1 RACCOLTA DI ESERCIZI 1) Deflessione elettrostatica 1) Un elettrone posto all’interno di un sistema di placche di deflessione orizzontali e verticali come in figura viene accelerato da due campi elettrici ortogonali e costanti nel tempo. Le dimensioni delle placche e la tensione applicata alle placche verticali sono indicate in figura. Supposto che l’elettrone, prima dell’applicazione dei campi, si trovi posto al margine inferiore sinistro del sistema di placche con velocità iniziale nulla, si calcoli il valore che deve assumere la tensione Vx applicata alle placche orizzontali, affinché l’elettrone possa fuoriuscire dalla feritoia posta in corrispondenza del margine superiore destro del sistema. Si valutino inoltre la traiettoria dell’elettrone e l’angolo di uscita dalla feritoia. Infine, si valuti dopo quanto tempo l’elettrone esce dalla feritoia (prova in itinere 21/03/2006). dy = 1,5 cm Vy = +100 V Vx e - dx = 2,6 cm [Soluzione: Vx ≈ 300 V; equazione traiettoria: y = 0,58x; angolo di uscita: θ = 30°; istante di uscita: t = 5,1 ns]. 2) Un fascio di elettroni, accelerato da un potenziale di 100 V, viene inserito all’interno di un sistema formato da due armature piane e parallele (con l’armatura superiore posta a massa). Le due armature sono lunghe L = 5,7 cm e distano fra loro d = 4 cm. Tra di esse viene applicata una tensione Vd avente l’andamento indicato in figura. Tale tensione è costante e pari a – 80 V per un tempo t*, mentre assume valore pari a + 80 V da t* sino a tL, istante nel quale il fascio di elettroni esce definitivamente dal sistema di armature. Gli elettroni partono dal margine sinistro dell’armatura inferiore formando un angolo di 15° con il piano dell’armatura. Trascurando gli effetti del campo elettrico ai bordi, si calcoli il valore che deve assumere l’istante t* affinché il fascio esca dal sistema di armature con pendenza nulla (prova in itinere 20/03/2007). L = 5,7 cm Vd A = 80 V d = 4 cm +A t v0 e- t 15° -A Vd [Soluzione: t* = 2,79 ns]. * tL 2 3) Un elettrone posto sulla placca inferiore di un sistema di deflessione elettrostatica, avente un’energia cinetica iniziale E0 = 1,6·10-16 J, è diretto verticalmente verso la placca superiore. a. Se tra le due placche (distanti tra loro di un valore d) è applicato un potenziale VD di 800 V, con il potenziale maggiore applicato alla placca inferiore come mostrato in figura, l’elettrone può raggiungere il secondo elettrodo? In caso affermativo, con quale velocità? d VD b. Quale valore deve avere VD affinché l’elettrone raggiunga E0 + l’elettrodo superiore con velocità nulla? c. Se si triplica la distanza d tra le due placche, l’elettrone riesce a raggiungere la placca superiore? (prova in itinere 18/03/2008). [Soluzione: a. L’elettrone riesce a raggiungere il secondo elettrodo con velocità finale 8,39·106 m/s. È facile mostrare che E 0 > eVD ⇒ l' elettrone raggiunge l' elettrodo (con energia finale E f > 0) E 0 = eVD ⇒ l' elettrone raggiunge l' elettrodo con velocità finale nulla ( E f = 0) E < eV ⇒ l' elettrone non raggiunge l' elettrodo ( E f < 0) D 0 b. VD = 1000 V c. Il fatto che l’elettrone riesca a raggiungere o meno l’elettrodo superiore è indipendente dalla distanza tra gli elettrodi d]. 3 2) Fisica dei semiconduttori 1) A seguito di un repentino aumento di temperatura, il livello di Fermi EF di una barretta di silicio di tipo p si sposta di 0,159 eV rispetto al valore che esso aveva a temperatura ambiente, distando adesso 0,191 eV dal livello di Fermi Ei intrinseco. Si calcoli l’avvenuta variazione di temperatura (per semplicità, soltanto nell’espressione della concentrazione di cariche intrinseche ni alla nuova temperatura, si assuma che l’energia della gap proibita sia diminuita del 6%, mentre NC e NV siano raddoppiati rispetto ai valori a temperatura ambiente). Si verifichi infine, che alla nuova temperatura sia ancora possibile trascurare le cariche generate termicamente, ai fini del calcolo delle cariche maggioritarie (prova in itinere 21/03/2006). [Soluzione: ∆T = Tfinale – Tamb = 172 K (cioè Tfinale = 199°C)]. 2) Una barretta di silicio di tipo p, avente le dimensioni riportate in figura, ha una resistività al buio ρb di 8 Ω·cm a temperatura ambiente. La barretta viene illuminata uniformemente da una sorgente in grado di generare 3·1019 coppie elettrone-lacuna al cm3 e al s, con un tempo di vita medio delle cariche di 10 µs. La barretta è inserita in un circuito partitore in grado di rilevare le variazioni di resistenza della barretta come variazioni di tensione (misurate tramite il voltmetro in parallelo all’uscita). Calcolare la variazione di tensione in uscita del circuito a seguito dell’irradiazione della barretta, considerando soltanto i valori a regime. Si calcoli nuovamente la variazione di tensione al variare delle condizioni di illuminazione, se la barretta è mantenuta ad una temperatura costante di 450°C. Si consideri la mobilità proporzionale a T -1,5, essendo T la temperatura espressa in gradi Kelvin (prova in itinere 21/03/2006). V= +10 V c b a R V a = 1 cm b = 1 mm c = 1 mm R = 800 Ω [Soluzione: A temperatura ambiente: NA = 1,65·1015 cm-3, µp = 475 cm2/(V·s), µn = 1225 cm2/(V·s), ρl = 4,83 Ω·cm, ∆V = 1,2 V. Alla temperatura T = 723 K: µp = 127 cm2/(V·s), µn = 327 cm2/(V·s), ρb = 0,6 Ω·cm, ρl = 0,59 Ω·cm, ∆V ≈ 0 V]. 3) Un resistore integrato di forma quadrata di lato pari a 100 µm è ottenuto da uno strato di silicio di tipo p spesso 1 µm. Sapendo che la sua resistenza, misurata a temperatura ambiente, è pari a 10 kΩ, calcolate il valore che tale resistenza assume a 150°C e a 500°C, supponendo che la mobilità resti costante con la temperatura. Si giustifichino i risultati ottenuti effettuando appropriate considerazioni fisiche (prova in itinere 20/03/2007). 4 [Soluzione: NA = 1,67·1016 cm-3, µp = 375 cm2/(V·s), µn = 925 cm2/(V·s), R(150°C) = 10 kΩ, R(500°C) = 1,22 kΩ]. 4) Una barretta di silicio, drogata con 2,1·1015 atomi di fosforo per cm3, è esposta ad una radiazione in grado di generare 5·1019 coppie elettrone-lacuna per cm3 e per secondo all’interno della barretta. Se la sorgente di radiazione viene spenta, si calcoli la concentrazione di cariche minoritarie nella barretta, 4 µs e 40 µs dopo l’istante di spegnimento, assumendo che il tempo di vita media dei portatori minoritari è pari a 2 µs. Commentate i risultati ottenuti (prova in itinere 11/04/2007). [Soluzione: pn(4 µs) = 1,35·1013 cm-3, pn(40 µs) = 3·105 cm-3]. 5) Una barretta di silicio è drogata con atomi di boro e di fosforo. Sapendo che il semiconduttore è di tipo n, che alla temperatura di 250°C la concentrazione di elettroni liberi è pari a 1017 cm-3 e che la resistività è pari a 3,84·10-1 Ω·cm, si calcoli la concentrazione di atomi accettori NA e quella di atomi donatori ND. Si consideri la mobilità proporzionale a T -1,5 (prova in itinere 18/03/2008). [Soluzione: ND = 3·1017 cm-3, NA = 2·1017 cm-3]. 6) Un wafer di silicio di tipo n è tale che il suo livello di Fermi disti dal livello intrinseco di una quantità EF – Ei = 0,378 eV a temperatura ambiente. Il wafer viene illuminato uniformemente in modo tale che l’illuminazione produca la generazione di 1022 coppie elettrone-lacuna al cm3 e al s, con un tempo di vita medio di elettroni e lacune pari a 1 µs. Determinare il valore della resistività a regime durante l’illuminazione (prova in itinere 18/03/2008). [Soluzione: ρL = 0,177 Ω·cm]. 5 3) Diodo a giunzione 1) Con riferimento al circuito limitatore in figura analizzarne il funzionamento, considerando di ricavare la tensione di riferimento VR = 2 V da un partitore R1- R2 connesso ad un alimentatore da 10 V e tale che la somma delle resistenze sia pari a 10 kΩ. Supponendo di applicare in ingresso un segnale sinusoidale di ampiezza massima pari a 5 V, tracciare la transcaratteristica e le forme d’onda d’ingresso e d’uscita. Si trascuri la resistenza dinamica del diodo e si assuma una tensione di soglia pari a 0,6 V. Considerando nuovamente il partitore sul ramo del diodo, si dimensionino le resistenze del partitore in modo che, mantenendo gli stessi valori per VR e per la tensione d’alimentazione, la tensione d’uscita resti sempre limitata a valori inferiori a 3 V (prova in itinere 10/04/2006). R R = 1 kΩ D + vi vo VR = 2 V VR [Soluzione: D OFF per vi ≤ VR + Vγ = 2,6 V ⇒ vo = vi. Req (vi − VR − Vγ ) = 0,615vi + 1 , D ON per vi ≥ 2,6 V ⇒ vo = VR + Vγ + R + Req dove Req = R1//R2 = 1,6 kΩ. Affinché vo ≤ 3 V deve essere Req R + Req ≤ 0,167 ⇒ Req ≤ 200 Ω , dove 0,167 è il coefficiente angolare della retta per vi ≥ 2,6 V; inoltre deve essere R2 ⋅ 10 = VR R1 + R2 ⇒ R2 = 0,2 . R1 + R2 Scegliendo R1 = 500 Ω ⇒ R2 = 125 Ω]. 2) Si consideri l’onda quadra in figura di ampiezza 0-6,5 V; il livello alto di tale onda è affetto da rumore le cui fluttuazioni variano di ±20% rispetto al valore nominale. Si progetti un regolatore di tensione a diodo Zener che permetta di eliminare tali fluttuazioni stabilizzando la tensione ad un valore più basso di quello nominale. La potenza massima dissipabile dal diodo sia pari a ½ W. Si verifichi che la corrente sullo Zener non sia mai più bassa di 1 mA. Inoltre si stabiliscano i drogaggi di tale diodo, supponendo che la giunzione sia di tipo p++-n (con NA pari almeno a 100 ND) e che il campo elettrico critico sia uguale a 5·105 V/cm (prova in itinere 10/04/2006). 6 vi 6,5 V + 20% 6,5 V 6,5 V - 20% t [Soluzione: vi (MAX) − VZ (6,5 + 1,3) − 5 = 28 Ω . Scegliamo RS = 56 Ω. I Z (MAX) 100 ⋅ 10 −3 Con questo valore, la massima corrente IZ che circolerà sul diodo è 50 mA, mentre la minima è 3,6 mA (> 1 mA, come richiesto). Progetto del diodo: ND = 1,2·1017 cm-3 e NA = 1,2·1019 cm-3]. Nel peggiore dei casi deve essere: RS > = 3) Lo schema in figura rappresenta un sistema in grado di far funzionare un orologio elettronico (che deve essere alimentato con tensioni comprese tra 12 V e 15 V) anche nel caso in cui venga a mancare l’alimentazione esterna di rete. Proporre un semplice schema elettrico del circuito d’interfaccia, che permetta di commutare automaticamente le due alimentazioni, in base alla presenza o meno dell’alimentazione di rete (prova in itinere 10/04/2006). ALIMENTAZIONE DI RETE (FILTRATA) INTERFACCIA +12V ÷ +15 V ? 15 V 220 V - OROLOGIO + BATTERIA 12 V [Soluzione: vs. orologio ]. +15 V +12 V 4) Sapendo che la corrente inversa di diffusione di un diodo a giunzione al silicio è pari a 100 pA quando la temperatura è uguale a 100°C, si calcolino i valori dei tempi di vita media delle cariche minoritarie τn e τp nell’ipotesi che: − τp = 2τn, − τn e τp siano indipendenti dalla temperatura, 7 − l’area della sezione del diodo sia 1 mm2, − i drogaggi delle zone p e n valgano nell’ordine NA = 2·1018 cm-3 e ND = 2·1017 cm-3, − la mobilità delle cariche diffuse sia inversamente proporzionale alla temperatura. Si valuti inoltre come varia la lunghezza di diffusione delle cariche minoritarie con la temperatura (prova in itinere 11/04/2007). [Soluzione: τn = 111 ns, τp = 222 ns; Lp,n indipendenti dalla temperatura]. 5) Si rappresenti in scala la transcaratteristica vo / vi del seguente circuito a diodi (considerati ideali con Vγ = 0) (prova in itinere 11/04/2007). R1 + vi D1 D2 R1 = R2 = R3 = R4 = 10 kΩ R4 R2 R3 vo VR VR = 10 V [Soluzione: vi ≤ 10 V ⇒ vo = 5 V (D1 OFF, D2 ON); 10 V ≤ vi ≤ 30 V ⇒ vo = 0,25 vi + 2,5 (D1 ON, D2 ON); vi ≥ 30 V ⇒ vo = 10 V (D1 ON, D2 OFF) ]. 6) In un diodo Zener i drogaggi delle zone p e n sono rispettivamente NA = 1017 cm-3 e ND = 6·1017 cm-3. Sapendo che il campo elettrico in corrispondenza del breakdown è uguale a 3·105 V/cm, calcolare la tensione di Zener del diodo a temperatura ambiente e a 350°C (prova in itinere 08/04/2008). [Soluzione: VZ(Tamb) = 2,53 V, VZ(400°C) = 2,96 V]. 7) Per il circuito in figura si calcolino la tensione e la corrente sul carico RL nei tre casi seguenti: Caso 1 Caso 2 Caso 3 deviatore A posizione 0 posizione 1 posizione 1 deviatore B indifferente posizione 0 posizione 1 Sia R1 = R2 = RL = 1 kΩ, E1 = 1,5 V e E2 = –6 V. I diodi D1 e D2 si considerino ideali con tensione di soglia Vγ = 0,6 V (prova in itinere 08/04/2008). E2 0 1 R2 A R1 D2 IL 3V 0 B V i 1 D1 VL RL E1 3V [Soluzione: Caso 1 (Vi = 0 V): VL = –1,5 V; IL = –1,5 mA. Caso 2 (Vi = 3 V): VL = –0,6 V; IL = = –0,6 mA. Caso 3 (Vi = 6 V): VL = 0 V; IL = 0 A]. 8 4) Transistor ad effetto di campo (FET) 1) Si dimensionino le resistenze del circuito in figura, sapendo che il punto di riposo del MOSFET è ID = 2,5 mA, VDS = 5,5 V e VGS = -1 V; inoltre K = 2,5 mA/V2 e la tensione sul source è VS = 6 V (prova in itinere 19/05/2006). +VDD RD R1 Ro RL = 25 kΩ CL VDD = 20 V Ci vo + vs vi CS R2 RS RL RS1 RS2 [Soluzione: RS = 2,4 kΩ, RD = 3,4 kΩ, R1 = 1,5 MΩ, R2 = 500 kΩ,]. 2) Per il circuito del precedente esercizio, si ricavi il valore delle resistenze del potenziometro RS1 e RS2 affinché l’amplificazione di tensione Av = vo/vi sia uguale a -1,5. Se la transconduttanza gm aumentasse di un fattore 5 quanto varierebbe grossomodo l’amplificazione Av? Si calcoli infine la resistenza d’uscita del circuito (prova in itinere 19/05/2006). [Soluzione: RS2 = 1,8 kΩ (se si suppone gmRS2 » 1, si ottiene RS2 = 2 kΩ) e RS1 = RS – RS2 = 600 Ω. Se gm aumentasse di un fattore 5, l’amplificazione rimarrebbe pressappoco la stessa dato che R // RD Av ≈ − L , cioè è indipendente da gm. Resistenza d’uscita Ro = RD = 3,4 kΩ]. RS 9 3) Si calcolino le correnti I1, I2 e la tensione Vo del seguente circuito +9V M2 Z1 = Z2 = 10 µm L1 = L2 = 1 µm µn = 500 cm2/(V·s) µp = 200 cm2/(V·s) dox = 10 nm εox = 3,45·10-13 F/cm |Vt1| = |Vt2| = 1 V I2 I1 Vo M1 dove Z1 e Z2 indicano le larghezze del canale dei due MOSFET ad arricchimento, L1 e L2 le lunghezze del canale, µn e µp le mobilità del canale dell’NMOS e del PMOS rispettivamente, dox lo spessore dell’ossido di gate, εox la costante dielettrica del biossido di silicio, Vt1 e Vt2 le tensioni di soglia dei due MOSFET (prova in itinere 23/05/2007). [Soluzione: I1 = I2 = 5 mA; Vo = 3,41 V]. 4) Dopo aver determinato il punto di riposo del MOSFET ad arricchimento, si calcolino l’amplificazione di tensione e le resistenze d’ingresso e d’uscita del circuito in figura. Per il MOSFET si consideri K = 1 mA/V2 e Vt = 1 V. Si considerino trascurabili la resistenza d’uscita del dispositivo ro e le reattanze dei condensatori alla frequenza di funzionamento del circuito; si tenga invece conto della presenza della resistenza RG (prova in itinere 23/05/2007). +E RD RG Ci E = 15 V RD = 3 kΩ RG = 390 kΩ Co vo vi [Soluzione: Punto di riposo: ID = 4 mA; VDS = VGS = 3 V. Amplificazione: Av ≈ – 12. Resistenza d’ingresso: Ri ≈ 30 kΩ. Resistenza d’uscita: Ro = RD // RG ≈ RD = 3 kΩ]. 10 5) Si calcolino la corrente Io e la tensione Vo del seguente circuito +VDD M2 VDD = 5 V K1 = K2 = 1 mA/V2 Io |Vt1| = |Vt2| = 1 V Vo M1 dove K1 e K2 indicano i parametri di conducibilità e Vt1 e Vt2 le tensioni di soglia dei due MOSFET (prova in itinere 21/05/2008). [Soluzione: Io = 0 A; Vo = 0 V]. 6) Si dimensionino le resistenze del circuito in figura, nell’ipotesi che: • il parametro di conducibilità e la tensione di soglia del MOSFET ad arricchimento siano rispettivamente K = 1 mA/V2 e Vt = 2 V; • il punto di riposo del MOSFET sia ID = 4 mA e VDS = 8 V; • l’amplificazione di tensione del circuito sia pari a Av = – 4; • la resistenza d’ingresso del circuito sia pari a Ri = 1 MΩ. Si considerino trascurabili la resistenza d’uscita del dispositivo ro e le reattanze dei condensatori alla frequenza di funzionamento del circuito (prova in itinere 21/05/2008). + VDD RD R1 VDD = 15 V Co Ci RL = 100 kΩ vo vi R2 RS RL CS [Soluzione: RD = 1 kΩ; RS = 750 Ω; R1 = 2,1 MΩ; R2 = 1,875 MΩ]. 11 5) Transistor bipolari a giunzione (BJT) 1) Per l’amplificatore riportato in figura si ha VCC = 10 V, R1 = 10 kΩ, R2 = 2,2 kΩ, RE1 = 1 kΩ, RC1 = 3,6 kΩ, R3 = 15 kΩ, R4 = 5 kΩ, RE2 = 1 kΩ, RC2 = 3,3 kΩ, RL = 1,5 kΩ e Rs = 600 Ω. Per entrambi i transistor si assuma β = 100. Determinare: 1) il punto di riposo dei transistor; 2) l’amplificazione di tensione AvT = vo/vs; 3) l’andamento dei segnali nei punti A, B e C indicati nel circuito, specificando l’ampiezza, il valore medio e la fase (rispetto al segnale d’ingresso) di ciascun segnale, nell’ipotesi che il segnale d’ingresso sia una sinusoide a valor medio nullo di ampiezza 100 µV. Si trascurino le reattanze dei condensatori alla frequenza del segnale d’ingresso (prova in itinere 07/06/2006). A, B, C +VCC ? R1 RC 1 ? RC 2 R3 C3 A C2 C1 B vo C Rs vi + R2 RE RE 1 CE1 R4 2 RL CE 2 vs [Soluzione: 1) Punto di riposo: IC1 = 1,1 mA; VCE1 = 4,95 V; VB1 = 1,8 V; VC1 = 6,05 V; IC2 = = 1,7 mA; VCE2 = 2,69 V; VB2 = 2,5 V; VC2 = 4,39 V. 2) Amplificazione: AvT = 1476. 3) ]. 12 2) Si calcolino i punti di riposo dei transistor del seguente circuito considerando i due casi: a) interruttore chiuso, b) interruttore aperto (prova in itinere 13/06/2007). +VCC R1 RC1 T2 T1 R2 RE1 RE2 VCC = 9 V RC1 = 4,4 kΩ RE1 = 2,2 kΩ RE2 = 8,2 kΩ R1 = 129 kΩ R2 = 58 kΩ β1 = β2 = 80 [Soluzione: a) Interruttore chiuso: VCE1 = 0,2 V; IC1 = 2 mA; IB1 = 50 µA (T1 in saturazione); VBE2 = 0,2 V; VCE2 = 9 V; IC2 = 0 mA; (T2 in interdizione). b) Interruttore aperto: VCE1 = 3,89 V; IC1 = 0,78 mA; IB1 = 9,58 µA; VCE2 = 4,11 V; IC2 = 0,6 mA; IB2 = 7,36 µA (T1 e T2 in zona attiva)]. 3) Al precedente circuito venga applicato un segnale d’ingresso costituito da una sinusoide a valor medio nullo di ampiezza 50 mV e una resistenza di carico di valore pari a 200 kΩ. Si determini l’andamento del segnale nel punto S (indicato nel circuito di seguito riportato) nei due casi: a) interruttore chiuso e b) interruttore aperto, specificandone l’ampiezza, il valore medio e la fase (rispetto al segnale d’ingresso). Si trascuri la reattanza del condensatore C alla frequenza del segnale d’ingresso. Per determinare l’amplificazione complessiva del circuito si ricorra a semplici considerazioni circuitali, senza disegnare lo schema equivalente dinamico (prova in itinere 13/06/2007). RL = 200 kΩ vs = 50 sin(ωt) (in mV) 13 [Soluzione: a) Interruttore chiuso: b) Interruttore aperto: AvT ≈ – RC1/RE1 = – 2; sfasamento segnale in uscita = 180° ]. 4) L’interruttore I del circuito in figura controlla l’accensione e lo spegnimento del display a sette segmenti. Esso è costituito da una schiera di sette diodi LED, aventi il terminale di catodo in comune (CC) connesso al collettore del BJT. Dopo aver illustrato le modalità di funzionamento del circuito, si dimensionino le resistenze R e RB del circuito nell’ipotesi che sul display – se acceso – venga rappresentata la cifra “8” (cioè tutti i LED accesi). Si assuma una corrente di 10 mA in ciascun LED (ILED) ed una corrispondente tensione di soglia (VγLED) pari a 1,5 V. Il guadagno β del transistor sia pari a 100 (prova in itinere 11/06/2008). R R + VCC R RB VCC = 5 V ILED = 10 mA VγLED = 1,5 V R R I β = 100 R R [Soluzione: Quando l’interruttore è chiuso il transistor è interdetto e tutti i LED sono spenti; invece quando è l’interruttore è aperto tutti i LED si accendono. In quest’ultimo caso, supponendo il transistor saturo con un fattore di overdrive pari a 3, si ricava: R = 330 Ω e RB = 2 kΩ]. 5) Di seguito sono riportati alcuni maximum ratings (valori limite delle condizioni alle quali un dispositivo può operare) estratti dai datasheet di cinque transistor disponibili in commercio (2N3904, BF420, BF422, 2N2222, 2N2222A). Quali scegliereste o quali escludereste per realizzare il circuito relativo all’esercizio 4 precedente? Si motivi la scelta effettuata (prova in itinere 11/06/2008). 14 2N3904 BF420-BF422 2N2222-2N2222A [Soluzione: I BJT BF420 e BF422 non possono essere utilizzati in quanto per questi ultimi la massima corrente di collettore è 50 mA, mentre nel transistor dell’esercizio 4, nel caso in cui tutti i LED sono accesi, la corrente di collettore è 70 mA]. 6) Dopo aver calcolato il punto di riposo del BJT si calcoli l’amplificazione di tensione Av = vo / vi del circuito rappresentato sotto in figura, nei due casi: a) RB = 560 kΩ, b) RB = 100 Ω. Il guadagno β del BJT sia pari a 100. Quale dei due valori di RB permette di ottenere un punto di riposo stabile? E quale dei due consente di ottenere un’amplificazione di tensione tendente a quella tipica di una configurazione ad emettitore comune? Si discutano brevemente i due casi (prova in itinere 11/06/2008). 15 + VCC VCC = 12 V RC RB Ci RC = 4,7 kΩ RE = 1,2 kΩ RL = 100 kΩ Co vo vi RE RL β = 100 CE [Soluzione: Punto di riposo. Caso a: IE = 0,98 mA; VCE = 6,19 V. Caso b: IE = 1,92 mA; VCE = 0,7 V. Amplificazione: Caso a: Av = –177. Caso b: Av = –6,38. VCC − V BE Si ha: I E = , pertanto il punto di riposo è stabile nel caso b, poiché pressoché RB RC + R E + β +1 indipendente da β (RB è piccola rispetto agli altri due termini a denominatore). Per gli stessi motivi, il punto di riposo è poco stabile nel caso a. R −1 gm Si ha: Av ≈ − g m RC B , pertanto l’amplificazione tende a quella tipica di una R B + RC configurazione ad emettitore comune nel caso a, ovvero tanto più la resistenza RB risulta grande; infatti, in tal caso si ha: R B >> 1 g m e R B >> RC , da cui consegue che: Av → − g m RC . Si osserva pertanto che la resistenza RB migliora la stabilità del punto di riposo, ma riduce il valore dell’amplificazione di tensione].