ANNO 22
Numero Sette
Sabato
MEETING
PRIMO PIANO
MISTERO DELLA MATERIA:
11.15 ILIL BOSONE
DI HIGGS. Partecipano:
Sergio Bertolucci, director for Research and Computing, Cern; Lucio Rossi, High Luminosity Lhc Project
leader, Cern. Introduce Marco Bersanelli, docente di
Astrofisica all’Università degli Studi di Milano.
Salone B7
GRATUITÀ E DONO FATTORI DELLO SVILUPPO ECONOMICO. Partecipano: Riccardo Bonacina, presidente e direttore editoriale di Vita Non Profit; Marco Lucchini, direttore
generale della Fondazione Banco Alimentare Onlus;
Alejandro Marius, presidente dell’Associazione Civile
Trabajo y Persona, Caracas; Silvano Petrosino, docente di Semiotica all’Università Cattolica del Sacro
Cuore di Milano. Introduce Monica Poletto, presidente
della Compagnia delle Opere - Opere Sociali.
Sala C1
11.15
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25
AGOSTO
2012
L’infinito di Scholz p.3
Metti un cronista a Rimini p.10
PRIMO PIANO
MEETING DI RIMINI
15.00 DAL
AL MEETING CAIRO: UN
CAMMINO DI LIBERTÀ.
Partecipano:
Wael Farouq, vicepresidente del Cairo Meeting e docente presso l’Istituto di Lingua Araba all’Università Americana del Cairo; Marianne Malak, deputato al Parlamento egiziano; Hossam Mikawi, giudice e presidente della Corte del Cairo Sud; Ambrogio Pisoni, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; S.Ecc. Mons. Kyrillos Kamal William Samaan, vescovo di Assiut e vicario della Chiesa Copta Cattolica in Egitto. Introduce Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione
Meeting per l’amicizia fra i popoli.
Auditorium B7
Libri: il Duomo batte tutti p.17
Tra questa immensità
non s’annega
Al servizio
di quel sussulto
lvira Parravicini, custode degli angeli, ha dato voce e carne a quello
che Benedetto XVI prima, e don
Carrón dopo, hanno ripetuto durante il Meeting che chiude oggi: il rapporto con l’infinito è l’unica cosa che conti
nella vita, ed è la più concreta delle avventure. L’opposto logico e pratico dell’astrazione: qualcosa che urla nelle ore dei neonati “perduti” assistiti nella sua clinica,
spettacolo drammatico di senso e testimonianza disarmante di dove stia il «misterio
eterno dell’esser nostro». Non solo dei suoi
bimbi strappati per sempre al nulla, attra-
E
verso pochi istanti: ma del nostro. Di lei che
vive questa promessa di felicità che il mondo giudica tradita e che lei guarda rimbalzare nei cuori dei genitori. Di noi che la sentiamo coi lacrimoni e il groppo in gola.
Sette giorni di premier e ministri, di imprevedibili istanti e di polemiche, di mostre
e di pranzi, con inspiegabile cadenza hanno
portato impercettibili spostamenti del cuore, mosso – anche quello più cinico – dalla
vertigine indicata con spaventosa e delicata
forza ieri da Elvira. È Mario Monti che decide di parlare a braccio, è il ragazzino di
sedici anni che niente sa del Meeting e dopo
48 ore è addolorato perché non può, lui minorenne, unirsi all’esercito dei volontari appena conosciuti. È l’analista economico che
arriva dall’America e dice che bisognerebbe esportare il Meeting per far vedere come
si fa a far funzionare le cose. È Marta, la
prostituta che ha costruito il Duomo con le
decime dei suoi guadagni, prima di esserne
costruita cambiando vita, e percorrendo con
gli onori di una santa il corteo funebre sulla
stessa strada che batteva di notte.
È l’evidenza che il rapporto con l’infinito
è un dramma laico aperto da questi e da migliaia di altri avvenimenti, e che l’incontro
cristiano fa esplodere, lungi dal chiuderlo
dentro un pensierino pio. Con questo viene
la scoperta che non c’è niente di più bello, e
che niente compie di più i giorni, del mettersi a servizio di questo sussulto che riporta
ciascuno al punto sorgivo di se stesso. Che
impedisce, al solo prezzo di seguire qualcuno, di perdersi in quelli che Ratzinger ha
spettacolarmente definito «falsi infiniti»:
quelli che ognuno di noi può quasi fisicamente vedere se guarda per un minuto la
sua giornata e la sua vita. Prima dei proget-
ti, prima del potere, prima di tutto conviene
all’uomo di ogni luogo del mondo contemplarsi in questa vertigine. Di più ancora adesso, quando tutto sembra spingere verso
una rattrappita chiusura, murata nelle nostre
quattro, sempre più labili certezze. E se il
Meeting, con tutto il sudore e la frenesia
che genera, è un inesausto catalizzatore di
occasioni, il punto senza il quale tutto sarebbe puro amaro in bocca è che questa dinamica può essere la stessa fuori dalla Fiera, domani, a cominciare dal caffè al lunedì
col solito collega depresso, anche lui – come tutti – bisognoso solo di ascoltare e vivere secondo quel sussulto.
«Sovvien l’eterno», diceva Leopardi. Si
tratta, alla fine, solo di seguire la nostra natura: una sproporzionata attesa che l’inizio
di risposta ingigantisce. Altrimenti l’infinito
durerebbe solo sette giorni.