[AVVENTURE] TESTO E FOTO DI NICO TONDINI L ontano dal carnevale di Rio de Janeiro, distanti mille miglia dal samba di San Paolo, fuori dalle architetture futuriste di Brasilia, nel Nord-Est del Brasile si apre il sipario su un’immensa parte sconosciuta di questo Stato sudamericano. Seguendo una rotta inusuale, non segnata sulla mappa del turismo di massa, quest’area, rappresentata dalle due regioni brasiliane del Paraiba e del Rio Grande do Norte, riserva di imprevedibili esperienze e sorprese che valgono un viaggio nella terra della melanconica saudade, tra le note delle canzoni di Tom Jobim e le liriche appassionate di Vinicius De Moraes e Caetano Veloso. Dall’antico forte portoghese della città di Natal, capitale del Rio Grande do Norte, si dominano le onde impetuose dell’Atlantico e le Le grandi e misteriose rocce dell’area di Pai Mateus 98 FEBBRAIO 2007 CLUB3 spiagge che videro arrivare nel 1530 i primi colonizzatori. È da questa città che prende inizio un viaggio che ha il gusto e il sapore forte della scoperta. La parentesi marina di questo tour è soddisfatta pienamente dalle spiagge della capitale Natal, con un’ampia scelta tra i litorali di scoglio come a Camurupin o quello sabbioso che ha la sua massima attrattiva nella infinita spiaggia di Redinha. Ma l’avventura, la scoperta di un Brasile diverso, inizia procedendo verso l’interno dello Stato del Paraiba. Lentamente il paesaggio cambia: dalla zona verde del litoral si passa nella fascia agreste dove i contadini lavorano immense pianure ancora con i buoi che tirano l’aratro, in una sorta di povera archeologia contadi씮 Incisioni rupestri, orme di dinosauro, altari votivi, massi che trasmettono energia, stregoni. Benvenuti nel Brasile di... 7.000 anni fa IL MISTERO DI PAI MATEUS CLUB3 99 FEBBRAIO 2007 [AVVENTURE] In queste foto: le incisioni rupestri del Lajedo de Soledad. Raccolte in 53 “pannelli”, descrivono la vita dei brasiliani di oltre 7.000 anni fa no, dal collo lungo e dal corpo affusolato, poi disegni di cerchi concentrici, forse una cosmogonia primitiva, impronte di zampe di animali e disegni geometrici fanno di questo posto un’area piena di mistero. In questo angolo del Brasile tutto è Pai Mateus. Così si chiama la valle, e porta questo nome anche la bucolica fazenda che ospita gli avventurosi che si inerpicano per i sentieri alla ricerca di tracce di un passato remoto brasiliano. Si chiama ancora Lajedo di Pai Mateus la parte più spettacolare di questa terra. Ma chi era Pai Mateus? Di certo una persona carismatica, importante. Infatti era un curandero, un veggente-stregone che nel 1700 viveva come un eremita rispettato e temuto tra queste pietre che portano il suo nome. Si respira ancora aria di magia in In questo angolo del Brasile tutto si chiama Pai Mateus, In alto: raccolta di canna da zucchero nel Paraiba. Sopra, il cactus Palmatoria; sotto, il cactus detto “corona di frate” 100 FEBBRAIO 2007 CLUB3 씮 na brasileira. La zona secca che segue è quella del Carirì, terra dura e brulla, disseminata di cactus facheiro dagli odorosi fiori viola, di alberi augaroba dalle chiome sottili e dai cactus palmatoria in un’esplosione di fioritura arancio vivo. Nel Carirì si attraversa la Serra Borborema, bassa catena montuosa che ci immette nel Sertao, l’area semidesertica nella quale sono nascosti tesori che attendono da millenni. Il paesaggio che offre il Sertao è di roccia granitica e terreno compatto nel quale affonda le sue radici la Caatinga, una fitta foresta di cactacee e di alberi di acacia augaroa, di arbusti di julema e palme carnauba. In mezzo a questa selva, a Ingá, è posizionato nel letto di un piccolo ruscello un enorme monolite di pietra, lungo 24 metri e alto 3, chiamato Pedra de Ingá. Anche il Brasile ha il suo Stonehenge, ma molto più antico e di finissima fattura. Creata 4.000 anni fa dall’uomo preistorico, questa stupenda pietra lavorata, scavata, incisa e con disegni che sembrano evocare potenti e mistiche divinità ancestrali, animali stilizzati, segni di vita e di potere, rimane ancora oggi un enigma. Nessuno è riuscito a deci- frare e codificare i petroglifici incisi su questo mastodonte di granito. L’ipotesi più credibile è che la Pedra de Ingá fosse un luogo di culto preistorico, un altare votivo dei primi abitanti di questa parte del Brasile. Proseguendo verso ovest nell’arido Sertao si arriva nel posto più magico del Paraiba: la Valle di Pai Mateus. Le colline di granito di questa vastissima area, immersa nella foresta Caatinga, sono levigate dal vento e riscaldate dal sole. Tra le fenditure delle rocce spuntano panciuti cactus coroa de frate con la loro corolla di fiori rossi ardenti, e gli xique-xique, cactacee arbustive dal basso fusto. Le piante olho deboi sono ricoperte di fiori viola e sembrano piantate ad arte sul perimetro di mura naturali che cingono la prima area archeologica della zona: il Lajedo Manuel de Sousa. Sulla sommità della collina un’enorme roccia sferica presenta, nel suo interno cavo, bellissime pitture rupestri preistoriche. Di colore rosso intenso si sono conservate per migliaia di anni grazie al clima secco. Appaiono figure stilizzate di animali, si riconosce un ema (Rhea Americana), lo struzzo brasilia- dal nome di uno stregone che viveva qui nel Settecento questo stranissimo posto. La visione del Lajedo di Pai Mateus regala un’intensa sensazione di stupore. Appoggiata sulla sponda di un piccolo lago, si erge una poderosa collina semisferica di granito compatto, punteggiata da enormi rocce perfettamente rotonde, di dimensioni diverse, che sfidano ogni legge di gravità. Non c’è deserto africano, out back australiano o altra zona al mondo che presenti un insieme di elementi così astratti, irrazionali e al tempo stesso armonici come a Pai Mateus. Le immani palle di pietra sono disseminate per la collina, nel loro equilibrio che sembra precario, ma sono immobili e ben salde da millenni. Racconta una leggenda che queste pietre trasmettano energia e che se abbracciate per alcuni minuti creino una corrente di vitalità, un flusso di potenza e di cariche positive. Deve essere vero, perché dopo essere stati a Pai Mateus questo scenario ti rimane nel cuore. Indimenticabile PER CHI PARTE 씰 Documenti: passaporto valido per almeno sei mesi. 씰Lingua: portoghese e nei maggiori centri anche un poco d’inglese. 씰Fuso orario: cinque ore in meno quando in Italia vige l’ora legale. 씰Informazioni: Comitato Visit Brasil, piazza Navona 21, 00186 Roma; tel. 06.68.39.84.53; www.turismobrasile.it; [email protected] 씰Moneta: il real, che vale 3,78 euro. 씰Chi ti porta: Tour 2000, operatore specializzato in viaggi nel continente sudamericano (via Martiri della Resistenza 95; Ancona; tel. 071.28.03.752; www.tour2000.it) offre l’originale pacchetto “Brasile Archeologico” di 12 giorni a partire da 2.780 euro in bassa stagione, e 3.080 in alta ( il costo comprende voli intercontinentali, voli interni, trasferimenti, escursioni, hotel in B&B, alcuni pasti, guida, assicurazione e tasse). Un ema (Rhea Americana), il tipico struzzo brasiliano [AVVENTURE] 씮 con gli ultimi raggi di sole che si spengono sulle pietre tonde e calde, col lago e la sterminata foresta della Caatinga ai suoi piedi, con la poderosa Helmet Rock (l’unica pietra cava) che sovrasta la pianura. Proseguendo verso nord-ovest il Paraiba riserva un ennesimo sito archeologico, una sorta di Jurassic Park. Vicino alla città di Sousa sono state trovate impronte fossili di dinosauri. Nel letto del fiume Rio Pexe si aggiravano circa 65 milioni di Qui accanto e sotto: anni fa dei mastodontici l’ incisione rupestre e carnivori titanosauri. Uno di questi animali ha ladi Ingá (24 metri) e sciato ben 32 impronte in un suo particolare. progressione sulle sponSotto: le orme di titanosauro nel letto de del fiume, in quello che un tempo era fango e del fiume Rio Pexe oggi è divenuta solida roccia. È la camminata più lunga del mondo e uno dei rarissimi casi di orme pietrificate e conservate. L’ultima tappa di questo ampio giro di un Brasile archeologico tocca il paese di Lajedo de Soledad. Il piccolo villaggio sembra uscito da un libro dello scrittore brasiliano Paulo Coelho, calmo, coloratissimo, racchiude nella sua periferia il suo gioiello: una grande pianura calcarea con decine di anfratti e grotte dove circa 7.000 anni fa vivevano gli antenati degli abitanti del villaggio. Gli uomini preistorici istoriarono le volte e le pareti di queste caverne con centinaia di eleganti figure, giudicate le più interessanti del Sud America. Sono 53 “pannelli”, come vengono chiamati in gergo i differenti siti, con disegni dal colore rosso e incisioni. Sono stati disegnati da mani primitive bellissimi uccelli come il grande pappagallo Ara-Ara, pannocchie di mais, ci sono impronte di mani, uomini stilizzati, stelle, foglie, pesci. È come un grande libro di pietra che ci permette di entrare per un attimo nella vita quotidiana dei primi uomini brasiliani, vissuti più 7.000 anni fa. 왎 102 FEBBRAIO 2007 CLUB3