Sempre più harakiri in Giappone

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Giovedì 17 Dicembre 2009
ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
Colpa della crisi economica. Autorità governative inerti: la prevenzione è lasciata ai volontari
Sempre più harakiri in Giappone
I suicidi si avvicinano al record del 2003 a quota 34.400
DI
S
MASSIMO GALLI
ono in forte ripresa i suicidi in Giappone, soprattutto a causa della crisi
economica. Ma le autorità
non riescono a trovare il bandolo
della matassa e il compito di arginare questo fenomeno è lasciato alla buona volontà di singoli e
associazioni. Secondo i dati della
polizia, quest’anno il numero di
persone che si tolgono la vita potrebbe raggiungere il record storico del 2003 a quota 34.427: quasi
95 al giorno.
Gli esperti attribuiscono il fenomeno a due ordini di fattori. Il
primo riguarda la tendenza giapponese a considerare il suicidio
una sorta di via d’uscita onorevole
ai problemi esistenziali, rifacendosi agli antichi riti samurai. Il
secondo, che in realtà è il più importante, concerne il lungo declino
economico della nazione. I suicidi
sono balzati all’insù a partire dal
1998, anno della grave crisi finanziaria nei paesi asiatici: i cittadini
cominciarono a sentirsi più insicuri sul versante del lavoro e della
garanzie sociali. La situazione è
peggiorata negli ultimi mesi, a
Le scogliere di Tojimbo sono uno dei luoghi preferiti
dagli aspiranti suicidi
causa dello shock che sta colpendo
l’economia globale.
Fatto sta che le autorità non
fanno più di tanto per bloccare
il fenomeno. Diversamente da
quanto accade per esempio negli
Stati Uniti, la questione non si
trova all’ordine del giorno degli
interventi statali: le persone che
vogliono farla finita non sono
considerate un problema di salute pubblica, ma vengono relegate
spesso a un fatto privato.
Uno dei luoghi canonici nei quali avvengono i tentativi di suicidio
si trova nel Mare del Giappone: si
Fiabe dal fronte afghano per moglie e figli
Non c’è niente di meglio che una fiaba letta
dal padre in missione di guerra in Afghanistan per tirare su il morale della famiglia,
che si trova a migliaia di chilometri di distanza nella propria casa.
Ecco spiegato il successo di un’iniziativa
voluta dalle forze armate per cercare di
colmare il distacco da mogli e figli. Sono
stati registrati cd che contengono favole
narrate dai soldati, che stanno ottenendo
un buon successo negli Stati Uniti. Le storie più ascoltate sono The Gruffalo, The
snail and the whale, Room on the broom,
The tiger who came to tea, The night before Christmas, The gigantic turnip.
Così, ogni volta che i bambini sentono la
nostalgia del papà che si trova al fronte,
basta accendere il lettore cd e risentire la
sua calda voce.
I soldati continuano a registrare nei loro
fortini, non curandosi dei rumori di elicotteri o aerei che sfrecciano sopra le loro
teste.
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tratta delle scogliere di Tojimbo.
Qui Yukio Shige, ex poliziotto in
pensione, ha messo in piedi una
task force anti-suicidio ed è riuscito a salvare oltre 200 persone.
Oltretutto non è ben visto da molti personaggi locali. Lui, però, non
se ne preoccupa e va avanti per
la sua strada, lamentando l’assenza di attenzione da parte del
governo. «Non posso permettere
che la sua inerzia», dice sconsolato, «metta a repentaglio un’altra
preziosa vita». Un angelo custode
vigila sulle scogliere della morte.
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Il mondo misterioso
delle super élite in aereo
C’è tutto un mondo di misteri dietro i viaggiatori d’affari clienti
delle compagnie aeree. Una realtà all’insegna della super élite,
nella quale i migliori businessmen (per numero di voli o, più probabilmente, per spesa) vengono individuati dagli stessi vettori, che
propongono loro una serie di servizi esclusivi. Non si sa chi goda
di questi privilegi, ma l’iniziativa è stata portata alla ribalta dal
film «Up in the air», che vede protagonista George Clooney nei
panni di un esclusivo viaggiatore servito e riverito.
Tra questi programmi fedeltà figurano Concierge key di American airlines e Global services di United airlines. Quest’ultimo
prevede che i prescelti facciano il check-in in un luogo separato
e attraversino i controlli di sicurezza in un’area ad hoc, evitando
code, all’insegna della massima discrezione.
La realtà degli uomini d’affari, tuttavia, è spesso diversa da
quanto rappresentato dal film di Clooney. La maggior parte di
loro non rientra nella categoria di super élite e, quindi, si trova
quotidianamente a che fare soltanto con piccoli aiuti: per esempio,
la possibilità di imbarcarsi per primi, così da non avere problemi
a sistemare il bagaglio a mano prima che vi sia l’assalto alla diligenza (meglio, all’aereo). Inutile dire che gran parte degli uomini
d’affari sia invidiosa del trattamento riservato al protagonista di
«Up in the air».
Dal canto loro, i principali vettori ripetono instancabilmente
che il loro programma riservato ai migliori clienti è segreto e
che l’ingresso nell’esclusivo club avviene unicamente su invito.
I pochi fortunati, insomma, non si discutono e restano anonimi:
meglio non finire sulla gogna e vedersela con concorrenti normali
e molto invidiosi.
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