LE BIOMOLECOLE Competenze • Comprendere il concetto di isomeria ottica. CAPITOLO 15 • Prevedere quando un composto è chirale. • Identificare dalle formule di struttura due molecole come enantiomeri. • Rappresentare le strutture, lineare e ciclica, del glucosio e del fruttosio. • Riconoscere gli a-amminoacidi e le proteine. • Riconoscere l’azione di catalizzatori biologici degli enzimi. 1. Le biomolecole Le conoscenze acquisite nello studio della chimica generale ed organica di “Elementi di chimica” saranno adesso utilizzate per affrontare lo studio delle biomolecole, cioè di quei composti organici indispensabili per la vita della cellula e per la sua riproduzione. Questi composti sono i carboidrati, i lipidi, le proteine, gli acidi nucleici e le vitamine che svolgono alcune funzioni fondamentali: • i carboidrati, assieme ai grassi, provvedono al fabbisogno energetico della cellula; • le proteine e le vitamine sono indispensabili per l’accrescimento corporeo e per il suo mantenimento; • gli acidi nucleici sono responsabili della trasmissione dei caratteri ereditari e della sintesi proteica negli organismi viventi. 2. Isomeria ottica *Un piano di luce polarizzata consiste di onde elettromagnetiche che vibrano in una sola direzione. Per comprendere le proprietà di alcune molecole coinvolte nelle reazioni biologiche, è necessario introdurre il concetto di attività ottica. Alcuni composti hanno la capacità di ruotare il piano della luce polarizzata di un certo angolo*. Si dice che questi composti hanno attività ottica o che sono otticamente attivi. Questo effetto è misurato con uno strumento, detto polarimetro (figura 1). 1 1. Schema di un polarimetro. Quando la luce polarizzata passa attraverso la soluzione di un composto otticamente attivo, il piano della luce polarizzata ruota di un certo angolo (a). lampada a vapori di sodio S sorgente di luce monocromatica (λ = 589 nm) α oculare luce non polarizzata polarizzatore luce polarizzata tubo con campione analizzatore Paolo Pistarà, Elementi di chimica © ATLAS 1 Capitolo 15. LE BIOMOLECOLE Se il composto determina la rotazione della luce polarizzata in senso orario, cioè verso destra, è detto destrogiro e si indica con (+); nel caso la rotazione si verifichi in senso antiorario, cioè verso sinistra, il composto è detto levogiro e si indica con (–). Il glucosio è un composto otticamente attivo e la sua molecola è destrogira (+). Anche il fruttosio è un composto otticamente attivo, ma la sua molecola è levogira (–). ■ Enantiomeri La molecola dell’acido lattico o acido 2-idrossipropanoico, la cui formula è 2 H H CH3 – C – COOH C OH OH CH3 COOH acido (+) lattico H C COOH CH3 OH acido (–) lattico 2. Isomeri ottici. Le due strutture non sono sovrapponibili, comunque siano orientate. si presenta in due forme che hanno la capacità di ruotare il piano della luce polarizzata in due versi opposti: una è destrogira e l’altra è levogira. Questa proprietà è legata all’esistenza nella molecola di un atomo di carbonio asimmetrico, che viene definito carbonio chirale o centro chirale. Un atomo di carbonio è asimmetrico quando è legato con quattro differenti atomi o gruppi di atomi che, nel caso dell’acido lattico, sono H, OH, CH3, COOH. La molecola dell’acido lattico, per il fatto che i quattro gruppi si possono legare in due differenti modi rispetto all’atomo centrale, esiste come coppia di isomeri ottici (figura 2). Un esempio generico di molecola con carbonio chirale è proposto in figura 3. Questa molecola dinanzi ad uno specchio dà l’immagine della sua seconda forma che si presenta speculare alla prima e non sovrapponibile (figura 4). 3 4 ENANTIOMERI ATOMO DI CARBONIO CHIRALE C C ATOMO DI CARBONIO CHIRALE 3. Modello di molecola con carbonio asimmetrico (chirale). 4. Una molecola con carbonio chirale dinanzi ad uno specchio: lo specchio dà l’immagine della seconda forma della molecola con carbonio chirale, che si presenta speculare alla prima e non sovrapponibile. 2 C Allo stesso modo, dinanzi allo specchio l’immagine speculare di una mano sinistra corrisponde alla mano destra. Pertanto la nostra mano è chirale (dal greco chéir, mano). Coppie di molecole non sovrapponibili, e immagini speculari l’una dell’altra, sono enantiomeri. Paolo Pistarà, Elementi di chimica © ATLAS Capitolo 15. LE BIOMOLECOLE 3. Carboidrati GLUCOSIO H O I carboidrati sono composti costituiti da carbonio, idrogeno e ossigeno; i più semplici hanno formula (CH2o)n, in cui l’idrogeno e l’ossigeno hanno lo stesso rapporto esistente nell’acqua. Ad esempio, nel glucosio C6H12O6 gli atomi di idrogeno sono il doppio rispetto a quelli dell’ossigeno. Con il termine carboidrati s’intendono quei composti, detti comunemente zuccheri, che contengono un gruppo aldeidico o un gruppo chetonico e, inoltre, più di un gruppo funzionale ossidrilico (– oH). I carboidrati più semplici si dividono in monosaccaridi e disaccaridi. I carboidrati che in natura si presentano sotto forma di grosse molecole sono detti polisaccaridi. 1C * H –2C – OH * HO –3C – H * H –4C – OH * H –5C – OH 6 CH2OH 1 CH2OH ■ Monosaccaridi I monosaccaridi vengono classificati secondo il numero di atomi di carbonio: quelli con tre atomi di carbonio sono chiamati triosi, quelli con quattro atomi di C tetrosi, quelli con cinque atomi di C pentosi, con sei C esosi. A lato sono rappresentate le strutture di due monosaccaridi a sei atomi di carbonio, il glucosio e il fruttosio, secondo le proiezioni di Fischer. Il glucosio è un aldoesoso perché contiene il gruppo aldeidico; il fruttosio è un chetoesoso perché contiene il gruppo chetonico. Per la numerazione della catena si procede in modo che il carbonio del carbonile abbia il numero più basso. Ad esempio, nel caso del fruttosio gli atomi di carbonio vengono numerati partendo dall’estremità più vicina al carbonile. Gli atomi di carbonio indicati con un asterisco rappresentano centri chirali della molecola. Poiché il carbonio-5 è chirale, i monosaccaridi possono presentarsi in due forme enantiomere che vengono indicate con le lettere D ed L. Se il gruppo – OH è a destra del carbonio 5, i monosaccaridi appartengono alla serie D, come il D-glucosio, il D-fruttosio e il D-galattosio. Gli altri monosaccaridi, che portano il gruppo – OH a sinistra del carbonio-5, sono della serie L. I monosaccaridi presenti in natura appartengono alla serie D. Quando i monosaccaridi vengono disciolti in acqua, la struttura a catena aperta si presenta in equilibrio con due strutture ad anello (formule di Haworth). Queste strutture sono le più stabili e sono la forma predominante del monosaccaride all’equilibrio. HO –3C*– H H –4C*– OH H –5C*– OH 6 CH2OH 5 5. Il glucosio e il fruttosio sono presenti in natura nella frutta e nel miele. ossigeno derivato dal gruppo ossidrilico 6 CH2OH H C3 C2 H C 1 OH a-D-glucosio 36% OH carbonio derivato dal gruppo aldeidico (carbonio anomerico) C 4 OH CH2OH 5 C 6 CH2OH OH H OH H C3 C2 H OH ▼ δ + δ 1 5 – C O H ▼ H OH ▼ HO H H ▼ C 4 O ▼ C H ▼ 5 6 C H D-glucosio forma aldeidica struttura aperta 0,02% ▼ O ▼ C : : 2 C 4 HO O H OH H C3 C2 H OH OH 1 C ▼ FRUTTOSIO H carbonio anomerico β-D-glucosio 64% Paolo Pistarà, Elementi di chimica © ATLAS 3 Capitolo 15. LE BIOMOLECOLE 6 8 7 MODELLO DELLA MOLECOLA β-D-glucosio 6 HO CH2 5 OH O C2 C H H 4 C OH 3 1 CH2OH C OH H β-D-fruttosio MODELLO DELLA MOLECOLA a-D-glucosio Per il fatto che nella struttura chiusa il carbonio-1 è chirale, sono possibili due isomeri detti anomeri che vengono indicati con a e β. Nella forma a il gruppo OH legato al carbonio-1 è sotto il piano dell’anello, mentre nella forma β è sopra il piano dell’anello. La struttura del β-D-fruttosio è rappresentata in figura 8. FORMULA DEL SACCAROSIO { { a-D-glucosio β-D-fruttosio ■ Disaccaridi Formalmente i disaccaridi si possono considerare derivati dalla condensazione di due monosaccaridi con eliminazione di una molecola di acqua; un atomo di ossigeno tiene legati i due monosaccaridi (legame glicosidico). I disaccaridi più importanti presenti in natura sono: il saccarosio, il lattosio, il maltosio. Il saccarosio, che ha formula molecolare C 12H22O11, è il comune zucchero da tavola e 6 viene ottenuto industrialmente dalla canna da CH2OH zucchero e dalla barbabietola. O 5 H H H Si può considerare derivato dall’unione di 1 4 una molecola di a-D-glucosio e una di β-Dfruttosio con perdita di una molecola di acqua. HO OH 2H 3 Dopo il saccarosio, il lattosio è il più abbonO OH H dante disaccaride presente in natura. Esso co6 O stituisce il 5% del latte dei mammiferi ed ha HOH2C formula molecolare C12H22O11. 5 2 OH Il maltosio è un disaccaride che si ottiene per CH2OH H H 3 4 1 idrolisi parziale dell’amido. Il maltosio è costituito da due unità di a-D-glucosio. HO H saccarosio FORMULA DELL’AMIDO 6 H 4 O 4 6 CH2OH 5 O H OH H 3 2 H OH H 1 H a 4 O CH2OH 5 O H OH H 3 2 H OH H 1 a Paolo Pistarà, Elementi di chimica © ATLAS O n ■ polisaccaridi I polisaccaridi sono polimeri che hanno il glucosio come unico tipo di monomero. I più importanti sono: l’amido, la cellulosa ed il glicogeno. L’amido è un polimero organizzato in maniera lineare, formato da tante molecole di a-Dglucosio. L’amido costituisce una riserva energetica per il mondo animale e vegetale. Capitolo 15. LE BIOMOLECOLE La cellulosa, presente nei vegetali, è un polisaccaride del β-D-glucosio. Non è digerita dall’organismo umano perché questo è privo degli enzimi che permettono la degradazione del polimero. Il glicogeno, un polisaccaride con lunghe catene ramificate di glucosio, è contenuto essenzialmente nel fegato e nei muscoli degli animali (figura 9). 9 4. Amminoacidi Gli amminoacidi sono composti caratterizzati dalla presenza del gruppo carbossilico – COOH e del gruppo amminico – NH2. Il gruppo amminico si trova legato al carbonio adiacente al gruppo carbossilico, cioè il carbonio a. O carbonio a 9. Sotto sforzo gli atleti utilizzano il glicogeno contenuto nei muscoli. ▼ – C – C – OH N H H Al carbonio a sono uniti anche un idrogeno ed un gruppo R che può essere alchilico, aromatico o eterociclico. Tranne la glicina, dove R = H, gli altri amminoacidi hanno l’atomo di carbonio a chirale in quanto legato a 4 gruppi diversi. Questi composti sono pertanto otticamente attivi e presentano due enantiomeri che sono l’immagine speculare l’uno dell’altro e non sovrapponibili. O C OH H H C N H acido R H H 2N H H C H COOH R N H H C NH2 10 R D – Amminoacido COOH R N H L – Amminoacido H C C R O C OH OH O ENANTIOMERI C OHDELL ’ALANINA COOH H H 10. L’alanina, composto otticamente attivo, presenta due enantiomeri. Un enantiomero è l’immagine speculare dell’altro e non sovrapponibile. C NH2 R D – Amminoacido Negli amminoacidi, L (sinistro) e D (destro) stanno a rappresentare le due serie in relazione alla posizione del gruppo – NH2, perché il verso di rotazione della luce polarizzata va segnalato con il segno (+), rotazione a destra, e con il segno (–), rotazione a sinistra. Gli amminoacidi naturali appartengono alla serie l, mentre gli amminoacidi che si trovano in alcuni prodotti di sintesi, ad esempio qualche antibiotico, appartengono alla serie D. Nella Tabella 1 sono rappresentati i 20 a-amminoacidi che normalmente sono presenti nelle proteine. Dieci amminoacidi (valina, leucina, isoleucina, fenilalanina, treonina, lisina, arginina, triptofano, istidina, metionina) sono detti essenziali in quanto l’uomo non è in grado di sintetizzarli mediante il proprio metabolismo, per cui deve introdurli con la dieta. Paolo Pistarà, Elementi di chimica © ATLAS 5 Capitolo 15. LE BIOMOLECOLE La carenza dei dieci amminoacidi essenziali, per una dieta sbilanciata, può provocare gravi patologie. Un qualsiasi amminoacido allo stato puro si presenta come un solido bianco cristallino con temperatura di fusione molto elevata rispetto ai composti organici di pari massa molecolare. Per spiegare questo comportamento si ammette che questi composti, in seguito ad una reazione acido-base, esistano prevalentemente come ioni dipolari. R – CH – COO – + NH3 + In un amminoacido il gruppo – NH3, ione ammonio, svolge la funzione acida perché può cedere uno ione H +, mentre il gruppo – CO 2–, ione carbossilato, svolge la funzione basica in quanto può accettare uno ione H +. TABELLA 1. AMMINOACIDI NATURALI COOH H2N C H formula generale di un amminoacido r –R Nome Simbolo PuNto iSoelettRico –H glicina gly 6,0 – CH3 alanina ala 6,0 – CH (CH3 )2 Valina Val 6,0 – CH2 CH (CH3 )2 leucina leu 6,0 – CH – CH2 CH3 isoleucina ile 6,0 Simbolo PuNto iSoelettRico asparagina asn 5,4 – CH2 CH2CNH2 glutammina gln 5,7 – (CH2)4 NH2 lisina lys 9,7 arginina arg 10,8 istidina His 7,6 Triptofano Trp 5,9 – CH2 SH cisteina cys 5,1 – CH2 CH2 SCH3 metionina met 5,7 – CH2 COOH acido aspartico asp 2,8 – CH2 CH2 COOH acido glutammico glu 3,2 –R O – CH2CNH2 O NH CH3 – (CH2)3NHCNH2 COOH HN – C – H H2C Prolina Pro 6,3 CH2 – H2C NH CH2 – CH2 – CH2 OH – CH2 – CHOH CH3 N fenilalanina Serina OH Tirosina Treonina Phe 5,5 Ser 5,7 Tyr 5,7 Thr 5,6 nota a. gli amminoacidi vengono designati con un codice a tre lettere. b. in rosso sono segnati gli amminoacidi essenziali. c. la struttura della prolina è completa. 6 Nome Paolo Pistarà, Elementi di chimica © ATLAS – H2C N H Capitolo 15. LE MOdELLI BIOMOLECOLE MOLECOLArI dI ALCunI AMMInOACIdI a 11 c b O N S O alanina (ala) cisteina (cys) lisina (lys) e d 11. (a) Alanina (Ala): in blu è rappresentato l’azoto, in rosso l’ossigeno. (b) Cisteina (Cys): in giallo è rappresentato lo zolfo. (c) Lisina (Lys). (d) Serina (Ser). (e) Fenilalanina (Phe). serina (ser) fenilalanina (Phe) 5. Le proteine Le proteine sono macromolecole che derivano dalla combinazione chimica di amminoacidi. Questi, susseguendosi l’un l’altro come mattoni, costituiscono strutture molecolari molto complesse. Se abbiamo N amminoacidi, una macromolecola, in modo schematico, assume la forma: Frederick SANGER, biochimico inglese. È stato insignito di due premi Nobel per la chimica nel 1958 e nel 1980. R O H – N – C – C – OH + H H N La combinazione chimica degli amminoacidi prende il nome di proteina se la massa molecolare è superiore a 20 000, di peptide se inferiore. Gli amminoacidi in una proteina sono legati mediante un legame peptidico, che deriva da una reazione di esterificazione tra il gruppo carbossilico di un amminoacido ed il gruppo amminico di un altro, con eliminazione di una molecola di acqua a spese di – OH del gruppo carbossilico e di – H del gruppo amminico. Il legame peptidico tra due amminoacidi è così rappresentato: H R O H N – C – C – OH H ▼ H 3 2 1 R O H R O H – N – C – C – N – C – C – OH H H Paolo Pistarà, Elementi di chimica © ATLAS 7 Capitolo 15. LE BIOMOLECOLE ■ Struttura tridimensionale delle proteine Mediante indagine con i raggi X, Linus Pauling, premio Nobel per la chimica nel 1954, ha proposto per l’a-cheratina, una proteina fibrosa (capelli, unghie, lana non stirata), una struttura elicoidale, cioè una catena di amminoacidi che si avvolge a spirale attorno ad un asse: struttura a-elica (figura 12). Nell’a-elica i gruppi R sono rivolti verso l’esterno dell’elica e, all’interno della stessa molecola, si vengono a formare legami a idrogeno tra il gruppo NH di un legame e il gruppo CO immediatamente sovrastante. N – H ....... O Non tutte le proteine hanno una struttura ad a-elica. Ad esempio, il componente principale della seta è una proteina chiamata fibroina, che è una β-cheratina, la cui struttura ipotizzata da Pauling è a pieghe, cioè a strato ondulato (struttura β) (figura 13). La struttura tridimensionale delle proteine è determinata dalle interazioni tra gli ammonoacidi. Con il calore si ha rottura dei legami a idrogeno: si parla in tal caso di denaturazione delle proteine. Infatti l’albume per riscaldamento perde il suo aspetto gelatinoso coagulando in una sostanza bianca solida. La denaturazione delle proteine si verifica anche a pH molto acidi o molto basici. H H α - elica O O R N 12 N C R C radicale R R radicale R R R 5,4 A R R 12. Struttura secondaria ad a-elica per l’a-cheratina. 8 Paolo Pistarà, Elementi di chimica © ATLAS 13. Struttura secondaria di una proteina: struttura a β-pieghe della fibroina della seta. 13 Capitolo 15. LE BIOMOLECOLE 6. Acidi nucleici e nucleotidi Gli acidi nucleici sono macromolecole che consistono di catene di nucleotidi. Ciascun nucleotide è composto di tre parti: uno zucchero, una base (una ammina ciclica) e un gruppo fosfato. Lo zucchero può essere il ribosio o il 2-deossiribosio, ambedue a cinque atomi di carbonio. Il prefisso 2-deossi indica la mancanza di un ossigeno nella posizione 2 del ribosio. O 5 HO – CH2 OH C4 C H H C O 5 HO – CH2 1 H H H 2 OH C1 C4 H 3 OH H 3 C C OH OH H 2 C H 2-deossi-D-ribosio D-ribosio Gli acidi nucleici prendono il nome dallo zucchero che contengono: l’acido deossiribonucleico (DNa) contiene il 2-deossiribosio, mentre l’acido ribonucleico (RNa) contiene il ribosio. L’altro costituente di un nucleotide è una base eterociclica azotata. Sia nel DNA che nell’RNA sono presenti l’adenina, la guanina e la citosina. NH2 6 1 N 5 O 7 6 1 N HN 5 N 4 9 8 8 2 3 N 9 4 N 2 3 H2N N H adenina (A) 4 3 N H guanina (G) 2 O 3 N 4 5 HN 5 1 O O NH2 7 2 6 O N 1 6 N 3 4 5 HN 2 O 1 CH3 6 N H H H citosina (C) uracile (U) timina (T) Oltre a queste nel DNA è presente anche la timina, mentre nell’RNA l’uracile. In un nucleotide la base è legata all’atomo di carbonio 1 del monosaccaride, mentre il gruppo fosfato è legato generalmente con l’atomo di carbonio 5. 14 14. Nucleotide di DNA contenente timina. 15 15. Nucleotide di RNA contenente uracile. Paolo Pistarà, Elementi di chimica © ATLAS 9 Capitolo 15. LE BIOMOLECOLE 7. La struttura del dnA Rosalind FRANKLIN (1920-1958), biologa inglese del King College di Londra, ebbe un ruolo importante nella determinazione della struttura del DNA. Nel 1952, una brillante scienziata inglese Rosalind Franklin (1920-1958) ipotizzò che la molecola del DNA dovesse avere una struttura a spirale, sulla base di alcune fotografie da lei scattate facendo attraversare la molecola da raggi X. Il biochimico americano Erwin Chargaff, nel 1950, utilizzando la cromatografia su carta per l’analisi degli acidi nucleici, aveva determinato per il DNA il rapporto 1 : 1 fra adenina e timina, e fra guanina e citosina. Lo scienziato, tuttavia, non si era reso conto dell’importanza della sua scoperta. Sulla base del lavoro di Chargaff e degli spettri con i raggi X della Franklin, nel 1953 James Watson, un biologo americano, e Francis Crick, un fisico inglese, proposero una struttura tridimensionale a doppia elica del DNA. Secondo il modello elaborato da Watson e Crick, il DNa è costituito da una doppia elica di nucleotidi in cui una catena si avvolge a spirale attorno all’altra. La sequenza delle basi appartenenti ad una catena è complementare a quella dell’altra; le basi si accoppiano, mediante legami a idrogeno, a due a due: l’adenina con la timina, e la citosina con la guanina. Al pari di un libro in cui una sequenza di lettere forma le parole, le frasi e i capitoli, nel DNA quattro basi nucleotidiche (le lettere) formano i geni (le frasi) e i cromosomi (i capitoli). H N H N N 16. (a) Modello della struttura a doppia elica del DNA. (b) Un modello atomico di una porzione del DNA a doppia elica. (c) Rappresentazione schematica della doppia elica del DNA. zucchero O H N H CH3 N H N N N N O zucchero N H N N N O zucchero zucchero H N H Adenina Timina Citosina 16 b a 10 N O Paolo Pistarà, Elementi di chimica © ATLAS c Guanina Capitolo 15. LE BIOMOLECOLE 17 In questa foto del 1953, James D. WATSON (a sinistra) e Francis CRICK (a destra) osservano il loro modello a doppia elica del DNA. Insieme con Maurice WILKINS, Watson e Crick ricevettero il premio Nobel per la medicina nel 1962. b a 17. (a) Filamento di DNA in un matraccio. (b) Cromosomi, strutture complesse costituite da acidi nucleici e proteine, al microscopio ottico. 8. Gli enzimi 18 Gli enzimi sono catalizzatori biologici che accelerano determinate reazioni metaboliche a livello cellulare. Intervengono sulle reazioni come i catalizzatori inorganici, senza alterare i valori di concentrazione all’equilibrio e senza subire modificazioni alla fine della reazione. Dai primi studi risultò evidente che gli enzimi sono generalmente proteine; infatti, si denaturano con il calore perdendo la loro azione catalitica. Ciò spiega perché l’uomo non riesce a sopravvivere alle alte temperature che denaturano gli enzimi e le proteine. La caratteristica fondamentale degli enzimi è la specificità per il substrato, che è la sostanza che deve essere trasformata dall’enzima. Per spiegare la specificità di reazione bisogna ammettere che l’enzima possegga dei centri attivi, rappresentabili come tasche o incavi, in cui per complementarietà vanno ad incastrarsi le molecole del substrato. a S S S S E E E E b 18. (a) Rappresentazione al computer di un complesso enzima-substrato. (b) Meccanismo chiave-serratura tra enzima e substrato. La molecola dell’enzima forma con il substrato un complesso instabile detto complesso enzima-substrato. La complementarietà tra substrato ed enzima, con una immagine efficace, è rappresentata come una chiave che deve avere un profilo particolare perché, mediante rotazione, possa far scattare il meccanismo di apertura o di chiusura di una serratura. Paolo Pistarà, Elementi di chimica © ATLAS 11 Capitolo 15. LE BIOMOLECOLE 9. Le vitamine Dorothy CROWFOOT HODGKIN (1910-1994). Biochimica americana, premio Nobel per la chimica nel 1964 per la determinazione della struttura della vitamina B12, usata per trattare l’anemia perniciosa. Le vitamine sono sostanze organiche necessarie all’uomo sia per l’accrescimento dell’organismo sia per il suo mantenimento. Le piante e gli animali inferiori possono sintetizzarle, mentre l’uomo e gli animali superiori in genere, non essendo in grado di svolgere questa attività di sintesi, devono assumerle con la dieta. La struttura delle vitamine non permette di confrontarle chimicamente; una prima classificazione distingue le vitamine in due gruppi: a. Vitamine liposolubili, solubili nei grassi e nei solventi dei grassi. Sono presenti in prevalenza negli alimenti contenenti grassi (latte, uova, oli). b. Vitamine idrosolubili, solubili in acqua. Sono presenti in prevalenza negli alimenti contenenti acqua: carne, frutta, verdura. Questa classificazione tiene conto della solubilità, una grandezza fisica. La carenza di vitamine determina vere e proprie patologie. Con una dieta varia non si arriva a stati di avitaminosi, che invece si manifestavano in tempi passati. Le vitamine sono necessarie nella dieta in piccole quantità: per la vitamina B 12 bastano pochi μg (microgrammi), per la vitamina C qualche decina di milligrammi. I processi biologici, come si è detto, necessitano di catalizzatori, gli enzimi. Gli enzimi sono proteine che, per svolgere la loro azione catalitica, di frequente richiedono la presenza di molecole non proteiche, con cui sono legate con legami covalenti. Le molecole che interagiscono con gli enzimi sono chiamate coenzimi. Molti coenzimi sono vitamine; queste, per il fatto di prendere parte alla catalisi enzimatica, al termine della reazione spesso si trovano modificate nella struttura e, pertanto, devono essere reintegrate con la dieta. 19 VITAMINE IDROSOLUBILI LIPOSOLUBILI 19. Le vitamine assunte con la dieta intervengono nelle reazioni metaboliche e cellulari. 12 Paolo Pistarà, Elementi di chimica © ATLAS Capitolo 15. LE LE BIOMOLECOLE vItAMInE vitamiNe liPoSolubili VITAMINA D2 Cristalli di vitamina D2 di sintesi. VITAMINA K3 vitamiNa FoNte azioNe alimeNtaRe a Burro, latte, uova pomodori, banane. È attiva nella crescita. Partecipa al processo della visione. d calciferolo Latte, uova, pesce. Interviene nel processo di accrescimento delle ossa. e Tocoferolo Grassi ed oli animali e vegetali. Non è chiara la sua azione contro la sterilità. Previene la distrofia muscolare. K1 Foglie verdi e legumi. Antiemorragico. Favorisce la normale coagulazione del sangue. K2 Prodotto del metabolismo batterico intestinale. vitamiNe idRoSolubili vitamiNa Cristalli di vitamina K3 di sintesi. VITAMINA B1 FoNte azioNe alimeNtaRe B1 Tiamina Carne, lievito, noci. Antineuritica e antiberiberi. B2 riboflavina Latte, carne. Presente nel coenzima FAD. B6 Piridossina In quasi tutti gli alimenti. Partecipa al metabolismo degli amminoacidi. PP niacina Fegato e lievito. Antipellagra. Coenzimi piridinici NAD e NADP. ac. Pantotenico È presente in molti alimenti. Partecipa al metabolismo di tutti gli alimenti. Coenzima A. Biotina In molti alimenti. Partecipa a reazioni biochimiche. Introduce CO2 per formare – COOH. acido folico Foglie verdi Partecipa a molte reazioni biochimiche B12 cianocobalamina Latte, carne, pesce, molluschi. È assente nei vegetali. Vitamina c (acido ascorbico) Agrumi. Antianemica. Ha influenza nella formazione del sangue. Antiinfettiva. Cristalli di vitamina B1. HO – C = C – OH O =C O CH – CH – CH2OH OH Vitamina C (ac. ascorbico) O C NH2 N Vitamina PP o Niacina HO CH2OH CH2OH CH3 N Vitamina B6 o Piridossina Paolo Pistarà, Elementi di chimica © ATLAS 13 Capitolo 15 CONOSCENZE ISOMERIA H OTTICA ED ENANTIOMERI Verifiche 1 Quale delle seguenti affermazioni NON è corretta? a. Un composto otticamente attivo ruota la luce ordinaria di un certo angolo b. Un composto otticamente attivo mostra tale proprietà sia allo stato solido che in soluzione c. Un composto otticamente attivo ruota la luce polarizzata di un certo angolo d. Il glucosio e il fruttosio sono composti otticamente attivi ABILITÀ Cl c. CH3 – C – Cl d. H – C – Cl H Cl 7 Gli isomeri ottici sono composti con: a. differente formula molecolare b. differente gruppo funzionale c. la stessa formula molecolare, ma dotati di attività ottica d. la presenza di un doppio legame C = C 8 Gli enantiomeri sono isomeri: 2 I composti otticamente attivi: a. hanno un atomo di carbonio tetraedrico b. hanno un atomo di carbonio con quattro sostituenti diversi c. hanno un doppio legame d. non sono capaci di cambiare l’asse di vibrazione della luce polarizzata a. di conformazione b. ottici, uno l’immagine speculare dell’altro e non sovrapponibili c. che differiscono per la presenza di gruppi funzionali diversi d. con proprietà chimiche e fisiche differenti 3 L’attività ottica di un composto dipende: a. dalla presenza di un doppio legame b. dalla mancanza di un alogeno c. dalla mancanza di simmetria molecolare d. dalla presenza di una catena di atomi di carbonio 4 I seguenti oggetti si presentano chirali? Rispondi con VeRO o FALSO a. Le viti b. Le scarpe c. Una palla d. Un ritratto e. Una tazza da caffè f. Un bicchiere VERO FALSO ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ 5 In una molecola un atomo di carbonio è chirale se è legato a: a. quattro raggruppamenti diversi b. tre gruppi alchilici diversi c. un doppio legame e a due legami semplici d. tre alogeni MONOSACCARIDI 9 I monosaccaridi sono composti contenenti i gruppi: a. amminico e carbossilico b. alcolico e carbossilico c. aldeidico o chetonico e alcolico d. amminico e alcolico 10 La formula molecolare del glucosio è: a. C6H12O6 c. C3H6O3 b. C12H22O11 d. C6H10O5 11 Il glucosio è un: a. aldoesoso c. chetopentoso b. chetoesoso d. aldopentoso 12 Il glucosio è solubile in acqua perché: a. ha più di un atomo di carbonio chirale b. i gruppi OH del glucosio formano legami a idrogeno con l’acqua c. è una molecola apolare d. è deliquescente 13 Riguardo al potere rotatorio della luce polarizzata, un 6 Quale delle seguenti strutture presenta un carbonio chirale? OH a. CH3 – C – H H 14 OH b. CH3 – C – COOH H Paolo Pistarà, Elementi di chimica © ATLAS monosaccaride può essere destrogiro (+) o levogiro (–). Ciò dipende: a. dalla posizione del gruppo – OH più lontano b. dalla lunghezza della catena degli atomi di carbonio c. dall’insieme della sua configurazione d. dalla presenza del gruppo aldeidico o chetonico Capitolo 15 a. alla serie L b. sia alla serie L sia alla serie D c. alla serie D d. né alla serie D né alla serie L 15 I simboli L e D che precedono il nome di un carboi- drato stanno ad indicare: a. il verso in cui il composto ruota il piano della luce polarizzata b.la posizione del gruppo OH vicino al gruppo aldeidico o chetonico c. la posizione del gruppo OH del carbonio chirale più distante dal gruppo aldeidico o chetonico d. la posizione del gruppo aldeidico o chetonico 16 Nel passaggio del glucosio dalla forma aperta alla POLISACCARIDI 21 La cellulosa: Verifiche 14 I monosaccaridi in natura appartengono: a. è un polisaccaride del β-D-glucosio b. è attaccata dagli enzimi dell’organismo umano c. è un disaccaride del β-D-glucosio d. è una proteina 22 Rispondi con VeRO o FALSO alle affermazioni. VERO FALSO a. Il prodotto di condensazione di due monosaccaridi è detto dimero b. La cellulosa è digeribile dagli esseri umani c. Gli esseri umani digeriscono l’amido d. Il glicogeno è contenuto nel fegato e nei muscoli ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ struttura ad anello, il gruppo aldeidico reagisce con l’ossidrile legato al carbonio in posizione: a. 4 c. 2 b. 5 d. 6 AMMINOACIDI 23 Per amminoacido si definisce un composto: 17 Il glucosio in soluzione acquosa è presente: a. soltanto nella forma anomerica a b. soltanto nella forma anomerica β c. soltanto nella forma aldeidica d. nelle forme a e β ed in quella aldeidica a. ottenuto per sintesi di una ammina con un acido carbossilico b. con un gruppo alcolico ed un gruppo carbossilico c. con un gruppo carbossilico ed un gruppo amminico in posizione a d. che deriva dall’idrolisi di un polisaccaride 18 Nel passaggio del fruttosio dalla forma aperta alla struttura ad anello, il gruppo chetonico reagisce con l’ossidrile legato al carbonio in posizione: 24 Individua l’affermazione NON corretta. a. 6 c. 4 b. 3 d. 5 DISACCARIDI 19 Il saccarosio è un disaccaride che deriva dalla con- densazione: a. di due molecole di a-D-glucosio b. di a-D-glucosio e di β-D-fruttosio c. di due molecole di β-D-fruttosio d. di a-D-glucosio e di β-D-galattosio 20 Il saccarosio è un disaccaride molto solubile in acqua perché: a. deriva dalla condensazione tra a-D-glucosio e β-Dfruttosio b. non ha un gruppo OH anomerico libero c. ha un numero elevato di gruppi OH d. è destrogiro I dieci amminoacidi detti essenziali: a. devono essere introdotti con la dieta b. non sono sintetizzabili dall’uomo c. possono provocare gravi patologie in seguito ad una loro carenza d. sono i più abbondanti nell’organismo 25 Gli amminoacidi NON essenziali sono quelli: a. che non partecipano alla sintesi proteica b. sintetizzabili dall’organismo c. non necessari per l’organismo d. che si degradano con la luce (calore) 26 L’amminoacido Alanina è otticamente attivo perché: a. la molecola è simmetrica b. il gruppo – COOH forma legami a idrogeno con l’acqua c. al carbonio centrale sono legati quattro atomi o gruppi atomici diversi d. il gruppo – NH2 è un gruppo basico Paolo Pistarà, Elementi di chimica © ATLAS 15 Capitolo 15 CONOSCENZE PROTEINE 32 Il ribosio è un monosaccaride con: 27 Se una proteina viene scaldata a 70°C, si rompono Verifiche i legami: a. peptidici b. a idrogeno c. disolfuro d. di London mazioni. a. a pH molto bassi b. a pH molto alti c. al pH fisiologico d. ad alta temperatura 29 Quale gruppo funzionale è caratteristico delle pro- teine? O b. – C O– O H c. – C – N – O a. acidi carbossilici b. amminoacidi c. ammine d. carboidrati ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ENZIMI 34 Quale delle seguenti affermazioni NON è corretta? Un enzima: a. è un catalizzatore biologico specifico b. è caratterizzato dalla presenza di un sito attivo c. resiste bene al calore d. è una proteina NUCLEICI E NUCLEOTIDI 31 Un nucleotide è costituito da: a. un pentoso ed un gruppo fosfato b. un esoso ed un gruppo fosfato c. un pentoso ed una base eterociclica d. un pentoso, una base eterociclica ed il gruppo fosfato 16 VERO FALSO a. Gli amminoacidi hanno il gruppo amminico nel carbonio adiacente al gruppo carbossilico b. Il legame peptidico risulta da una reazione di condensazione c. Il glicogeno e l’amido sono la stessa sostanza d. I carboidrati sono prodotti mediante reazioni di fotosintesi e. Le proteine svolgono nel corpo umano solo la funzione di sostegno f. I nucleotidi degli acidi nucleici sono uniti tra loro mediante gruppi fosfato d. – C – H 30 Le sostanze più semplici (monomeri) che si ripetono nelle proteine sono: ACIDI a. due atomi di carbonio b. tre atomi di carbonio c. quattro atomi di carbonio d. cinque atomi di carbonio 33 Rispondi con VeRO o FALSO alle seguenti affer- 28 La denaturazione delle proteine NON avviene: a. N – H ABILITÀ Paolo Pistarà, Elementi di chimica © ATLAS 35 Individua la definizione NON corretta. Gli enzimi sono: a. catalizzatori biologici b. proteine c. catalizzatori specifici per il substrato d. una miscela di amminoacidi