8° Modulo

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L’alfabeto empirico e concettuale della pedagogia.
Sesto Modulo
IL “PRIMATO” DELLA PEDAGOGIA SULLE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE
La particolarità della pedagogia è la sua progettualità educativa, elaborazione di un percorso
intenzionale in cui il soggetto in-formazione prende forma. Gli educatori – genitori, insegnanti,
formatori – sono sempre agenti di trasformazione e cambiamento attraverso un’azione responsabile.
Il compito pedagogico desidera essenzialmente assicurare alla persona le condizioni del suo fiorire,
e mira a creare il terreno culturale e umano più adeguato affinché queste proprietà fondamentali e
costitutive della persona si sviluppino pienamente.
Abbiamo visto che l’educazione è da intendersi come un processo, non è una entità stabile o
statica, e questo perché l’educazione (e l’azione dell’educare, dell’istruire, del formare) include il
contesto (storico e culturale), gli oggetti dell’educazione, gli attori, ma anche i valori e i fini che
teoria/azione pedagogica comporta. Questa ricchezza dell’educazione fa della pedagogia una scienza
problematica, un sapere di frontiera e quindi uno statuto (scientifico) sempre in divenire.
Prendiamo a titolo di esempio la “relazione educativa” sulla quale di siamo soffermati
precedentemente (vedi Modulo 3).
La relazione educativa può rientrare nella sociologia e nella psicologia e in tutte le scienze che
trattano il comportamento umano. Ma in pedagogia la relazione (o l’interazione) non è solo
riscontrata ma posta in essere. La sociologia come la psicologia hanno un fine eminentemente
conoscitivo e perciò stesso si limitano a censire le situazioni di fatto, ovvero le relazioni istituitesi,
mentre la pedagogia ha un fine eminentemente pratico: promuovere quel modello di relazione nella
quale l’apprendimento possa risultare quanto più significativo per il discente (bambino, ragazzo,
adulto). Ci occupiamo quindi di “relazione educativa” che non si riduce e non può essere ridotta a
processi fisici o sociali o economici. Il compito di un pedagogista è quello di illuminare sempre più
questa relazione/rapporto educativo costituito da molti fattori: il luogo, la circostanza, le ragioni, i
tempi, la temperie culturale, i contesti sociali dell’uno e dell’altro (insegnante e allievo) che
caratterizzano il rapporto, e, infine, i contenuti, gli strumenti, i mezzi che sostanziano il rapporto ed
i fini che si vogliono conseguire.
L’educazione sopravviene nell’apprendimento.
Ora se l’educazione coincide con l’apprendimento della persona che senso ha parlare di
pedagogia quando quest’area è occupata dalla psicologia? In che cosa differisce allora la
pedagogia rispetto alla psicologia (ma anche all’antropologia e persino alla sociologia) che
tematizzano l’educazione/apprendimento?
L'apprendimento è legato strettamente alla natura e alle finalità del processo educativo che è
studiato dalla pedagogia, dalle scienze dell'educazione, principalmente dalla psicologia, e anche dalla
filosofia. L'educazione è un processo intenzionale di promozione della persona, in termini individuali
e sociali. Gli apporti al processo educativo vengono da fonti diverse. In primo luogo è da ricordare il
ruolo della filosofia alla quale competono le analisi sul dover essere della persona, della società e
dell'educazione. Nel XIX secolo con l'affermazione del positivismo e del nuovo peso delle scienze
nel campo del sapere, diverse discipline scientifiche hanno offerto contributi determinanti alla
pedagogia. Queste sono: la psicologia, strutturata in psicologia dell'età evolutiva, psicologia
dell'apprendimento, psicologia clinica, psicologia sociale, psicologia umanistica; la psicanalisi; la
sociologia.
Il primato che esercita la pedagogia sulle altre scienze dell’educazione è legato
principalmente al fatto che l’educazione (quella pensata e promossa dalla pedagogia)
sopravviene sull’apprendimento in termini di educabilità della persona, cioè in termini di
crescita e di cambiamento (ma anche, perché no, di renderlo migliore).
Occorre poi riflettere sulla natura squisitamente teleologica della pedagogia che orienta e
finalizza il processo di apprendimento della persona.
La pedagogia riflette sull’educazione finora realizzata (piano della storia) e interviene per rendere
educabile il soggetto. Una buona teoria pedagogica è tesa ad orientare l’educatore e l’educando ad
assumere stili di pensiero (cognitivi) e di comportamento che mirano tutti ad uno scopo: o ad un ruolo
adattivo del soggetto all’ambiente oppure ad un ruolo adattivo/costruttivo e trasformativo
dell’ambiente? Educabilità significa spostare sempre in avanti la linea che fissa i limiti della
persona.
Questi i nuclei fondanti della pedagogia come metateoria dell’educazione:
1) riconoscimento dell’educabilità dell’essere umano
2) riconoscimento della caratteristica trascendente dell’essere (l’essere è in quanto relazione)
3) l’azione intenzionale e sistematica del formatore finalizzata alla libertà dell’educando;
4) la finalità verso cui orientare l’azione educativa (che cosa si vuole veramente raggiungere?).
Esercitazioni/sollecitazioni.
Qual è l’idea di «pedagogia» nell’educazione, nell’istruzione, nella formazione che merge nel
testo di Bertagna?
In quale parte del testo emergono note di “epistemologia pedagogica”?
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