Finta apertura

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2016-10-19 Finta apertura
Care amiche, cari amici
se la borsa è lo specchio di quel che pensa il mercato, non c'è dubbio che ci sia un
notevole interesse per le prossime scadenze che interesseranno il Monte dei
Paschi di Siena.
Non si spiegherebbero altrimenti i repentini aumenti delle quotazioni che abbiamo
visto negli ultimi due giorni. Ragazzi, stiamo parlando di quasi il 20%, e di questi
tempi....
Come si dice in queste situazioni, non è però il caso di illudersi che i problemi siano
alle spalle, anzi. La borsa è il luogo dove si materializzano sensazioni, rumors,
speranze di guadagno, e coloro che vi operano cercano in qualche modo di
“predire il futuro”, anche se spesso le loro decisioni lo “determinano” questo futuro,
e non sempre in modo positivo.
Ma vediamo di fare un po' il punto della situazione.
A Milano martedì si è riunito il Cda della Banca.
E' evidente che, dati i tempi sempre più ristretti, il Consiglio, presieduto dal
presidente dimissionario Massimo Tononi, doveva proseguire l'esame del piano
industriale che sarà approvato il prossimo 24 ottobre.
Ma, come abbiamo visto, dal 13 ottobre si è aggiunta la “variabile” della nuova
versione del Piano presentata da Corrado Passera, e stavolta non si poteva dire,
come Amatore Sciesa, “tiremm innanz”.
Il fatto è che a questo punto, e non è retorica, è veramente in ballo la salvezza della
banca, per cui non sarebbe opportuno “chiudere le porte in faccia” ad un manager
che, indipendentemente dalla motivazioni che lo muovono, sta lavorando per
trovare una qualche soluzione ai problemi.
E questa, infatti, molto intelligentemente è stata la scelta del Consiglio di
Amministrazione, che nel comunicato emesso alla fine della lunga riunione ha
scritto che “nel confermare la ferma intenzione di proseguire nell'attuazione
dell'operazione di ricapitalizzazione e contestuale cessione delle sofferenze
precedentemente comunicata al mercato, ha preso atto dell'aggiornamento da
parte dell'amministratore delegato e degli advisors, in merito alla proposta non
vincolante ricevuta dal Dr. Passera lo scorso 13 ottobre. Il cda ha deciso di
proseguire, subito dopo la presentazione del piano industriale, gli approfondimenti
avviati, attraverso i propri advisors».
C'è da dire che, stavolta, Passera avrebbe fatto le cose per benino. Nel senso che
la proposta sarebbe stata inoltrata per tempo al Governo, e oggetto di una prima
presentazione a Morelli nella prima metà della settimana scorsa.
Per ciò che attiene ai contenuti, da quanto si legge sulla stampa la proposta
conterrebbe una lettera d’intenti di alcuni investitori istituzionali, fra i quali ci
sarebbe il fondo Atlas di Bob Diamond, per un ammontare di circa 2,5 miliardi;
impegni scritti ma condizionati ad una due diligence sulla banca da realizzarsi
nell’arco di poche settimane. Ovviamente la tempistica in questo caso è essenziale,
in quanto l'interlocutore è la Bce, che è piuttosto attenta in tema di scadenze
concordate.
Un altro miliardo deriverebbe da un aumento in opzione ai soci attuali, mentre non
sarebbe prevista alcuna conversione dei bond subordinati.
Analogamente al Piano approvato il 29 luglio sarebbe prevista la maxicartolarizzazione dei crediti in tandem con il fondo Atlante per un importo superiore
- 32 miliardi anziché 27,7 - ma soprattutto in una fase immediatamente successiva,
e non contestuale, all’aumento.
Non sottovalutate questa “postergazione” dei tempi! In questo modo le quote (cioè
la tranche junior dei titoli cartolarizzati) finirebbero a tutti i nuovi azionisti del Monte,
e non solo a quelli attuali, come invece prevede il piano Jp Morgan. Starebbe
proprio qui il “quid” che avrebbe suscitato l'interesse dei fondi istituzionali
interessati alla partita degli Npl contattati da Passera, in quanto, ad operazione
ultimata, si ritroverebbero non solo azionisti della nuova Mps, ma anche della sua
maxi bad bank e della piattaforma di gestione delle sofferenze.
Capite bene che, pur in una impostazione “concettualmente” piuttosto simile quanto
agli interventi, le differenze fra il Piano Passera ed il Piano Jp Morgan ci sono,
eccome se ci sono.
Innanzi tutto Passera avrebbe già le spalle coperte da investitori istituzionali
disposti a metterci due miliardi e mezzo, cosa che, al momento, non sembra essere
riuscita alla banca americana, che sembra ancora impegnata a dialogare con Fondi
di investimento del medio oriente.
E sappiamo bene come nel mondo finanziario conti l “articolo quinto” di Cucciana
memoria.
Poi c'è quella che, a mio avviso, dovrebbe essere per la politica una vera “chicca”,
vale a dire che secondo Passera non sarebbe necessario andare a “turbare i sonni”
degli obbligazionisti junior. E sappiamo bene dalla vicenda delle banche fallite
quanti “fastidi” possono creare al Governo di turno migliaia di piccoli investitori
inferociti per le strade.
Cosa si può dire?
Beh, innanzi tutto che il piano proposto dal banchiere ed ex ministro Corrado
Passera sembra piacere ai mercati finanziari, che premiano i titoli di Mps.
Che però restano le difficoltà relative ad una situazione che vede un Piano su cui si
sono già espressi positivamente Governo e Bce, che dovrebbe essere o sostituito o
integrato da quello presentato da un altro soggetto.
Fra queste difficoltà ravviserei:

Cosa vuole Passera? Ne abbiamo già parlato. E' chiaro che, qualora si
desse l'ok all'ingresso dei Fondi “passeriani”, per usare una brutta
definizione, questi vorrebbero certamente un “garante”. E questo garante non
potrebbe essere che il nostro manager, cui potrebbe non fare schifo la
presidenza della Banca. Il problema potrebbe essere la coabitazione con
Morelli.

Cosa farà la politica? E' evidente che un ingresso di Passera
necessiterebbe di un via libera dello Stato, che del Monte è il primo azionista,
e della Bce, che si era già “spesa” sul Piano Jp Morgan. Ma anche qui,
ragazzi, la politica giustamente si adatta alle situazioni. E la partita della
mancata conversione delle subordinate potrebbe essere il vero e proprio
“cavallo di Troia”. Poi, amici miei, in politica si sa bene che difendere i principi
non sempre è conveniente, per cui il “Parigi val bene una messa” di Enrico IV
di Borbone è sempre attuale. Per quanto attiene la Bce, ritengo che a
Francoforte vogliano fortemente risolvere l'annosa questione del Monte,
anche se costasse qualche cambiamento del piano già approvato. Non mi
preoccuperei su quello che potrebbe essere l'atteggiamento della Consob.
Unica variabile che non gioca a favore è il tempo.
Per lunedì 24 ottobre sembra confermato il Cda che dovrebbe presentare il Piano
Industriale e convocare l'Assemblea straordinaria, presumibilmente per il 18
novembre, con all'ordine del giorno la ricapitalizzazione.
Pochi giorni, in cui si dovrà dipanare una matassa ancora alquanto ingarbugliata.
Al momento prendiamo atto che il Cda ha confermato il Piano Jp Morgan, tenendo
però la porta aperta anche al Piano Passera.
Fra pochi giorni vedremo se si è trattato solo di una “finta apertura”!
Un abbraccio a tutti.
Umberto Baldo
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