Realizzabilità tecnologica di una versione subluminale del moto a curvatura Gaetano Licata1 Palermo, 2007 1. Introduzione Negli ultimi vent’anni, dall’apparizione del lavoro di Morris e Thorne [1] sui cunicoli spaziali, si è sviluppato un acceso dibattito sul fatto che, nella cornice della Relatività Generale (GR), certe geometrie esotiche dello spazio-tempo permetterebbero all’uomo di oltrepassare con mezzi tecnologici la velocità della luce (FTL, Faster Than Light), consentendo in un futuro non troppo lontano viaggi interstellari in tempi relativamente brevi. Le geometrie FTL che hanno avuto più successo in letteratura, perché giudicate da alcuni effettivamente realizzabili mentre da altri del tutto impossibili, sono i cunicoli spaziali [1, 3], il tubo di Krasnikov e diverse versioni del moto a curvatura (WD, Warp Drive). Io mi concentrerò sul moto a curvatura per alcune semplici ragioni. Anzitutto il tubo di Krasnikov non appare risolutivo come progetto FTL perché prevede un viaggio interstellare nel quale l’andata venga percorsa a velocità convenzionali e solo il ritorno a velocità superluminali: questo implicherebbe tempi troppo lunghi anche per le stelle più vicine. Riguardo ai cunicoli spaziali l’ingente quantità di studi sulla geometria dello spazio-tempo, sulle condizioni dell’energia e sull’energia negativa ha portato alcuni studiosi a pensare che tali cunicoli siano la soluzione migliore per aumentare in modo decisivo il raggio d’azione dell’esplorazione spaziale. Davis [3] pensa addirittura che sia possibile realizzare un cunicolo spaziale con un campo magnetico di soli 118,5 Tesla, salvo poi che la larghezza della gola del cunicolo sarebbe di 1 anno luce. Io credo che il problema fondamentale dei cunicoli spaziali sia il fatto che non è chiaro in che modo si possa stabilire una destinazione precisa nello spazio o nel tempo e dunque un ritorno al punto di partenza, la qual cosa rende incontrollabile il viaggio. Ritengo d’altra parte che il WD, mantenendo alcuni tratti in comune col moto convenzionale, costituisca la strategia più promettente, per quanto considerata ancora altamente teorica, per aumentare in maniera decisiva la velocità dei viaggi spaziali. A 14 anni dalla pubblicazione del lavoro di Alcubierre [4] gli studi sulla metrica spaziotemporale, sulla materia esotica, sulle disuguaglianze quantiche e sulla polarizzabilità elettromagnetica del vuoto contribuiscono oggi a indicare il WD come una soluzione non più solamente teorica. L’obbiettivo di questo studio è muovere un passo in direzione della realizzazione tecnologica di una versione subluminale del WD, mostrando che gli strumenti per una tale realizzazione potrebbero essere presto disponibili. Questo sarebbe il primo passo di un progetto che 1 Assegnista di ricerca presso il dipartimento FIERI dell’Università degli Studi di Palermo, viale delle Scienze ed. 12, cattedra di filosofia della scienza, e-mail: [email protected]; Via Catania 166, 90141 Palermo. 1 qualunque agenzia spaziale dovrebbe prendere seriamente in considerazione. Se si approntasse uno strumento per testare i principi e l’effettivo funzionamento pratico delle proposte teoriche avanzate in questi anni nella cornice del WD, si avrebbe l’occasione di mettere a punto una tecnologia che, a breve termine, permetterebbe di raggiungere velocità finora impensate, inoltre si aprirebbe la strada per approntare soluzioni tecniche al problema di raggiungere quelle velocità superluminali che sono indispensabili per l’esplorazione delle stelle vicine al sole. Realizzare un veicolo sperimentale non troppo grande, con guida computerizzata programmata, capace di curvare lo spazio-tempo quel tanto che basta per verificare e quantificare in pratica gli effetti previsti dalle discussioni teoriche sul WD appare un obbiettivo realizzabile nel prossimo futuro e forse non troppo costoso. Nella prima sezione di questo lavoro riprenderò la metrica proposta da Alcubierre [4] nel 1994, integrandola con elementi di alcuni importanti studi successivi. Spiegherò perché, per una versione subluminale del WD, tale metrica risulta preferibile e approfondirò i motivi per cui ritengo il WD, malgrado le molte ed autorevoli critiche subite, il migliore progetto a lungo termine per la realizzazione di velocità FTL. Nella seconda sezione discuterò il concetto di polarizzabilità elettromagnetica del vuoto e indicherò i motivi per cui tale concetto costituisce la chiave per la realizzazione tecnologica del WD. Nella terza sezione del lavoro esporrò le tesi proposte da Desiato e Storti [5] di un WD nella cornice delle equazioni di Maxwell e la fondamentale ridefinizione, proposta da questi autori, del concetto di materia esotica. 1. La metrica di Alcubierre per velocità subluminali Dopo la pubblicazione del lavoro di Alcubierre [4] nel 1994 sono state proposte diverse modifiche più o meno distanti dalla metrica originale. La maggior parte di esse rappresentava un modo per risolvere i gravi problemi che subito gli scettici avevano rilevato nel WD originale. Gli scettici e gli entusiasti hanno sviluppato in questo modo una discussione che ha molto approfondito le conoscenze sul WD. Ecco le principali obbiezioni sollevate dai critici contro la realizzabilità effettiva o anche solo la concepibilità teorica del WD: 1) L’enorme quantità di materia esotica necessaria per sostenere una bolla di curvatura macroscopica; 2) La disconnessione fra la regione dello spazio-tempo esterna alla bolla e quella interna (nella quale si trova la nave), dovuta al prodursi di orizzonti che racchiudono la bolla nel momento in cui questa raggiunge la velocità della luce (c). Tale disconnessione provoca: 2a) l’impossibilità di controllare la bolla (ad esempio diminuire la distorsione o dissolverla, per rallentare o fermare la nave) e 2b) l’impossibilità, da parte della nave, di inviare segnali luminosi nello spazio esterno alla distorsione; 3) Il prodursi di una radiazione fotonica blu che alla velocità c diverrebbe molto potente, e letale per l’eventuale equipaggio; 2 4) La tremenda potenza degli impatti con materiali microscopici e macroscopici casuali, detriti spaziali o oggetti di grandi dimensioni, che la nave subirebbe a causa delle altissime velocità; 5) La violazione delle condizioni classiche dell’energia e delle disuguaglianze quantiche. Il dibattito sul WD si è così sviluppato intorno a questi problemi e molte soluzioni sono state proposte per superarli. A secondo che si abbia un atteggiamento scettico o entusiastico nei confronti del WD, tali problemi vengono giudicati insormontabili o risolvibili. Ciò che mi preme far notare è che la maggior parte degli ostacoli indicati, o la forma più proibitiva di essi, si verifica nel momento in cui la bolla raggiunge c e che, dunque, per una forma subluminale di WD tali problemi non si presenterebbero: una bolla di curvatura che raggiungesse c/10 potrebbe incontrare il problema degli impatti con materiali casuali ma in una forma non proibitiva, ed esiste uno studio [6] nel quale si sostiene che in forza di una metrica particolare si potrebbe deflettere qualunque materiale pericoloso per la nave. Aggiungo comunque che l’idea di condurre uno studio come il presente ha come presupposto il fatto che i problemi elencati ai 5 punti suddetti non dovrebbero essere considerati insormontabili, sulla base dei lavori che propongono metriche o strategie risolutive e considerando lo sviluppo tecnologico futuro. La nostra proposta di realizzare un WD subluminale è infatti finalizzata a testare e sviluppare un progetto che, col progresso tecnico, dovrebbe portare in futuro a raggiungere velocità FTL. Usando la segnatura metrica “– + + +” e la convenzione (c = G = 1), normale in GR, Alcubierre [4] rappresentò il suo WD con la seguente metrica: (1) La funzione f (rs) può essere immaginata come una regione dello spazio-tempo che si muove alla velocità vs lungo l’asse cartesiano x trasportando con sé tutta la materia al suo interno. Questa metrica spinge la nave spaziale, posizionata al centro della regione (r = 0), lungo una traiettoria descritta da una funzione arbitraria del tempo xs (t). La velocità (2) per semplicità è costante e il valore di f (rs) è una funzione arbitraria delle coordinate relative al centro della massa in movimento. La distanza radiale dal centro della massa è (3) f è la funzione 3 (4) dove R è il raggio della bolla di curvatura e σ è l’energia che deve essere applicata per curvare lo spazio, che è inversamente proporzionale allo spessore del muro della bolla. R ed σ sono parametri arbitrari ma entrambi > 0. Per grandi valori di σ la funzione f (rs) si avvicina velocemente ad una funzione “a cilindro”, assumendo il valore 1 all’interno della bolla e 0 fuori della bolla: (5) In qualunque istante del tempo t lo spazio-tempo descritto da questa metrica sarà piatto ovunque tranne che in una regione di raggio R, il cui centro è (xs (t), 0, 0). In particolare la funzione a cilindro fornisce una regione intorno a r = 0 dove f è approssimativamente costante (l’interno della bolla), una regione dove f cade rapidamente da f ≈ 1 a f ≈ 0 intorno a r = R, e una regione dove f tende asintoticamente a 0 da r > R a r = . L’ampiezza della regione di caduta rapida di f è descritta da σ. Figura 1 L’espansione θ degli elementi di volume è data da: 4 (6) La figura 1 mostra θ come funzione di x e ρ = (y2 + z2)1/2. Il centro della bolla corrisponde alla posizione della nave xs (t). La figura mostra che gli elementi di volume si espandono dietro la nave e si contraggono davanti ad essa. Dal momento che il tempo proprio della nave è uguale alla coordinata tempo e che la coordinata tempo è uguale al tempo degli osservatori esterni alla bolla, è evidente che la nave non subisce dilatazione del tempo. Inoltre la nave si muove lungo una geodesica, ciò implica che, anche se la coordinata accelerazione può essere una funzione arbitraria del tempo, l’accelerazione propria della nave sarà sempre 0. Il punto più importante della teoria di Alcubierre è proprio questo: il fatto che la nave non si muove localmente, ma è la bolla di spazio-tempo che contiene la nave (ferma) ad essere trascinata da un’onda spaziotemporale. In questo modo è possibile aggirare il limite di c che la Relatività ristretta (SR) impone agli oggetti macroscopici, dal momento la teoria del Big Bang implica che lo spazio-tempo può espandersi a velocità immensamente superiori a c. Ora, la mia proposta di progettare e realizzare uno strumento che realizzi una distorsione spaziotemporale, mettendo in pratica l’idea di Alcubierre, è centrata proprio sull’obbiettivo di controllare se questa idea è davvero in grado di farci aggirare in futuro il limite di c. Non disponiamo ancora delle tecnologie per creare bolle di curvatura che viaggino FTL, ma è possibile tentare di realizzare un WD subluminale che provi la validità del progetto o mostri che esso impossibile, ed individui, in questo caso, le ragioni di tale impossibilità. Anche in caso di fallimento, infatti, otterremmo un approfondimento delle conoscenze fisiche che abbiamo impiegato. Se il progetto dovesse avere successo sarebbe solo un fatto quantitativo aumentare le energie, o migliorare i mezzi tecnici, per ottenere velocità superiori; ma l’ostacolo fisico maggiore, il limite c, diverrebbe in linea di principio superabile. Tornando ai calcoli riguardanti la distorsione, nel 1997 Pfenning e Ford [7] introdussero la variabile , indicante lo spessore del muro della bolla, da mettere in relazione al parametro σ di Alcubierre. In [7] si pone (7) la quale, per valori grandi di σR, si approssima a ≈ 2/σ. Sulla base di questo valore in [7] si calcolò l’ammontare totale di energia negativa richiesta per sostenere una bolla di curvatura. Tale energia è presente solo nella regione del muro della bolla ed equivale a (8) 5 A causa della disuguaglianza quantica, gli autori considerarono che lo spessore del muro della bolla, dove si concentra l’energia negativa, non poteva superare un certo valore ( ), ossia centinaia o migliaia di volte la lunghezza di Planck. Dal momento che lo spessore della bolla () è così piccolo e che l’energia per sostenerla (σ) è inversamente proporzionale ad esso, in [7] si calcolò che l’energia negativa richiesta per sostenere una bolla di raggio 100 metri è circa 10 ordini di grandezza superiore alla massa totale dell’universo visibile. Se si fosse potuto violare la disuguaglianza quantica dando a il valore di un metro l’energia negativa sarebbe scesa a circa un quarto di una massa solare. Van Den Broeck [8] sostiene che l’energia è all’incirca proporzionale a R2/. Successivamente al lavoro di Pfenning e Ford [7] sono stati condotti un certo numero di studi che, negando il fatto che la disuguaglianza quantica imponga vincoli così rigidi, hanno negato il fatto che lo spessore del muro della bolla non potesse superare centinaia o migliaia di volte la lunghezza di Planck ( ). In questo modo si è ridotta l’immensa quantità di energia negativa richiesta per sostenere una bolla macroscopica, dovuta appunto all’estrema sottigliezza del muro della bolla. Loup, Waite e Halerewicz [9] hanno sostenuto che il vincolo in base al quale , derivato da Pfenning e Ford dalla disuguaglianza quantica, risulta inaffidabile. Secondo Loup et al., Pfenning e Ford avrebbero applicato una disuguaglianza quantica per un campo scalare libero e privo di massa, benché lo spazio-tempo di Alcubierre non sia il risultato di un campo scalare libero e privo di massa. Loup et al. introducono una funzione di caduta A(ct, ) grazie alla quale viene ricalcolata la disuguaglianza quantica riguardante . Sulla falsa riga del calcolo di Pfenning e Ford ottengono (9) Da tale disuguaglianza risulta che, aumentando a piacere il valore di A, si aumenta anche la larghezza minima consentita al muro della bolla, abbassando in tal modo arbitrariamente l’energia negativa richiesta per sostenere la bolla. Non è quindi necessario immaginare soluzioni estreme e difficilmente realizzabili come quella di Van Den Broeck [8], che al fine di diminuire l’energia negativa richiesta per il WD propone di ridurre la superficie della bolla a misure ultramicroscopiche ed espandere lo spazio al suo interno per fare posto ad una nave spaziale. Un’ultima parola rimane da spendere sulle condizioni dell’energia. Già Alcubierre [4] faceva notare che la sua metrica, implicando la presenza energia negativa, violava le condizioni cui deve sottostare l’energia in GR (debole WEC, dominante DEC e forte SEC), e sempre Alcubierre faceva riferimento all’effetto Casimir per mostrare che la materia esotica, sebbene proibita nella relatività, è permessa, in alcune particolari circostanze, dalla teoria del campo quantico. Dal 1994 a oggi sono stati condotti numerosi studi sulle condizioni dell’energia e sulle disuguaglianze quantiche, in riferimento al WD e ai cunicoli spaziali. Si è dimostrato che le disuguaglianze quantiche permettono l’esistenza di densità negative di energia [7], si è inoltre compreso che i campi scalari classici possono generare grandi flussi di energia negativa, a dispetto delle 6 restrizioni della disuguaglianza quantica [10]. Sulla base della discussione svolta, una bolla di curvatura di 50 metri di raggio, con uno muro di spessore di ½ metro, che raggiunga un decimo della velocità della luce può apparire un obbiettivo raggiungibile in tempi non troppo lunghi, si tratta di capire se e quando la ricerca tecnologica verrà indirizzata in tal senso. 2. Variazione della curvatura dello spazio-tempo attraverso la variazione della costante dielettrica del vuoto effettuata mediante campi elettromagnetici La realizzabilità tecnologica di una distorsione dello spazio-tempo, come quella prospettata da Alcubierre e dai suoi epigoni, è stata intesa come connessa alla possibilità di manipolare artificialmente la gravità. La cornice teorica entro cui è nato il WD, la GR, è infatti la teoria nella quale la materia curva lo spazio-tempo e tale curvatura dello spaziotempo è l’analogo geometrico di ciò che per Newton era una forza. In poche parole, per curvare lo spazio-tempo nel modo illustrato dalla figura 1, bisognerebbe essere in grado di creare un campo gravitazionale nella regione antistante la bolla ed un campo antigravitazionale nel retro della bolla. Gli studi sulla manipolazione artificiale della gravità sono studi di frontiera e, sebbene notevoli progressi siano stati compiuti in questo campo, non si può certo affermare che siamo in grado di manipolare o addirittura “polarizzare” a piacere la gravità. Il legame fra gravità ed elettromagnetismo, che in fisica si ipotizza sulla base di diversi fenomeni (curvatura della luce a causa della gravità, momento gravitomagnetico London, ecc.) e sulla base del quale è pensabile alterare la gravità mediante campi elettromagnetici (EM), può essere teorizzato rigorosamente solo sulla base di una teoria del tutto, una teoria di grande unificazione che spieghi anche la gravità. Una teoria del genere, fra l’altro, riuscirebbe a spiegare sia le conoscenze della teoria quantistica sia quelle della relatività utilizzando un linguaggio unico per l’energia, la materia e lo spazio-tempo sia al livello dell’infinitamente piccolo che al livello dell’infinitamente grande. Ebbene, com’è noto, l’unica teoria di questo tipo è la teoria delle superstringhe: la teoria M riesce a mostrare cosa significa un’unificazione di questo tipo, ma a causa dell’eccessiva difficoltà di calcolo è impossibile fare delle predizioni quantitative tramite le quali controllare la teoria (questo è il motivo per cui la teoria delle superstringhe è considerata dai suoi detrattori non scientifica). Nel 2006 Tajmar et al. [11] hanno sviluppato un campo di accelerazione gravitazionale di 100 g facendo ruotare velocemente un superconduttore di forma toroidale, mostrando che il gravitomagnetismo è la chiave per produrre campi gravitazionali artificiali. Tuttavia non sembra necessario attendere l’avvento di una Teoria del Tutto rigorosa e controllabile, o la dominabilità matematico-sperimentale della teoria M, per creare la distorsione spaziotemporale richiesta dal WD. La strada forse non è neanche creare un campo gravitazionale macroscopico artificiale utilizzando il momento gravitomagnetico London. A partire dal 1999 Puthoff [12] ha ripreso il concetto di rappresentazione della GR tramite vuoto polarizzabile (PV) introdotto da Wilson [13] e sviluppato da Dicke [14]. L’approccio PV tratta i cambiamenti nella metrica spaziotemporale in termini di equivalenti cambiamenti nelle costanti di permittività (ε0) e di permeabilità (μ0) del vuoto. Le equazioni di Maxwell 7 nello spazio curvo sono trattate nell’isomorfismo di un mezzo polarizzabile di indice rifrattivo, variabile nello spazio piatto. La curvatura di un raggio di luce vicino ad un corpo di grande massa è modellata come dovuta ad una variazione dello spazio-tempo indotta nell’indice rifrattivo del vuoto vicino al corpo. La riduzione della velocità della luce, teorizzata in GR in un potenziale gravitazionale rispetto a c nello spazio piatto, è rappresentata come un effettivo aumento dell’indice rifrattivo del vuoto. L’approccio PV può essere usato per riprodurre nel modo appropriato le equazioni della GR e il loro accoppiamento ai classici tests sperimentali. In condizioni di spazio piatto, il vettore del flusso elettrico D, in un mezzo lineare omogeneo, può essere scritto (10) Dove ε ed ε0 sono rispettivamente le permittività del mezzo e del vuoto, e la polarizzazione P corrisponde al momento dipolare indotto per unità di volume nel mezzo. Rappresentando la condizione di spazio curvo, il postulato base per l’approccio PV è che la polarizzabilità del vuoto nelle vicinanze di una massa differisce dal suo valore asintotico di campo lontano, in virtù degli effetti di polarizzazione del vuoto indotti dalla presenza della massa. Anche per il vuoto si postula quindi che (11) Dove K è la costante dielettrica del vuoto, alterabile in forza dei cambiamenti nella polarizzabilità. La permittività e la permeabilità del vuoto devono cambiare insieme con la polarizzabilità: (12) La permittività e la permeabilità del vuoto cambiano linearmente con la costante dielettrica del vuoto K. Quindi la velocità della luce cambia in maniera inversamente proporzionale a K secondo (13) In tal modo la costante dielettrica del vuoto assume il ruolo di un indice rifrattivo variabile, a condizione che si intenda che la polarizzabilità del vuoto cambi in presenza di masse o campi EM. Nel vuoto K = 1. L’energia di un sistema il cui valore è E0 nello spazio piatto (K = 1) sarà (14) 8 In una regione in cui K 1, gli intervalli di tempo cresceranno al crescere di K (15) Il raggio dell’orbita del normale stato di Bohr di un atomo di idrogeno è (16) dal momento che c = c/K , e m è m0 sarà espresso da (17) Tutto ciò mostra come anche le lunghezze dipendano da K considerata come variabile. In questo senso è possibile comprendere in che senso in GR si dice che la gravità curva lo spazio-tempo. Vicino ad una stella o ad un pianeta la velocità della luce diminuisce, le lunghezze si accorciano e gli orologi camminano più lentamente. L’approccio PV alla GR suggerisce che ciò accade perché le masse, e a maggior ragione i campi EM, riescono ad influenzare una sorta di tenore elettromagnetico del vuoto (indicato dalla costante dielettrica che corrisponde all’indice rifrattivo) intono ad essi. Quando si tratta di masse planetarie o stellari tale influenza è apprezzabile. Se nel vuoto K = 1, nei campi gravitazionali e nei campi elettromagnetici K > 1, e tanto più sarà superiore ad 1 quanto più forti saranno tali campi. Ciò naturalmente implica che un campo di energia negativa antigravitazionale porterebbe a K < 1. Per una massa sfericamente simmetrica K è data nella formula esponenziale (18) dove G è la costante gravitazionale, M è la massa del corpo ed r è la distanza dall’origine allocata al centro della massa M. Nella formula non esponenziale [15], in un campo gravitazionale planetario o solare K ≈ 1 + 2GM / rc2 > 1. Quindi nel campo gravitazionale (K > 1) la velocità della luce è ridotta, le lunghezze si accorciano, ecc. rispetto al vuoto (K = 1). In un campo di energia negativa nel quale K < 1 si avranno effetti esattamente invertiti. Ecco due tavole pubblicate da Puthoff et al. [15] che riassumono gli effetti che le variazioni di K rispetto ad 1 hanno nelle regioni di spazio-tempo in cui tali variazioni vengono mantenute: 9 L’approccio PV alla GR permette quindi di bypassare il problema di non avere ancora una teoria unificata e matematicamente dominabile delle quattro forze fisiche, di non avere ancora una gravità quantizzata, per curvare lo spazio-tempo. I campi EM possono influenzare la metrica di una determinata regione dello spazio inducendo in essa un valore di K maggiore di 1, simmetricamente campi di energia negativa possono influenzare la metrica di una determinata regione dello spazio inducendo in essa un valore di K minore di 1. Ciò implica che qualcosa come una teoria M, che unifichi le quattro interazioni presenti in natura, è possibile, anche se non ancora disponibile. Puthoff [12] utilizza tecniche lagrangiane per derivare equazioni di campo ed equazioni per il moto di una particella, la costante dielettrica del vuoto è trattata però come una variabile, funzione della spazio e del tempo. Il Lagrangiano standard per una particella libera è dato da 10 (19) Se consideriamo la presenza di una costante dielettrica del vuoto variabile (K), per (7) e siccome m = m0 K3/2 (20) Questo implica un Lagrangiano densità per la particella di (21) Dove δ3 (r- r) è la funzione delta tridimensionale che serve ad allocare la particella puntuale ad r = r. Seguendo una procedura standard, il Lagrangiano densità per la particella può essere esteso al caso dell’interazione con campi EM tramite l’addizione di termini che coinvolgono i potenziali scalare e vettore (Φ, A), (22) dove (Φ, A) sono correlati ai vettori di campo elettromagnetico (E, B) tramite le equazioni (23) Il Lagrangiano densità per i campi EM stessi, come nel caso del Lagrangiano particella, è dato dall’espressione standard, eccetto che per il fatto che K è trattata come una variabile, 11 (24) Puthoff prosegue scrivendo un Lagrangiano densità per la costante dielettrica variabile K, che, essendo trattata come una variabile scalare, deve assumere la forma standard Lorentzinvariante per il disturbo di propagazione di uno scalare, (25) Dove f(K) è una funzione di K arbitraria. Come indicato da Dicke [14], un corretto abbinamento per la sperimentazione richiede che si prendano λ = c4/32πG e f(K) = 1/K2; quindi (26) Possiamo ora scrivere il Lagrangiano densità totale per le interazioni campo-materia in un vuoto con costante dielettrica variabile: (27) Equazioni campo-materia generali. La variazione del Lagrangiano densità δ ∫ Ld dxdydzdt riguardo alle variabili di particella, come tecniche del principio di azione standard, porta all’equazione del moto di particella in un vuoto di dielettrico variabile: (28) 12 La variazione del Lagrnagiano densità riguardo alla variabile K porta alla seconda importante equazione. Un’equazione per la generazione degli effetti di polarizzazione del vuoto in GR dovuti alla presenza di materia e campi: (29) Così vediamo che dei cambiamenti nella costante dielettrica del vuoto K sono causati dalla densità della massa (primo termine), dalla densità dell’energia EM (secondo termine), e dalla densità dell’energia di polarizzazione del vuoto stessa (terzo termine). La costante λ = c4 /32πG dove G è la costante di gravitazione. È interessante il fatto che le densità di energia dei campi EM e la variabile K entrano in (29) con segni opposti. Quindi gli effetti del campo EM possono contrastare gli effetti del campo gravitazionale. Questo diventa più manifesto quando esaminiamo le cosiddette “forze di repulsione elettrogravitica” associate alla soluzione Reissner-Nordstrøm della (29). Le equazioni (28) e (29), insieme alle equazioni di Maxwell per la propagazione in un mezzo con una costante dielettrica variabile, costituiscono quindi le equazioni fondamentali per discutere le interazioni campo-materia in un vuoto di costante dielettrica variabile, come richiesto nella formulazione PV della relatività generale. L’effetto magnetico di Levi-Civita. La (21) nel vuoto può essere scritta (caso statico) (30) Secondo questa equazione i cambiamenti nella costante dielettrica del vuoto K sono prodotti dalle densità di energia dei campi EM e della polarizzazione del vuoto. Subito dopo la pubblicazione della Relatività Generale il fisico italiano Tullio Levi-Civita [16] considerò la possibilità di creare un campo gravitazionale artificiale attraverso la generazione di un campo elettrico o magnetico statico uniforme. È stato provato da Davis [17, 18] che la metrica dello spazio-tempo di Levi-Civita descrive un ipercilindro con un potenziale gravitazionale dipendente dalla posizione. Consideriamo il caso di un campo 13 magnetico omogeneo e statico orientato nella direzione z, ad esempio all’interno di un solenoide. L’equazione (30) prende la forma (31) dove abbiamo considerato . La soluzione della (31) prende la forma (32) Abbiamo posto la massima deviazione di K dall’unità all’origine e le costanti α e β devono soddisfare il vincolo (33) L’equazione (32) può essere approssimata in (34) Ora determiniamo le costanti α e β richiedendo che le transizioni della velocità della luce siano c’(z) = c/K(z) a c (cioè per K = 1) ad una certa distanza L/2 sopra e sotto l’origine (cioè ai limiti di un solenoide di lunghezza L il cui centro è l’origine). Con le costanti così determinate otteniamo la soluzione (35) Quindi la velocità della luce c’(z) all’interno del campo magnetico è data da 14 (36) Dunque la velocità della luce è rallentata dentro il campo magnetico, col suo valore minimo all’origine, equidistante dai limiti del campo magnetico. Il tempo di transito per un raggio di luce attraverso il campo magnetico non è dunque L/c ma (37) Davis [3] ha correlato l’intensità del campo magnetico con la quantità di spazio curvato, proponendo un parametro per misurare l’intensità di curvatura di spazio-tempo ottenuta mediante l’effetto Levi-Civita: (38) dove a è il raggio di curvatura dello spazio-tempo indotto da un campo magnetico omogeneo con una simmetria cilindrica riguardo alla direzione del campo. Sulla base della (38) Davis propone una tavola di corrispondenza fra intensità di campo magnetico e quantità di spazio-tempo curvato: Raggio di curvatura dello spazio-tempo indotto da un campo magnetico (B) 15 Anche un campo elettrico potrebbe essere usato per creare lo stesso effetto, ma la forza del campo richiesta per ottenere lo stesso raggio di curvatura sarebbe 17 volte più grande rispetto ad un campo magnetico. Esperimenti nei quali sono stati impiegate tecnologie magnetiche chimiche implosive/esplosive hanno raggiunto intensità di campo di diverse migliaia di Tesla. In Russia (MC-1 generator, ISTC grant) e negli Stati Uniti (nei laboratori ATLAS e SATURN) i ricercatori hanno impiegato solenoidi magnetici con lunghezza di 10 cm raggiungendo picchi di circa 109 Tesla per tempi infinitesimali. Esistono diverse tecnologie per indurre campi magnetici ultra-intensi, Davis propone una tabella per classificarli: Attuali tecnologie di induzione di campi magnetici intensi e ultra intensi In conclusione, l’effetto Levi-Civita indica che un campo magnetico abbastanza potente può sostituire il campo gravitazionale artificiale che la nave spaziale dovrebbe produrre davanti la bolla di curvatura per comprimere lo spazio-tempo. Forse non è possibile calcolare esattamente quale intensità deve raggiungere il campo magnetico di prua (e, simmetricamente, quello antigravitazionale di poppa) per raggiungere c/10, ma, a giudicare dai dati proposti da Davis, sembra che campi di tale intensità siano raggiungibili con mezzi tecnologici approntabili in un futuro non lontano. 3. Una versione elettromagnetica del WD Desiato e Storti [5] propongono una versione elettromagnetica del WD di Alcubierre, seguendo la via indicata da Puthoff di utilizzare il concetto di vuoto polarizzabile, per creare una distorsione sapzio-temporale mediante campi EM. Gli autori notano che la materia esotica richiesta nel WD di Alcubierre, intesa come campo di energia dalla densità negativa (e che dunque viola le condizioni d’energia debole, forte e dominante) rimane qualcosa di misterioso e non ben definito. È noto che i campi EM non violano alcuna condizione dell’energia, eppure l’interazione fra il campo EM e una schiera di sorgenti reali di densità di carica e di corrente possiede un densità di energia di potenziale negativo. Questa può essere interpretata come una violazione della condizione dell’energia debole, 16 ma non necessariamente. Gli autori lavorano al progetto EGM (Electro-Gravi-Magnetics) consistente nel tentativo di modificare la polarizzabilità del vuoto applicando campi EM. Dal momento che esiste una relazione fra il campo EM e il valore dell’accelerazione di gravità g, l’EGM è un progetto finalizzato a comprendere in che modo è possibile curvare lo spazio-tempo mediante campi EM. L’EGM va oltre il modello PV perché descrive il vuoto come una sovrapposizione di campi EM. L’EGM è uno strumento che viene applicato tramite la sovrapposizione di campi EM dipendenti dal tempo, derivati da sorgenti controllate di spostamenti di carica e di densità di corrente. I campi interferiscono fra loro creando una struttura di intensità definita nello spazio-tempo. Forze di Lorentz quindi possono essere esercitate sugli spostamenti di carica e sulle densità di corrente che generano e allo stesso tempo intersecano il campo. L’EGM permette pratiche soluzioni ingegneristiche tramite l’utilizzo dei vettori di Poynting per descrivere il flusso dell’energia e del momento attraverso il campo costruito. Il campo EM risultante può essere descritto dalla sovrapposizione di campi di N sorgenti distinte, (39) L’equivalenza fra l’EGM e la rappresentazione di vuoto polarizzabile (PV) della GR diviene evidente quando i vettori del campo EM sono espressi in forma classica, come si usa fare per un mezzo polarizzabile omogeneo, (40) dove D, E e P sono rispettivamente lo spostamento macroscopico di carica, il campo elettrico e i vettori di polarizzazione. La classica permittività del vuoto, 0, è modificata dall’indice rifrattivo K, che ora è costruito, come richiesto, tramite la sovrapposizione di campi EM. Nel modello PV è la variabilità di K come funzione delle coordinate che determina la curvatura locale della regione di spazio-tempo. Nell’EGM il valore di K è una trasformazione determinata dalla intensità relativa, dall’energia spettrale e dal momento della sovrapposizione applicata di campi, ad ogni insieme di coordinate. In [5] viene presentata una variante della metrica di Alcubierre nella quale il movimento della bolla avviene lungo l’asse z e non lungo l’asse x (41) L’idea di Alcubierre era che la funzione f(rs) rappresentasse una regione di spazio-tempo che si muovesse alla velocità vs lungo l’asse z (nella versione di Desiato e Storti), 17 trasportando con se tutta la materia al suo interno. Questo potrebbe essere espresso usando s come una parametrizzazione arbitraria del tempo proprio : (42) Il Tensore Metrico g potrebbe essere scomposto come una piccola deviazione dallo spazio-tempo di Minkowski , come g = + h. In questo modo la (42) può essere rappresentata come la somma di due quantità: (43) Per realizzare una distorsione del genere gli autori teorizzano l’uso di una sovrapposizione lineare di campi EM, ciò che importa è che tale sovrapposizione abbia una densità a 4 correnti. Con ciò si intende che tale sovrapposizione abbia un uniforme spostamento di carica che varia nel tempo attraverso il suo volume, ed è da accoppiare al campo. Le densità a 4 correnti distribuite nello spazio sono emettitori di campo coi quali si può immaginare di progettare una sovrapposizione macroscopica di campi che trasporta se stessa attraverso lo spazio-tempo. Ogni emettitore di campo possiede una densità a 4 correnti che è funzione del tempo, delle coordinate relative rispetto al centro della massa in movimento e rispetto agli altri emettitori di campo. Ad esempio, gli emettitori di campo potrebbero essere nulla più che un paio di antenne dipolari posizionate adeguatamente, oppure una schiera di super-correnti controllate che scorrono con una frequenza di oscillazione coerente su molti dispositivi superconduttori di immagazzinamento di energia. Per “coerente” si intende che le loro oscillazioni sono a fase bloccata rispetto ad uno specifico spostamento di fase spaziotemporale. Si consideri un campo EM macroscopico composto da una coerente sovrapposizione di campi, che agisce su una larga e macroscopica distribuzione di densità di corrente, trasporta una densità di carica la quale e una densità di massa . L’equazione di continuità di Maxwell vale all’interno di ogni emettitore di campo, . Queste sono funzioni macroscopiche delle coordinate (rs, t) relative al centro di massa che si muove ad una velocità di gruppo di vs. Sono parametri controllati, progettati specificatamente per controllare la forza del campo nella posizione di ogni emettitore, utilizzando ogni altro emettitore nella schiera. Utilizzando molte sorgenti controllate entro il volume di una regione di spazio-tempo di dimensioni arbitrarie ma non troppo grandi, la forza del campo sovrapposto, intersecando la posizione di ogni altro emettitore, può essere regolata e la forza di Lorentz esercitata su ciascun emettitore 18 può essere controllata. Si noti che il campo non deve essere necessariamente molto forte. I campi sovrapposti vengono usati per controllare la forza di Lorentz esercitata su ciascun emettitore. I campi EM possono esercitare forze che sono molti ordini di magnitudine più forti di quelle causate dai campi gravitazionali. Ecco come verrà prodotta l’accelerazione degli emettitori di campo. Questo è un problema di progettazione riguardante l’interferenza macroscopica di una sovrapposizione di campi EM che variano nel tempo e che interagiscono con un numero finito di sorgenti varianti nel tempo che si spostano coi campi stessi. Le coordinate relative, le frequenze e la fase di queste sorgenti devono essere definiti e i termini dell’interferenza calcolati. Calcoli dettagliati sono difficoltosi e richiedono ulteriori ricerche. Per determinare le equazioni di moto degli emettitori di campo, l’interazione degli emettitori col campo EM sovrapposto viene incluso nel lagrangiano densità covariante: (44) Questa equazione è correlata al percorso integrale trovato nell’effetto Bohm-Aharonov per una singola particella carica. Quest’effetto è ben noto per dimostrare che campi di gauge possono esistere in regioni nelle quali il campo EM scompare. La posizione degli emettitori di campo, i loro potenziali relativi e gli spostamenti di fase non sono arbitrari. Quindi la scelta di gauge non è arbitraria e la condizione di gauge di Lorentz deve essere usata. Gli emettitori di campo posseggono una densità a 4 correnti e una densità di massa che propagherà in avanti, in opposizione ad un campo di onde EM coerenti. Il termine di interazione della (36) rappresenterà ora un sistema macroscopico di densità a 4 correnti varianti nel tempo sovrapposte ad un campo EM macroscopico, (45) Dove è la densità a 4 correnti per ogni emettitore e As rappresenta il potenziale dovuto alla sovrapposizione di campi dalla schiera, nella posizione di J . Utilizzando l’EGM le equazioni (43) e (45) sono poste in eguaglianza, quindi tali equazioni possono essere risolte come segue 19 (46) Riducendo il lato destro (47) Quindi la soluzione è della forma (48) Per ispezione i termini per la coordinata velocità vz e la funzione vs f(rs) sono (49) Dove sono stati sostituiti. La (49) riguardante vz è valida assumendo che l’energia richiesta non sia troppo grande. Quindi la (41) può essere espressa usando il campo EM. La (50) è la versione EGM della metrica di Alcubierre o metrica EGM 20 (50) Il vettore v è la velocità istantanea della densità di carica relativa alle altre sorgenti. Si noti che il termine dell’energia potenziale è grande e negativo, , la (50) è “euclidiana”. L’accoppiamento nella metrica EGM dipende dal rapporto fra la carica e la massa degli emettitori di campo e i potenziali di gauge del campo EM sovrapposto. Come nella (41) questo implica un moto geodesico se dt = d. Questo può essere mostrato esplicitamente usando (51) Nei progetti pratici del dgE (Delta Group Engineering), le 4 correnti scorrono sempre nel piano normale alla direzione della forza di Lorentz e ortogonale alla direzione del viaggio. Quindi il vettore v è la “velocità di fase trasversa” istantanea della densità a 4 correnti. Questa può essere la combinazione di velocità lineari vx e vy , o circolare in termini di una velocità angolare r× sul piano. Essa è indipendente dalla velocità di gruppo in avanti vs , che risulta dallo spostamento di fase del fattore di fase di gauge. La (51) può essere semplificata scegliendo come velocità di fase trasversa 21 (52) Dove si è fatto riferimento alle coordinate e alla dipendenza dal tempo solo come promemoria del fatto che queste sono funzioni d’onda. Il “metodo dei Fasori” è comunemente usato nell’analisi della rete elettronica, in cui i fasori rappresentano numeri immaginari nel piano complesso, Quindi vengono fatte le sostituzioni per dare gli appropriati spostamenti di fase del campo. (53) Lo spostamento di fase proprio è tale che lo spostamento di carica variante nel tempo Q(rs, t) e il potenziale di voltaggio φ(rs, t) sono fuori fase di 1800, mentre Q(rs, t) e Asi(rs, t) sono fuori fase di 900. Lo spostamento di fase implica che il campo (φ, Asi) può essere generato da ogni emettitore semplicemente per mezzo di una densità a 4 correnti di onda stabile. I potenziali di campo risultanti soddisferanno automaticamente questa condizione di fase, come soluzioni delle equazioni di Maxwell . L’equazione (53) rappresenta il potenziale generalizzato che porta alla forza di Lorentz. Questo potenziale può essere espresso come (54) Il lato destro della (54) non possiede una massa negativa. Questo termine rappresenta soltanto l’energia potenziale negativa. In questa forma la (54) è fuorviante perché queste variabili sono tutte equazioni integrali che rappresentano il lavoro compiuto e la potenza 22 usata in una schiera progettata su una scala pratica. L’accelerazione propria può essere derivata direttamente dalla forza di Lorentz . Dal momento che v è la velocità di fase traversa, tale forza non è mai relativistica. Essa è newtoniana perché non è affetta dall’accelerazione ed è indipendente dalla velocità di gruppo. Il vettore della velocità di fase, v < 1, può essere una funzione sinusoidale, trasversa e di ampiezza costante mentre la velocità di gruppo, , può continuare a crescere indefinitamente o finché l’energia potenziale è stata spesa come lavoro. Inoltre non sembra che sia necessario un campo molto forte. Le forze di Lorentz possono essere molto forti anche con una quantità relativamente piccola di energia, quindi non c’è bisogno di portare con sé grandi quantità di materia (o antimateria). Ciò che si richiede è uno spostamento di carica variante nel tempo con l’appropriato spostamento di fase, in tutta la materia, da accoppiare al campo. Questa potrebbe essere chiamata materia “semi-esotica”, cioè materia normale che possiede l’appropriata densità a 4 correnti, relativa al campo sovrapposto, a quelle coordinate. Dal momento che la forza è newtoniana, il lavoro fatto è anch’esso newtoniano. L’energia richiesta per la metrica EGM è quindi classica e non relativistica: Questo è consistente con la (50) poiché è euclidiana per un potenziale negativo molto grande. Il WD di Alcubierre richiede una densità negativa di energia: . Questa viola la maggior parte, se non tutte, le condizioni di energia, così come fanno le scorciatoie spaziotemporali. Si assume generalmente che queste richiedano un tipo di materia sconosciuta, “esotica” che ha una densità negativa di energia. Dalla (49) è il termine interazione del lagrangiano densità relativistico da cui si deriva la forza di Lorentz. Quindi il derivativo dipenderà dalla densità della forza di Lorentz fβ (55) Il lagrangiano densità del campo EM, comunque, contiene più del semplice termine interazione. C’è anche il lagrangiano densità del campo libero, 23 (56) da cui si derivano le equazioni di moto del campo EM libero. Queste sono semplicemente onde EM nello spazio libero. Le leggi di conservazione richiedono che , quindi la parte rappresentante il vuoto del campo EM fuori dagli emettitori di campo, nella regione in cui Jα = 0. Le leggi di conservazione richiedono che (57) dove massa, tali che è il momento a 4 totale del campo EM più la corrente a 4 e le densità di (58) Questo significa che non appena la forza di Lorentz lavora per muovere avanti gli emettitori di campo, un campo EM viene irradiato dietro gli emettitori per mezzo della conservazione dell’energia e del momento. Questo è ora inteso come il campo della forza di reazione, radiato nella direzione –z. Dal momento che la (50) richiede soltanto il termine interazione che risulta nella densità della forza di Lorentz fβ, questo termine può avere una densità negativa di energia. Questo è controbilanciato dalla densità di energia del campo EM libero, , irradiato dagli emettitori. La densità di energia del campo libero deve essere definita e positiva ma il contributo dell’interazione, , è l’energia potenziale relativa negativa posseduta dalla formazione in movimento degli emettitori di campo. Il problema della metrica di Alcubierre quindi può essere risolto nella metrica EGM facendo in modo che le regioni di vuoto contengano solo il campo EM libero, (59) Si noti che la densità di energia del campo EM, più l’interazione della densità a 4 correnti coi potenziali di campo sovrapposti, è 24 (60/61) dove è il potenziale di campo nel gauge di Lorentz. La densità di carica è derivata da , che è proprio la componente temporale della densità a 4 correnti, . Quindi, la densità negativa di energia può essere mostrata esplicitamente usando l’equazione di Maxwell . (62) Dal momento che la densità di carica e i potenziali sono varianti nel tempo e sotto il controllo dei parametri del progetto, l’ultimo termine è negativo, , quando lo spostamento di fase proprio ed istantaneo, , è mantenuto fra essi. Questo implica che i potenziali relativi agli altri emettitori di campo appaiano come una riflessione speculare della densità a 4 correnti ad ogni emettitore. Si è dimostrato che il campo EM potrebbe violare la condizione di energia debole vicino la superficie di uno specchio che accelera. Non è noto che questo accada nella teoria classica dell’elettromagnetismo. Si potrebbe dimostrare comunque, utilizzando l’equazione classica per la permittività relativa in un mezzo omogeneo polarizzabile, definita da (63) 25 che la permittività relativa alla sorgente s potrebbe essere controllata. Essa è quindi una funzione della sovrapposizione di campi dagli N emettitori di campi paralleli. Usando questa metodologia EGM, l’equazione (63) diventa (64) Se i campi non sono paralleli, è richiesta una matrice di trasformazione. Comunque, se i campi sono paralleli e immagini specchio del campo sorgente, si può mostrare un esempio elementare di una violazione della condizione di energia debole quando la permittività relativa risultante è negativa, εs < 0. Questo può facilmente essere costruito tramite un appropriato spostamento di fase fra campi sovrapposti nella regione. A questa condizione, utilizzando le classiche equazioni macroscopiche di campo di Maxwell, la densità di energia è anche negativa nella regione della sorgente s. (65) Esiste dunque un’interpretazione secondo la quale la condizione di energia debole verrebbe violata in una sovrapposizione di campi EM classici. Nella schiera di emettitori di campo qui discussa questo è precisamente ciò che accade. Dietro gli emettitori di campo la densità dell’energia relativa è accresciuta, ma davanti ad essi è diminuita. Questo risulta dall’interferenza costruttiva e distruttiva dei campi dietro e davanti gli emettitori, rispettivamente. Questa violazione viene facilmente smentita perché essa è semplicemente un’interpretazione alternativa della normale forza di Lorentz che agisce sulla sorgente. I termini di divergenza mostrati in (60) e (62) non sono presenti nel tensore di campo libero o nelle equazioni del vuoto della GR. Essi vengono fuori dall’interazione fra la carica elettrica i potenziali relativi del campo EM, e risultano nell’effetto Bohm-Aharonov. Quindi la metrica EGM (50) non è equivalente alla metrica di Alcubierre. Ciò che risulta non è ciò che ci si attende dall’analisi della metrica di Alcubierre, che è stata eseguita nella cornice della GR [4, 7, 8, 9]. Nella GR ci si aspetta che lo spazio-tempo si curvi per racchiudere la regione di spazio-tempo in movimento. Nella metrica EGM la curvatura emerge dallo spostamento di fase indotto nel fattore di fase gauge della materia semiesotica. Sovrapponendo questa materia ai potenziali del campo EM si esercitano intense forze di Lorentz e non deboli accelerazioni gravito-magnetiche con quantità relativamente piccole di energia, dell’ordine di ½ Mvs2. La densità negativa di energia, il problema della materia esotica nella metrica di Alcubierre, sorge perché tale materia è pensata esistere in un “campo libero”. Dunque non è ben definito cosa implichi il termine materia esotica. In questa analisi invece la densità negativa di energia non è trovata nello spazio libero ma nei potenziali relativi che esistono fra emettitori di campo. Deve esserci un sistema interattivo di sorgenti e potenziali, cosicché la densità negativa di energia può essere ben definita. Comunque utilizzando un approccio PV, come nelle equazioni (64) e (65), si può trovare 26 una condizione che viola le condizioni dell’energia. Nella circostante regione di spazio libero c’è soltanto un libero campo EM dall’accresciuta densità positiva di energia che non viola alcuna condizione d’energia. Il libero campo EM è interpretato come il campo di forza di reazione, opposto alla forza di Lorentz che agisce sugli emettitori di campo. La lunghezza d’onda di questo campo coerente si espande dietro ogni emettitore non appena il campo è irradiato via alla velocità della luce. All’inizio la densità di energia potenziale immagazzinata, , che sostiene le densità a 4 correnti, deve essere grande, molto più grande della densità di energia del campo libero, , che spinge avanti il moto a curvatura EGM. Eventualmente, comunque, l’energia potenziale si abbasserà e gli emettitori non saranno più in grado di sostenere il campo. Si noti anche che il problema del controllo, causato dagli orizzonti degli eventi trovati nel moto a curvatura, non è un problema per il moto a curvatura EGM presentato qui. Dal momento che tutti gli emettitori di campo sono a riposo nella struttura in movimento, non c’è problema di comunicazione fra loro. Il moto a curvatura EGM è quindi sempre sotto controllo e può essere mantenuto per mezzo di regolatori con potenza di scatto amplificata. Il problema degli orizzonti degli eventi nel WD di Alcubierre è dovuto al fatto che la funzione f (rs) viene interpretata come esistente al modo di un campo spazio-tempo vuoto libero. Nel moto a curvatura EGM le cose non stanno così. Dentro ogni emettitore di campo la funzione f (rs) è uguale a . Comunque, fuori dagli emettitori di campo Jα = 0 e quindi f (rs) = 0. Questo significa che tutta la materia spostata dalla schiera deve essere materia semiesotica che possiede una densità a 4 correnti proporzionale. Il risultato più interessante dello studio Desiato-Storti [5] è che la problematica materia esotica non è più richiesta per realizzare il WD. È ancora da vedere se l’EGM funzionerebbe anche per altre geometrie esotiche come i cunicoli spaziali. Riguardo alla materia esotica Desiato e Storti propongono la seguente congettura: “la materia esotica è qualunque materia che possiede l’appropriata densità a 4 correnti per il suo particolare insieme di coordinate all’interno dei potenziali di campo sovrapposto. Questo significa che grazie all’appropriata induzione di spostamento di carica qualunque materiale potrebbe essere spostato avanti con emettitori di campo. I campi di induzione elettromagnetica potrebbero quindi contenere la chiave per i futuri viaggi spaziali a lunga distanza”. 4. Conclusioni Sulla base della discussione teorica prodotta e dei calcoli presentati, la progettazione di un dispositivo che sperimenti la validità del WD appare realizzabile. Un tale dispositivo, inizialmente, dovrebbe sviluppare campi magnetici sufficientemente forti per distorcere lo spazio-tempo intorno a sé quel tanto che basta per produrre basse velocità. In un secondo momento si dovrebbero produrre distorsioni più intense e calcolare la proporzionalità fra intensità dei campi e velocità di curvatura. In tal modo si aprirebbe la strada ad una propulsione innovativa e molto promettente per il futuro. È chiaro che la realizzazione di tale propulsione è legata allo sviluppo di tecnologie per la creazione ed il controllo di 27 campi magnetici intensi. I punti di svolta più significativi in questa direzione sono stati il lavoro di Alcubierre, la rappresentazione della GR tramite vuoto polarizzabile di Puthoff e la versione EGM della metrica di Alcubierre proposta da Desiato e Storti. Riferimenti bibliografici [1] Morris, M.-Thorne, K., 1988, Whormholes in spacetime and their use for interstellar travel: A tool for teaching general relativity, Am. J. 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