Corso di Strumentazione e Automazione Industriale Modulo 7.2: Esercitazione Impianto idrogeno Prof. Ing. Cesare Saccani Prof. Ing. Augusto Bianchini Dott. Ing. Marco Pellegrini Dott. Ing. Alessandro Guzzini Department of Industrial Engineering (DIN) - University of Bologna 1 Agenda Descrizione generale dell’impianto HENERGIA Impianti fotovoltaici Impianto idrogeno Classificazione ATEX: Applicazione 2 Descrizione generale dell’impianto HENERGIA – LABORATORIO FOSSIL FUEL FREE Nel settembre 2013 è stato inaugurato a Forlì il centro di ricerca HENERGIA da parte di HERA S.p.a. Il complesso comprende i seguenti : • Impianti fotovoltaici (impianti fotovoltaici tradizionali e a concentrazione) • Trigenerazione solare (pannello fotovoltaico cogenerativo) • Caldaia a biomassa • Impianto idrogeno comprendente sezione elettrolisi, compressione e PEM fuel cell 3 Descrizione generale dell’impianto HENERGIA – LABORATORIO FOSSIL FUEL FREE: PFD H2 Il Laboratorio HENERGIA è stato realizzato con lo scopo di studiare sperimentalmente l’implementazione di diverse fonte energetiche rinnovabili (fotovoltaico, solare termico, impianto idrogeno, biomassa) per la produzione di energia elettrica e potenza termica (calda e fredda) nell’arco dell’anno solare. L’obiettivo è quello di valutare l’effettiva produttività energetica e poter quindi giustificare la sua applicabilità in un contesto geografico definito (Emilia Romagna) da un punto di vista economico ed energetico. Non essendo presenti in letteratura lavori di questo tipo, con i dati ottenuti durante il funzionamento annuale si sono definiti criteri di dimensionamento sulla base delle reali performance delle diverse tecnologie. 4 Agenda Descrizione generale dell’impianto HENERGIA Impianti fotovoltaici Impianto idrogeno Classificazione ATEX: Applicazione 5 Impianti fotovoltaici HENERGIA – Sezione Fotovoltaico H2 Il Laboratorio HENERGIA presente le seguenti sezioni: • Sezione Fotovoltaico: in questa sezione si ha la produzione di energia elettrica attraverso diverse tipologie di impianti fotovoltaici. • L’energia elettrica in corrente continua prodotta è inviata agli inverter in cui è trasformata in corrente alternata; nel caso in cui non ci siano utenze attive, l’energia elettrica è ceduta alla rete elettrica attraverso un quadro elettrico di scambio; in caso contrario l’energia elettrica è utilizzata direttamente dalle utenze. 6 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: impianti fotovoltaici tradizionali I moduli fotovoltaici di ogni singola tecnologia sono collegati in serie tra loro allo scopo di formare un stringa fotovoltaica. La connessione in serie consente di raggiungere la tensione minima sufficiente (con il collegamento in serie le tensioni si sommano) ad azionare l’inverter. Ogni tecnologia fotovoltaica ha un inverter dedicato. • Silicio monocristallino + amorfo: 10 Moduli, 2.40 kWp installata, • Silicio policristallino (PC): 9 Moduli, 2.16 kWp installata, • Silicio amorfo: 12 Moduli, 1.46 kWp installata, 16,2% 14,7% 8,5% • Tellururo di cadmio: 28 Moduli, 2.24 kWp installata, 10,4% 7 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: impianti fotovoltaici tradizionali Il rendimento del singolo pannello fotovoltaico (STC). , è calcolato in Condizioni di Test Standard Dove: • V: è la tensione misurata ai morsetti del pannello fotovoltaico (V). • I: è la corrente misurata ai morsetti del pannello fotovoltaico (A). • G: è la radiazione solare globale (W/m2). • A: è la superficie del pannello fotovoltaico (m2). Condizioni STC: • G= 1000 W/m2 • Temperatura cella: 25 °C Su ogni pannello è inserito un trasduttore di temperatura che consente di acquisire la temperatura del pannello. In tal modo è possibile verificare le prestazioni del pannello al variare della temperatura superficiale rispetto a quelle fornite dal costruttore. 8 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: impianti fotovoltaici tradizionali in HENERGIA # inverter Tecnologia INV1 Silicio monocristallino misto amorfo (10 moduli da 240 W p) INV2 Silicio policristallino (9 moduli da 240 W p) INV3 FOTOVOLTAICO TRADIZIONALE Potenza elettrica Rendimento elettrico di picco di picco [kW] Marca Pnom ηnom Sistema inseguimento Panasonic 2,40 19,0% Fisso CNPV 2,16 14,7% Fisso Tellururo di cadmio (28 moduli da 82,5 W p) First Solar 2,31 11,5% Fisso INV4 Silicio amorfo (12 moduli da 120 W p) Sharp 1,44 8,5% Fisso INV5 Silicio policristallino (4 moduli da 230 W p) Anaf Solar 0,92 13,9% Fisso INV7 Silicio policristallino (4 moduli da 240 W p) CNPV 0,96 14,7% Monoassiale (Heliantus) Inverter Aurora Power One PVI 3.0 (3 kW) Aurora Power One PVI 3.0 (3 kW) Aurora Power One PVI 3.0 (3 kW) Aurora Power One PVI 3.8 (3,8 kW) Aurora Power One PVI 3.0 (3 kW) Aurora Power One PVI 3.0 (3 kW) 9 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: impianti fotovoltaici tradizionali Silicio monocristallino + amorfo. (2.40 kWp / 16,2%). Modello HIT-N240SE10. Produttore: Panasonic La tecnologia HIT (Heterojunction with Intrinsic Thin Layer) è basata su un sottile wafer di silicio monocristallino circondato da un film di silicio amorfo ultrasottile. Alle alte temperature le celle HIT sono in grado di mantenere un’efficienza più elevata delle celle solari convenzionali di silicio cristallino 10 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: impianti fotovoltaici tradizionali Silicio monocristallino + amorfo (2.40 kWp / 16,2%). NOCT: Nominal Operating Cell Temperature È la temperatura raggiunta dalla cella in determinate condizioni ambiente (800 W/m2, temperatura dell’aria a 20 °C e velocità del vento a 1m/s). Maggiore è il valore del NOCT e maggiore è il decadimento delle prestazioni del pannello all’aumentare della temperatura del pannello stesso. 11 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: impianti fotovoltaici tradizionali Silicio monocristallino + amorfo (2.40 kWp / 16,2%). 12 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: impianti fotovoltaici tradizionali Silicio policristallino. (2.16 kWp / 14,7%). Modello 240 P. Produttore: CNPV. 13 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: impianti fotovoltaici tradizionali Silicio policristallino. Modello 240 P. Produttore: CNPV. 14 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: impianti fotovoltaici tradizionali Silicio amorfo. (1.46 kWp / 8,5%). Modello NA-F121 (G5). Produttore: Sharp. 15 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: impianti fotovoltaici tradizionali Silicio amorfo. (1.46 kWp / 8,5%). Modello NA-F121 (G5). Produttore: Sharp. 16 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: impianti fotovoltaici tradizionali Silicio amorfo. (1.46 kWp / 8,5%). Modello NA-F121 (G5). Produttore: Sharp. 17 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: impianti fotovoltaici tradizionali Tellururo di Cadmio. (2,24 kWp / 10,4%). Modello FS-380. Produttore: First Solar. 18 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: impianti fotovoltaici tradizionali Silicio Policristallino ibrido. (0,92 kWp / 13,9%). Modello H-NRG. Produttore: Anaf Solar. Per ridurre la temperatura del pannello e dunque ottimizzare le prestazioni elettriche, nei pannelli ibridi si va a raffreddare il pannello con un fluido, che solitamente è una miscela di acqua e glicole. Così facendo il pannello fotovoltaico cogenerativo consente la produzione contemporanea di potenza elettrica e potenza termica. Il calore asportato può essere utilizzato per diversi scopi in ambito civile, come la produzione di acqua calda sanitaria. Il pannello cogenerativo presenta tuttavia un costo superiore rispetto a quello tradizionale, che ne ha frenato sinora Massima resa termica l’ingresso nel mercato Massima resa elettrica 19 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: impianti fotovoltaici tradizionali Silicio Policristallino ibrido. (0,92 kWp / 13,9%). Modello H-NRG. Produttore: Anaf Solar. 20 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: impianti fotovoltaici tradizionali Silicio Policristallino ibrido. (0,92 kWp / 13,9%). Modello H-NRG. Produttore: Anaf Solar. Number Description 1 Tempered Glass, Low Iron Content, High transmittance 2 E.V.A. (Ethyl Vinyl Acetate) Encapsulating Film 3 Solar Collectors 4 E.V.A. Encapsulating Film 5 Back Sheet TPT and TPE Protection 6 Aluminium H-NRG system 7 Insulating layer (optional) 21 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: impianti fotovoltaici tradizionali con inseguitore Silicio Policristallino con inseguitore monoassiale. (0.96kWp / 14,7%). Modello 240P. Produttore: CNPV. 22 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: impianti fotovoltaici a concentrazione Un impianto a concentrazione solare è composto da: • Un elemento ottico in grado di concentrare la radiazione solare diretta • Un elemento ricevitore in grado di assorbire la radiazione solare concentrata 23 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: impianti fotovoltaici a concentrazione Per valutare le proprietà di un elemento ottico a concentrazione ci si riferisce a: • Rendimento ottico, : Rapporto tra la potenza luminosa al ricevitore e la potenza luminosa in ingresso all’elemento ottico concentratore. • Fattore di concentrazione geometrico C: rapporto tra la superficie dell’elemento ottico concentratore e la superficie dell’elemento ricevitore. C < 10 : concentrazione bassa 10 < C < 100 : concentrazione media C > 100 : concentrazione alta Il fattore di concentrazione C influenza notevolmente la scelta della tipologia di inseguitore solare: 1. Monoassiale (per C < 10): sono dispositivi che inseguono il sole ruotando attorno a un solo asse. 2. Biassiale (C > 10): hanno due assi di rotazione, solitamente perpendicolari fra loro. Grazie ad essi e a strumentazione elettronica più o meno sofisticata, è possibile puntare perfettamente e in tempo reale i pannelli verso il sole, massimizzando l’efficienza dei pannelli solari. 24 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: impianti fotovoltaici a concentrazione Il rendimento del singolo pannello fotovoltaico , è calcolato in Condizioni di Test Standard (STC). Dove: • V: è la tensione misurata ai morsetti del pannello fotovoltaico (V). • I: è la corrente misurata ai morsetti del pannello fotovoltaico (A). • G: è la radiazione solare globale (W/m2). • A: è la superficie del pannello fotovoltaico (m2). Condizioni STC per impianti a concentrazione: • • G= 800 W/m2 Temperatura cella: 25 °C Su ogni pannello è inserito un trasduttore di temperatura che consente di acquisire la temperatura del pannello. In tal modo è possibile verificare le prestazioni del pannello al variare della temperatura superficiale rispetto a quelle fornite dal costruttore. 25 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: impianti fotovoltaici a concentrazione in HENERGIA # inverter Tecnologia FOTOVOLTAICO TRADIZIONALE Potenza elettrica Rendimento elettrico di picco di picco [kW] Marca Pnom ηnom Sistema inseguimento INV6 Sistema a concentrazione (lenti di Fresnel) Arima 1,76 26,0% Biassiale INV8 Sistema a concentrazione (lenti di Fresnel) Sun Flower 1,14 28,0% Biassiale INV9 Sistema a concentrazione (lenti Cassegrain) GPS III Solar 1,00 29,0% Monoassiale Inverter Aurora Power One PVI 3.0 (3 kW) Aurora Power One PVI 3.0 (3 kW) Aurora Power One PVI 3.0 (3 kW) 26 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: impianti fotovoltaici a concentrazione Lente di Fresnel. (1.76kWp / 26%). Modello Eco-Energy. Produttore: Arima. Inseguitore biassiale. Fattore di concentrazione C = 476:1. Cella fotovoltaica; tripla giunzione. 27 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: impianti fotovoltaici a concentrazione Lente di Fresnel. (1.14 kWp / 39%). Modello : Sunflower CPV. Produttore: Isofoton. Inseguitore biassiale. Fattore di concentrazione C = 500:1. Cella fotovoltaica: tripla giunzione. Impianti fotovoltaici: impianti fotovoltaici a concentrazione Ottica Cassegrain. (1.14 kWp / 29%). Modello: GPS 600. Produttore: GP III Solar. Inseguitore monoassiale. Fattore di concentrazione C = 600:1. Cella fotovoltaica: tripla giunzione. 28 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: Collegamento Solitamente è necessario collegare tra loro in serie o in parallelo più moduli fotovoltaici per ottenere una stringa caratterizzata da condizioni operative di tensione e potenza desiderate. Il primo criterio da seguire è che le caratteristiche e le condizioni operative di ogni singolo pannello siano quanto più simili fra di loro. Da un punto di vista qualitativo il comportamento elettrico della stringa realizzato è simile a quello dei moduli che lo compongono. In particolare si ha per la stringa: Dove: • • • • • • • : Tensione a circuito aperto del modulo : Tensione in corrispondenza della massima potenza del modulo : Corrente di corto circuito del modulo : Corrente in corrispondenza della massima potenza del modulo : Potenza di picco del modulo n: Numero di moduli collegati in serie m: Numero di moduli collegati in parallelo 29 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: Collegamento in serie Nel caso di collegamento in serie si utilizzano degli spezzoni di cavo unipolare con un percorso entra ed esci da ciascun modulo. Solitamente dalla scatola di giunzione fuoriescono i cavi dotati di connettori rapidi a cui si collegano molto semplicemente i cavi provenienti dal modulo precedente o successivo nella stringa. Nel collegamento in serie, se parte dei moduli venisse messa in ombra, allora diventerebbe una resistenza che ostacola ed assorbe corrente. (Effetto HotSpot Fotovoltaico) La corrente prodotta dalle celle colpite dalla luce solare attraversando le celle in ombra riscalda queste ultime per effetto Joule provocando un danneggiamento del pannello stesso. Per evitare questo problema si inserisce un diodo, detto di bypass, che serve a by-passare ossia ad escludere la zona del pannello che si trova all’ombra 30 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: Collegamento in parallelo Il collegamento in parallelo non è così semplice come quello in serie. In alcuni casi il costruttore dell’inverter permette di realizzare il parallelo dei moduli all’interno del convertitore. Nel caso più generale è necessario prevedere un’apposita cassetta di parallelo stringhe che contiene i dispositivi di protezione delle stringhe, un interruttore di manovra-sezionatore e gli scaricatori di sovratensione. I dispositivi di sicurezza servono ad evitare che in caso di ombreggiamento parziale del collegamento, una delle stringhe abbia ai suoi capi una tensione talmente bassa da ricevere la corrente prodotta dalle altre stringhe. In caso le stringhe siano molte si potrebbero raggiungere valori tali di corrente da danneggiare il sistema. Il collegamento fisico fra due moduli avviene sempre mediante connettori rapidi. 31 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: Collegamento I moduli fotovoltaici di ogni singola tecnologia sono collegati in serie tra loro allo scopo di formare un stringa fotovoltaica caratterizzata da una definita tensione. Le stringhe sono collegate ad un quadro esterno, che consente lo sgancio manuale in condizioni di pericolo. La linea in corrente continua prosegue poi all’interno del container acquisizione dati, dove le stringhe giungono al quadro in corrente continua dedicato ad ogni singola tecnologia fotovoltaica. Il quadro elettrico in corrente continua prevede i seguenti collegamenti : • • • • • • Collegamento ausiliario (cavo verde chiaro); Collegamento per la comunicazione con il sistema di acquisizione dati (cavi blu, sono due perché si arriva ad un quadro e si riparte per il successivo); Collegamento con l’inverter (cavi rosso e nero); Collegamento con il quadro elettrico esterno (cavi rosso e nero); Alimentazione proveniente dal quadro elettrico generale in corrente alternata (presente all’interno del locale acquisizione dati) per gli strumenti di misura (cavi verde scuro); Collegamento di protezione (cavo verde e giallo). 32 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: Collegamento I moduli Sharp (tecnologia a film sottile) sono collegati tra loro formando due diverse stringhe. Al quadro elettrico di sicurezza esterno queste vengono poi collegate in parallelo tra loro e, pertanto, al quadro in corrente continua dell’inverter dedicato arriva un'unica stringa. I moduli First Solar (tellururo di cadmio) sono collegati tra loro formando quattro diverse stringhe. Al quadro elettrico di sicurezza esterno queste vengono poi collegate in parallelo a coppie e pertanto, al quadro corrente continua dell’inverter dedicato arrivano due stringhe separate. Per questo motivo, sono presenti due quadri in corrente continua per questo tipo di tecnologia (uno per stringa). I moduli delle restanti tecnologie sono collegati tra loro formando un’unica stringa già sul quadro esterno di sicurezza. La tecnologia Sharp (film sottile) richiede la presenza di un inverter con trasformatore di isolamento, che troviamo situato sotto il corrispondente quadro elettrico in corrente continua, per gestire le scariche di corrente che i moduli inviano in continuo verso terra (caratteristica peculiare di questo tipo di tecnologia. Per la medesima ragione il quadro inverter dell’impianto Sharp presenta caratteristiche differenti dagli altri presenti nel container acquisizione dati (si presenta più “alto”) ed è, pertanto, facilmente riconoscibile. 33 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: Collegamento Dal quadro elettrico in corrente continua si arriva all’inverter che trasforma la corrente continua in corrente alternata. Gli inverter sono collegati al quadro corrente continua (cavi rosso e nero) e al quadro elettrico generale (cavo verde). Il cavo blu è una predisposizione per la comunicazione con il sistema di acquisizione dati, tuttavia al momento non è utilizzato. 34 Impianti fotovoltaici Impianti fotovoltaici: Collegamento Si prosegue, infine, al quadro elettrico generale, dove sono installati gli strumenti di misura per la misura delle grandezze in corrente alternata. Nota: ogni inverter è settato con una soglia minima di attivazione in ingresso per la tensione. Se la tensione in arrivo all’inverter è inferiore, l’inverter non procede alla commutazione in corrente alternata e risulta alimentato dalla rete. In queste condizioni lo strumento sul quadro in corrente continua misura assorbimenti negativi. È possibile modificare il valore di soglia direttamente dal pannello di controllo dell’inverter. Nel caso in cui il collegamento all’inverter risultasse danneggiato o mal eseguito si potrebbero verificare resistenze elettriche tali da provocare un valore di tensione in ingresso all’inverter inferiore a quello di soglia, e dunque all’interruzione delle operazioni da parte dell’inverter. Questo se si verificasse durante la stagione primaverile o estiva potrebbe provocare un’elevata perdita in termini di produttività. 35 Agenda Descrizione generale dell’impianto HENERGIA Impianti fotovoltaici Impianto idrogeno Classificazione ATEX: Applicazione 36 Impianto idrogeno HENERGIA – Sezione Idrogeno H2 L’energia prodotta nella sezione fotovoltaico viene utilizzata nella sezione Impianto Idrogeno: in questa sezione si ha la produzione di idrogeno a partire da acqua demineralizzata ed energia elettrica all’interno di un elettrolizzatore. L’idrogeno prodotto, viene compresso ed inviato a fuel cells in cui si ha la produzione di energia elettrica, a corrente continua, acqua e calore; l’energia elettrica prodotta viene stoccata in batterie oppure convertita in alternata e inviata al quadro elettrico di scambio con la rete elettrica. Nel caso in cui l’energia elettrica prodotta in HENERGIA non fosse sufficiente per sopperire alla richiesta dell’impianto, la restante parte viene assorbita dalla rete elettrica. 37 Impianto idrogeno HERALAB - LAYOUT IMPIANTO IDROGENO 38 Impianto idrogeno Cenni sull’idrogeno L’idrogeno è un gas incolore, inodore, non velenoso che bruciando produce una fiamma trasparente; presenta il più alto contenuto energetico in massa fra i combustibili, però a causa della sua bassa densità ha un ridotto contenuto energetico in volume. Il suo trasporto è inoltre limitato a causa problemi di infragilimento nelle condotte metalliche. L’idrogeno è l’elemento più presente nell’universo, tuttavia a causa del suo peso specifico è estremamente raro sulla terra nel suo stato elementare. L’idrogeno si può trovare all’interno di numerosi composti con cui veniamo a contatto quotidianamente, come acqua e idrocarburi per esempio. Per ricavare idrogeno da questi occorre dispendere un’elevata quantità di energia. Per questo motivo viene normalmente definito come vettore energetico. Idrogeno Metano Massa molecolare [kg/kmole] 2 16 Temperatura di fiamma, [°C] 2045 1875 LHV, [MJ/kg] 120 50 Densità del gas a 1 bar e 15 °C, [kg/m3] 0,085 0,677 LHV, [mJ/m3] 10,2 33,85 Range di infiammabilità in aria, [% in volume] 4-75 5,3-15 Energia di attivazione, [mJ] 0,02 0,29 39 Impianto idrogeno Processi di produzione dell’idrogeno Elettrolisi dell’acqua L’elettrolisi dell’acqua è un processo elettrolitico nel quale il passaggio di corrente elettrica causa la scomposizione dell’acqua in ossigeno ed idrogeno gassosi. All’acqua distillata (povera di ioni H3O e OH) vengono solitamente aggiunte piccole quantità di acido solforico allo scopo di aumentarne la conduttività. Le reazioni che avvengono sono le seguenti: Catodo: Anodo: → → Reazione di neutralizzazione: Reazione globale: → → 40 Impianto idrogeno Process Flow Diagram (PFD) - IMPIANTO IDROGENO 41 Impianto idrogeno P&ID - IDROGENO PRODUZIONE ED UTILIZZO IMPIANTO DPT PT IDROGENO TT EN. ELETTRICA FC SET 1 BAR NA 1kW PS EN. ELETTRICA FC 1kW NC SET 0.5 BAR EN. ELETTRICA FC MISURATORE CORIOLIS 1kW SCARICO ACQUA AZOTO INERTE O2 SPURGO DPT FILTRI TT LEGEND PG PT SET 6.5 BAR Pressure Gauge NC TANK 270 lt PT Pressure Transmitter TG Temperature Gauge TT Temperature Transmitter DPT Differential Pressure Transmitter PS Pressure Switch VNR Non Return Valve FI Filter SV Safety Valve SPURGO ACQUA PG SPURGO ACQUA ZONA ATEX 2 NC EN. ELETTRICA NA TO SAFE AREA SET 55 BAR IDROGENO STOCCAGGIO 80 lt PG TT SV2 PT 40 BAR NC NC SET 3.5 BAR TO SAFE AREA ZONA ATEX 2 TANK PT ACQUA DEMI PT NC SET 5 BAR ELETTROLIZ NA VNR PT TT VNR ACQUA SV1 5 BAR DPT PT TT SET 2.5 BAR 42 Impianto idrogeno Sezione elettrolizzatore: P&ID e dati tecnici • Fluid: Hydrogen • Mass flowrate: 1 Nm3/h • Operative Pressure: 3,5 bar • Design fluid Temperature: -5/+40 °C 43 Impianto idrogeno ELETTROLIZZATORE MANUFACTURER : Piel Modello: P1.5 44 Impianto idrogeno ELETTROLIZZATORE MANUFACTURER: Piel Modello: P1.5 Technical data Hydrogen production (Nm3/h) 1,0 Oxygen production (Nm3/h) 0,5 Gas purity % (H2 – O2) 99,5 +/- 0.2 Power Consumption (kW) 7.4 Maximum demineralized water consumption (l/h) 0.8 Power supply (V/Hz) 380/50 Dimensions (cm: L x W x H) 94 x 54 x 150 Weight (kg) 265 , , , , % 45 Impianto idrogeno ELETTROLIZZATORE: funzionamento L’elettrolisi produce idrogeno per elettrolisi della comune acqua demineralizzata. La trasformazione chimica avviene nella cella elettrolitica. Questa cella è sottoposta ad un flusso di corrente elettrica continua che consente la reazione di scomposizione della molecola di acqua in idrogeno ed ossigeno. I due gas escono dalla cella separati e da queste si raccolgono nei rispettivi serbatoi dove si ottiene la separazione del gas dalla fase liquida di processo rimasta, definita elettrolito. È infatti all’interno dei serbatoi, definiti separatori, che i gas miscelati con l’elettrolito si separano: i gas più leggeri salgono nella parte superiore per poi confluire nel gruppo scambiatore di calore mentre l’elettrolito per caduta ritorna in circolo alle celle elettrolitiche. 46 Impianto idrogeno ELETTROLIZZATORE: funzionamento All’interno dei serbatoi sono presenti sonde per il controllo del livello dell’elettrolito necessarie per il controllo dell’immissione dell’acqua demineralizzata. I gas in uscita dai due serbatoi sono quindi raffreddati e deumidificati per poter eliminare il quantitativo di acqua trascinato. Una volta completato il processo, i due gas sono resi disponibili per l’utilizzo alle due rispettive uscite protette entrambe da valvole antiritorno e antifiamma; le valvole antiritorno e quelle antifiamma hanno il compito di bloccare eventuali ritorni di fiamma. Al loro interno è presente un cilindretto di materiale sinterizzato che agisce da barriera per le fiamme. La valvola unidirezionale a sfera blocca sia i ritorni di fiamma che le onde di pressioni. La corrente elettrica necessaria al processo è regolata automaticamente in funzione della quantità di gas richiesto dalle utenze. 47 Impianto idrogeno SEZIONE ELETTROLIZZATORE: P&ID 48 Impianto idrogeno FILTRO DEOXO Il filtro DEOXO serve per rimuovere l’ossigeno dalla corrente di idrogeno ed ottenere una corrente con una purezza pari al 99,999% attraverso il principio della combustione catalitica. Il processo avviene facendo passare l’effluente attraverso un letto di pallet di catalizzatore di metallo prezioso sostenuto da una griglia. L’ossigeno viene rimosso attraverso l’acqua formatasi dalla reazione fra l’idrogeno e l’ossigeno. Per completare la filtrazione del gas, il sistema può essere completato con due colonne di essicazione (pre-filtro e post-filtro). # Descrizione 1 Colonna in ingresso con materiale essiccante 2 Colonna in uscita con materiale essiccante 3 Ingresso idrogeno con valvola di sicurezza a flashback 4 Uscita idrogeno 5 Reattore catalitico con catalizzatore in materiale essiccante 6 Valvola di scarico pressione idrogeno 7 Scarico condensa idrogeno dalla colonna in ingresso 8 Scarico condensa idrogeno dalla colonna in uscita 49 Impianto idrogeno Filtro essiccatore a sali igroscopici Quando la macchina raggiunge la pressione di esercizio, vengono aperti lentamente i rubinetti montati sui filtri che collegano la macchina alla linea di distribuzione del gas. La procedura di scarico della condensa può essere effettuata solamente dopo aver depressurizzato i filtri. Il filtro essiccatore serve per trattenere l’umidità presente nella corrente di idrogeno e non eliminata nella sezione precedente. Come materiale essiccante viene utilizzato cloruro di calcio o setacci molecolari. 50 Impianto idrogeno ELETTROLIZZATORE: Accensione 1. 2. 3. 4. Girare la maniglia (1) in posizione on (collegamento alla rete elettrica. Girare la chiave in posizione (2). Premere il pulsante di avviamento (3). La reazione elettrolitica incomincia con la formazione dei due gas. L’immissione di gas all’interno dei serbatoi provoca un aumento di pressione. Raggiunta la pressione operativa (3,5 bar), si possono aprire lentamente i rubinetti (5) di uscita dei due gas per l’immissione nella linea di utilizzo. ELETTROLIZZATORE: Spegnimento 1. Girare la maniglia (1) in posizione off. 2. Chiudere i due rubinetti: Se sono presenti i filtri essiccatori: 1. Aprire lentamente i due rubinetti (8) posti sui filtri. 2. Aprire i due rubinetti di scarico condensa (9). Se non sono presenti i filtri: 1. Aprire lentamente i due rubinetti di scarico condense (10) per scaricare la pressione e le condense finché non esce più liquido e poi richiuderli. 51 Impianto idrogeno SEZIONE ELETTROLIZZATORE: P&ID L’elettrovalvola EV e la valvola manuale VM vengono aperte prima dell’avviamento dell’elettrolizzatore, collegando l’elettrolizzatore alla linea principale del gas. L’elettrovalvola presente è NC: in tal modo, in caso di mancanza dell’alimentazione elettrica, si garantisce l’intercettazione dell’elettrolizzatore. Per evitare l’apertura involontaria del circuito, si pone una valvola manuale a valle dell’elettrovalvola EV che l’operatore deve aprire per poter consentire l’avviamento del sistema. 52 Impianto idrogeno Valvola Elettrovalvola VE Technical data: • Solenoid valve • Normally closed • Temperature Range: -20 to +120 °C • Material: 316 SS • Response Time < 100 ms • Pressure Range: 0-10 bar • Connections: DN 8; NPT fittings • Electrical power: 24 Vdc • ATEX II 2G Ex d IIC L’elettrovalvola è scelta in funzione di: • Caratteristiche fisiche e chimiche del fluido • Temperatura massima del fluido • Pressione massima del fluido 53 Impianto idrogeno Elettrovalvola VE Si sceglie l’elettrovalvola in funzione del Cv calcolato da catalogo Si determina la massima temperatura ambiente ammessa 54 Impianto idrogeno Valvola manuale VM Technical data: • Ball valve • Straight configuration • Cv=6 • Size: 10 mm • Material: 316 SS • Temperature limits: -40 °C to +85 °C • Connections: Swagelok Tube fittings Pressure-Temperature Ratings 55 Impianto idrogeno Valvola manuale VM 56 Impianto idrogeno SEZIONE ELETTROLIZZATORE: P&ID Per determinare la portata massica di gas che percorre la sezione «elettrolizzatore» si utilizza la seguente strumentazione a valle della sezione filtro: • Pressure transmitter • Temperature transmitter • Differential pressure transmitter su orifizio tarato ∆ → → à→ à→ Da notare la presenza del bypass sulla linea del DPT che consente di bypassare la misura qualora tale misura non fosse ritenuta necessaria 57 Impianto idrogeno Trasmettitore di pressione PT Technical data: • Pressure transmitter • Range: [0; 10.34] bar • Temperature limits: -40 °C to +85 °C • Communication Protocol: 4-20 mA • Material: 316 SS • ATEX II 1G Ex ia IIC 58 Impianto idrogeno Trasmettitore di temperatura TT Technical data: • Temperature transmitter • Sensor type: Thermocouple • Range: -250 to +400 °C • Communication: 4-20 mA • ATEX Tipologia di Termocoppia 59 Impianto idrogeno Trasmettitore di differenza di pressione Technical data: • Material: 316 SS • Range: [0; 62,3] mbar • Temperature limits: -40 °C to +85 °C • Communication Protocol: 4-20 mA • ATEX II 2G Ex d IIC Per garantire la corretta misurazione occorre mantenere le distanze definite dal costruttore. Le accidentalità a monte e a valle dell’orifizio tarato provocano turbolenza nel flusso del fluido che perturba la misura e dunque il valore acquisito risulterebbe non corretto. 60 Impianto idrogeno Manifold Technical data: • Three valve 305 manifold • Material: 316 SS La configurazione di manifold con tre valvole è utilizzata per le misure di pressione differenziale. Due valvole di intercettazione provvedono all’isolamento dello strumento, mentre la restante viene usata come equalizzatrice fra la porta collegata all’alta pressione e quella collegata alla bassa 61 Impianto idrogeno Manifold 62 Impianto idrogeno Valvola di non ritorno VNR Technical data: • No return valve • Fixed Cracking Pressure type: 0.03 bar • CV: 1.8 • Size: 10 mm • Material: 316 SS • Connections: Swagelok Tube fittings La cracking pressure di una valvola di non ritorno, è la sovrappressione fra monte e valle della valvola che determina l’apertura della stessa. 63 Impianto idrogeno SEZIONE ELETTROLIZZATORE: P&ID La valvola di sicurezza interviene nel caso si abbia il superamento di un valore di soglia definito in fase di progetto, scaricando quindi in sicurezza il fluido in pressione. Il serbatoio non è un vero e proprio accumulo 1 2 3 Il serbatoio di idrogeno può essere isolato attraverso l’utilizzo delle elettrovalvole 1,2 e 3. Nel caso le elettrovalvole 1 e 2 siano chiuse ma si abbia comunque un trafilamento, la valvola 3, aperta, consente l’espulsione del gas trafilato attraverso il condotto di venting in zona sicura. 64 Impianto idrogeno Elettrovalvole VE Technical data: NC NO NC • Solenoid valve • Normally closed and Normally Open • Material: 316 SS • Response Time < 100 ms • Pressure Range: 0-10 bar • Connections: DN 8; NPT fittings • Electrical power: 24 Vdc • Temperature range: -20 to +120 °C • ATEX II 2G Ex d IIC 65 Impianto idrogeno Serbatoio Descrizione Valore Volume, [l] 270 Pressione di progetto, [barg] 7 Pressione di esercizio, [barg] 5 Pressione di prova idraulica, [barg] 1.5 x 7 = 10.38 Temperatura di esercizio, [°C] -5 / 40°C Temperatura di progetto, [°C] -20/+100 Peso, [kg] 130 Materiale AISI 316 L 66 Impianto idrogeno Safety relief valve Technical data: • Set Pressure: 5,5 barg • Coefficient of discharge, Kv: 0.95 • Overpressure: 10% • Blowdown: 7% • Temperature range: - 20 to +50 °C 67 Impianto idrogeno Elementi di approfondimento sulle valvole di sicurezza Da slide 69 a slide 79 68 Approfondimento 69 Approfondimento Parametri caratteristici pt = pressione di taratura (set pressure): pressione prestabilita a cui in una valvola di sicurezza si verifica l'inizio dell'alzata ∆ps = sovrapressione della valvola di sicurezza (overpressure): aumento di pressione rispetto alla pressione di taratura della valvola di sicurezza pr = pressione di richiusura (re-seating pressure): pressione di ingresso a cui l'otturatore ristabilisce il contatto con la sede ∆pr = scarto di richiusura della valvola di sicurezza (bolwdown): differenza tra la pressione di taratura e la pressione di richiusura ps = pressione di scarico (relieving pressure): pressione di taratura più sovrapressione corrispondente alla portata certificata ps pt ps Scarico gas Gas 70 Approfondimento Parametri caratteristici pc = contropressione imposta (superimposed back pressure): pressione statica esistente a valle della valvola nell’istante precedente lo scarico pcs = contropressione generata allo scarico (built-up back pressure): pressione statica esistente allo scarico durante l’efflusso ptb = pressione di prova taratura al banco (cold differential test pressure): pressione di ingresso a cui è sottoposta una valvola di sicurezza sul banco di prova con contropressione atmosferica e temperatura ambiente affinché si abbia l'inizio dell'alzata Scarico gas Gas 71 Approfondimento Parametri caratteristici h = alzata (lift): alzata rispetto alla posizione di valvola chiusa A = area di efflusso (flow area) Qc = portata certificata (certified capacity): (portata di riferimento per l'uso della valvola di sicurezza, pari alla portata teorica moltiplicata per il coefficiente di efflusso e moltiplicata per il coefficiente di riduzione 0,9) Qt = portata di efflusso teorica (calcolata) (theoretical flowing capacity) Qr = portata di efflusso reale (misurata) (measured flowing capacity) Scarico gas h K = coefficiente di efflusso Qr K Qt A Gas 72 Approfondimento Parametri caratteristici Portata di efflusso teorica (calcolata) (theoretical flowing capacity) pb= contropressione allo scarico ps = pressione di scarico Condizioni supercritiche Condizioni subcritiche pb 2 ps k 1 pb 2 ps k 1 qts = portata teorica specifica (kg/(h*mm2)) ps = pressione di scarico (bar a) Z = fattore di comprimibilità Ts = temperatura assoluta di scarico (K) C = coefficiente d'espansione M = peso molecolare (kg/kmole) Kb = coefficiente di correzione k k 1 q ts p s C k k 1 M ps 0 . 2883 C ZT s v q ts p s C K b M 0 .2883 C K b ZT s ps v 73 Approfondimento Dimensionamento della valvola Calcolo dell’area dell’orifizio di efflusso A = area orifizio (mm2) Qc = portata certificata da scaricare (kg/h) ps = pressione di scarico (bar a) d = diametro orifizio (mm) Z = fattore di comprimibilità Ts = temperatura assoluta di scarico (K) C = coefficiente d'espansione M = peso molecolare (kg/kmole) K = coefficiente d'efflusso Ks = coefficiente di riduzione (coefficiente di sicurezza) Ks = 0.9 Norma ISO 4126-1 Norma ISO 4126-2 Q c Ks K C ps A M Z Ts Z Ts Q M A Ks K C ps 74 Approfondimento Dimensionamento della valvola Calcolo dell’area dell’orifizio di efflusso ps = pressione di scarico (bar a) ∆ps = sovrapressione (bar a) ps p s p t p s p t 1 pt 75 Approfondimento Dimensionamento della valvola Calcolo dell’area dell’orifizio di efflusso C = coefficiente di espansione k = esponente della trasformazione isoentropica Impossibile v isualizzare l'immagine. 2 C 3 .948 k k 1 k 1 k 1 76 Approfondimento Determinazione del fattore di comprimibilità Z Ogni gas è caratterizzato da un punto critico identificato da un valore di temperatura (temperatura critica) e pressione (pressione critica). Al di sopra della temperatura critica, per quanto aumenti la pressione è impossibile liquefare il gas. La pressione critica è la pressione alla quale è possibile far liquefare un gas che si trova alla temperatura critica 77 Approfondimento Dimensionamento della valvola Gas in condizioni subcritiche pb= contropressione allo scarico ps = pressione di scarico Condizioni supercritiche Condizioni subcritiche pb 2 ps k 1 k k 1 pb 2 ps k 1 k k 1 Z Ts Q M A Ks K C ps Kb 78 Approfondimento Determinazione coefficiente Kb 79 Impianto idrogeno Fine Approfondimento 80 Impianto idrogeno Esercizio: dimensionamento valvola di sicurezza Dati di progetto Tipo di fluido: Idrogeno Q = 85 kg/h (portata da scaricare) pt = 6,5 bar a (pressione di taratura) Ts = 40°C = 313,15 K (temperatura di scarico) pc = 1 bar a (contropressione allo scarico) ∆ps = 10%pt = 0,6 bar a (sovrapressione) 81 Impianto idrogeno Esercizio: dimensionamento valvola di sicurezza Determinazione caratteristiche del gas M = 2 kg/kmole (peso molecolare) k = 1.41 C = 2.71 (coefficiente di espansione da tabella) Z = 1 (coefficiente di comprimibilità – valore non noto) Determinazione pressione di scarico del gas ps ps 0.65 6.5 1 ps pt ps pt 1 6.6 bar a p t 6 82 Impianto idrogeno Esercizio: dimensionamento valvola di sicurezza Condizioni di scarico pb= contropressione allo scarico =1 bar a ps = pressione di scarico = 6,6 bar a pb 2 ps k 1 k k 1 1 bar a 2 0.152 6.6 bar a 1.41 1 1.41 1.411 0.526 Condizioni supercritiche Coefficiente di efflusso K K = 0.95 (dichiarato dal costruttore) Coefficiente di riduzione Ks Ks = 0.9 83 Impianto idrogeno Esercizio: dimensionamento valvola di sicurezza • Area d’efflusso A kg 1 313.15 K kg Z Ts h 2 Q kmole M A 69.55 mm 2 Ks K C ps 0.95 0.9 2.71 6.6 bar a 85 84 Impianto idrogeno SEZIONE COMPRESSORE: P&ID SEMPLIFICATO Il riduttore di pressione riduce la pressione in aspirazione al compressore al valore di 1,5 barg, garantendo un valore di pressione costante in ingresso al compressore. Nel caso la pressione superi tale valore il sistema di controllo manda il compressore in shutdown. Come nella sezione precedente, i tre strumenti sono necessari per conoscere la portata massica elaborata dal compressore 85 Impianto idrogeno Pressure Regulator Technical data: • Operative inlet pressure: 5 barg • Set Outlet pressure: 1,5 barg • Cv: 0.02 • Maximum fluid temperature: 80 °C • Weight: 1.8 kg • Ports: 1/4’’ female NPT 86 Impianto idrogeno Pressure Regulator: Calcolo Cv richiesto • Per i gas occorre distinguere due casi: • Caso 1. Pressione assoluta a valle superiore al 50% della pressione assoluta di ingresso nella valvola 380 ∆ • Caso 2. Pressione assoluta a valle inferiore al 50% della pressione assoluta di ingresso nella valvola (efflusso critico) 205 Dove: • è la portata in Nm3/h è la pressione assoluta del gas all’ingresso della valvola in bar • è la pressione assoluta del gas a valle della valvola in bar • • d è il peso specifico del gas relativo all’aria (aria = 1; idrogeno = 0,089) • T è la temperatura assoluta (t + 273) in °C • ∆ è la pressione differenziale in bar Nel caso esaminato: 2,5 6 , , , 0,42 Caso 2 Si sceglie da catalogo la valvola con Cv immediatamente superiore a quanto calcolato pari a 0,02 87 Impianto idrogeno Trasmettitore di temperatura TT Technical data: • Temperature transmitter • Sensor: Thermocouple • Range: -250 to +400 °C • Communication: 4-20 mA • ATEX Available thermocouples types 88 Impianto idrogeno Trasmettitore di pressione PT Technical data: • Pressure transmitter • Range: [0; 10.34] bar • Temperature limits: -40 °C to +85 °C • Communication Protocol: 4-20 mA • Material: 316 SS • ATEX II 1G Ex ia IIC T5 89 Impianto idrogeno Trasmettitore di differenza di pressione Technical data: • Pressure difference transmitter • Material: 316 SS • Range: [0; 62,3] mbar • Temperature limits: -40 °C to +85 °C • Communication Protocol: 4-20 mA • ATEX II 2G Ex d IIC 90 Impianto idrogeno SEZIONE COMPRESSORE: P&ID SEMPLIFICATO Principal data Model Principal data MKZ 185-5 ∆ , [°C] 20-30 Suction capacity, [Nm3/h] 1,0 Cooling fluid Discharge pressure, [bar] 35 Cooling flowrate, [lt/h] 100 Suction pressure, [bar] 2,5 Leakage, [mbar lt/s] 10 Water 91 Impianto idrogeno Compressore idrogeno: dati principali Il compressore installato in HENERGIA è un compressore volumetrico a membrana prodotto da Hofer che garantisce una tenuta ermetica rispetto all’ambiente esterno; ciò permette di comprimere diversi gas pericolosi, fra cui l’idrogeno. Technical data Model MKZ 185-5 Fluid Idrogeno Suction capacity, [N / 1 Suction pressure, [bara] 2,5 Suction temperature, [°C] 20 Discharge pressure, [bara] 35 Pressure ratio 14 Leakage, [mbar l/s] 10 Mechanical power demand, [kW] 1,8 92 Impianto idrogeno Elementi di approfondimento sul compressore idrogeno Da slide 85 a slide 91 93 Approfondimento Compressori: Volumetrici vs Dinamici I compressori sono macchine operatrici che agiscono su fluidi comprimibili aumentandone la pressione Volumetrici Dinamici • rotativi • alternativi • centrifughi • assiali La compressione avviene per riduzione del volume in cui è contenuto il fluido all’interno della macchina Alla portata di fluido viene conferita energia cinetica che viene convertita in energia di pressione 94 Approfondimento Compressori: Volumetrici vs Dinamici Compressore a pistoni Compressori volumetrici Compressore a palette Compressore a lobi Compressore a vite Compressori dinamici Compressore centrifugo Compressore assiale 95 Approfondimento Compressori: Scelta della tipologia di compressore 10000 pu (bar) 1000 Volumetrici alternativi 100 Volumetrici rotativi 10 1 1 0 100 ∆p = pu-pi = salto di pressione Q = portata volumetrica Dinamici rotativi 1000 Q 10000 (m3/h) 100000 1000000 pu = pressione del fluido in mandata dal compressore pi = pressione del fluido in aspirazione al compressore 96 Approfondimento Compressore idrogeno: Funzionamento Un pistone si muove all’interno del cilindro generando la pressione dell’olio per il movimento della membrana. La membrana si trova all’interno dello spazio compreso fra il coperchio e una piastra forata montata nella flangia della testa. Entrambe le superfici hanno una forma concava e rappresentano lo spazio a disposizione per la corsa della membrana 1. Aspirazione. Durante l’operazione di aspirazione, la membrana si sposta verso la piastra forata a causa della riduzione della pressione dell’olio nel cilindro e la valvola di aspirazione si apre. L’aumento di volume a disposizione provocato dallo spostamento della membrana crea una riduzione di pressione che consente di richiamare gas attraverso la valvola di aspirazione all’interno della camera. 97 Approfondimento Compressore idrogeno: Funzionamento 2. Compressione. Terminata la fase di aspirazione, la valvola di aspirazione si chiude e si apre la valvola di scarico. Il movimento del pistone provoca un aumento di pressione dell’olio che, passando attraverso la flangia forata, sposta la membrana verso il coperchio. Riducendosi il volume a disposizione, la pressione del gas che viene scaricato aumenta progressivamente. 98 Approfondimento Compressore idrogeno: Funzionamento Il volume di olio nel cilindro deve essere garantito per tutta la vita di progetto del compressore per evitare malfunzionamenti durante il funzionamento. Non essendo note con precisione le perdite che si verificano fra le tenute meccaniche del pistone, la soluzione che si adatta è quella di compensare ad ogni corsa completa del pistone le perdite di olio attraverso una pompa di compensazione, calettata per motivi di sicurezza all’albero del compressore. Per evitare fenomeni di ritorno nel momento in cui nel cilindro è raggiunta un’elevata pressione, viene inserita una valvola di non ritorno. Pompa di compensazione Valvola di non ritorno 99 Approfondimento Compressore idrogeno: Funzionamento Poiché la portata rifornita dalla pompa è superiore a quella strettamente necessaria dovuta alle perdite di tenuta, nella fase di compressione si potrebbe verificare una sovrappressione eccessiva che danneggerebbe i componenti del compressore. Per evitare questa situazione viene inserita una overflow valve nella parte superiore del compressore che scarica la sovrappressione che si verifica nella fase di compressione. Il valore di set può essere tarato manualmente ad un valore pari circa al 10 % superiore rispetto alla pressione di mandata del gas, andando a settare la molla di contrasto Overflow valve 100 Impianto idrogeno Fine Approfondimento 101 Impianto idrogeno Compressore idrogeno: P&ID Circuito idrogeno Circuito acqua Circuito olio 102 Impianto idrogeno Compressore idrogeno: P&ID circuito gas 103 Impianto idrogeno Valvola a sfera di intercettazione HV1 La valvola di intercettazione HV1 garantisce l’intercettazione del flusso di idrogeno al compressore in caso di fermo impianto dovuto a manutenzione programmata o ad una riparazione a seguito di un guasto. Materials list 1 Body 2 Body cap 3 Ball 4 Shaft 5 Packing 6 Seat rings 7 Wrench 8 Wrench nut 104 Impianto idrogeno Filter F1 Il filtro in aspirazione al compressore garantisce che il fluido elaborato non contenga particelle che potrebbero danneggiarlo. Technical data: • Filter element designator: 10 micron • Effective filtration area: 0,0011 m2 105 Impianto idrogeno Filter F1 Filter element designator: 10 micron Effective filtration area: 0,0011 m2 , 909 / Hydrogen flowrate: 1Nm3/h 106 Impianto idrogeno Pressure Gauge P1 Il manometro P1 inserito in aspirazione al compressore serve per garantire all’operatore il monitoraggio visivo della pressione in aspirazione al compressore. Technical data: • Pressure range: 0-6 bar • Environment temperature: -40 to +60 °C (without liquid filling); -20 to +60 (gauges wiyh glycerine – per applicazioni caratterizzate da vibrazioni o carichi dinamici) • Fluid temperature: +200 (without liquid filling); +100 °C (with liquid filling) • Temperature effect: max. +/- 0,4%/10K of full scale • Ingress protection: IP 65 107 Impianto idrogeno Pressure switch PS1 Il pressure switch è un interruttore che si apre o si chiude in funzione della misura monitorata e della pressione di set point definita. Il pressure switch PS2 viene inserito in aspirazione al compressore e serve per evitare situazioni di funzionamento anomalo nel caso di pressione in aspirazione al di sotto di un certo valore. Nel caso in cui la pressione scenda al di sotto del valore di set imposto di 0,5 barg il pressure switch assicura lo spegnimento del compressore. È possibile modificare il set point del pressure switch andando a tarare la molla di contrasto presente nello strumento. Technical data: • Diaphragm pressur switch • Pressure range: -1 to +5 bar • Environment temperature range: -40 to +85 °C • Fluid temperature range: -30 to +85 °C • Supply voltage: 24V • Material: 316 Stainless steel • Ingress Protection: IP 65 • ATEX II 2G Ex d II C 108 Impianto idrogeno Pressure switch PS1 109 Impianto idrogeno Elementi di approfondimento sulle caratteristiche dei trasduttori Da slide 103 a slide 104 110 Approfondimento Caratteristiche dei trasduttori Il corretto esercizio di un impianto industriale non può rinunciare alla corretta scelta dei componenti che sono presenti e che sono necessari al controllo ed al monitoraggio del processo industriale di interesse (valvole e strumenti di misura). In particolare per i trasduttori occorre tenere conto di alcune caratteristiche indicate nei datasheets dei costruttori nel momento della loro scelta. Una scelta sbagliata potrebbe comportare il comportamento erroneo o il fallimento del sistema di controllo. 1. Range di funzionamento: è l’intervallo di valori che può assumere la grandezza che deve essere trasdotta. 2. Tempo di risposta: è il tempo impiegato dal trasduttore per adeguare la rilevazione della grandezza in ingresso al nuovo valore che assume quando tale grandezza subisce una variazione. 3. Fondoscala: è il valore massimo della grandezza misurata che lo strumento può misurare. 4. Risoluzione: è la minima variazione della grandezza in uscita che il trasduttore può fornire a fronte di una variazione della grandezza in ingresso rispetto alla massima escursione che la stessa grandezza può assumere in uscita ∆ ∆ 5. Sensibilità: è il legame che esiste tra la variazione ∆ , della grandezza in ingresso e la variazione ∆ della grandezza in uscita. 6. Campo di misura: è la differenza fra valore massimo e minimo misurabili dallo strumento. 111 Approfondimento Caratteristiche dei trasduttori 7. Span: è la differenza fra il valore massimo e minimo da noi impostati. 8. Isteresi: rappresenta il fatto che lo stesso valore della variabile misurata venga letto in maniera differente a seconda che la variabile stia crescendo o diminuendo. Misura Variabile 9. Offset di uscita: è il valore fornito dallo strumento quando la variabile controllata è nulla. 10. Ripetibilità: è la capacità dello strumento di dare in uscita lo stesso valore rispetto alla variabile in ingresso in condizioni particolarmente gravose. 11. Precisione: è rappresentativo dell’incidenza che l’intervallo di confidenza ha nei confronti della misura stessa. 12. Range ability o Turndown: è il rapporto tra fondo scala e il minore valore dello span per il quale sono validi i dati di accuratezza e precisione. 13. Classe dello strumento: è il rapporto tra l’errore massimo assoluto che il costruttore garantisce per quello strumento rispetto al valore di fondoscala. Uno strumento di classe 1 significa che commette al massimo un errore del 1% rispetto al fondoscala. 112 Impianto idrogeno Fine Approfondimento 113 Impianto idrogeno Compressore idrogeno: P&ID circuito gas 114 Impianto idrogeno Condizioni in uscita dal compressore Le condizioni del fluido in uscita dal compressore sono fondamentali per scegliere correttamente gli strumenti sulla linea a valle dello stesso: • Portata: 1Nm^3/h • Pressione: 35 bar Per calcolare la temperatura occorre conoscere alcuni importanti parametri fra cui il rendimento di compressione del compressore, 0.7 : 293.15 35 2.5 , . . 877.39 604.24° 115 Impianto idrogeno Condizioni in uscita dal compressore All’interno del compressore si ha un primo raffreddamento ad acqua che riduce la temperatura del gas in uscita dal compressore: 1 / 14,304 / , 604,24° , , 36,0° 19,5° , , 20,0° La portata di acqua da inviare al compressore per il raffreddamento è: G G c , T , T , , T T , , 0,083 3600 14304 4186 604,24 20,0 19,5 36,0 0,0895 kg s 5,37l/min 116 Impianto idrogeno Temperature Switch TS1 Il temperature switch come il pressure switch è un interruttore che si apre o si chiude in funzione della misura monitorata e della temperatura di set point definita. Il temperature switch TS1 viene inserito nella mandata del compressore e serve per inviare al sistema di controllo un allarme di altissima temperatura (200°C) e per provvedere allo spegnimento del compressore. • Range di temperatura: 160 – 315 °C • Temperatura ambiente: -40 °C to +75°C • Voltage supply: 24V • ATEX 2 IIG Ex d IIC T6 117 Impianto idrogeno Scambiatore di calore W1 Per garantire la corretta temperatura in ingresso alle fuel cell è necessario effettuare un ulteriore raffreddamento a valle del compressore che asporti parte della potenza termica derivante dal processo di compressione. Si adotta uno scambiatore di calore acqua-gas. 118 Impianto idrogeno Raffreddamento tramite scambiatore All’interno del compressore si ha un primo raffreddamento ad acqua che riduce la temperatura del gas in uscita dal compressore: 1 / 14,304 / , 36,0° , , 21,0° 19,5° , , 19,7° La portata di acqua da inviare allo scambiatore per il raffreddamento è: G G c , T , T , , T T , , 0,083 14304 36 21,0 3600 19,7 19,5 4186 0,006 kg s 0,35l/min 119 Impianto idrogeno Compressore idrogeno: P&ID circuito gas 120 Impianto idrogeno Temperature gauge T2 L’indicatore di temperatura T2 installato a valle dello scambiatore di calore garantisce all’operatore di poter osservare direttamente sul processo la temperatura del gas idrogeno in uscita dallo skid compressore. Technical data: • Range di temperatura: 0-80 °C • Material: Stainless steel • Dial Diameter: 80 mm 121 Impianto idrogeno Non return valve RV1 Per evitare che il gas, uscito dallo skid compressore, possa refluire all’indietro viene inserita una valvola di non ritorno RV1 DN6 PN 500. 122 Impianto idrogeno Compressore idrogeno: P&ID circuito gas 123 Impianto idrogeno Safety Valve SV1 Per evitare che un aumento anomalo della pressione del gas danneggi i componenti presenti nel circuito in aspirazione al compressore viene inserita una valvola di sicurezza SV1 tarata a 5 barg. Technical data: • Working temperature: -196 to +150 °C • Nominal size: 1/2’’ • Orifizio: 6.0 • Set pressure range: 1.0 to 55.0 bar • Height, H: 70 mm • Lenght, L1: 17 mm • Lenght, L2: 13 mm • Weight: 0.22 kg • Coefficient of discharge from 3.0 bar: 0.42 124 Impianto idrogeno Safety Valve SV1 Technical data: • Set Pressure: 5 barg • Nominal size: 1/2’’ • Orifice: 6.0 • Coefficient of discharge from 3.0 bar: 0.42 Il valore trovato in tabella rappresenta la capacità di scarico in m3/h considerando come fluido aria a 0°C e 1013,25 mbar. 125 Impianto idrogeno Pressure Gauge P5 Technical data: • Pressure range: 0-60 bar • Environment temperature range: -40 to +60 °C (without liquid filling); -20 to +60 (gauges wiyh glycerine – per applicazioni caratterizzate da vibrazioni nella linea o carichi dinamici) • Max. fluid temperature: +200 (without liquid filling); +100 °C (with liquid filling) • Temperature effect: max. +/- 0,4%/10K of full scale • Ingress protection: IP 65 126 Impianto idrogeno Pressure switch PS6 Il pressure switch è un interruttore che viene aperto o chiuso in funzione della misura monitorata e della pressione di set point definita. Il pressure switch PS6 viene inserito a valle del compressore. Il pressure switch spegne il compressore quando il fluido raggiunge la pressione di 37 barg. Technical data: • Pressure range: 3,4-82 bar • Accuracy: +/- 1% del range di pressione definito • Temperature range: -40 to +75 °C • ATEX II 2G Ex d II C È possibile modificare il set point del pressure switch andando a tarare la molla di contrasto presente nello strumento. 127 Impianto idrogeno Safety Valve SV2 Per evitare che un aumento anomalo della pressione del gas danneggi i componenti presenti nel circuito a valle al compressore viene inserita una valvola di sicurezza, SV2, tarata a 40 barg. La valvola di sicurezza SV2 si attiva nel caso in cui l’intervento del pressure switch PS6 non ha evitato l’aumento di pressione. 128 Impianto idrogeno Compressore idrogeno: P&ID circuito gas L’inserimento di azoto nelle linee principali per la pulizia del circuito garantisce di non raggiungere condizioni di pericolo nel caso di fermo impianto per manutenzione e/o riparazioni, essendo l’azoto un gas inerte. 129 Impianto idrogeno Plug valve HV5 La valvola HV5 consente l’immissione in linea di azoto per le operazioni di pulizia e flussaggio necessarie. Technical data: • Plug valve • Size: 12 mm • Cv: 4,6 • Material: 316 SS 130 Impianto idrogeno Compressore idrogeno: Circuito olio 131 Impianto idrogeno Level switch LS2 Il level switch LS2 interviene, spegnendo il compressore nel caso in cui il livello all’interno del serbatoio sia al di sotto di un valore definito. Il level switch LS2 sfrutta un sensore capacitivo che riconduce le variazioni della capacità di alla variazione del livello di liquido. Technical data: • Rated operating distance: 5 mm • Nominal voltage: 8.2 V • Environment temperature: -25 to +70 °C • ATEX IG Ex ia IIC 132 Impianto idrogeno Level Indicator LI1 L’indicatore di livello serve per fornire all’operatore che si trova in campo un’informazione immediata relativamente al quantitativo di olio presente nel serbatoio. Technical data: • Fluid: Oil • Nominal pressure: max 0.5 bar • Fluid temperature: -20 to +80 °C • Mounted: vertically on the tank • Weight: 0.19 kg • Environment temperature: -20 to +80 °C 133 Impianto idrogeno Flow Indicator FI1 L’indicatore di flusso permette all’operatore in campo di verificare visivamente la presenza del flusso di olio. Technical data: • Fluid: Oil • Nominal pressure: 6 bar • Max flowrate: 40 l/min • Material: brass • Weight: 0.20 kg 134 Impianto idrogeno Compressore idrogeno: Circuito Acqua 135 Impianto idrogeno Flow Switch FS2 Il flow switch viene inserito per arrestare il compressore nel caso in cui la portata di acqua di raffreddamento sia al di sotto di un certo valore di progetto. Technical data: • Fluid: Water • Nominal pressure: 200 bar • Max flowrate: 20 l/min • Max fluid temperature: 120 °C • Voltage supply: • Average pressure losses: 0.5 bar at Gmax • Material: brass • Weight: 1.3 kg • ATEX II 1G Ex ia IIC 136 Impianto idrogeno SEZIONE COMPRESSORE: SEZIONE ACCUMULO 137 Impianto idrogeno Elettrovalvole VE Techhnical Data: • Solenoid valve • Normally closed and Normally Open • Material: brass • Response Time: 25 ms • Pressure Range: 0-64 bar • Kv: 2.5 • Electrical voltage: 24 Vdc • Electrical power: 240W • ATEX II 3 GD Ex nA IIC T3 138 Impianto idrogeno Serbatoio Descrizione Quantità Volume, [l] 80 Pressione di progetto, [barg] 50 Pressione di esercizio, [barg] 35 Pressione di prova idraulica, [barg] 1.5 x 7 = 10.38 Temperatura di esercizio, [°C] -5 / 40°C Temperatura di progetto, [°C] -20/+100 Peso, [kg] 110 Materiale AISI 316 L 139 Impianto idrogeno Safety relief valve Technical data: • Set Pressure: 55 barg • Coefficient of discharge: 0.95 • Overpressure: 10% 140 Impianto idrogeno SEZIONE FUELL CELL: P&ID La misura della portata in massa è ridondata tramite l’inserimento di un trasduttore massico di tipo Coriolis. La misura effettuata serve come confronto rispetto a quella effettuata con i tre strumenti, PT, TT e DPT Sulla linea di alimentazione della fuel cell sono posti due riduttori di pressioni per ottenere la pressione ottimale di alimentazione alla fuel cell. In tal modo è possibile adottare sulla linea di alimentazione alle fuel cell strumentazione meno costosa e più semplice. A valle di ciascun riduttore è inserita a protezione di tutta la componentistica una valvola di sicurezza 141 Impianto idrogeno Pressure Regulator Technical data: • Maximum inlet pressure: 68,9 bar • Inlet pressure: 35 bar • Outlet pressure: 3,5 bar • Pressure control range: 0 to 6.8 bar • Flow coefficiente: 0.02 • Maximum fluid temperature: 80 °C • Weight: 1.8 kg 142 Descrizione generale dell’impianto Safety relief valve Technical data: • Low pressure relief valve • Set Pressure: 5 bar La set pressure di una valvola di sicurezza è il valore di pressione al quale la valvola inizia a scaricare. 143 Impianto idrogeno Safety release valve Una buona regola pratica per una preliminare scelta di una valvola di sicurezza è di definire il set nel seguente modo: 0.9 5 0.9 4,5 Infatti, nonostante la valvola di sicurezza sia aperta, la pressione nel circuito in fase di scarico potrebbe raggiungere un valore pari al 110 % rispetto al valore di set point della valvola. Occorre tuttavia verificare la bontà della scelta, verificando le reali capacità di scarico della valvola, sulla base delle caratteristiche date dal costruttore. 144 Impianto idrogeno Trasmettitore di portata ad effetto Coriolis Technical data: • Portata massima misurabile: 6 Nm3/h • Accuratezza: +/- 0,35% • Ripetibilità: +/- 0,20% • Tensione di alimentazione: da 18 a 100 Vcc • Comunicazione: 4-20 mA • ATEX II 2G Exd IIC 145 Impianto idrogeno Pressure Regulator Technical data: • Maximum inlet pressure: 6,8 bar • Inlet pressure: 3,5 bar • Outlet pressure: 0,5 bar • Pressure control range: 0 to 0,68 bar • Flow coefficiente: 0.02 • Maximum fluid temperature: 80 °C • Weight: 1.8 kg 146 Impianto idrogeno Pressure switch Technical data: • Pressure range: 0,5 to 7,5 bar • Flow connection: 1/2’’ NPT • Ingress Protection: IP 65 • ATEX II 1GD EX ia IIC 147 Impianto idrogeno SEZIONE FUELL CELL: PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO Una cella a combustibile è un dispositivo elettrochimico che converte direttamente l’energia di un combustibile in elettricità e calore, senza passare attraverso cicli termici. Una cella è composta da due elettrodi separati da un elettrolita. Le reazione che avvengono agli elettrodi consumano idrogeno e ossigeno producendo acqua e corrente nel circuito esterno. L’elettrolita chiude il circuito elettrico, facendo passare gli ioni prodotti da una reazione e consumati dall’altra. → à 148 Impianto idrogeno SEZIONE FUELL CELL: DATI DI FUNZIONAMENTO MANUFACTURER: Reli-On Modello: T-1000 Tipologia: PEM FC Tipologia PEMFC Elettrolita Membrana polimerica Temperatura ottimale, [°C] 50-80 Pressione, [bar] 1-3 Taglia, [kW] 1-250 Rendimento 30-40% Densità di potenza, [mW/cm2] 700 Combustibile Idrogeno Max. impurezze CO<10 ppm 149 Impianto idrogeno SEZIONE FUELL CELL: EFFICIENZA , , , , % 150 Impianto idrogeno SEZIONE FUELL CELL: Possibili operazioni Una volta avviata la fuel cell, aprendo l’elettrovalvola di intercettazione presente nel circuito, si deve scegliere attraverso il quadro delle batterie quale batterie caricare durante la fase operativa. Una volta che una batteria è completamente carica, l’energia accumulata viene immessa in rete intervenendo sull’inverter dedicato. Il sistema è stato progettato in maniera da andare in blocco qualora l’operatore richieda una modalità di funzionamento non permessa (per esempio l’accensione di due fuel cell contemporaneamente). In questo caso, per poter far ripartire l’impianto, occorre tornare nelle condizioni di funzionamento permesse e attivare manualmente il funzionamento mediante il pulsante di accensione posto nel quadro delle fuel cell. 151 Impianto idrogeno SEZIONE FUELL CELL: Emergenze In caso di emergenza è presente il pulsante di emergenza delle fuel cell, così come il quadro di sgancio di elettrolizzatore e compressore. In tal modo l’operatore può intervenire in caso di situazione pericolosa arrestando l’impianto. 152 Agenda Descrizione generale dell’impianto HENERGIA Impianti fotovoltaici Impianto idrogeno Classificazione ATEX: Applicazione 153 Classificazione Atex: applicazione LA NORMATIVA ATEX (ATmosphères EXplosibles): Direttive Europee ATEX è il nome convenzionale che raggruppa due direttive dell’Unione Europea: 1. 94/9/CE per la regolamentazione di apparecchiature destinate all’impiego in zone a rischio di esplosione – la direttiva si rivolge ai costruttori di attrezzature destinate all’impiego in aree con atmosfera potenzialmente esplosive e si manifesta con l’obbligo di certificazione di questi prodotti 2. 99/92/CE per la sicurezza e la salute dei lavoratori in atmosfere esplosive – si applica negli ambienti a rischio di esplosione, dove impianti ed attrezzatture certificate sono messe in esercizio ed è quindi rivolta agli utilizzatori La direttiva 99/92/CE è relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive definite come «miscele con l’aria, a condizioni atmosferiche, di sostanze infiammabili allo stato di gas, vapori, nebbie o polveri in cui, dopo accensione la combustione si propaga all’insieme della miscela incombusta». La direttiva, recepita in Italia tramite il D.Lgs 233/03 e successivo D.Lgs. 9/4/2008, definisce che il datore di lavoro ripartisca in zone le aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive 154 Classificazione Atex: applicazione LA NORMATIVA ATEX (ATmosphères EXplosibles): Classificazione in zone La ripartizione in zone delle aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive segue la norma tecnica EN 60079-10. La procedura da seguire è la seguente: • Individuazione delle sorgenti di emissione (SE) • Assegnazione del grado di emissione alle sorgenti • Determinazione della portata di emissione del fluido analizzato (gas, vapore, liquido bassobollente o altobollente) • Calcolo del volume ipotetico di atmosfera potenzialmente esplosiva (Vz) intorno ad ogni SE • Calcolo della concentrazione media volumica (Xm%) • Valutazione del tempo di permanenza • Determinazione del tipo di zona individuata • Determinazione della forma di zona pericolosa • Determinazione dell’estensione della zona pericolosa • Inviluppo delle diverse zone pericolose 155 Classificazione Atex: applicazione Aree da classificare in HENERGIA Nella sezione idrogeno di HENERGIA occorre classificare le zone in cui sono installati i diversi componenti in maniera da adottare componenti idonei e certificati dal costruttore. Il metodo adottato è quello riportato nella Normativa IEC 60079-10. In particolare occorre analizzare tre zone: • Container 1: Locale di produzione e utilizzo idrogeno (container 2) che presenta: #1 elettrolizzatore (1Nm3/h), #3 fuel cell (1KW), tubing, valvole di intercettazione e strumentazione, impianto per la ventilazione del locale. • Container 2: #1 compressore idrogeno, tubazioni, valvole di intercettazione, strumentazione, impianto per la ventilazione. • Area esterna: #1 serbatoio (83 litri e pressione 35 bar), #1 serbatoio (270 litri e pressione 5 bar), valvole e giunzioni filettate per il tubing di trasporto dell’idrogeno, #1 bombola contenente idrogeno (14 litri e pressione 200 bar) con riduttore a 3.5 bar, sfiati idrogeno e ossigeno. 156 Classificazione Atex: applicazione Verifica del sistemi di ventilazione Nei due container viene garantita ventilazione artificiale mediante un sistema di ventilazione dedicato; in particolare si ha: • Container 1: sono presenti due impianti di estrazione in parallelo (ridondanza passiva) caratterizzati da una portata di 2000 m3/h ciascuno. • Container 2: sono presenti due impianti di estrazione in parallelo (ridondanza passiva) caratterizzati da una portata di 4000 m3/h ciascuno. • Area esterna: nell’ambiente esterno si considera ventilazione naturale. 157 Classificazione Atex: applicazione 1. Individuazione delle sorgenti di emissione Si considerano le seguenti sorgenti di emissione: Elenco delle sorgenti di emissione Cod. Descrizione Ubicazione SE 01 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in uscita dall’elettrolizzatore Locale produzione ed utilizzo SE 02 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in ingresso a monte del riduttore di pressione Locale produzione ed utilizzo SE 03 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in ingresso a valle del riduttore di pressione Locale produzione ed utilizzo SE 04 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in uscita dal compressore Locale compressione SE 05 Emissione di idrogeno in area esterna per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione Area esterna SE 06 Emissione di idrogeno in area esterna da valvola di sfiato Area esterna 158 Descrizione generale dell’impianto 2. Assegnazione del grado di emissione I gradi delle emissioni delle singole SE sono stabiliti sulla base della CEI EN 60079-10; vengono qui elencati in ordine decrescente di probabilità (frequenza e durata) di emissione della sostanza infiammabile nell’ambiente: • Emissione di grado continuo: emissione continua o per lunghi periodi • Emissione di grado primo: emissione periodica o occasionale durante il funzionamento normale • Emissione di grado secondo: emissione non prevista durante il normale funzionamento o che avviene solo raramente o per brevi periodi. 159 Classificazione Atex: applicazione 2. Assegnazione del grado di emissione Poiché l’emissione di ciascuna sorgente non è prevista ma può avvenire solo raramente durante il funzionamento, il grado di emissione di ciascuna sorgente è il secondo: Elenco delle sorgenti di emissione Cod. Descrizione Ubicazione Grado di emissione SE 01 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in uscita dall’elettrolizzatore Locale produzione ed utilizzo Secondo SE 02 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in ingresso a monte del riduttore di pressione Locale produzione ed utilizzo Secondo SE 03 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in ingresso a valle del riduttore di pressione Locale produzione ed utilizzo Secondo SE 04 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in uscita dal compressore Locale compressione Secondo SE 05 Emissione di idrogeno in area esterna per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione Area esterna Secondo SE 06 Emissione di idrogeno in area esterna da valvola di sfiato Area esterna Secondo 160 Classificazione Atex: applicazione 3. Determinazione della portata di emissione della sorgente Per ciascuna sorgente di emissione occorre calcolare la portata di emissione [kg/s] secondo IEC 60079- 10. Nel caso di emissione di gas in singola fase si applica la seguente: Dove: • è il rapporto fra i calori specifici cp/cv (1,41 per l’idrogeno) • è dato da 1⁄ 1 • P è la pressione assoluta del processo in Pa • R è la costante universale dei gas, (8314 J/kmolK) • T è la temperatura assoluta in K • M è la massa molare in kg/kmol • C è il coefficiente di efflusso (fornito dal costruttore oppure 0,97 per valvole di sfioro e sicurezza, 0,8 per altro). • A è l’area della sorgente di emissione in m2 • rapporto critico del flusso. 161 Classificazione Atex: applicazione 3. Determinazione della portata di emissione della sorgente Il calcolo della portata di emissione può essere effettuata nel caso siano note le dimensioni dei fori di emissione derivanti da guasti; la norma IEC 60079 definisce alcuni valori in funzione dell’elemento che ha causato la rottura: 162 Classificazione Atex: applicazione 3. Determinazione della portata di emissione della sorgente SE 1 Sorgente SE1 (Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in uscita dall’elettrolizzatore): , , , , , , , , , , , , , , , , , , / 163 Classificazione Atex: applicazione 2. Determinazione della portata di emissione della sorgente Riepilogo: Elenco delle sorgenti di emissione Cod. Descrizione Ubicazione Portata [kg/s] SE 01 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in uscita dall’elettrolizzatore Locale produzione ed utilizzo 2,07 x 10^(-5) SE 02 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in ingresso a monte del riduttore di pressione Locale produzione ed utilizzo 2,07 x 10^(-5) SE 03 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in ingresso a valle del riduttore di pressione Locale produzione ed utilizzo 1,22 x 10^(-5) SE 04 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in uscita dal compressore Locale compressione 4,34 x 10^(-4) SE 05 Emissione di idrogeno in area esterna per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione Area esterna 4,34 x 10^(-5) SE 06 Emissione di idrogeno in area esterna da valvola di sfiato Area esterna 1,53 x 10^(-5) 164 Classificazione Atex: applicazione 3. Calcolo del volume potenzialmente esplosivo intorno a ciscuna sorgente Per distanza pericolosa si definisce la distanza dalla sorgente di emissione a partire dalla quale la concentrazione dei gas è inferiore a : Dove: • è la portata emessa in kg/s • è il rapporto fra i calori specifici cp/cv (1,41 per l’idrogeno) • è dato da • 1⁄ 1 fattore di sicurezza che vale 0,25-0,5 per fonti di emissione continua e 0,5-0,75 per fonti di emissione di secondo grado • LELv è il limite inferiore di esplodibilità in % su vol • T è la temperatura assoluta in K • M è la massa molare in kg/kmol • c è il coefficiente di efflusso (fornito dal costruttore oppure 0,97 per valvole di sfioro e sicurezza, 0,8 per altro). • rapporto critico del flusso. 165 Classificazione Atex: applicazione 3. Calcolo del volume potenzialmente esplosivo intorno a SE 1 Sorgente SE1 (Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in uscita dall’elettrolizzatore): , , , La distanza , , , , , , , calcolata viene arrotondata alla prima cifra significativa, oppure in caso di evidenti incertezze di calcolo si moltiplica quanto calcolato per un fattore correttivo pari a 1,2. 166 Classificazione Atex: applicazione 2. Calcolo del volume potenzialmente esplosivo Riepilogo: Elenco delle sorgenti di emissione Cod. Descrizione Ubicazione Distanza SE 01 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in uscita dall’elettrolizzatore Locale produzione ed utilizzo 76 cm SE 02 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in ingresso a monte del riduttore di pressione Locale produzione ed utilizzo 76 cm SE 03 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in ingresso a valle del riduttore di pressione Locale produzione ed utilizzo 49 cm SE 04 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in uscita dal compressore Locale compressione 5,80 m SE 05 Emissione di idrogeno in area esterna per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione Area esterna 184 cm SE 06 Emissione di idrogeno in area esterna da valvola di sfiato Area esterna 58 cm 167 Classificazione Atex: applicazione 4. Ventilazione Grado di ventilazione Il grado di ventilazione è indicativo della quantità di aria di ventilazione che investe la SE in rapporto alla quantità di sostanze infiammabili emesse nell’ambiente; tale ventilazione può limitare la presenza di atmosfera esplosiva o ridurne il tempo di permanenza al cessare dell’emissione. • Sono definiti tre gradi di ventilazione: 1. Grado di ventilazione alto (VH): quando la ventilazione è in grado di ridurre la concentrazione in prossimità della SE in modo praticamente istantaneo, limitando la concentrazione al di sotto del limite inferiore di esplodibilità (LEL) 2. Grado di ventilazione medio (VM): quando la ventilazione è in grado di controllare la concentrazione, determinando una zona limitata stabile, sebbene l’emissione sia in corso, e dove l’atmosfera esplosiva per la presenza di gas non persista eccessivamente dopo l’arresto dell’emissione. 3. Grado di ventilazione basso (VL): quando la ventilazione non è in grado di controllare la concentrazione mentre avviene l’emissione e/o non può prevenire la persistenza eccessiva di un’atmosfera esplosiva dopo la fine dell’emissione. 168 Classificazione Atex: applicazione 4. Ventilazione Efficacia di un sistema di ventilazione L’efficacia di un sistema di ventilazione è tuttavia legato anche alla disponibilità dell’impianto. • Si distingue in: 1. Ventilazione buona: quando la ventilazione è presente con continuità 2. Ventilazione adeguata: quando la ventilazione è presente durante il normale funzionamento ma dove sono ammesse interruzioni poco frequenti e comunque brevi 3. Ventilazione scarsa: quando la ventilazione non è in grado di soddisfare i requisiti per essere considerata buona o adeguata ma dove comunque non sono previsti interruzione di lunga durata La quantificazione della portata di ventilazione è determinata per tentativi, ovvero si verifica quale sia la classificazione risultante per un dato ambiente in certe condizioni di ventilazione. Se la classificazione non è ritenuta adeguata si aumenta la ventilazione 169 Classificazione Atex: applicazione 4. Ventilazione Grado di ventilazione Portata di ventilazione minima: Per ogni sorgente di emissione occorre calcolare la portata di ventilazione minima affinché nel locale non si raggiunga la concentrazione di esplodibilità: , Dove: • • • • , è la portata minima di ventilazione richiesta in m3/s è la portata di emissione in kg/s k è un fattore di sicurezza pari a 0,25 per emissioni di primo grado e 0,5 per emissioni di secondo grado è il limite inferiore di esplodibilità in kg/m3. Per idrogeno 0,003328 kg/m3 170 Classificazione Atex: applicazione 4. Ventilazione Grado di ventilazione Portata di ventilazione minima: Si considera la sorgente SE1: , , , , 171 Classificazione Atex: applicazione 4. Ventilazione Grado di ventilazione Calcolo del numero di ricambi d’aria: Dove: • C è il numero di ricambi orari [#/h] • V è il volume considerato Per il container 1 si ha: , # 172 Classificazione Atex: applicazione 4. Ventilazione Grado di ventilazione Valutazione del tempo di persistenza dell’atmosfera esplosiva: , Dove: • rappresenta l’effettivo ricambio d’aria in prossimità della sorgente • C è il numero di ricambi orari • Xo è la concentrazione iniziale che può essere assunta pari a 1 per semplificare i calcoli • F è un parametro che tine conto dell’efficacia della ventilazione e vale 1 nel caso ideale oppure 5 in presenza di ostacoli Nel caso di ambienti aperti, in cui non si ha convezione forzata, la Norma propone la seguente correlazione: , , 173 Classificazione Atex: applicazione 4. Ventilazione Grado di ventilazione Valutazione del tempo di persistenza dell’atmosfera esplosiva: esempio SE1 , , , Poiché il volume , , , , è inferiore al volume del locale (90 m3) ma è maggiore di 0,1 si può considerare un grado di ventilazione medio per il container 1. 174 Classificazione Atex: applicazione 4. Ventilazione Grado di ventilazione: Riepilogo Elenco delle sorgenti di emissione Cod. Descrizione Disponibilità impianto di ventilazione Grado di ventilazione SE 01 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in uscita dall’elettrolizzatore Buona Medio SE 02 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in ingresso a monte del riduttore di pressione Buona Medio SE 03 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in ingresso a valle del riduttore di pressione Buona Medio SE 04 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in uscita dal compressore Buona Medio SE 05 Emissione di idrogeno in area esterna per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione Buona Medio SE 06 Emissione di idrogeno in area esterna da valvola di sfiato Buona Medio 175 Classificazione Atex: applicazione 4. Ventilazione Efficacia di ventilazione Valutazione dell’efficacia del sistema di ventilazione per la sorgente SE1 Poiché la ventilazione nel Container contenente la sorgente SE 1 è continua, per la sorgente SE 1 si può considerare un’efficacia del sistema di ventilazione buona. 176 Classificazione Atex: applicazione 4. Ventilazione Efficacia del sistema di ventilazione: Riepilogo Elenco delle sorgenti di emissione Cod. Descrizione Ubicazione Efficacia del sistema di ventilazione SE 01 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in uscita dall’elettrolizzatore Locale produzione ed utilizzo Buona SE 02 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in ingresso a monte del riduttore di pressione Locale produzione ed utilizzo Buona SE 03 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in ingresso a valle del riduttore di pressione Locale produzione ed utilizzo Buona SE 04 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in uscita dal compressore Locale compressione Buona SE 05 Emissione di idrogeno in area esterna per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione Area esterna Buona SE 06 Emissione di idrogeno in area esterna da valvola di sfiato Area esterna Buona 177 Classificazione Atex applicazione 5. Classificazione in zone • ZONA 0: Luogo in cui un’atmosfera esplosiva costituita da una miscela di aria e sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia è presente continuamente, o per lunghi periodi, o frequentemente. • ZONA 1: Luogo in cui è probabile che un’atmosfera esplosiva, costituita da una miscela di aria e sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia, si presenti occasionalmente durante il funzionamento normale. • ZONA 2 : Luogo in cui è improbabile che un’atmosfera esplosiva, costituita da una miscela di aria e sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia, si presenti durante il normale funzionamento, ma che, se si presenta, persiste per un breve periodo. 178 Classificazione Atex: applicazione 5. Classificazione in zone In funzione del grado di emissione e delle caratteristiche del sistema di ventilazione è possibile individuare la tipologia di zona. Per esempio, per la sorgente SE 1 si ha: 179 Classificazione Atex: applicazione 5. Classificazione in zone Riepilogo: Elenco delle sorgenti di emissione: classificazione in zone Cod. Descrizione Tipo di zona SE 01 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in uscita dall’elettrolizzatore Zona 2 SE 02 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in ingresso a monte del riduttore di pressione Zona 2 SE 03 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in ingresso a valle del riduttore di pressione Zona 2 SE 04 Emissione di idrogeno all’interno del locale per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione in uscita dal compressore Zona 2 SE 05 Emissione di idrogeno in area esterna per foro di guasto su elementi di giunzione presenti sulla tubazione Zona 2 SE 06 Emissione di idrogeno in area esterna da valvola di sfiato Zona 2 180 Classificazione Atex: applicazione 5. Classificazione in zone: inviluppo delle varie zone 181 Classificazione Atex: applicazione LA NORMATIVA ATEX (ATmosphères EXplosibles): Componenti utilizzati Tutte le apparecchiature elettriche e non elettriche che devono essere installati negli ambienti classificati ATEX, devono essere conformi e certificati secondo la direttiva 94/9/CE Fra le apparecchiature elettriche: • Motore compressore • Elettrovalvole • Strumenti di misura come trasduttori dotati di alimentazione elettrica 182 Classificazione Atex: applicazione LA NORMATIVA ATEX (ATmosphères EXplosibles): Targhetta identificativa componenti Le apparecchiature conformi ATEX devono avere una targhetta d'identificazione che deve indicare, oltre ai dati richiesti dalla norma di prodotto applicabile, obbligatoriamente per ambienti con presenza di gas: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. Costruttore del prodotto Indirizzo del fabbricante Designazione del prodotto Data di costruzione del prodotto (identificazione lotto) Marchio CE Marchio per rispetto direttiva 94/9/CE Gruppo di costruzione elettrica in accordo con la Direttiva 94/9/CE ( I per costruzione destinata a miniere grisou tose; II per atmosfere esplosive diverse dal gruppo I) Categoria di appartenenza (1, 2 o 3) GAS Zona 0 Zona 1 Zona 2 Categoria 1G Idonea Idonea Idonea Categoria 2G - Idonea Idonea Categoria 3G - - Idonea Ambiente in cui è destinata la costruzione (G prodotto adatto al solo gas, D prodotto adatto alla sola polvere, GD prodotto adatto al gas e alla polvere) Conformità alle norme europee armonizzate Tipo di protezione attuato Indicazione del gruppo della costruzione elettrica adatta all’installazione in ambienti con presenza di gas in accordo a quanto definito dalla EN 60079-0. Le lettere A,B o C indicano la tipologia di gas presente nell’ambiente in cui il prodotto può essere installato. (C idrogeno) Indicazione della massima temperatura superficiale che può raggiungere la costruzione elettrica attraverso la classe di temperatura. Può in alternativa essere indicata la temperatura ambiente dove è possibile installare l’apparecchiatura Indicazione del livello di protezione del prodotto in presenza di gas. (Ga livello di protezione molto alto, Gb elevato, Gc normale) Indicazione che il prodotto è un componente ATEX Presenza di indicazione particolari aggiuntive 183 Classificazione Atex: applicazione LA NORMATIVA ATEX (ATmosphères EXplosibles): Targhetta identificativa componenti Esempio Per ambienti classificati II, Categoria di appartenenza 2, Prodotto adatto al gas e alla polvere Conformità alle norme europee, ‘’d’’ custodia a prova di esplosione Rispetto direttiva 94/9/CE Prodotto conforme alla presenza di etilene ed idrogeno, grado di protezione IP 65 (6:totalmente protetto contro le polveri – 5:prottetto contro i getti d’acqua) Conformità CE Data fabbricazione Temperatura ambiente Tensione di alimentazione. 24 V continua Condizioni del fluido di processo Designazione prodotto Potenza elettrica Fabbricante e indirizzo 184 Corso di Strumentazione e Automazione Industriale Modulo 7.2: Esercitazione Impianto Idrogeno Prof. Ing. Cesare Saccani Prof. Ing. Augusto Bianchini Dott. Ing. Marco Pellegrini Dott. Ing. Alessandro Guzzini Department of Industrial Engineering (DIN) - University of Bologna 185