Titolo: Autore: MARCO IL PESCATORE Musica del M° DON VINCENZO CIMATTI Mons. Vincenzo Cimarti (nato a Faenza nel 1888) è sempre stato un regista e un compositore di eccezionale abilità. Con il teatro (e soprattutto con il teatro lirico) penetrò in tempi di eccezionali difficoltà l'anima giapponese, cui aveva dedicato le sue attenzioni quando, dopo i brillanti successi del suo dottorato torinese e del suo insegnamento al Liceo Valsalice di Torino, si recò in Oriente come Prefetto Apostolico (1915). La sua produzione non si conta. In campo lirico la migliore fortuna toccò a Marco il Pescatore la cui melodia si canta ormai in una trentina di lingue e in centinaia di edizioni. Testo di RUFILLO UGUCCIONI Tipologia: Trama: Personaggi: Target: Operetta in 2 atti in prosa e lirica In un povero villaggio di pescatori vivono due fratelli, Marco e Gerberto che a stento possono provvedere a comprare le medicine per la mamma ammalata. Un loro amico, Quintino, li aiuta come può e infonde loro fiducia. In tanta difficoltà si insinua il Maligno facendo prospettare la soluzione nell’accettare la sua offerta: ricchezza in cambio dell’anima. Gerberto sfugge all’inganno, invocando la Vergine Maria, mentre Marco accetta la proposta. Il secondo tempo è ambientato in un tenebroso castello che Marco ha ricevuto dal Maligno. Un giorno bussa al castello un trovatore: è Gerberto che si è messo in cerca del fratello, per redimerlo. Ma la battaglia non è così semplice. Il Maligno si traveste da frate per rivendicare il patto stipulato con Marco. La preghiera alla Vergine che Gerberto e Marco intonano a conclusione della commedia, scaccia definitivamente il Maligno. 1° TEMPO: Quintino Marco Gerberto Il Maligno 2° TEMPO: Oliviero Germano Eudo Gerberto Marco Il Maligno Guardia Coro dei paggi Giovani e Ragazzi Valori Educativi: “Marco il Pescatore” fu il “Cavallo di battaglia” di ogni Compagnia Filodrammatica negli anni 40 e 50. Non vi era Oratorio o Collegio che non l’avesse messo in scena. La sua fortuna è testimoniata dalla diffusione che ebbe, tradotta in una trentina di lingue e ripubblicata in centinaia di edizioni. La Festa dell’Immacolata era la data ideale per rappresentarla, in onore di Maria, salvezza di coloro che La invocano. La riproponiamo in Areopago per una ragione storica, perché non si perda la memoria di quella che fu un’esperienza teatrale di migliaia di giovani. Quanta a rappresentarla oggi, può essere fatta una doppia scelta: così come è stata scritta (con gli arcaismi del tempo, col linguaggio enfatico…) come documento prezioso di una stagione teatrale; oppure con debite correzioni e aggiustamenti per renderla gradevole ad orecchie contemporanee. L’avvertenza è quella di non tradirne lo spirito e il messaggio di lode alla Vergine, a cui Don Bosco si rivolgeva ed invitava i suoi giovani a rivolgersi nelle circostanze più difficili della vita. PERSONAGGI: