Le mie esperienze di chimica

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Le mie esperienze di chimica
Descrizione di esperimenti
Anno scolastico 2013/2014
Emanuele D’Aniello
RELAZIONE DI LABORATORIO
Nome Emanuele Cognome D’Aniello Classe 2Btg Data 9/11/13
Disciplina Chimica Docenti Prof. Velleca Numero relazione 1
TITOLO DELL’ESPERIENZA Distillazione frazionata
OBIETTIVO Separare le sostanze
ASPETTI TEORICI La distillazione frazionata è una particolare distillazione in cui vengono
separate più di due sostanze. Questa distillazione sfrutta i diversi punti di ebollizione di tali
sostanze. Per effettuare questa distillazione si usa la colonna di distillazione.
STRUMENTI Distillatore frazionato composto da: piastra, pallone, tubo refrigerante e un
becher il tutto sostenuto da pinze.
SOSTANZE USATE Acqua, permanganato di potassio
PROCEDIMENTO Inizialmente mettiamo la soluzione nel pallone e lo poggiamo sulla
piastra. Dopo un po’ vediamo che la soluzione inizia a bollire e ad evaporare. La sostanza
evaporata, entrando in contatto con il tubo refrigerante si condensa e infine cade nel
becher.
1
CONCLUSIONI La sostanza con il punto di ebollizione più basso è evaporata, condensata e
infine uscita. La sostanza con il punto di ebollizione più alto è rimasto nel pallone, in
questo modo abbiamo separato le due sostanze.
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RELAZIONE DI LABORATORIO
Nome Emanuele Cognome D’Aniello Classe 2Btg Data 12/11/13
Disciplina Chimica Docenti Prof. Velleca Numero relazione 2
TITOLO DELL’ESPERIENZA Separazione cromatografica dell’inchiostro
OBIETTIVO Sapere se l’inchiostro è una sostanza pura
ASPETTI TEORICI La cromatografia, nata come tecnica separativa e sviluppatasi in
seguito anche come tecnica analitica, si basa sul fatto che i vari componenti di una miscela
tendono a ripartirsi in modo diverso tra due fasi, in funzione della loro diversa affinità con
ciascuna di esse.
Mentre una fase detta "fase stazionaria" rimane fissa, un'altra fase liquida o gassosa, detta
"fase mobile", fluisce attraverso la fase stazionaria trascinando con sé in quantità maggiore
i componenti della miscela che più risultano affini alla fase mobile stessa. La fase
stazionaria generalmente è costituita da particelle solide, o da particelle solide rivestite di
un liquido, o da un gel.
MATERIALI Barattolo con tappo (camera cromatografica), carta da filtro
REAGENTI USATI Acetone (CH₃COCH₃)
RIDUZIONE RISCHI L’acetone è infiammabile quindi bisogna tenerlo lontano dalle
fiamme
PROCEDIMENTO Inizialmente disegniamo una linea sulla parte inferiore della carta da
filtro. A questo punto, sulla linea abbiamo disegnato dei pallini con l’inchiostro delle
penne. Abbiamo poi versato l’acetone nel barattolo e abbiamo inserito il foglio, dopodiché
abbiamo tappato il barattolo e abbiamo osservato cosa accadeva.
CONCLUSIONI Abbiamo ottenuto un cromatogramma, quindi possiamo dire che
l’inchiostro non è una sostanza pura.
Formula di struttura dell’acetone
3
RELAZIONE DI LABORATORIO
Nome Emanuele Cognome D’Aniello Classe 2Btg Data21/11/2013
Disciplina Chimica Docenti Prof. Velleca Numero relazione 3
TITOLO DELL’ESPERIENZA Osserviamo le reazioni chimiche.
OBIETTIVO L’obiettivo di questa esperienza è stabilire quali sono gli indizi di una reazione
chimica.
ASPETTI TEORICI Una reazione chimica è una trasformazione della materia che avviene
senza variazioni di massa, in cui uno o più reagenti modificano la loro struttura e
composizione e genera altre specie chimiche dette prodotti, ciò avviene attraverso la
formazione o la rottura dei legami chimici intramolecolari.
In chimica si definisce solubilità (o miscibilità) di un soluto in un solvente, a una data
temperatura, la massima quantità di un soluto che a quella temperatura si scioglie in una
data quantità di solvente. Una soluzione si dice "satura" quando, in una data quantità di
solvente a una certa temperatura, non è possibile sciogliere ulteriore soluto.
Il rapporto tra soluto e solvente per unità di soluzione è espressa dalla concentrazione.
La solubilità di un certo soluto in un certo solvente dipende, oltre che dalle caratteristiche
delle due sostanze, anche dalla temperatura e dalla pressione.
MATERIALI Becher, bacchetta di vetro, provette.
REAGENTI BaSO₄, NaCl, CaCO₃, HCl, CuSO₄, Pb(NO₃)₂, Zn, KI, AgNO₃,H₂O.
RIDUZIONE RISCHI Bisogna usare i guanti perché in questo esperimento si utilizza l’HCl
che è corrosivo.
PROCEDIMENTO Inizialmente mettiamo l’acqua in un becher e aggiungiamo BaSO₄ e
notiamo che non si scioglie del tutto e si forma una sospensione. Poi ripetiamo il
procedimento solo che aggiungiamo l’NaCl e vediamo che si scioglie. Unendo le due
soluzione non si ha nessun cambiamento apprezzabile. Poi abbiamo osservato la reazione
4
tra CaCO₃ e una soluzione concentrata di HCl e vediamo che il CaCO₃ si è sciolto. Poi
osserviamo la reazione tra il CuSO₄ e una lamina di Zn e vediamo che la lamina si scurisce
e si sgretola formando del precipitato rossastro, otteniamo così il rame. Successivamente
osserviamo un’altra reazione tra il Pb(NO₃)₂ e il KI. Quando uniamo i reagenti si ha una
bella reazione, che porta alla formazione di un precipitato giallo. In ultimo abbiamo unito
il AgNO₃ e l’HCl e otteniamo una sostanza di colore bianco.
DATI SPERIMENTALI
BaSO₄+ NaCl->
non avviene nessuna reazione
CaCO₃+HCl-> CO₂+H₂O+CaCl₂.
effervescenza
CuSO₄+Zn->ZnSO₄+Cu.
Cambio di colore e precipitato
Pb(NO₃)₂+KI->Pbi₂+KNO₃.
precipitato
AgNO3+HCl-> AgCl+HNO3.
precipitato
CONCLUSIONI Dopo questa esperienza possiamo dire che non tutti i reagenti reagiscono
fra di loro, ma quando è presente la reazione si evidenzia attraverso fenomeni diversi:

effervescenza

formazione di un solido

cambiamento di colore.
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RELAZIONE DI LABORATORIO
Nome: Emanuele Cognome: D’Aniello Classe: 2°Btg Data: 04/02/2014
Disciplina: Chimica Docenti Prof: Velleca Numero relazione: 4
TITOLO DELL’ESPERIENZA: Reazione formazione di Ossidi
OBIETTIVO: Osservare le reazioni di ossidazione tra metalli
ASPETTI TEORICI: Una reazione chimica è una trasformazione della materia che avviene
senza variazioni misurabili di massa, in cui uno o più specie chimiche, dette "reagenti",
modificano la loro struttura e composizione originaria per generare altre specie chimiche,
dette "prodotti". Ciò avviene attraverso la formazione o la rottura dei cosiddetti "legami
chimici intramolecolari".
In chimica, si dice che un elemento chimico subisce ossidazione quando subisce una
sottrazione di elettroni, che si traduce nell'aumento del suo numero di ossidazione.
Tale sottrazione di elettroni può avvenire a opera di un altro elemento, che subisce così il
complementare processo di riduzione.
Il nome ossidazione è stato inizialmente dato alla reazione tra un metallo che si combina
con l'ossigeno per dare il corrispondente ossido. Essendo l'ossigeno più elettronegativo di
qualsiasi metallo, è quest'ultimo a subire una sottrazione di elettroni.
La maggior parte delle reazioni di ossidazione comportano lo svilupparsi di energia sotto
forma di calore, luce o elettricità.
MATERIALI: Capsula di porcellana, provetta, pinza di legno, pinzette, cucchiaino.
STRUMENTI: Becco Bunsen.
REAGENTI USATI: Rame, acido solforico.
PROCEDIMENTO: Inizialmente abbiamo portato il rame, in una capsula di porcellana,
alla fiamma. Il rame ha cambiato colore, diventando nero; si è ossidato. Una volta ossidato,
l’abbiamo fatto reagire con l’acido solforico che lo ha portato in soluzione come ione Cu++
che ha conferito a questa il caratteristico colore blu del rame ossidato. Abbiamo ripetuto
poi l’esperimento con il magnesio, che una volta portato alla fiamma, ha emesso un forte
bagliore; al termine del bagliore è divenuto polvere bianca.
6
CONCLUSIONI: In questo esperimento abbiamo visto come dei metalli come rame e
magnesio a contatto con l'ossigeno che troviamo nell'aria e del calore può cambiare
aspetto. I due metalli hanno reagito entrambi con l’ossigeno ma con una reattività
completamente diversa. Il magnesio metallo alcalino terroso appartenente al II gruppo è
risultato molto più reattivo all’ossidazione di quanto abbia mostrato il rame che è invece
un metallo di transizione. Si dimostra come le caratteristiche metalliche variano e
diventano meno evidenti via via che ci sposta da sinistra verso destra nella tavola
periodica.
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RELAZIONE DI LABORATORIO
Nome Emanuele Cognome D’Aniello Classe 2Btg Data18/03/2014
Disciplina Chimica Docenti Prof.Velleca Numero relazione 5
TITOLO DELL’ESPERIENZA Effetto della superficie di contatto e della concentrazione
della velocità di reazione.
OBIETTIVO Calcolare la velocità di reazione.
ASPETTI TEORICI In chimica, con velocità di reazione si intende la variazione di
concentrazione dei reagenti o dei prodotti, o della massa o di una delle proprietà della
reazione nel tempo. Possono essere velocissime ma possono durare anche centinaia di
anni. Per quanto riguarda quelle veloci abbiamo tipo l’aspirina che come entra a contatto
con l’acqua reagisce; invece per quelle lente possiamo fare l’esempio delle piogge acide,
ovvero gas di industrie e traffico che condensa nell’atmosfera e scende sotto forma di
pioggia, la quale ha effetto corrosivo (ad esempio, corrode le statue).
MATERIALI Becher
STRUMENTI Bilancia digitale
REAGENTI USATI CaCO₃ in polvere e in pezzi e HCl 1M e 0,1M
PROCEDIMENTO Inizialmente mettiamo l’HCl 1M nel becher e annotiamo la sua massa,
poi aggiungiamo il CaCO₃ e vediamo che la massa diminuisce, poi ripetiamo il
procedimento con CaCO₃ in polvere e vediamo che qui la reazione è più veloce. Ripetiamo
nuovamente l’esperimento con CaCO₃ in pezzi e con l’HCl 0,1M, e visto che la
concentrazione del HCl e diminuita la velocità diminuisce.
DATI SPERIMENTALI
CaCO₃ in pezzi/HCl 1M
Massa (g)
Tempo (min)
∆m (g)
∆T (min)
Velocità
(g/min)
170.32
0
170.27
1
0.05
1
0.05
170.21
2
0.06
1
0.06
8
CaCO₃ in polvere/HCl 1M
Massa (g)
Tempo (min)
∆m (g)
∆T (min)
Velocità
(g/min)
155.44
0
155.20
1
0.24
1
0.24
154.96
2
0.24
1
0.24
∆m (g)
∆T (min)
Velocità
CaCO₃ in pezzi/HCl 1M
Massa (g)
Tempo (min)
(g/min)
158.10
0
158.08
3
0.02
Prova
Velocità (g/min)
1°
0.055
2°
0.24
3°
0.0066
3
0.0066
CONCLUSIONI Con l’aumentare della superficie la velocità è aumentata. Con la
diminuzione della concentrazione è diminuita.
9
RELAZIONE DI LABORATORIO
Nome Emanuele Cognome D’Aniello Classe 2Btg Data 25/03/2014
Disciplina Chimica Docenti Prof. Velleca Numero relazione 6
TITOLO DELL’ESPERIENZA Influenza della temperatura sulla velocità di reazione.
OBIETTIVO Vedere come la temperatura influenza la velocità di reazione;
ASPETTI TEORICI La velocità di una reazione aumenta all'aumentare della temperatura
del sistema; infatti all'aumentare dell'energia termica la barriera dell'energia di attivazione
viene superata più facilmente e inoltre aumenta la velocità di agitazione delle entità
molecolari, permettendo di avere un numero maggiore di collisioni tra le entità molecolari
reagenti e quindi una maggiore probabilità che queste reagiscano.
MATERIALI Becher, provette;
STRUMENTI Becco bunsen;
REAGENTI USATI KMnO₄ , NaC₂O₄, H₂SO₄
PROCEDIMENTO Inizialmente mettiamo nella stessa provetta il permanganato di
potassio, l’ossalato di calcio e l’acido solforico, agitiamo e vediamo che reagisce in un certo
periodo di tempo che abbiamo misurato. Poi ripetiamo il procedimento solo che questa
volta portiamo queste sostanze alla fiamma e vediamo che reagisce più velocemente. Lo
ripetiamo nuovamente solo che questa volta, lo facciamo ad una temperatura più alta.
DATI SPERIMENTALI
ml KMnO₄
ml Na₂C₂O₄
ml H₂SO₄
T (C°)
Tempo
di
decolorazione
3
3.5
0.5
17
2’55’’
3
3.5
0.5
40
25’’
3
3.5
0.5
70
2’’
CONCLUSIONI
2MnO₄⁻+ 5C₂0₄⁻⁻+16 H⁺2Mn⁺⁺+10CO₂+8H₂O (equazione in forma
ionica).
10
Possiamo dire che con l’aumento della temperatura, aumenta il numero di collisioni e di
conseguenza aumenta il numero di urti efficaci. In questo modo la reazione avviene in un
tempo molto più rispetto alla temperatura ambiente.
Inoltre durante questa esperienza abbiamo notato che la reazione in assenza di acido non
avviene.
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RELAZIONE DI LABORATORIO
Nome: Emanuele Cognome: D’Aniello Classe: 2Btg Data 17/02/2014
Disciplina Chimica Docenti Prof. Velleca Numero relazione: 7
TITOLO DELL’ESPERIENZA Riciclo della carta
OBIETTIVO Riciclare fogli di carta
ASPETTI TEORICI La carta è un materiale sottile e flessibile. È formata da milioni di fibre
vegetali.
Per farla è necessaria la cellulosa, un insieme di fibre sottili che si ricavano dai vegetali. Si
preferisce ricavarla dal legno, perché costa meno.
La Carta può essere anche riciclata fino a 7 volte, per migliorare l'ambiente e abbassare i
costi di produzione.
MATERIALI Setaccio, frullatore ad immersione, bicchiere graduato.
SOSTANZE USATE NaClO (candeggina) , H₂O (acqua), carta , farina.
PROCEDIMENTO Inizialmente in un contenitore mettiamo i fogli di carta sminuzzata
insieme ad acqua e candeggina facendo attenzione con una bacchettina a mescolare bene.
Il passo successivo è quello di frullare il composto con della farina, ottenendo così una
poltiglia.
Dopo ciò mettiamo questa poltiglia sul setaccio e con l’aiuto di un mattarello la stendiamo
dandogli la forma del foglio. Si lascia asciugare ottenendo il foglio di carta riciclata.
CONCLUSIONI Con questo semplice procedimento abbiamo riciclato della carta.
Riciclando in tal modo possiamo ridurre il fenomeno del disboscamento e gli sprechi di
energia per produrla.
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