La struttura dell’acqua • A livello biomolecolare, l’acqua svolge un ruolo determinante nelle proprietà conformazionali e di assemblaggio delle principali molecole biologiche. Nonostante la semplicità della sua struttura (H2O), le proprietà fisiche dell’acqua sono anomale se confrontate con quelle di molecole analoghe, quali H2S o H2Se. JJ II J I Back Close Densità e viscosità ρ η 1 8 ρ (g/ml) 6 0.98 4 0.97 2 0.96 -40 η (mPa s) 0.99 -20 0 20 40 T (◦C) 60 80 100 JJ II J I Back Close La molecola H2O ibridazione orbitali su O distanza OH angolo di legame HOH momento di dipolo µ carica +q su H polarizzabilità α densità di carica sp3 0.957 Å 104.5◦ 1.834 D (1 D = 3.3 · 10−30 Cm) 0.65 e 1.44 · 10−30 m3 JJ II J I Back Close Stati vibrazionali H216O H217O H218O HD16O D216O T216O ν1 (cm−1) ν2 (cm−1) ν3 (cm−1) 3657.05 1594.75 3755.93 3653.15 1591.32 3748.32 3649.69 1588.26 3741.57 2723.68 1403.48 3707.47 2669.40 1178.38 2787.92 2233.90 ‘995.37 2366.61 JJ II J I Back Close Diagramma di fase JJ II J I Back Close Ghiaccio esagonale Ih o I • E’ la fase solida che si forma sulla terra (neve o ghiaccio) Ciascun O è al centro di un tetraedro ed è separato da altri 4 O di 2.76 Å; la distanza O · · · H (legame idrogeno) è 1.80 Å. Struttura aperta, frazione volumica ' 1/3, densità 0.924 g/ml JJ II J I Back Close Ghiaccio cubico Ic o II • Si forma a −80◦ C e a pressione ambiente. Si trova nell’alta atmosfera ed è metastabile. Guscio di idratazione 1 2 3 4 5 6 rOO (Å) (approx.) 2.8 4.5 (4.6) 5.3 6.5 7.0 (7.4) 7.8 Ih 4 12 (+1) 9 12 9 (+2) 18 Ic 4 12 12 6 12 24 JJ II J I Back Close H2O liquida E’ evidente che la vita sulla terra dipende dalla struttura anomala dell’acqua nello stato liquido. Gli organismi sono costituiti per la maggior parte da acqua nello stato liquido. • L’acqua è coinvolta in tante funzioni e non può mai essere considerata un semplice solvente inerte: trasporta, bagna, reagisce, stabilizza, informa, struttura, ripartisce. A pressione ambiente è stabile in un ampio intervallo di temperatura 0 − 100◦ C. Forti interazione intermolecolari. JJ II J I Back Close Funzione di correlazione radiale Dato un sistema con N molecole d’acqua, si conta il numero N (r) di molecole che si trovano ad una distanza compresa tra r e r + dr da una molecola N (r) = 4πr2g(r)dr Z ∞ Z ∞ N (r)dr = 4π r2g(r)dr = N − 1 0 0 • g(r) è la funzione di correlazione radiale. Si può determinare con misure di scattering dei raggi X. Ci permette di avere informazioni sulla struttura di un liquido. JJ II J I Back Close g(r) dell’H2O liquida JJ II J I Back Close Modelli di H2O liquida Fino a 8 Å (' 70 molecole d’acqua) la struttura dell’acqua liquida è simile a quella del ghiaccio. • Il modello più accreditato è quello una struttura a “flickering clusters” che interconvertono in breve tempo (10−11 s). Nella struttura a più alta densità i legami H si piegano ma non si rompono. Questo spiega l’anomalia dell’andamento di ρ e η con T e p. JJ II J I Back Close Molecole idrofobiche e idrofiliche • Idrofobiche: prive di gruppi capaci di formare legami idrogeno. Principalmente catene alifatiche e idrocarburi aromatici • Idrofiliche: contengono gruppi carichi (O, N) capaci di formare legami idrogeno. Si possono quindi facilmente legare con molecole d’acqua JJ II J I Back Close Idratazione di una molecola idrofobica Si trova che il processo di trasporto di un idrocarburo da un solvente organico (o) all’acqua (w) è termodinamicamente sfavorito: ∆Gow > 0. • Se le due fasi o e w sono in contatto fra loro, all’equilibrio il potenziale chimico dell’idrocarburo è lo stesso nelle due fasi: µ◦o + RT log xo = µ◦w + RT log xw xo e xw frazioni molari del soluto nelle due fasi ∆Gow = µ◦w − µ◦o = RT log K = RT log xw xo Si assume che µ◦o è praticamente indipendente dal tipo di solvente organico Per gli alcani con nc atomi di carbonio si trova ∆Gow = 2436 + 884nc cal/mol JJ II J I Back Close Entropia ed Entalpia ∆Gow = ∆How − T ∆Sow ∆How < 0: dal punto di vista entalpico la dissoluzione di un idrocarburo in acqua è un processo favorito ∆Sow < 0: dal punto di vista entropico si ha aumento di ordine. • L’acqua si struttura ingabbiando la molecole idrofobica. Aumentano i legami H acqua-acqua (∆How < 0) e parallelamente si ha un maggiore ordine (tipo ghiaccio) dell’acqua (∆Sow < 0). JJ II J I Back Close Idratazione di ioni Si spiega in termini di energia di interazione tra una carica e un dipolo, U = −µ · E. E’ dell’ordine di 10-20kB T . • • Si può individuare un primo guscio di idratazione, regione I , con un grado d’ordine elevato, superiore a quello dell’acqua pura, e un secondo guscio, regione II, con un grado d’ordine inferiore a quello dell’acqua pura. Nella regione I la struttura di tipo ghiaccio Ih dell’acqua è completamente perduta. JJ II J I Back Close Ruolo del rapporto q/r Se il rapporto carica/raggio q/r dello ione è alto (Li+, F−, Ca2+, Mg2+), il numero di molecole di H2O nella regione I è più alto di quello nella regione II. In questo caso la soluzione acquosa dello ione è più ordinata dell’acqua pura. Viceversa, se il rapporto carica/raggio q/r dello ione è basso (Cs+, Rb+, ClO− 4 ), il numero di molecole di H2 O nella regione I è più basso di quello nella regione II. In questo caso la soluzione acquosa dello ione è meno ordinata dell’acqua pura. • Termodinamica dell’idratazione di uno ione ∆G = q2 8πε0 (1 − ε)r dove per H2 O ε ' 80. Equivale al lavoro fatto per trasportare uno ione dal vuoto alla soluzione. Risulta pertanto ∆G < 0 JJ II J I Back Close La serie di Hofmeister I termini cosmotropico (capace di ordine) e caotropico (capace di disordine) furono in origine definiti per distingure la capacità dei sali di stabilizzare o destabilizzare proteine o membrane. • Gli ioni cosmotropici ordinano la struttura dell’acqua e quindi destabilizzano l’interazione tra acqua e macromolecola. L’inverso per gli ioni caotropici, che stabilizzano l’interazione tra H2O e macromolecola Cosmotropici Destabilizzanti Anioni Cationi Caotropici Stabilizzanti F− , PO4 3− , SO4 2− , CH3 COO− , Cl− , Br− , I− , CNS− (CH3 )4 N+ , (CH3 )2 NH2 + , NH4 + , K+ , Na+ , Cs+ , Li+ , Mg2+ ,Ba2+ JJ II J I Back Close Molecole anfifiliche Note anche come lipidi. Sono costituite da un gruppo polare e una catena alifatica. Quando sciolte in acqua mostrano proprietà del tutto peculiari. • La testa polare tende a legarsi con le molecole d’acqua. Le catene tendono a interagire tra loro. Nelle emulsioni olio/acqua, queste molecole si pongono all’interfaccia, riducendo la tensione superficiale e quindi stabilizzando l’emulsione. JJ II J I Back Close Concentrazione micellare critica Se la lunghezza delle catene è lunga abbastanza, al di sopra di una concentrazione critica (CMC) i lipidi formano micelle 3 0.04 n = 50 ∆G◦/RT = −3 0.03 2 0.02 1 0.01 0 0 0.0 CMC 0.1 0.15 lipide totale, C (M) 0.2 micelle, [M] (mM) lipide libero, [L] (M) 0.05 JJ II J I Back Close Processo d’equilibrio Consideriamo il processo elementare di aggregazione nL M K = exp(−n∆G◦/RT ) = [M] [L]n dove [M] e [L] sono le concentrazioni molari di micella e di lipide libero e n è il numero di aggregazione. Ponendo x = [L]/C dove C è la concentrazione molare totale di lipide si ha K = C(1 − x)/n C n xn equazione di grado n in x con 0 ≤ x ≤ 1, che può essere risolta con metodi numerici. JJ II J I Back Close Forze in gioco • 1. Una forza attrattiva di tipo van der Waals tra le catene alifatiche, che tende ad escluderle dall’acqua • 2. Una forza repulsiva tra le teste polari che tendono a legarsi con molecole d’acqua La forma e le dimensioni delle fasi micellari dipendono dal rapporto fra la superficie totale della micella e il numero di teste polari N sfera cilindro doppio strato JJ II J I Back Close Calcolo dell’area per testa polare E’ uno dei parametri più significativi che regolano la forma di una molecola • Consideriamo una catena con n0 atomi di C e una fase micellare con N molecole di lipide L ≈ αn0 V = βn0N Lunghezza media di una catena Volume della micella Forma Sfera di raggio L Cilindro di raggio L e altezza h L Doppio strato di spessore 2L A V N A/N 3 02 3β 3 03 4πα n 4πα2n02 4π α n 3 3β α JJ πα2 hn0 2β 0 2 02 2πhαn πα n h II β α β Aα J A αn0A β α I Back Close Curvatura e frustrazione La forma geometrica delle molecola lipidiche può spiegare in maniera piuttosto semplice la loro predisposizione a dare origine in presenza di acqua ad una determinata forma • Parametro η, definito in termini di v volume molecolare e a area per lipide e L lughezza media del lipide v η= aL JJ II J I Back Close Polimorfismo JJ II J I Back Close Fasi lipidiche Lamellari Esagonali Cubiche JJ II J I Back Close Diagramma di fase JJ II J I Back Close Amino Acids • Proteins are polymers of amino acids joined together by peptide bonds. • Amino acids are constituted by three major parts: 1. A carboxyl group 2. An amino group 3. A unique side chain or R-group JJ II J I Back Close 20 amino acids There are 20 different amino acids, which differ in their unique side chain, that dictates the amino acid chemical properties. • Two enantiomers are possible for most amino acids. • L-form is found exclusively in naturally occurring proteins. JJ II J I Back Close The nonpolar, hydrophobic amino acids Alanine ALA (A) Isoleucine ILE (I) Leucine LEU (L) Methionine MET (M) Phenylalanine PHE (F) Proline PRO (P) Tryptophan TRP (W) Valine VAL (V) JJ II J I Back Close The charged, polar amino acids Aspartic acid Glutamic acid ASP (D) GLU (E) Histidine HIS (H) Arginine ARG (R) Lysine LYS (K) JJ II J I Back Close The non charged, polar amino acids Asparagine ASN (N) Cysteine CYS (C) Glutamine GLN (Q) Serine SER (S) Threonine THR (T) Tyrosine TYR (Y) Glycine GLY (G) JJ II J I Back Close Amino acids join together by forming peptide bonds JJ II J I Back Close Idratazione di proteine La configurazione di una catena peptidica dipende da un equilibrio termodinamico fra diversi tipi di energia. 1. Interazioni idrofobiche fra catene laterali idrofobiche che tendono ad allontanarsi dall’acqua. Meccanismo simile a quello di formazione delle micelle di lipidi. 2. Interazioni idrofiliche tra gli amminoacidi carichi con le molecole d’acqua. 3. Introduzione di molecole d’acqua nelle cavità che facilitano la formazione di una rete di legami a idrogeno. 4. Nei meccanismi di interazione tra proteine o tra proteine e altre molecole il rilascio di acqua legata può essere accompagnato da un aumento di entropia. L’energia libera diminuisce di un fattore −T ∆S, un termine che può spesso essere predominante. JJ II J I Back Close Modello micellare Si ipotizza che una proteina sia una sfera di raggio di amminoacidi idrofobici racchiusa da un guscio sferico di amminoacidi idrofilici. • Calcolo del rapporto tra volume idrofilico e volume idrofobico P (pol) Vi P = P i (non−pol) i Vi R3 PS = −1 (R − d)3 R raggio esterno, d ≈ 4Å spessore del guscio. • P < PS la proteina è instabile e si può avere aggregazione • P > PS la proteina è stabile e può avere una forma ellissoidale JJ II J I Back Close Volumi di van der Waals degli amminoacidi Amino acido V (Å3) ALA 91.5 ASN 135.2 CYS 105.6 GLU 140.6 HIS 167.3 LEU 167.9 MET 170.8 PRO 129.3 THR 122.1 TYR 203.6 Ne MW Amino acido V (Å3) Ne 46 71 ARG 180.8 78 58 114 ASP 113.6 60 57 103.1 GLN 161.1 66 64 128 GLY 66.4 33.5 76 136.5 ILE 168.8 62 64 113 LYS 176.2 67 70 131 PHE 203.4 76 50 97 SER 99.1 48 57 101 TRP 237.6 97 86 163 VAL 141.7 45 MW 157 114 128 57 113 129 147 87 186 99 JJ II J I Back Close Accessibilità al solvente Un parametro molto importante per la stabilità termodinamica di una proteina è l’area totale A che la molecola espone al solvente. • Criterio quantitativo di Lee e Richards (1971): 1. ciascun atomo è rappresentato da una sfera con raggio pari a quello di van der Waals 2. la superficie della proteina è ottenuta dall’inviluppo di tutte le sfere 3. una sferetta di raggio 1.4Å che rappresenta una molecola d’acqua è fatta rotolare sulla superficie della proteina 4. la superficie totale descritta dal centro della sferetta rappresenta l’area accessibile al solvente A JJ II J I Back Close Area media per residuo • < A > valor medio dell’area accessibile al solvente per ciascun amminoacido, calcolata da note strutture di proteine globulari • A◦ area accessibile del residuo X nel tripeptide Gly-X-Gly; rappresenta un valore di riferimento per stati unfolded A◦ − < A > JJ II J I Back Close Acqua esterna La maggior parte delle molecole d’acqua sono legate alla superfice esterna di una proteina 0.25 − 0.35 g di acqua legata per g di proteina • Di queste circa la metà formano legami idrogeno con gruppi C = O della catena principale. L’altra frazione è solo in parte costituita da legami idrogeno con gruppi NH della catena principale. L’altra parte forma legami idrogeno con gruppi idrofilici delle catene laterali • I gruppi polari delle catene laterali sono meno disponibili o per effetto della loro mobilità o, al contrario, per il loro coinvolgimento in legami idrogeno intramolecolari. JJ II J I Back Close Acqua interna • Le molecole d’acqua più fortemente legate ad una proteina sono quelle presenti nelle cavità interne. Fino a 4 legami H possono formarsi con i gruppi polari interni. Tali molecole stabilizzano dunque la struttura terziaria della proteina. JJ II J I Back Close Modeling protein stability 1989 Dill developed a model based on the collapse of heteropolymers • The protein is described as a chain of bead-like monomers connected by rotatable bond and with a random sequence of hydrophobic (H) (the white ones) and polar (P ) (the black ones) residues. JJ II J I Back Close • Mean field theories are used for counting nonpolar contacts and excluded volume. • Two minima are in general found: the folded state, with a nonpolar core and the unfolded state. • Intermediate state, such as the random condensation, are less populated. • The initial collapse enormously reduces the configurational space, avoiding the so-called “Levinthal’s Paradox”: proteins fold reliably and quickly to their native state despite the astronomical number of possible configurations. • The model can be applied to predict stability as a function of any external parameter x, provided the oil/water coefficient partition of the elementary amino acid is known as a function of x. JJ II J I Back Close 10 GuHCl urea ∆G (kcal/mol) 5 0 -5 -10 0 1 2 3 4 5 6 denaturant concentration (M) 7 8 JJ II J I Back Close 1 GuHCl urea α fraction native 0.8 0.6 0.4 0.2 0 0 1 2 3 4 5 6 denaturant concentration (M) 7 8 JJ II J I Back Close Teoria di Debye-Hückel Descrive l’interazione tra molecole cariche in soluzione in presenza di forti elettroliti. Classicamente il potenziale elettrico di uno ione di carica q è dato da q ψ= 4πε0εr • Come cambia ψ quando in soluzione sono presenti altre specie cariche? Ovvero come calcolare il potenziale di uno ione dovuto a tutti gli altri che lo circondano? JJ II J I Back Close Carica schermata Sia zi la carica dello ione i-esimo e n◦i in numero di ioni di tipo i per unità di volume, ovvero la concentrazione “nominale” dello ione i. N X zin◦i = 0 condizione di elettroneutralità i=1 • Si assume che intorno ad uno ione di tipo j ci sia una densità di carica ρj con simmetria sferica, dovuta a tutti gli altri ioni Z ∞ 4πr2ρj (r)dr = −zj e a dove a = ai + aj è la distanza di massimo avvicinamento. JJ II J I Back Close Distribuzione di Boltzmann Si assume che la probabilità di trovare uno ione i intorno a j sia descritta dal fattore di Boltzmann ni(r) = n◦i e−Uij (r)/kB T • Si fa inoltre l’approssimazione che l’energia media Uij sia dovuta essenzialmente al potenziale elettrico ψ esercitato da j Uij ≈ zieψ • La densità di carica su j è data dal contributo di tutti gli ioni i ρj = N X i=1 zieni = N X zin◦i e−zieψ/kB T i=1 Ma ancora non conosciamo quanto vale ψ. JJ II J I Back Close Equazione di Poisson-Boltzmann L’equazione fondamentale dell’elettrostatica che lega il potenziale elettrico alla densità di carica ρ è l’equazione di Poisson, una conseguenza delle equazioni di Maxwell 1 d dψ ρ j ∇2 ψ = − ∇2 ψ ≡ 2 r2 ε0 ε r dr dr • Combinando si ricava l’equazione di Poisson-Boltzmann N 1 X 2 ∇ψ = − zien◦i e−zieψ/kB T ε0ε i=1 JJ II J I Back Close Espressione approssimata dell’equazione di Poisson-Boltzmann Si suppone che l’energia potenziale sia trascurabile rispetto all’agitazione termica, zieψ kB T (linearizzazione) e−zieψ/kB T ≈ 1 − N X i=1 zin◦i e−zieψ/kB T = N X zieψ kB T zin◦i i=1 − N X i=1 zin◦i zieψ kB T la prima sommatoria è nulla per via dell’elettroneutralità • Si ricava ∇2ψ = κ2D ψ JJ II J I Back Close Costante di Debye e forza ionica • La kappa di Debye è definita da s PN 2 ◦ i=1 zi ni κD = e dimensioni di un inverso di una lunghezza ε0εkB T La forza ionica IS è definita da N IS κD N 1 X 2 ◦ 1 X 2 n◦i z c ≡ z = 2 i=1 i i 2 i=1 i NA r 2NAIS = e ε0εkB T 1 κD dimensioni di una concentrazione “lunghezza di Debye” JJ II J I Back Close Soluzione approssimata dell’equazione di Poisson-Boltzmann Nella regione “interna ” aj < r < a non c’è carica per cui ∇2ψint = 0 Nella regione “esterna” r > a si ha ∇2ψext = κ2D ψ • Soluzione finale zj e 1 κD ψint(r) = − 4πε0ε r 1 + κD a zj e e−κD (r−a) ψext(r) = 4πε0ε(1 + κD a) r Schermo Decremento esponenziale JJ II J I Back Close Esempio 1 20 IS1 = 1 mM IS2 = 10 mM IS3 = 100 mM ψ(r) (mV) 15 10 5 0 0 1 1 κD3 κD2 40 80 r (Å) 1 κD1 120 JJ II J I Back Close Esempio 2 450 IS1 = 1 mM IS2 = 10 mM IS3 = 100 mM 400 ψ(r) (mV) 350 300 250 200 150 100 50 0 a 2 a 2a r (Å) JJ II J I Back Close Distribuzione degli ioni κ2D ε0ε dq = 4πr ρj (r)dr = ψ dr e 2 dq dr IS1 = 1 mM IS2 = 10 mM 0 1 κD2 1 κD1 200 r (Å) 400 JJ II J I Back Close