“Ridiamo il giusto ritmo al cuore per vincere lo scompenso cardiaco” Una nuova terapia all’ospedale dell’Angelo Ridare il ritmo giusto al cuore per vincere lo scompenso cardiaco, un killer silenzioso che minaccia due milioni di persone in Italia e tra le 50-100 mila nel Veneto. Oggi infatti, anche questa patologia - definita la più importante epidemia cardiovascolare del XXI secolo - può essere governata. L’unità operativa di Cardiologia dell’ospedale dell’Angelo di Mestre è in grado di offrire la più recente scoperta clinico-tecnologica per fermare la progressione della malattia, rallentarla o addirittura farla regredire. Una terapia rivoluzionaria che migliora la vita dei pazienti e riduce la necessità del ricovero ospedaliero. Nel Veneto ogni anno in media ci sono 25 mila ricoveri per scompenso cardiaco, con una degenza media di 11 giorni. Il costo medio di ogni singolo ricovero è di circa 3.200 euro. “Lo scompenso cardiaco può essere contrastato con successo spiega il primario Antonio Raviele - anticipando la terapia di re-sincronizzazione associandola all’impianto di un defibrillatore, che funziona anche come pacemaker bi-ventricolare, in pazienti con scompenso cardiaco iniziale, spesso non sintomatico o con sintomi lievi”. I pazienti con scompenso cardiaco hanno frequentemente (15-38% dei casi) una desincronizzazione elettrica e meccanica dei ventricoli che peggiora la funzione di pompa del cuore. In questi pazienti, l’impulso elettrico che nasce nella parte alta del cuore (atri) e che poi viene trasmesso attraverso dei filamenti che conducono l’elettricità alla parte bassa (ventricoli), arriva con ritardo alla parete della cavità inferiore di sinistra che, pertanto, si attiva e si contrae dopo quella della cavità inferiore di destra. La terapia di re-sincronizzazione cardiaca consiste nell’inserire un generatore di impulsi (pacemaker) sotto cute, a livello pettorale, e nel collegare tale generatore al cuore mediante dei cateteri introdotti attraverso le vene. Questa terapia era stata utilizzata finora con successo in pazienti con scompenso cardiaco in fase avanzata, ma non ne era stata testata l’efficacia nei soggetti con scompenso cardiaco iniziale e assenza di sintomi o sintomi lievi. Lo studio scientifico che ha portato a questa scoperta (Madit-Crt) verrà presentato dal ricercatore principale Dr. Arthur Moss a Venezia, in occasione del meeting internazionale dedicato alle aritmie cardiache Venice Arrhythmias 2009 (Venezia, Fondazione Giorgio Cini, 4-7 ottobre 2009). “Lo studio, condotto in 110 centri nordamericani ed europei, tra cui l’ospedale di Mestre – afferma il dottor Raviele - dimostra che un utilizzo precoce della terapia di re-sincronizzazione cardiaca permette di arrestare o rallentare la progressione verso forme più avanzate ed in parte anche far regredire le alterazioni responsabili dello scompenso cardiaco Oltre al miglioramento della qualità della vita dei pazienti, ne deriva anche una riduzione dei costi di ospedalizzazione e di gestione dei pazienti scompensati”.