LA STORIA DEGLI
ALBERI
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Un tempo le pianure europee erano ricoperte da
fitti boschi. Querce, carpini, pioppi, frassini,
ontani formavano un oceano verde, punteggiato
qua e là da piccole radure e attraversato di fiumi e
torrenti.
Carlo V Re di Spagna era solito affermare che le
foreste del suo regno erano talmente estese da
permettere ad uno scoiattolo di attraversarlo,
dalla Spagna all’Italia, semplicemente saltando di
ramo in ramo.
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Con il passare degli anni il paesaggio è stato
profondamente modellato dall’uomo e là
dove le chiome degli alberi conducevano
una quotidiana lotta per conquistare la
luce, oggi ci sono campi, strade, case,
fabbriche e città intere. La foresta di
pianura è sopravvissuta solo in piccoli lembi
del territorio, veri scrigni di natura nei
quali è possibile scoprire una sorprendente
ricchezza di forme di vita.
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Flora ovvero fecondità
Flora è una divinità sabina introdotta a Roma da
Tito Tazio. Flora presiede alla fioritura e alla vita
di tutta la vegetazione ed è il simbolo stesso della
fecondità della terra. Secondo Ovidio il nome
deriverebbe da quello di una ninfa greca, Cloride.
Un giorno Cloride fu vista dal dio del vento,
Zefiro, che si invaghì di lei a tal punto da rapirla.
In seguito al loro matrimonio Zefiro donò alla sua
sposa il governo delle piante e dei fiori, i cui semi
ella regalò agli uomini insieme al miele.
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Focus sull’astigiano
Il territorio dell’Astigiano è ricoperto da diverse varietà di
alberi, le più presenti sono le nocciole, i pioppeti, le noci, le
castagne e le ciliegie. La superficie agricola utilizzata
(SAU) è ricoperta principalmente da piante di nocciole.
Sono circa 3.300 gli ettari di noccioleti nella provincia di
Asti con più di 2.000 aziende che si occupano di questo
genere di coltivazione. Nel 2010 il rapporto tra il numero
di aziende e SAU del nocciolo è circa 1 a 1, rapporto che
aumenta a circa 1 a 1,5 nel 2014. Per le altre coltivazioni,
con esclusione del ciliegio selvatico, la diminuzione del
numero di aziende ha portato con se anche una
diminuzione della SAU corrispondente. Nel 2014 una
azienda si occupa anche della coltivazione di acacia
saligna.
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Archivio di stato
• Sono state esaminati i fondi delle casate
nobiliari depositati all’archivio di Stato di
Asti; dalle ricerche effettuate emerge che
molte famiglie possedevano, oltre a terre
coltivate e pascoli, anche boschi. I carteggi,
oggetto di ricerca, riguardano gli atti di lite,
di compravendita, le transazioni e gli atti di
dote.
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Archivio storico
• Sono stati esaminati i fondi che riguardano
gli atti patrimoniali amministrativi con
particolare riferimento ai mercati e prezzi
dei bachi da seta nella città di Asti, attività
molto florida tra la metà delle 19º secolo e
l’inizio del 20º secolo
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Gli alberi: come sono fatti
L’albero è un organismo vivente
che nasce, cresce, si nutre, si
riproduce e muore. Un albero
può vivere da solo o insieme a
tanti alberi e formare boschi e
foreste.
Gli alberi sono indispensabili per la
vita dell’uomo e degli animali:
forniscono ossigeno per la
respirazione, forniscono riparo
e una gran quantità di prodotti.
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Gli alberi sono presenti in tutto il mondo,
hanno forme diverse e vivono in ambienti
diversi.
L’albero è costituito da
una parte nascosta e una visibile. Nel
sottosuolo vi sono le radici che nutrono la
pianta e la ancorano al terreno. A livello
del suolo vi è il colletto
colletto,, la zona che unisce
le radici al tronco. Sul tronco e sui rami
legnosi si sviluppano, a seconda della
stagiona e della varietà di pianta, le
gemme, i germogli, le foglie (chioma), i
fiori e i frutti.
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La radice
Il seme che germoglia emette la radice che
tende a scendere verso il basso e, pian
piano, si ramifica e affonda nel
terreno. La punta di ogni radice si
chiama pileoriza ed è protetta da
cellule dure adatte ad aprirsi la strada
tra la sabbia ed i sassi del terreno. Le
radici sono ricoperte da peli assorbenti,
assorbenti,
sottilissimi fili ce assorbono l’acqua al
cui interno vi sono i Sali minerali
necessari per nutrire la pianta. Le
radici tengono la pianta ben salda al
terreno e il loro intreccio unisce il
terreno impedendo le frane.
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Il fusto
Il fusto tende a crescere verso
l’alto, viene chiamato tronco ed
è legnoso e ramificato. Il tronco
ha un rivestimento esterno
chiamato corteccia che può
essere liscia o rugosa, al suo
interno si trova il legno e a
centro il midollo. Nel fusto del
tronco e dei rami scorrono i
canali che trasportano linfa
grezza. La linfa viene raccolta
dalle radici nel sottosuolo e
scorre per tutta la pianta fino a
nutrire ogni le foglie.
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Il tronco anno dopo anno cresce in altezza
e in larghezza. La circonferenza del
tronco si allarga creando degli anelli, è
possibile determinare l’età di un
albero andando a contare il numero di
anelli al suo interno. Gli anelli
forniscono informazioni anche sulle
condizioni della pianta, in condizioni
climatiche negative, mancanza di
calore e di acqua, o a seguito di una
malattia, funghi o insetti, la pianta
produce anelli molto stretti mentre
sono larghi con condizioni climatiche
positive e in buono stato di salute.
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La foglia
Le foglie delle piante sono costituite da:
il picciolo (gambo della foglia),
collega la foglia alla pianta, la
nervatura (principale e/o secondaria),
secondaria),
trasferisce la linfa vitale, la lamina
(lembo), la parte piatta della foglia, il
margine, fornisce la forma alla
foglia, infine l’apice,
l’apice, la punta. Le
foglie hanno forme e colori diversi,
possono essere sottili o spesse, lisce o
ruvide, tonde o frastagliate …
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Le stagioni e gli alberi
Gli alberi cambiano con il sopraggiungere
delle stagioni. Alla fine dell’estate, con i
primi freddi, molti alberi si preparano
all’inverno, irrobustiscono i propri
tessuti e le foglie cambiano colore, da
verdi a gialle, rosse e marroni, infine
cadono. Durante l’inverno l’albero è
spoglio delle sue foglie, le riserve vitali
si spostano nelle radici e rimane con
solo il suo scheletro fatto dal fusto e dai
rami. Con la primavera le riserve
ritornano a circolare nella pianta, le
gemme si aprono, si producono nuove
foglie, nuovi rami e nuove radici. Con
l’estate l’albero raggiunge l’apice del
suo splendore.
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Ci vuole un fiore
Le cose di ogni giorno raccontano segreti
a chi le sa guardare ed ascoltare.
Per fare un tavolo ci vuole il legno
per fare il legno ci vuole l’albero
per fare l’albero ci vuole il seme
per fare il seme ci vuole il frutto
per fare il frutto ci vuole un fiore
ci vuole un fiore, ci vuole un fiore,
per fare un tavolo ci vuole un fiofio-o-re.
Per fare un fiore ci vuole un ramo
per fare il ramo ci vuole l’albero
per fare l’albero ci vuole il bosco
per fare il bosco ci vuole il monte
per fare il monte ci vuol la terra
per far la terra vi Vuole un fiore
per fare tutto ci vuole un fiofio-r-e.
Per fare un tavolo ci vuole il legno
per fare il legno ci vuole l’albero
per fare l’albero ci vuole il seme
per fare il seme ci vuole il frutto
per fare il frutto ci vuole il fiore
ci vuole il fiore, ci vuole il fiore,
per fare tutto ci vuole un fiofio-o-re.
Testo di Gianni Rodari - Musica di Sergio Endrigo e Bacalov - Edizioni BMG Ricordi S.p.A
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NOCCIOLO
Il nocciolo è una pianta, la cui comparsa
risale all’epoca preistorica. La
diffusione nel continente europeo
iniziò al termine dell’ultima
glaciazione, circa 10.000 anni fa. La
nocciola, il frutto dell'albero del
nocciolo, veniva coltivata dall'uomo
fin dall'antichità, i Greci e i Romani
apprezzavano i frutti nutrienti e
scoprirono le preziose caratteristiche
energetiche e medicinali.
Il nocciolo è un’antichissima pianta che fruttifica allo stato selvatico
in tutta Europa, in particolare il suo habitat ideale sono le
colline e sulle pendici dei monti, lungo sentieri e ruscelli.
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Botanica
Il nocciolo ha un’altezza compresa tra i
3 e i 6 metri ed un portamento a
cespuglio, con chioma espansa e non
molto regolare. Le radici sono
lunghe, ramificate e molto
superficiali. Il fusto è sottile e
slanciato, ha una corteccia di colore
marrone grigio. I rami sono lunghi e
flessibili. Le foglie hanno una forma
rotonda--ovale con picciolo lungo,
rotonda
superiormente sono pelose e di colore
verde intenso mentre sono verde
pallido sul lato inferiore. I fiori
maschi sono riuniti in infiorescenze
che si sviluppano molto prima delle
foglie e i fiori femminili sono invece
nascosti entro piccole gemme .
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Al mese di Maggio il frutto inizia la
sua formazione, è rivestito di un
involucro, denominato cupola,
pergamenaceo o fogliare, che lo
avvolge parzialmente o
totalmente; questo involucro si
lacera al momento della
maturazione e lascia così cadere
il frutto. . I frutti maturi sono di
colore marrone chiaro,
pezzatura media, hanno guscio
sottile ed elevata resa alla
raccolta.
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Varietà
Le varietà coltivate più pregiate, a frutto
tondo o a frutto allungato, sono:
- "Tonda di Giffoni": diffusa in
Campania; ha frutto medio con buona
resa in sgusciato e di ottima qualità.
- "Tonda Romana": diffusa nella zona di
Viterbo; frutto mediomedio-grosso, di buona
resa in sgusciato, di ottime
caratteristiche organolettiche.
- "Tonda Gentile delle Langhe": tipica del
Piemonte, nel 1993 ha ottenuto dalla
Cee l'Indicazione Geografica Protetta,
IGP, con il nome di Nocciola Piemonte,
molto pregiata per le eccellenti
caratteristiche organolettiche ma poco
adattabile a condizioni diverse dalla
zona di diffusione.
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La varietà "Nocciola Piemonte" ha una buona
resistenza alle avversità e i frutti sono dotati di
tutte le caratteristiche organolettiche richieste
dalle industrie alimentari.
Le caratteristiche principali sono:
la forma tonda e regolare del frutto che favorisce una
veloce sgusciatura meccanica, mantenendo intatto il seme;
un diametro di 1414-15 mm;
il guscio sottile (la resa del prodotto sgusciato è elevata, dal
46 al 50%);
il seme dotato di buon aroma e di sapore delicato;
il tenore dei grassi limitato ( ha quindi
buona conservabilità senza problemi
di irrancidimento);
la sottile pellicola che avvolge il seme
viene facilmente asportato dopo la tostatura.
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Proprietà e elementi nutrizionali
La nocciola viene comunemente viene annoverata fra la frutta e ha
un potere energetico molto elevato. Oltre il 90% della sua
materia grassa risulta importante per l'alimentazione umana,
ad essa si attribuisce la capacità di preservare i tessuti
dall'invecchiamento e di avere effetti protettivi nei confronti
dell'arteriosclerosi e delle malattie cardiovascolari. In più i
grassi buoni sono in grado di abbassare i livelli del colesterolo
LDL.
Insieme ai grassi, è presente una buona percentuale di carboidrati
e zuccheri (14%), di elementi proteici (circa il 16%, compresi
diversi aminoacidi essenziali presenti in proporzioni utili al
fabbisogno umano), e di vitamina E. Contengono anche
elevati livelli di magnesio che rafforzano i muscoli e sono ricche di
vitamina B6.
Possiede un apporto calorico pari a 700 Kcal per 100 g di nocciole
secche.
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Valori nutrizionali per 100 gr di prodotto :
• carboidrati: 16.7
• proteine: 12.7
• grassi: 63.1;
• 100 grammi di prodotto sgusciato = 628 calorie
• La composizione chimica è la seguente:
• 5-6% acqua (nel prodotto secco)
• 14% sostanze zuccherine (saccarosio, fruttosio, glucosio,
raffinosio))
raffinosio
• 60% sostanze grasse (di cui 93% grassi insaturi ed acido
linoleico, e 7% grassi saturi quali l'acido stearico ed il
palmitico)
• 16% sostanze proteiche (glutine, albumine)
• 2% sali minerali - vitamine A,B1,B2,C,E
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Consumo
La nocciola può essere consumata sia fresca, appena raccolto il frutto,
sia secca, come frutta secca o torrefatta. Sgusciate e torrefatte intere,
a grossi pezzi od in pasta vengono impiegate nella preparazione
dei torroni, del cioccolato alle nocciole, dei croccanti,
dei gelati e dei famosissimi
"gianduiotti".
Tra le immagini pubblicitarie più famose e
conosciute al mondo, ne esiste una che riguarda la
nocciola: una fetta di pane ricoperta di crema, un
coltello appoggiato sopra, un bicchiere di latte e
alcune nocciole in primo piano. Il prodotto in
questione è la Nutella, una semplice crema
spalmabile a base di nocciole e cacao prodotta
macinando le nocciole tostate.
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La nocciola viene adoperata anche da
molte industrie cosmetiche,
farmaceutiche, olearie e profumiere.
Dalle nocciole si ricava un olio
prezioso utilizzato sia in cucina che per
la cura della bellezza e della salute.
L'olio di nocciole è ricco di acidi grassi
insaturi e di vitamina E. E' utile per
prevenire la disidratazione e
l'invecchiamento della pelle e per
rinforzare i capelli. Ha proprietà
emollienti e tonificanti che lo rendono
utile per la cura della pelle e per i
massaggi.
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Ricetta
Crostata alle Nocciole, Pere e Cioccolato
Per la Frolla:
Per decorare:
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200 gr farina 00
1 tuorlo
70 gr burro
40 gr zucchero a velo
2 cucchiai latte di riso
q.b. zucchero a velo
q.b. nocciole tritate
2 chips di pera
Per la Farcitura:
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25 gr farina 00
15 gr cacao amaro in polvere
100 gr cioccolato fondente al 75%
150 gr zucchero semolato
2 uova1 bustina vanillina
100 gr nocciole tritate
½ pera
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Curiosità
Il nocciolo è frequentemente associato al
mistero e al soprannaturale; in epoca
antica era ritenuto una pianta dalle doti
benefiche o addirittura magiche. Si narra
che le bacchette degli Dei e quelle
utilizzate dal rabdomante per la ricerca
dell’acqua fossero di legno di nocciolo.
I Romani donavano piante di nocciolo come
augurio di pace e prosperità, distribuendo
nocciole e noci in occasione delle nozze per
augurare felicità agli sposi.
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Il nocciolo rappresenta una tra le piante di più alto interesse
agricolo--economico e, per la sua facile coltivazione e per gli
agricolo
elevati ricavi ottenibili dalla vendita del prodotto, ha
contribuito in modo sensibile alla formazione di una nuova
economia collinare e montana; inoltre rende possibile la
valorizzazione delle pendici minacciate dai movimenti
franosi.
In Italia, si coltivano circa 70.000 ettari di nocciole, di cui
28.000 ettari appartengono ad agricoltori iscritti ad
Organizzazioni di Produttori Frutta a Guscio. La
produzione italiana di nocciole in guscio è di circa un
1.000.000 di quintali l’anno.
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Conservazione
Le nocciole sono disponibili tutto l'anno, sgusciate o con guscio,
sfuse o confezionate, oppure anche tritate sottoforma di
granella.
È consigliabile acquistarle sgusciate, confezionate sottovuoto o in
contenitori sigillati in quanto risulta essere il miglior metodo per
conservarne la freschezza; le nocciole fresche deperiscono infatti
rapidamente, soprattutto se sgusciate: andrebbero quindi
consumate rapidamente evitando di esporle alla luce, al calore e
all'umidità.
Le nocciole senza guscio possono essere conservate in frigorifero
anche per qualche mese. Quelle con guscio si conservano per
circa un mese, a temperatura ambiente e in luogo asciutto.
È anche possibile congelarle e conservarle così per molti mesi.
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NOCE
Il noce è una pianta originaria dell'Asia, delle
pendici dell'Himalaya, e fu introdotta in
Europa in epoca antichissima per i suoi frutti
eduli.
Per alcuni studiosi invece si tratta di una
specie che già esisteva in Grecia e in Ungheria.
Non si conosce esattamente la data in cui le
noci furono portate dai Greci ai Romani. Per
alcuni studiosi sarebbe originario. Il nome
latino "Jovis glans“ significa"ghianda di
Giove", così definita appellandosi alla bontà e
all'alto valore nutritivo del frutto.
I Romani ne utilizzavano il legno, molto duro e
assai pregiato.
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Botanica
Il noce può raggiungere i 2020-25 metri di altezza.
Ha un fusto dritto e vigoroso che si divide in
poche branche principali e i rami giovani sono
grossi e tozzi. Le foglie sono caduche,
composte da 55-7-9 e, più raramente, 11
foglioline. Sono di colore verde scuro sulla
pagina superiore e più chiaro su quella
inferiore. I fiori maschili sono riuniti in
amenti penduli, lunghi 1010-15 cm, che
appaiono sui rami dell'anno precedente prima
della comparsa delle foglie.
I fiori femminili schiudono dalle gemme e
sono solitari o riuniti in gruppi di 22-3,
raramente 4.
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I frutti sono di forma diversa a seconda della
varietà, ma sono sempre costituiti da una buccia,
sottilissima e da un mallo carnoso e verde,
secernente un succo che macchia di marronemarroneolivastro. Il mallo è formato da due strati: uno
esterno verde e molle che col passare del tempo
diventa nero e si dissecca e uno interno che
avvolge il seme. La noce vera e propria è
formata dal guscio legnoso diviso in due valve
contenenti il gheriglio. Il gheriglio è diviso in
quattro lobi separati da un tramezzo
membranoso che nel tempo si secca e s’indurisce.
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La raccolta dei frutti avviene in settembre: si può procedere a mano,
aspettando la naturale caduta a terra delle noci, oppure scuotere le
branche con pertiche, stando attenti a non ledere i rami. Nei noceti
industriali, su ampie superfici, è anche possibile meccanizzare
completamente la raccolta. Una volta raccolte, le noci vanno private dei
residui di mallo, per uso familiare si lasciano ad asciugare per 11 -2
settimane, per impiego commerciale vengono lavate e essiccate. In locali
asciutti e aerati i frutti possono essere conservati anche per 66-7 mesi,
sgusciandoli al momento dell’uso, per evitare l’irrancidimento. La
produzione è molto variabile e può andare da pochi chilogrammi fino a
50--70 kg/pianta, corrispondenti a 2050
20-25 q/ha
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Varietà
Le varietà più diffuse in Italia sono:
- Sorrento: è la varietà più diffusa, di vigore elevato,
a duplice destinazione (frutto e legno), produce
frutti medi, di forma ovale e di buona qualità; la maturazione
è mediomedio-tardiva (fine settembre al Sud);
- Franquette: di vigore elevato, a duplice destinazione (frutto e legno),
produce frutti grossi, di forma ovale e di ottima qualità; è coltivata al
Centro--Nord e al Sud nelle zone più fredde per il suo fabbisogno di
Centro
freddo;
- Hartley: di vigore medio, ad una sola destinazione (da frutto), produce
frutti grossi, di forma subovale e di buona qualità, si adatta bene sia al
Nord che al Sud.
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Letteratura
Alessandro Manzoni era un esperto botanico, amava le
piante e i fiori. Ne “I promessi sposi” nel capitolo terzo Fra Galdino arriva
a casa di Agnese e Lucia per la “cerca delle noci. Il frate si dilunga nel
racconto del miracolo delle noci. Padre Macario, un
vecchio e saggio di un convento in Romagna, esortò il
proprietario di un vecchio noce affinchè non lo
abbattesse: l’albero non produceva più frutti da anni a
il religioso sostenne che quell’anno avrebbe prodotto “più
noci che foglie”. Il proprietario conosceva la fama che circondava Padre
Macario e fu indotto ad ascoltarlo in ragione della sua autorevolezza.
La voce si sparse, fra la gente, che si recava a ammirare l’abbondante
fioritura.
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E anche la previsione si rivelò corretta; tuttavia il proprietario morì,
lasciando i suoi beni ad un figlio che era dedito soprattutto al
divertimento.
Il frate andò da quest’ultimo a chiedere le noci ma il nuovo proprietario
negò ogni aiuto e contributo. Un giorno poi il ragazzo raccontò, quasi
sbeffeggiandosi della religiosità popolare, la storia ad alcuni amici e
insieme andarono a vedere il mucchio di noci che teneva nel granaio: al
posto delle noci vi trovarono un mucchio di foglie secche. La notizia di
questo esito nefasto, si propagò nella regione, tanto che mai come
quell’anno la cerca delle noci si rivelò quanto mai abbondante; un
benefattore regalò addirittura al convento un asino per il trasporto delle
noci che si raccoglievano. Dalle noci il padre produssero così tanto olio
che i poveri se ne poterono servire in modo gratuito. Il Manzoni
conclude con una delle sue profonde e sagge affermazioni sull’umanità:
«Perché noi siam come il mare, che riceve acqua da tutte le parti, e la
torna a distribuire a tutti i fiumi».
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Curiosità
La forma del gheriglio somiglia alla
forma del cervello umano. Nel 1500 il
medico Paracelso, inventore della
Teoria dei Segni, abbinava le piante
agli organi umani in base alla loro
forma o colorazione, reputandole
indicate a curare i disturbi dell’organo
simile; egli prescriveva questo frutto
per risolvere i disturbi cerebrali: dal
semplice mal di testa fino alla pazzia.
Il noce è albero di grande importanza per
la qualità del suo legno, a cuore bruno
più o meno venato, viene usato in
falegnameria e anche per produrre i
fucili.
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Il noce è da sempre legato all'idea di riti ed
incantesimi, molte leggende lo indicano come
albero delle streghe perché si dice che
organizzino i loro sabba proprio intorno al
suo tronco robusto nella notte tra il 23 e il 24
giugno.
Gli agricoltori nell’antichità lo piantavano a distanza dagli altri
alberi da frutto perché era consolidata la credenza che
questo albero ermafrodita, che può raggiungere persino i
300 anni di età, fosse velenoso e che la sua influenza
negativa si propagasse nel terreno su cui poggiava. Si
diffuse l'usanza di piantarlo a distanza dagli altri alberi e
dall'orto.
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Proprietà e elementi nutrizionali
Le noci sono ricche di proteine, zucchero e
di grassi essenziali per la salute, a patto
di non esagerare nelle quantità. Le
calorie sono ben 695 per etto. Hanno
anche un elevato contenuto di minerali,
fosforo, potassio, magnesio, zolfo, calcio
e ferro.
Mangiare noci migliora l’attività delle
vitamine, tonificare il sistema nervoso e
rinforzare le ossa. Aiutano anche a
combattere l’anemia, in virtù di rame e
ferro e abbassare il colesterolo ldl, grazie
all’olio ricco di acidi grassi insaturi.
La tradizione narra che vagando di casa in casa i preti raccogliessero
noci dalle quali ricavavano l’olio che era ritenuto salutare per alcuni
acciacchi del corpo (in Piemonte veniva usato anche al posto dell’olio
di oliva, che costava parecchio, per la bagna cauda).
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