LUNEDÌ 2 APRILE 2012 LA SICILIA SOCIETÀ .7 Buio nella mente. Per gli SALUTE specialisti è un «esaurimento dei magazzini dei ricordi». L’importanza di un sano stile di vita e medicina Defaillance della memoria un cruccio per gli over 60 Piccole dimenticanze spesso confuse con il morbo di Alzheimer ANGELO TORRISI A ll’improvviso, nel bel mezzo di un discorso o di una conversazione ecco la dimenticanza di questo o di quel nome (soprattutto del proprio), o di un riferimento sia pure banale. E più tenti di ricordare più annaspi nella mente: senza successo. Questo tipo di defaillance colpisce spesso l’ultrasessantenne con tutto l’imbarazzo e le frustrazioni che ne derivano. Ma quel che inquieta è l’escalation del fenomeno e la sua diffusione anche tra coloro che proprio anziani non sono ancora. Alzheimer? No: è una patologia a sé stante e drammatica. Gli specialisti vedono nel fenomeno un "esaurimento dei magazzini della memoria" paragonabile per certi versi a quello dell’hard disk di un computer. Come afferma il prof. Eugenio Aguglia ordinario di Psichiatria all’unità operativa dell’Università di Catania "si possono distinguere tre diversi tipi di magazzini: quelli sensoriali (capaci di acquisire un numero elevato di informazioni, che vengono però velocemente perdute, a esclusione di quelle che passano nella memoria a breve termine); la memoria a breve termine (che presenta una capacità molto limitata e mantiene l’informazione per pochi secondi); e la memoria a lungo termine (con una capacità molto ampia, riesce a mantenere le informazioni per l’intero arco della vita). Il passaggio dalla memoria a breve a quella a lungo termine è favorito dalla motivazione, dall’attenzione e dall’impatto emotivo dell’evento". Fino a che punto ci si può preoccupare di tali dimenticanze "spicciole?" In realtà, dimenticare è essenziale per l’equilibrio della nostra vita cognitiva, in quanto impedisce alla memoria di diventare un "magazzino saturo". Gran parte delle conoscenze di cui disponiamo viene celata in modo inconscio nella nostra mente, per cui la "dimenticanza" non va sempre associata a un vuoto. Tipico fenomeno della dimenticanza è l’oblio che corrisponde alla perdita di informazioni nel sistema della memoria. Tra i fattori che favoriscono l’oblio troviamo: il tempo, la precisione con cui l’informazione è stata memorizzata, l’esperienza durante il periodo di ritenzione e infine il contesto in cui essa viene recuperata. Un ruolo fondamentale è giocato dalla distrazione e dai fattori emotivi (più un evento è emozionalmente denso, più sarà ricordato con facilità ad eccezione degli eventi traumatici che vengono rimossi). Altra causa di oblio sono le interferenze che possono scaturire dal materiale da apprendere oppure da attività realizzate prima (interferenza proattiva) o dopo (interferenza retroattiva). Perché tutto ciò è correlato con l’età? "Con l’avanzare dell’età si verifica la fisiologica riduzione di alcune funzioni cognitive e in particolare la memoria subisce un rallentamento sebbene intelligenza, competenze linguistiche, competenze visuo-spaziali, siano conservate. Alcuni accorgimenti possono risultare efficaci nel proteggere la nostra memoria. Lo svolgere attività mentali stimolanti, il controllo dello stress e non ultimo il condurre uno stile di vita salutare sono risultati efficaci". Oggi abbiamo forse troppe cose da ricordare, compresi i termini che si riferiscono alla tecnologia che impera? "Indubbiamente. Infatti, se è vero che l’uso di pc, in- PICCOLE DIMENTICANZE: UN CRUCCIO PER GLI ANZIANI SPESSO CONFUSO CON L’ALZHEIMER ternet, agende e calcolatori elettronici, è diventato fondamentale nello svolgimento di gran parte delle nostre attività quotidiane, ciò determina vantaggi e svantaggi. Se da un lato una enorme quantità di dati è a disposizione pronta per essere consultata, dall’altro viene meno la necessità di utilizzare il nostro cervello. Sta quindi cambiando qualcosa su come assimiliamo. Numerosi studi arrivano alla stessa conclusione: internet ci rende stupidi o quanto meno smemorati, riducendo le naturali capacità di memorizzare informazioni. La numerosità delle informazioni fornite dalla Rete non soltanto esaurisce la nostra memoria di lavoro, ma tende a concentrare l’attenzione su un unico oggetto. Sembra quasi che Internet e il pc siano divenute le "memorie esterne" che ricordano per noi quel che abbiamo smesso di memorizzare. Sebbene la cultura digitale rappresenti una delle più temibili cause di interruzione della concentrazione, non vanno dimenticate le sue infinite potenzialità che se gestite con raziocinio dall’uomo ossono ulteriormente tradursi in un miglioramento generale delle abilità cognitive". IL DIRETTORE GENERALE DELLO IOM È IL NEOCOORDINATORE NAZIONALE DELL’AIOP GIOVANI Musumeci: «Così crescono i nuovi manager della sanità» DOMENICO MUSUMECI (AIOP GIOVANI) Un catanese - il dott. Domenico Musumeci, direttore generale dello IOM - è da alcuni giorni coordinatore nazionale dell’Aiop giovani, organizzazione che è, tra l’altro, una palestra formativa per i giovani imprenditori della sanità privata; all’associazione aderiscono giovani manager di 14 regioni. Musumeci succede all’emiliano Averardo Orta, e ha un programma articolato su cinque temi principali: formazione, comunicazione, confronto, study tour, collaborazione. «Acquisire sempre nuove competenze - sottolinea Musumeci - è oggi fondamentale nella gestione d’impresa. La formazione è indispensabile per mettere in luce e accrescere le capacità manageriali. Quindi non è più una scelta, ma è un’attività imprescindibile se si vogliono affrontare le nuove sfide in modo vincente. La formazione intesa come fattore strategico di sviluppo della competitività composta da competenze tecniche e abilità pratiche, ma anche strumento per la comprensione dei vincoli organizzativi, della valutazione delle conseguenze delle proprie azioni, della comprensione degli obiettivi dell’organizzazione, della capacità di cooperazione con gli altri, della gestione consapevole del cambiamento. Per tutto questo continueremo nella ricerca di nuove attività for- mative che possano essere di aiuto per il superamento delle sfide quotidiane e che possano accrescere le competenze manageriali di ciascuno di noi». E la comunicazione? «L’obiettivo di fondo della comunicazione è diffondere e far condividere i valori e la cultura dell’Aiop, non solo al nostro interno, ma anche verso tutti quegli stakeholders che ruotano attorno le nostre imprese, oltre alla necessità di conoscenza di ciò che accade nelle diverse realtà regionali. Per questo prevedo l’istituzione di un periodico dei giovani imprenditori della sanità privata. E qui mi ricollego all’altro punto del mio programma quello del confronto. Noi giovani, attraverso un confronto continuo di esperienze, talvolta molto diverse e discordanti, in quanto bagaglio delle differenti realtà regionali, attraverso un’intensa attività formativa e di scambio culturale con altri sistemi sanitari nazionali ed esteri, dobbiamo essere portatori di nuove idee e pronti ad affrontare con una certa flessibilità ed elasticità le sfide ed i cambiamenti del nostro settore, convinti del fatto che il confronto, la cooperazione, il mettersi in rete possano essere le mosse vincenti per affrontare con successo le sfide del futuro. Confronto, cooperazione e rete che però non deve limitarsi solo al nostro interno ma deve allargarsi alle altre associazioni ed altre istituzioni sia nazionali che estere. Innanzitutto ci deve essere un forte legame con i senior della nostra associazione; Aiop senior e Aiop giovani devono diventare due anelli di un unico insieme che diano e attingano nello stesso tempo per un progetto comune: la crescita dell’eccellenza nella sanità italiana. E poi sempre più stretti legami con i giovani di Confindustria, ricordo il successo che ha ottenuto il I Meeting di Taormina del luglio dell’anno scorso organizzato dalle sezioni giovani della Sicilia di Aiop e Confindustria, ma anche la collaborazione con l’UHEP, Unione europea dell’ospedalità privata, di cui Aiop giovani e membro e ancora le collaborazioni con le ambasciate a Roma di Cuba, Giappone e Nuova Zelanda». Musumeci ammette: «È un programma forse ambizioso ma prendo questo incarico con grande ottimismo convinto che con l’aiuto dei tre vice coordinatori Michele Nicchio, Giulia De Leo e Simone Improta e con il supporto di tutti gli iscritti e dei numerosi giovani imprenditori siciliani nostri associati riusciremo a raggiungere gli obiettivi prefissati». F. C. NUOVO SITO INTERNET Rete paneuropea anti dolore cronico La Pain Alliance Europe (Pae) ha presentato il nuovo sito internet www.pae-eu.eu al Parlamento Europeo. La rete paneuropea di 18 organizzazioni non governative provenienti da 11 paesi dell’Ue, fondata il 29 novembre 2011, mira a riunire le organizzazioni nazionali e locali e i gruppi che rappresentano gli interessi dei malati, al fine di sollecitare interesse e creare consapevolezza sul problema del dolore cronico a livello europeo. Ricordiamo infatti che un europeo su quattro soffre di dolore cronico acuto; 100 milioni sono solo nei 27 Paesi dell’Ue e la metà di essi non riceve alcun trattamento o addirittura non viene preso sul serio. «Mentre il dolore reumatico, ortopedico e oncologico sono riconosciuti come patologie - spiega Joop van Griensven, Presidente dell’alleanza - il dolore cronico come malattia è sconosciuto ai professionisti della sanità e all’opinione pubblica in generale». «Pae - aggiunge - ha come obiettivo quello di sollecitare interesse e creare consapevolezza sul problema del dolore cronico, sia per quanto riguarda la mancanza di trattamenti adeguati per i pazienti sia per il riconoscimento del dolore quale condizione che incide fortemente sulla qualità della vita». «Inoltre, il dolore cronico, oltre ad avere un grosso impatto sull’individuo e sulla sua vita sociale, causa ogni anno notevoli costi economici. Miliardi di euro persi a causa della ridotta produttività o assenza dal lavoro da parte dei pazienti, nonché per l’assistenza sanitaria e sociale dovuta all’errata diagnosi o al trattamento inadeguato».