Visione Sostanzialista Economia come insieme di attività volte a consentire la riproduzione materiale di un dato gruppo sociale. L’economia non si caratterizza come un luogo dell’agire ma rappresenta pp una funzione,, p per così dire,, di una data comunità. Non esiste un minimo vitale in materia di bisogni riproduttivi. Esso è determinato, caso per caso, da quel particolare modo che quella particolare comunità adotta per garantire la propria riproduzione sociale/sopravvivenza. Visione i i sostanzialista i li L’economia L’eco o ia umana a a è secondo seco do Polanyi Polan i “quindi “q i di inserita e coinvolta [embedded ] in istituzioni di natura economica e non economica. economica La religione e il governo possono essere non meno importanti delle istituzioni monetarie o della stessa disponibilità di strumenti e macchine, che allevino la fatica del lavoro, per la struttura e il funzionamento dell dell’economia” economia . Egli individua, pertanto, tre forme di scambio: •il mercato caratterizzato da scambi impersonali regolati da un equivalenza i l numerica i d determinata t i t d dalla ll moneta; t la reciprocità che dà luogo ad uno scambio non mediato •la dalla moneta tra partner che non sono legati necessariamente da vincoli economici; •la redistribuzione generata quando un centro politico è in grado d di raccogliere li risorse i e di distribuirle t ib i l secondo d criteri it i definiti tra tutti i membri della società. Visione formalista L’agire economico procura la possibilità di sfruttare al meglio (massimizzazione) le risorse di cui si dispone p per raggiungere p gg g determinati fini. Essa esalta la posizione dell dell’attore attore individuale che, che dotato di uno specifico sistema di preferenze, definisce gli obiettivi da perseguire. p g In questo senso l’economia non si presenta come un settore tt più iù o meno d definito fi it d della ll società i tà ma come un vero e proprio modo di agire “Chiamiamo economico un agire in quanto orientato a ottenere prestazioni d’utilità desiderate o possibilità di disporre di esse […] [ ] ll’agire agire economico è condizionato costantemente dalla scarsità dei mezzi ed è orientato ad essa: per poter soddisfare il desiderio con prestazioni di utilità, i mezzi presenti in quantità limitata debbono essere economizzati. Da qui la tendenza alla razionalizzazione dell’agire economico”. Vi i Visione formalista f li t l’economia l’ i è quella ll disciplina di i li che h sii occupa dell’allocazione (efficiente) di mezzi scarsi Il primo punto di vista ha il pregio di problematizzare bl i il rapporto tra i mezzi, i i fini fi i e le l modalità attraverso le quali l’agire economico li mette in i relazione l i i maniera in i non automatica. i Il secondo consente, comunque, di muoversi agevolmente l nello ll studio di e nella ll spiegazione i i d ll delle trasformazioni dell’economia - cosiddetta moderna, quella ll di mercato - cosìì come sii è venuta a costituire i i negli ultimi secoli. Max Weber nella sua Storia economica ci aiuta, ad esempio, a ragionare sull’evoluzione dell’economia distinguendo tra: • economia naturale nella quale il fabbisogno viene soddisfatto senza ricorrere allo scambio (es. feudatario o economia domestica chiusa); • economia naturale di scambio che conosce lo scambio ma non il denaro (es. il baratto); • economia monetaria che si radica quando diventa possibile separare produzione e allocazione allargando le opportunità di acquisizione dei beni. Corollari di grande importanza appaiono essere: • la separazione tra produzione e consumo; • l’estensione dell’orizzonte temporale (logica dell’accumulazione che lega il presente e il futuro); • l’individualizzazione dell’agire economico. Una delle q questioni cruciali,, dal nostro p punto di vista resta,, pertanto, quella di trovare modalità e livelli di armonizzazione tra differenti forme di transazione economica che h contribuiscano ib i a risolvere i l problemi bl i e a rispondere i d ad d esigenze complementari. Le implicazioni più rilevanti di questo modo di vedere le cose sono: • la questione dell’efficienza non è l’unica questione che riguarda i d la l sfera f economica.; i mercato redistribuzione e reciprocità è una • il rapporto tra mercato, questione aperta e non risolvibile una volta per tutte. In sintesi, la caratteristica principale di una economia moderna non è, quindi, l’esistenza del mercato, ma la compresenza di diverse forme di scambio di cui quella di mercato appare, per ragioni diverse, la più pervasiva. pervasiva Quali sono le condizioni necessarie alla nascita del mercato? In estrema sintesi esse possono essere individuate ne: •l’appropriazione l’ i i di tutti t tti i mezzii materiali t i li a partire ti dalla d ll terra t e dai mezzi di produzione da parte di imprese private autonome; •la libertà di mercato e quindi l’abbattimento delle barriere imposte al traffico commerciale; •la diffusione della tecnica/tecnologia; • la nascita di un diritto che regola le stesse relazioni di mercato (transazioni); • la presenza di uno stato legale e una classe di funzionari dedicati al funzionamento e al riconoscimento; • la creazione di un mercato del lavoro; • la nascita e il consolidamento di un soggetto collettivo (l’impresa) istituzionalmente demandato a raggiungere in modo razionale obiettivi economici mediante specifiche modalità di organizzazione del lavoro; • la commercializzazione dell’economia (atti e diritti di proprietà commercializzabili – es Borsa); • la separazione tra economia interna ed esterna; • ll’esistenza esistenza di un media (mediatore) e cioè il denaro. denaro Corollario strategico di queste pre-condizioni è la nascita di un sistema dei prezzi che rende ll’agire agire economico meno soggettivo e più impersonale. Il mercato, all’interno di questa concettualizzazione può essere definito come quel particolare ambito dove, grazie ad un sistema di prezzi, prezzi è possibile calcolare le conseguenze economiche delle proprie azioni. Nulla di simile esiste in altri contesti della vita sociale. Il mercato è un ambiente unico che si caratterizza principalmente come il luogo della calcolabilità [Magatti, 2002, 17-21 ]. Per Simmel il p processo di individualizzazione della vita economica presuppone che [Moscovici, 1991, 438]: • lo scambio sia una forma sui generis di società nella quale i valori assumono una esistenza autonoma e oggettiva; • lo scambio diventi economico per il fatto che gli individui lo accettino; • il danaro rappresenti i valori e li reifichi (li trasformi cioè in oggetti) permettendo così una loro comparazione; • il passaggio dall dall’economia economia chiusa all all’economia economia aperta si compia attraverso un percorso di intellettualizzazione del denaro; • intellettualizzandosi i ll li d i il d denaro sii di distanzii d dalle ll persone; • assicuri la superiorità dei mezzi di scambio e comunicazione dei valori sui fini ed esso stesso si trasformi da mezzo in fine; • il denaro realizzi la tendenza della vita sociale a unificare la diversità riducendo la qualità in quantità; • il denaro renda possibile lo scambio prendendo la forma di un codice; • la a d diffusione us o e de dell’economia eco o a basata su sulla a moneta o eta (monetaria) porti all’autonomia del mondo degli scambi e gli conferisca una forma astratta e universale; • il denaro orienti la cultura dell’intelletto dell intelletto sugli affetti. affetti verso la preminenza gli attori hanno un sistema di preferenze, preferenze di solito solito, espresse mediante una funzione di utilità, dotata di caratteristiche restrittive. Esse cioè sono atomistiche, egoistiche, date e costanti, complete, coerenti e archimedee; le conoscenze sono certe o comunque riferibili a distribuzioni di probabilità oggettive o soggettive circa le conseguenze dei diversi corsi di azione; la definizione del contesto è tale da rendere possibile la circolazione delle informazioni indispensabili per l’azione i di id l Poiché individuale. P i hé ttali li informazioni i f i i non di dipendono d d dalle ll azioni del soggetto, il contesto è definito parametrico; gli attori sono razionali e tendono a massimizzare la loro funzione di utilità. classici: la sfera economica è una struttura istituzionale peculiare e in essa le interazioni assumono profili, modalità e significati d l tutto specifici del ifi i e poco consonii con lle questioni i i poste d dagli li approcci micro; la sociologia economica si è dovuta misurare con la concorrenza fortissima e organizzata g degli g economisti rendendo complessa l’accettazione di posizioni non interessate agli aspetti istituzionale e quantitativi della realtà; là in questo ambito disciplinare hanno contato di più approcci macro differenti da quella funzionalistica in particolare quello marxista e,, in generale q g conflittualista. il cui potere p esplicativo è stato meno intaccato dai mutamenti sociali intervenuti negli anni sessanta e settanta. l’azione economica può essere analizzata come un’azione un azione sociale. Un’analisi efficace ff dell’azione umana – sostiene Granovetter - richiede di evitare l’atomizzazione implicita negli estremi teorici delle concezioni iper e i socializzate. ipo i li Gli li attorii non sii comportano e non decidono come atomi al di fuori di un contesto sociale né aderiscono passivamente ad un copione scritto per loro da una particolare intersezione di categorie g sociali a cui capita p loro di appartenere. pp I loro tentativi di compiere azioni intenzionali sono invece radicati in sistemi di relazioni sociali concreti e attivi. i i La domanda decisiva è: nel mondo dell’economia di mercato (calcolabilità, agire razionale, etc.) la tendenza all’istituzionalizzazione all istituzionalizzazione tipica della vita sociale agisce? Esiste cioè una costruzione sociale che riguarda specificamente p la vita economica? In altre parole quali sono le istituzioni e i processi di istituzionalizzazione che investono la vita economica? l’istituzionalizzazione della vita economica significa riconoscere la possibilità di rintracciare in essa tutti quei meccanismi che presiedono all’istituzionalizzazione della vita sociale più in generale. I filoni di riflessione e di ricerca che si sono sviluppati a partire da essi possono essere così riassunti: •glili scambi bi di mercato t non sono avulsi l id daii processii sociali i li l’l’agire i di mercato t non è il luogo della asocialità proprio perchè al suo interno possono essere rintracciati i caratteri dell’agire sociale. Da una parte il mercato crea legami sociali dall’altra utilizza le relazioni che si costruiscono in sfere extra extraeconomiche; •oltre al mercato esistono altre forme di scambio che contribuiscono a determinare l’ordine l ordine sociale ed economico; •le dimensioni valoriali e cognitive – tipiche dei processi di istituzionalizzazione sono fondamentali anche nella spiegazione della vita economica; •la la realtà economica è profondamente radicata nella dimensione istituzionale e politica della vita sociale dalla quale non si può prescindere e verso la quale gli attori assumono atteggiamenti proattivi. Le convinzioni comuni che sono scaturite da questi filoni di riflessione e di ricerca possono essere, a loro volta, così sintetizzati: l’azione economica è una azione sociale che si svolge in un contesto istituzionale del tutto particolare che ne modifica parzialmente le logiche; tali logiche g appaiono pp Dotate di vita propria e assumono forme e modalità del tutto particolari e/o autonome; la vita economica nonchè p più fluida di altri contesti sociali mette all’opera p la tendenza interna ad ogni tipo di relazione sociale a dar vita ad assetti variabili, relativamente stabili, obbligazioni, legami, appartenenze sociali da cui derivano risorse e vincoli per l’azione stessa. Questi fenomeni sono sociologicamente rilevanti e analizzabili; tali assetti sono modificabili soltanto a costi molto elevati ed è per questo che l’azione economica seppur orientata al profitto è fortemente influenzata dalle condizioni nelle quali essa ha luogo; la dimensione del potere è fondamentale per la spiegazione socilogica dell’agire economico i e ristruttura i t tt in i forme f variabili. i bili Il potere t nella ll vita it economica i sii riproduce sia dall’interno mediante i processi di istituzionalizzazione, sia dall’esterno attraverso i rapporti che si vengono a creare tra i vari ambiti istituzionali Fondamentale è lo studio dei rapporti tra il potere interno e li potere istituzionali. esterno al mercato; l organizzazione della vita economica condiziona ed è condizionata dai contesti l’organizzazione sociali nei quali è immersa; Che cosa si intende per istituzionalizzazione La lenta erosione dei legami di fiducia avvenuta ad opera del processo di secolarizzazione, •lo o ssviluppo uppo de dei mercati, e ca , •il declino delle forme tradizionali di appartenenza, •la crisi del ciclo delle idee dell’individualismo metodologico Istituzionalizzazione è il processo attraverso il quale relazioni sociali e modelli di comportamento vengono: •differenziati •assumono valere intrinseco taken for granted •si spersonalizzano Componente strutturale Gli individui passano e le istituzioni restano Questo avviene •quanto quanto più si sviluppano interessi alla auto conservazione •quanto quanto più ll’istituzione istituzione coagula intorno a sé risorse materiali, valoriali e/o simboliche •quanto quanto più queste risorse non sono di proprietà •quanto quanto più sono standardizzate •quanto più il prodotto di queste interazioni vive di vita propria. Componente cognitiva Ci si muove verso il concetto di taken for granted Indicatori Sviluppo di espressioni linguistiche che: connotano ll’istituzione istituzione in modo sintetico senza •connotano esplicitare le caratteristiche •sono decifrabili da chi non fa parte dell’istituzione •presenza di issue che non sono oggetto di disputa •crescente omogeneità dei significati attribuiti Componente prescrittiva •Esistenza di obblighi di conformità a determinati requisiti •Diffusione di riti durante i quali viene riconosciuta pubblicamente la conformità di criteri e viene riaffermata la loro validità •Grado Grado di formalizzazione •Credenze condivise sulla natura e la legittimità degli obiettivi che si stanno perseguendo Componente giuridico formale •quanto le relazioni tra gli attori sono regolate g •quanto tale normativa conferisce autonomia all’istituzione •quanto questa normativa è rispettata L’istituzione è un complesso di valori, norme, consuetudini che con varia efficacia definiscono e regolano durevolmente, in modo indipendente dall’identità dall identità delle singole persone e e, di solito solito, al di là della durata della vita di queste a) i rapporti sociali e i comportamenti reciproci di un determinato gruppo si soggetti la cui attività è volta a con seguire un fine socialmente rilevante o, a cui si attribuisce una funzione strategica g p per la struttura di una società o importanti settori di essa; b) i rapporti che un insieme non determinabile di altri soggetti hanno ed avranno a vario titolo con tale gruppo senza farne parte ed i loro comportamenti nei suoi confronti