dinate paesi o questo CEE ed i paesi su questa situazione è i non che anche a di stabilizzazione e di sviluppo nazionali. Ed che gli tanto facile è costila basedellepolitiche della dei paesi. non si può non A questo passo la costituzione di mulcomespesso quando si ed Ed in questa testa politiche di sostegno della CEE, si dimentica che un e quantitative, esempio ben più di non in uno lizzazione degli scambi dei di stacoli è dai paesi ad economia di schema più ampio e che stato, detti scambi con un in base ad un di e e quindi con il più alto mento ed un avvicinamentodelle poliapplicate nei paesi. di e di Non Questo dell’otticacon la ci si i paesi visto il occidentalichesi essi di quale è stato dell’espansione degli scambi, pensiamo una del aduna mutata economie, di ad un situazione poco un dalla ad di sviluppo edi stadi paesieconomicamente tamenti e sugli scambi nel qua- ampiblocchi bilità, anche in una economia a Stati Uniti ed il Canada, la di politiche nazionali di sui come quelin via di la italiana. Anche in questo paese, infatti, il sovietico del Comecon, economica che si questaconclusione, latinodi uno sviluppo equi- ci non deve in nessun i ed un soddisfacente di staa non che una bilità di dei attenzione ad una politica mazione dei dis- solo gli scambi ma anche alcuni aspetti delle non a questo punto si nè può sia più d‘occhio i inein possibile che nel passato. alla l’es- questa sede.Tuttavia,.comeconclusione il che equivale a che sviluppo al e stabilità sono collegati alla alcune di tempi in una al lunghi, nella quale che del paese, e che una alla opinione di molti, politiche nazionali di delle componenti di questa è non ci tendenti più costituita sano ali- nocive e ad un ampiamento degli stabile e bilanciata dell’economia sono anche dal scambi e ad una effetti dine Tuttavia si chese che dette politiche, inquanto una bilanciata dell’economia siamo convinti che è al modo colquale queste politiche sono state ed un effetto di stabilizzazione delle economie un stati, possono o assistenziale nazionali o di di stabilità e di un paese, al stabilizzanei lo stesso zionedei dei hanno spesso assunto, chedevono un giunto lamentati inpasmentodellepolitichedipiùvastezone ovvio, ma non è inutile come le vicendedel nale non possono a qualsiasi delle cui questeultime, in caso di dipendenza i di possibilitàdi di una tanti dello sviluppo economico quali sono legato il i ai quali è dei e delle zioni. Laddove la possibilità di in una mazione è economica più bilanciata ed inte- 42