Benvenuto teatro 2015
Premessa: Poiché, come gli altri giurati, mi sono trovata in difficoltà nella scelta del lavoro da premiare,
scelta alla quale infine la giuria è approdata -con qualche rammarico per chi è stato necessariamente escluso
pur riconoscendone il valore-, dopo un’attenta valutazione dei molteplici aspetti dell’arte drammaturgica,
individuando quel “quid” che ne ha determinato la vittoria, ho voluto tracciare brevemente gli aspetti più
rilevanti di ciascun lavoro, compresi quelli fuori concorso.
Prima serata (venerdì 8 maggio 2015)
Questa quarta edizione di Benvenuto teatro ha entusiasmato pubblico e giuria fin dalla prima
serata nella quale sono stati presentati:
-“Florian sotto sopra” di “Sabbie luminose” di e con Andrea De Simone.
Piacevole sorpresa il ritorno di Andrea De Simone, il Poirot di “Orient Express”, presentato
fuori concorso, da “Teado” di Albino, nella prima edizione di Benvenuto teatro (2011), ora
narrattore su uno sfondo di oniriche scenografie create dallo stesso artista. Interessante prova
di un giovanissimo attore che mostra di saper utilizzare diverse arti e diversi stili di
recitazione, anche se in un percorso che non ha ancora raggiunto il livello di armonia e
integrazione dei diversi linguaggi scenici cui la performance sembra mirare.
…. è il caso di sottolineare la poeticità del racconto per immagini, auspicando un percorso
che risolva le cesure e i contrasti nei registri della drammaturgia e le ingenuità nella
recitazione.
-“Cynderella story” dell’Associazione culturale “Kokelikò” di Bonate Sopra.
Frammento-testimonianza di un percorso di approccio al teatro ed esercitazione nelle diverse
tecniche attoriali di un gruppo di giovani attori, che col “fare teatro” hanno sperimentato la
forza della condivisione di un percorso di formazione e di comunità.
…si sottolinea la capacità attoriale di alcuni elementi, che non devono però cedere al
macchiettismo; anche per loro si consiglia la revisione della struttura drammaturgica.
-“L’òm fürtünàt” della “Compagnia Stabile Dialettale Città di Albino”
Una buona scelta quella di questa commedia, versione bergamasca di Renzo Avogadri del
“Non ti pago” (1940) di Eduardo De Filippo, perché, portando in scena il contrasto tra il
padrone del Banco Lotto, giocatore eterno perdente, e il suo commesso, non solo sempre
vincente ma anche aspirante alla mano della figlia, fa riflettere sulle tensioni tra generazioni
(padre anziano – figlia e futuro genero giovani) per la conquista del potere (titolarecommesso).
Pur essendo l’ambientazione locale evocata in maniera nostalgica e i personaggi spesso
interpretati come “macchiette”, l’opera rappresenta aspetti umani e psicologici con accenti di
verità, anche se sono soprattutto le scene comico-grottesche a coinvolgere il pubblico.
Il gruppo di filodrammatici è ben affiatato, per la lunga esperienza di molti anni di attività.
… La Compagnia teatro stabile dialettale città di Albino ci ha dato una versione classica
di teatro dialettale, che può diventare ancora più apprezzabile con un maggior lavoro sulla
relazione attoriale in scena.
Seconda serata (venerdì 15 maggio 2015) - fuori concorso:
- “Abissi” della “Compagnia Sognattori” di Bergamo
Rappresentazione in forma integrale dello spettacolo vincitore della terza edizione (2014) di
"Benvenuto teatro"
Lo spettacolo si è completato con altri tentativi di quell’esplorazione degli abissi dell’animo
umano che il “frammento” iniziale aveva intrapreso, ma per lo più i personaggi sono rimasti
alla ripetitività di azioni e tic presenti fin dall’inizio e solo alcuni si sono meglio connotati.
L’abbozzo iniziale impegnava ad un ulteriore lavoro di scavo e di essenzialità per
raggiungere la forza della comunicazione-verità.
- “Dire/Non dire” Esperimenti teatrali alla ricerca dell’indicibile.
Lettura dei testi del laboratorio di drammaturgia a cura di Paolo Bignamini, svolto nel corso
di storia del teatro della professoressa Anna Maria Testaverde
Felicissima scoperta delle scritture-testimonianza di sette studentesse dell’Università di
Bergamo, che dopo un anno di laboratorio non hanno messo in scena uno spettacolo, ma si
sono umilmente fermate alla “parola scritta e detta”, ma con grande forza icastica, evocativa
di verità. Sono riuscite a comunicare ad un pubblico, purtroppo all’inizio poco attento e
distratto (forse stanco per l’ora tarda) l’indicibile, il rimosso che anche noi tutti possiamo
riconoscere come parte delle nostre vite, realtà-verità profonde che nella scrittura e nella
parola pronunziata alta possono essere catartiche o, almeno, avviare un percorso di presa di
coscienza e di strutturazione di personalità forti ed equilibrate, che non saranno travolte dalle
difficili situazioni che molto spesso la vita ci presenta.
Terza serata (sabato 16 maggio 2015)
Se la prima serata del concorso ci aveva entusiasmato, questa ha finito per mettere in
difficoltà la giuria per l’ottimo livello che altre due rappresentazioni hanno dimostrato, e che
è stato sottolineato dal pubblico non solo con applausi e incoraggiamenti (“bravi”!), ma
anche con quel silenzio teso e rivelatore di un’autentica caduta della “quarta parete” (quel
muro immaginario che separa gli attori dagli spettatori), e rivelatore di un’attiva
partecipazione del pubblico che “vive” la vicenda in un tutt’uno con gli attori (molti
“professionisti” del teatro, che ho incontrato, mi hanno spesso confidato la loro delusione
quando non percepiscono questo silenzio e quanto li innervosisca e danneggi la
rappresentazione il brusio, i colpi di tosse, i rumori di spettatori distratti!).
Questo è il teatro che speravo di vedere a Benvenuto Teatro!
“Un teatro mai inteso come puro divertimento o come fatto esclusivamente estetico, ma
come momento etico, civile, dell’uomo e per l’uomo…”
“Un’esperienza teatrale che ha tanta importanza nella formazione dei giovani…”
-La fortuna di chiamarsi Abdul del Gruppo teatrale di AlbanoArte teatro di Albano S. A.
Lo spettacolo si confronta con la “diversità” e coinvolge il pubblico aiutandolo a vedere oltre i tanti
pregiudizi della nostra società. I singoli attori danno vita a personaggi ben definiti; riscattandoli, con
sorridente e lieve comicità.
Premiato come miglior spettacolo BT 2015, con la seguente motivazione:
Lo spettacolo LA FORTUNA DI CHIAMARSI ABDUL della compagnia Albano arte
Teatro ha il merito di coinvolgere il pubblico con una drammaturgia che delinea in modo
efficace, con l’apporto dei singoli attori nella cui performance si avverte lo spirito amatoriale
che li anima, personaggi ben definiti; e che soprattutto giocando in modo paradossale su
alcuni luoghi comuni radicati nella nostra società, sa sfruttare con abilità e sapienza tutti gli
ingredienti del comico senza cadere nello stereotipo e nella volgarità imperanti della
comicità che imperversa sulle scene.
Lo spettacolo, inoltre, con la leggerezza e con la verve del registro comico, che tutti gli attori
hanno sostenuto, pone di fronte allo spettatore, in una prospettiva di incontro e di reciproca
accettazione, e senza alcun intendimento pedantesco, i temi dell’integrazione, della diversità,
degli schizofrenici rapporti familiari e sociali, che affliggono la nostra società spesso razzista
e ostile di fronte a comportamenti fuori del dettato comune.
-“Condominio” de Le Mosche Teatro di Mozzo
La compagnia è stata presente in tutte le edizioni di Benvenuto teatro: vincitrice della prima
del 2011 con “Bisbigli”; rappresentata, poi, in forma integrale nella seconda edizione del
2012; presente con “Autunno” nella terza edizione del marzo 2014; infine, ora, con questo
“Condominio”.
Cifra stilistica di questa compagnia è la coralità, che si concretizza nell’intensa relazionedialogo di ciascun personaggio col gruppo, dal quale emergono i vari componenti,
espressioni singolari per pochi istanti, per rientrare poi nuovamente nel “coro” che si agita
sul palco.
Inoltre la drammaturgia ha saputo cogliere nella “vita” e portare sulla scena personaggi
nostri contemporanei, ben caratterizzati (si segnala in particolare “l’anziana” …..) mediante
diversi linguaggi teatrali (espressione corporea: presenza scenica, mimica e gestualità;
espressione verbale: variazioni tonali e linguistiche; costumi, che connotano i personaggi;
uso dello spazio che, in una scenografia essenziale evoca situazioni claustrofobiche; ecc. … )
MENZIONE SPECIALE
con la seguente motivazione:
Condominio” de Le Mosche Teatro di Mozzo è un felice ritorno di una compagnia che è
stata presente a tutte le edizioni di Benvenuto teatro: vincitrice della prima del 2011 con
“Bisbigli”; rappresentata, poi, in forma integrale nella seconda edizione del 2012; presente
con “Autunno” nella terza edizione del marzo 2014; infine, ora, con questo “Condominio”.
Come nei lavori precedenti, si conferma la cifra stilistica della coralità di questa compagnia,
che si concretizza nell’intensa relazione-dialogo di ciascun personaggio col gruppo, dal
quale emergono i vari componenti, espressioni singolari per pochi istanti, per rientrare poi
nuovamente nel “coro” che si agita sul palco. Inoltre la drammaturgia ha saputo cogliere
nella “vita” e portare sulla scena personaggi nostri contemporanei, ben caratterizzati (si
segnala in particolare “l’anziana” …..) mediante diversi linguaggi teatrali (espressione
corporea: presenza scenica, mimica e gestualità; espressione verbale: variazioni tonali e
linguistiche; costumi, che connotano i personaggi; uso dello spazio che, in una scenografia
essenziale evoca situazioni claustrofobiche; ecc. … )
Possiamo ben dire che la compagnia ha premiato, con la sua fedeltà, la rassegna-concorso
Benvenuto teatro denotando anche una consonanza ideale con le finalità perseguite dalla
Rassegna che non vuol essere semplicemente il conferimento di un premio al migliore
spettacolo, ma soprattutto un momento in cui si possono vedere tante altre esperienze, oltre a
presentare le proprie confrontandosi per crescere.
“FabulosaMente” di Tre-tris di Cene
Intreccio di spunti, costumi “fabulosi”, miscellanea di storie fantastiche, che debbono essere
ancora ben integrati nella struttura della rappresentazione. Lavoro da sviluppare ed
approfondire.
…La compagnia "Tre tris" ha presentato un lavoro ancora piuttosto acerbo, che richiede di
essere consolidato sia per quanto concerne la recitazione che la drammaturgia; si apprezza
comunque l'eterogeneità del gruppo, che continuando a lavorare assieme può trovare la
giusta coesione e forza per migliorare il prodotto.