ACENSIONE DEL SIGNORE La grandezza di Gesù Cristo e dell’uomo Questa domenica e nelle prossime vivremo alcune feste molto importanti per il cristiano: l’Ascensione del Signore, la Pentecoste, la Santissima Trinità e il Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. Su queste verteranno le nostre pillole di saggezza. La Chiesa celebra, quaranta giorni dopo la Pasqua, la festa dell'Ascensione, cioè il ricordo della conclusione del cammino visibile del Signore Gesù sulla terra. Cristo sale al cielo, entra in una nuova dimensione nella quale sono superate le nostre categorie di spazio e di tempo; va presso Dio, anche con il suo corpo risorto, vivo e per sempre indistruttibile. E lì, prepara un posto dove ognuno potrà vivere in una comunione eterna e felice con la Trinità. L'Ascensione sottolinea la grandezza di Gesù Cristo, Figlio di Dio, che sulla terra ha trascorso una vita semplice, dove ha subito il tormento della croce e della morte. Dopo questi fatti, interpretabili anche come una sconfitta, è avvenuta la risurrezione, dimostrando che la via seguita da Gesù era quella predisposta dal Padre per riscattare l'uomo dall'antico peccato originale. Infine, con I'Ascensione, è ritornato presso Dio. Pur essendo in cielo, Egli non è lontano dagli uomini, come avveniva per le divinità pagane, ma si presenta come "Signore" dell'universo, 'Avvocato" dell'uomo presso Dio, "Capo e primo fra molti fratelli". È, come ricorda san Paolo, l'unico mediatore di grazia tra noi e Dio: “Uno solo è il mediatore tra Dio e l'uomo: I'uomo Gesù Cristo”(Ef. 3,11). L'Ascensione sottolinea anche la grandezza dell'uomo; infatti, questo mistero non solo glorifica Cristo ma anche I'uomo perché Gesù, Figlio di Dio, era anche vero Uomo. Il messaggio da Lui proclamato non era intessuto da semplici teorie filosofiche o da astrazioni che rasentano l' utopia: Lui, Uomo, con sforzo, sacrificio e rinuncia è riuscito a viverlo quotidianamente; questo significa che lo stesso cammino lo possiamo fare anche noi. Lui, Uomo, è entrato nel "mondo di Dio" con anima e corpo. Questo dimostra che anche la nostra carne, e non solo il nostro spirito, un giorno sarà presso Dio, dove è Lui, il Capo, cioè la testa del corpo che è la Chiesa. Questo mistero rivela la grande dignità di ogni uomo essendo spirito e corpo destinati ad abitare presso Dio. Di conseguenza, ogni persona è un valore unico e irripetibile indipendentemente dalla sua condizione: ricco o povero, bianco o nero, settentrionale o meridionale, istruito o ignorante, sano o malato, all'inizio o al termine della vita. E’ questo un messaggio di speranza e di umanizzazione per la società attuale che propone un modello soggettivista o liberal-radicale esaltando la libertà, affermando la liceità di tutto ciò che è liberamente voluto ed accettato. Per cui giustifica la liberalizzazione dell'aborto, la scelta del sesso del nascituro, la fecondazione extra corporea per la donna di qualunque età o condizione familiare o sociale, la decisione sul momento della morte. Spesso prevale una cultura di relativismo morale, di utilitarismo e di edonismo che propone il modello pragmatico-utilitarista fondato sul calcolo delle conseguenze di un’azione in base al rapporto costo-beneficio, rinnegando totalmente il significato del dolore e della sofferenza dell'anziano e del malato terminale o del portatore di handicap. 1 Si fa strada un progresso ispirato dallo scientismo tecnologico che si fonda sul principio della liceità di tutto ciò che è tecnicamente possibile; di conseguenza di fronte all'evoluzione biologica e sociologica, i valori si devono adeguare con il rischio di trasformare il "qualcuno" in "qualcosa". Celebrare il mistero dell'Ascensione significa, invece, evidenziare la grandezza dell'uomo secondo il modello personalista per il quale I'uomo è, sempre e in qualunque situazione, il centro della creazione, del mondo e della società. Il personalismo sostiene che la persona, nella sua unitotalità, è fine e punto di riferimento ultimo per ogni società e realtà, perché creata ad immagine di Dio, dotata di capacità razionale, di liberta e di autodeterminazione. E’ il modello etico del rispetto pieno e totale dell'uomo è così armonicamente descritto da R. Guardini: “Persona significa capacità all'auto-dominio e alla responsabilità personale, a vivere nella verità e nell'ordine morale. La persona non è un che di natura psicologica, ma esistenziale. Non dipende fondamentalmente da età, o condizioni fisicopsichiche o doti naturali, ma dall'anima spirituale che è in ogni uomo. Il rispetto per l'uomo in quanto persona è una delle esigenze che non ammettono discussione: ne dipendono la dignità, ma anche il benessere e alla fine la durata dell'umanità. Se quest'esigenza è messa in forse, si cade nelle barbarie. Ma è impossibile farsi un'idea di quali minacce possono sorgere per la vita e I'anima dell'uomo, se, privo del baluardo di questo rispetto, è consegnato allo Stato moderno e alla sua tecnica” (Il diritto alla vita prima della nascita, pg. 19). L'Ascensione evidenza anche, il significato della vita dell'uomo. È facile comprendere che se la vita fosse limitata solo al tempo e allo spazio dell'esistenza terrena, sarebbe ben misera, non avrebbe grande significato e, fra l'altro, tanti non avrebbero nessuna realizzazione vera e completa; pensiamo a chi soffre per tutta o per parte della vita o a quanti muoiono giovani. L'Ascensione offre significato alla vita ricordando che l'esistenza avviata sulla terra continuerà per sempre presso Dio. A. Manzoni esprime questa verità fondamentale, quando presentando il cardinale F. Borromeo afferma: “Persuaso fin da fanciullo, che la vita non è già una festa per pochi e un peso per molti, ma è un servizio del quale si deve rendere conto, pensò fin da fanciullo come potesse rendere la sua utile e santa” (Promessi sposi, cap. 17). Se impostiamo la vita come un servizio di cui dobbiamo rendere conto, tutto trova significato: le virtù nascoste, le sofferenze non conosciute, il dovere quotidiano fatto con onestà, il servizio sanitario svolto con amore. Con la solennità dell'Ascensione, ci ricorda san Leone Magno “non solo abbiamo ricevuto la conferma di possedere il paradiso, ma siamo penetrati con il Cristo nell'altezza dei cieli: per la grazia ineffabile di Cristo abbiamo ottenuto più di quanto avevamo perduto per la malvagità del demonio” (Omelie, 74,3). 2