Riscaldamento a microonde

APPLICAZIONI PIÙ COMUNI DELLE ONDE
ELETTROMAGNETICHE AD ALTA FREQUENZA
Alta frequenza: frequenza tra 300 kHz e 300 GHz
Le sorgenti NIR più importanti dal punto di vista
dell’esposizione ai campi elettromagnetici
emessi possono essere raggruppate nelle
seguenti categorie
•Macchine per trattamenti termici industriali
•Applicazioni biomedicali
•Radar, radioaiuti alla navigazione
•Apparati per telecomunicazioni
È comunque prassi comune raggruppare le
sorgenti NIR nelle bande di frequenza delle
radiocomunicazioni
Banda di Limiti di
frequenza frequenza
Principali sorgenti allocate
MF
Da 300 KHz
a 3 MHz
Radio AM; Riscaldatori a
induzione magnetica
HF
Da 3 MHz a
30 MHz
Radiocomunicazioni
internazionali; Riscaldatori a
perdite dielettriche;
Marconiterapia
VHF
Da 30 MHz a
300 MHz
Radio FM; Televisione
UHF
Da 300 MHz
a 3 GHz
Televisione; Telefonia cellulare;
Forni a microoonde; Radar per
il controllo del traffico aereo;
Radarterapia; Wi-fi
Wi fi
SHF
Da 3 GHz a
30 GHz
Sistemi di controllo a
microonde; Radar;
Collegamenti da satellite
EHF
Da 30 GHz a
300 GHz
Radar; Applicazioni scientifiche
Macchine per trattamenti termici industriali
Questa tecnica di riscaldamento è stata
utilizzata in vari processi industriali a partire
dagli anni quaranta, e continua ad espandersi
i varii settori
in
tt i dell’industria
d ll’i d t i
Lo scopo di questi apparati è quello di
sviluppare
pp
calore all’interno del mezzo
trattato. Alle radiofrequenze e alle microonde
il processo di riscaldamento è particolarmente
rapido (da pochi secondi ad alcuni minuti) e
controllabile.
controllabile
Gli apparati possono essere divisi in tre
categorie
•Riscaldatori a perdite dielettriche
•Riscaldatori a induzione magnetica
•Riscaldatori a microonde
Riscaldatori a perdite dielettriche
Questi apparati
pp
sono impiegati
p g p
per il trattamento
di materiali dielettrici (legno, materie plastiche,
fibre vegetali e animali). In particolare
nell’industria del legno sono utilizzati nei processi
di incollaggio e piegatura a caldo di tavole di
legno; nell’industria della plastica sono impiegati
principalmente nelle operazioni di saldatura.
Un riscaldatore a perdite dielettriche è costituito
essenzialmente da un generatore a RF e da un
applicatore a condensatore. Le macchine a
riscaldamento dielettrico sono allocate
essenzialmente nella banda HF (3 – 30 MHz). La
potenza del generatore va da alcune centinaia di
W alle decine di kW.
Il campo elettrico, la cui intensità fra gli
applicatori è alta (alcune decine di kV), decade
rapidamente allontanandosi dal bordo
dell’applicatore.
Per apparati non progettati e utilizzati
correttamente (apposite schermature e
allontanamento durante il ciclo attivo)
ll’operatore
operatore può trovarsi esposto a livelli di
campo elettrico dell’ordine delle centinaia di
V/m in prossimità di organi vitali (testa e
ventre). Il campo magnetico è limitato alla zona
intorno alle strisce di collegamento tra il
generatore e l’applicatore.
Riscaldatori a induzione magnetica
Gli apparati per trattamenti termici ad induzione
magnetica
g
trovano largo
g impiego
g nell’industria
siderurgica (riscaldamento metalli, saldatura di
tubi), nell’industria elettronica e di alta tecnologia
(raffinamento semiconduttori, riscaldamento sotto
vuoto produzione di fibre ottiche)
vuoto,
ottiche), nell’oreficeria
nell oreficeria
(fusione di metalli preziosi).
Il campo di frequenza va dalle centinaia di kHz a
qualche MHz con una forte concentrazione nella
banda da 0.2 a 0.5 MHz. Le potenze sono
dell’ordine di centinaia o anche migliaia di kW.
Le macchine a induzione magnetica sono
costituite da un generatore ad alta frequenza e
da un applicatore costituito da una bobina
realizzata da un tubo di rame avvolto in spire che
assume forme e dimensioni diverse secondo il
ti di trattamento.
tipo
t tt
t All’interno
All’i t
d
dell ttubo
b che
h
realizza l’induttore circola l’acqua del sistema di
raffreddamento per smaltire il calore prodotto
dalle correnti a RF che scorrono sulla superficie
p
esterna della bobina.
I campi dispersi sono confinati nelle immediate
vicinanze dell’induttore e decadono rapidamente
Riscaldamento a microonde
Gli apparati per il riscaldamento a microonde si
possono dividere in due classi: p
p
per uso
domestico e per uso industriale.
Il forno a microonde è essenzialmente costituito
da un vano metallico che agisce da cavità
risonante multimodo. Per rendere il più possibile
uniforme la distribuzione della potenza
all’interno del forno si usano dei sistemi di
perturbazione (mescolatori di modi) costituiti
generalmente da una ventola metallica.
La maggior parte di questi apparati lavora a 2450
MHz con potenze comprese tra 0.5 e 2.5 kW.
Gli apparati per trattamenti termici a microonde
per applicazioni industriali sono progettati per la
precottura, il riscaldamento, l’essiccamento e
sterilizzazione di grandi quantità di materiale
(anch’essi funzionano solitamente alla frequenza
di 2450 MHz con potenze che vanno da qualche
kW a centinaia di kW))
I campi dispersi eventualmente prodotti da
questi apparati,
apparati sia industriali sia domestici
domestici,
sono dovuti a cattivo funzionamento, o a
deterioramento conseguente all’uso, dei
sistemi di schermaggio sulle aperture di
carico e scarico del materiale o sugli
sportelli dei forni.
Applicazioni biomedicali
q
Le utilizzazioni delle microonde e radiofrequenze
in medicina si possono dividere in diagnostiche e
terapeutiche. Queste ultime sono quelle più
interessanti da un punto di vista protezionistico.
Esse sfruttano i meccanismi di assorbimento
della potenza elettromagnetica da parte dei
tessuti biologici per indurre un rialzo della
temperatura in una zona localizzata all’interno
dell’organismo. Il riscaldamento elettromagnetico
consente profondità di trattamento notevolmente
superiori rispetto ad altre forme di riscaldamento
(conduzione radiazione infrarossa): mentre nel
(conduzione,
riscaldamento per esposizione ad una lampada
all’infrarosso la temperatura all’interno dei tessuti
decade esponenzialmente al valore fisiologico in
pochi millimetri, l’esposizione alle microonde
permette di ottenere una distribuzione di
temperatura che può interessare qualche
centimetro Le applicazioni più usuali sono la
centimetro.
marconiterapia e la radarterapia.
Marconiterapia (o diatermia). È realizzata con
apparati costituiti da un generatore e da una
serie di applicatori. Il generatore è progettato
alle frequenze di 27.12 o 40.68 MHz con una
potenza, ceduta agli applicatori, di 400 W
massimi con possibilità di regolazioni a scatti. I
campi intorno agli elettrodi devono essere
necessariamente molto elevati (a 15 cm di
distanza da un applicatore a condensatore si
possono trovare valori di 1000 V/m).
Si possono avere campi elettrici convogliati, a
distanza dall’apparato, tramite strutture
metalliche (rete di alimentazione, strutture di
sostegno e altro). Spesso si possono trovare
più apparati nello stesso ambiente e
contemporaneamente in funzione. In queste
condizioni
di i i glili operatori
t i ttrascorrono llunghi
hi
periodi di tempo in presenza di campi
abbastanza alti. Ad esempio è possibile trovare
valori di circa 100 V/m sulla consolle di
comando del generatore.
Anche i pazienti si trovano spesso ad avere
parti del corpo, che non dovrebbero subire il
trattamento terapeutico esposte a valori di
campo eccessivi.
eccessivi
Radarterapia. L’apparato è costituito da un
generatore ad onda continua che può erogare
una potenza dell’ordine di 200-300 W alla
frequenza di 2450 MHz. Gli applicatori sono
antenne di varia forma e dimensione con fasci
di radiazione di circa ±30
±30° sia nel piano
orizzontale che in quello verticale.
I campi irradiati dall’antenna sono più elevati
lungo l’asse. La densità di potenza misurata a
circa 0.5 m nella direzione di massima
irradiazione può raggiungere il valore di circa
2
100 mW/cm con l’apparato
l apparato alla massima
potenza. Tale valore diminuisce di circa un
ordine di grandezza ad una distanza di 1 o 2
m.
Radar e radioaiuti alla navigazione
Apparati usati per scopi militari che civili e
ubicati in zone prevalentemente non aperte
al pubblico
p
I radar sono apparati che possono
identificare la posizione di oggetti distanti
dalla sorgente e si basano sulla riflessione
dell’onda elettromagnetica quando incontra
un ostacolo
I radar adottano due criteri di
funzionamento:
funzionamento a impulsi
funzionamento Doppler
Funzionamento a impulsi. Si emettono
pacchetti di energia a microonde (impulsi) di
durata molto breve (alcuni microsecondi) e
di elevata potenza di picco (1 - 2 MW in
impianti di elevata potenza) che generano
fronti d’onda. Quando il fronte d’onda
incontra un ostacolo una parte dell’energia
dell energia
viene riflessa e ritorna verso la sorgente. Il
tempo T che intercorre tra l’emissione di un
impulso e l’arrivo dell’eco permette di
misurare la distanza, d, tra la sorgente radar
e l’ostacolo (d=CT/2)
Funzionamento Doppler
Doppler. Emettendo
un’onda continua è possibile rilevare la
presenza dei soli oggetti in movimento,
sfruttando l’effetto per il quale la frequenza
dell’onda riflessa da un oggetto in
movimento è più alta se l’oggetto si
avvicina alla sorgente e più bassa se
ll’oggetto
oggetto se ne allontana. Si possono avere
potenze dell’ordine dei kW (radar militari) o
dell’ordine delle decine di mW nei dispostivi
antifurto.
Caratteristica comune a tutti i tipi di radar è l’alta
direttività dell’antenna che permette fasci irradiati
molto
o to st
stretti
ett (de
(dell’ordine
o d e de
del g
grado
ado in o
orizzontale
o ta e e
della decina di gradi in verticale nei grossi
impianti).
Le densità di potenza in prossimità dell’antenna
dell antenna
può raggiungere valori più alti di quelli sulla
bocca, ma queste oscillazioni non superano il
valore di 4S0 (con S0 densità di potenza media
sulla
ll b
bocca d
dell’antenna)
ll’ t
) e sono lilimitate
it t alla
ll
2
zona di Fresnel (distanza inferiore a D /λ ). A
distanze superiori la densità di potenza decade
con il quadrato della distanza.
In condizioni di normale funzionamento inoltre la
densità di potenza viene notevolmente ridotta per
effetto della rotazione od oscillazione
dell’antenna. Il p
pericolo di esposizione
p
è
puramente teorico perché solo per imperizia o
incidente un individuo può essere esposto al
fascio principale (ad es. nella manutenzione
dell’antenna
dell
antenna mentre l’apparato
l apparato è in funzione ma
l’antenna è ferma).
A distanze dell’ordine delle centinaia di metri,
anche per gli apparati più grandi, il valore della
potenza si riduce al valore degli
g
densità di p
standard più restrittivi.
Un caso significativo è quello dell’irraggiamento
indesiderato dell’antenna nella direzione del
suolo circostante
circostante, ove possono trovarsi gli
2
mW/cm
operatori. Valori che arrivano a qualche
si possono trovare a stretto contatto con
l’apparato dovuti all’insufficiente direttività
dell’antenna
Radar
d Meteorologico:
l i
Potenza: > 1 MW
Frequenza: 2.5 GHz
Diametro: 8.5 m
TELEFONIA CELLULARE
Gli elementi fondamentali di una rete
cellulare sono la BTS e la MS.
(
(BTS
– Base Transceiver Station).
) La BTS è
il mezzo di collegamento verso la rete
telefonica fissa o un altro cellulare della rete
radiomobile. La banda di frequenza in
concessione va dagli 800 ai 1800 MHz
MHz. La
potenza irradiata è al massimo di alcune
centinaia di W e i valori di campo
elettromagnetico decadono notevolmente
già a decine di metri dall’antenna.
(MS – Mobile Station)
Station). Nonostante le basse
potenze irradiate rappresentano la sorgente
più significativa sotto l’aspetto
protezionistico. Infatti l’antenna è spesso
posizionata a pochi cm dalla testa
dell’utilizzatore
Antenne per stazioni radio base
L’installazione tipica delle antenne di
trasmissione e di ricezione è su una struttura
posta o sulla sommità degli edifici o di pali
metallici ad altezza elevata rispetto agli edifici
circostanti. L’installazione delle antenne su un
palo è a volte necessaria al fine di ridurre le
interferenze del segnale prodotte dalle
riflessioni.
La classificazione delle stazioni radio base
avviene in base al tipo di antenna utilizzato in
ricezione e in trasmissione, che può essere a
basso guadagno (omnidirezionale) o ad alto
guadagno (a settore). Nel primo caso su ogni
supporto sono disposte tre antenne (una
trasmittente e due riceventi), mentre nel
secondo le antenne sono montate a gruppi di 9
(si hanno tre supporti orientati rispettivamente a
120°, con un’antenna trasmittente e due
riceventi su ciascun supporto). Due antenne in
ricezione poste a una distanza prefissata
permettono di aumentare il livello del segnale
ricevuto secondo
la tecnica di collegamento in diversità
spaziale: i segnali ricevuti sulle due antenne
vengono opportunamente combinati
ottimizzando il rapporto segnale-rumore.
I diagrammi di radiazione dei due tipi di
antenne sono ovviamente diversi. Le
antenne omnidirezionali sono cilindriche con
lunghezza in genere compresa tra i 60 e 300
cm e diametro tra i 5 e i 15 cm. La larghezza
del lobo principale nel piano verticale è 60°.
60 .
Nel piano orizzontale la potenza è costante
in azimuth.
Un pannello direzionale ha tipicamente le
seguenti dimensioni: lunghezza tra 120 e 150
cm, larghezza tra 15 e 20 cm. Esso è costituito
da un array di dipoli.
dipoli La larghezza del lobo
verticale è di circa 30°, quella del lobo
orizzontale varia a seconda dei casi (60°, 90°,
180°). Altre grandezze di interesse sono il
rapporto tra il livello del lobo principale e quello
dei lobi secondari (di solito intorno ai 20 dB) e il
rapporto fra le potenze fronte/retro. La potenza
massima irradiata da un pannello è in genere
circa 500 W. Per quanto riguarda il campo nelle
zone sottostanti le antenne, il solaio di
copertura degli edifici attenua tipicamente di un
fattore 10 o p
più. Il ddr nel p
piano verticale è
abbastanza stretto per cui in genere risultano
largamente rispettati gli standard di sicurezza.
La struttura più semplice prevede solo due
antenne (una per ricevere e l’altra per
trasmettere) di tipo omnidirezionale cilindrica.
In questo caso la BTS si trova quindi al centro
della zona che copre
copre. Questa soluzione è usata
per zone a bassa intensità di traffico, ad
esempio autostrade o zone rurali vaste e
pianeggianti.
Esempio.
Un’antenna
Un
antenna tipica per telefonia cellulare è
costituita da un array di dipoli lungo D=1.5
m che trasmette ad una frequenza intorno ai
950 MHz, da cui si ricava una lunghezza
d’ d λ=0.32
d’onda
λ 0 32 m. Il lilimite
it iinferiore
f i
di campo
lontano risulta quindi:
D2
2
 14 m
λ
Confronto GSM/UMTS con colocazione dei
siti
•
•
•
•
3 antenne Kathrein 741784
Frequenza: 2110 MHz
EIRP: 60.1 dBm
Tilt: 2°
Caratteristiche del campo irradiato da una BTS
I risultati teorici noti per irradiazione nello spazio
libero non sono ovviamente sufficienti.
Analisi condotte su raggio di un 1 km per
irradia ione da antenne per sta
irradiazione
stazioni
ioni radiobase
collocate su edifici di dimensioni variabili (in
particolare altezza) consentono l’individuazione
di tre regioni:
g
1. Una prima regione, indicata come zona
d’ombra, per la quale è assente il contributo
diretto del campo e la presenza di quest’ultimo
quest ultimo è
legata esclusivamente a fenomeni diffrattivi: il
modulo del campo tende ad aumentare
all’avvicinarsi del confine di tale regione, con
andamento reso più o meno complicato dalla
presenza o meno di contributi da più spigoli;
2. Una seconda regione, illuminata dai raggi
diretti, per la quale il campo totale è il risultato
della composizione di più contributi diretti, riflessi
e diffratti: ll’andamento
andamento del modulo
modulo, che risente
fortemente del modello scelto per l’analisi,
presenta complesse fluttuazioni dovute ai
meccanismi di somma e opposizione di fase. In
generale non è possibile affermare che a
distanze maggiori dalle sorgenti si riscontrino
valori minori di modulo del campo;
3. Una terza regione, avente origine a distanze
non inferiori a circa 100 m dalla struttura, dove gli
andamenti del modulo del campo, per i quali i
contributi per diffrazione sono trascurabili,
risultano più regolari e tendenti a valori
progressivamente più bassi, sebbene a tale
decadimento si oppongano i valori maggiori di
direttività per l’antenna.
Talvolta le antenne sono leggermente inclinate
verso il basso,
basso cosicché la direzione di massima
irradiazione non è parallela al suolo e, oltre ad
illuminare meglio la cella, si può limitare
l’interferenza con le antenne BTS adiacenti.
Osservazioni condotte lungo linee verticali
all’aumentare della quota, indicano in generale
per il modulo del campo valori massimi in
corrispondenza di quote prossime a quelle della
sorgente, date le minori traiettorie percorse dai
raggi diretti ed i valori maggiori di direttività per
l’antenna. Anche qui i meccanismi di
composizione di più contributi del campo in fase
e opposizione di fase (in particolare per la
presenza del campo riflesso) rendono non
facilmente prevedibili le valutazioni puntuali del
modulo.
Riflessioni o rifrazioni su dielettrici,, piuttosto
p
che
su superfici perfettamente conduttrici, smorzano
le fluttuazioni dei valori del modulo del campo, e
pertanto, osservazioni condotte in presenza di
sole superfici metalliche,
metalliche forniscono margini
superiori e inferiori per indicazioni relative
rispettivamente alla verifica del rispetto delle
normative di sicurezza e dei problemi di
copertura del segnale elettromagnetico.
La MS: I livelli di emissione
Il telefonino emette un campo elettromagnetico
sia durante la fase di stand-by sia durante la
conversazione.
i
Q
Quando
d è attivo
tti ((stand-by)
t d b ) iinvia
i
con continuità un debole segnale di
riconoscimento alla rete, una sorta di
collegamento
g
invisibile che lo rende
immediatamente rintracciabile. Durante la
conversazione aumenta l’emissione di campi
elettromagnetici ad alta frequenza che è
concentrata soprattutto in prossimità
dell’antenna. Una peculiarità delle MS è costituita
dalla capacità di variare la potenza irradiata sul
canale radio in modo dinamico su 18 livelli con
passo 2 dB a partire dal valore massimo per la
classe di appartenenza, al fine di poter
mantenere in ogni istante la potenza di
trasmissione ottimale, limitando così le
i t f
interferenze
cocanale
l iindotte
d tt su celle
ll adiacenti
di
ti e
riducendo i consumi sul terminale. La MS misura
l’intensità e la qualità del segnale, e trasferisce
queste informazioni alla stazione base
(attraverso un canale di controllo) che decide se
e quando cambiare il livello di potenza. Dato che
l’apparecchio, e soprattutto le antenne
dei telefonini attualmente in uso, sono tenute
vicino alla testa, è in questa parte del corpo che
avviene l’esposizione maggiore ai campi
elettromagnetici Le numerose misure effettuate
elettromagnetici.
in prossimità di differenti esemplari hanno
mostrato un’emissione di intensi valori di campo
elettrico, localizzato soprattutto alla sommità
d ll’
dell’antenna
e alla
ll sua b
base.
Il sistema Wi-fi
Il sistema Wi-Fi (Wireless Fidelity) nasce alla
fine degli anni novanta come estensione delle
normali reti LAN via cavo per fornire la
possibiltà di connessioni senza filo a breve
raggio.
Non è necessaria alcuna autorizzazione se la
rete è implementata in luogo privato. Questo
aspetto insieme a un costo contenuto ha
favorito una larga diffusione del Wi-Fi,
soprattutto nelle reti di piccole dimensioni.
dimensioni
Consente, infatti, con un unico punto di
accesso, di poter collegare un certo numero di
utenti senza ricorrere a scomodi cavi. Questa
tecnologia è stata incorporata nei computer di
tipo portatile permettendo un facile allaccio alla
rete, con la comodità di non dover essere
fisicamente vicini ad una presa di connessione.
L'implementazione di una rete wireless
prevede l'uso
l uso di due dispositivi: l'access
l access point
(AP) e la scheda di rete Wi-Fi. L'AP è un
sistema indipendente, collegabile ad una
normale rete Ethernet e spesso dotato anche
di un modem
d
ADSL per l'l'accesso a IInternet.
t
t L
Le
schede consentono la connessione del PC con
la rete wireless
Lo standard 802.11b
Questo standard prevede 14 possibili canali di
larghezza 22MHz spaziati di 5Mhz.
Altre applicazioni
• Sistemi
Si t i antifurto
tif t
• Barriere a microonde
• Impianti antitaccheggio
• Varchi magnetici
I sistemi antifurto, hanno il principio di
funzionamento identico al radar, dato il basso
livello di potenza e il basso guadagno
d ll’ t
dell’antenna,
producono
d
nell’ambiente
ll’ bi t
circostante livelli di densità di potenza trascurabili
che diminuiscono, allontanandosi dalla sorgente,
con il q
quadrato della distanza. Ad esempio
p un
antifurto tipico può produrre sulla superficie
dell’antenna valori di densità di potenza
di 1 mW/cm 2 che a 10 cm di distanza scende a
2
10 W/
W/ cm .
Le barriere a microonde si basano
sull’interruzione di un collegamento direttivo tra
un trasmettitore e un ricevitore. Sono preferite
alle cellule fotoelettriche in tutti quei casi in cui è
richiesta alta insensibilità ad agenti atmosferici.
Anche in questo caso i livelli di densità di
potenza
t
irradiati
i di ti nell’ambiente
ll’ bi t circostante
i
t t sono
dell’ordine delle decine di mW/cm2 e si trovano
localizzati solo nello spazio intermedio tra le
due antenne. Ad esempio
p nella zona intermedia
tra le due antenne di una barriera a microonde
di una stazione di pedaggio autostradale si
2
sono misurati livelli massimi di 50 μW/cm
I varchi magnetici
sono dei sistemi che permettono il controllo
automatizzato degli accessi attraverso una
lettura a distanza di una tessera magnetica. Una
o più bobine inserite nelle pareti del varco
generano nell’area di attraversamento un campo
magnetico variabile a una frequenza determinata
(120 kHz). Durante il passaggio una piccola
antenna inserita nella tessera di riconoscimento
personale si accoppia a tale campo, attivando un
circuito elettronico miniaturizzato inserito nella
tessera. Il circuito emette a sua volta una serie di
impulsi codificati, tipici di ogni tessera, che
vengono captati
t ti da
d un’antenna
’ t
ricevente
i
t
alloggiata nel varco e riconosciuti da un sistema
di elaborazione connesso a quest’ultima. A
seguito
g
di una verifica in tempo
p reale,, il sistema
di controllo fornisce il consenso al passaggio,
oppure attiva un dispositivo di blocco o di
allarme. Per attivare il piccolo circuito elettronico
della tessera sono necessari campi
sufficientemente intensi ai quali una persona può
essere esposta anche più di una volta al giorno
Simili ai varchi magnetici (stesso principio di
funzionamento ma diversa frequenza) sono gli
p
antitaccheggio
gg diffusi nei supermercati
p
impianti
e in molti altri negozi. Tutti gli impianti
antitaccheggio sono costituiti da:
a) due pannelli rilevatori (Tx e Rx) o un solo
pannello ricetrasmittente;
b) etichette antitaccheggio da applicare sui
prodotti da proteggere;
c)) di
distaccatori
t
t i o di
disattivatori
tti t i per l’l’annullamento
ll
t
delle etichette.
Le frequenze degli impianti più utilizzati vanno
dalle frequenze medie (kHz) fino alle alte
frequenze (Mhz). Non si conosce al momento
con precisione quale sia il livello di campo
elettromagnetico emesso da questi apparati
dato che la maggior parte delle misure sono
state effettuate solo dalle ditte costruttrici.
È soprattutto il personale alle casse che lavora
in prossimità di tali dispositivi che può subire
un’esposizione significativa