PROVINCIA DI PADOVA
Assessorato alla Cultura
Associazione Veneta
Amici della Musica
www.amicimusicapadova.org
tel. 049 - 8756763
Antonín Dvořák - tra due mondi
COMUNE DI ESTE
Assessorato alla Cultura
Tel. 0429 617573/6
Ufficio Informazioni ed Accoglienza Turistica
via G. Negri - tel. 0429 600462
[email protected]
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Quartett
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@EsteEventi
Inizio concerti ore 21.00
Ingresso euro 6,00
Servizio di biglietteria nei giorni dei
concerti a partire dalle ore 20.00
www.aurynquartet.com
10ª E d i z i o n e
24 -2 8 Maggio 2 016
Chiesa di San Martino
Este-Padova
Comune di Este
Gli “Incontri Internazionali di Musica da Camera Città di Este” compiono
dieci anni e “Antonín Dvořák - tra due mondi” è il tema dell’edizione 2016.
La presenza del Quartetto Auryn, questa straordinaria formazione musicale,
è stata per l'Amministrazione Comunale di Este una preziosa opportunità di
godere di una attività musicale di livello assoluto ed anche una sfida a migliorare
le nostre proposte culturali e a tenere alta la qualità dell'offerta: una grande
soddisfazione e un onore per la nostra città.
In questi dieci anni il pubblico è cresciuto, sia quantitativamente, sia nell'attenzione verso forme di espressione artistica non sempre facili. Quest'anno,
grazie alla generosità del Quartetto Auryn, e alla preziosa collaborazione
dell'Associazione Amici della Musica di Padova e dell’AVAM, possiamo
introdurre un'importante novità: un concerto, anzi una lezione-concerto
dedicata alle scuole di Este.
Gli alunni, in primo luogo quelli della scuola media ad orientamento musicale,
potranno cogliere il senso del partecipare ad un evento culturale importante
nella sede stessa del festival.
Un ringraziamento infine a quanti ci sono stati vicini in tutti questi dieci anni
e senza i quali non si sarebbe mai potuta realizzare un'iniziativa come questa:
l'Associazione Polesine Musica e la Parrocchia di Santa Maria delle Grazie,
alla quale appartiene la Chiesa di San Martino, il più antico edifico di Este,
sede ideale per i nostri concerti, non solo per la straordinaria acustica, ma
anche per la sua grande bellezza.
Confidiamo che il festival possa proseguire anche nei prossimi anni magari
arricchendosi con altre iniziative ad esempio dedicate ai giovani musicisti.
L’Amministrazione Comunale
Quartett
Antonín Dvořák
tra due mondi
Cari Amici della Musica,
un cordiale benvenuto alla 10a edizione degli Incontri Internazionali di Musica da Camera di Este.
Quando, più di dieci anni fa, siamo venuti qui per la prima volta,
siamo stati sopraffatti al tempo stesso dalla amichevole ospitalità,
dall' atmosfera particolare e dallo splendido pubblico.
Nel frattempo Este è diventata per noi come la seconda patria e ci
rallegriamo molto di poter festeggiare con voi questo anniversario.
Quest’anno al centro del programma c’è la musica di un altro
anniversario, quello di Antonín Dvořák, un compositore amatissimo
e molto significativo, che nacque proprio 175 anni fa. La sua attitudine più grande fu quella di saper unire la popolarità ad una sostanza
di grande impegno e così è stato uno degli ultimi compositori a
superare quel solco fra la musica seria e la musica di intrattenimento, che nel secolo 19° si è sempre più approfondito.
Per questo motivo, e per l’influenza sulla musica americana durante
il suo soggiorno - un soggiorno di più anni - negli Stati Uniti, abbiamo scelto il titolo: Antonín Dvořák - tra due mondi.
Ma è anche un altro il senso per il quale il Maestro si trovò fra due
mondi: da un lato infatti troviamo il suo entusiasmo per il linguaggio
musicale della scuola neotedesca nata attorno a Wagner e Liszt,
ma egli fu al pari attratto dai "tradizionalisti" e da Brahms, che per
primo scoperse e sostenne il talento di Dvořák.
D’altro lato Dvořák si trovò in mezzo fra il mondo del linguaggio
musicale mitteleuropeo con la sua aspirazione universale e lo stile
nazionale dell’Europa orientale, che Dvořák contribuì a plasmare in
maniera decisiva anche attraverso l’utilizzo di melodie e forme linguistiche popolari.
Sono questi i diversi mondi che cerchiamo di presentare nei programmi dei concerti di quest’anno con musica seria e popolare degli Stati
Uniti come dell’Europa centrale ed orientale.
Siamo felici di porgere il nostro saluto a Peter Orth, Lars Anders
Tomter e Christian Poltéra, gli eccellenti musicisti che daranno vita con
noi a questi concerti.
Per la prima volta quest’anno dedicheremo un concerto alle scuole di
Este e di ciò ci rallegriamo molto.
Vi auguriamo una settimana in Este ricca di esperienze ed impressioni
e dei bellissimi concerti nella atmosfera della Chiesa di San Martino.
Quartetto Auryn
Assieme da 35 anni: il Quartetto Auryn
Il Quartetto Auryn esiste da 35 anni e sempre viva è la sua curiosità per
la musica: ne è un esempio la prima esecuzione di una nuova composizione
di Thomas Demenga, così come un nuovo progetto discografico dedicato
a Mozart.
Passato e futuro: al centro il Quartetto Auryn.
Una esperienza umana dopo la quale non si può certo parlare di "storia
infinita", anche se il libro da cui proviene il nome Auryn lascerebbe
pensare a questa associazione. Eppure già da 35 anni i quattro musicisti
Matthias Lingenfelder, Jens Oppermann, Stewart Eaton e Andreas Arndt
sono assieme il Quartetto Auryn.
L’8 marzo 2016, esattamente 35 anni dopo il primo incontro dello String
Boy Group, si tiene al Konzerthaus di Vienna un concerto di giubileo.
Con loro, nel Quintetto di Fauré, il pianista Peter Orth.
In programma inoltre, accanto ad un quartetto di Haydn, la prima esecuzione del Quartetto per archi opera prima di Thomas Demenga, che è
assai noto anche come violoncellista.
La curiosità per il nuovo rimane un elemento fondamentale che unisce i
quattro musicisti. Matthias Lingenfelder cura le relazioni con la stampa del
Quartetto e ha volentieri risposto ad alcune domande di Fono Forum. Ecco
questa breve intervista.
Fono Forum: come si riesce a restare assieme così a lungo?
Lingenfelder: Una buona parte di fortuna, pazienza, tolleranza. Rispetto ma
anche amici, sostenitori, famiglie, che reggono una vita instabile; e naturalmente il comune amore per la musica.
Fono Forum: e così un cambio di elementi non è mai stato un tema ?
Lingenfelder: è un tema che non abbiamo mai preso in considerazione.
Noi quattro siamo il Quartetto Auryn !
Fono Forum: quello che immaginavate allora si è mantenuto fino ad oggi ?
Lingenfelder: i cambiamenti danno nell’occhio per la maggior parte solo
agli altri. Noi cerchiamo, fino ad oggi, di rendere giustizia alla musica e alle
opere e di suonare con il cuore senza “effetti costruiti”, ma quando ascolto
nostre registrazioni del passato posso naturalmente riconoscere l’influsso
del gusto dell’epoca e, per esempio, quello della prassi esecutiva storica….
Fono Forum: il prossimo progetto discografico ?
Lingenfelder: alla “fine” della nostra carriera ci occupiamo particolarmente
di Mozart. I sei Quintetti per archi usciranno in primavera per Tacet.
Suona con noi quella violista meravigliosa che è Nobuko Imai.
E la settimana prossima cominciamo le registrazioni dei Sei Quartetti
dedicati ad Haydn.
Fono Forum: come vi sentite personalmente con 35 anni di Quartetto Auryn ?
Lingenfelder: siamo molto felici di aver potuto fare musica con successo
per un periodo così lungo, la musica da camera è sempre stata il sogno di
tutti noi! E speriamo di poter superare il record del Quartetto Amadeus (40
anni con la stessa formazione).
Fono Forum, 15 febbraio 2016
Antonín Dvořák - tra due mondi
Auryn Quartet - Peter Orth pianoforte
MARTEDÌ 24 MAGGIO
George Gershwin
(1898 – 1937)
Tre Preludi per pianoforte
Allegro ben ritmato e deciso
Andante con moto e poco rubato
Allegro ben ritmato e deciso
Samuel Barber
(1910 – 1981)
Sonata in mi bemolle minore
per pianoforte op.26
Allegro energico - Allegro vivace e leggero
Adagio mesto - Fuga. Allegro con spirito
***
Antonín Dvořák
(1841 – 1904)
Quintetto in la maggiore op. 81
Allegro ma non tanto
Dúmka (Andante con moto,
Un pochettino più mosso, Vivace)
Furiant (Molto vivace) - Allegro
A u r y n Q u a r t e t - P e t e r O r t h pi a no f or t e
George Gershwin - Tre Preludi
I Tre Preludi sono brevi composizioni pianistiche che Gershwin eseguì al Roosevelt Hotel di New
York il 4 dicembre 1926. Originariamente l’autore aveva pensato (alla maniera di Bach e Chopin) a
24 Preludi, che si ridussero poi a 7 nella versione manoscritta, poi a 5 in una esecuzione pubblica
ed infine a 3 in occasione della loro pubblicazione nel 1927. I Preludi sono dedicati all’amico Bill
Daly. L’8 settembre 1937 vennero eseguiti anche in un programma all’Hollywood Bowl dedicato
al ricordo del compositore, che era morto nel luglio del 1937.
Samuel Barber - Sonata op.26
Anche se Samuel Barber era pianista, pochissime sono le sue composizioni per pianoforte. La
sonata in mi bemolle minore op. 26 è una delle più significative ed è uno dei maggiori pezzi da
concerto del Novecento. Fu composta fra il 1947 e il 1949 su commissione di Irving Berlin e
Richard Rodgers per il 25° anniversario della Lega dei compositori, che si sarebbe celebrato nel
1950 e a Vladimir Horowitz fu affidata la prima esecuzione (lo stesso Horowitz la incise poi per
RCA Victor).
Barber inizialmente aveva pensato ad una sonata in tre movimenti e fu Horowitz a convincere
Barber che la sonata aveva bisogno di un quarto movimento “molto sgargiante”. Fra gli ammiratori della Sonata, oltre a Horowitz, possiamo ricordare i nomi di Walter Gieseking e di Francis
Poulenc. È una composizione nella quale Barber, ha scritto Piero Rattalino, “vuole offrire una
sintesi dell’idea di sonata come macrocosmo in cui confluiscono tutte le epoche della storia della
musica dal barocco a Schönberg e comporre un pezzo che pianisticamente potesse interessare al
più grande virtuoso contemporaneo.”
Antonín Dvořák - Quintetto op. 81
Due sono i Quintetti con pianoforte composti da Dvořák, entrambi in la maggiore: il primo, poco
noto, è sempre rimasto nell’ombra del Quintetto op. 81, cui arrise invece una vasta popolarità e
che nacque, quasi paradossalmente, dal desiderio di Dvorák di rimettere mano, nell’aprile 1887,
al primo quintetto. Il quintetto op. 5 è dell’estate 1872 e Dvorák lo scrisse a Praga. Il secondo
quintetto (op. 81) nasce, come si diceva prima, dalla intenzione di Dvorák di revisionare l’opera 5.
Nel marzo 1887 aveva chiesto all’amico Procházka ad Amburgo di restituirgli il manoscritto del
quintetto del 1872 scrivendo: “adesso mi capita di guardare volentieri i miei vecchi peccati ed avrei
piacere di rivederlo - l’op. 5 - dopo così tanto tempo”. Ma da questa intenzione Dvorák passa alla
creazione di un quintetto tutto nuovo nella stessa tonalità e per la stessa formazione strumentale. In poche settimane, dal 18 agosto al 3 ottobre 1887, la composizione è terminata ed è dedicata
al Professore universitario Dott. Bohdan Neureuther. La prima esecuzione ha luogo nell’ambito
dei concerti della Società “Umelecká beseda” di Praga il 6 gennaio 1888 e gli interpreti sono K.
Ondrićek, J. Pelikán, P. Mares, A. Neruda e K. Kovarovic al pianoforte.È uno dei capolavori della
musica da camera di Dvorák. Il secondo movimento porta il titolo di “Dúmka” un movimento
lento in 2/4, ma dove la ballata di origine ucraina non è ormai che un pretesto per un rondo in sei
parti. Il terzo tempo porta invece il titolo di “Furiant”, una danza popolare, di cui però Dvorák,
come nel Sestetto op. 48, non utilizza affatto i ritmi.
Mercoledì 25 Maggio
L E Z IONE C ONC E R T O ORE 10.30
Lezione concerto a cura del
Quartetto Auryn
coordinata dalla Prof.ssa Donatella Berto
IC - Este
Scuola Secondaria di Primo Grado "G. Carducci" indirizzo musicale
Antonín Dvořák
(1841 - 1904)
Quartetto in fa maggiore op. 96 “Americano”
Allegro ma non troppo - Lento - Molto vivace
Finale (Vivace ma non troppo)
Del confronto con la musica nativa Antonín Dvořák ebbe modo di parlare
molte volte in America in diverse interviste giornalistiche.
Così in quella al New York Herald del 15 dicembre 1893 possiamo leggere: ”da quando sono arrivato in questo paese mi sono profondamente
interessato alla musica nazionale dei negri e degli indiani. Il carattere, la
vera natura di una razza è contenuta nella musica nazionale. Per questo
motivo la mia attenzione si è rivolta verso queste melodie native. Trovo
che la musica di queste due razze ha una notevole somiglianza con la
musica scozzese. In entrambi i casi è significativa nella scala l’assenza
della quarta e della settima, della sensibile. Nelle scale minori la settima è
sempre una settima minore con l’omissione della sesta.
La scala scozzese, se così si può chiamare, è stata usata per dare un
certo colore alla composizione musicale. Basti citare un solo esempio,
quello dell’ouverture “Le Ebridi” di Mendelssohn. È un tratto comune
perché in realtà questa scala è soltanto una certa forma degli antichi
modi ecclesiastici. Modi che sono stati impiegati un sacco di volte. Lo
fece per esempio Felicien David nella sua ode “Le Désert” o Verdi nella
Aida. Io stesso ho fatto uso di uno di essi nella mia sinfonia in re minore.
Dunque trovai che la musica dei negri e degli indiani era praticamente
identica. Studiai quindi con cura un certo numero di melodie indiane che
mi furono date da un amico e mi lasciai prendere profondamente dalle
loro caratteristiche e dal loro spirito. È questo lo spirito con cui ho cercato di riprodurle nella mia nuova sinfonia (“Dal nuovo mondo”, ndr) anche
se di fatto non ho utilizzato nessuna melodia, ma ho scritto piuttosto temi
originali che fossero pregni delle peculiarità della musica india- na.(......)
Dal mio arrivo in questo paese sono stato molto occupato. Ho terminato
altresì un paio di composizioni da camera che saranno eseguite il prossimo gennaio a Boston dal Quartetto Kneisel alla Music Hall. Sono
entrambe scritte nella stessa linea della Sinfonia ed entrambe respirano
dello stesso spirito indiano. La prima è un Quartetto in fa maggiore, la
seconda un Quintetto in mi bemolle magg. per due violini, due viole e
violoncello.”
Antonín Dvořák - tra due mondi
Auryn Quartet - Lars Anders Tomter, viola - Christian Poltéra, v ioloncello - Peter Orth pianoforte
GIOVEDÌ 26 MAGGIO
Gabriel Fauré
(1845 – 1924)
Elegia in do minore op. 24
per violoncello e pianoforte
Molto adagio
Arvo Pärt
(1935)
Fratres per viola e pianoforte
Erich Wolfgang
Korngold
(1897 – 1954)
Sestetto in re maggiore op.10
Moderato, Allegro – Adagio – Intermezzo
(Moderato con grazia) – Finale (Presto)
***
Antonín Dvořák
(1841 – 1904)
Sestetto in la maggiore op. 48
Allegro moderato – Dumka (Poco Allegretto,
Adagio, quasi tempo di marcia, Andante, Poco
Allegretto, Coda) – Furiant (Presto) – Finale
(Tema con variazioni, Allegretto grazioso
quasi Andantino, Var. I Poco più mosso, Var. II Più
mosso, Scherzando, Var. III Meno mosso, Var. IV
L’istesso tempo, Var. V L’istesso tempo, Stretta)
Auryn Quartet - Lars Anders Tomter, viola - Christian Poltéra, violoncello - Peter Orth pianoforte
Gabriel Fauré - Elegia op. 24
Le Secret op. 23 n. 3 su una poesia di A. Silvestre è la prima melodia contemplativa di Fauré.
Questa melodia figura in una composizione dello stesso periodo, l’Elegia op. 24. Una lettera
inedita dell’editore Hamelle cita - 24 giugno 1880 - un morceau de violoncelle che deve essere
l’Elegia e che era stato concepito inizialmente come movimento lento di una sonata. La Sonata
non fu completata e l’Elegia fu pubblicata separatamente con il numero d’opera 24 nel 1883.
È dedicata al violoncellista Jules Loëb che ne fu il primo interprete alla Société Nationale il 15
dicembre 1883.
J.M. Nectoux, Fauré, Du Seuil, 1972
Arvo Pärt - Fratres
Fratres è una delle composizioni più note ed eseguite di Arvo Pärt, anche grazie alle molte versioni
che ne realizzò l’autore. La prima versione (1977) è per ensemble ed è scritta “in memoriam
Eduard Tubin”. Dal 1976, dopo un lungo silenzio e dopo la conversione alla chiesa ortodossa russa,
Pärt aveva inaugurato con "Per Alina” per pianoforte una nuova fase stilistica basata sulla
semplicità, su melodie spoglie, su serie di triadi e su sonorità simili a quelle delle campane: lo stile
detto “tintinnabuli”, il termine latino per campanelle. La versione per viola e pianoforte è stata
realizzata nel 2003 da Lars Anders Tomter ed è stata pubblicata dall’Edizione Universal.
Erich Wolfgang Korngold - Sestetto op. 10
Erich Wolfgang Korngold , figlio del noto critico Julius (il successore di Hanslick alla Neue Freie
Presse di Vienna) rivelò precocissimamente un talento musicale straordinario sia come pianista
che come compositore strabiliando l’Europa. Studia, su suggerimento di Mahler, con A. Zemlinsky
e successivamente con H. Grädener. La sua carriera di compositore, di pianista, di direttore si
svolge a partire dal 1910. Con l’annessione dell’Austria alla Germania nazista Korngold lascia
l’Europa e dal 1934 si stabilì ad Hollywood, dove si afferma come compositore di musica per film.
Il Sestetto per archi in re magg. op. 10 è del 1914. Fu pubblicato nel 1917 da Schott ed eseguito il
2 maggio 1917 dal Quartetto Rosé con F. Jellinek e F. Klein. Arnold Rosé (che già aveva eseguito
con B. Walter e F. Buxbaum il Trio op. 1 di E. W. Korngold). Primo violino di spalla dell’orchestra
dell’Opera e professore all’Accademia, cognato di Mahler (ne aveva sposato la sorella Justine),
aveva fondato nel 1882-3 un quartetto (con Fischer, Ruzitska e Buxbaum) con il quale fu interprete incomparabile del repertorio classico e moderno e il divulgatore più importante delle opere di
Schönberg.
Antonín Dvořák - Sestetto op. 48
È una composizione del 1878 per la quale Brahms rinnovò il proprio entusiasmo: "Il meglio che un
musicista deve avere, tutto ciò lo possiede Dvorák". E parlando proprio del Sestetto "è infinitamente bello ... la sua inventiva è straordinaria, così come la sua freschezza e la sua bellezza
sonora" (lettera del 1878 a Simrock).
È il Quartetto Joachim a darne la prima esecuzione a Berlino il 9 novembre 1879 (preceduta da
una esecuzione privata il 29 luglio) e poi a Londra nel 1880 alla St. Jame’s Hall. È l’autore stesso a
sottolineare certi caratteri popolari che lo avvicinano negli ultimi tre tempi "alle danze slave e alle
rapsodie slave" (lettera a Simrock del 1879). Nel sestetto troviamo infatti la Dumka e il Furiant. La
Dumka (Duma) è un tipo di canto popolare slavo, originario della Russia, avente carattere narrativo e con subitanei cambiamenti d’umore. Il Furiant è una danza boema molto vivace con 3
battute in 2/4 e 2 batture in ¾ con accenti sul tempo debole.
Antonín Dvořák - tra due mondi
Auryn Quartet - Jens Oppermann, violino - Lars Anders Tomter, viola - Christian Poltéra, violoncello
VENERDÌ 27 MAGGIO
Zoltán Kodály
(1882 – 1967)
Duo op. 7 per violino e violoncello
Allegro serioso, non troppo
Adagio
Maestoso e largamente, ma non troppo lento
Presto
Antonín Dvořák
(1841 – 1904)
Quartetto in fa maggiore op. 96 “Americano”
Allegro ma non troppo
Lento
Molto vivace
Finale (Vivace ma non troppo)
***
Johannes Brahms
(1833 – 1897)
Sestetto n. 2 in sol maggiore op.36
Allegro non troppo
Scherzo - (Allegro non troppo)
Poco Adagio - Poco Allegro
Auryn Quartet - Jens Oppermann, violino - Lars Anders Tomter, viola - Christian Poltéra, violoncello
Zoltán Kodály - Duo op. 7
Il Duo op. 7 si fonda sull’adozione di moduli compositivi di derivazione folcloristica: il rubato
parlando delle melodie e l’ostinato dei movimenti di danza. Kodaly scrisse il Duo op. 7 nell’estate
1914 in Svizzera, alla vigilia della prima guerra mondiale; "abbiamo dovuto – scrisse a Jëno Léner,
il violinista dell’omonimo famoso quartetto d’archi – completare la tappa finale del nostro
viaggio verso il confine svizzero con una macchina a noleggio, perchè la Svizzera si stava
mobilitando. Fummo costretti a rimanere qualche giorno in un villaggio di confine austriaco. Qui
ebbi improvvisamente l’ispirazione e la prima idea del Duo. Non avevo mai pensato prima di
poter scrivere per una simile combinazione strumentale; A Feldkirch non si trovava carta da
musica e scrissi il primo movimento, che è rimasto praticamente immutato, sui fogli di un libro di
scuola. Il Duo nacque da questo tipo di esperienza. Se altri vorranno vedere in esso anche un vago
sentore della guerra incombente o della indescrivibile grandezza delle immense montagne,
rimane una questione aperta". Il Duo op. 7, con la sonata op. 8 per violoncello solo, è uno dei primi
successi nella carriera internazionale di Kodaly. E. Hertzka lo pubblica (Universal, Wien) nel 1922
ed è eseguito al festival della SIMC a Salisbugo (la prima esecuzione ungherese è del 1918 in una
serata monografica che comprendeva anche la sonata op. 8, i Lieder op. 6 e il quartetto op. 10).
Antonín Dvořák - Quartetto op. 96 “Americano”
Dei Quartetti di Dvořák il Quartetto op. 96 è di gran lunga il più noto ed anzi è uno dei quartetti del
repertorio che hanno acquisito la più vasta popolarità.Gli schizzi della composizione risalgono al
giugno 1893, nei giorni fra l’8 e il 10, un lavoro che Dvořák conclude entro il mese nel suo soggiorno di vacanze estive a Spillville, una piccola città dello Iowa in America. Il responsabile della corale
della chiesa di San Venceslao, patrono del luogo, non è altro che il padre di Josef Kovarik, un
giovane violinista ceco che Dvořák aveva portato con sé come segretario e assistente. Qui a
Spillville Dvořák ritrova così presso gli emigranti cechi le sue radici nazionali e scopre al tempo
stesso la musica dei negri, i loro canti di preghiera così come i canti di festa o di dolore. Il Quartetto
è noto anche per questo con il titolo di “Americano”. Diverse sono le suggestioni che troviamo nel
Quartetto: quella della natura, del ruscello presso il quale Dvořákera solito passeggiare alle 4 di
mattina ma ancora la stilizzazione del canto degli uccelli che Dvořák ricordò esplicitamente così
come c’è un richiamo alla scrittura organistica, lo strumento al quale Dvořák componeva nella
chiesa del paese dopo il rientro dalle sue passeggiate mattutine. C’è poi una testimonianza del
figlio di Dvořák, Otakar, che ci parla del contatto del compositore con le popolazioni indiane che
danzarono e fecero musica per lui più di una volta. Fu il Quartetto Kneisel (F. Kneisel, O. Roth, L.
Svecenski, A. Schroeder) ad eseguire l’op. 96 a Boston il 1 gennaio 1894. La composizione fu edita
a Berlino nello stesso anno da Simrock, l’editore a cui Dvořák era stato presentato da J. Brahms. E
quando Simrock si decise a pubblicarlo si rivolse a Brahms per la correzione delle bozze. Una
ulteriore testimonianza dell’amicizia di Brahms nei confronti di Dvořák.
Johannes Brahms - Sestetto op. 36
La composizione del secondo Sestetto venne intrapresa quattro anni dopo il completamento del
primo (1864): anche in questo caso, durante il periodo estivo, trascorso in parte ad Amburgo, in
parte a Baden-Baden. In quest’ultima località vennero ultimati i primi tre movimenti, seguiti
dall’ultimo nel mese di maggio del 1865. Senza dubbio il ridente paesaggio boschivo non mancò
di stimolare un’ispirazione diffusamente poetica e pastorale, pur variamente ombreggiata da
assorti ripiegamenti, connessi all’esplicita rievocazione della relazione amorosa con Agathe von
Siebold, relazione che venne inspiegabilmente interrotta dal musicista – non senza rimpianti da
parte di entrambi – agli inizi del 1859, tanto che quest’opera verrà spesso indicata con il titolo
“Agathe- Sextett”. La partitura dei primi tre movimenti venne inviata a Clara Schumann, che
Antonín Dvořák - tra due mondi
Auryn Quartet - Matthias Lingenfelder, violino - Lars Anders Tomter, viola - Christian Poltéra, violoncello
SABATO 28 MAGGIO
Krzysztof Penderecki
(1933)
Ciaccona
(in memoria Giovanni Paolo II)
per violino e viola - Adagio
Antonín Dvořák
(1841 – 1904)
Quintetto in mi bemolle maggiore op. 97
Allegro non tanto - Allegro vivo, Minore
(Un poco meno mosso) - Larghetto,
Var. I Un poco più mosso,
Var. II Poco più mosso, Var. III,
Var. IV Poco meno mosso,
Var. V Un poco più mosso, Meno mosso,
Maggiore - Finale (Allegro giusto)
***
Petr Il’ic Čaikovskij
(1840 – 1893)
Souvenir de Florence,
sestetto in re minore op.70
Allegro con spirito
Adagio cantabile e con moto
Moderato, Tempo I
Allegretto moderato
Allegro vivace
Auryn Quartet - Matthias Lingenfelder, violino - Lars Anders Tomter, viola - Christian Poltéra, violoncello
Krzysztof Penderecki - Ciaccona in memoria Giovanni Paolo II
Penderecki trascrisse la sua Ciaccona (in memoria Giovanni Paolo II) nel 2009 per violino e viola.
E in questa versione fu eseguita il 9 settembre 2009 da Janine Jansen e Julian Rachlin al Festival
di Dubrovnik (Croazia). Nella versione originale essa è una parte del Requiem Polacco. Il Requiem
Polacco è una composizione (work in progress) iniziata nel 1980 con il Lacrimosa dedicato a Lech
Walesa. Altri movimenti successivi furono dedicati alle vittime di Auschwitz e della rivolta di
Varsavia del 1944. La Ciaccona per soli, due cori e orchestra è del 2005.
Antonín Dvořák - Quintetto op. 97
Dal settembre 1892 all’aprile 1895 Antonin Dvořák è in America dove è direttore del Conservatorio
nazionale di musica di New York. Il Quintetto op. 97 è la terza opera composta in America dopo la
Sinfonia “Dal nuovo mondo” e il Quartetto op. 96 “Americano”. Il Quintetto fu composto in un mese
nel 1893 nella cittadina di Spillville nello Iowa, una regione abitata prevalentemente da emigrati
cechi. La calma e il silenzio della natura ed il fascino della campagna - in contrasto potente con le
sensazioni precedenti della caotica vita di città - impressionarono profondamente Dvořák che dà
a questa musica da camera il sentimento di una intimità particolare e al tempo stesso gaiezza e
varietà, unitamente ai ricordi più o meno frequenti della patria lontana; per quel che riguarda in
particolare il quintetto, è da ricordare anche l’influenza di un incontro fortuito con una coppia di
musicisti e danzatori indiani. La vicinanza alla Sinfonia “Dal nuovo mondo” spiega anche alcuni
tratti comuni come la scala pentatonica, la sensibile abbassata nel tono minore, i ritmi puntati e
sincopati derivati dalla musica americana e dei Pellerossa. La prima esecuzione del Quintetto ebbe
luogo il 1° gennaio 1894 con il Quartetto Kneisel (F. Kneisel, O. Rot, L. Svecenski, A. Schroeder, con M.
Zach seconda viola) in un concerto a New York alla Carnegie Hall in un programma che comprendeva
anche il Quartetto op. 96 e il Sestetto op. 48.
Il 10 ottobre 1894 ebbe luogo la prima esecuzione a Praga, con il Quartetto Boemo (Hoffmann,
Suk, O. Nedbal, H. Wihan, con F. Lachner seconda viola). Otakar Sourek
Petr Il’ic Čaikovskij - Souvenir de Florence, sestetto op.70
Gli abbozzi furono eseguiti tra la fine di giugno e i primi di luglio 1890 (ma il progetto risaliva al
1887), la partitura venne scritta tra il 26 luglio e il 6 agosto: una prima esecuzione privata, a
Pietroburgo, ebbe luogo il 7 dicembre 1890, presenti Glazunov, Ljadov e Laroche; seguì una
esecuzione pubblica il 10 dicembre, nella stagione della Società di Musica da Camera. Čaikovskij
rielaborò il sestetto, soprattutto i due ultimi movimenti, fra il 12 dicembre 1891 e il 28 gennaio
1892: la prima in pubblico di questa versione definitiva ebbe luogo, a Pietroburgo, il 6 e il 7
dicembre 1892. Con due diversi primi violini: Leopold Auer e Evgenij Albrecht. La scelta del
complesso di sei strumenti ad arco nell’organico di tre coppie formato rispettivamente da violini,
da viole e da violoncelli nacque dalle esperienze giovanili (Andante ma non troppo per quintetto
d’archi, Allegro ma non tanto per orchestra d’archi), ma anche dal modello dei due sestetti di
Brahms: il problema principale, secondo una testimonianza dello stesso Čaikovskij, consisté
nell’equilibrio fra gli strumenti. Scrisse infatti a Modest: “Sono ostacolato non dalla mancanza di
idee ma dalla novità della forma. Devono essere sei parti indipendenti e nello stesso tempo
omogenee”. A Siloti comunicò che la composizione, pensata per orchestra, era stata poi ridotta
all’organico del sestetto. Quanto al sottotitolo Souvenir de Florance le ipotesi sono due: il
riferimento al soggiorno fiorentino durante il quale era stata composta rapidamente La dama di
picche, oppure lo stile italianizzante del secondo movimento.
Claudio Casini/Maria Delogu 1993
Auryn Quartett
Matthias Lingenfelder, violino
Jens Oppermann, violino
Stewart Eaton, viola
Andreas Arndt, violoncello
Auryn - l’amuleto della “Storia Infinita “ di Michael Ende - dà a chi lo porta ispirazione e
aiuto nel trovare la via dei propri desideri. L’amuleto ha dato il nome a quattro giovani
musicisti che nel 1981 decisero di portare avanti la strada artistica assieme come quartetto d’archi. Già l’anno dopo il Quartetto Auryn si affermò in importanti concorsi come il
Concorso ARD di Monaco di Baviera e l’International String Quartet Competition di
Portsmouth in Inghilterra e nel 1987 ricevette il primo premio al Concorso delle Radio
Europee. Il modo di suonare del quartetto si è formato prima di tutto nello studio a Colonia
con il leggendario Quartetto Amadeus. A questa scuola si è affermato il principio di un
suono quartettistico omogeneo con una brillantezza leggermente dominante del primo
violino. Nello studio successivo con il Quartetto Guarneri, gli Auryn hanno curato soprattutto l’idea della trasparenza, del contrasto e della individualità delle voci. La tensione tra
questi due opposti ideali del fare musica (omogeneità del suono vs individualità delle voci)
è stata la prova del fuoco per il Quartetto Auryn che si è velocemente imposto ai vertici
della scena internazionale quartettistica. Da allora il Quartetto si è esibito in tutti i centri
nodali della vita musicale internazionale e nei festivals più rinomati: Lockenhaus, Gstaad,
Bregenz, Lucerna, Kuhmo, Schleswig-Holstein, Beethovenfest, Berliner Festwochen,
Salisburgo, Edinburgo, delle Fiandre. Accanto alle regolari tournées negli Stati Uniti, la
formazione ha suonato in Russia e nell’America del Sud, in Australia e in Giappone. Il
Quartetto Auryn ha in repertorio quasi tutta la letteratura quartettistica fino a quella
moderna; pochi sono i Quartetti che hanno un repertorio così ampio. Ciò è testimoniato da
cicli di concerti realizzati con la musica da camera di Mendelssohn e Schumann alla
Tonhalle di Düsseldorf, con i 68 Quartetti di Haydn a Colonia e a Padova per gli Amici della
Musica, con le Schubertiadi e Brahmsiadi a Amburgo e con il ciclo beethoveniano alla
Wigmore Hall di Londra, a Washington, a Amburgo e a Padova nel 2006. A ciò si aggiungano
le prime esecuzioni di compositori come Brett Dean, Berthold Goldschmidt, Cristóbal
Halffter, György Kurtág, Wolfgang Rihm e Matthias Pintscher. Da sempre il Quartettto si è
aperto alla collaborazione con significativi musicisti come: Menahem Pressler, Nobuko
Imai, Christine Schaefer, Gérard Caussé, Eduard Brunner, Tabea Zimmermann, Boris
Pergamenschikov, Dietrich Fischer-Dieskau, Alexander Lonquich, Peter Orth, Michael
Collins, Sharon Kam. Nella Stagione 2013/14 gli Auryn sono stati “Artists in Residence”
presso la Filarmonica di Duisburg. Momenti importanti di questa stagione artistica sono
state le tournée in Italia, Cile, Colombia, USA, i concerti per il Festival di Dresda e quelli con
Ruth Ziesak (soprano) a Parigi e Bruxelles. Per il 25° anniversario dell’Unità Tedesca nella
stagione 2015/16 il Quartetto è stato impegnato con il Quartetto Klenke. Da segnalare
inoltre i concerti al Festival di Lucerna e al Konzerthaus di Vienna, per il 35° anniversario
del Quartetto. Dal 2002, la collaborazione con la casa discografica Tacet è stata premiata
con un Diapason D’Or per l’integrale dei quartetti di Schubert, con il Preis der Deutschen
Schallplattenkritik per le opere di Hugo Wolf e con il CD Classic Award per i quartetti di
Beethoven. Tacet ha pubblicato anche l’integrale dei quartetti di J. Haydn (Echo Klassik
2009 e Deutsche Schallplattenkritik 2011) e, nel 2016, l'integrale dei Quintetti di Mozart con
Nobuko Imai. Accanto alle Master Class in Germania e all’estero, i musicisti del Quartetto
svolgono dal 2003 attività didattica di musica da camera presso la Musikhochschule di
Detmold. Il quartetto realizza un proprio Festival "Incontri Internazionali di Musica da
Camera Cittá di Este" nella suggestiva cornice dei Colli Euganei e dal 2010 è responsabile
artistico del Festival "Musiktage Mondsee" nel salisburghese. Il prestigio del Quartetto gli
ha valso l’opportunità di poter avere quattro strumenti straordinari. Matthias Lingenfelder
suona uno Stradivari del 1722 che fu di Joseph Joachim, Jens Oppermann un Petrus
Guarneri del Quartetto Amadeus, Stewart Eaton una viola Amati del 1616 (già del Quartetto
Koeckert) e Andreas Arndt il violoncello Niccolò Amati che aveva il Quartetto Amar (il
quartetto in cui suonava Paul Hindemith).
Matthias Lingenfelder, violino
È nato nel 1959 ed ha iniziato lo studio del violino a sette anni. Dopo essersi formato alla scuola di Max Rostal e Gérard Poulet nel 1981 ha fondato il Quartetto
Auryn. Accanto alla sua attività come primo violino del Quartetto Auryn, Matthias
Lingenfelder ha coltivato anche quella solistica (con orchestra e con pianoforte) ed
è stato Konzertmeister della Chamber Orchestra of Europe. Ha insegnato alla
Musikhochschule di Colonia e dal 2007 è Professore di Musica da camera per
archi alla Hochschule für Musik di Detmold.
Jens Oppermann, violino
É nato nel 1960ed ha iniziato lo studio del violino a otto anni con Marianne
Petersen, proseguendo poi con il prof. Ziolkowsky, il prof. Heiberg e Gérard Poulet
a Parigi.
Per la musica da camera è stato allievo di Josef Vlach. Numerosi i premi ottenuti
durante la sua formazione: da quelli di Jugend Musiziert, a quello dell’Orchestra
NDR di Amburgo, della Fondazione Ritter, della Fondazione Söring, e, nel 1978/7, il
Dr. Körber Preis. Primo premio al Concorso di Colmar nel 1975 con il quartetto di
cui faceva parte.
Membro dell’Orchestra giovanile tedesca, poi della Junge Deutsche Philarmonie,
di cui è stato anche violino di spalla, dell’Orchestra dell’Opera di Amburgo e nel
1981 della Orchestra Giovanile Europea (ECYO). Ha collaborato con la Chamber
Orchestra of Europe (COE) sotto la direzione di Claudio Abbado. Fondatore del
Quartetto Auryn nel 1981.
Dal 2007 è Professore di musica da camera per archi alla Hochscule fuer Musik di
Detmold.
Lars Anders Tomter, viola
Norvegese, Lars Anders Tomter ha studiato con M. Rostal e S. Végh, ottenendo il
premio per la miglior interpretazione del concerto per viola di Bartók al Concorso
di Budapest del 1984, e meritando il primo premio al Concorso Maurice Vieux di
Lille nel 1986. Nel corso delle stagioni 2008/09 e 2009/10, l’interprete ha presentato 4 concerti per viola e orchestra a lui dedicati e scritti da Ragnar Söderlind,
Erkki-Sven Tüür, Rolf Wallin e Anders Eliasson. La carriera internazionale di Lars
Anders Tomter è iniziata nel 1987/88 con una tournée in USA ed Europa con
l’Orchestra da Camera Norvegese e la direzione di I. Brown. L’artista è stato
ospite di famose orchestra quali e ha collaborato con celebri direttori. Lars Anders
Tomter è ospite regolare di importanti Festival quali i BBC Proms, Lockenhaus,
Kissingen Summer, Festival "Musiktage Mondsee", Schleswig-Holstein,
Schwetzingen, Styriarte, Verbier. Il repertorio dell’artista include tutto il repertorio dello strumento, anche quello contemporaneo, inciso per le etichette Simax,
Naxos, Virgin Classics, NMC, Somm e Chandos. Lars Anders Tomter è professore
all’Accademia di Stato di Oslo e supervisore della sezione dedicata ai migliori
talenti. Suona una viola di Gasparo da Salò del 1590.
Christian Poltéra ,violoncello
Nato a Zurigo nel 1977, Christian Poltéra ha studiato con N. Chumanchenco e B.
Pergamenschikow e successivamente con Heinrich Schiff a Vienna. Oltre alle
numerose apparizioni come solista con orchestre di grande prestigio, l’artista
coltiva un forte interesse per la musica da camera esibendosi con musicisti quali
C. Tetzlaff, G. Kremer, L. Kavakos, M. Uchida, K. Stott, L. Vogt, L. O. Andsnes e i
quartetti Auryn, Zehetmair e Guarneri. E’ospite frequente dei Festival più prestigiosi: Salisburgo, Lucerna, Berlino, Vienna e Londra. La sua discografia include i
concerti di Dvorák, Schnök e Toch e autori quali Prokofiev, Fauré e Schubert. Nel
2004 Poltéra ha ricevuto il Borletti-Buitoni Award ed è stato scelto dalla BBC come
Artista della Nuova Generazione. Nel 2006/7 Christian Poltéra è stato nominato
dalla European Concert Hall Organisation (ECHO) “Rising Star”, assieme alla
pianista Polina Leschenko.
Peter Orth, pianoforte
Il primo premio al Concorso internazionale Naumburg e i debutti alla Carnegie Hall
e al Lincoln Center hanno segnato l’inizio della carriera internazionale. Compiuti gli
studi alla Juilliard School si è perfezionato con R. Serkin al Festival di Marlboro,
aggiudicandosi i premi Shura Cherkassky e Fanny Peabady. E’ stato ospite delle
maggiori orchestre americane suonando sotto la direzione di J. Conlon, C. Dutoit,
Z. Metha, L. Slatkin, R, Leppard e A. Ceccato. Ha partecipato ai festivals di Ravinia,
di Aspen, di Marlboro, di Kuhmo. Dopo essersi trasferito a Colonia nel 1991, si è
fatto apprezzare alla Wigmore Hall, al Concertgebouw, a Firenze, al Festival
pianistico della Ruhr, all’Expo di Hannover, alla Filarmonica di Colonia e alla
Tonhalle di Düsseldorf. Nell’estate del 2001 ha inaugurato il Festival internazionale Oleg Kagan di Kreuth (Germania), su invito di N. Gutman. Peter Orth si esibisce
da dieci anni con il Quartetto Auryn con il quale ha inciso i due quintetti di Fauré
per la CPO, premiati nel 1998 dalla rivista London CD come miglior incisione di
musica da camera dell’anno e il quintetto op. 34 di Brahms. Peter Orth ha collaborato con i violinisti J. Laredo e P. Carmirelli, i violoncellisti G. Faust (primo violoncello dei Berliner Philarmoniker), N. Gutman e J. Krosnik del Quartetto Julliard. Dal
2010 è professore titolare alla Hoschschule di Detmold.