LEZIONE 3 DOTT. CARBONE cranio encefalo La TC è l’esame di base della maggior parte delle patologie cranio encefaliche, permette quindi di vedere tramite un’elevata risoluzione di contrasto di evidenziare gran parte di strutture endocraniche, di differenziare sostanza grigia da sostanza bianca, di riconoscere spazi liquorali, vasi arteriosi, venosi e strutture ossee, in particolare nel pz politraumatizzato, ed è una diagnostica usata in prima istanza nelle fasi acute di ictus cerebrale e nei traumi cranio encefalici. I moderni apparecchi TC spirali multistrato in pochi secondi consentono un’acquisizione volumetrica delle strutture cranio encefaliche mediante scansioni sottili e poi la possibilità di ricostruzioni post processing. Il principio di una TC consiste nella combinazione del movimento di rotazione del tubo radiogeno con una continua emissione di raggi x e simultaneamente avanzamento del lettino porta paziente, ne consegue che il tubo radiogeno compie una traiettoria elicoidale intorno al volume corporeo che vogliamo esaminare. I piani di scansione che utilizziamo per uno studio TC cranio encefalico di base sono: piani di scansione assiali e coronali, soprattutto, per limitare artefatti presenti in alcune sedi: come in fossa cranica posteriore, in particolare a livello del ponte, e la fossa cranica media a livello dei lobi temporali, tutto questo allo scopo di soddisfare le varie esigenze diagnostiche, è importante che la tecnica venga eseguita in modo accurato, rigoroso, e quindi si deve tener conto di più di un parametro. Il posizionamento del pz, per acquisire scansioni assiali il pz verrà posizionato in decubito supino, con la testa opportunamente immobilizzata, si possono utilizzare anche delle bande adesive sopra la testa, per evitare movimenti di rotazione del capo, e sopra il mento per evitare che vi siano movimenti di flessione a livello del capo; per le scansioni coronali, invece, vengono acquisite con pz in decubito supino o meglio prono, e con la testa immobilizzata in iperestensione, questi pz di solito sono pz traumatizzati, e quindi non permettono una perfetta collaborazione per un corretto posizionamento. Oggi le coronali quasi sempre si ricostruiscono dalle assiali, però se abbiamo uno specifico quesito clinico, dobbiamo saperlo posizionare, che è sempre meglio un’acquisizione diretta che un post processing. La centratura, c’è l’apposito centratore luminoso che deve far si che il cranio sia perfettamente verticale cioè non ruotato sul piano assiale di scansione e che sia perfettamente allineato all’asse maggiore del corpo, braccia addotte, distese, al corpo e cranio allineato al resto del corpo, non abboccato, dritto, verticale. Il criterio di correttezza è far sì che il fascio luminoso sia posizionato al di sotto del bordo inferiore delle cavità orbitarie. Un errore di centratura potrebbe poi comportare un disassamento delle strutture pari: un’orbita sarà + in basso una + in alto, i meati, le branche montanti la mandibola non sono allineati; quindi l’importante è avere la testa simmetrica rispetto al resto del corpo e viene verificato facendo uno scout in LL, comprendente il cranio e sempre poi una parte del rachide cervicale. La perfetta lateralità viene raggiunta quando le strutture pari: i tetti orbitari, le branche della mandibola e i meati acustici esterni risultano perfettamente sovrapposti e allineati, quindi ne vediamo uno solo. L’inclinazione e l’orientamento degli strati, viene determinata attraverso dei punti di repere sullo scannogramma. La scelta del piano di scansione è data dalla possibilità d’inclinazione del gantry; abbiamo delle TC che possono variare di + o – 30° l’inclinazione del gantry. Le scansioni assiali dirette vengono scelte sulla base della struttura anatomica di interesse; il piano che viene più frequentemente utilizzato nello studio cranio encefalico di base è soprattutto quello al quale fanno riferimento per l’inclinazione degli altri piani è il Piano Orbito- Meatale. Il piano orbito-meatale sullo scout in LL passa per il canto esterno, centro, dell’orbita e per il centro del meato acustico esterno. Piano principale. Il piano sotto-orbito-meatale o di Francoforte: passa per il pavimento orbitario e per il margine superiore del meato acustico esterno: piano parallelo al palato duro, e viene inclinato di 15 gradi in meno rispetto al piano orbito-meatale. Indicato soprattutto per lo studio delle rocche petrose e dei lobi temporali, e massiccio facciale. Il piano neuro-oculare passa per il pavimento orbitario e per il limite superiore del padiglione auricolare, è orientato di -20° rispetto al piano orbito-meatale. Indicato per lo studio assiale delle orbite. Piano parallelo al decorso dei nervi ottici. Il piano sopra-orbito-meatale passa per il tetto dell’orbita e per centro del meato acustico esterno, orientato di + 15° rispetto al piano orbitomeatale. Indicato soprattutto per lo studio della fossa cranica posteriore. Il piano di Towner , inclinato di 25° in+ per lo studio della fossa cranica posteriore. Le scansioni coronali dirette sono indicate per la patologia delle orbite, rocche petrose o ipofisi. Importante è il piano coronale ortogonale al piano neuro-oculare per lo studio delle orbite, facciamo una linea perpendicolare al piano neuro-oculare e quindi avremo delle scansioni coronali per lo studio delle orbite, rocche petrose e ipofisi. Se il quesito clinico è specifico per le orbite noi non lo mettiamo proprio supino il pz, lo mettiamo prono in coronale e facciamo questo piano qua. Quell’altro piano è che quando cmq ti serve il cranio normale, assiale, però voglio vedere qualcosa in particolare sulle orbite, e cerco di creare un compromesso, cioè gliela fai assiale, però gliela fai anche in maniera tale che le orbite si vedono bene. I parametri tecnici di una TC sono: lo spessore di strato, l’intervallo tra gli strati o avanzamento del lettino porta paziente, il kilovoltaggio, il milliamperaggio, il tempo di esposizione, il FOV, la matrice e la dose radiante i primi 4 sono variabili ma interdipendenti, cioè è possibile programmare vari protocolli di scansione e memorizzarli poi sull’apparecchio TC in modo da poterli utilizzare nello studio delle varie patologie. Non tutti gli esami vengono eseguiti con lo stesso milliamperaggio, kilovoltaggio, intervallo di strato e spessore di strato non sono standard ma sono variabili. Quando si modifica il kilovoltaggio o lo spessore di strato, per evitare artefatti o per migliorare la qualità delle immagini. Lo spessore di strato viene scelto in rapporto al volume e alla struttura che dobbiamo esaminare e alle caratteristiche densitometriche della patologia ricercata: può variare da un minimo di 1 mm ad un massimo di 10 mm. Nello studio cranio encefalico di base vengono impiegati spessori di strato di 5 mm. Lo si cambia a seconda del quesito clinico o della regione che vogliamo studiare. L’intervallo tra gli strati o avanzamento del lettino porta paziente è scelto pari o inferiore allo spessore di strato che è stato selezionato Field of view (FOV) il campo di vista. Abbiamo un FOV di acquisizione e un FOV di ricostruzione. FOV di acquisizione corrisponde al diametro della superficie corporea acquisita durante tutta la scansione. FOV di ricostruzione corrisponde al diametro dell’area che vogliamo ricostruire. Una cosa acquisire con FOV + grande e un’altra cosa è fare lo zoom, perché cambia il pixel. Generalmente nello studio cranio encefalico di base il FOV di ricostruzione coincide col FOV di acquisizione, quindi sono 20/25 cm; ad es nello studio particolare della sella turcica, per studiare l’ipofisi, per lo studio delle orbite o delle rocche petrose, è + piccolo il FOV di ricostruzione perché vogliamo uno studio + dettagliato della regione che ci interessa. Es l’ipofisi facciamo un FOV di ricostruzione piccolissimo. Kilovoltaggio, milliamperaggio e tempo di esposizione vengono scelti a seconda della regione anatomica che vogliamo studiare e in maniera indipendenti l’uno dall’altro. L’incremento del milliamperaggio determina una maggiore risoluzione di contrasto, quindi migliore qualità delle immagini, il tempo corrisponde al tempo impiegato dal tubo per compiere la rotazione di 360° intorno al pz, influenza anche questo la qualità delle immagini, se diminuiamo il parametro T aumenterà il rumore di fondo, le immagini verranno + artefattate, invece, l’aumento del parametro T comporterà una migliore risoluzione di contrasto. Tempo di acquisizione breve per pz poco collaboranti, anche se aumentiamo artefatti di acquisizione ma diminuiamo quelli da movimento. Aumentare KV e Ma significa migliorare la risoluzione di contrasto, anche aumentare il tempo. Ma qual è la differenza tra aumentare kilovoltaggio e milliamperaggio ed aumentare il tempo? Un conto è aumentare, mando + raggi, quindi ho + dato, aumento il numero di radiazioni con tutti gli artefatti che ne determina e tende ad annullare le minime differenze di densità. Dipende sempre dal quesito clinico cambiare questi 3 parametri. La matrice è diversa a seconda delle apparecchiature, tanto + grande è il valore della matrice, tanto maggiore è la ricostruzione di contrasto e quindi migliorerà la definizione delle immagini. La dose radiante è funzione del valore del kilovoltaggio e del milliamperaggio, del parametro T, dello spessore e dell’intervallo di strato, quindi è funzione di tutti gli altri parametri. L’aumento della dose radiante comporterà una maggiore risoluzione della densità, ma anche una maggiore esposizione alle radiazioni ionizzanti. Il PITCH cioè il passo di scansione e il numero degli strati consentiti all’apparecchiatura sono altri 2 parametri che dobbiamo tenere in considerazione per quanto riguarda le TC spirali multistrato. Il pitch è il rapporto tra la velocità del tavolo e lo spessore di collimazione moltiplicato per il tempo di rotazione del tubo radiogeno. Il numero degli strati consentiti all’apparecchiatura che varia in funzione all’apparecchiatura che abbiamo a disposizione, nelle TC di ultima generazione può arrivare anche a 128 strati, le TC flash. L’intervallo di ricostruzione è la distanza tra le immagini poi successivamente ricostruite. Poi dobbiamo anche tener conto della rappresentazione delle immagini sulla workstation, perché ad es si utilizzano e valori di livello e ampiezza finestra stretti per notare le minime differenze di densità: ad es per lo studio parenchimale. Se invece vogliamo studiare l’osso, ad es in pz politraumatizzati che hanno fratture ad es della teca cranica, ricorreremo a finestre + ampie, quindi per l’osso. Come viene eseguito uno studio Tc cranio encefalico di base? Viene acquisito dalla base cranica fino al vertice. Le regioni cranio encefaliche di base sono: Romboencefalo, Mesencefalo, Diencefalo e Telencefalo. Romboencefalo è composto dal: bulbo, ponte e cervelletto. Mesencefalo che è posto subito sopra il ponte. Diencefalo di cui fanno parte il 3° ventricolo (in cui insieme agli altri passa il liquor cefalo rachidiano e poi va negli spazi sub-aracnoidei), il talamo, l’ipotalamo e la ghiandola pineale o epifisi. Telencefalo che è composto dai 2 emisferi cerebrali, dalle formazioni interemisferiche, ad es il corpo calloso che si trova proprio al centro dei 2 emisferi cerebrali e permette le interconnessioni tra un emisfero e un altro e poi i ventricoli laterali. Il 4° ventricolo si trova posteriormente al ponte e al bulbo. Uno studio cranio encefalico di base lo facciamo SMDC, il 3° ventricolo è ipodenso perché ci passa il liquor cefalo rachidiano. Abbiamo 2 ventricoli laterali, uno in ciascuno emisfero, sono connessi al 3° ventricolo. Il 3° ventricolo collocato in posizione mediana tra i 2 emisferi,comunica tramite un lungo canale, detto acquedotto mesencefalico o di Silvio, con il 4° ventricolo, poi spazi sub-aracnoidei: liquor prodotto dai plessi corioidei. I corni frontali dei ventricoli laterali, e la ghiandola pineale(epifisi) risulterà iperdensa, perché calcifica. Una buona TC SMDC abbiamo una buona differenziazione tra sostanza bianca e sostanza grigia. GRIGIA= corteccia cerebrale. BIANCA= fibre nervose, mielina. Osso. Talamo, queste strisce un po’ + ipodense sono le capsule: capsula interna, esterna ed estrema con i nucei della base( sono strutture grigie) caudato putamen e pallido. L’emisfero cerebrale è suddiviso in lobi, abbiamo numerose scissure che percorrono gli emisferi cerebrali e delimitano quindi i vari lobi encefalici: lobo frontale, lobo parietale, lobo temporale e lobo occipitale. Le 3 scissure + profonde sono la scissura di Rolando( tra frontale e parietale), la scissura di Silvio( tra lobo temporale e frontale/parietale) e la scissura Calcarina( divide il lobo occipitale dal resto). Scissura interemisferica(divide i 2 emisferi) e ghiandola pineale sono iperdense alla TC SMDC. Indicazioni dello studio cranio encefalico di base: per la patologia cranio encefalica traumatica per evidenziare eventuali ematomi intra o extra cerebrali e poi nel pz politraumatizzato per studiare eventuali fratture della teca cranica, della base cranica o del massiccio facciale. (finestra per osso che esalta appunto le ossa. Ossa del cranio 8: frontale parietali temporali occipitale sfenoide ed etmoide. Suture: coronale, sagittale e lambdoidea) Sospetto di patologia cerebrovascolare acuta: ischemica o emorragica, la TC permette quindi un’immediata diagnosi differenziale tra emorragia ed ictus, e poi ci permette di individuare anche ESA, che risulterà iperdensa( cioè il sangue va a raccogliersi negli spazi liquorali sub-aracnoidei); oppure emorragia intraparenchimale, il sangue apparirà iperdenso rispetto al restante tessuto cerebrale normale. Per quanto riguarda l’ictus, la TC nelle prime 24 ore non permette una precisa individuazione dell’area di ipodensità, quindi dell’area infartuata, ma solo successivamente la densità del tessuto cerebrale si modifica perché c’è l’edema citotossico dato appunto dall’infarto e quindi avremo una ipodensità parenchimale nella zona colpita dall’ictus. Per cui si fanno dei controlli seriati al pz, anche se il pz ha la sintomatologia propria dell’ictus e la TC sarà negativa, appunto poi facciamo un ulteriore controllo dopo 24 ore perché potrebbe venir fuori l’area di ipodensità. Lo studio TC con MDC è indicato per lo studio di neoplasie, per sospetta patologia infettiva e nel caso di malformazioni di vasi endocranici. Quindi facciamo un’angio TC, che si esegue con MDC endovena, con TC spirali multistrato con sequenze di acquisizioni molto veloci, e poi c’è la possibilità con dei software dedicati di elaborare le immagini così come le vogliamo e fare delle ricostruzioni 3D dei vasi encefalici. Per avere queste ricostruzioni che sono utili e ci aiutano nella diagnosi, le possiamo avere solo se abbiamo acquisito bene, per acquisire bene, dobbiamo utilizzare dei parametri tali che dobbiamo avere uno spessore di strato già nell’acquisizione molto molto sottile, per fare questo bisogna avere una TC di ultima generazione, dopodiché presa l’immagine grezza vai sulla workstation e con i vari software 3D, MIP, ti ricostruisce poi puliamo l’immagine ad es togliamo l’osso. La MIP noi gli diamo uno spessore di strato e lui ci riporta il valore maggiore di tutto lo spessore, lui ti dice quali sono i pixel con maggiore densità, è chiaro che se c’è MDC è solo l’osso che riporta maggiore densità del vaso. Con l’angio TC possiamo inoltre individuare eventuali anomalie, modificazioni del calibro dei vasi: es placca ateromasica che va a stenotizzare il vaso, la ricostruzione 3D permette di visualizzare i vasi in tutto il loro decorso. Nei pz anziani vediamo un aumento degli spazi liquorali periferici, perché il cranio va in atrofia, e quindi abbiamo un ampliamento degli spazi ventricolari, degli spazi liquorali periferici. Lobo occipitale= visione cervelletto= equilibrio lobo temporale= sensazioni, memoria lobo frontale= umore parte pre-rolandica= parte motoria