UN FUMETTO PER CAPIRCI - Sceglitu Acli 5xmille

UN FUMETTO PER CAPIRCI
I tre oratori in cui si vuole attuare il progetto (delle Parrocchie di S. Apollinare in Baggio, S.
Giovanni Bosco e S. Materno) fanno tutti parte del decanato di Baggio nella periferia della
zona 7 di Milano.
Per far fronte sia alle difficoltà che derivano dall’attuale frangente storico sia dalle
problematiche che segnano le periferie di Milano, da qualche anno i tre oratori stanno
sperimentando alcune modalità di lavoro comuni soprattutto per la gestione di attività rivolte
a preadolescenti ed adolescenti, età già di per sé piuttosto critica e caratterizzata da
elementi intrinsechi di fragilità.
In quanto agenzia educativa volta alla formazione della persona, l’Oratorio riscontra difficoltà
concrete nell'esprimere le proprie specificità ed esprime la necessità di sviluppare “nuove
competenze e nuovi linguaggi” per l'incontro con pre-adolescenti, adolescenti e giovani e le
loro famiglie.
Gli operatori pastorali e gli educatori faticano a stabilire relazioni e a condividere con i
ragazzi percorsi partecipativi, che portino a un impegno costante in un luogo e con un gruppo
specifico.
Per quanto riguarda il contesto socio-culturale del quartiere, Baggio presenta molte
caratteristiche comuni ad altre zone della periferia milanese, con le complessità che questo
comporta: diffuse devianza e illegalità, situazioni famigliari complesse, povertà socio-culturale
e spesso anche economica, che frequentemente espongono i ragazzi a modelli comportamentali
negativi.
Molti ragazzi portano all’interno dei nostri oratori dinamiche e problematiche proprie del
quartiere: violenza e aggressività tra pari, nei confronti dei più piccoli e degli adulti,
conflittualità tra coetanei di gruppi diversi e con i volontari della Parrocchia, mancanza o non
rispetto delle regole di convivenza civile, illegalità, devianza, uso di sostanze, comportamenti
auto ed etero-distruttivi, vandalismo, ecc. Questi atteggiamenti, che spesso si manifestano in
modo eclatante, portano alla luce il senso di estraneità e la conflittualità che i ragazzi vivono
nei confronti delle regole e dell’Oratorio stesso.
Tuttavia, la loro presenza costante testimonia il loro attaccamento a un contesto a cui si
sentono legati e a cui sentono di appartenere, sebbene non riescano ad esplicitare le ragioni o
i bisogni che li spingono a rimanervi. Oltre alle problematiche citate, molti dei ragazzi che
frequentano i nostri oratori presentano percorsi scolastici irregolari, frequenti insuccessi e
un alto tasso di abbandono; anche chi sceglie di abbandonare la scuola per lavorare spesso non
ha un vero e proprio impiego, ma svolge solo lavori saltuari e talvolta attività illegali. Anche il
problema della dispersione scolastica e i rischi che ne conseguono, quindi, costituiscono un
ambito di intervento prioritario nella promozione del benessere delle fasce giovanili che
abitano in quartiere.
È in quest’ambito che il laboratorio di fumetto può diventare uno strumento con cui i tre
oratori offrono un ulteriore aggancio che contribuisca a
creare ponti di comunicazione,
solidarietà e comprensione tra i ragazzi (spesso segnati dalla “vergogna/pregiudizio” per le
diversità - di etnia, di capacità, ecc…) e tra generazioni, facilitando l'attitudine alla
comprensione dell'altro ed uno stile di inclusione e coesione sociale a contrasto di
emarginazione ed isolamento che troppo spesso sono preludio a fenomeni di devianza e a
disturbi che producono una irreversibile marginalità sociale.
Il fumetto, all’incrocio fra arte e letteratura, accessibile a tutti i livelli culturali, e capace di
accomunare generazioni differenti e di includere le diversità, si presta in maniera perfetta,
ma innovativa, al lavoro che si sta sperimentando, che non vuole rivolgersi in modo
“ghettizzante” ai ragazzi che vivono situazioni difficili, ma a tutti, con l’idea che disagio e
normalità possano, coesistendo, arricchirsi reciprocamente e creare uno stile di vita.
Il laboratorio del fumetto porterà all’acquisizione di competenze sia pratiche sia relazionali
nonché alla scoperta delle proprie attitudini e alla consapevolezza delle proprie capacità.
Basato sulla caratterizzazione di personaggi o ambienti, anche attraverso la scoperta di
espressioni e linguaggio del corpo, il laboratorio si concretizzerà in incontri che
permetteranno ai ragazzi di:
a) essere più consapevoli di sé stessi in un’età in cui è difficile esserlo,
b) andare oltre alle difficoltà – tipiche di questa fascia d’età - che si possono incontrare nella
comunicazione (soprattutto, ma non solo, per chi ha problemi nell'esprimersi verbalmente
per varie ragioni come lingua straniera, dsa, emotività, ecc…)
c) trovare un linguaggio praticamente universale in grado di facilitare il dialogo con culture e
generazioni differenti
d) sperimentare chiavi di lettura diverse nei confronti della realtà, costituendo anche un
aiuto a “sdrammatizzare”
e diventando un veicolo di emozioni ed idee che i ragazzi
possono utilizzare per “tirare fuori” ciò che faticano ad esprimere in altro modo.
Il laboratorio di fumetto, infine, mira anche alla produzione di manufatti (es. bigliettini
augurali per le varie occasioni) che, oltre ad aumentare l’autostima dei ragazzi coinvolti,
possano essere ceduti su offerta durante mercatini periodici così da funzionare come autofinanziamento di iniziative a loro favore.
In tal modo si coinvolgono i ragazzi in percorsi condivisi e responsabilizzanti.