adozioni in coppie omosessuali cosa può dire oggi

Rivista
della
Pro Civitate Christiana
Assisi
72
ANNO
periodico quindicinale
Poste Italiane S.p.A. Sped. Abb. Post.
dl 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
art. 1, comma 1, DCB Perugia
€ 2.70
04
15 febbraio 2013
adozioni in coppie
omosessuali
cosa può
dire oggi
la scienza
Israele
e la situazione
palestinese
diritti internet
lo scoglio
della proprietà
programmi elettorali
ma la scuola non c’è
politica italiana
il nodo Cgil Vendola
antropologia
del professore
il falso mito
della società civile
donn&mafie
la voglia di un paese
normale
teologia
valore dei racconti
simbolici
il ritorno
giovane e
tecnologico
alla terra
TAXE PERCUE – BUREAU DE POSTE – 06081 ASSISI – ITALIE
ISSN 0391 – 108X
Rocca
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Ci scrivono i lettori
Anna Portoghese
Primi Piani Attualità
Giovanni Sabato
Notizie dalla scienza
Vignette
Il meglio della quindicina
Maurizio Salvi
Israele
In prima linea la situazione palestinese
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46
48
50
Raniero La Valle
Resistenza e pace
Emergenza istituzionale
52
Ritanna Armeni
Politica italiana
Il nodo Cgil Vendola
54
Romolo Menighetti
Oltre la cronaca
Leggi razziali a parte
57
Fiorella Farinelli
Programmi elettorali
Ma la scuola non c’è
58
Tonio Dell’Olio
Camineiro
Il casello della politica
58
Pietro Greco
Adozioni in coppie omosessuali
Cosa può dire oggi la scienza
59
Oliviero Motta
Terre di vetro
Ognuno al proprio posto
59
Daniele Doglio
Diritti di internet
Lo scoglio della proprietà
60
Roberta Carlini
Economia
Il ritorno giovane e tecnologico alla terra
60
Ugo Leone
Economia
L’oro verde
Marco Gallizioli
Diario scolastico
Antropologia del professore
Francesco Saverio Festa
Meridione
Democrazia e partecipazione elettorale
Clara Virgili (a cura di)
Donn&mafie
La voglia di un paese normale
Intervista a Carolina Girasole
61
62
63
Filippo Gentiloni
Vizi & virtù
Claudio Cagnazzo
Cultura
Il falso mito della Società Civile
Stefano Cazzato
Maestri del nostro tempo
Michael Walzer
Il lavoro stabile della democrazia
Giuseppe Moscati
Nuova Antologia
Clifford Donald Simak
Al tempo della febbre alta dell’umanità
Carlo Molari
Teologia
Valore dei racconti simbolici
Lilia Sebastiani
Il concreto dello spirito
Parlando da laica/2
Paolo Vecchi
Cinema
Buon anno Sarajevo
Roberto Carusi
Teatro
Poetiche ipocrisie
Renzo Salvi
Rf&Tv
Mistero
Mariano Apa
Arte
Bonechi
Alberto Pellegrino
Spettacoli
La lirica al Teatro delle Muse
Enrico Romani
Musica
La fucina dei chitarristi
Giovanni Ruggeri
Siti Internet
Cresce l’eCommerce
Libri
Carlo Timio
Rocca Schede
Paesi in primo piano
Saint Vincent e Grenarine
Luigina Morsolin
Fraternità
Burkina Faso: un villaggio mossi e la casa comune
ADOZIONI IN COPPIE OMOSESSUALI
cosa può dire oggi
la scienza
ROCCA 15 FEBBRAIO 2013
Pietro
Greco
a fatto rumore la sentenza della
Cassazione che, all’inizio di gennaio, ha confermato l’affido in
esclusiva di un bambino alla
madre, omosessuale che convive con un’altra donna, negandolo al padre, eterosessuale. La sentenza,
assicurano gli esperti di diritto, era pressoché scontata. Il padre, infatti, è un tipo
manesco e dispotico. Il bambino chiedeva
di restare con la madre. E la madre, con la
sua compagna, gli assicurava un ambiente affettuoso e protetto.
La Cassazione, probabilmente, non aveva
scelta in alcun caso. Per lo sviluppo, il più
equilibrato possibile, di ogni bambino – è
persino ovvio affermarlo – è meglio l’amore che la violenza. A prescindere dall’orientamento sessuale degli adulti che gli fanno da genitori.
Tuttavia la Cassazione è andata oltre l’ovvio e oltre la decisione sul caso specifico.
Si è appellata alla scienza, generalizzando. La Corte ha affermato infatti che «non
sono poste certezze scientifiche o dati di
esperienza, bensì il mero pregiudizio che
sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del
bambino il fatto di vivere in una famiglia
incentrata su una coppia omosessuale».
H
la scienza chiamata in causa
La pronuncia della Cassazione ha suscitato molti distinguo e anche molte proteste.
Alcuni, anche cattolici, hanno sostenuto
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che l’affermazione va non solo contro la
comune esperienza, ma anche contro la
scienza psicologica. Ancora, una volta,
dunque, la scienza viene chiamata in causa.
Ma cosa dice, esattamente, la scienza?
Prima di cercare di rispondere a questa
domanda occorre ricordare che non esiste in alcuna parte del mondo un qualche
ufficio chiamato «scienza» cui si può bussare per ottenere una risposta certificata a
qualsivoglia domanda. Esiste, invece, una
comunità scientifica che in maniera continuamente evolutiva produce conoscenza sui più vasti e svariati campi possibili.
Che questa conoscenza è sempre provvisoria e pronta a essere rimessa in discussione. Che le conoscenze raggiunte sono
talvolta accettate da tutti i membri della
comunità scientifica, talaltra condivise da
una larga maggioranza, altre volte ancora
solo da una maggioranza esigua o anche
da una minoranza. Che ogni nuova (e anche vecchia) conoscenza viene continuamente sottoposta a un doppio vaglio critico, quello empirico e quello teorico. Che
le spiegazioni scientifiche più accreditate
sono quelle condivise dagli esperti più accreditati. Ben sapendo che neppure questa norma può fornire certezze assolute.
Ciò premesso, va detto che il tema dello
sviluppo equilibrato di un bambino o di
una bambina in coppie omosessuali lesbiche o gay è stato studiato relativamente
poco (ma non pochissimo) e, a quanto ci
ROCCA 15 FEBBRAIO 2013
risulta, quasi mai in maniera significativa
in Italia. Gli studi principali sono, probabilmente, quelli cui fa riferimento un famoso rapporto pubblicato nel 2005 dall’American Psychological Association
(Apa) con il titolo Lesbian and Gay Parenting.
Gli estensori del report hanno analizzato
la letteratura esistente (i primi studi in
America risalgono agli anni ’50) e hanno
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ADOZIONI
IN COPPIE
OMOSESSUALI
concluso che non c’è alcuna evidenza
scientifica che, a parità di condizioni al
contorno, bambini che crescono con genitori omosessuali, coppie lesbiche o gay,
abbiano un qualche tipo di sviluppo in
qualche modo compromesso o anche solo
diverso rispetto a bambini che hanno genitori eterosessuali. Ciò che conta per lo
sviluppo equilibrato di ogni bambino, sostiene il rapporto Apa, è l’affetto e le relazioni con i genitori, a prescindere dal loro
orientamento sessuale.
Il Lesbian and Gay Parenting sottolinea anche che sugli omosessuali e sulle loro capacità parentali esistono radicati pregiudizi – ovvero di giudizi non scientificamente fondati, estesi anche alla comunità degli psicologi, oltre che dei giudici e dei legislatori – che spesso impedisce loro di
diventare genitori, adottando per esempio,
un bambino.
L’approccio dell’Associazione degli psicologi degli Stati Uniti è stata fatta sostanzialmente propria anche da altre comunità scientifiche sorelle, come quella che riunisce gli psichiatri (American Psychiatric
Association) e i pediatri (American Academy of Pediatrics). Anche fuori dagli Stati
Uniti molte associazioni di esperti hanno
tratto le medesime conclusioni.
la situazione legislativa
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Nel corso degli anni queste associazioni
scientifiche hanno proposto appelli affinché la possibilità di adozione da parte di
coppie omosessuali venisse riconosciuta
dai parlamenti e dai tribunali. Tutto questo ha consentito ai legislatori di alcuni
paesi e a numerosi tribunali sparsi per il
mondo di trasferire sul piano del diritto le
evidenze scientifiche. Tra le risoluzioni più
significative c’è certamente quella della
Corte europea dei diritti dell’uomo che, il
22 gennaio 2008, ha riconosciuto il diritto
delle coppie omosessuali ad adottare un
bambino e ha invitato i paesi del vecchio
continente a fare altrettanto.
Ci sono state critiche di natura scientifica
alle conclusioni dell’Apa e delle altre associazioni? Certamente sì. Sono state di due
tipi. In un caso alcuni scienziati e/o medici hanno cercato di contestare i fondamenti
scientifici di quei risultati, sostenendo che
i bambini che crescono con coppie di genitori omosessuali corrono svariati rischi
di natura psicologica e sociale. Tuttavia
poche volte queste critiche hanno trovato
sbocco su riviste scientifiche. E mai hanno superato il filtro della peer review. La
critica scientifica più citata da chi crede
che ci sia una differenza tra bambini con
genitori eterosessuali e bambini con genitori omosessuali è quella firmata da Den
A. Trumbull, Joseph R. Zanga, Leah M.
Willson e Vicki Tucci nel 2006 su Pediatrics, la rivista dell’American Academy of
Pediatrics. Ma non si tratta di un articolo
scientifico, frutto di una ricerca empirica,
che ha superato il vaglio della revisione critica a opera di colleghi esperti e anonimi,
bensì di una mera «lettera al direttore», che
esprime null’altro che un’opinione.
Più di recente, tuttavia, nel luglio 2012 la
rivista Social Science Research ha pubblicato una meta-analisi di Loren Marks, che
lavora alla School of Human Ecology della Louisiana State University di Baton Rouge, a Los Angeles, che ha passato al setaccio i 59 diversi studi su cui si fonda il rapporto dell’Apa. Trovando che tutti quegli
studi hanno difetti più o meno vistosi vuoi
perché fondati su campioni non omogenei; vuoi per assenza di campioni comparativi o per disomogeneità tra i gruppi comparati; vuoi per la presenza di dati contraddittori o per l’assenza di dati di lungo periodo e per altre lacune di tipo statistico.
Conclusione di Loren Marks: non c’è alcuno studio conclusivo che dimostri come i
bambini che crescono con genitori omosessuali hanno uno sviluppo equilibrato e
analogo a quello di bambini che crescono
con genitori etero. Consiglio: occorre realizzare degli studi più fondati. S i a m o
punto e a capo? La scienza deve arrendersi e affermare, come Socrate, di sapere di
non sapere?
Non esattamente. La situazione, in termini strettamente scientifici, attualmente sta
in questo modo: 1) non esiste alcuno studio scientifico «in negativo», che dimostri
che bambini che crescono con genitori
omosessuali hanno uno sviluppo non equilibrato o diverso da quelli che crescono in
famiglie etero; 2) è vero che non esiste alcuno studio conclusivo «in positivo», che
dimostra l’assoluta equivalenza nello sviluppo dei bambini che crescono con i due
tipi (omo ed etero) di coppie genitoriali;
3) esistono numerosi studi «in positivo»,
sia pure imperfetti, che corroborano l’ipotesi della sostanziale equivalenza.
Ecco, è sulla base di queste conoscenze
scientifiche che la società è chiamata a
discutere e a decidere se riconoscere a una
coppia la possibilità di avere un figlio, a
prescindere dall’orientamento sessuale dei
genitori e sulla base di ciò che, in ogni caso,
conta di più: l’amore.
Pietro Greco