4 Polarizzazione elettrica nel dominio del tempo Introduzione Atomi, molecole e ioni sono talmente piccoli che da un punto di vista macroscopico una piccola regione di un solido contiene un numero molto elevato di particelle. La natura discreta della materia, il comportamento e l’interazione delle particelle possono essere studiate per mezzo della loro risposta ad un campo elettrico tempo-variante con lunghezza d’onda confrontabile con la distanza tra le particelle. Nella materia condensata, la distanza tra le particelle è dell’ordine di alcuni angstrom e perciò il campo elettrico avente lunghezza d’onda di tale ordine di grandezza, essendo nella regione dei raggi X, ha energia tale da ionizzare le particelle. La teoria che sarà sviluppata farà riferimento alla risposta dinamica del materiale dielettrico quando il campo elettrico applicato ha lunghezza d’onda molto maggiore della distanza tra le particelle. In queste ipotesi, il materiale dielettrico può essere trattato come un continuo. Rispetto alla risposta del dielettrico a un campo elettrico statico, la risposta a un campo elettrico variabile nel tempo fornisce molte più informazioni circa la struttura del materiale. Per misurare la risposta dinamica si può usare sia l’approccio nel dominio del tempo sia quello nel dominio della frequenza. Entrambi sono equamente utili per lo studio dei fenomeni dielettrici. Dal punto di vista delle tecniche di misura, l’approccio nel dominio del tempo è più semplice di quello nel dominio della frequenza, ma dal punto di vista dell’analisi dei dati il primo è più complesso. Nel dominio del tempo, la polarizzazione può essere misurata o analizzando la risposta del materiale immediatamente dopo l’applicazione di un campo elettrico con forma a gradino oppure rilevando il decadimento della polarizzazione da un valore iniziale di stato stazionario, ottenuto applicando preventivamente un campo elettrico che produce la polarizzazione. Tale decadimanto è generalmente riferito al fenomeno di rilassamento dielettrico. Nel dominio della frequenza, invece, si misura principalmente la costante dielettrica al variare della frequenza di un campo elettrico di tipo sinusoidale. Entrambi gli approcci sono connessi l’uno all’altro e in linea di principio forniscono gli stessi risultati. 4.1 Polarizzazione elettrica dipendente dal tempo Nella realtà, i costituenti microscopici della materia presentano una certa inerzia nel rispondere alle forze di origine elettromagnetica. Di conseguenza, la risposta a sollecitazioni elettromagnetiche è caratterizzata da un tempo di ritardo che in alcuni casi 114 4.1. Polarizzazione elettrica dipendente dal tempo 115 può essere considerato trascurabile rispetto ai tempi che caratterizzano le variazioni del campo elettromagnetico. In questi casi, le equazioni costitutive assumono una forma semplificata in quanto i valori dell’induzione elettrica D, e della densità di corrente di conduzione Jc in un dato istante dipendono dal valore del campo elettrico E nello stesso istante. Qualora tale ipotesi non possa essere applicata, le equazioni costitutive assumono la forma di equazioni differenziali a coefficienti costanti con derivate temporali che, nel caso di mezzi lineari, stazionari, isotropi e non dispersivi nello spazio si riducono a ∂D ∂E ∂nD ∂mE + . . . + a + . . . + b1 + a D = b + b0 E 1 0 m n m ∂t ∂t ∂t ∂t ∂ p Jc ∂Jc ∂qE ∂E cp p + . . . + c1 + c0 Jc = dq q + . . . + d1 + d0 E ∂t ∂t ∂t ∂t La presenza delle derivate implica che i valori assunti dai vettori di campo in un dato istante dipendono dall’andamento degli stessi negli istanti precedenti e perciò si dice che il mezzo è con memoria. La forma delle equazioni costitutive deve essere valutata caso per caso e nel caso in cui siano noti i meccanismi che determinano la polarizzazione è possibile prevedere teoricamente tale forma. Il tempo richiesto affinché si instauri il processo di polarizzazione elettronica e ionica è molto breve (< 10−15 s). Questi processi di polarizzazione sono di tipo risonante in quanto coinvolgono i modi di vibrazione atomici o molecolari. In particolare, la risonanza avviene quando il campo di eccitazione oscilla con una frequenza vicina a quella naturale del sistema. Il tempo necessario affiché si instaurino i processi di polarizzazione per orientamento e di carica spaziale è invece abbastanza lungo e variabile in un intervallo di tempo molto ampio che dipende dal sistema dielettrico considerato. Tali fenomeni di polarizzazione sono in generale legati a fenomeni di rilassamento dielettrico e perciò caratterizzati da un tempo di rilassamento. Essi si verificano quanto particolari azioni tendono a riportare il sistema eccitato nello stato di equilibrio iniziale. Nell’ipotesi di trascurare la polarizzazione di carica spaziale, la polarizzazione totale di un generico sistema dielettrico è: an P = Pe + Pi + Po (4.1) Visto che il tempo di risposta per la polarizzazione elettronica e ionica è molto piccolo, esso può essere assunto praticamente costante per tutte le frequenze da 0 a 1012 Hz. Inoltre, i due tipi di polarizzazione per frequenze fino a 1012 Hz seguono il campo di eccitazione E senza nessun ritardo. In queste ipotesi, è possibile raggruppare le due polarizzazioni come P∞ = Pe + Pi = (ϵr∞ − 1) ϵ0 E (4.2) da cui si osserva che P∞ ed E sono in fase. Applicando un campo elettrico statico, non è possibile trascurare nessuna tipologia di polarizzazione e pertanto si può scrivere: P = (ϵrs − 1) ϵ0 E + ϵr∞ ϵ0 E − ϵr∞ ϵ0 E = (ϵr∞ − 1) ϵ0 E + (ϵrs − ϵr∞ ) ϵ0 E = P∞ + Po Ing. Luciano Mescia (4.3) 4.1. Polarizzazione elettrica dipendente dal tempo 116 dove Po è il contributo dovuto alla polarizzazione per orientamento che, nella rappresentazione fasoriale, è generalmente un vettore in ritardo rispetto al vettore rappresentativo del campo elettrico E. Per comprendere i fenomeni di rilassamento si può per esempio osservare cosa accade quando un campo elettrico, mantenuto costante per un tempo tale da garantire una distribuzione di equilibrio dei dipoli, è immediatamente rimosso. La rimozione del campo elettrico rende prevalente il moto causale di agitazione termica. Tale fenomeno, inducendo collisioni tra dipoli, farà cambiare casualmente l’orientazione che i dipoli avevano acquisito sotto l’applicazione del campo elettrico. Pertanto, da un punto di vista macroscopico la polarizzazione per orientamento passerà, in un certo intervallo di tempo, da un valore finito (quello conseguente all’applicazione del campo) a un valore nullo (quello associato all’agitazione termica) con un tasso di decadimento proporzionale alle sue variazioni rispetto allo stato di equilibrio. In particolare, se τ0 è il tempo di rilassamento macroscopico, l’equazione differenziale che governa l’intero fenomeno è del tipo τ0 dPo + Po = 0 dt (4.4) la cui soluzione generale è Po (t) = A exp (−t/τ0 ) dove la costante A si ricava considerando che a t = 0 vale Po (0) = (ϵrs − ϵr∞ ) ϵ0 E e quindi Po (t) = (ϵrs − ϵr∞ ) ϵ0 E exp (−t/τ0 ) (4.5) Quando invece il sistema è eccitato con un campo di tipo step di valore E, l’equazione differenziale che governa il fenomeno è del tipo τ0 dPo + Po = E dt (4.6) la cui soluzione generale è Po (t) = A exp (−t/τ0 ) + B dove A e B si ricavano considerando che a t = 0 vale Po (0) = 0 e a t → ∞ vale Po (∞) = (ϵrs − ϵr∞ ) ϵ0 E e quindi Po (t) = (ϵrs − ϵr∞ ) ϵ0 E [1 − exp (−t/τ0 )] (4.7) In figura 4.1 è rappresentato il tipico andamento in funzione del tempo della polarizzazione quando è applicato un campo elettrico di tipo impulsivo. Si ipotizzi che nell’intervallo di tempo di estremi τ e τ + dτ sia applicato il campo E(τ ) e che al di fuori di tale intervallo temporale il campo di eccitazione sia nullo. In queste ipotesi, durante il periodo di polarizzazione τ < t < τ + dτ la variazione della polarizzazione può essere scritta come [ ( )] t−τ dPo (t − τ ) = (ϵrs − ϵr∞ ) ϵ0 1 − exp − dE(τ ) (4.8) τ0 Ing. Luciano Mescia 4.1. Polarizzazione elettrica dipendente dal tempo 117 E t P P∞+Po P∞ P∞ t Figura 4.1: Polarizzazione in funzione del tempo per un campo elettrico di eccitazione di tipo impulsivo dove 1 − exp [− (t − τ ) /τ0 ] è la funzione risposta. Come precedentamente detto, la polarizzazione totale è composta dal contributo P∞ , che segue immediatamente il campo di eccitazione, e dal contributo Po (t) dato dall’equazione (4.8). Di conseguenza si ha: dP (t − τ ) =dP∞ (t − τ ) + dPo (t − τ ) )] [ ( t−τ dE(τ ) = (ϵr∞ − 1) ϵ0 dE(τ ) + (ϵrs − ϵr∞ ) ϵ0 1 − exp − τ0 In virtù del principio di sovrapposizione, al generico tempo t si ha ( )] ∫ t[ t−τ dE(τ ) P (t) = (ϵr∞ − 1) ϵ0 E(t) + (ϵrs − ϵr∞ ) ϵ0 1 − exp − dτ τ0 dτ 0 (4.9) (4.10) da cui, integrando per parti, si ricava: P (t) = (ϵr∞ − 1) ϵ0 E(t)+ {[ ( )] ( ) } ∫ t t−τ t E(τ ) t−τ E(τ ) − E(τ ) exp − + (ϵrs − ϵr∞ ) ϵ0 + exp − dτ τ0 τ0 τ0 0 0 ( ) ∫ t t−τ E(τ ) exp − dτ (4.11) = (ϵr∞ − 1) ϵ0 E(t) + (ϵrs − ϵr∞ ) ϵ0 τ0 τ0 0 Indicando con R(t − τ ) = 1/τ0 exp [−(t − τ )/τ0 ] la funzione di risposta del materiale associata alla polarizzazione per orientamento, dalla (4.11) è possibile ricavare l’equazione più generale ∫ t P (t) = (ϵr∞ − 1) ϵ0 E(t) + (ϵrs − ϵr∞ ) ϵ0 E(τ )R(t − τ )dτ (4.12) 0 Ing. Luciano Mescia 4.1. Polarizzazione elettrica dipendente dal tempo E (t ) h (t ) = (ε r∞ − 1)ε 0δ (t ) + (ε rs − ε r∞ )ε 0 1 τ0 118 exp − t / τ 0 P (t ) Figura 4.2: Schema a blocchi per il calcolo della polarizzazione. dove la (4.12) è stata ottenuta considerando che, in virtù del principio di causalità, a t = 0 il campo elettrico di eccitazione è nullo (E(0) = 0). 4.1.1 Equazione di Debye Considerando il segnale impulsivo E(t) = δ(t) la risposta del materiale (polarizzazione) è 1 P (t) = (ϵr∞ − 1) ϵ0 δ(t) + (ϵrs − ϵr∞ ) ϵ0 exp (−t/τ0 ) (4.13) τ0 e perciò, come illustrato in fig. 4.2, il sistema analizzato può essere schematizzato tramite un diagramma a blocchi in cui l’ingresso e l’uscita sono rispettivamente le funzioni E(t) e P (t), mentre il materiale è rappresentato dalla funzione h(t). Per valutare l’espressione della polarizzazione nel dominio della frequenza è necessario considerare il generico segnale exp (iωt) e sostituirlo nella (4.12). Utilizzando invece la tecnica della trasformata di Fourier si ottiene P (ω) = H(ω)E(ω) e perciò si osserva che la trasformata di Fourier della risposta all’impulso H(ω) coincide proprio con P (ω). Dalla (4.13) si ha: P (ω) = (ϵr∞ − 1) ϵ0 + (ϵrs − ϵr∞ ) ϵ0 1 = [ϵr (ω) − 1] ϵ0 1 + jωτ0 (4.14) e quindi ϵrs − ϵr∞ 1 + jωτ0 La (4.15) è stata ottenuta considerando la relazione ϵr (ω) = ϵr∞ + F f (t) = exp −t/τ0 → F (ω) = 1 1 jω + τ0 (4.15) = τ0 1 + jωτ0 ed è chiamata equazione di Debye con singolo tempo di rilassamento τ0 . In particolare, osservando che ϵr = ϵ′r − jϵ′′r , si ricava ϵrs − ϵr∞ 1 + ω 2 τ02 (ϵrs − ϵr∞ ) ωτ0 ϵ′′r = 1 + ω 2 τ02 ϵ′′ (ϵrs − ϵr∞ ) ωτ0 tan γ = r′ = ϵr ϵrs + ϵr∞ ω 2 τ02 ϵ′r = ϵr∞ + (4.16) (4.17) (4.18) dove γ e tan γ sono definiti rispettivamente come angolo di perdita e tangente di perdita. Dalla (4.16)–(4.17) si vede che: Ing. Luciano Mescia 4.1. Polarizzazione elettrica dipendente dal tempo 119 • per ωτ0 ≪ 1 si ha ϵ′r ≈ ϵrs e ϵ′′r ≈ 0. Inoltre, per ωτ0 = 0 si ha ϵ′′r = 0 e tale risultato è coerente con quanto ricavato precedentemente visto che si è in condizione di regime statico; • per ωτ0 ≫ 1 si ha ϵ′r ≈ ϵr∞ e ϵ′′r ≈ 0; • per valori intermedi di frequenza ϵ′r decresce monotonicamente verso il valore ϵr∞ , mentre ϵ′′r assume un valore massimo per particolari valori di frequenza ω0 . Per valutare ω0 è sufficiente individuare il valore di pulsazione in corrispondenza del quale la derivata di ϵ′′r fatta rispetto a ω si annula ) ( ( ) (ϵrs − ϵr∞ ) τ0 + ω 2 τ03 − 2ω 2 τ03 (ϵrs − ϵr∞ ) τ0 − ω 2 τ03 dϵ′′r = = =0 ( )2 ( )2 dω 1 + ω 2 τ02 1 + ω 2 τ02 da cui si ottiene ω0 τ0 = 1 (4.19) Inoltre in corrispondenza di ω0 si ha ϵrs + ϵr∞ ϵ′r ω=ω0 = 2 ϵrs − ϵr∞ ′′ ϵr ω=ω0 = 2 (4.20) (4.21) L’andamento della tangente di perdita in funzione della frequenza ω è simile a quello di ϵ′′r . In particolare, la frequenza, ωp , in corrispondenza della quale essa presenta il valore massimo è data da ( ) (ϵrs − ϵr∞ ) τ0 ϵrs + ϵr∞ ω 2 τ03 − 2 (ϵrs − ϵr∞ ) ϵr∞ ω 2 τ03 d tan γ = =0 ( )2 dω ϵrs + ϵr∞ ω 2 τ 2 0 √ da cui ωp τ0 = ϵrs ϵr∞ (4.22) a cui corrispondono i valori ϵrs − ϵr∞ tan γ|ω=ωp = √ 2 ϵrs ϵr∞ 2ϵrs ϵr∞ ϵ′r ω=ωp = ϵrs + ϵr∞ ϵrs − ϵr∞ √ ϵrs ϵr∞ ϵ′′r ω=ωp = ϵrs + ϵr∞ (4.23) (4.24) (4.25) In figura 4.3 sono rappresentati gli andamenti di ϵ′r , ϵ′′r , tan γ in funzione della frequenza angolare. Dalla (4.16) e (4.17) si ottiene inoltre ϵ′′r = ωτ0 ϵ′r − ϵr∞ Ing. Luciano Mescia (4.26) 4.1. Polarizzazione elettrica dipendente dal tempo 120 εrs ε r' ε rs + ε r∞ 2 εr∞ ε rs − ε r∞ ε rs ε r'' 2 − ε r∞ 2 ε rs ε r∞ tan γ ω ω0 ωp Figura 4.3: Andamento di ϵ′r , ϵ′′r e tan γ in funzione di ω il cui andamento in funzione di ω è una retta passante per l’origine con pendenza τ0 . Dalla (4.16) e (4.17) si ottiene inoltre: 1 ϵ′r − ϵr∞ = ϵrs − ϵr∞ 1 + ω 2 τ02 ωτ0 ϵ′′r = ϵrs − ϵr∞ 1 + ω 2 τ02 da cui, elevando al quadrato ambo i membri delle due equazioni e sommando membro a membro, si ricava: ( ′′ )2 ( ′ )2 (ϵrs − ϵr∞ )2 ϵr + ϵr − ϵr∞ = 1 + ω 2 τ02 Sostituendo la (4.16) si ottiene ( ′′ )2 ( ′ )2 ) ( ϵr + ϵr − ϵr∞ = (ϵrs − ϵr∞ ) ϵ′r − ϵr∞ da cui, dopo opportune semplificazioni, si ha ( ′ )2 ( )2 ϵr − ϵ′r (ϵrs + ϵr∞ ) + ϵrs ϵr∞ + ϵ′′r = 0 Sostituendo l’identità algebrica ϵrs ϵr∞ = ] 1[ (ϵrs + ϵr∞ )2 − (ϵrs − ϵr∞ )2 4 si ricava in definitiva ) ) ( ( ϵrs + ϵr∞ 2 ( ′′ )2 ϵrs − ϵr∞ 2 ′ + ϵr = ϵr − 2 2 Ing. Luciano Mescia (4.27) 4.1. Polarizzazione elettrica dipendente dal tempo 121 ε r'' ω = 1/τ 0 ε rs − ε r∞ 2 ω ε rs − ε r∞ ω=∞ ε r∞ ω=0 2 ε rs + ε r∞ ε rs ε 'r 2 Figura 4.4: Diagramma di Cole–Cole per la costante dielettrica relativa. La (4.27), nel sistema cartesiano avente per ascissa ϵ′r e in ordinata ϵ′′r , è l’equazione di una circonferenza con raggio (ϵrs − ϵr∞ ) /2 e centro nel punto [(ϵrs + ϵr∞ ) /2, 0]. Tale circonferenza interseca l’asse delle ascisse nei punti (ϵrs , 0) e (ϵr∞ , 0). In particolare, come mostrato in figura 4.4, al variare della frequenza da ω = 0 a ω = ∞ si percorre in senso antiorario la semicirconferenza da ϵrs e ϵr∞ . Inoltre, si osserva che ϵ′′r assume il valore massimo in corrispondenza del punto [(ϵrs + ϵr∞ ) /2, (ϵrs − ϵr∞ ) /2] per ω0 τ0 = 1. La rappresentazione di figura 4.4 è detto diagramma di Cole–Cole. Il diagramma di Cole– Cole è molto utile nel momento in cui si vuole verificare se un determinato dielettrico soddisfa l’equazione di Debye. Infatti, se i valori misurati di ϵ′′r in funzione di ϵ′r si dispongono su una semicirconferenza, si può concludere che il materiale segue la legge di rilassamento di Debye con costante di tempo τ0 . In queste ipotesi è possibile ricavare i valori della costante dielettrica per qualunque valore di frequenza. Si fa osservare che i risultati ottenuti sono stati ricavati ipotizzando che siano verificate le seguenti ipotesi • il campo locale sulla singola molecola è uguale al campo elettrico applicato; • le molecole hanno forma sferica; • la conducibilità elettrica del materiale è trascurabile; • tutti i dipoli hanno un solo tempo di rilassamento. Nei casi pratici esistono comunque dei materiali aventi molecole con forme differenti (catene di polimeri) o, come nei materiali solidi, dove i dipoli interagiscono tra loro. In questi materiali, in corrispondenza di ogni asse di rotazione delle molecole esistono differenti tempi di rilassamento. Infine, è necessario sempre considerare che il campo elettrico locale è differente da quello applicato. Ing. Luciano Mescia 4.1. Polarizzazione elettrica dipendente dal tempo 122 4.1.2 Equazione di Cole–Cole L’equazione di Debye (4.15) basata su un solo tempo di rilassamento non è sufficiente per descrivere i fenomeni di rilassamento di molti dielettrici polari. Infatti, essi presentano generalmente un valore massimo di ϵ′′r più basso di quello predetto dall’equazione (4.15) e la curva di tan γ, in funzione della frequenza angolare, presenta un valore massimo più basso e una larghezza maggiore rispetto a quanto è possibile calcolare con la (4.18). In questi casi, per interpretare i risulati sperimentali è necessario ipotizzare la presenza di una distribuzione dei tempi di rilassamento. Cole e Cole proposero una relazione empirica della costante dielettrica relativa per considerare l’effetto della distribuzione dei tempi di rilassamento ϵr (ω) = ϵr∞ + ϵrs − ϵr∞ 1 + (jωτ0 )1−α (4.28) dove α è un parametro costante che dipende dal materiale considerato e che varia nell’intervallo 0 ≤ α ≤ 1. Osservando che jωτ0 = ωτ0 exp (jπ/2) si ha ] [ π π (jωτ0 )1−α = (ωτ0 )1−α exp [j(1 − α)π/2] = (ωτ0 )1−α cos (1 − α) + j sin (1 − α) 2 2 da cui, sostituendo nella (4.28), si ricava in definitiva ϵr (ω) = ϵr∞ + ϵrs − ϵr∞ ] [ π π 1 + (ωτ0 )1−α cos (1 − α) + j sin (1 − α) 2 2 (4.29) Posto R = (ωτ0 )1−α π P = cos (1 − α) 2 π Q = sin (1 − α) 2 si ha: ϵrs − ϵr∞ (ϵrs − ϵr∞ ) (1 + RP − jRQ) = ϵr∞ + 1 + RP + jRQ (1 + RP )2 + R2 Q2 (ϵrs − ϵr∞ ) (1 + RP ) (ϵrs − ϵr∞ ) RQ = ϵr∞ + −j 2 2 2 1 + R (P + Q ) + 2RP 1 + R2 (P 2 + Q2 ) + 2RP ϵr (ω) = ϵr∞ + da cui, isolando la parte reale e immaginaria, si ricava ϵ′r = ϵr∞ + (ϵrs − ϵr∞ ) ϵ′′r = (ϵrs − ϵr∞ ) Ing. Luciano Mescia 1 + (ωτ0 )1−α sin (απ/2) 1 + (ωτ0 )2(1−α) + 2 (ωτ0 )1−α sin (απ/2) (ωτ0 )1−α cos (απ/2) 1 + (ωτ0 )2(1−α) + 2 (ωτ0 )1−α sin (απ/2) (4.30) (4.31) 4.1. Polarizzazione elettrica dipendente dal tempo 123 ε’’r ε rs − ε r∞ ε’r 2 α=0 α=0.25 α=0.5 α=0.75 εrs α=0 α=0.25 α=0.5 α=0.75 ε rs + ε r∞ 2 εr∞ ω ω0 ω (a) ω0 (b) Figura 4.5: Andamento di ϵ′r al variare della frequenza ω per differenti valori di α. In Figura 4.5(a) e 4.5(b) sono rappresentati rispettivamente gli andamenti della parte reale e immaginaria della costante dielettrica relativa al variare della frequenza angolare e per diversi valori del parametro α. Si osservi, che per α = 0 si ottiene l’equazione di Debye. All’aumentare di α sono evidenti scostamenti sempre maggiori rispetto all’andamento a singolo tempo di rilassamento. In particolare, la ϵ′′r presenta un punto di massimo, ottenuto dall’equazione dϵ′′r /dω = 0, in corrispondenza della frequenza ω0 = 1/τ0 . Inoltre, nell’intorno di ω0 all’aumentare di α la ϵ′r decresce meno rapidamente e la ϵ′′r ha un picco meno accentuato. Infine, l’ampiezza del picco dipende dal valore di α secondo la relazione: ϵ′′rmax = (ϵrs − ϵr∞ ) cos (απ/2) 2 [1 + sin (απ/2)] Eliminando ωτ0 dalle (4.30) e (4.31) si ottiene l’equazione ( ) ) ) ( ( ϵrs + ϵr∞ 2 απ 2 απ 2 ϵrs − ϵr∞ ϵrs − ϵr∞ ′ ′′ ϵr − + ϵr + tan = sec 2 2 2 2 2 (4.32) che è rappresentata, nel diagramma di Cole–Cole, da una circonferenza con centro C di coordinate ] [ απ ϵrs + ϵr∞ ϵrs − ϵr∞ C= ,− tan 2 2 2 e raggio ϵrs − ϵr∞ απ sec 2 2 La Figura 4.6 mostra l’andamento della (4.32) nel piano avente sull’asse delle ascisse ϵ′r e su quello delle ordinate ϵ′′r . Si osserva che, a differenza dell’equazione di Debye, l’equazione di Cole–Cole è rappresentata da un arco di circonferenza traslato verso il basso di una quantità che dipende dal valore del parametro α, e che i suoi punti estremi sono ϵrs r= Ing. Luciano Mescia 4.1. Polarizzazione elettrica dipendente dal tempo 124 ε ''r α =0 ω ε ' ' r max u ε r∞ ε rs − ε r∞ 2 tan απ απ / 2 v ε rs + ε r∞ 2 2 απ / 2 ε rs ε 'r r C Figura 4.6: Diagramma della permittività complessa definita dall’equazione di Cole–Cole (ω = 0) e ϵr∞ (ω = ∞). Per α = 0 si ottiene quanto ricavato a proposito dell’equazione di Debye, in virtù del fatto che la (4.28) possiede un solo tempo di rilassamento. All’aumentare di α la lunghezza dell’arco di circonferenza si riduce e di conseguenza c’è una riduzione della parte immaginaria della costante dielettrica relativa. Nella condizione limite α = 1, che corrisponde a un numero infinitamente grande di tempi di rilassamento, si ha ϵ′r = (ϵrs + ϵr∞ )/2 e ϵ′′r = 0, e perciò il comportamento del materiale è identico a quello che si ha in condizione di campo elettrico stazionario. Considerando inoltre le linee, u e v, che collegano rispettivamente ogni punto del diagramma di Cole–Cole con i punti estremi ϵr∞ e ϵrs , si ha u = ϵr − ϵr∞ v = (ϵr − ϵr∞ ) (jωτ0 )1−α |v| = (ωτ0 )1−α |u| da cui può essere facilmente determinato il valore di α. La funzione di Cole–Cole implica una legge caratterizzata da potenze frazionarie. Tale legge è ancora oggetto di discussione in quanto non è chiaro il suo significato da un punto di vista biofisico. Alcuni scienzati, per spiegare tale risultato, hanno suggerito che le membrane cellulari sono caratterizzate da un angolo di fase indipendente dalla frequenza. La distribuzione dei tempi di rilassamento deriva comunque da molti fattori come l’ampio intervallo di variazione della dimensione delle cellule, l’esistenza di giunzioni cellulari, il denso impacchettamento di cellule e l’irregolarità nella forma e dimensione delle cellule. Pertanto, non ci sono ancora sufficienti ragioni che giustificano la presenza di una legge di potenza frazionale per l’interpretazione delle caratteristiche dielettriche di Ing. Luciano Mescia 4.1. Polarizzazione elettrica dipendente dal tempo 125 solidi complessi e tessuti biologici. In questi ultimi, in particolare, tale legge è suggerita dalla pratica comune di diagrammare i dati dielettrici su piani aventi entrambi gli assi in scala logaritmica. In ogni caso non è ancora chiaro perché il rilassamento nei tessuti biologici, interpretato per mezzo di una legge di potenza costante, sia conseguenza di un solo tipo di meccanismo o della sovrapposizione di rilassamenti multipli sovrapposti in frequenza. 4.1.3 Equazione di Cole–Davidson Cole e Davidson suggerirono una equazione empirica per la costante dielettrica relativa del tipo ϵrs − ϵr∞ (4.33) ϵr (ω) = ϵr∞ + (1 + jωτ0 )β dove β è una caratteristica del materiale che può variare nell’intervallo 0 ≤ β ≤ 1. Posto tan φ = ωτ0 si ha: 1 + jωτ0 = 1 + j sin φ cos φ + j sin φ ejφ = = cos φ cos φ cos φ (4.34) oppure ω 2 τ02 = tan2 φ = sin2 φ +1−1 cos2 φ da cui si ottiene 1 + ω 2 τ02 = 1 cos2 φ Combinando inoltre i risultati appena ricavati si può scrivere √ jφ 1 + jωτ0 = e 1 + ω 2 τ02 Dalla (4.34) si ha (1 + jωτ0 )β = ejβφ cosβ φ che sostituita nella (4.33) fornisce la relazione finale ϵr (ω) = ϵr∞ + (ϵrs − ϵr∞ ) cosβ φ cos βφ + j sin βφ (4.35) In particolare, isolando la parte reale e immaginaria, si ottiene ϵ′r (ω) = ϵr∞ + (ϵrs − ϵr∞ ) (cos φ)β cos βφ (4.36) ϵ′′r (ω) = (ϵrs − ϵr∞ ) (cos φ)β sin βφ (4.37) In figura 4.7(a) e 4.7(b) sono rappresentati gli andamenti delle funzioni (4.36) e (4.37) al variare della frequenza angolare e per differenti valori del parametro β. Per β = 1 si ottiene l’andamento descritto dall’equazione di Debye. A frequenza molto basse la Ing. Luciano Mescia 4.1. Polarizzazione elettrica dipendente dal tempo ε’r β=1 β=0.75 β=0.5 β=0.25 ω ω0 126 ε’’r β=1 β=0.75 β=0.5 β=0.25 ω (a) ω0 (b) Figura 4.7: (a) andamento di ϵ′r e (b) di ϵ′′r al variare della frequenza angolare per differenti valori del parametro β. variazione di ϵ′r al variare del parametro β è impercettibile. A frequenze più alte si osserva invece che le variazioni su ϵ′r sono tanto più marcate quanto più ci si allontana dall’equazione di Debye (β = 1). Simili osservazioni possono essere effettuate nei confronti di ϵ′′r che aumenta all’aumentare di β nella regione di bassa frequenza e diminuisce all’aumentare di β nella regione ad alta frequenza. Inoltre, è importante far osservare che, riducendo il valore di β, la curva di ϵ′′r diventa sempre meno simmetrica rispetto all’asse parallelo a quello delle ordinate e passante per il punto corrispondente al suo valore massimo. Come mostrato in figura 4.8, la rappresentazione della (4.33) sul piano complesso è un arco di curva con intercette sull’asse ϵ′r nei punti ϵrs (ω = 0) e ϵr∞ (ω = ∞). In particolare, dalle (4.36)–(4.37) si ricava ϵ′r sin (βφ) ϵ′′r = tan (βφ) = cos (βφ) − ϵr∞ da cui si vede che per ω → ∞ anche ωτ0 → ∞ e perciò φ = π/2. Di conseguenza, si ha che per ω → ∞ la curva limite è la retta ( π)( ) ϵ′r − ϵr∞ ϵ′′r = tan β 2 ′ che forma con l’asse ϵr un angolo βπ/2. Per ωτ0 = 1 si ha invece tan φ = 1 e perciò φ = π/4. Di conseguenza, si ha che per ωτ0 = 1 la curva limite è la retta ( π)( ) ϵ′′r = tan β ϵ′r − ϵr∞ 4 ′ che forma con l’asse ϵr un angolo βπ/4. Per valutare cosa accade in ω = 0 è necessario considerare che, per ogni punto di tale curva si ha: dϵ′′r dϵ′′r dφ = dϵ′r dφ dϵ′r Ing. Luciano Mescia 4.1. Polarizzazione elettrica dipendente dal tempo 127 ε ' 'r β=1 β=0.75 β=0.5 β=0.25 ωτ 0 = 1 βπ / 2 βπ / 4 ε r∞ ε rs + ε r∞ ε rs ε ' r 2 Figura 4.8: Diagramma della permittività complessa relativa all’equazione di Cole–Davidson. e, ponendo E = ϵrs − ϵr∞ , dalle (4.36)–(4.37) si ricava [ ] { } dϵ′′r = E β cosβ φ cos (βφ) − β cosβ−1 φ sin φ sin (βφ) = Eβ cosβ−1 φ cos [(β + 1)φ] dφ [ ] { } dϵ′r = E −β cosβ φ sin (βφ) − β cosβ−1 φ sin φ cos (βφ) = −Eβ cosβ−1 φ sin [(β + 1)φ] dφ da cui { } Eβ cosβ−1 φ cos [(β + 1)φ] dϵ′′r = − cot [(β + 1)φ] =− dϵ′r Eβ {cosβ−1 φ sin [(β + 1)φ]} Pertanto, per ω = 0 si ha tan φ = 0 e perciò φ = 0. Di conseguenza, si ha che per ω = 0 la curva limite è una retta perpendicolare all’asse ϵ′r e quindi la curva limite è un semicerchio con centro sull’asse ϵ′r . Si osserva che al diminuire di β la curva subisce maggiori deformazioni. I cerchietti sulle varie curve rappresentate in figura 4.8 individuano i punti corrispondenti alla condizione ωτ0 = 1. Si osservi che un maggiore scostamento rispetto al comportamento a singolo esponenziale (β = 1) implica un aumento del grado di asimmetria nella curva. 4.1.4 Equazione di Havriliak-Negami La dispersione di piccole molecole organiche e inorganiche è studiata misurando la costante dielettrica complessa del materiale nel più largo intervallo di frequenze possibile e fissando la temperatura. Successivamente, i dati ottenuti sono diagrammati sul piano complesso allo scopo di verificare se la curva è simile a un arco di circonferenza (equazione di Cole–Cole) o a un arco deformato (equazione di Cole–Davidson). Alcune volte può capitare che la rappresentazione sul piano complesso si discosta sia dalla curva dell’equazione di Cole–Cole sia da quella dall’equazione di Cole–Davidson. Ing. Luciano Mescia 4.1. Polarizzazione elettrica dipendente dal tempo 128 Combinando le due equazioni menzionate, Havriliak e Negami hanno proposto una equazione empirica della costante dielettrica relativa nella forma ϵrs − ϵr∞ ϵr (ω) = ϵr∞ + [ ]β 1 + (jωτ0 )1−α (4.38) dove 0 ≤ α < 1 e 0 ≤ β ≤ 1. Si osservi che tale funzione genera tutte le funzioni analizzate nei paragrafi precedenti. Considerando che la (4.38) può essere trasformata nella forma ]−β ϵr (ω) − ϵr∞ [ = 1 + (jωτ0 )1−α ϵrs − ϵr∞ in virtù di quanto ricavato a proposito dell’equazione di Cole–Cole, si può scrivere ( )−β ϵr (ω) − ϵr∞ [ απ απ )]−β ( = 1 + (ωτ0 )1−α sin + j cos = |r| ejθ = |r|−β e−jβθ ϵrs − ϵr∞ 2 2 dove }1 {[ απ ]2 2 απ ]2 [ 1−α 1−α |r| = r = + (ωτ0 ) cos 1 + (ωτ0 ) sin 2 2 απ 1−α (ωτ0 ) cos 2 θ = arctan απ 1−α 1 + (ωτ0 ) sin 2 1 2 Pertanto, riordinando le equazioni è possibile ricavare la parte reale e immaginaria della costante dielettrica relativa ϵ′r = ϵr∞ + ϵ′′r = ϵrs − ϵr∞ cos βθ rβ/2 ϵrs − ϵr∞ sin βθ rβ/2 (4.39) (4.40) Per valori di frequenza angolare molti alti (al limite ω → ∞), essendo ωτ0 ≫ 1, la (4.38) diventa [ ] β(1 − α)π β(1 − α)π ϵr (ω) − ϵr∞ β(α−1) β(α−1) = (jωτ0 ) = (ωτ0 ) cos − j sin (4.41) ϵrs − ϵr∞ 2 2 da cui tan β(1 − α)π ϵ′′ = ′ r 2 ϵr − ϵr∞ (4.42) Alle basse frequenze, (al limite ω → 0), si ha invece [ ] ϵr (ω) − ϵr∞ (1 − α)π (1 − α)π (1−α) β(1−α) = 1 − β (jωτ0 ) = 1 − β (ωτ0 ) cos + j sin ϵrs − ϵr∞ 2 2 (4.43) Ing. Luciano Mescia 4.1. Polarizzazione elettrica dipendente dal tempo da cui tan ( απ ) 2 = ϵ′′r ϵrs − ϵ′r 129 (4.44) Inoltre, dalle equazioni (4.39) e (4.40) è facile ricavare l’equazione ϵ′′r = tan βθ ϵ′r − ϵr∞ (4.45) Considerando invece il limite απ (1 − α) π sin (1 − α) π 2 2 lim = tan = απ ωτ0 →∞ (1 − α) π 2 1 + (ωτ0 )1−α sin cos 2 2 (ωτ0 )1−α cos e indicando con θL l’angolo corrispondente a tale condizione, si ottiene tan θL = tan da cui θL = (1 − α) π 2 (1 − α) π 2 o anche (1 − α) βπ (4.46) 2 La (4.46) rappresenta la relazione che intercorre tra l’angolo ϕL (parametro grafico) e i parametri α e β. Indicando con ϵrp il valore della costante dielettrica complessa corrispondente alla frequenza angolare per cui vale la relazione ωτ0 = 1, si può dimostrare che la semiretta avente come origine il punto ϵr∞ e coefficiente angolare tale da dividere in due l’angolo ϕL , interseca la curva della costante dielettrica relativa nel punto del piano complesso corrispondente a ϵrp . Tale punto di intersezione consente la determinazione del valore di α in quanto vale la relazione ( |ϵrp − ϵr∞ | 1 1 απ ) log =− log 2 + 2 sin (4.47) ϕL ϵrs − ϵr∞ π(1 − α) 2 ϕL = βθL = In figura 4.9 è rappresentato l’andamento sul piano complesso dell’equazione (4.38) per i parametri α = 1/2 e β = 1/3. Sullo stesso grafico sono rappresentati gli andamenti dell’equazione di Debye (α = 0; β = 1), delle corrispondenti equazioni di Cole–Cole (α = 1/3; β = 1) e Cole–Davidson (α = 0; β = 1/2). Si osservi che l’equazione di Havriliak– Negami fornisce valori della parte immaginaria della costante dielettrica relativa inferiori a quelli che è possibile ricavare usando le altre equazioni. In virtù di quanto detto risulta evidente che una problematica fondamentale è la determinazione dei cinque parametri ϵrs , ϵr∞ , α, β e τ0 tali che la curva teorica rappresenta nel migliore dei modi i dati sperimentali. Fortunatamente, la risoluzione di questo problema è agevolata da alcune considerazioni basate sulle relazioni analitiche ricavate in precedenza. In particolare, i parametri caratteristici possono essere ricavati per mezzo della seguente procedura: Ing. Luciano Mescia 4.1. Polarizzazione elettrica dipendente dal tempo 130 ε ' 'r α=0 β=1 α=0 β=1/2 α=1/3 β=1 α=1/2 β=1/3 φL ε r∞ ε rp ωτ 0 = 1 (1 − α )π / 2 φL / 2 ε rs + ε r∞ ε rs ε 'r 2 Figura 4.9: Rappresentazione nel piano complesso dell’equazione di Havriliak-Negami. 1. dalle misure a bassa frequenza è possibile estrapolare il punto di intersezione con l’asse reale che fornisce il valore di ϵrs ; 2. dalle misure ad alta frequenza è possibile estrapolare il punto d’intersezione con l’asse reale che fornisce il valore di ϵr∞ . In particolare, se sono noti i valori di indice di rifrazione vale la relazione ϵr∞ = n2 ; 3. l’angolo ϕL può essere ricavato dalle misure ad alta frequenza; 4. noto ϕL è immediato ricavare ϕL /2 e di conseguenza, per via grafica, anche il valore di ϵrp ; 5. noto ϕL e ϵrp è possibile ricavare α e β dalle (4.46) e (4.47). 4.1.5 Effetto del campo elettrico locale Tutte le equazioni derivate nei paragrafi precedenti sono basate sull’ipotesi che il campo elettrico locale (quello che agisce sulla singola molecola) è uguale al campo elettrico applicato. Tale ipotesi, come già detto più volte, è valida per i sistemi gassosi e perde sempre più di validità man mano che aumenta la densità del materiale. Nel caso dei materiali densi è necessario considerare che il campo elettrico interno è in generale diverso dal campo elettrico applicato. In questi casi, è più opportuno considerare l’equazione di Debye (3.244), estendendola al caso in cui è applicato un campo elettrico alternato ( ) 2 Pmol ϵr − 1 M N0 1 = α+ ϵr + 2 ρ 3ϵ0 3kT 1 + jωτ0 Ing. Luciano Mescia 4.1. Polarizzazione elettrica dipendente dal tempo 131 da cui si ottiene, per ω = 0 N0 ϵrs − 1 M = ϵrs + 2 ρ 3ϵ0 e per ω = ∞ ( 2 ) Pmol α+ 3kT ϵr∞ − 1 M N0 α = ϵr∞ + 2 ρ 3ϵ0 Sottraendo dall’equazione ottenuta per ω = 0 quella ricavata per ω = ∞ si ha ( ) 2 ϵrs − 1 ϵr∞ − 1 M N0 Pmol − = ϵrs + 2 ϵr∞ + 2 ρ 3ϵ0 3kT Posto ϵr∞ − 1 ϵr∞ + 2 ϵrs − 1 ϵr∞ − 1 ϵrs − ϵr∞ b= − =3 ϵrs + 2 ϵr∞ + 2 (ϵrs + 2) (ϵr∞ + 2) a= è possibile riscrivere l’equazione di partenza come 1 1 + 2a + 2b + (1 + 2a) jωτ0 1 + jωτ0 ϵr = = 1 1 − a − b + (1 − a) jωτ0 1−a−b 1 + jωτ0 1 + 2a + 2b da cui dopo semplici manipolazioni algebriche si ottiene ϵrs ϵr∞ + jωτ0 ϵ +2 ϵr∞ + 2 ϵr = rs 1 1 + jωτ0 ϵrs + 2 ϵr∞ + 2 Posto x = ωτ0 ϵrs + 2 ϵr∞ + 2 si ricava facilmente ϵrs + jxϵr∞ ϵrs − ϵr∞ = ϵr∞ + 1 + jx 1 + jx ϵrs − ϵr∞ (ϵrs − ϵr∞ ) x = ϵr∞ + −j 2 1+x 1 + x2 ϵr = Definendo quindi un tempo di rilassamento generalizzato τ0′ = Ing. Luciano Mescia ϵrs + 2 τ0 ϵr∞ + 2 (4.48) 4.1. Polarizzazione elettrica dipendente dal tempo 132 si ricava la seguente equazione per la permittività ϵrs + jωτ0′ ϵrs − ϵr∞ = ϵr∞ + ′ 1 + jωτ0 1 + jωτ0′ ϵrs − ϵr∞ (ϵrs − ϵr∞ ) x = ϵr∞ + −j ′2 2 1 + ω τ0 1 + ω 2 τ0′2 ϵr = Pertanto, quando si considera la correzione del campo elettrico interno si ottiene una nuova equazione formalmente identica alla (4.15) in cui però il tempo di rilassamento τ0 è sostituito con il tempo di rilassamento generalizzato τ0′ . 4.1.6 Effetto della conducibilità Nelle trattazioni analizzate in precedenza, i vari modelli matematici sono stati ricavati nell’ipotesi di poter trascurare le perdite di conduzione (σ = 0). Quando però tale ipotesi cessa di valere, è necessario modificare opportunamento il modello matematico. In particolare, considerando l’equazione di Maxwell per il campo magnetico ( ) σ ′ ′′ ′ ′′ E ∇ × H = jωϵ0 (ϵr − jϵr )E + σE = jωϵ0 ϵr − jϵr − j ωϵ0 si ottiene σ ωϵ0 Da quest’ultima relazione si osserva che, rispetto al caso di assenza di perdite di conduzione, un valore di conducibilità diverso da zero introduce un nuovo termine (σ/(ωϵ0 )) nell’equazione della parte immaginaria della costante dielettrica relativa. Pertanto, i modelli matematici ricavati precedentemente si modificano nelle forme ϵr = ϵ′r − jϵ′′r − j Equazione di Debye σ ϵrs − ϵr∞ −j 1 + jωτ0 ωϵ0 (4.49) ϵrs − ϵr∞ σ 1−α − j ωϵ 1 + (jωτ0 ) 0 (4.50) ϵr (ω) = ϵr∞ + Equazione di Cole–Cole ϵr (ω) = ϵr∞ + Equazione di Cole–Davidson ϵr (ω) = ϵr∞ + ϵrs − ϵr∞ β (1 + jωτ0 ) −j σ ωϵ0 (4.51) Equazione di Havriliak-Negami σ ϵrs − ϵr∞ ϵr (ω) = ϵr∞ + [ ]β − j ωϵ0 1 + (jωτ0 )1−α Ing. Luciano Mescia (4.52) 4.1. Polarizzazione elettrica dipendente dal tempo 133 4.1.7 Equazione di Fuoss–Kirkwood Considerando l’equazione di Debye e indicando con ω0 = 1/τ0 la frequenza angolare corrispondente al valore massimo della parte immaginaria della costante dielettrica relativa, la (4.17) può essere trasformata nella forma: ϵ′′r = ϵrs − ϵr∞ ϵrs − ϵr∞ = ( )−1 1 ω ω ωτ0 + + ωτ0 ω0 ω0 Posto ex = ω/ω0 e sostituendo nella relazione ottenuta si ha ϵ′′r = e quindi in definitiva ϵrs − ϵr∞ ϵrs − ϵr∞ = x −x e +e 2 cosh x ) ( ω ϵ′′r = ϵ′′max sech ln ω0 (4.53) dove ϵ′′max = (ϵrs − ϵr∞ )/2. La (4.53) può essere generalizzata nella forma proposta da Fuoss e Kirkwood ( ) ω ϵ′′r = ϵ′′max sech δ ln (4.54) ω0 o in modo equivalente nella forma ϵ′′r = ϵrs − ϵr∞ (ωτ0 )δ + (ωτ0 )−δ = (ϵrs − ϵr∞ ) (ωτ0 )δ 1 + (ωτ0 )2δ (4.55) dove δ è un parametro che può assumere valori 0 < δ ≤ 1. 4.1.8 Equazione universale di Jonscher Partendo dalla (4.55), Jonscher suggerı̀ una espressione più generale del tipo ϵ′′r = ( ω ω1 )−m ϵ′′m + ( ω ω2 )1−n (4.56) dove 0 < m ≤ 1, 0 ≤ n < 1. Sulla base di un gran numero di dati sperimentali, è stato verificato che la legge empirica proposta da Jonscher può essere applicata a tutti i dielettrici nella fase condensata. Nella (4.56) i coefficienti ω1 e m determinano il comportamento in bassa frequenza, mentre i coefficienti ω2 e n quello in alta frequenza. In questo contesto, la dicitura bassa e alta frequenza è riferita alla frequenza ωm in corrispondenza della quale la ϵ′′ raggiunge il suo valore massimo [ ] m m 1−n 1/(m−n+1) ωm = ω1 ω2 (4.57) 1−n Ing. Luciano Mescia 4.2. Teoria generale del rilassamento 134 4.1.9 Equazione di Raicu Diversi studi effettuati per modellizzare la variazione in frequenza delle proprietà dielettriche dei materiali biologici hanno dimostrato che i modelli matematici prima illustrati non sono molto efficienti su intervalli di frequenza molto ampi. A tale scopo, nel 1999 Raicu propose un modello che combinava le proprietà dei modelli tipo Debye con quelle relative alla risposta universale dei dielettrici. In particolare, l’equazione generale assume la forma ∆ ]γ ϵr (ω) = ϵr∞ + [ (jωτ0 )α + (jωτ0 )1−β dove α, β, γ sono costanti reali variabili tra 0 e 1 e ∆ è una costante dimensionale che è pari all’incremento dielettrico ϵrs − ϵr∞ quando α = 0. Si osservi che scegliendo appropriatamente i valori di α, β, γ è possibile ricavare i modelli illustrati in precedenza. In particolare, per γ = 1 si ottiene il modello della risposta universale proposto da Jonsher. Inoltre, nel caso particolare caratterizzato da γ = 1 e α = 1 − β si ricava ( ω )β−1 ϵr (ω) = ϵr∞ + j s dove 1 s= τ0 ( ∆ 2 ) 1 1−β è un fattore di scala. L’equazione ricavata è conosciuta come modello ad angolo di fase costante o modello di Dissado. Esso è efficacemente utilizzato per modellare lo spettro dielettrico di un materiale biologico da 103 a 108 Hz. 4.2 Teoria generale del rilassamento I materiali inorganici, organici e biologici sono costituiti prevalentemente da dipoli e pertanto la polarizzazione per orientamento assume un ruolo di fondamentale importanza in tutti i fenomeni dielettrici associati a tali materiali. Per alcuni materiali, come l’acqua, e per alcuni processi dielettrici, come la diffusione di controione, le proprietà dielettriche sono caratterizzate da una singola costante di tempo e perciò interpretabili per mezzo delle’equazione di Debye. Nei sistemi fisici reali e in particolar modo nei materiali biologici si verificano molto spesso svariati processi di rilassamento in parallelo i quali danno luogo a una risposta del materiale al campo elettrico caratterizzata da più costanti di tempo. Ci sono fondati motivi che giustificano il fatto che le proprietà dielettriche di molte sostanze si discostano da quelle previste dal modello a singolo tempo di rilassamento. Consisderando infatti che il comportamento delle molecole polari in un materiale è simile a quello di un corpo di forma ellissoidale all’interno di un fluido viscoso, se ne deduce che i tre differenti coefficienti di attrito lungo i tre assi cartesiani implicano la presenza di altrettanti tempi di rilassamento differenti. Considerando inoltre che non tutti i dipoli di un solido sono posizionati nello stesso “ambiente”, che ogni dipolo può Ing. Luciano Mescia 4.2. Teoria generale del rilassamento 135 sperimentare orientazioni più favorevoli di altre e che alcuni dipoli sono più liberi di ruotare rispetto ad altri, è intuitivo considerare la presenza di svariati tempi di rilassamento che al limite possono essere rappresentati da una distribuzione di tempi di rilassamento. Altre motivazioni sono associate all’esistenza di processi dielettrici la cui cinetica non è assimilabile ad un fenomeno del primo ordine. Inoltre, nelle sospensioni concentrate l’interazione elettrica tra le particelle sospese è generalmente causa di una distribuzione di tempi di rilassamento anche quando ogni particella è caratterizzata da un singolo tempo di rilassamento. Dalla (4.15) si osserva che la permittivita dielettrica complessa può essere scritta nella forma: 1 ϵr (ω) = ϵr∞ + (ϵrs − ϵr∞ ) F {exp (−t/τ0 )} = ϵr∞ + (ϵrs − ϵr∞ ) F {ϕp (t)} (4.58) τ0 dove 1 exp (−t/τ0 ) (4.59) τ0 è la funzione risposta all’impulso. Le (4.58) e (4.59) possono essere generalizzate al caso in cui la risposta dielettrica è causata dalla presenza di processi indipendenti del primo ordine. Infatti, posto ∑ gk ϕp (t) = exp (−t/τk ) (4.60) τk ϕp (t) = k e sostitundo nella (4.58) si ricava ϵr (ω) = ϵr∞ + (ϵrs − ϵr∞ ) F {ϕp (t)} ∑ ∑ ∆ϵk gk = ϵr∞ + (ϵrs − ϵr∞ ) = ϵr∞ + 1 + jωτk 1 + jωτk k con ∑ (4.61) k gk = 1 (4.62) k Dalla (4.61) si vede che se vale l’ipotesi τ1 ≪ τ2 ≪ τ3 . . . ≪ τk , l’andamento della permittività dielettrica in funzione della frequenza ω presenta delle regioni chiaramente separate e il diagramma di Cole–Cole è costituito da una serie di semicerchi centrati sull’asse ϵ′r e che intersecano lo stesso nei punti ϵr∞ , ϵr∞ +∆ϵ1 , ϵr∞ +∆ϵ1 +∆ϵ2 +. . .+ϵrs . Se il materiale dielettrico presenta curve di dispersione molto complesse, è più opportuno considerare una distribuzione continua di tempi di rilassamento. In particolare, detto N il numero di dipoli di un solo tipo per unità di volume si può scrivere N = N0 g(τ ) (4.63) dove N0 è il numero totale di dipoli per unità di volume, g(τ ) è la funzione di distribuzione dei tempi di rilassamento o la densità di probabilità di τ . Di conseguenza, la frazione di dipoli che hanno tempi di rilassamento tra τ e τ + dτ è data da g(τ )dτ e perciò è possibile scrivere ∫ ∞ g(τ )dτ = 1 0 Ing. Luciano Mescia (4.64) 4.2. Teoria generale del rilassamento 136 Si osservi che la (4.64) può essere ricavata dalla (4.62) considerando che la presenza di un numero infinito di tempi di rilassamento implica la sostituzione dell’operazione di sommatoria con una di integrale. Di conseguenza, estendendo lo stesso ragionamento alla (4.61) si ottiene in definitiva ∫ ∞ g(τ ) ϵr (ω) = ϵr∞ + (ϵrs − ϵr∞ ) dτ (4.65) 1 + jωτ 0 dalla quale è immediato ricavare ∫ ∞ g(τ )dτ = ϵr∞ + (ϵrs − ϵr∞ ) 1 + ω2τ 2 0 ∫ ∞ ωτ g(τ )dτ ϵ′′r (ω) = (ϵrs − ϵr∞ ) 1 + ω2τ 2 0 ∫ ∞ ωτ g(τ )dτ (ϵ − ϵ ) ′′ rs r∞ 0 1 + ω2τ 2 ϵ tan γ = r′ = ∫ ∞ g(τ )dτ ϵr ϵr∞ + (ϵrs − ϵr∞ ) 0 1 + ω2τ 2 ϵ′r (ω) (4.66) (4.67) (4.68) L’area della curva sottesa dalla funzione ϵ′′r (ω), quando l’asse delle ascisse è rappresentato da ln ω, è data da ∫ ∞ ∫ ∞ dω ′′ S= ϵr d(ln ω) = ϵ′′r ω 0 ∫ ∞ 0 ∫ ∞ dω ωτ g(τ )dτ = (ϵrs − ϵr∞ ) (4.69) ω 1 + ω2τ 2 0 0 Scambiando l’ordine di integrazione si ha: ∫ ∫ ∞ τ g(τ )dτ S = (ϵrs − ϵr∞ ) 0 Usando inoltre la relazione ∫ 0 ∞ 0 ∞ dω 1 + ω2τ 2 (4.70) dω π = 1 + ω2τ 2 2τ e sostituendo nella (4.70) si ottiene in definitiva ∫ ∞ π π g(τ )dτ = (ϵrs − ϵr∞ ) S = (ϵrs − ϵr∞ ) 2 2 0 (4.71) Dalla (4.71) si osserva che l’area S non dipende dalla funzione di distribuzione. Questo significa che l’area sottesa dalla curva ϵ′′r − ln ω è sempre la stessa a prescindere sia dal meccanismo di dispersione di τ sia dalla funzione di distribuzione g(τ ). Di conseguenza, ad una riduzione del valore di picco della ϵ′′r corrisponde un allargamento di ϵ′′r . La quantità ∫ 2 ∞ ′′ 2S ∆ϵr = ϵrs − ϵr∞ = ϵr d(ln ω) = (4.72) π 0 π Ing. Luciano Mescia 4.3. Modello di Lorentz 137 è chiamata ampiezza di rilassamento e rappresenta un parametro fisico molto importante nei processi di rilassamento. Le equazioni (4.66) e (4.67) possono essere utilizzate per determinare la funzione g(τ ) dai dati numerici di ϵ′r e ϵ′′r . La procedura alla base di tale operazione è sfortunatamente alquanto complicata visto che semplici funzioni g(τ ), come ad esempio distribuzioni Gaussiane, danno luogo a funzioni complicate di ϵ′r e ϵ′′r , e semplici funzioni di ϵ′r e ϵ′′r possono condurre a funzioni g(τ ) alquanto complesse. Inoltre, essa richiede la conoscenza dettagliata delle trasformate di Laplace e un ottima dimestichezza nel loro uso. La funzione g(τ ) realtiva all’equazione di Cole–Cole è: g(τ ) = sin απ 1 2π cosh [(1 − α) ln (τ /τ0 )] − cos απ (4.73) con τ0 il tempo di rilassamento al centro della distribuzione. In figura 4.10 è rappresentato l’andamento di g(τ ) in funzione di log (τ /τ0 ) per differenti valori del parametro α. La simmetria della funzione di distribuzione dei tempi di rilassamento rispetto all’asse verticale log (τ /τ0 ) = 0 è conseguenza della simmetria dell’equazione di Cole–Cole rispetto al punto centrale quando rappresentata sul piano complesso. Si osservi inoltre che una riduzione del parametro α rende la funzione maggiormente localizzata intorno all’asse log (τ /τ0 ) = 0 e quando α tende a zero essa diventa una funzione impulsiva. Tale comportamento è giustificabile osservando che per α = 0 l’equazione di Cole–Cole si trasforma nell’equazione di Debye la cui funzione di distribuzione dei tempi di rilassamento è proprio la funzione impulsiva. La funzione g(τ ) realtiva all’equazione di Cole–Davidson è invece: ( )β τ sin(βπ) se τ < τ0 g(τ ) = (4.74) π τ0 − τ 0 se τ > τ0 e in figura 4.11 è rappresentato il suo andamento in funzione di log (τ /τ0 ) per differenti valori del parametro β. E’ evidente una asimmetria della funzione la quale è conseguenza della mancanza di simmetria, nella rappresentazione sul piano complesso, dell’equazione di Cole–Davidson rispetto all’asse verticale log (τ /τ0 ) = 0. Anche in questo caso è possibile osservare che quando β tende al valore limite, pari a 1, la funzione di distribuzione tende a diventare di tipo impulsivo. 4.3 Modello di Lorentz I modelli matematici finora ricavati consentono una corretta interpretazione dei fenomeni di rilassamento dielettrico dovuti all’interazione della radiazione elettromagnetica con la materia per frequenze generalmente non superiori ai 100 GHz. Infatti, in tale intervallo di frequenze possono essere considerati dominanti i meccanismi di polarizzazione dipolare e di interfaccia. A frequenze più elevate, invece, la variazione temporale del campo elettrico è confrontabile con i tempi che caratterizzano il fenomeno di polarizzazione elettronica ed è talmente rapida da non consentire al momento di dipolo Ing. Luciano Mescia 4.3. Modello di Lorentz 138 0.5 α=0.2 0.4 g(τ) 0.3 0.2 α=0.5 0.1 α=0.7 0 -10 -5 0 log(τ/τ0) 5 10 Figura 4.10: Andamento della funzione di distribuzione dei tempi di rilassamento g(τ ), relativa all’equazione di Cole–Cole, in funzione di log (τ /τ0 ) per differenti valori del parametro α. 1 0.8 g(τ) 0.6 0.4 β=0.5 0.2 β=0.2 β=0.7 0 -4 -3 -2 -1 0 log(τ/τ0) Figura 4.11: Andamento della funzione di distribuzione dei tempi di rilassamento g(τ ), relativa all’equazione di Cole–Davidson, in funzione di log (τ /τ0 ) per differenti valori del parametro β. Ing. Luciano Mescia 4.3. Modello di Lorentz 139 delle molecole dipolari di allinearsi al campo elettrico. Di conseguenza, i fenomeni di polarizzazione elettronica sono predominanti rispetto a quelli di orientamento e tale predominanza diventa sempre più marcata quanto più è elevata la frequenza del campo elettrico applicato. In particolare, alle frequenze ottiche la polarizzabilità elettronica è praticamente l’unico fenomeno da prendere in considerazione. Lo studio dettagliato dei possibili modi di eccitazione degli atomi e molecole in presenza di campi e.m. ad altissima frequenza può essere affrontato in maniera rigorosa solo tramite la teoria quantistica. Nonostante tutto, i risultati più significativi derivanti dall’applicazione della meccanica quantistica sono molto simili a quelli derivanti dal modello classico ideato da Lorentz nel 1907. Tale teoria, definisce le relazioni matematiche tra gli effetti macroscopici e le proprietà microscopiche della materia considerando il materiale come un insieme di dipoli pilotati dall’onda e.m. applicata. Il modello di Lorentz parte dalla considerazione che ogni atomo del materiale in assenza di campo elettrico applicato può essere rappresentato da distribuzioni sferiche di cariche positive (nucleo) e negative (elettroni) aventi lo stesso baricentro. Essendo gli elettroni molto più leggeri del nucleo, è ragionevole ignorare il moto del nucleo e concentrare l’attenzione solo sul movimento degli eletroni. E’ noto che l’applicazione di un campo e.m. esterno perturba lo stato di equilibrio degli elettroni in quanto su ognuno di essi è applicata una forza di interazione data dall’equazione ) ( k×E (4.75) Fe = −qe (E + v × B) = −qe E + v × c dove qe è la carica dell’elettrone, v è la velocità dell’elettrone, k è il vettore d’onda e c è la velocità della luce nel vuoto. Considerando un approccio non relativistico, è ragionevole trascurate le componenti delle forze magnetiche, visto che la velocità dell’elettrone è molto minore della velocità della luce, ed avere quindi Fe ≈ −qe E (4.76) Si osservi inoltre che per studiare il caso più generale di un mezzo denso, è necessario considerare che ogni singolo atomo risente dell’azione del dipolo indotto sulle molecole che lo circondano. Tale fenomelogia può essere presa in considerazione ipotizzando che l’elettrone anzicché essere sottoposto all’azione del campo elettrico esterno E, è sollecitato dal campo elettrico interno Eloc e cioé Fe ≈ −qe Eloc (4.77) L’applicazione della forza elettrica tenderà a spostare il baricentro della distribuzione di carica negativa rispetto a quello della carica positiva, in quanto la nuvola elettronica tenderà a muoversi nella direzione opposta a quella del campo elettrico. Di conseguenza, si verrà a creare un dipolo elettrico che, nell’ipotesi di materiale non polarizzato permanentemente, cesserà di esitere nel momento in cui il campo elettrico applicato è nullo. Lo spostamento della nuvola elettronica è però contrastato da una forza di richiamo Fr di tipo elestatico, causata dall’attrazione degli elettroni da parte del nucleo. Quest’ultima, se il materiale è privo di perdite, indurrà la nuvola elettronica a oscillare in fase con il Ing. Luciano Mescia 4.3. Modello di Lorentz 140 Eloc -Zqe l Zqe Fe Fr Fv Figura 4.12: Schematizzazione del modello di Lorentz. campo elettrico applicato in quanto è proporzionale allo spostamento, l, dalla posizione di equilibrio secondo la costante di proporzionalità s Fr = sl (4.78) Le perdite causate dal processo di dissipazione dell’energia sono associate classicamente alla radiazione emessa dalle molecole oscillanti e alle collisioni tra atomi e molecale. Esse possono essere introdotte nel modello matematico considerando che l’elettrone si muove all’interno di un mezzo viscoso con coefficiente di attrito viscoso Γ (generalmente variabile tra 107 s−1 e 109 s−1 ), e che quindi sia sottoposto all’azione di una forza viscosa Fv = Γv (4.79) In figura 4.12 è rappresentato schematicamente il sistema di forze che genera il movimento dell’elettrone. In queste ipotesi, applicando il secondo principio della dinamica alle forze in gioco si avrà che l’equazione del moto della coordinata l, che descrive il movimento dell’elettrone rispetto alla posizione stazionaria del nucleo, sarà dv dt da cui usando la relazione v = dl/dt si ottiene in definitiva −qe Eloc − sl − Γv = me (4.80) d2 l dl (4.81) + Γ + sl = −qe Eloc dt2 dt I termini al primo membro della (4.80) rappresentano in ordine la forza indotta dal campo applicato, la forza elastica e la forza d’attrito. Il termine al secondo membro rappresenta invece la forza associata all’accelerazione dell’elettrone. Dividendo inoltre ambo i membri della (4.81) per la massa dell’elettrone si ottiene l’equazione me d2 l dl qe + 2γ + ωr2 l = − Eloc 2 dt dt me Ing. Luciano Mescia (4.82) 4.3. Modello di Lorentz 141 dove Γ 2m √ e s ωr = me γ= (4.83) (4.84) sono delle costanti tipiche del materiale. La carica che si sposta crea uno squilibrio che da luogo di conseguenza alla formazione di un dipolo elettrico. Pertanto, assumendo che ogni atomo del materiale possa essere schematizzato con un bipolo oscillante con momento di dipolo p = −qe l e ipotizzando che tutti i bipoli siano uguali e non accoppiati, la densità di polarizzazione elettrica macroscopica P in condizione di stato stazionario può essere scritta come P(r, t) = N p(r, t) = −N qe l(r, t) (4.85) dove N rappresenta il numero di bipoli per unità di volume. Sostituendo quanto ottenuto nell’equazione differenziale (4.82) si ricava N qe2 d2 P dP 2 + ω P = Eloc + 2γ r dt2 dt me (4.86) L’equazione costitutiva finale (4.86) che lega il vettore di polarizzazione P al campo elettrico applicato E può essere ricavata applicando l’equazione di Masotti Eloc = E + P 3ϵ0 che sostituita nella (4.86) fornisce l’equazione differenziale d2 P N qe2 dP 2 + ω P = E + 2γ 0 dt2 dt me √ dove ω0 = ωr2 − N qe2 3me ϵ0 (4.87) (4.88) è la frequenza di risonanza dei momenti di dipolo. Si osservi che questa è più piccola della frequenza di risonanza ωr dell’elettrone oscillante a causa della polarizzazione del mezzo materiale. La soluzione generale della (4.87) è fornita dalla somma tra la soluzione dell’equazione differenziale omogenea Pom , ottenuta ponendo uguale a zero il secondo membro, e una soluzione particolare Pp . Considerando l’equazione differenziale omogenea d2 P dP + 2γ + ω02 P = 0 (4.89) dt2 dt e ipotizzando che la soluzione abbia la forma analitica Pom (r, t) = A(r)ert Ing. Luciano Mescia (4.90) 4.3. Modello di Lorentz 142 si ha che affinché essa soddisfi l’equazione (4.89) è necessario che sia verificata l’equazione caratteristica r2 + 2γr + ω02 = 0 (4.91) la quale ammette le soluzioni r1,2 √ = −γ ± γ 2 − ω02 (4.92) Per i sistemi sovrasmorzati per i quali si ha γ > ω0 la (4.92) ammette due soluzioni reali e distinte a valori negativi. In queste ipotesi la soluzione dell’equazione differenziale omogenea è esprimibile in termini di una combinazione lineare di due funzioni esponenziali che si annullano per t → ∞ Pom (r, t) = A(r)er1 t + B(r)er2 t (4.93) Per i sistemi con smorzamento critico, per i quali si ha γ = ω0 , la (4.92) ammette due soluzioni reali e coincidenti e quindi la soluzione dell’equazione differenziale (4.89) è una funzione esponenziale che si annulla per t → ∞ Pom (r, t) = A(r)e−γt (4.94) Infine per i sistemi sottosmorzati, per i quali γ < ω0 , la (4.92) ammette due soluzioni complesse e coniugate e pertanto la soluzione assume la forma generale Pom (r, t) = A(r)e−γt cos (ωd t) + B(r)e−γt sin (ωd t) dove √ √ ωd = ω02 − γ2 = N qe2 ωr2 − − γ2 = 3me ϵ0 √ N qe2 s − − me 3me ϵ0 ( Γ 2me (4.95) )2 (4.96) è la frequenza di risonanza del sistema che in assenza di forza di attrito viscoso è uguale alla frequenza di risonanza dei momenti di dipolo √ N qe2 ωd |Γ=0 = ω0 = ωr2 − . (4.97) 3me ϵ0 Essendo le funzioni seno e coseno limitate, si osserva che anche questo tipo di soluzione tende a zero per t → ∞, e di conseguenza si può affermare che per ogni tipo di sistema la soluzione dell’equazione differenziale omogenea si annulla per t → ∞. Per valutare la soluzione particolare si ipotizzi che il campo elettrico applicato vari nel tempo in modo sinusoidale E(r, t) = E0 (r)ejωt (4.98) dove ω è frequenza angolare. In queste ipotesi è lecito supporre che Pp (r, t) = P0 (r)eiωt Ing. Luciano Mescia (4.99) 4.3. Modello di Lorentz 143 da cui sostituendo nella (4.89) si ricava −P0 ω 2 ejωt + P0 2jωγejωt + P0 ω02 ejωt = e cioé N qe2 E0 ejωt me N qe2 E0 me P0 = 2 ω0 − ω 2 + 2jωγ (4.100) Pertanto la soluzione particolare assume la forma N qe2 E0 ejωt me Pp (r, t) = 2 ω0 − ω 2 + 2jωγ (4.101) che in condizione di regime stazionario coincide con la soluzione generale, P(r, t), visto che per t → ∞ vale Pom = 0. Ricordando che la polarizzazione del mezzo e il campo elettrico sono legati dalla relazione P = ϵ0 χE si ha che, in regime sinusoidale, la relazione di dispersione relativa alla suscettività dielettrica assume la forma χ(ω) = P ϵ0 E0 ejωt N qe2 ωp2 me ϵ0 = 2 = 2 ω0 − ω 2 + 2jωγ ω0 − ω 2 + 2jωγ √ dove ωp = N qe2 me ϵ0 (4.102) (4.103) è la frequenza di plasma. La permittività dielettrica del mezzo può anche essere scritta come ϵ = ϵ0 (1 + χ) (4.104) da cui, sostituendo la (4.102), si ricava l’equazione di dispersione della permittività dielettrica ωp2 ϵ(ω) = ϵ0 + ϵ0 2 = ϵ′ − jϵ′′ (4.105) ω0 − ω 2 + 2jωγ Inoltre, dividendo ambo i membri per ϵ0 è possibile ricavare la permittività complessa relativa del materiale ϵr ϵr (ω) = 1 + Ing. Luciano Mescia ωp2 = ϵ′r (ω) − jϵ′′r (ω) ω02 − ω 2 + 2jωγ (4.106) 4.3. Modello di Lorentz 144 2 W 1.5 1 Regione di dispersione anomala W ε r'' ω p2 0.5 0 ε r' − 1 ω p2 -0.5 -1 0 0.5 1 1.5 2 Frequenza normalizzata ω/ω0 2.5 3 Figura 4.13: Andamento della parte reale e immaginaria della permittività normalizzata al variare della frequenza normalizzata. con ωp2 (ω02 − ω 2 ) (ω02 − ω 2 )2 + 4ω 2 γ 2 2ωp2 ωγ ϵ′′r (ω) = 2 (ω0 − ω 2 )2 + 4ω 2 γ 2 ϵ′r (ω) = 1 + (4.107) (4.108) Allo scopo di rendere più chiare ed intuitive alcune proprietà delle equazioni relative alla parte reale e immaginaria della permittività relativa è conveniente considerare le grandezze normalizzate ω̄ = ω/ω0 , ω̄p = ωp /ω0 e γ̄ = γ/ω0 . In particolare, sostituendo tali relazioni nella (4.106) è possibile ricavare la parte reale e immaginaria della permittività normalizzata 1 − ω̄ 2 ϵ′r (ω) − 1 = ω̄p2 (1 − ω̄ 2 )2 + 4ω̄ 2 γ̄ 2 (4.109) ϵ′′r (ω) 2ω̄γ̄ = 2 2 ω̄p (1 − ω̄ )2 + 4ω̄ 2 γ̄ 2 (4.110) In figura 4.13 sono riportati gli andamenti della parte reale e immaginaria della permittività normalizzata al variare della frequenza normalizzata ω/ω0 , per un valore di γ̄ = 0.3. Analizzando i due andamenti si osserva che applicando un campo elettrico stazionario (ω = 0), il mezzo è caratterizzato da una permittività dielettrica relativa che ha solo la Ing. Luciano Mescia 4.3. Modello di Lorentz 145 parte reale N qe2 me ϵ0 =1+ ϵ′r = 1 + N qe2 ωr2 − 3me ϵ0 Per frequenze molto alte, e cioé ω̄ ≫ 1, si ha ωp2 ω02 ω̄p2 ω̄ 2 + 4γ̄ 2 2γ̄ 2 ω̄p2 ′′ ϵr (ω) = ω̄(ω̄ 2 + 4γ̄ 2 ) ϵ′r (ω) = 1 − (4.111) (4.112) (4.113) da cui si osserva per ω → ∞ sia la parte reale sia la parte immaginaria della permittività dielettrica relativa tendono a zero. Considerando la funzione y(ω̄) = (ϵ′r − 1)/ω̄p2 è possibile verificare che, per γ̄ < 0.5, a partire da ω̄min = 0, dove ha un punto di minimo, essa cresce lentamente fino a √ raggiungere in ω̄max = 1 − 2γ̄ un valore massimo pari a 1/4γ̄(1 − γ̄) a cui corrisponde ϵ′max = ϵ0 + ϵ0 ω̄p2 4γ̄(1 − γ̄) Superato questo punto essa decresce rapidamente fino a raggiungere in ω̄min = un valore minimo pari a −1/4γ̄(1 + γ̄) a cui corrisponde ϵ′min = ϵ0 − ϵ0 ω̄p2 4γ̄(1 + γ̄) (4.114) √ 1 + 2γ̄ (4.115) Durante la discesa si ha un passaggio per y(ω̄) = 0 dove si ha ϵ′ = ϵ0 . Passato il punto di minimo essa riprende a crescere lentamente in maniera asintotica verso il valore nullo (cui corrisponde ϵ′ = ϵ0 ). Quando invece si ha γ̄ > 0.5 la funzione presenta un punto di massimo fisso a ω̄max = 0 (cui corrispode il valore di campo stazionario) e il punto di √ minimo in corrispondena della frequenza normalizzata ω̄min = 1 + 2γ̄. Le regioni in cui ϵ′r varia lentamente sono denominate regioni di dispersione normale. La regione in cui si ha un brusco decremento della ϵ′r , zona ombreggiata di fig 4.13, è chiamata regione di dispersione anomala. Quest’ultima è generalmente caratterizzata da una larghezza spettrale molto minore di quella della regione a dispersione normale. Considerando invece la funzione ϵ′′r /ω̄p2 si vede che essa è una Lorentziana e si può dimostrare che in corrispondenza della frequenza normalizzata √ √ 1 − 2γ̄ 2 + (2γ̄ 2 − 1)2 + 3 (4.116) ω̄max = 3 essa ammette un solo punto di massimo a cui corrisponde ϵ′′max = Ing. Luciano Mescia 2ω̄max γ̄ ω̄p2 ϵ0 2 2 (1 − ω̄max )2 + 4ω̄max γ̄ 2 (4.117) 4.3. Modello di Lorentz 146 e che nelle regioni esterne a tale punto essa decresce monotonamente. La larghezza W della curva rappresenta un parametro molto importante che può essere calcolato facilmente approssimando l’andamento di ϵ′′r intorno a ω0 . In particolare, usando la relazione approssimata ω02 − ω 2 = (ω0 − ω)(ω0 + ω) ≈ 2ω02 (ω0 − ω) ≈ 2ω02 ∆ω̄ ω0 con ∆ω̄ = (ω0 − ω)/ω0 , e sostituendo quanto ottenuto nella (4.113) si ricava ϵ′′r (ω) ≈ ω̄p γ̄ 2 (∆ω̄)2 + γ̄ 2 (4.118) Questa nuova equazione presenta in corrispondenza di ω = ω0 un punto di massimo a cui corrisponde il valore ω̄p 1 ϵ′′rmax = ϵ′′r (ω0 ) = (4.119) 2 γ̄ Ricavando da quest’ultima ω̄p /2 e sostituendo nella (4.118) si ha ϵ′′r (ω) ≈ ϵ′′rmax ( ) ∆ω̄ 2 1+ γ̄ (4.120) e definendo la larghezza W come l’intervallo di frequenze compreso tra i punti in cui ϵ′′r assume un valore pari a metà del suo valore massimo si ricava ∆ω̄ = ±γ̄ (4.121) W = 2γ̄ (4.122) e cioé In figura 4.14 sono rappresentati gli andamenti della (a) parte reale e (b) parte immaginaria della costante dielettrica relativa al variare della frequenza normalizzata ω/ω0 per tre differenti valori di perdita di risonanza normalizzata γ̄. Si osserva che una riduzione di γ̄ produce: • riduzione della regione a dispersione anomala; • incremento del valore corrispondente al punto di massimo e decremento di quello corrispondente al punto di minimo della parte reale della permittività dielettrica; • incremento del valore massimo della parte imaginaria della permittività dielettrica. Al limite per γ̄ → 0 la curva di ϵ′r presenta in ω = ω0 un asintoto verticale, mentre la curva relativa a ϵ′′r si trasforma in una funzione impulsiva localizzata in ω = ω0 . Di conseguenza, l’introduzione delle perdite di risonanza rende il modello matematico più coerente con la realtà fisica in quanto impedisce alla parte reale della permittività di Ing. Luciano Mescia 4.3. Modello di Lorentz 147 3 5 γ = 0.1 γ = 0.2 γ = 0 .3 2 γ = 0.1 γ = 0.2 γ = 0 .3 4 1 ε −1 0 ω p2 ε r'' ω p2 ' r 3 2 -1 1 -2 -3 0 0.5 1 1.5 2 2.5 Frequenza normalizzata ω/ω0 3 0 0 0.5 1 1.5 2 2.5 Frequenza normalizzata ω/ω0 (a) 3 (b) Figura 4.14: Andamento della (a) parte reale e (b) parte immaginaria della costante dielettrica relativa al variare della frequenza normalizzata ω/ω0 per tre differenti valori di perdita di risonanza normalizzata: (–) γ̄ = 0.1, (- -) γ̄ = 0.2, (..) γ̄ = 0.3 divergere. Inoltre, quando le perdite di risonanza sono molto basse, γ̄ << 1, la posizione di ϵ′max (vedi figura 4.14(a)) può essere approssimata come √ ω̄max = 1 − 2γ̄ ≈ 1 − γ̄ (4.123) da cui ωmax ≈ ω0 − γ (4.124) dove √ la (4.124) è stata ricavata usando la formula dello sviluppo in serie della funzione 1 + x arrestata al secondo termine. Procedendo in maniera analoga è possibile ricavare la posizione di ϵ′min tramite la relazione approssimata √ ωmin = ω0 1 + 2γ̄ ≈ ω0 + γ (4.125) Di conseguenza, si osserva che in questo tipo di approssimazione la regione di dispersione anomala è compresa nell’intervallo ω0 + γ < ω < ω0 + γ ed è quindi coincidente con la larghezza W . Il modello di Lorentz può essere generalizzato al caso in cui ogni molecola contiene svariati elettroni. In questa situazione, la permittività dielettrica può essere intesa come il risultato di differenti tipi di bipoli oscillanti ognuno caratterizzato da una una frequenza √ di risonanza ωi , un fattore di smorzamento γi e una frequenza di plasma ωpi = Ni qe2 /ϵ0 mi . Pertanto, la (4.105) può essere generalizzata come ϵ(ω) = ϵ0 + ∑ i ωp2i ϵ0 2 ωi − ω 2 + 2jωγi (4.126) Indicando con fi la frazione di elettroni che contribuiscono al modo oscillante con frequenza ωi , si ha che Ni = fi N e di conseguenza la (4.126) può essere scritta anche nella Ing. Luciano Mescia 4.3. Modello di Lorentz 148 forma ϵ(ω) = ϵ0 + dove N qe2 ∑ fi 2 2 m ωi − ω + 2jωγi i ∑ fi = Z (4.127) (4.128) i con Z carica elettronica totale della molecola. La (4.127) è detta formula di dispersione della fisica classica perché non tiene in conto gli effetti quantistici. In particolare, esplicitando la parte reale e immaginaria si ha [ ] ϵ(ω) − ϵ0 ϵ′ (ω) − ϵ0 N qe2 ∑ ωi2 − ω 2 ′ = = fi [ χ (ω) = ℜ (4.129) ]2 ϵ0 ϵ0 mϵ0 ωi2 − ω 2 + 4ω 2 γi2 i ] [ ϵ′′ (ω) N qe2 ∑ 2ωγi ϵ(ω) − ϵ0 ′′ = = fi [ χ (ω) = −ℑ (4.130) ]2 ϵ0 ϵ0 mϵ0 ωi2 − ω 2 + 4ω 2 γi2 i Ordinando gli elementi della serie in ordine crescente rispetto alle frequenze di risonanza ωi e considerando le grandezze normalizzate ω̄ = ω/ω1 , ω̄pi = ωpi /ω1 e γ̄ = γ/ω1 rispetto al valore più basso ω1 si ottiene ωp2j n ∑ ω̄p21 ω12 + ϵr (ω) − 1 = ( ) 1 − ω̄ 2 + 2j ω̄γ1 ωj 2 j=2 − ω̄ 2 + 2jωγ̄j ω1 (4.131) Ponendo inoltre aj = ωj /ω1 bj = ωp2j ωp21 = (4.132) fi f1 (4.133) e sostituendo nella (4.131) si ottiene in definitiva ∑ bj ϵr (ω) − 1 1 = + 2 2 2 2 ω̄p1 1 − ω̄ + 2j ω̄γ1 aj − ω̄ + 2jωγ̄j n (4.134) j=2 In figura 4.15 è rappresentato l’andamento della parte reale e di quella immaginaria della costante dielettrica relativa normalizzata per una molecola con Z = 8 e caratterizzata dai seguenti parametri: a1 = 1, a2 = 3, a3 = 4.5, γ̄1 = 0.1, γ̄2 = 0.2, γ̄3 = 0.3, b1 = 1, b2 = 1 e b3 = 6. Dalla (4.127) si osserva che in regime stazionario (ω → 0) la suscettività dielettrica ha solo la parte reale pari a n n ∑ N qe2 ∑ fi fi 2 χ = = ωp 2 mϵ0 ω ω2 i=1 i i=1 i ′ Ing. Luciano Mescia (4.135) 4.3. Modello di Lorentz 149 6 5 ε − 1 ℑ r 2 ω p1 4 3 2 1 0 ε − 1 ℜ r 2 ω p1 -1 -2 0 1 2 3 4 5 6 7 Frequenza normalizzata ω/ω1 Figura 4.15: Parte reale e immaginaria della costante dielettrica relativa normalizzata e cioé un valore sicuramente superiore a zero (quella del vuoto). Per frequenze molto alte (ω → ∞) la suscettività assume la forma semplificata ωp2 N qe2 ∑ f = − i mϵ0 ω 2 ω2 i ∑ ∑ 2fi γi N qe2 i 2fi γi ′′ 2 χ (ω) = = ωp i 3 3 mϵ0 ω ω χ′ (ω) = − (4.136) (4.137) Dalle (4.129)–(4.130) si vede che in corrispondenza della frequenza di plasma, che è la più alta di tutte le frequenze del problema, si ha ϵ′ /ϵ0 = 0 e quindi la carica diventa libera. Quando invece ω >> ωp si ha ϵ/ϵ0 ≈ 1 e di conseguenza il materiale diventa trasparente alla radiazione elettromagnetica. Se inoltre, come accade per molti materiali, la costante γi può essere trascurata rispetto alla frequenza di risonanza ωi allora la (4.127) si riduce alla cosiddetta equazione di Sellmeier fi N qe2 ∑ ϵ(ω) = ϵ0 + (4.138) 2 m ωi − ω 2 i da cui si ricava in definitiva χ(ω) = Ing. Luciano Mescia ∑ N qe2 ∑ fi fi 2 = ω p 2 2 − ω2 2 mϵ0 ω − ω ω i i i i (4.139) 4.4. Modello di Drude 150 4.4 Modello di Drude Il modello di Lorentz può anche essere esteso al caso in cui una frazione f0 di elettroni in una molecola può muoversi liberamente all’interno del materiale. Tale situazione può essere presa in considerazione imponendo che la frequenza caratteristica della frazione f0 di elettroni sia uguale a zero ω0 = 0. In particolare dalla ... si ricava ϵ(ω) = ϵp − j nc qe2 mω(2γ0 − jω) dove ϵp rappresenta il contributo dovuto alle oscillazioni degli elettroni legati e nc = N f0 è il numero di elettroni liberi per unità di volume. Per interpretare il contributo dato da questi elettroni alla permittività è opportuno considerare l’equazione di Maxwell ∇ × H(r, t) = J(r, t) + ∂D(r, t) ∂t che nel caso di variazioni di tipo sinusoidale diventa ∇ × H(ω) = J(ω) + jωD(ω) Ricordando che in un mezzo materiale D(ω) = ϵ0 [1 + χ(ω)]E(ω) = ϵp (ω)E(ω) e che la densità di corrente associata agli elettroni liberi può essere legata al campo elettrico per mezzo della legge di Ohm, si ottiene ( σ) E(ω) = jωϵ(ω)E(ω) ∇ × H(ω) = jω ϵp − j ω Pertanto, confrontando con la ... si ricava che la conducibilità del materiale può essere scritta nella forma nc qe2 σ(ω) = m(2γ0 − jω) da cui si ricava immediatamente che la conducibilità del materiale per eccitazioni con segnali continui vale nc qe2 nc qe2 = τ σDC = σ(0) = 2mγ0 m dove τ = 1/2γ0 è il tempo di rilassamento degli elettroni di conduzione. A questo punto è opportuno fare una considerazione. La meccanica quantistica, che è la teoria più opportuna per descrivere correttamente la polarizzabilità molecolare, ha come risultato finale una equazione formalmente identica alla ... a patto di considerare che ωi e γi rappresentano rispettivamente la frequenza caratteristica delle transizioni energetiche consentite e la larghezza delle corrispondenti righe spettrali. I coefficienti fi individuano invece le ampiezze di oscillazione di ogni transizione. L’approccio quantistico è inoltre più completo in quanto a differenza dell’approccio classico, dove è previsto che γi sono coefficienti positivi, contempla anche la possibilità che la struttura possa amplificare, anziché attenuare, il moto degli elettroni. Infatti, essa mostra che nell’espressione della χ′′ compare un termine (N1 − N2 ) con N1 e N2 pari alla densità di Ing. Luciano Mescia 4.4. Modello di Drude 151 popolazione di due livellienergetici E2 > E1 . Se si verifica la condizione di inversione di popolazione N2 > N1 la χ′′ è negativa e quindi si può avere amplificazione del segnale, mentre se N2 < N1 la χ′′ è positiva e quindi si ha attenuazione. Questo tipo di meccanismo è alla base del funzionamento di sorgenti LED e laser, e degli amplificatori ottici. Ing. Luciano Mescia