PROVINCIA DI PADOVA Assessorato alla Cultura Associazione Veneta Amici della Musica www.amicimusicapadova.org tel. 049 - 8756763 Antonín Dvořák - tra due mondi COMUNE DI ESTE Assessorato alla Cultura Tel. 0429 617573/6 Ufficio Informazioni ed Accoglienza Turistica via G. Negri - tel. 0429 600462 [email protected] www.comune.este.pd.it Quartett seguici sui social network: www.facebook.com/esteculturaeventi @EsteEventi Inizio concerti ore 21.00 Ingresso euro 6,00 Servizio di biglietteria nei giorni dei concerti a partire dalle ore 20.00 www.aurynquartet.com 10ª E d i z i o n e 24 -2 8 Maggio 2 016 Chiesa di San Martino Este-Padova Comune di Este Gli “Incontri Internazionali di Musica da Camera Città di Este” compiono dieci anni e “Antonín Dvořák - tra due mondi” è il tema dell’edizione 2016. La presenza del Quartetto Auryn, questa straordinaria formazione musicale, è stata per l'Amministrazione Comunale di Este una preziosa opportunità di godere di una attività musicale di livello assoluto ed anche una sfida a migliorare le nostre proposte culturali e a tenere alta la qualità dell'offerta: una grande soddisfazione e un onore per la nostra città. In questi dieci anni il pubblico è cresciuto, sia quantitativamente, sia nell'attenzione verso forme di espressione artistica non sempre facili. Quest'anno, grazie alla generosità del Quartetto Auryn, e alla preziosa collaborazione dell'Associazione Amici della Musica di Padova e dell’AVAM, possiamo introdurre un'importante novità: un concerto, anzi una lezione-concerto dedicata alle scuole di Este. Gli alunni, in primo luogo quelli della scuola media ad orientamento musicale, potranno cogliere il senso del partecipare ad un evento culturale importante nella sede stessa del festival. Un ringraziamento infine a quanti ci sono stati vicini in tutti questi dieci anni e senza i quali non si sarebbe mai potuta realizzare un'iniziativa come questa: l'Associazione Polesine Musica e la Parrocchia di Santa Maria delle Grazie, alla quale appartiene la Chiesa di San Martino, il più antico edifico di Este, sede ideale per i nostri concerti, non solo per la straordinaria acustica, ma anche per la sua grande bellezza. Confidiamo che il festival possa proseguire anche nei prossimi anni magari arricchendosi con altre iniziative ad esempio dedicate ai giovani musicisti. L’Amministrazione Comunale Quartett Antonín Dvořák tra due mondi Cari Amici della Musica, un cordiale benvenuto alla 10a edizione degli Incontri Internazionali di Musica da Camera di Este. Quando, più di dieci anni fa, siamo venuti qui per la prima volta, siamo stati sopraffatti al tempo stesso dalla amichevole ospitalità, dall' atmosfera particolare e dallo splendido pubblico. Nel frattempo Este è diventata per noi come la seconda patria e ci rallegriamo molto di poter festeggiare con voi questo anniversario. Quest’anno al centro del programma c’è la musica di un altro anniversario, quello di Antonín Dvořák, un compositore amatissimo e molto significativo, che nacque proprio 175 anni fa. La sua attitudine più grande fu quella di saper unire la popolarità ad una sostanza di grande impegno e così è stato uno degli ultimi compositori a superare quel solco fra la musica seria e la musica di intrattenimento, che nel secolo 19° si è sempre più approfondito. Per questo motivo, e per l’influenza sulla musica americana durante il suo soggiorno - un soggiorno di più anni - negli Stati Uniti, abbiamo scelto il titolo: Antonín Dvořák - tra due mondi. Ma è anche un altro il senso per il quale il Maestro si trovò fra due mondi: da un lato infatti troviamo il suo entusiasmo per il linguaggio musicale della scuola neotedesca nata attorno a Wagner e Liszt, ma egli fu al pari attratto dai "tradizionalisti" e da Brahms, che per primo scoperse e sostenne il talento di Dvořák. D’altro lato Dvořák si trovò in mezzo fra il mondo del linguaggio musicale mitteleuropeo con la sua aspirazione universale e lo stile nazionale dell’Europa orientale, che Dvořák contribuì a plasmare in maniera decisiva anche attraverso l’utilizzo di melodie e forme linguistiche popolari. Sono questi i diversi mondi che cerchiamo di presentare nei programmi dei concerti di quest’anno con musica seria e popolare degli Stati Uniti come dell’Europa centrale ed orientale. Siamo felici di porgere il nostro saluto a Peter Orth, Lars Anders Tomter e Christian Poltéra, gli eccellenti musicisti che daranno vita con noi a questi concerti. Per la prima volta quest’anno dedicheremo un concerto alle scuole di Este e di ciò ci rallegriamo molto. Vi auguriamo una settimana in Este ricca di esperienze ed impressioni e dei bellissimi concerti nella atmosfera della Chiesa di San Martino. Quartetto Auryn Assieme da 35 anni: il Quartetto Auryn Il Quartetto Auryn esiste da 35 anni e sempre viva è la sua curiosità per la musica: ne è un esempio la prima esecuzione di una nuova composizione di Thomas Demenga, così come un nuovo progetto discografico dedicato a Mozart. Passato e futuro: al centro il Quartetto Auryn. Una esperienza umana dopo la quale non si può certo parlare di "storia infinita", anche se il libro da cui proviene il nome Auryn lascerebbe pensare a questa associazione. Eppure già da 35 anni i quattro musicisti Matthias Lingenfelder, Jens Oppermann, Stewart Eaton e Andreas Arndt sono assieme il Quartetto Auryn. L’8 marzo 2016, esattamente 35 anni dopo il primo incontro dello String Boy Group, si tiene al Konzerthaus di Vienna un concerto di giubileo. Con loro, nel Quintetto di Fauré, il pianista Peter Orth. In programma inoltre, accanto ad un quartetto di Haydn, la prima esecuzione del Quartetto per archi opera prima di Thomas Demenga, che è assai noto anche come violoncellista. La curiosità per il nuovo rimane un elemento fondamentale che unisce i quattro musicisti. Matthias Lingenfelder cura le relazioni con la stampa del Quartetto e ha volentieri risposto ad alcune domande di Fono Forum. Ecco questa breve intervista. Fono Forum: come si riesce a restare assieme così a lungo? Lingenfelder: Una buona parte di fortuna, pazienza, tolleranza. Rispetto ma anche amici, sostenitori, famiglie, che reggono una vita instabile; e naturalmente il comune amore per la musica. Fono Forum: e così un cambio di elementi non è mai stato un tema ? Lingenfelder: è un tema che non abbiamo mai preso in considerazione. Noi quattro siamo il Quartetto Auryn ! Fono Forum: quello che immaginavate allora si è mantenuto fino ad oggi ? Lingenfelder: i cambiamenti danno nell’occhio per la maggior parte solo agli altri. Noi cerchiamo, fino ad oggi, di rendere giustizia alla musica e alle opere e di suonare con il cuore senza “effetti costruiti”, ma quando ascolto nostre registrazioni del passato posso naturalmente riconoscere l’influsso del gusto dell’epoca e, per esempio, quello della prassi esecutiva storica…. Fono Forum: il prossimo progetto discografico ? Lingenfelder: alla “fine” della nostra carriera ci occupiamo particolarmente di Mozart. I sei Quintetti per archi usciranno in primavera per Tacet. Suona con noi quella violista meravigliosa che è Nobuko Imai. E la settimana prossima cominciamo le registrazioni dei Sei Quartetti dedicati ad Haydn. Fono Forum: come vi sentite personalmente con 35 anni di Quartetto Auryn ? Lingenfelder: siamo molto felici di aver potuto fare musica con successo per un periodo così lungo, la musica da camera è sempre stata il sogno di tutti noi! E speriamo di poter superare il record del Quartetto Amadeus (40 anni con la stessa formazione). Fono Forum, 15 febbraio 2016 Antonín Dvořák - tra due mondi Auryn Quartet - Peter Orth pianoforte MARTEDÌ 24 MAGGIO George Gershwin (1898 – 1937) Tre Preludi per pianoforte Allegro ben ritmato e deciso Andante con moto e poco rubato Allegro ben ritmato e deciso Samuel Barber (1910 – 1981) Sonata in mi bemolle minore per pianoforte op.26 Allegro energico - Allegro vivace e leggero Adagio mesto - Fuga. Allegro con spirito *** Antonín Dvořák (1841 – 1904) Quintetto in la maggiore op. 81 Allegro ma non tanto Dúmka (Andante con moto, Un pochettino più mosso, Vivace) Furiant (Molto vivace) - Allegro A u r y n Q u a r t e t - P e t e r O r t h pi a no f or t e George Gershwin - Tre Preludi I Tre Preludi sono brevi composizioni pianistiche che Gershwin eseguì al Roosevelt Hotel di New York il 4 dicembre 1926. Originariamente l’autore aveva pensato (alla maniera di Bach e Chopin) a 24 Preludi, che si ridussero poi a 7 nella versione manoscritta, poi a 5 in una esecuzione pubblica ed infine a 3 in occasione della loro pubblicazione nel 1927. I Preludi sono dedicati all’amico Bill Daly. L’8 settembre 1937 vennero eseguiti anche in un programma all’Hollywood Bowl dedicato al ricordo del compositore, che era morto nel luglio del 1937. Samuel Barber - Sonata op.26 Anche se Samuel Barber era pianista, pochissime sono le sue composizioni per pianoforte. La sonata in mi bemolle minore op. 26 è una delle più significative ed è uno dei maggiori pezzi da concerto del Novecento. Fu composta fra il 1947 e il 1949 su commissione di Irving Berlin e Richard Rodgers per il 25° anniversario della Lega dei compositori, che si sarebbe celebrato nel 1950 e a Vladimir Horowitz fu affidata la prima esecuzione (lo stesso Horowitz la incise poi per RCA Victor). Barber inizialmente aveva pensato ad una sonata in tre movimenti e fu Horowitz a convincere Barber che la sonata aveva bisogno di un quarto movimento “molto sgargiante”. Fra gli ammiratori della Sonata, oltre a Horowitz, possiamo ricordare i nomi di Walter Gieseking e di Francis Poulenc. È una composizione nella quale Barber, ha scritto Piero Rattalino, “vuole offrire una sintesi dell’idea di sonata come macrocosmo in cui confluiscono tutte le epoche della storia della musica dal barocco a Schönberg e comporre un pezzo che pianisticamente potesse interessare al più grande virtuoso contemporaneo.” Antonín Dvořák - Quintetto op. 81 Due sono i Quintetti con pianoforte composti da Dvořák, entrambi in la maggiore: il primo, poco noto, è sempre rimasto nell’ombra del Quintetto op. 81, cui arrise invece una vasta popolarità e che nacque, quasi paradossalmente, dal desiderio di Dvorák di rimettere mano, nell’aprile 1887, al primo quintetto. Il quintetto op. 5 è dell’estate 1872 e Dvorák lo scrisse a Praga. Il secondo quintetto (op. 81) nasce, come si diceva prima, dalla intenzione di Dvorák di revisionare l’opera 5. Nel marzo 1887 aveva chiesto all’amico Procházka ad Amburgo di restituirgli il manoscritto del quintetto del 1872 scrivendo: “adesso mi capita di guardare volentieri i miei vecchi peccati ed avrei piacere di rivederlo - l’op. 5 - dopo così tanto tempo”. Ma da questa intenzione Dvorák passa alla creazione di un quintetto tutto nuovo nella stessa tonalità e per la stessa formazione strumentale. In poche settimane, dal 18 agosto al 3 ottobre 1887, la composizione è terminata ed è dedicata al Professore universitario Dott. Bohdan Neureuther. La prima esecuzione ha luogo nell’ambito dei concerti della Società “Umelecká beseda” di Praga il 6 gennaio 1888 e gli interpreti sono K. Ondrićek, J. Pelikán, P. Mares, A. Neruda e K. Kovarovic al pianoforte.È uno dei capolavori della musica da camera di Dvorák. Il secondo movimento porta il titolo di “Dúmka” un movimento lento in 2/4, ma dove la ballata di origine ucraina non è ormai che un pretesto per un rondo in sei parti. Il terzo tempo porta invece il titolo di “Furiant”, una danza popolare, di cui però Dvorák, come nel Sestetto op. 48, non utilizza affatto i ritmi. Mercoledì 25 Maggio L E Z IONE C ONC E R T O ORE 10.30 Lezione concerto a cura del Quartetto Auryn coordinata dalla Prof.ssa Donatella Berto IC - Este Scuola Secondaria di Primo Grado "G. Carducci" indirizzo musicale Antonín Dvořák (1841 - 1904) Quartetto in fa maggiore op. 96 “Americano” Allegro ma non troppo - Lento - Molto vivace Finale (Vivace ma non troppo) Del confronto con la musica nativa Antonín Dvořák ebbe modo di parlare molte volte in America in diverse interviste giornalistiche. Così in quella al New York Herald del 15 dicembre 1893 possiamo leggere: ”da quando sono arrivato in questo paese mi sono profondamente interessato alla musica nazionale dei negri e degli indiani. Il carattere, la vera natura di una razza è contenuta nella musica nazionale. Per questo motivo la mia attenzione si è rivolta verso queste melodie native. Trovo che la musica di queste due razze ha una notevole somiglianza con la musica scozzese. In entrambi i casi è significativa nella scala l’assenza della quarta e della settima, della sensibile. Nelle scale minori la settima è sempre una settima minore con l’omissione della sesta. La scala scozzese, se così si può chiamare, è stata usata per dare un certo colore alla composizione musicale. Basti citare un solo esempio, quello dell’ouverture “Le Ebridi” di Mendelssohn. È un tratto comune perché in realtà questa scala è soltanto una certa forma degli antichi modi ecclesiastici. Modi che sono stati impiegati un sacco di volte. Lo fece per esempio Felicien David nella sua ode “Le Désert” o Verdi nella Aida. Io stesso ho fatto uso di uno di essi nella mia sinfonia in re minore. Dunque trovai che la musica dei negri e degli indiani era praticamente identica. Studiai quindi con cura un certo numero di melodie indiane che mi furono date da un amico e mi lasciai prendere profondamente dalle loro caratteristiche e dal loro spirito. È questo lo spirito con cui ho cercato di riprodurle nella mia nuova sinfonia (“Dal nuovo mondo”, ndr) anche se di fatto non ho utilizzato nessuna melodia, ma ho scritto piuttosto temi originali che fossero pregni delle peculiarità della musica india- na.(......) Dal mio arrivo in questo paese sono stato molto occupato. Ho terminato altresì un paio di composizioni da camera che saranno eseguite il prossimo gennaio a Boston dal Quartetto Kneisel alla Music Hall. Sono entrambe scritte nella stessa linea della Sinfonia ed entrambe respirano dello stesso spirito indiano. La prima è un Quartetto in fa maggiore, la seconda un Quintetto in mi bemolle magg. per due violini, due viole e violoncello.” Antonín Dvořák - tra due mondi Auryn Quartet - Lars Anders Tomter, viola - Christian Poltéra, v ioloncello - Peter Orth pianoforte GIOVEDÌ 26 MAGGIO Gabriel Fauré (1845 – 1924) Elegia in do minore op. 24 per violoncello e pianoforte Molto adagio Arvo Pärt (1935) Fratres per viola e pianoforte Erich Wolfgang Korngold (1897 – 1954) Sestetto in re maggiore op.10 Moderato, Allegro – Adagio – Intermezzo (Moderato con grazia) – Finale (Presto) *** Antonín Dvořák (1841 – 1904) Sestetto in la maggiore op. 48 Allegro moderato – Dumka (Poco Allegretto, Adagio, quasi tempo di marcia, Andante, Poco Allegretto, Coda) – Furiant (Presto) – Finale (Tema con variazioni, Allegretto grazioso quasi Andantino, Var. I Poco più mosso, Var. II Più mosso, Scherzando, Var. III Meno mosso, Var. IV L’istesso tempo, Var. V L’istesso tempo, Stretta) Auryn Quartet - Lars Anders Tomter, viola - Christian Poltéra, violoncello - Peter Orth pianoforte Gabriel Fauré - Elegia op. 24 Le Secret op. 23 n. 3 su una poesia di A. Silvestre è la prima melodia contemplativa di Fauré. Questa melodia figura in una composizione dello stesso periodo, l’Elegia op. 24. Una lettera inedita dell’editore Hamelle cita - 24 giugno 1880 - un morceau de violoncelle che deve essere l’Elegia e che era stato concepito inizialmente come movimento lento di una sonata. La Sonata non fu completata e l’Elegia fu pubblicata separatamente con il numero d’opera 24 nel 1883. È dedicata al violoncellista Jules Loëb che ne fu il primo interprete alla Société Nationale il 15 dicembre 1883. J.M. Nectoux, Fauré, Du Seuil, 1972 Arvo Pärt - Fratres Fratres è una delle composizioni più note ed eseguite di Arvo Pärt, anche grazie alle molte versioni che ne realizzò l’autore. La prima versione (1977) è per ensemble ed è scritta “in memoriam Eduard Tubin”. Dal 1976, dopo un lungo silenzio e dopo la conversione alla chiesa ortodossa russa, Pärt aveva inaugurato con "Per Alina” per pianoforte una nuova fase stilistica basata sulla semplicità, su melodie spoglie, su serie di triadi e su sonorità simili a quelle delle campane: lo stile detto “tintinnabuli”, il termine latino per campanelle. La versione per viola e pianoforte è stata realizzata nel 2003 da Lars Anders Tomter ed è stata pubblicata dall’Edizione Universal. Erich Wolfgang Korngold - Sestetto op. 10 Erich Wolfgang Korngold , figlio del noto critico Julius (il successore di Hanslick alla Neue Freie Presse di Vienna) rivelò precocissimamente un talento musicale straordinario sia come pianista che come compositore strabiliando l’Europa. Studia, su suggerimento di Mahler, con A. Zemlinsky e successivamente con H. Grädener. La sua carriera di compositore, di pianista, di direttore si svolge a partire dal 1910. Con l’annessione dell’Austria alla Germania nazista Korngold lascia l’Europa e dal 1934 si stabilì ad Hollywood, dove si afferma come compositore di musica per film. Il Sestetto per archi in re magg. op. 10 è del 1914. Fu pubblicato nel 1917 da Schott ed eseguito il 2 maggio 1917 dal Quartetto Rosé con F. Jellinek e F. Klein. Arnold Rosé (che già aveva eseguito con B. Walter e F. Buxbaum il Trio op. 1 di E. W. Korngold). Primo violino di spalla dell’orchestra dell’Opera e professore all’Accademia, cognato di Mahler (ne aveva sposato la sorella Justine), aveva fondato nel 1882-3 un quartetto (con Fischer, Ruzitska e Buxbaum) con il quale fu interprete incomparabile del repertorio classico e moderno e il divulgatore più importante delle opere di Schönberg. Antonín Dvořák - Sestetto op. 48 È una composizione del 1878 per la quale Brahms rinnovò il proprio entusiasmo: "Il meglio che un musicista deve avere, tutto ciò lo possiede Dvorák". E parlando proprio del Sestetto "è infinitamente bello ... la sua inventiva è straordinaria, così come la sua freschezza e la sua bellezza sonora" (lettera del 1878 a Simrock). È il Quartetto Joachim a darne la prima esecuzione a Berlino il 9 novembre 1879 (preceduta da una esecuzione privata il 29 luglio) e poi a Londra nel 1880 alla St. Jame’s Hall. È l’autore stesso a sottolineare certi caratteri popolari che lo avvicinano negli ultimi tre tempi "alle danze slave e alle rapsodie slave" (lettera a Simrock del 1879). Nel sestetto troviamo infatti la Dumka e il Furiant. La Dumka (Duma) è un tipo di canto popolare slavo, originario della Russia, avente carattere narrativo e con subitanei cambiamenti d’umore. Il Furiant è una danza boema molto vivace con 3 battute in 2/4 e 2 batture in ¾ con accenti sul tempo debole. Antonín Dvořák - tra due mondi Auryn Quartet - Jens Oppermann, violino - Lars Anders Tomter, viola - Christian Poltéra, violoncello VENERDÌ 27 MAGGIO Zoltán Kodály (1882 – 1967) Duo op. 7 per violino e violoncello Allegro serioso, non troppo Adagio Maestoso e largamente, ma non troppo lento Presto Antonín Dvořák (1841 – 1904) Quartetto in fa maggiore op. 96 “Americano” Allegro ma non troppo Lento Molto vivace Finale (Vivace ma non troppo) *** Johannes Brahms (1833 – 1897) Sestetto n. 2 in sol maggiore op.36 Allegro non troppo Scherzo - (Allegro non troppo) Poco Adagio - Poco Allegro Auryn Quartet - Jens Oppermann, violino - Lars Anders Tomter, viola - Christian Poltéra, violoncello Zoltán Kodály - Duo op. 7 Il Duo op. 7 si fonda sull’adozione di moduli compositivi di derivazione folcloristica: il rubato parlando delle melodie e l’ostinato dei movimenti di danza. Kodaly scrisse il Duo op. 7 nell’estate 1914 in Svizzera, alla vigilia della prima guerra mondiale; "abbiamo dovuto – scrisse a Jëno Léner, il violinista dell’omonimo famoso quartetto d’archi – completare la tappa finale del nostro viaggio verso il confine svizzero con una macchina a noleggio, perchè la Svizzera si stava mobilitando. Fummo costretti a rimanere qualche giorno in un villaggio di confine austriaco. Qui ebbi improvvisamente l’ispirazione e la prima idea del Duo. Non avevo mai pensato prima di poter scrivere per una simile combinazione strumentale; A Feldkirch non si trovava carta da musica e scrissi il primo movimento, che è rimasto praticamente immutato, sui fogli di un libro di scuola. Il Duo nacque da questo tipo di esperienza. Se altri vorranno vedere in esso anche un vago sentore della guerra incombente o della indescrivibile grandezza delle immense montagne, rimane una questione aperta". Il Duo op. 7, con la sonata op. 8 per violoncello solo, è uno dei primi successi nella carriera internazionale di Kodaly. E. Hertzka lo pubblica (Universal, Wien) nel 1922 ed è eseguito al festival della SIMC a Salisbugo (la prima esecuzione ungherese è del 1918 in una serata monografica che comprendeva anche la sonata op. 8, i Lieder op. 6 e il quartetto op. 10). Antonín Dvořák - Quartetto op. 96 “Americano” Dei Quartetti di Dvořák il Quartetto op. 96 è di gran lunga il più noto ed anzi è uno dei quartetti del repertorio che hanno acquisito la più vasta popolarità.Gli schizzi della composizione risalgono al giugno 1893, nei giorni fra l’8 e il 10, un lavoro che Dvořák conclude entro il mese nel suo soggiorno di vacanze estive a Spillville, una piccola città dello Iowa in America. Il responsabile della corale della chiesa di San Venceslao, patrono del luogo, non è altro che il padre di Josef Kovarik, un giovane violinista ceco che Dvořák aveva portato con sé come segretario e assistente. Qui a Spillville Dvořák ritrova così presso gli emigranti cechi le sue radici nazionali e scopre al tempo stesso la musica dei negri, i loro canti di preghiera così come i canti di festa o di dolore. Il Quartetto è noto anche per questo con il titolo di “Americano”. Diverse sono le suggestioni che troviamo nel Quartetto: quella della natura, del ruscello presso il quale Dvořákera solito passeggiare alle 4 di mattina ma ancora la stilizzazione del canto degli uccelli che Dvořák ricordò esplicitamente così come c’è un richiamo alla scrittura organistica, lo strumento al quale Dvořák componeva nella chiesa del paese dopo il rientro dalle sue passeggiate mattutine. C’è poi una testimonianza del figlio di Dvořák, Otakar, che ci parla del contatto del compositore con le popolazioni indiane che danzarono e fecero musica per lui più di una volta. Fu il Quartetto Kneisel (F. Kneisel, O. Roth, L. Svecenski, A. Schroeder) ad eseguire l’op. 96 a Boston il 1 gennaio 1894. La composizione fu edita a Berlino nello stesso anno da Simrock, l’editore a cui Dvořák era stato presentato da J. Brahms. E quando Simrock si decise a pubblicarlo si rivolse a Brahms per la correzione delle bozze. Una ulteriore testimonianza dell’amicizia di Brahms nei confronti di Dvořák. Johannes Brahms - Sestetto op. 36 La composizione del secondo Sestetto venne intrapresa quattro anni dopo il completamento del primo (1864): anche in questo caso, durante il periodo estivo, trascorso in parte ad Amburgo, in parte a Baden-Baden. In quest’ultima località vennero ultimati i primi tre movimenti, seguiti dall’ultimo nel mese di maggio del 1865. Senza dubbio il ridente paesaggio boschivo non mancò di stimolare un’ispirazione diffusamente poetica e pastorale, pur variamente ombreggiata da assorti ripiegamenti, connessi all’esplicita rievocazione della relazione amorosa con Agathe von Siebold, relazione che venne inspiegabilmente interrotta dal musicista – non senza rimpianti da parte di entrambi – agli inizi del 1859, tanto che quest’opera verrà spesso indicata con il titolo “Agathe- Sextett”. La partitura dei primi tre movimenti venne inviata a Clara Schumann, che Antonín Dvořák - tra due mondi Auryn Quartet - Matthias Lingenfelder, violino - Lars Anders Tomter, viola - Christian Poltéra, violoncello SABATO 28 MAGGIO Krzysztof Penderecki (1933) Ciaccona (in memoria Giovanni Paolo II) per violino e viola - Adagio Antonín Dvořák (1841 – 1904) Quintetto in mi bemolle maggiore op. 97 Allegro non tanto - Allegro vivo, Minore (Un poco meno mosso) - Larghetto, Var. I Un poco più mosso, Var. II Poco più mosso, Var. III, Var. IV Poco meno mosso, Var. V Un poco più mosso, Meno mosso, Maggiore - Finale (Allegro giusto) *** Petr Il’ic Čaikovskij (1840 – 1893) Souvenir de Florence, sestetto in re minore op.70 Allegro con spirito Adagio cantabile e con moto Moderato, Tempo I Allegretto moderato Allegro vivace Auryn Quartet - Matthias Lingenfelder, violino - Lars Anders Tomter, viola - Christian Poltéra, violoncello Krzysztof Penderecki - Ciaccona in memoria Giovanni Paolo II Penderecki trascrisse la sua Ciaccona (in memoria Giovanni Paolo II) nel 2009 per violino e viola. E in questa versione fu eseguita il 9 settembre 2009 da Janine Jansen e Julian Rachlin al Festival di Dubrovnik (Croazia). Nella versione originale essa è una parte del Requiem Polacco. Il Requiem Polacco è una composizione (work in progress) iniziata nel 1980 con il Lacrimosa dedicato a Lech Walesa. Altri movimenti successivi furono dedicati alle vittime di Auschwitz e della rivolta di Varsavia del 1944. La Ciaccona per soli, due cori e orchestra è del 2005. Antonín Dvořák - Quintetto op. 97 Dal settembre 1892 all’aprile 1895 Antonin Dvořák è in America dove è direttore del Conservatorio nazionale di musica di New York. Il Quintetto op. 97 è la terza opera composta in America dopo la Sinfonia “Dal nuovo mondo” e il Quartetto op. 96 “Americano”. Il Quintetto fu composto in un mese nel 1893 nella cittadina di Spillville nello Iowa, una regione abitata prevalentemente da emigrati cechi. La calma e il silenzio della natura ed il fascino della campagna - in contrasto potente con le sensazioni precedenti della caotica vita di città - impressionarono profondamente Dvořák che dà a questa musica da camera il sentimento di una intimità particolare e al tempo stesso gaiezza e varietà, unitamente ai ricordi più o meno frequenti della patria lontana; per quel che riguarda in particolare il quintetto, è da ricordare anche l’influenza di un incontro fortuito con una coppia di musicisti e danzatori indiani. La vicinanza alla Sinfonia “Dal nuovo mondo” spiega anche alcuni tratti comuni come la scala pentatonica, la sensibile abbassata nel tono minore, i ritmi puntati e sincopati derivati dalla musica americana e dei Pellerossa. La prima esecuzione del Quintetto ebbe luogo il 1° gennaio 1894 con il Quartetto Kneisel (F. Kneisel, O. Rot, L. Svecenski, A. Schroeder, con M. Zach seconda viola) in un concerto a New York alla Carnegie Hall in un programma che comprendeva anche il Quartetto op. 96 e il Sestetto op. 48. Il 10 ottobre 1894 ebbe luogo la prima esecuzione a Praga, con il Quartetto Boemo (Hoffmann, Suk, O. Nedbal, H. Wihan, con F. Lachner seconda viola). Otakar Sourek Petr Il’ic Čaikovskij - Souvenir de Florence, sestetto op.70 Gli abbozzi furono eseguiti tra la fine di giugno e i primi di luglio 1890 (ma il progetto risaliva al 1887), la partitura venne scritta tra il 26 luglio e il 6 agosto: una prima esecuzione privata, a Pietroburgo, ebbe luogo il 7 dicembre 1890, presenti Glazunov, Ljadov e Laroche; seguì una esecuzione pubblica il 10 dicembre, nella stagione della Società di Musica da Camera. Čaikovskij rielaborò il sestetto, soprattutto i due ultimi movimenti, fra il 12 dicembre 1891 e il 28 gennaio 1892: la prima in pubblico di questa versione definitiva ebbe luogo, a Pietroburgo, il 6 e il 7 dicembre 1892. Con due diversi primi violini: Leopold Auer e Evgenij Albrecht. La scelta del complesso di sei strumenti ad arco nell’organico di tre coppie formato rispettivamente da violini, da viole e da violoncelli nacque dalle esperienze giovanili (Andante ma non troppo per quintetto d’archi, Allegro ma non tanto per orchestra d’archi), ma anche dal modello dei due sestetti di Brahms: il problema principale, secondo una testimonianza dello stesso Čaikovskij, consisté nell’equilibrio fra gli strumenti. Scrisse infatti a Modest: “Sono ostacolato non dalla mancanza di idee ma dalla novità della forma. Devono essere sei parti indipendenti e nello stesso tempo omogenee”. A Siloti comunicò che la composizione, pensata per orchestra, era stata poi ridotta all’organico del sestetto. Quanto al sottotitolo Souvenir de Florance le ipotesi sono due: il riferimento al soggiorno fiorentino durante il quale era stata composta rapidamente La dama di picche, oppure lo stile italianizzante del secondo movimento. Claudio Casini/Maria Delogu 1993 Auryn Quartett Matthias Lingenfelder, violino Jens Oppermann, violino Stewart Eaton, viola Andreas Arndt, violoncello Auryn - l’amuleto della “Storia Infinita “ di Michael Ende - dà a chi lo porta ispirazione e aiuto nel trovare la via dei propri desideri. L’amuleto ha dato il nome a quattro giovani musicisti che nel 1981 decisero di portare avanti la strada artistica assieme come quartetto d’archi. Già l’anno dopo il Quartetto Auryn si affermò in importanti concorsi come il Concorso ARD di Monaco di Baviera e l’International String Quartet Competition di Portsmouth in Inghilterra e nel 1987 ricevette il primo premio al Concorso delle Radio Europee. Il modo di suonare del quartetto si è formato prima di tutto nello studio a Colonia con il leggendario Quartetto Amadeus. A questa scuola si è affermato il principio di un suono quartettistico omogeneo con una brillantezza leggermente dominante del primo violino. Nello studio successivo con il Quartetto Guarneri, gli Auryn hanno curato soprattutto l’idea della trasparenza, del contrasto e della individualità delle voci. La tensione tra questi due opposti ideali del fare musica (omogeneità del suono vs individualità delle voci) è stata la prova del fuoco per il Quartetto Auryn che si è velocemente imposto ai vertici della scena internazionale quartettistica. Da allora il Quartetto si è esibito in tutti i centri nodali della vita musicale internazionale e nei festivals più rinomati: Lockenhaus, Gstaad, Bregenz, Lucerna, Kuhmo, Schleswig-Holstein, Beethovenfest, Berliner Festwochen, Salisburgo, Edinburgo, delle Fiandre. Accanto alle regolari tournées negli Stati Uniti, la formazione ha suonato in Russia e nell’America del Sud, in Australia e in Giappone. Il Quartetto Auryn ha in repertorio quasi tutta la letteratura quartettistica fino a quella moderna; pochi sono i Quartetti che hanno un repertorio così ampio. Ciò è testimoniato da cicli di concerti realizzati con la musica da camera di Mendelssohn e Schumann alla Tonhalle di Düsseldorf, con i 68 Quartetti di Haydn a Colonia e a Padova per gli Amici della Musica, con le Schubertiadi e Brahmsiadi a Amburgo e con il ciclo beethoveniano alla Wigmore Hall di Londra, a Washington, a Amburgo e a Padova nel 2006. A ciò si aggiungano le prime esecuzioni di compositori come Brett Dean, Berthold Goldschmidt, Cristóbal Halffter, György Kurtág, Wolfgang Rihm e Matthias Pintscher. Da sempre il Quartettto si è aperto alla collaborazione con significativi musicisti come: Menahem Pressler, Nobuko Imai, Christine Schaefer, Gérard Caussé, Eduard Brunner, Tabea Zimmermann, Boris Pergamenschikov, Dietrich Fischer-Dieskau, Alexander Lonquich, Peter Orth, Michael Collins, Sharon Kam. Nella Stagione 2013/14 gli Auryn sono stati “Artists in Residence” presso la Filarmonica di Duisburg. Momenti importanti di questa stagione artistica sono state le tournée in Italia, Cile, Colombia, USA, i concerti per il Festival di Dresda e quelli con Ruth Ziesak (soprano) a Parigi e Bruxelles. Per il 25° anniversario dell’Unità Tedesca nella stagione 2015/16 il Quartetto è stato impegnato con il Quartetto Klenke. Da segnalare inoltre i concerti al Festival di Lucerna e al Konzerthaus di Vienna, per il 35° anniversario del Quartetto. Dal 2002, la collaborazione con la casa discografica Tacet è stata premiata con un Diapason D’Or per l’integrale dei quartetti di Schubert, con il Preis der Deutschen Schallplattenkritik per le opere di Hugo Wolf e con il CD Classic Award per i quartetti di Beethoven. Tacet ha pubblicato anche l’integrale dei quartetti di J. Haydn (Echo Klassik 2009 e Deutsche Schallplattenkritik 2011) e, nel 2016, l'integrale dei Quintetti di Mozart con Nobuko Imai. Accanto alle Master Class in Germania e all’estero, i musicisti del Quartetto svolgono dal 2003 attività didattica di musica da camera presso la Musikhochschule di Detmold. Il quartetto realizza un proprio Festival "Incontri Internazionali di Musica da Camera Cittá di Este" nella suggestiva cornice dei Colli Euganei e dal 2010 è responsabile artistico del Festival "Musiktage Mondsee" nel salisburghese. Il prestigio del Quartetto gli ha valso l’opportunità di poter avere quattro strumenti straordinari. Matthias Lingenfelder suona uno Stradivari del 1722 che fu di Joseph Joachim, Jens Oppermann un Petrus Guarneri del Quartetto Amadeus, Stewart Eaton una viola Amati del 1616 (già del Quartetto Koeckert) e Andreas Arndt il violoncello Niccolò Amati che aveva il Quartetto Amar (il quartetto in cui suonava Paul Hindemith). Matthias Lingenfelder, violino È nato nel 1959 ed ha iniziato lo studio del violino a sette anni. Dopo essersi formato alla scuola di Max Rostal e Gérard Poulet nel 1981 ha fondato il Quartetto Auryn. Accanto alla sua attività come primo violino del Quartetto Auryn, Matthias Lingenfelder ha coltivato anche quella solistica (con orchestra e con pianoforte) ed è stato Konzertmeister della Chamber Orchestra of Europe. Ha insegnato alla Musikhochschule di Colonia e dal 2007 è Professore di Musica da camera per archi alla Hochschule für Musik di Detmold. Jens Oppermann, violino É nato nel 1960ed ha iniziato lo studio del violino a otto anni con Marianne Petersen, proseguendo poi con il prof. Ziolkowsky, il prof. Heiberg e Gérard Poulet a Parigi. Per la musica da camera è stato allievo di Josef Vlach. Numerosi i premi ottenuti durante la sua formazione: da quelli di Jugend Musiziert, a quello dell’Orchestra NDR di Amburgo, della Fondazione Ritter, della Fondazione Söring, e, nel 1978/7, il Dr. Körber Preis. Primo premio al Concorso di Colmar nel 1975 con il quartetto di cui faceva parte. Membro dell’Orchestra giovanile tedesca, poi della Junge Deutsche Philarmonie, di cui è stato anche violino di spalla, dell’Orchestra dell’Opera di Amburgo e nel 1981 della Orchestra Giovanile Europea (ECYO). Ha collaborato con la Chamber Orchestra of Europe (COE) sotto la direzione di Claudio Abbado. Fondatore del Quartetto Auryn nel 1981. Dal 2007 è Professore di musica da camera per archi alla Hochscule fuer Musik di Detmold. Lars Anders Tomter, viola Norvegese, Lars Anders Tomter ha studiato con M. Rostal e S. Végh, ottenendo il premio per la miglior interpretazione del concerto per viola di Bartók al Concorso di Budapest del 1984, e meritando il primo premio al Concorso Maurice Vieux di Lille nel 1986. Nel corso delle stagioni 2008/09 e 2009/10, l’interprete ha presentato 4 concerti per viola e orchestra a lui dedicati e scritti da Ragnar Söderlind, Erkki-Sven Tüür, Rolf Wallin e Anders Eliasson. La carriera internazionale di Lars Anders Tomter è iniziata nel 1987/88 con una tournée in USA ed Europa con l’Orchestra da Camera Norvegese e la direzione di I. Brown. L’artista è stato ospite di famose orchestra quali e ha collaborato con celebri direttori. Lars Anders Tomter è ospite regolare di importanti Festival quali i BBC Proms, Lockenhaus, Kissingen Summer, Festival "Musiktage Mondsee", Schleswig-Holstein, Schwetzingen, Styriarte, Verbier. Il repertorio dell’artista include tutto il repertorio dello strumento, anche quello contemporaneo, inciso per le etichette Simax, Naxos, Virgin Classics, NMC, Somm e Chandos. Lars Anders Tomter è professore all’Accademia di Stato di Oslo e supervisore della sezione dedicata ai migliori talenti. Suona una viola di Gasparo da Salò del 1590. Christian Poltéra ,violoncello Nato a Zurigo nel 1977, Christian Poltéra ha studiato con N. Chumanchenco e B. Pergamenschikow e successivamente con Heinrich Schiff a Vienna. Oltre alle numerose apparizioni come solista con orchestre di grande prestigio, l’artista coltiva un forte interesse per la musica da camera esibendosi con musicisti quali C. Tetzlaff, G. Kremer, L. Kavakos, M. Uchida, K. Stott, L. Vogt, L. O. Andsnes e i quartetti Auryn, Zehetmair e Guarneri. E’ospite frequente dei Festival più prestigiosi: Salisburgo, Lucerna, Berlino, Vienna e Londra. La sua discografia include i concerti di Dvorák, Schnök e Toch e autori quali Prokofiev, Fauré e Schubert. Nel 2004 Poltéra ha ricevuto il Borletti-Buitoni Award ed è stato scelto dalla BBC come Artista della Nuova Generazione. Nel 2006/7 Christian Poltéra è stato nominato dalla European Concert Hall Organisation (ECHO) “Rising Star”, assieme alla pianista Polina Leschenko. Peter Orth, pianoforte Il primo premio al Concorso internazionale Naumburg e i debutti alla Carnegie Hall e al Lincoln Center hanno segnato l’inizio della carriera internazionale. Compiuti gli studi alla Juilliard School si è perfezionato con R. Serkin al Festival di Marlboro, aggiudicandosi i premi Shura Cherkassky e Fanny Peabady. E’ stato ospite delle maggiori orchestre americane suonando sotto la direzione di J. Conlon, C. Dutoit, Z. Metha, L. Slatkin, R, Leppard e A. Ceccato. Ha partecipato ai festivals di Ravinia, di Aspen, di Marlboro, di Kuhmo. Dopo essersi trasferito a Colonia nel 1991, si è fatto apprezzare alla Wigmore Hall, al Concertgebouw, a Firenze, al Festival pianistico della Ruhr, all’Expo di Hannover, alla Filarmonica di Colonia e alla Tonhalle di Düsseldorf. Nell’estate del 2001 ha inaugurato il Festival internazionale Oleg Kagan di Kreuth (Germania), su invito di N. Gutman. Peter Orth si esibisce da dieci anni con il Quartetto Auryn con il quale ha inciso i due quintetti di Fauré per la CPO, premiati nel 1998 dalla rivista London CD come miglior incisione di musica da camera dell’anno e il quintetto op. 34 di Brahms. Peter Orth ha collaborato con i violinisti J. Laredo e P. Carmirelli, i violoncellisti G. Faust (primo violoncello dei Berliner Philarmoniker), N. Gutman e J. Krosnik del Quartetto Julliard. Dal 2010 è professore titolare alla Hoschschule di Detmold.