NOTE DI REGIA
“… A mali estremi
estremi rimedi. Oppure niente”
Re Claudio – Amleto - IV, III.
Nel Giulio Cesare Shakespeare mette in scena una società in via di
estinzione (quanta lungimiranza!), una società colta
esattamente nell’attimo terminale del proprio crollo, una società vittima del
suo fallimento intellettuale, spirituale e politico.
La Roma disegnata da Shakespeare è una città che vive sotto un cielo di
piombo, sotto l’ombra di un’ingombrante corona di ferro. Una città di silenzi
che si fanno culla di improvvisi rumori, assordanti; è una Roma che suona di
passi solitari e furtivi, di verità indicibili che esplodono in pensieri assordanti, in sogni maldestri, in visioni apocalittiche nate da menti di donne sterili.
Una Roma vittima di un cortocircuito:
via le luci, è l’ora della notte, nera, senza luna.
Giulio Cesare, Bruto, Cassio, Marc’Antonio, Porzia, Calpurnia, Casca, Cinna, i
cesaricidi, la folla inferocita e liquida, la Repubblica e/o la Monarchia. In che
posizione si pone Shakespeare?
È repubblicano o monarchico? E’ dalla parte di Cesare o di Bruto? Cesariano
o cesaricida? Ed in tutto questo quale funzione ha la folla inferocita e
liquida?
“Peste alle vostre due famiglie” sibila Mercuzio prima di morire nel Romeo
e Giulietta, né Montecchi né Capuleti quindi, né da una parte né dall’altra,
oppure, sia da una parte che dall’altra, questa è la formula shakespeariana
per eccellenza in materia politica. L’indecidibilità è la regola, sembra suggerire lo scrittore. Shakespeare sembra dire che la violenza incondizionata
è l’unico strumento che la collettività è in grado di utilizzare per uscire
dalle proprie crisi, dai propri disequilibri e crolli nervosi; aggregarsi per
commettere delitti e assassinii contro colui o coloro che vengono, a torto
o a ragione, reputati i responsabili della crisi stessa. Il senso ultimo del
testo di Shakespeare non è incentrato né sulla figura di Giulio Cesare (che
infatti l’autore fa morire a metà del III atto) né su quella dei suoi assassini,
né su un episodio della storia romana, ma pone l’accento sulla violenza
in quanto tale e sulla sua origine, una violenza non controllata, che nasce
dall’incertezza, dalla precarietà, dalla crisi, una violenza che si manifesta sia
attraverso le scelte e quindi poi le conseguenti azioni di uomini “illuminati”
e pubblici, sia attraverso le reazioni umorali di una folla inferocita e liquida;
è questa violenza a dare all’opera la sua unità. Ed allora cosa importa se
il Cinna in cui il popolo casualmente si imbatte è uno dei congiurati o un
omonimo poeta. Si uccida pure Cinna! Perché scrive brutti versi!
Andrea Baracco
LA COMPAGNIA
L‘ensamble artistico che compone la compagnia del Giulio Cesare fa capo
alla Direzione Artistica di Andrea Baracco, regista che si forma e perfeziona
all’Accademia Nazionale d’Arte drammatica Silvio d’Amico dove sino al
2010 ha prestato la sua collaborazione in qualità di tutor, assistente alla
cattedra di regia, e principale collaboratore alla Direzione. Dal 2005 ad
oggi si è misurato nella regia di autori classici (Sofocle, Shakespeare) e
contemporanei, con predilezione per la drammaturgia britannica (Pinter,
Alex Jones, Caryl Churcill) e italiana cimentandosi egli stesso come autore
(Interno Abbado) e incontrando infine il giovane drammaturgo Vincenzo
Manna (Fari nella Nebbia (2008), finalista al 50° Premio Riccione, menzione
speciale della giuria, Cani (2010), secondo classificato al Premio Borrello
per la Drammaturgia Contemporanea 2009 e inserito nell’antologia New
Writing Italia, L’ultima cena (2010), finalista al Premio Hystrio 2010; Hansel e
Gretel (2010), spettacolo di cui realizza anche la regia, che vince il Premio
Scenario Infanzia 2010) del quale dirige lo spettacolo “Elisa Cruz” iniziando
un percorso comune che li vede oggi collaborare all’adattamento del Giulio
Cesare ritradotto dallo stesso Manna.Nel suo curriculum di regista Andrea
Baracco riceve diversi riconoscimenti tra cui, la menzione speciale del premio ETI “Nuove Sensibilità” nel 2007 Sin dai tempi dello studio in Accademia
inizia un sodalizio artistico con l’attore Giandomenico Cupaiuolo, interprete
e protagonista di molti suoi lavori, per i quali riceve anche diversi riconoscimenti tra i quali citiamo “Premio per il miglior attore emergente Franco di
Francescantonio” conseguito nel 2010 per Interno Abbado.
Anche Cupaiuolo si forma all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica Silvio
D’Amico e lavora, oltre che con Baracco con diversi registi della scena nazionale distinguendosi tra tutti come protagonista del “Pinocchio” con la regia
di Maria Grazia Cipriani nella messa in scena del Teatro del Carretto.
Grazie a questo spettacolo Cupaiuolo arriva al grande pubblico con
una tournè che per tre anni lo porta in Italia e all’estero raccogliendo
ottimi riscontri personali e notevoli apprezzamenti dalla critica italiana e
internazionale.Tutti gli interpreti del Giulio Cesare sono attori professionisti
e, nonostante la giovane età (sono tutti al di sotto dei 35 anni di età),
provengono da importanti esperienze e collaborazioni:Ersilia Lombardo
(Calpurnia), unica a non essersi formata presso l’Accademia Nazionale
Silvio D’Amico, è cresciuta professionalmente all’interno della Compagnia
Sudcostaoccidentale diretta da Emma Dante per la quale ha interpretato
tra il 2001 e il 2009 tutti gli spettacoli prodotti (Medea, Vita Mia, M-Palermu,
Rosa e Maria, Le Pulle);Gabriele Portoghese (Marc’Antonio) ha lavorato con
la direzione di Ferdinando Bruni in Shopping and Fucking di Mark Ravenhill
per la produzione del Teatro dell’Elfo, e in Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare per la regia di Carlo Cecchi per la produzione del Teatro
Stabile delle Marche,Gli interpreti più giovani sono stati più volte diretti da
Andrea Baracco e formano con Cupaiuolo il nucleo artistico consolidato
di questa formazione : Livia Castiglioni (Porzia), Roberto Manzi (Cassio) ha
lavorato con la Fura dels Baus nello spettacolo “Troiane ed Ecuba”, e con
il Teatro del Carretto in “Odissea” diretto da Maria Grazia Cipriani , Lucas
Waldem Zanforlini (Casca e Ottaviano) è stato anche protagonista nel ruolo
di Romeo nel “Romeo e Giulietta” di Shakespeare diretto per la produzione
del Teatro Stabile del Veneto da Giuseppe Marini.Il Giulio Cesare è stato
prodotto dalla Benvenuti srl, riconosciuta dal 1995 dal Ministero dei Beni
Culturali, e dalla Lungta Film, con la collaborazione del Teatro di Roma che
ne ha sostenuto l’allestimento.
Lo spettacolo è stato scelto dalla commissione del Globe Theatre di Londra
a rappresentare l’Italia nella rassegna GLOBE TO GLOBE, durante la quale
verranno rappresentate le 37 opere del Bardo da parte di altrettante compagnie provenienti da tutto il mondo. La rassegna fa parte delle celebrazioni
per le Olimpiadi di Londra del 2012
Francesco Ferrucci
Giulio Cesare
Julius Caesar
William Shakespeare
Giandomenico Cupaiuolo ....... Bruto
Roberto Manzi .............................. Cassio
Ersilia Lombardo........................... Calpurnia
Lucas Waldem Zanforlini ......... Casca e Ottaviano
Livia Castiglioni ............................ Porzia
Gabriele Portoghese ................. Marc’Antonio
Regia di Andrea Baracco
Adattamento di Vincezo Manna e Andrea Baracco
Scene Arcangela di Lorenzo
Consulente ai costumi Mariano Tufano
Disegno luci Javier Delle Monache
Regista assistente Giulia Dietrich - Malvina Giordana
Organizzazione Valeria Orani
Produzione Benvenuti srl e Lungta Film
in collaborazione con Teatro di Roma
SPETTACOLO SELEZIONATO DALLO
SHAKESPEARE GLOBE THEATRE DI LONDRA
FESTIVAL GLOBE TO GLOBE 2012
www.giuliocesare.info
[email protected]
photo Giuseppe Di stefano ©
photo Nicolo Cecchella ©