Domande e risposte sull’iniziativa per il salario minimo Domande/affermazioni Risposte Guadagno meno di 4000 franchi al mese. Se l’iniziativa viene accolta guadagnerò di più? Non si sa ancora che cosa succederà con i salari soggetti a un contratto collettivo di lavoro, ma è molto probabile che restino invariati fino alla scadenza contrattuale. L’iniziativa esige un salario minimo pari a dodici mensilità di 4000 franchi. Nel quadro del CCL Personale a prestito, i salari più bassi (personale non qualificato) sono di tredici mensilità di 3000 franchi, il che corrisponde a uno stipendio mensile di 3250 franchi. Occorre piuttosto chiedersi se questi lavori esisteranno ancora dopo l’eventuale introduzione del salario minimo, considerato che - i settori del commercio, dei trasporti, della logistica e dell’economia forestale dovrebbero aumentare di punto in bianco lo stipendio al dieci per cento dei dipendenti; - l’industria alberghiera, la ristorazione e il settore dei servizi individuali (parrucchieri, lavanderie) dovrebbero aumentare lo stipendio a un quarto dei dipendenti. Aumenti di questo tenore non sono attuabili a livello di economia aziendale e costerebbero diversi posti di lavoro. Che cosa succede se i salari più bassi vengono aumentati? Se persone non qualificate percepiranno uno stipendio più alto, anche quelle qualificate ne rivendicheranno uno maggiore. L’aumento dei costi salariali indurrebbe le aziende a incrementare i prezzi dei loro prodotti e servizi, annullando di fatto l’effetto apparentemente positivo dell’iniziativa sul potere d’acquisto. L’alternativa all’aumento dei prezzi sarebbe il risparmio sui costi aziendali: verrebbe assunto meno personale e i collaboratori rimasti dovrebbero lavorare di più. Un altro interrogativo concerne gli aiuti sociali: alcuni settori rivendicano già un aumento del minimo esistenziale. Se così fosse, l’iniziativa per il salario minimo si ripercuoterebbe anche sulle imposte. 02.04.14 1/3 Domande/affermazioni Risposte Perché seguire un apprendistato? Se l’iniziativa venisse accolta, in ogni caso guadagnerei tanto quanto il personale qualificato. A causa delle particolarità del mercato e dei margini contenuti, in parecchi settori non è purtroppo possibile versare più di 4000 franchi neppure alla forza lavoro qualificata. Un salario iniziale identico per lavoratori qualificati e non qualificati minerebbe però la motivazione dei giovani ad apprendere una professione. Indebolire l’apprendistato significa mettere in gioco il modello che consente alla Svizzera di essere il paese europeo con il tasso di disoccupazione più basso. Il PIL pro capite ammonta a 84'900 franchi l’anno, oltre la metà di quello dell’UE (30'900 franchi). Dobbiamo una parte importante di questo benessere al sistema di formazione svizzero, incentrato sulla qualifica professionale. Chi lavora a tempo pieno deve poter vivere con il suo salario. Un salario minimo a livello nazionale non permette di raggiungere questo obiettivo, al contrario. Una soglia minima così elevata condurrebbe all’eliminazione di posti di lavoro e colpirebbe i più deboli. Le persone poco qualificate, a lungo disoccupate, che incominciano una nuova attività o che rientrano sul mercato del lavoro avrebbero maggiori difficoltà a trovare un impiego. In Svizzera, il 91 per cento guadagna già più di 4000 franchi al mese e, secondo una studio della SECO, tra quelli che guadagnano meno solo il 13% è toccato dalla povertà. Gli altri possono contare anche sullo stipendio di un’altra persona all’interno dell’economia domestica. Le persone alle quali lo stipendio non basta possono ricorrere a una buona rete sociale con aiuti mirati. La compensazione finanziaria si basa su tre sistemi: quello fiscale, le assicurazioni sociali e i cosiddetti trasferimenti (assegni familiari, sussidi per i premi della cassa malati ecc.). La formazione continua e il perfezionamento sono uno strumento di lotta alla povertà più efficace e dagli effetti più duraturi, basti pensare che i lavoratori temporanei ricevono grazie al CCL Personale a prestito fino a 7300 franchi per il perfezionamento professionale. 02.04.14 2/3 Domande/affermazioni Risposte Come mai non ha senso disciplinare a livello nazionale il salario minimo? Gli stipendi sono molto diversi secondo il settore e la regione. In determinati settori e regioni, già oggi praticamente tutti i salari sono superiori ai 4000 franchi. In altri, servirebbero sensibili aumenti che, pur con tutta la buona volontà, le aziende non potrebbero permettersi. La conseguenza sarebbe la perdita del posto di lavoro. Le peculiarità regionali si rispecchiano anche nelle differenze del costo della vita, dagli affitti alla cassa malati, alle altre assicurazioni, fino al prezzo dei generi alimentari. Che cosa fare contro il dumping salariale? I contratti collettivi di lavoro regionali e specifici secondo il settore sono uno strumento adeguato per la lotta al dumping salariale. In Svizzera, ne esistono al momento 614. Il contratto collettivo di lavoro Personale a prestito è, con oltre 300'000 assoggettati, il CCL più grande. Da quando i lavoratori temporanei sottostanno al contratto collettivo di lavoro di obbligatorietà generale, beneficiano della formazione continua sovvenzionata, di una migliore previdenza di vecchiaia, di un’indennità giornaliera di malattia più generosa e di salari minimi secondo il settore. Non è corretto affermare che il lavoro in ogni caso va fatto e che i lavoratori sarebbero solo meglio retribuiti? No. L’attività giova alle aziende solo se i costi sono coperti e la sostanza è garantita. Se i costi del personale sono troppo elevati, si smantellano posti di lavoro, si riduce la produzione o ci si trasferisce. Se fosse in vigore un salario minimo più alto, le aziende assumerebbero più collaboratori che vivono in Svizzera. La Svizzera attira molta forza lavoro dall’estero proprio perché già ora i salari sono elevati. Aumentando il salario minimo, e con 4000 franchi sarebbe il più alto al mondo, per i lavoratori non qualificati varrebbe ancora più la pena cercare lavoro da noi. Ai prestatori di personale interessa mantenere i salari bassi? No. I prestatori di personale guadagnano in genere una percentuale sul salario orario, ecco perché i collaboratori qualificati e con un buon stipendio sono importanti per il settore. Per tutelare i loro collaboratori temporanei, i prestatori di personale hanno stipulato con i sindacati il CCL Personale a prestito, con salari minimi specifici e regionali per i lavoratori temporanei. 02.04.14 3/3