sabato 17 dicembre 2011 ore 17 Ridotto del Teatro un quartetto italiano e un chitarrista spagnolo ... Pedro Garcia Lopez de la Osa chitarra Quartetto Arquà violini Giacomo Catana, Maria Giulia Calcara viola Luigi Capini, violoncello Irene Zatta Gaetano Donizetti Quintetto per archi con chitarra in Do maggiore Larghetto/Allegro Andante/Allegretto Allegro Largo/Allegretto Larghetto/Allegretto/Finale Andante/Allegro quasi Presto/Minore/Finale Rafael Rodriguez Albert Quartetto in Re maggiore Allegro assai/Poco meno mosso/Meno mosso Adago sostenuto/Poco più animato Allegretto poco mosso/Trio/Allegretto e Rondò Luigi Boccherini Quintetto n. 4 in Re maggiore per corda e chitarra G. 448 [“Fandango”] Pastorale Allegro maestoso Grave assai/Fandango CONCERTO REALIZZATO DAI BIENNI SUPERIORI DEL CONSERVATORIO FRESCOBALDI DI FERRARA Ancora un appuntamento da camera di rango al Ridotto, protagonista questa volta la chitarra di Pedro Garcia Lopez de La Osa in collaborazione con il Quartetto Arquà. Con gli archi di Giacomo Catana, Maria Giulia Calcara, Luigi Capini e Irene Zatta, il chitarrista spagnolo proporrà un pomeriggio di ascolto facile e immediato, curato dai Bienni Superiori del Conservatorio di Ferrara con il coordinamento di Achille Galassi. Si parte dall’ampio e articolato Quintetto in Do maggiore di Gaetano Donizetti, prolificissimo nel comporre opere liriche ma anche musica da camera per molti organici, alcuni dei quali inusuali, per arrivare al Fandango di Luigi Boccherini. Non si ha altro esempio di un compositore non chitarrista che si occupi della chitarra come lui nel Settecento. L’occasione è rappresentata dal mecenate Marchese di Bénavent, appassionato di uno strumento che stava diventando sempre più conosciuto in Spagna. Con il Fandango gioiello di mescolanza tra una melodia di origine popolare, ritenuta danza volgare al punto da essere inviso e addirittura proibito dall’Inquisizione, e la raffinatezza di una composizione da camera per la corte - Boccherini rende un grande omaggio alla nazione che lo ha ospitato scrivendo probabilmente la danza più bella di tal genere. Completerà il concerto un Quartetto di Rafael Rodriguez Albert, scritto a cinquant’anni d’età nel 1952. Un autore nato ad Alicante e affermatosi poi come pianista e compositore a Valencia e a Parigi, a contatto col Gruppo dei Sei. Molto apprezzato ed eseguito in patria, si segnala tra i compositori spagnoli che meglio seppero sottrarsi al Pittoresco andaluso grazie ad uno studio assiduo del passato spagnolo, del folklore del paese natio e all’influenza francese, che però appare solamente in pochi lavori giovanili.