GIOVEDÌ 1º MARZO 2012 [email protected] INTERVISTA all’attore Nina Savary e Stefano Accorsi in una scena di «Furioso Orlando Ballata in ariostesche rime per un cavalier narrante» a Cagliari da oggi al 5 e a Sassari dal 6 al 7 di Monica De Murtas SASSARI. Prosegue la stagione di prosa Cedac con un atteso appuntamento dedicato ad uno dei classici della letteratura epica: Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. La celeberrima storia dell’impavido cavaliere errante diventato folle per amore va in scena da questa sera sino al 5 marzo al teatro Massimo di Cagliari (feriali 20.45, domenica alle 19) e a seguire il 6, 7 marzo alle 21 al Verdi di Sassari. Il «Furioso Orlando. Ballata in ariostesche rime per un cavalier narrante» questo il titolo dello spettacolo è interpretato da uno degli attori più amati e richiesti del cinema italiano, Stefano Accorsi, al suo debutto teatrale in Sardegna. Classe 1971, da oltre vent’anni sulle scene l’attore bolognese coglie la sua prima grande occasione appena ventenne quando, su suggerimento della madre, risponde ad un annuncio pubblicato sul Resto del Carlino in cui Pupi Avati cerca nuovi attori. «Fu un vero colpo di fortuna — dice Stefano Accorsi — era il mio primo provino e fui selezionato per una piccola parte nel film «Fratelli e sorelle» girato da Pupi Avati interamente negli Stati Uniti». Eppure la vera popolarità Accorsi la raggiunge l’anno successivo con una serie di spot pubblicitari per il gelato Maxibon. La battuta in inglese maccheronico «Du gust is megl che uan» diventa un tormentone ed il suo volto viene accolto con simpatia nelle case degli italiani. CAGLIARI. Un D’Annunzio senza «correzioni» grazie ai Carabinieri del Reparto Investigazioni scientifiche di Cagliari e ai filologi del Dipartimento Filologie e Letterature Moderne dell’Ateneo del capoluogo sardo che hanno svelato la prima stesura della tragedia «La gioconda», scritta da Gabriele D’Annunzio nel 1898 e portata in scena da Eleonora Duse, un anno dopo, al Teatro Bellini di Palermo. Utilizzando il video comparatore spettrale, un dispositivo in grado di leggere la luce naturale, quella ultravioletta e a infrarossi, senza danneggiare in alcun modo il manoscritto, sono state portate alla luce le parole nascoste dalle cancellature dell’autore. Un lavoro certosino durato tre mesi, impossibile sen- Cagliari e Sassari le tappe del debutto teatrale in Sardegna col testo di Ariosto «Perché la cultura dà forza a corpo e anima» DUE APPUNTAMENTI Gli incontri con il pubblico CAGLIARI. Stefano Accorsi incontrerà il pubblico a Cagliari il 2 marzo alle 17,30 al Mem (Mediateca del Mediterraneo) in un incontro, organizzato dalla Cedac, all’interno della rassegna «Oltre il sipario». A Sassari invece l’attore sarà ospite il 7 marzo alle 17 della manifestazione Backstage: incontri con gli attori promosso da Ersu, Accademia e Università di Sassari nella sala conferenze Ersu di via Coppino. Il ciclo di incontri si propone di creare, in un contesto informale, un’importante occasione di dialogo tra gli studenti e i protagonisti del teatro contemporaneo con l’obietti- vo di approfondire le tematiche attinenti il lavoro dell’attore e quelle legate alla scelta dei testi e della messinscena. Entrambi gli incontri sono ad ingresso libero. Quello in scena al teatro Verdi è un ciclo nato con l’idea di offrire un’occasione di dialogo tra gli studenti e i grandi protagonisti del teatro contemporaneo, come gli attori Stefano Accorsi e Alessandro Haber. Mercoledì prossimo alle 17 nella sala umanistica della facoltà di lettere e filosofia il via. Al centro dlel’attenzione lo spettacolo «Gomorra» tratto dall’omonimo libro di Roberto Saviano. «Io, Orlando orgoglioso» presente in molte pagine ad esempio è un elemento estremamente longevo che in questo lavoro abbiamo cercato di evidenziare. Così come abbiamo voluto sottolineare le sfumature caratteriali dei vari personaggi questo grazie anche alla presenza sul palco dell’attrice-cantante Nina Savary». — Suo figlio si chiama Orlando in onore di questo personaggio che lei tanto ama? «No, è solo una coincidenza. Orlando è un nome di famiglia, ma devo confessare che mio figlio è felicissimo del fatto che in questo momento io stia lavorando ad uno spettacolo che si chiama proprio come lui». — I suoi esordi artistici sono stati molto fortunati, ma non è sempre così, cosa consiglia ai ragazzi che vorrebbero intraprendere oggi la sua stessa strada? «Di tenere duro, di puntare in alto, di frequentare buone scuole se possono, oppure di fare gavetta, di lavorare, di proporsi, di fare esperienza perché anche quella serve. Io non rinnego niente del mio passato neppure l’esordio con la pubblicità del Maxibon. E’ stato divertente, formativo, utile. Bisogna andare oltre i preconcetti che sono sciocchi, non servono a nulla. Purtroppo in Italia in questo momento è tutto ancora più complicato. Fare teatro, cinema è difficile perché al governo abbiamo degli interlocutori che non capiscono la reale, concreta funzione della cultura per un paese e per i suoi abitanti. Purtroppo non abbiamo una legge adeguata che tuteli e promuova adeguatamente la cultura in tutte le sue forme. Perché la musica, il cinema, il teatro non sono passatempi, non sono beni superflui. Bisognerebbe far capire ai nostri governanti, amministratori, legislatori che la cultura dà forza, energia al corpo e all’anima, e che di questo tutti abbiamo ancora più bisogno in un momento così buio per il nostro Paese». — In tutta Italia stanno nascendo diversi movimenti che sostengono il cinema indipendente low budget come vede questa tendenza e in generale il futuro del cinema italiano? «Io da sempre credo che sia importante sostenere il cinema indipendente e credere, investire nei nuovi talenti e nelle opere prime. In questi anni ho lavorato spesso con registi giovani al loro debutto e a breve inizierò le riprese di un lungometraggio dal titolo “Terza categoria” diretto da un regista sardo esordiente che si chiama Paolo Zucca. Il suo è un bel copione per questo ho accettato subito di lavorare con lui e non vedo l’ora di iniziare perché il progetto si preannuncia davvero molto interessante». stesure dell’opera fino a quella definitiva». Sono state proprio le cancellature, più numerose e evidenti del solito, ad attirare la curiosità del ricercatore ca- gliaritano. Su 268 pagine di carta Fabriano color avorio sulle quali D’Annunzio ha scritto «La Gioconda», solo 41 non presentavano cancellature. Sulle altre, contrariamente a quanto soleva fare sui suoi manoscritti, invece delle cancellature con un semplice segno orizzontale o ondulato, l’autore ha tracciato segni molto profondi e marcati. E su ognuno di loro si è concentrata l’attenzione dei ricercatori e dei marescialli Antonio Crescenzi, Carlo Spampinato, Mauro Maxia e Giuseppe Farci che con la metodica della riflettografia, finora applicata solo alle indagini criminali e, in campo accademico, allo studio del papiro di Artemidoro e della tela di Goya Don Ramon, hanno risolto il caso «La Gioconda». Accorsi: «Sono stato fortunato, artisticamente rifarei tutto» Con il film «Jack Frusciante è uscito dal gruppo», (1996) tratto dal romanzo di Enrico Brizzi, l’attore inizia poi la sua brillante carriera cinematografica che lo porta nel 1999 a vincere un David di Donatello per il film di Luciano Ligabue, «Radiofreccia». Da quel momento inizia un periodo di continua ascesa in cui Accorsi gira circa 40 film (tra questi molti successi tra cui «L’Ultimo bacio», «Le fate ignoranti», «Baciami ancora» solo per citarne alcuni) lavorando tanto anche in teatro e in numerose fiction tv. Nel 2008 con «La jeune fille et le loups» di Gilles Legrand, recita per la prima volta accanto alla compagna Laetitia Casta con la quale vive a Parigi da sette anni e dalla quale ha avuto due figli. Dopo la tournée con lo spettacolo «Il dubbio» (2008) con la regia di Sergio Castellitto, il poliedrico attore ritorna ora a teatro diretto da Marco Baliani. Un testo difficile «Orlando Furioso» che Luca Ronconi nel 1969 aveva portato in scena con un memorabile allestimento a Spole- ‘‘ L’attore bolognese con la partner teatrale Presto farò il film “Terza categoria” col regista sardo Paolo Zucca, un esordiente di talento to. «Orlando Furioso mi affascina da sempre — dice Accorsi — per il suo mix di epica e di ironia. E poi la lingua di Ariosto trasporta in un altro mondo abitato da draghi, cavalli alati e anelli magici». — E’ sua dunque l’idea di confrontarsi con questo testo e metterlo in scena? «Quando il Louvre due anni fa mi chiese di fare una lettura dell’Orlando per il museo pensai subito che volevo condividere questa esperienza con il pubblico italiano. A concretizzare il mio progetto è stato Marco Baliani che è uno dei più grandi specialisti europei del teatro di narrazione e ha fatto un lavoro di drammaturgia sul testo veramente incredibile». — Con quale approccio vi siete avvicinati ad un’opera del ‘500 per farla diventare spettacolo teatrale? «Orlando furioso è un testo che si studia ancora oggi nelle scuole perché va al di là del tempo e delle mode. L’ironia «La gioconda» senza correzioni Svelata dagli studiosi di Cagliari la prima stesura della tragedia scritta da Gabriele D’Annunzio nel 1898 Il manoscritto svelato di La Gioconda e lo scrittore Gabriele D’Annunzio za la riflettografia e la collaborazione del Ris, che il ricercatore cagliaritano Andrea Quarta e la prof. Maria Giovanna Sanjust hanno portato a termine nell’ambito di un progetto comune del Vittoriale degli Italiani, dell’Università di Cagliari e dell’Arma dei Carabinieri. «Agli specialisti del Ris — racconta Quarta — va tutta la mia riconoscenza, perché senza il loro lavoro non sarebbe stato possibile far emergere il testo nascosto e datare le varie sovrascritture, ricostruendo così le varie