scheda di sala - - Teatro Comunale di Monfalcone

Teatro Stabile di Bolzano
presenta
IL MALATO IMMAGINARIO
di Molière
traduzione di Angelo Dallagiacoma
regia
Marco Bernardi
con
Paolo Bonacelli
Patrizia Milani
Carlo Simoni
e con
Gaia Insenga, Fabrizio Martorelli,
Massimo Nicolini, Maurizio Ranieri,
Giovanna Rossi, Libero Sansavini,
Roberto Tesconi, Riccardo Zini
scene
Gisbert Jaekel
costumi
Roberto Banci
luci
Giovancosimo De Vittorio
Il malato immaginario è certamente, accanto
al Tartufo e al Misantropo, fra i capolavori di
Molière. Ultima commedia del grande uomo
di teatro francese e farsa straordinariamente
ricca di spunti comici, Il malato immaginario
rappresenta senza dubbio il testamento di
Molière, la sua visione del mondo disillusa, la
sua mancanza di fiducia negli uomini.
Nella rilettura diretta da Marco Bernardi per il
Teatro Stabile di Bolzano, a vestire i panni del
protagonista ipocondriaco è Paolo Bonacelli,
che torna a interpretare Argante a venticinque
anni di distanza dell’edizione diretta da Mario
Missiroli. Al suo fianco, a capitanare l’affiatata
compagnia dello Stabile di Bolzano, Patrizia
Milani e Carlo Simoni.
Lo spettacolo diretto da Bernardi è giunto alla
sua terza stagione, con oltre 170 repliche nei
maggiori teatri italiani e un grande successo di
pubblico e critica.
Argante – padre di una bella figlia, marito di
una donna avida e fedifraga e vittima di uno
sciame di dottori avvoltoi e ciarlatani – è il
malato immaginario del titolo, un personaggio
che Molière cucì magistralmente su di sé ma
che riuscì a interpretare solo per quattro recite,
prima di morire venerdì 17 febbraio 1673,
pochi minuti dopo la chiusura del sipario.
“Argante è un uomo buono, generoso e
innamorato, circondato da un assortimento di
pazzi – afferma Paolo Bonacelli – che soffre
di una solitudine esistenziale e questa sua
caratteristica rivela il tratto autobiografico
della commedia di Molière”. Il malato
immaginario è un testo che ancora oggi è
circondato da un alone di “sacralità teatrale”,
con il quale si sono misurati molti grandi nomi
del teatro italiano, registi e attori del calibro di
De Lullo con Romolo Valli, la Shammah con
Franco Parenti e Lassalle con Giulio Bosetti.
La versione del Malato immaginario firmata
da Marco Bernardi approfondisce il duplice
carattere della commedia, in cui la perfetta
costruzione comica di un’esilarante farsa è
intrisa di riflessioni amare sulla condizione
umana e si snoda lungo i tre atti fino a
dispiegare un alone onirico. Lo scontro
fra due forze opposte è, secondo il regista,
il tema interpretativo dell’ultimo grande
capolavoro del commediografo francese: “da
un lato la formidabile struttura comica, con
la sua perfetta efficacia e il ritmo forsennato,
dall’altro la particolare percezione del testo,
‘insanguinato’ dalla morte di Molière quasi
in scena e quindi riletto alla luce della sua
biografia”.
STRUMENTI
DI VISIONE
Dalla rassegna stampa
È questo sovvertire i fattori in campo, è questa
lettura alla rovescia, è questa riflessione amara
sulla condizione umana travisata e condannata
dalla retorica delle apparenze, il tracciato su
cui scorre questa messinscena che vede tra
i protagonisti anche Patrizia Milani e Carlo
Simoni. Da un lato, come sempre, emergerà
la struttura comica, efficace e forsennata, e
dall’altro lato si farà strada una solitudine
esistenziale che è frutto di disillusione e
disincanto, specchio della biografia vissuta
personalmente e artisticamente dallo stesso
Molière. Che malato non era. E che puntava il
TEATRO
dito sulle malattie ipocrite e avide degli altri.
COMUNALE
(Rodolfo Di Giammarco, La Repubblica)
DI MONFALCONE
PROSA 2013-2014
PROGRAMMA
Martedì 11, mercoledì 12 febbraio
ore 20.45
La regia è di Marco Bernardi, che assieme ai
suoi interpreti offre al pubblico uno spettacolo
pulito e chiaro, da una parte capace di
restituirci la solita commedia comico-farsesca,
motore di risate e di divertimento paradossale;
dall’altra propenso a enucleare, dalla storia e
dai caratteri, la solitudine reale, non di rado
tormentosa, del drammaturgo-attore francese.
[...] Questo Malato dello Stabile di Bolzano
sa collocare originalità (e necessità) proprio
nella figura di Argante, che occhieggia con
indulgenza all’autore e al tempo stesso
lo “critica”, lo “scopre”, lo “storicizza”,
svelandone la doppia valenza: dominatore in
palcoscenico, dominato e minato (dalle donne
e dalla sorte) nella vita quotidiana.
(Rita Sala, Il Messaggero)
Gran prova per un attore, Paolo Bonacelli,
che con un gusto di recitare solo suo sguazza
a meraviglia nel ruolo. Perennemente seduto
sul suo seggiolone in bianca sottoveste
e rossa vestaglia che gli vola intorno, il
suo è un Argante certo più comico che
drammatico, più buffonescamente maniacale
che angosciosamente smarrito nelle sue
farneticazioni. È, alla fine, Bonacelli a
diventare più una maschera che un uomo.
Autoritaria come deve essere, Patrizia Milani
è una Toinette che non manca di mordente. Ed
un efficacissimo Beraldo è Carlo Simoni. Ma a
loro agio anche gli altri interpreti, fra i quali è
doveroso segnalare Giovanna Rossi e Roberto
Tesconi.
(Domenico Rigotti, Avvenire)
IL MALATO IMMAGINARIO
STRUMENTI
DI VISIONE
E
Comune di Monfalcone
Servizio Attività Culturali - U. O. Attività Teatrali ed Espositive
con il contributo di
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Assessorato alla Cultura
Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia
Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia
programmazione stagione di prosa
Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia
Roberta Sodomaco
Assessore alla Cultura
Paola Benes
Dirigente del Servizio
Giovanna D’Agostini
informazioni
[email protected]
www.facebook.com/teatromonfalcone
www.teatromonfalcone.it
TEATRO
COMUNALE
DI MONFALCONE
PROSA 2013-2014
PROGRAMMA
Commedia meravigliosa. Vi rintracciamo
struggenti note autobiografiche, paure
autentiche, allucinazioni perfettamente fuse
in un congegno comico che Bernardi esalta
con velature oniriche volte a suggerire il
fondo crudele del Malato. Il quale ha in Paolo
Bonacelli un interprete superbo, che dà ad
Argante una fragilità infantile e un cinismo
spaventoso. Tonina è una speziata Patrizia
Milani, Beraldo ha l’ironica concretezza di
Carlo Simoni.
(Osvaldo Guerrieri, La Stampa)