La nascita della scienza moderna risale alla fine del 500 inizio 600

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Capitolo 2.
La nascita della scienza moderna risale alla fine del 500 inizio 600 quando Galileo Galilei formalizza un
approccio che guiderà per oltre III secoli il successivo cammino degli scienziati. Con l’affermarsi del pensiero
scientifico la prova empirica sostituisce la fede e per la prima volta il fondamento della conoscenza risiede
nell’osservazione e nel confronto con la realtà oggettiva. Per la prima volta la conoscenza scientifica diventa
METODO.
La natura viene considerata come ordine necessario e oggettivo regolata da leggi matematiche e compito
dello scienziato è, attraverso l’osservazione, ricostruire le relazioni causali e le leggi che ne regolano lo
svolgimento. Lo scienziato decifra tali leggi matematiche per conoscere la realtà.
Il metodo sperimentale si articola in due fasi:
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il momento risolutivo: in cui i fenomeni vengono osservati e misurati.
Il momento compositivo: in cui vengono formulate ipotesi e deduco matematicamente le
informazioni che derivano dalle ipotesi e il cimento ovvero la verifica sperimentale.
Nasce così l’idea di una scienza NOMOTETICA ( nomos=legge) che studiando una realtà oggettiva e
indipendente dal ricercatore mira alla formulazione di leggi espresse nel linguaggio della matematica
attraverso il metodo induttivo.
Si afferma cosi tanto l’idea dell’unicità del metodo, o monismo metodologico applicabile a tutti i campi
della conoscenza scientifica,quanto quello della cumulatività del sapere (“siamo nani sulle spalle di
giganti”)
Nell’ottocento, cominciano a determinarsi i nuovi presupposti per una nuova rivoluzione nel modo di
concepire l’universo fisico a seguito dello sviluppo delle leggi della termodinamica, le teorie della fisica dei
quanti e della relatività . E nel momento in cui sembrano venire meno alcune certezze fondamentali in
ambito scientifico il Positivismo , vero e proprio movimento culturale , cercò di salvaguardare alcuni aspetti
del realismo ingenuo come la convinzione che il mondo esista indipendentemente da chi lo osserva e la
posizioni preminente dell’osservazione empirica per la conoscenza di tale mondo.
Proprio la salvaguardia della razionalità della scienza fu il principale obiettivo del Neopositivismo che
nacque ufficialmente nell’ambito del circolo di Vienna . Si passa così dal realismo ingenuo ad un realismo
critico. Il problema rilevato dal Circolo di Vienna si riferiva a ciò che era scienza è ciò che non lo era. Per i
Neopositivismo importante è la verifica empirica, tutto ciò che si sottrae a verifica non è scienza. Restano
però ancora nel positivismo il monismo metodologico, della cumulatività del sapere e del metodo induttivo.
Uno dei maggiori esponenti del novecento fu Karl popper.Egli critica il concetto di verifica e di induzione e li
contrappone alla falsificazione creando il metodo ipotetico deduttivo.
Secondo Popper la linea di demarcazione tra scienza e non scienza è basato sulla falsificabilità degli asserti
scientifici . (se affermo “tutti i corvi sono neri”, non dovrò cercare di dimostrare che tutti i corvi siano neriVERIFICA, bensì che esistano corvi bianchi). Egli inoltre rifiuta il procedimento induttivo come metodo per
giungere a conclusioni di valore universale.(Non si può da un numero di casi finiti presi in esame a
formulare leggi che siano universali) Con Popper il principio deterministico diventa “fino a prova contraria.”
La conoscenza scientifica si basa sulla deduzione. Anche per Popper c’è ancora da risolvere il problema
della cumulatività del sapere e del monismo metodologico.
Fin qui la razionalità intrinseca nel pensiero scientifico è ancora presente. Con khun e lakatos questo viene
messo in discussione. Khun introduce il concetto di PARADIGMA, cioè una visione della realtà condivisa da
una comunità di scienziati. Egli afferma che in ogni momento e in ogni comunità scientifica esiste un
paradigma. Rifiuta la concezione della cumulatività del sapere bensì afferma che ci sono della fasi in cui il
pensiero scientifico si distacca dal passato e inizia un nuovo corso, non necessariamente razionale, ma
legato ad una determinata visione della realtà (RIVOLUZIONE SCIENTIFICA).
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Esiste una realtà oggettiva ma conoscibile solo in maniera imperfetta e probabilistica.
La realtà è conoscibile solo all’interno di un quadro paradigmatico preciso
Le leggi sono probabilistiche e provvisorie
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Individua attraverso la spiegazione i nessi casuali tra fenomeni e accetta piu teorie per uno stesso
fenomeno
Metodo deduttivo e basato sulla falsificazione.
Dalla stessa matrice culturale e storica che ha dato vita al pensiero scientifico si inserisce la nascita della
sociologia. Con Compte la sociologia diventa il punto più alto della scala gerarchica delle scienze. Per
Compte :
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La scienza è l’unica forma di conoscenza possibile e si pone a fondamente di tutto l’ordine sociale.
I fenomeni sono in relazione secondo un rapporto di causa ed effetto
L’unico metodo valido per l’indagine è quello oggettivo/sperimentale.
Tra scienza e progresso vi è un rapporto inscindibile.
Ma il primo grande esponente della sociologia positivistica fu DURKHEIM, egli sposta il metodo
sperimentale nelle scienze sociali. Il modo di agire dell’uomo deve essere studiato come un FATTO SOCIALE
, come una COSA esterna ALLA COSCIENZA SOGGETTIVA. Solo da un fatto sociale ne può scaturire un altro .
Quest’ultimi hanno la stessa proprietà delle cose e pertanto devo essere studiate con distacco e in modo
oggettivo. Per Durkheim la sociologia deve stabilire le cause dei fenomeni sociali. Nella sua più importante
ricerca ,il suicidio, mise in evidenza le correlazioni tra il tasso di suicidi e un certo numero di variabili (età
sesso stato civile). Durkheim partì dal presupposto che il suicidio dipende da fattori sociali e per questa
ragione è un fatto sociale. Arrivò alla conclusione che i suicidi sono più probabili quando i legami sociali si
allentano (ANOMIA= assenza di regole) . Per giungere a queste conclusioni si avvale del metodo delle
variazioni concomitanti (se nello stesso tempo tra due fenomeni si verificano due cambiamenti è possibile
che uno sia la causa dell’altro.)
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Prese in considerazioni tre variabili: LA FAMIGLIA, LA RELIGIONE E IL LAVORO.
L’anomia veniva controllata attraverso la correlazioni tra variabili di diverso tipo.
Notò che :
Il tasso di suicidi era inversamente proporzionale al grado di integrazione della società religiosa.
Il tasso di suicidi era inversamente proporzionale al grado di legame con la società domestica.
Il tasso di suicidi era inversamente proporzionale al grado di integrazione in ambito lavorativo.
A seconda delle cause corrispondono tipi diversi di suicidi:
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IL SUICIDIO EGOISTICO: Tipico delle società moderne, l’affermazione dell’io prevale su quello
sociale. Questo avviene soprattutto quando un soggetto non si sente parte della società.
IL SUICIDIO ALTRUISTICO: tipico delle società tradizionali , il soggetto si sacrifica per il gruppo, la
patria.
IL SUICIDIO ANIMICO: tipico delle società moderne, si verifica nei momenti di grande cambiamento,
guerre, recessione econimica.
IL METODO DI DURKHEIM SI BASA :
-determino il fenomeno (osservazione)
-confutazione teorie precedenti( invalido)
-spiagazione fenomeno ( cause-effetto)
Per Durkheim la linea di demarcazione tra scienza e non scienza è segnata dalla SPIEGAZIONE.
Ma l’oggetto di studio delle scienze sociali è l’uomo quindi non si può ragionare solo in termini di causa ed
effetto, ovvero di spiegazione. Nel dibattito sul metodo tra la fine dell’800 e inizio 900, si scontreranno due
correnti filosofiche : lo storicismo cui massimo esponente è Dilthey e il neokantismo con Windelband.
Sul piano ontologico per gli storicisti scienza dello spirito e scienza della natura si differenziano
innanzittutto per l’oggetto di studio. E anche perché la scienza dello spirito è legata all’esperienza vissuta .
L’esperienza può essere colta intuitivamente e studiata mediante un processo di comprensione fondata
sulla capacità di immedesimarsi nell’altro, come evento unico e irripetibile. Per il piano metodologico
sostenuto da windelband il problema non è l’oggetto in questione ma il metodo. Quanto questo possa
essere studiato in relazione con l’universale , nella capacità di potere generalizzare (scienza nomotetica),
altrimenti se riferita al particolare e all’individuale diventa storia( scienza idrografica).
L’idea che la differenza tra scienze si basi sul metodo verrà ripresa da Rickert che introdusse un riferimento
ai valori. La realtà che sia storica o naturale implica una formazione di concetti che diano significa alle cose.
Se i concetti di base sono scientifici allora mireranno alla generalizzazione (leggi) se invece incarnano i
valori costitutivi di una determinata civiltà indirizzano la conoscenza storica.
Dal concetto di valore partirà la riflessione di Max weber. In questo periodo nasce la sociologia
comprendente e il paradigma dell’interpretativismo.
La differenza epistemologica fra scienze naturali e sociali dovuta al fatto che la realtà sociale non può
essere semplicemente osservata ma necessita di interpretazione; il metodo per interpretarla è quello
del Verstehen, della comprensione.
Comprendere significa cogliere l’intenzionalità dell’agire umano, attraverso il senso soggettivo attribuito
dall’individuo al proprio comportamento. Tutte le scienze storico sociali sono scienze comprendenti ossia
scienze che hanno per oggetto l’agire sociale. Queste scienze hanno il compito di comprendere
(interpretare) e spiegare l’agire sociale. L’interpretazione, tuttavia, è solo una condizione necessaria di un
corretto procedimento conoscitivo, la condizione sufficiente è rappresentata dalla spiegazione.
Ne deriva che:
1. oggetto delle scienze storico sociali è l’azione sociale (cioè dotato di senso)
2. metodo delle scienze storico sociali è la comprensione (oggettiva) e spiegazione (causale)
Per weber l’azione sociale è un azione dotata di senso ovvero il significato che il soggetto attribuisce a
quell’azione indirizzata ad un altro.
obiettivo delle scienze sociali è comprendere il significato interno all’azione.
La comprensione:
-é immediata (il significato di un comportamento soggettivo diventa immediatamente
comprensibile senza che si debbano cercare ulteriori conferme per poter stabilire una regola
generale è immediata)
-non è intuitiva (come voleva Dhiltey)
-é “oggettiva” (dipende dalla ricostruzione razionale del contesto di senso al quale l’azione va
riferita
Per weber la scienza deve essere avalutativa , non deve dare un giudizio ma deve capire la relazione tra
azione e senso.
Il tipo ideale è un modello ciò che rende intellegibile il particolare, non è la realtà vera ma un modello con
cui compararla .e’ lo strumento conoscitivo per orientarsi nella complessità del reale della storia: pur non
avendo riscontri nella realtà, consente di comprendere e spiegare le specificità della realtà stessa
DIFFERENZA TRA MEDOTO DEDUTTIVO E INDUTTIVO.
Il ragionamento deduttivo parte da un’affermazione generale, di tipo teorico, che si da per scontata (tutti i
cani hanno 4 zampe, una coda e abbaiano), e giunge ad una conclusione specifica, di tipo pratico, (questo
animale è un cane).
L’induttivo invece parte da un’affermazione specifica, di tipo pratico (ho davanti un animale con 4 zampe,
una coda e abbaia), e giunge ad una conclusione generale, di tipo teorico (esiste quindi una categoria che
chiamerò “cani”). Dal generale al particolare, dal particolare al generale.
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