Seconda parte [pdf 11 MB] - Valle Camonica

PARTESECONDA
PAG.99185
PARTE SECONDA
Il Sistema Informativo Territoriale
6. ANALISI DEL PATRIMONIO CULTURALE
6.1 Beni culturali, musei, ambiente,
archeologia, arte, storia, edifici
Nell’ambito del “Progetto delle conoscenze
del Sito”, è importante evidenziare che la Valle
Camonica possiede un ricco patrimonio storico
e culturale di immenso valore e assai articolato.
Percorsa dal fiume Oglio, è la più vasta delle
valli bresciane e, oltre all’arte rupestre, raccoglie importanti testimonianze di carattere storico, archeologico ed artistico, quali i siti archeologici di Cividate Camuno e Breno, testimonianze di rilievo della civiltà romana (ROSSI F.,
La media Valcamonica romana, in MARIOTTI V.
2004, Il teatro e l’anfiteatro di Cividate Camuno, Firenze), e Capo di Ponte, polo dell’arte rupestre, con gli innumerevoli altri siti dislocati dalla Bassa Valle (ad esempio, Luine di Darfo Boario Terme) alla Media, all’Alta, i vari castelli medievali, gli edifici religiosi, i centri storici (VIAZZI
L. 1979, Storia illustrata della Valcamonica, Torino; AA.VV. 1990, Conoscere la Valle Camonica, a
cura della Comunità Montana di Valle Camonica, edit. De Agostini, Novara) e le testimonianze della prima Guerra Mondiale (BELOTTI W.
2004, La guerra bianca: il suo territorio, le sue genti,
vol. I, Dallo Stelvio al Garda, Breno/Brescia).
Di un certo rilievo sono poi le testimonianze dell’attività mineraria per lo sfruttamento
degli affioramenti di siderite e calcopirite, conosciuti e coltivati dalla preistoria e protostoria (ad esempio, la miniera di Bienno-Campolongo: ANCEL et alii 2000) fino ad età moderna
(MACULOTTI G. 1988, I signori del ferro: attività
protoindustriali nella Valle Camonica dell’Ottocento, Breno; BONTEMPI F. 1989, Economia del ferro:
miniere, forni e fucine in Valle Camonica dal XV al
XIX secolo, Breno; FRANZONI O., SGABUSSI G.C.
1999, Le miniere della Valle Camonica. Fonti e territorio, Breno; Iidem 2000, La sorgente dei metalli.
Le miniere di Valle Camonica tra Otto e Novecento,
Breno). Si ricorda tra l’altro che le officine siderurgiche della Bassa Valle erano strettamente legate, per quanto concerne l’approvvigionamento della materia prima, alle miniere della vicina Valle di Scalve.
Nell’Alta Valle Camonica, a Malonno, si
conserva un antico forno fusorio, risalente all’incirca al XVI sec.: è uno dei più importanti
documenti di archeologia industriale in area
camuna e rappresenta una testimonianza tangibile di quell’«economia del ferro» che, tra il
XVI e il XIX secolo, rivestì un ruolo di primo
piano per la gente della Valle.
Da segnalare che di recente (2005) è stata
avviata dal Comune di Sellero la valorizzazione
di alcuni siti minerari, per i quali è prevista la
realizzazione di un Parco minerario in località
Carona, contigua al Parco Comunale di Arte
Rupestre.
Ancor viva è la tradizione dei mulini ad acqua, con macine in pietra locale utilizzate per
la produzione di farine, documentati fin dal
Medioevo in tutta la Valle, da Pisogne a Ponte
di Legno.
Per epoche più recenti sembra utile ricordare alcuni esempi di archeologia industriale,
come le storiche centrali elettriche dismesse di
Cedegolo (già aperta al pubblico) e della frazione di Isola, nel comune di Cevo: nell’ambito del recupero di queste testimonianze si segnala che il Comune di Sonico si sta attivando
per consentire l’apertura al pubblico della
Centrale Edison di Sonico.
99
Archeologia
In Valle Camonica, oltre all’arte rupestre
che costituisce il Bene peculiare della Valle e
che è stato iscritto nella Lista del Patrimonio
Mondiale dell’UNESCO (contrassegnato dai
Parchi elencati nel presente Piano di Gestione, Parte prima - Il Quadro di Riferimento Generale del Piano, Identificazione degli ambiti
territoriali, Ambito territoriale iscritto), sono
presenti altre importanti testimonianze archeologiche, eccezionalmente conservatesi,
che documentano la frequentazione dell’area
in epoca romana (Fig. 111). Per la civiltà romana è riconosciuta come polo particolarmente importante, per l’eccezionale qualità e
conservazione dei resti archeologici, l’area di
Cividate Camuno dove ha sede il Museo Nazionale della Valcamonica, dedicato alla civiltà
romana (Fig. 112), e dove sono valorizzate o
in corso di valorizzazione due aree archeologiche:
• il Parco Archeologico del Teatro e dell’Anfiteatro romano di Cividate Camuno (aperto nel 2003 a seguito di un Accordo di Programma tra la Regione Lombardia, il Mini-
stero per i Beni e le Attività Culturali ed il
Comune di Cividate Camuno, approvato il
9 febbraio 2005) (Fig. 113);
• il Parco Archeologico del Santuario di Minerva di Breno (in allestimento, apertura
prevista nel 2005-2006).
Denominazione
Tipologia
Proprietà
Museo Archeologico
Cividate Camuno
Nazionale della Valle Camonica
Archeologico
Statale
Museo Nazionale della
Preistoria della
Valle Camonica
Capo di Ponte
Archeologico
Statale (in corso di
realizzazione, apertura
prevista per il 2008)
Museo Etnografico
del ferro, delle arti e delle
tradizioni popolari
Bienno
Etnografico
Civico (riconosciuto come
Museo dalla D.G.R. 5
novembre 2004, n. 7/19262)
Mulino Museo
Bienno
Etnoantropologico
Privato
Museo Etnografico
Ossimo
Etnografico
Privato
Museo ’L Zuf
Vione
Etnografico
Civico
Museo Parrocchiale d’arte sacra Ponte di Legno
Artistico
Privato (ecclesiastico)
Museo della Guerra Bianca
in Adamello
Temù
Storico
Privato (riconosciuto
come Raccolta Museale dalla
D.G.R. 5 novembre 2004,
n. 7/19262)
Museo Civico Camuno
Breno
Composito
Civico (riconoscimento
rinviato alla conclusione dei
lavori di ristrutturazione;
rif. dalla D.G.R. 5 novembre
2004, n. 7/19262)
100
Comune
Inoltre nel maggio 2005 è stato inaugurato
il Parco Archeologico di Anvòia a Ossimo (Fig.
44), per la valorizzazione di un sito archeologico cerimoniale dell’età del Rame indagato tra
1988 e 2003 con uno scavo condotto dall’Università “Federico II” di Napoli su concessione
del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Sul sito sono posizionati calchi di alcuni dei
monoliti istoriati ivi rinvenuti.
Musei
Tra i musei presenti in Valle Camonica è
possibile distinguere tra musei che raccolgono
testimonianze archeologiche relative all’intera
Valle e musei a carattere locale, soprattutto etnografici, strettamente legati alle tradizioni
del territorio.
Elenco dei Musei per tipologia:
Denominazione
Comune
Tipologia
Proprietà
Museo d’auto e moto d’epoca
“Nostalgia Club”
Breno
Specializzato
Privato
Museo “Le fudine”
Malegno
Specializzato
Civico
Mostra permanente
“Camillo Golgi”
Corteno Golgi
Specializzato
Privato
Museo “Beato Innocenzo”
Berzo Inferiore
Casa-museo
Privato
Fig. 111. Cartina con i Parchi e i Musei archeologici della Valle Camonica.
101
Fig. 112. Cividate Camuno (BS), Museo Nazionale della Valcamonica.
Fig. 113. Cividate Camuno (BS), Parco Archeologico del
Teatro e dell’Anfiteatro Romano.
Tra i Musei civici o privati della Valle Camonica (esclusi pertanto i Musei Nazionali) solo
il Museo Etnografico del ferro, delle arti e delle tradizioni popolari di Bienno è stato riconosciuto provvisoriamente come Museo con Deliberazione della Giunta Regionale del 5 no102
vembre 2004, n. 7/19262; la medesima Deliberazione ha anche conferito il riconoscimento
di Raccolta Museale al Museo della Guerra
Bianca in Adamello a Temù.
Non è stata accolta la candidatura della
Collezione del Centro Camuno di Studi Preistorici di Capo di Ponte, perché non presentava le “caratteristiche peculiari di un istituto
museale”. Infatti le collezioni temporaneamente in studio presso il centro sono destinate, via
via, a conclusione dello studio, ad essere esposte nei musei di pertinenza.
Sembra importante ricordare il progetto di
realizzazione del Museo dell’Energia Idroelettrica di Valle Camonica a Cedegolo, che prevede il
recupero della Centrale e del sito per creare un
Polo Museale sul modello degli Science Center.
Alla base di questa iniziativa, che vedrà la
sua conclusione nel 2008, c’è la volontà di
conservare un edificio storico dell’industria
idroelettrica lombarda per farne un Centro di
diffusione della cultura scientifica, fornire al
grande pubblico conoscenze sulla produzione
di energie e sulle problematiche connesse e,
infine, conservare e valorizzare la memoria del
lavoro in ambiente montano.
Si segnalano anche, all’interno delle aree a Parco del sito Arte Rupestre (Figg. 114-115):
Denominazione
Comune
Tipologia
Proprietà
Museo Didattico della Riserva
Naturale Incisioni Rupestri
Ceto, Cimbergo e Paspardo
Ceto, loc. Nadro
Archeologico
Pubblico
(riconosciuto come Museo
dalla D.G.R. 5 novembre
2004, n. 7/19262).
Lo stabile è di proprietà
del Comune di Ceto (50%)
e del Consorzio (50%).
Antiquarium del Parco
Nazionale delle
Incisioni Rupestri
Capo di Ponte,
loc. Naquane
Archeologico
Statale
Suddivisione dei Musei della Valle Camonica per tipologia della proprietà:
Musei statali
Musei civici
Musei privati
Totale Musei
3
5
7
15
Dalla tabella si evince una considerevole componente di iniziativa privata, indice del forte interesse della comunità valliva per la salvaguardia e la conservazione delle tradizioni locali.
Suddivisione dei Musei della Valle Camonica per tipologia delle collezioni:
Archeologico
Artistico
Casa-museo
Composito
Etnografico
Specializzato
Storico
4
1
1
1
4
3
1
Si ricordano infine strutture private che,
per il loro carattere eminentemente didattico
e per l’assenza al loro interno di collezioni di
materiale archeologico, non possono rientrare nella lista dei musei sopra proposta, sebbene svolgano attività divulgativa, rivolta soprattutto alle scolaresche, da considerare in certo
senso complementare alla visita ai siti e ai Musei; alle due dedicate all’archeologia sperimentale, di recente si è aggiunto un terzo
centro didattico sui temi ambientali, come di
seguito elencato:
Edifici di interesse storico, artistico e architettonico
Nell’ambito del ricco patrimonio che vanta
oltre duecento strutture (All. 6, Elenco del Patrimonio storico artistico diffuso), di grande pregio,
sia per il valore architettonico sia per le opere
d’arte che ospitano, si distinguono alcuni edifici di carattere religioso, ad esempio:
• l’oratorio dei Disciplini a Montecchio di
Darfo Boario Terme (secc. XIV-XV)
• la chiesa di S. Maria Assunta di Esine (sec.
XV)
Denominazione
Comune
Tipologia
Proprietà
Museo Didattico d’Arte
e Vita Preistorica
e Archeodromo
Capo di Ponte,
loc. Cemmo
Didattico
Privato
Archeopark
Darfo Boario Terme
Didattico
Privato
Graffiti Park
Capo di Ponte
Didattico
Privato
103
Figg. 114-115. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte (Naquane, BS). L’Antiquarium.
104
Fig. 116. Capo di Ponte (BS). Il monastero di S. Salvatore (sec. XI).
• la chiesa di S. Maria Annunciata a Bienno
(secc. XV-XVI)
• la chiesa di S. Maria della Neve a Pisogne
(sec. XVI)
• la chiesa di S. Antonio a Breno (secc. XIVXVI)
• il monastero di S. Salvatore a Capo di Ponte (sec. XI) (Fig. 116)
• la pieve di S. Siro a Capo di Ponte (sec. XI)
(Fig. 117)
Grande interesse storico rivestono anche le
vestigia di alcuni castelli medievali:
• il Castello di Gorzone (Darfo Boario Terme)
• il Castello di Breno
• il Castello di Lozio
• il Castello di Cimbergo
Inoltre molti comuni della Valle conservano nuclei storici che ricalcano perfettamente
gli impianti urbanistici ed architettonici di
epoca medievale.
Ambiente
Le aree naturali protette, che rappresentano un’altra importante risorsa ambientale e
turistica della Valle Camonica, comprendono
diverse realtà:
Fig. 117. Capo di Ponte (BS). La pieve di S. Siro (sec. XI).
105
• la Riserva Naturale Regionale del Giovetto
a Borno (675 ha)
• il Parco di Interesse Sovracomunale del Lago Moro ad Angolo terme e Darfo Boario
Terme (430 ha)
• il Parco di Interesse Sovracomunale del
Barberino a Cividate Camuno (106 ha)
• il Parco Regionale dell’Adamello (51.000
ha) (Figg. 118-119)
• la Riserva Naturale Regionale delle Valli di
S. Antonio a Corteno Golgi (256 ha)
• il Parco Nazionale dello Stelvio (134.620
ha)
Si osserva che la Riserva Naturale del Giovetto si estende in parte anche nella provincia di
Bergamo; la parte lombarda del Parco Nazionale dello Stelvio, compresa nelle province di
Sondrio e Brescia, ha un’estensione di 60.126
ettari (la restante parte si sviluppa nel TrentinoAlto Adige).
Fig. 118. Il Lago d’Arno dal Passo di Campo, m. 2288 slm
(da V. MARTINELLI, Adamello. Il tempo dei pionieri, Bolzano,
1992, p. 123).
Altre risorse legate all’ambiente sono costituite dagli Osservatori, tra i quali si segnalano
l’Osservatorio Eco-Faunistico Alpino dell’Aprica e l’Osservatorio Faunistico al Rifugio Baitone, nel massiccio dell’Adamello (comune di
Sonico).
Inoltre si ricorda che all’Orto Botanico di
Paisco, l’unico finora allestito in Valle, si dovrebbe a medio termine aggiungere l’Orto Botanico progettato ad Angolo Terme, all’interno del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Lago Moro.
Da tutto il quadro sopra delineato emerge
che attualmente non esistono in Valle forme
diffuse di gestione in rete dei suddetti beni e
di integrazione di risorse, attività ed esperienze.
Nel Piano di Sviluppo Socio Economico
della Comunità Montana di Valle Camonica,
2001 (Volume I, pag. 76), viene citato il Sistema Museale della Valle Camonica, con il Museo Camuno di Breno come punto di riferimento: ad oggi però il Museo di Breno è in fase di riallestimento per il trasferimento in una
nuova sede più adeguata e pertanto ha sospeso da alcuni anni le sue attività.
La stessa procedura di riconoscimento del
Museo (Deliberazione Giunta Regionale del
20 dicembre 2002, n. 11643 “Criteri e linee
106
Fig. 119. Baita presso “La Todesca” (da V. MARTINELLI,
Adamello. Il tempo dei pionieri, Bolzano, 1992, p. 203).
guida per il riconoscimento dei musei e delle
raccolte museali in Lombardia, nonché linee
guida sui profili professionali degli operatori
dei musei e delle raccolte museali in Lombardia, ai sensi della L.r. 5 gennaio 2000, n. 1,
comma 130-131”) è stata rinviata al completamento dei lavori e all’avvio del servizio secondo i nuovi indirizzi nazionali e regionali come
indicato nella Deliberazione della Giunta Regionale del 5 novembre 2004, n. 7/19262.
Attualmente (2005) non è stato ancora definito il Sistema Museale della Valle Camonica,
previsto dalla vigente normativa regionale.
6.2 Cultura materiale: artigianato, prodotti
tipici, risorse naturali
La Valle Camonica vanta una lunga storia,
testimoniata direttamente dall’iconografia rupestre, di utilizzo e sfruttamento delle risorse
del territorio, che hanno consolidato attività
produttive, usi, modalità organizzative del lavoro e della vita particolarmente significativi e
ancora oggi documentati in un ricco patrimonio di siti industriali, tradizioni, prodotti tipici.
La lavorazione del ferro (Figg. 120-121),
tuttora praticata soprattutto nella Media Valle
(si ricordino le fucine-museo di Bienno) ha segnato per secoli non solo l’economia ma il
paesaggio stesso della Valle Camonica: si tratta
di una attività millenaria praticata già nella
protostoria e sviluppata in seguito dai Romani.
Le miniere, i forni, le fucine, le industrie siderurgiche erano distribuite, prima delle gravi
crisi produttive degli anni ’80 e ’90 del XX secolo che hanno notevolmente ridimensionato il
peso economico e sociale del comparto, lungo
tutto il corso della Valle, e rappresentavano la
produzione principale (e di interesse persino
internazionale) dell’intero territorio camuno.
Oggi la tradizione dei magli è particolarmente
documentata nel bellissimo borgo di Bienno
(Fig. 122), dove sono state allestite varie fucinemuseo, fino a poco tempo fa ancora produttive.
Importante a tale proposito anche lo sforzo
di valorizzazione della tradizione mineraria in
corso a Sellero, con l’allestimento di specifici
siti e percorsi.
La lavorazione della pietra, come quella del
legno (documentata da prodotti di alto livello
artistico tra il XV ed il XVIII secolo), sembra
sostanziare la storia stessa di questa Valle, dalla
preistoria ai giorni nostri, ed è evidente senza
dubbio in alcune ferite inferte al territorio, ma
anche nella qualità degli edificati, delle opere
monumentali, nel pregiato lavoro artistico reso possibile dalla presenza di queste produzioni (Fig. 123). Le cave di marmo di Vezza d’Oglio (già in uso in età romana) si affiancavano
ai forni per la produzione di calce – calchère –
particolarmente attivi nell’area della Concarena, alle varie cave di pietra distribuite sul territorio, fornendo un reticolo di attività imprenditoriali significative anche se non preponderanti. Oggi la lavorazione della pietra e del
Figg. 120-121. La lavorazione del ferro: catenacci con
piastra lavorata e inferriata (da W. BELOTTI, I segni dell’Uomo. Alla scoperta dell’architettura rurale nelle valli camune del
Parco Nazionale dello Stelvio, Breno-BS, 2005, pp. 119, 127).
107
legno è ricondotta in Valle Camonica soprattutto al livello artigianale, anche di artigianato
artistico, ed è valorizzata da specifiche forme
associative.
L’industria idroelettrica è un altro significativo segmento della produzione locale, a supporto dello sviluppo siderurgico un tempo e
ora autonoma e significativa risorsa produttiva. Le centrali di Sellero e Edolo rivestono una
valenza nazionale e sono sostenute da un vastissimo circuito di canali, dighe, bacini artificiali che hanno profondamente mutato il paesaggio naturale, soprattutto in quota. La centrale di Edolo è oggi visitabile da parte del
pubblico che può disporre di visite guidate ad
una delle centrali sotterranee più grandi e rilevanti d’Europa. Parimenti tutta la tradizione
del lavoro idroelettrico verrà raccolta e sintetizzata nel nuovo Museo dell’Industria Idroelettrica in fase di realizzazione nella ex “Centrale Bresciana” alle porte di Cedegolo, nell’ambito del Museo provinciale dell’Industria
e del Lavoro intitolato ad E. Battisti.
Sicuramente la lavorazione della terra e
Fig. 122. Bienno (BS), maglio storico.
Fig. 123. La lavorazione del legno. Scala di accesso e ballatoio in legno finemente lavorata (da W. BELOTTI, I segni
dell’Uomo. Alla scoperta dell’architettura rurale nelle valli camune del Parco Nazionale dello Stelvio, Breno-BS, 2005, p. 75).
108
l’allevamento degli animali hanno rappresentato per millenni, insieme alla caccia, il contesto fondamentale e quasi esclusivo dell’economia camuna, fonti uniche di sussistenza per le
popolazioni locali (Figg. 124-127).
Per certi versi oggi, soprattutto dopo la crisi
dell’industria siderurgica, si assiste ad un nuovo graduale ritorno all’agricoltura, temperato
da un approccio più scientifico, meno improvvisato, più appropriato alle caratteristiche del
territorio, volto a valorizzare le risorse specifiche e le valenze tradizionali della Valle. Numerosi enti e sodalizi locali sono da tempo impegnati non solo in un’opera di valorizzazione
dei prodotti ma anche di recupero delle tradizioni e delle varietà tipiche di questo territorio.
Vale la pena insistere su questo, e presentare anche solo una parte della vasta serie di
prodotti agroalimentari oggi riscoperti.
I prodotti tipici enogastronomici sono infatti una grande risorsa, in quanto espressione
immediata, tangibile e quotidiana della cultura di una comunità e documentazione storica
di attività, usi, costumi e tradizioni strettamente legati alla geografia ed alla morfologia del
Figg. 124-127. L’economia d’allevamento e pastorale: malga, prodotti caseari ed enogastronomici; capre bionde dell’Adamello.
territorio. Nel caso della Valle Camonica, essi
sono autentica e spesso ben conservata memoria di gesti e ritualità legati all’agricoltura ed
alle attività lavorative come la pastorizia e la
silvicoltura.
I prodotti lattiero-caseari sono sicuramente
i più rappresentativi in termini quantitativi, ottenuti sia con solo latte bovino sia con solo latte caprino, oppure misti fra loro in percentuali diverse.
Tra questi prodotti possiamo annoverare il
formaggio Silter per il quale è in corso la richiesta di riconoscimento della certificazione DOP
(Denominazione di Origine Protetta), che è
un formaggio semi-duro, semi-grasso, ottenuto
con solo latte di vacca, scremato per affioramento, che può essere consumato tenero dopo
circa 100 giorni di stagionatura, oppure grattugiato dopo più di un anno di stagionatura.
La Formagella è un formaggio tenero, gras109
so, ottenuto con latte intero di vacca, pronto
al consumo dopo 15/20 giorni di stagionatura, dalla forma cilindrica e dal peso medio di
1-2 kg. Ne viene prodotta, in particolare dal
Consorzio CISSVA (Caseificio Sociale di Valle
Camonica e del Sebino) di Capo di Ponte, anche una forma a “rosa camuna”, così denominata, che richiama originalmente il patrimonio culturale della Valle e che per questo si è
imposta con maggior facilità sul mercato.
Il Casolet dell’Adamello è un formaggio tenero, semi-grasso ottenuto con latte vaccino scremato per affioramento, pronto al consumo dopo 15/20 giorni di stagionatura e dalle caratteristica forma triangolare.
Numerosi sono i formaggi di capra, il più
particolare dei quali è il Fatulì, ottenuto con
latte di capra della razza autoctona “Bionda
dell’Adamello” (Fig. 127), tutelata da una specifica Associazione di produttori. Il fatulì viene
fatto affumicare su grigliati posti nelle cappe
dei camini bruciando oltre alla legna anche rami verdi di ginepro.
Le molteplici varietà di “casoncelli” rappresentano un primo piatto della tradizione camuna: le ricette sono tramandate di generazione in generazione con nomi ed ingredienti diversi per ciascun paese. Da segnalare i caicc di
Breno, i casunsei di Ono San Pietro e Lozio, i
cadonhei della Bassa Valle e i calsù dell’Alta Valle, ripieni di cotechino e patate. Particolarissimi i calsuncei di Monno, dall’insolita forma a
barchetta ripieni di Spec, che non è il salume
trentino ma un farina abbrustolita nel burro
ricchissima di proteine.
Tra i prodotti a base di carne, vanno ricordati la Salsiccia di castrato, prodotta in special
modo a Breno da carne di castrato ovino impastata con spezie e con brodo ottenuto dalla
bollitura delle ossa. Con la carne di capra vengono prodotte inoltre delle salsicce e la Berna,
ottenuta essiccando la carne al sole.
Altro prodotto tipico ed unico della Valle
Camonica è senza dubbio il cuz, caratteristico
di Corteno Golgi, in Alta Valle, ottenuto con
carni di ovino adulto cotte a lungo in recipienti di rame. Si consuma con polenta soda e mascherpa, una ricotta di capra affumicata. Si
tratta di una vera curiosità di storia gastronomica di probabile origine ungherese.
Il vino è da secoli un prodotto tipico del
territorio camuno, anche se in questi ultimi
110
decenni la coltivazione ha subito un forte declino. La Comunità Montana di Valle Camonica, con gli altri enti territoriali, ha lavorato per
incentivare la coltivazione di qualità, soprattutto tra i giovani, e ha operato per l’ottenimento, nell’anno 2003, della certificazione IGT
(Indicazione Geografica Tipica) del vino prodotto in Valle. Uno specifico Consorzio di produttori vitivinicoli sostiene l’opera di valorizzazione delle produzioni e si sta attivando per la
gestione di una cantina sociale. Alla produzione del vino si affianca anche quella dei distillati: le grappe (classiche o aromatizzate con bacche e frutti di bosco) gli amari e gli infusi alcolici, prodotti con erbe di alta montagna.
La castagna, detta in Valle “la farina dei poveri”, è presente da sempre nell’economia,
nell’alimentazione e nella cucina locali. Un
apposito Consorzio è attivo per la sua valorizzazione mediante la produzione di derivati
della castagna, di distillati, di dolci e di biscotti
particolarmente apprezzati dal mercato.
Infine un particolare valore di nicchia hanno in Valle Camonica le produzioni di miele,
frutti, piccoli frutti, erbe e tisane, risultato di
numerosi studi, progetti e sperimentazioni in
campo che stanno dando oggi alcuni significativi, seppur ancora parziali, risultati.
Ma tra le attività tipiche sedimentate nell’economia della Valle Camonica vanno ricordate anche quelle termali, legate un tempo a svariate località (Ponte di Legno, Prestine, Angolo Terme) ed oggi sostanzialmente da ricondursi all’insediamento industriale di Darfo
Boario Terme, centro termale di primaria importanza, la cui acqua è rinomata per gli effetti curativi e depurativi, ampiamente usata anche da Alessandro Manzoni. Il termalismo non
è l’unica attività presente in Valle Camonica
dal particolare risvolto turistico e ricettivo. Altre numerose località hanno infatti strutturato
una capacità specifica di promuovere le risorse
del proprio territorio: l’Alta Valle Camonica è
sicuramente l’esempio più significativo di una
proposta incentrata sul turismo invernale e
della neve.
Il turismo culturale invece è fenomeno più
recente, ma assume particolare rilievo soprattutto alla luce delle potenzialità che esprime
per una valorizzazione complessiva dell’immenso patrimonio storico, artistico, naturale
del territorio camuno.
Segue una tabella riassuntiva, tratta e rielaborata dal Piano di Sviluppo Socio Economico, Volume I, Comunità Montana di Valle Camonica,
2001, pagg. 90-95, con i Progetti a valenza co-
munitaria relativi alla promozione ed allo sviluppo dell’artigianato, dei prodotti tipici e delle risorse naturali. Si tratta di progetti realizzati tra il 2002 ed il 2003:
Tabella tratta da: Piano di Sviluppo Socio Economico della Comunità Montana di Valle Camonica, 2001.
Progetto
Aiuto innovativo
agli investimenti
nell’artigianato
per valorizzare le
risorse locali
Descrizione
L’intervento ha consentito di finanziare
12 artigiani della Valle, nelle tipologie
di lavoro tradizionali (ferro, legno,
pietra), attraverso l’acquisto di
macchinari, adeguamento degli
impianti, arredi ed opere edili connesse
alla realizzazione degli spazi espositivi.
Costi
Competenza
L. 1.500.257.919
(F.E.S.R.).
Cofinanziamento
privati del 30%.
Gruppo di
Azione Locale
(GAL)
Promozione dei
prodotti locali
Realizzazione di eventi promozionali e
formativi rivolti agli operatori del
settore per incentivare il consumo dei
prodotti locali, attraverso
l’organizzazione di corsi volti ad una
conoscenza approfondita dei nostri
prodotti e l’organizzazione di
manifestazioni eno-gastronomiche fuori
dalla Valle per ampliare l’area di
promozione e conoscenza dei prodotti.
L. 500.000.000
(FEAOG/O).
Cofinanziamento
enti del 50%
Comunità
Montana
di Valle Camonica
Recupero e
valorizzazione
delle risorse
naturali nella Valle
dell’Allione
Realizzazione di un Giardino Botanico,
con annesso laboratorio didattico, alla
periferia del centro abitato di Paisco
Loveno, lungo la strada statale n. 294
del Passo del Vivione. Il Giardino sarà
una fedele riproduzione, in miniatura,
del paesaggio naturale della Valle, con
tutte le caratteristiche tipiche delle
stazioni del piano montano e nivale.
L. 240.000.000
(FEAOG/O).
Cofinanziamento
enti del 80%
Gruppo di
Azione Locale
(GAL)
Recupero e
valorizzazione
delle risorse
naturali (nel Parco
dell’Adamello)
Realizzazione di due osservatori
faunistici nel Parco dell’Adamello,
ristrutturazione del fabbricato “Malga
Aviolo” e ripristino di alcuni tratti del
sentiero ad esso adducente (Comune di
Edolo) per adibirlo ad osservatorio
faunistico. Realizzazione di materiale
promozionale-divulgativo.
L. 650.000.000
(FEAOG/O).
Cofinanziamento
enti del 50%
Comunità
Montana
di Valle Camonica
Metodi innovativi
di inserimento
professionale
Corso di preparazione per addetti e
nuovi operatori sull’accoglienza.
Corso di preparazione per addetti e
nuovi operatori su menù alpini e sulla
cucina camuna.
Corso di avviamento alla conoscenza dei
materiali, delle tecniche, dei design ed
alle nuove tendenze dell’arredamento
in ferro, pietra e legno.
L. 229.244.110
(FSE).
Cofinanziamento
enti del 20%
Gruppo di
Azione Locale
(GAL)
111
Progetto
Descrizione
Costi
Competenza
Interventi di
manutenzione
territoriale diffusa
Interventi di manutenzione delle opere
idrauliche esistenti; gli interventi di
ripulitura e risagomatura degli alvei
fluviali, le opere di sistemazione
forestale e le opere di sistemazione della
viabilità minore. I comuni interessati
sono quelli di Cevo, Corteno Golgi,
Edolo, Incudine, Niardo, Saviore
dell’Adamello, Sonico, Vezza d’Oglio.
L. 4.599.000.000
(Regione
Lombardia,
legge 102/90,
“Valtellina”)
Comunità
Montana
di Valle Camonica
Sistema
produttivo. Area
agro-zootecnica
Realizzazione di un centro servizi in
comune di Edolo per la promozione
commerciale di prodotti agricoli tipici
locali.
L. 4.629.463.841
di cui
L. 2.700.000.000
a carico della legge
102/90
Comunità
Montana
di Valle Camonica
Sistema
produttivo. Area
forestale
Miglioramenti boschivi, sistemazione
della viabilità forestale, sistemazione dei
tracciati esistenti nei comuni di Cevo,
Corteno Golgi, Edolo, Incudine,
Niardo, Saviore dell’Adamello, Sonico,
Vezza d’Oglio.
L. 4.000.000.000
(Regione
Lombardia,
legge 102/90,
“Valtellina”)
Comunità
Montana
di Valle Camonica
Sistema insediativo
ambientale.
Attuazione e
gestione dei parchi
regionali ed
interventi di tutela
ambientale
Realizzazione del Programma degli
interventi del Parco dell’Adamello:
• centro di educazione ambientale in
val Saviore: acquisto di immobile a
Cevo
• recupero ed attrezzatura di
sentieristica e viabilità minore
• riqualificazione di aree di importanza
didattica
• acquisto di immobile in quota
• realizzazione di una serra per la
produzione di flora locale e
installazione di una Stazione
Meteorologica
L. 2.525.000.000
(Regione
Lombardia,
legge 102/90,
“Valtellina”)
Comunità
Montana
di Valle Camonica
Sistema insediativo
ambientale.
Attuazione e
gestione dei parchi
regionali ed
interventi di tutela
ambientale
Realizzazione del Programma degli
interventi del Parco dell’Adamello:
miglioramento delle aree attrezzate
completamento delle sede decentrata
del Parco di Vezza
L. 625.000.000
(Regione
Lombardia,
legge 102/90,
“Valtellina”)
Comunità
Montana
di Valle Camonica
L. 1.350.000.000
(Regione
Lombardia,
legge 102/90,
“Valtellina”)
Comunità
Montana
di Valle Camonica
Sistema insediativo Realizzazione del Programma degli
ambientale.
interventi del Parco dell’Adamello:
Attuazione e
• allestimento delle strutture ricettive
gestione dei parchi
nell’area Sonico-Edolo. Realizzazione
regionali ed
di un campeggio e di un centro
interventi di tutela
informativo Realizzazione di un
ambientale
castagneto dimostrativo e di un vivaio
delle varietà castanili locali. Recupero
delle attrezzature della sentieristica e
viabilità storica
112
Progetto
Descrizione
Costi
Competenza
Sistema insediativo
ambientale.
Attuazione e
gestione dei parchi
regionali ed
interventi di tutela
ambientale
Realizzazione del Programma degli
interventi del Parco dell’Adamello:
• realizzazione di laboratorio di
fitopatologia forestale a Edolo
L. 200.000.000
(Regione
Lombardia,
legge 102/90,
“Valtellina”)
Comunità
Montana
di Valle Camonica
Studi di mercato
prodotti agricoli
locali
Ricognizione generale sui prodotti
agricoli con verifica delle caratteristiche
produttive e delle modalità di
commercializzazione attraverso notizie
bibliografiche e statistiche nonché
l’effettuazione di interviste e la
compilazione di questionari su
campioni dei prodotti.
Indicazioni programmatiche in merito
alle linee guida ed agli interventi di
sostegno e di sviluppo del settore.
L. 294.000.000
Leader II Azione 12
Cofinanziamento
Comunità Montana
di Valle Camonica
del 20%
Comunità
Montana
di Valle Camonica
Studi di mercato
prodotti silvicoli
locali
Ricognizione generale sulla filiera boscolegno, correlata ad un’analisi del mercato
a livello regionale, nazionale ed europeo,
con l’obiettivo di fornire alla Comunità
Montana di Valle Camonica precise
indicazioni in merito alla situazione del
mercato, all’evoluzione dello stesso ed agli
eventuali interventi strutturali di sostegno.
L. 240.000.000
Leader II Azione 13
Cofinanziamento
Comunità Montana
di Valle Camonica
del 20%
Comunità
Montana
di Valle Camonica
Assistenza tecnica
alla caseificazione
Risoluzione delle difficoltà oggettive che
gli allevatori hanno nella trasformazione
del latte in prodotti con qualità buona e
costante nell’arco di tutto l’anno.
Progetti obiettivo 5b
Comunità
Montana
di Valle Camonica
Gestione degli
alpeggi
Censimento delle malghe al fine del
Progetti obiettivo 5b
miglioramento qualitativo del latte,
della riduzione dei tempi di lavoro e del
miglioramento della qualità di vita dei
monticatori.
Comunità
Montana
di Valle Camonica
Assistenza tecnica
per il
miglioramento
del settore lattiero
Far produrre latte che rientri nei
parametri igienico-sanitari stabiliti dalla
direttiva CEE 92/46 e aumentare la
produttività delle singole bovine
mantenendo alta la qualità.
Progetti obiettivo 5b
Comunità
Montana
di Valle Camonica
Migliorare la resa di caseificazione e la
Miglioramento
qualità dei formaggi prodotti attraverso
della qualità del
latte prodotto per
una serie mirata di interventi
l’attività dei caseifici
turnari
Progetti obiettivo 5b
Comunità
Montana
di Valle Camonica
Progetti obiettivo 5b
Comunità
Montana
di Valle Camonica
Tecniche di
gestione del
patrimonio caprino
con particolare
riferimento alla
trasformazione
casearia
Fornire un quadro generale del
patrimonio caprino e delle tecniche di
gestione e di trasformazione oggi
impiegate in Val Camonica.
113
6.3 Cultura intangibile
La Valle Camonica presenta uno straordinario e ricco patrimonio “intangibile”, trasmesso
oralmente per generazioni attraverso credenze, devozioni, pratiche e “saperi” che raccontano un mondo caratterizzato da un inestricabile
intreccio tra fisico e meta-fisico, reale e “magico”. Tali testimonianze ci forniscono una chiave di lettura essenziale per comprendere la
geografia dell’immaginario e la percezione del
territorio “agito”, ma anche le attività economiche, l’etica e la cultura condivise dalle comunità della Valle negli ultimi secoli.
Se da un lato la definitiva scomparsa della
società contadina e la trasformazione del sostrato economico e sociale della Valle, a partire dal dopoguerra, hanno privato il canale della trasmissione orale della sua funzionalità e
della sua stessa ragione d’essere, dall’altro
hanno posto nei termini di esigenza diffusa
l’urgenza del recupero della “memoria”: recupero che è però per lo più avvenuto in maniera frammentaria, affidato ad appassionati ed
eruditi mossi dall’intento di raccogliere le “curiose” tradizioni e le superstizioni folkloriche
(Figg. 128-129), più che di condurre una ricerca sistematica e capillare, finalizzata alla creazione di un quadro di insieme coerente e
scientificamente utilizzabile.
Oggi risulta invece evidente la profonda
compenetrazione tra tradizione orale, cultura
materiale e documentazione storico-archivistica ed il ruolo essenziale della prima nella ricostruzione della percezione e dell’uso tradizionale del territorio e dei beni culturali in esso
contenuti. L’attento studio della cultura intangibile si presenta così come uno strumento
unico ed indispensabile per integrare, verificare e capire le conoscenze provenienti dalla ricerca storico-archeologica.
La possibilità di tale ricostruzione è però oggi affidata a pochi informatori, depositari del
sapere ereditato dai genitori ma non più ritrasmesso alle generazioni successive, informatori
che rappresentano una parte non cospicua della popolazione della Valle e che, per ragioni
anagrafiche, sono in rapida diminuzione, rendendo quanto mai urgente l’avvio di una sistematica raccolta finalizzata alla conservazione di
un’enorme mole di dati e conoscenze, altrimenti destinata alla definitiva scomparsa.
Un archivio digitalizzato di interviste (oltre
114
200 ore di registrazione) per la raccolta del materiale folkloristico e della cultura orale (bote,
credenze e tradizioni, pratiche simbolico-rituali) è conservato presso il Centro Ricerche Antropologiche Alpi Centrali (CRAAC), fondato
nel 2003 da un gruppo di ricercatori con diverse esperienze di studio e specializzazioni (archeologia, storia, antropologia, archivistica).
Eventi, produzione culturale, usi e costumi
La promozione della cultura locale in Valle
Camonica passa anche attraverso numerose
iniziative sui diversi aspetti culturali, sulla tradizione dei mestieri e su quella etnografica
che, nel corso dell’anno, attirano l’attenzione
dei turisti e della popolazione locale (una
elencazione delle principali manifestazioni è
offerta nell’Analisi delle Risorse, infra, 7.3, p.
150).
Particolare importanza all’interno di questo tema riveste l’organizzazione, da parte dei
Comuni e delle Associazioni culturali locali,
delle numerose mostre che, nell’arco dell’anno, trattano gli argomenti più diversi, dall’archeologia all’arte, dalla storia alle tradizioni
locali.
Tra le altre manifestazioni si devono segnalare anche gli eventi musicali (dai concerti di
musica classica, contemporanea, leggera ed etnica alle esibizioni dei gruppi musicali bandistici, ai cori), gli eventi teatrali (dai grandi
classici alle commedie dialettali) e le manifestazioni letterarie (letture teatrali e poetiche).
Di grande richiamo sono anche le manifestazioni sportive, che in tutte le stagioni dell’anno impegnano i valligiani e numerosi turisti in competizioni di livello internazionale.
Un capitolo a parte è rappresentato dalle
manifestazioni folkloristiche, spesso associate
ad iniziative di promozione della cultura enogastronomica, e dalle mostre-mercato, che
sempre più, soprattutto nella stagione estiva,
attirano in molte località della Valle un gran
numero di visitatori e di turisti.
6.4 Stato di conservazione del patrimonio
La tutela e la conservazione del patrimonio
culturale della Valle rappresentano un obiettivo primario dello Stato Italiano (che opera attraverso le Soprintendenze e le Direzioni regionali) e delle Amministrazioni locali e si
Fig. 128. Manifestazione folkloristica.
Fig. 129. Rappresentazione della Via Crucis.
115
concretizzano in interventi di varia natura su
tutte le tipologie di Beni Culturali presenti sul
territorio.
In particolare il patrimonio d’arte rupestre,
in quanto bene culturale archeologico, è sottoposto alla normativa statale di tutela (D.L.vo
del 22 gennaio 2004, n. 42) che attribuisce al
Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC) ed ai relativi organi periferici (le Soprintendenze per i Beni Archeologici, coordinate
dalle Direzioni Regionali) le funzioni di tutela
(art. 4, c. 1). Al medesimo Ministero è riservato, ai sensi del D. L.vo sopra citato, art. 88 c. 1,
anche lo svolgimento delle ricerche archeologiche
(e, in genere, delle opere per il ritrovamento
dei beni archeologici), per le quali il MiBAC
può avvalersi della collaborazione di altri Soggetti (art. 89, c. 1 del predetto D.L.vo) cui può
dare in concessione l’esecuzione delle ricerche.
Lo Stato, che opera sul luogo del sito n. 94
“Arte Rupestre della Valle Camonica” tramite
la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia (con sede in Milano, Via E. De
Amicis, 11), ha competenze specialistiche e relativo personale tecnico-scientifico e tecnico
(archeologi, restauratori, architetti, topografi,
fotografi, informatici) nei settori della tutela,
della ricerca archeologica, della manutenzione
e del restauro, della documentazione e della
valorizzazione di siti all’aperto e di musei e dispone al suo interno, nelle sedi centrale e locali della Lombardia, di specifici uffici tecnici, di
un centro di catalogazione, di laboratorio fotografico, di archivio, di biblioteca specialistica e
di laboratorio di restauro (che per il restauro
delle rocce con incisioni ha definito le metodiche di intervento e monitoraggio con l’ICRIstituto Centrale del Restauro del MiBAC, avvalendosi anche della collaborazione di Istituti di
ricerca nazionali, come indicato infra).
Questi servizi sono ubicati presso la sede
centrale e il personale tecnico e specialistico
ivi impiegato, in collaborazione con quello
operante sul territorio, svolge opera di consulenza, interna ed esterna, per i progetti di intervento nel sito UNESCO, fornendo indicazioni agli altri Enti gestori dei Parchi e assumendo la direzione dei lavori specialistici di
conservazione/tutela/ricerca archeologica ai
sensi della legislazione vigente. L’esecuzione
dei lavori è affidata, tramite incarichi, a ditte
specializzate che operano sotto la direzione
della Soprintendenza.
116
Per la gestione e manutenzione del sito
UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”, comprensivo dei sette Parchi descritti e degli altri siti non ancora strutturati, diffusi sull’intero areale della Valle, ci si avvale pertanto di personale sia interno alla Pubblica
Amministrazione sia esterno, in numero e misura molto diseguale, come si può dedurre dai
bilanci degli Enti di Gestione (si veda Parte Seconda, 7. Analisi delle risorse, 7.1 Risorse ordinarie per la conservazione).
Ne consegue che mentre lo Stato, per i siti
sottoposti alla sua diretta gestione e per gli interventi di sua competenza (nei settori della
tutela, della conservazione e del restauro, della ricerca, della catalogazione e della valorizzazione) dispone di personale interno ed esterno in numero adeguato, gli Enti locali gestori
dei Parchi ne mancano quasi totalmente disponendo di poche risorse umane per la conservazione del sito, di cui invece curano con
grande attenzione la promozione.
Tutti i sette parchi attualmente compresi all’interno del sito UNESCO n. 94, già costituiti
o in corso di costituzione, oltre ad essere sottoposti alla tutela di legge, sono regolati da specifiche disposizioni amministrative (Regolamento, per i Parchi Nazionali; Delibere Comunali e Delibere Regionali di approvazione dei
Piani, per i Parchi Comunali), recepite negli
strumenti urbanistici locali (Piani Regolatori
Generali e Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia).
Inoltre, ai sensi della legislazione di tutela
italiana (in vigore fin dagli inizi del XX secolo
e quindi di molto precedente al riconoscimento UNESCO), la Soprintendenza per i Beni Archeologici esamina qualsiasi progetto di
intervento nel sito del patrimonio mondiale
(opere pubbliche, lavori degli Enti locali, interventi di privati), a tutela dei siti archeologici e d’arte rupestre e delle aree considerate a
rischio, individuate e cartografate nella Carta
archeologica della Lombardia. I. La Provincia di
Brescia, a cura di F. Rossi, Modena 1991, via via
aggiornata.
Presso la sede della Soprintendenza in Milano si trova l’Archivio topografico e documentario dei beni archeologici di tutta la
Lombardia: l’Archivio, che comprende in modo continuativo, a partire dal 1909, tutta la documentazione archeologica, dispone, per la
Fig. 130. L’ambientazione del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri e di parte della Riserva Regionale delle Incisioni
Rupestri, Capo di Ponte-Ceto (BS).
Valle Camonica, della documentazione topografica totale dei siti archeologici della Valle e
della relativa storia del ritrovamento e delle ricerche (oltre 2700 foto tra B/N e diapositive,
oltre 5000 fotografie digitali e 3700 rilievi grafici, tra rilievi a contatto su polietilene, fogli di
restituzione, frottage e copie). Sono confluiti
nell’Archivio della Soprintendenza anche l’archivio storico della Soprintendenza alle Antichità del Veneto, della Lombardia e della Venezia tridentina e l’archivio di disegni e foto
dell’arte rupestre della Valle Camonica del
prof. V. Fusco, già docente di Paletnologia e
Paleontologia umana dell’Università degli Studi di Milano.
Per quanto riguarda la documentazione figurativa dell’arte rupestre della Valle Camonica la maggior parte della documentazione è
conservata presso il Centro Camuno di Studi
Preistorici, l’istituzione scientifica, fondata nel
1964, che a partire dalla metà degli anni Cinquanta si è occupata (in modo non esclusivo)
della ricerca sull’arte rupestre della Valle Camonica con campagne annuali, autorizzate
Fig. 131. Parco pluritematico del “Còren de le Fate”, località Cornèl de l’Aiva (Sonico).
dalla competente Soprintendenza ed eseguite
in regime di concessione e, più recentemente,
dal 1994, di convenzione.
A questa Istituzione storica, cui si deve il
merito di avere divulgato a livello internazionale la conoscenza dell’arte rupestre della Valle Camonica, e alla sua filiazione Dipartimento
per l’arte rupestre della Valle Camonica e di
117
Lombardia si sono affiancati più recentemente
altri Soggetti (Museo Didattico d’Arte e Vita
Preistorica di Capo di Ponte, dal 1975, e la
Cooperativa “Le Orme dell’Uomo”, dal 1992).
I gruppi di ricerca sopra elencati hanno a
volte svolto, su richiesta degli Enti locali, opera di consulenza e direzione scientifica di Parchi di Enti locali (il CCSP per la Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto Cimbergo
e Paspardo, per il Parco di Sellero, per il Parco
di Luine; il Museo didattico per il Parco pluritematico di Sonico).
6.4.1 Il patrimonio di arte rupestre.
Stato di conservazione e interventi di restauro,
documentazione e monitoraggio
Le rocce con incisioni sono ubicate in aree
prevalentemente boschive, estese in modo diffuso sui versanti destro e sinistro della Valle, fino alle alte quote (Figg. 130-131). Pertanto sono soggette in forte misura ai rischi climatici e
ambientali, sia naturali sia antropici (aumento
dell’inquinamento, peggioramento della stabilità dei suoli con conseguente accelerazione
dei fenomeni erosivi), che creano seri fenomeni di degrado delle superfici rocciose istoriate,
con rischio della perdita del bene dichiarato
patrimonio mondiale dall’UNESCO se non si
procede con interventi tempestivi e qualificati
di conservazione.
Oltre ai danni causati dalla vegetazione infestante e da muschi e licheni che da sempre
crescono nelle fessurazioni e sulla superficie
rocciosa, si è accertato l’acutizzarsi, negli ultimi anni (dal 1990 ca.), di fenomeni di degrado biologico, indotto dal forte inquinamento
(Figg. 132-133).
Il degrado di natura biologica è causato da
erbe infestanti e vegetazione varia, da licheni,
del tipo foglioso e pulvirulento, da muschi e
da alghe, per lo più di tipo cianoficeo (Figg.
134-136). Queste, con il loro reticolo di filamenti, causano nel tempo un’azione disgregante sulla superficie lapidea danneggiando in
modo irreversibile le parti nelle quali sono
presenti incisioni.
Strettamente connesso al degrado biologico è il sistema ambientale della roccia: l’inserimento in un parco o in un bosco incolto può
incidere in maniera profondamente diversa
sull’intensità e la tipologia dell’attacco biologico, oltre che sulla formazione degli eventuali
depositi terrosi ed organici.
Certamente allo sviluppo di questo tipo di
Fig. 132. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Licheni sulla Roccia 32.
118
Fig. 133. Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina (Capo di Ponte, BS). Muschi sulla Roccia 54.
Fig. 134. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). Alghe cianoficee sulla Roccia 1 prima
del restauro.
119
Figg. 135-136. Ingrandimento al microscopio x 500 e x
1000 dei filamenti algali (foto CNR Centro “Gino Bozza”
per il Degrado della Pietra).
degrado contribuisce in maniera determinante anche la conformazione della roccia: una
forte inclinazione che favorisce l’azione del dilavamento, come pure le concavità della superficie, zone preferenziali di ristagno, sono
tutti fattori che incidono sull’incremento dell’attacco biologico.
L’intensità dell’attacco biologico è inoltre in
stretta relazione con la particolare natura della
roccia: ad esempio la Bassa Valle (Luine) è contraddistinta geologicamente dalla presenza della cosiddetta Pietra Simona, che ha una composizione mineralogico-petrografica più friabile e
a grana più grossa rispetto al Verrucano Lombardo che caratterizza il resto della Valle.
Un altro non trascurabile problema conservativo delle rocce è rappresentato dalla deadesione e dalla erosione del materiale lapideo,
fenomeni che si manifestano sotto forma di
scagliature, esfoliazioni e distacchi con possibili perdite dei particolari incisi (Figg. 137-138).
Molto spesso i distacchi sono noti e accettati
120
nella memoria al punto che non è possibile
stabilire, tranne nei casi dove sono visibili tracce inconfutabili delle incisioni, se ad essi corrispondessero effettivamente aree istoriate oppure porzioni di roccia fin dall’inizio non idonee per le incisioni.
L’intensità dell’erosione è correlata ad alcuni essenziali fattori: natura geologica e
conformazione (inclinazione e orientamento)
della roccia, escursioni termiche, attacco biologico, contesto ambientale (contiguità con alberi, vegetazione, terra), azione svolta dal calpestio (danno antropico), eventuali interventi
di protezione e salvaguardia.
Si è accertato anche che il sistema di evidenziazione per contrasto delle incisioni tramite
stesura di caseina e nero-fumo, preliminare al
rilievo grafico delle raffigurazioni (metodo di
rilevamento ideato dal Centro Camuno di Studi Preistorici) favorisce la formazione di microorganismi. Per questa ragione il sistema, che
già la Soprintendenza aveva vietato dalla metà
degli anni Ottanta del XX secolo, fu, a seguito
delle analisi condotte sui materiali e sulle rocce
trattate, definitivamente vietato.
Il degrado biologico e quello di tipo fisicomeccanico delle rocce non si possono scindere
da quello di natura antropica (calpestio, vandalismi e pulitura non appropriata delle rocce). La
pressione dovuta al flusso di visitatori/turistico,
se non opportunamente guidato (e questo si
verifica nelle numerose aree d’arte rupestre
sparse sul territorio vallivo e non inserite in
Parchi), può generare danneggiamenti da calpestio e da vandalismi.
L’entità del bene arte rupestre, la sua enorme diffusione su un’area molto estesa, la situazione estremamente variata delle condizioni di
giacitura e di conservazione e, di conseguenza,
la responsabilità della tutela di un patrimonio
mondiale di tale portata, ha pertanto determinato lo sviluppo di studi sistematici sugli aspetti conservativi e di specifici programmi di ricerca per una corretta valutazione dei rischi
da parte dell’organo di tutela, la Soprintendenza, che si è trovata a fronteggiare fenomeni di diffuso degrado delle rocce con incisioni,
in parte indotti anche da interventi inadeguati
del passato da parte dei primi rilevatori d’arte
rupestre (uso di prodotti chimici per la pulitura delle superfici, esecuzione di calchi, rimozione del terreno di copertura).
Fig. 137. Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo (Capo di Ponte, BS). Particolare del Masso Cemmo 1 con
fenomeni di esfoliazione.
Fig. 138. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane). Fenomeni di esfoliazione sulla Roccia 1.
121
A partire dal 1992, quindi, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia per
fronteggiare in modo adeguato il fenomeno e
predisporre, sulla base delle analisi e delle ricognizioni di cui si è detto sopra, un Piano di conservazione e restauro secondo metodiche appropriate, ha promosso specifici rilevamenti,
analisi e studi sistematici sulla situazione di conservazione delle rocce con incisioni, sulle cause
di degrado e sui livelli e natura dell’inquinamento. Tali analisi e studi erano finalizzati alla
conoscenza articolata su varie località d’arte rupestre della Valle Camonica, alla conseguente
individuazione di una metodica di intervento e
all’avvio di un Piano sistematico di restauro (restauri delle rocce, con metodi di intervento
concordati con l’ICR-MiBAC erano già in corso
dal 1980 nell’ambito del Parco Nazionale delle
Incisioni Rupestri di Capo di Ponte).
Alle indagini collaborarono i più qualificati
Istituti italiani di ricerca e di analisi nel campo
del degrado della pietra e del restauro (ICR,
CNR) come specificato infra.
Le analisi e ricognizioni condotte hanno
permesso di osservare che le rocce in migliore
stato di conservazione sono sicuramente quelle site nelle aree protette (i Parchi), dove la
manutenzione ordinaria è svolta con continuità e dove il rischio calpestio viene eliminato con la realizzazione di passerelle.
Se ne deduce l’importanza fondamentale
di una corretta e costante manutenzione, la sola che garantisca efficacia nel tempo agli interventi di restauro via via realizzati, senza la quale rischiano di perdere efficacia anche i più rigorosi restauri.
Interventi di restauro
La descritta situazione di degrado si può
contenere solo con onerosi e sempre più consistenti interventi di manutenzione del territorio (fatto che coinvolge una pluralità di Enti)
e di manutenzione e restauro delle rocce. Data l’accelerazione del fenomeno va ipotizzato
in futuro il ricorso al periodico interro di alcune rocce per salvaguardarle dal degrado.
Lo Stato, se si escludono gli interventi isolati del Comune di Darfo Boario Terme sulla
Roccia 34 del Parco Comunale di Luine nel
1999 e quello in corso (2005) da parte del
Consorzio della Riserva sulle Rocce 6 e 7 della
122
Riserva Regionale di Ceto, Cimbergo e Paspardo, è l’unico ente che abbia finora stanziato
fondi per la tutela e la conservazione del sito
con piani annuali di restauro (All. 5.1 e 2).
La Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Lombardia, infatti, dal 1980 procede con
campagne di restauro annuali delle rocce
(Figg. 139-141).
La documentazione degli interventi di restauro è conservata negli Archivi della Soprintendenza, che nel 1997 ha creato l’Archivio per
il monitoraggio conservativo dell’Arte Rupestre, ideando un sistema di catalogazione informatizzata denominato IR, successivamente rielaborato, per l’uso via Internet e Intranet, nel
sistema IRWeb, finalizzato alla mappatura e documentazione storica e conservativa del patrimonio, con il ricorso a moderne tecniche di rilievo, quali la fotogrammetria e la fotografia digitale, come meglio specificato infra.
L’Archivio per il monitoraggio comprende
anche una parte relativa alla storia del restauro
nel sito (curata dalla restauratrice D. Costantini, sotto la direzione di R. Poggiani Keller) con
la cronistoria degli interventi eseguiti sulle varie rocce, la documentazione dello stato di
conservazione nel tempo, l’elenco dei prodotti
usati per il restauro (se noto).
Rapporti annuali sugli interventi ed i metodi di conservazione del patrimonio d’arte rupestre sono editi sulla rivista “Notiziario della
Soprintendenza Archeologica della Lombardia”, 1981-2005.
La Soprintendenza intende continuare e
potenziare le attività inerenti la tutela e la conservazione con:
1. sistematici interventi di restauro per la conservazione delle rocce con incisioni rupestri;
2. prosecuzione delle campagne di documentazione digitale e fotogrammetrica finalizzate alla catalogazione informatizzata delle incisioni a fini conoscitivi e conservativi;
3. potenziamento dell’Archivio per il monitoraggio conservativo dell’Arte Rupestre creato nel 1997.
Intende inoltre:
4. sviluppare la collaborazione con gli Enti locali anch’essi chiamati, per la loro parte, ad
avviare interventi di restauro sui beni di loro proprietà sotto la direzione scientifica
dell’organo di tutela, la Soprintendenza;
5. proporre specifici progetti di catalogazione
Fig. 139. Darfo Boario Terme (BS). Il masso dei Corni
Freschi prima del restauro.
Fig. 140. Darfo Boario Terme (BS). Il cantiere di restauro allestito nel 2002.
Fig. 141. Darfo Boario Terme
(BS). Il masso dei Corni Freschi
dopo il restauro e particolare
della composizione di alabarde
incise.
123
delle Incisioni Rupestri nell’ambito dei Piani
pluriennali di catalogazione, statali e regionali, utilizzando il sistema di catalogazione
IR e IRWeb realizzato dalla Soprintendenza e
recepito come il sistema ufficiale di catalogazione dell’arte rupestre dal MiBAC-ICCD.
Ciò al fine di procedere in modo esaustivo
alla mappatura conservativa delle rocce con
incisioni.
Le azioni della Soprintendenza
per i Beni Archeologici della Lombardia
(Ministero per i Beni e le Attività Culturali)
L’azione della Soprintendenza rivolta all’arte rupestre si è sviluppata principalmente, come sopra descritto, nella tutela del patrimonio, sia di proprietà dello Stato sia di proprietà
degli Enti locali e di soggetti privati, compatibilmente con i finanziamenti disponibili nei
programmi triennali ed annuali approvati dal
superiore Ministero. Questa attività di tutela si
è concretizzata attraverso interventi programmati pluriennali, mirati alla documentazione e
alla conservazione delle incisioni, secondo un
protocollo di metodi e procedure messi a punto dopo attenti studi e sulla base delle esperienze acquisite, anche con la collaborazione
di Istituzioni nazionali altamente qualificate.
Il problema principale della tutela investe il
restauro dei beni, che deve essere effettuato
con personale qualificato (restauratori diplomati, con specializzazione nel restauro della
pietra) sulla base di una documentazione preventiva dello stato di conservazione e di un
monitoraggio continuo della sua evoluzione.
Queste esigenze di tutela del patrimonio
delle incisioni rupestri hanno determinato nel
tempo una serie di azioni che si possono riassumere in tre punti principali:
1. documentazione del bene;
2. monitoraggio;
3. restauro
1-2) La documentazione del bene ed il relativo
monitoraggio. La Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia ha avviato nel
1997 un programma di archiviazione informatizzata (IR-Incisioni Rupestri) che comprendesse, oltre agli aspetti tecnico-scientifici ed
amministrativi, soprattutto quelli legati al monitoraggio conservativo.
Questa iniziativa scientifica, che conclude
un lungo periodo di studio e sperimentazione
per l’informatizzazione delle incisioni rupestri
(la scheda IR 3 studiata nel 1984; il progetto di
catalogazione Petra elaborato nel 1989 nell’ambito del Progetto di valorizzazione del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo
di Ponte finanziato dalla Legge 449/19874),
rappresenta una novità nell’ambito dello studio dell’arte rupestre perché ha previsto fin
dall’inizio la creazione di un archivio, periodicamente aggiornabile ed implementabile, di
fatto aperto a tutti e disponibile anche per la
consultazione on-line (IRWeb). All’interno di
questo archivio, è riservata particolare e specifica attenzione al monitoraggio dello stato
conservativo delle rocce, considerato elemento strategico fondamentale ed imprescindibile
per una politica di gestione del bene su periodi di media e lunga durata.
A questo proposito si sottolinea che l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazio-
3 Nel 1984, su incarico dell’ICCD-Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, la Soprintendenza Archeologica della Lombardia aveva elaborato due modelli di scheda IR: uno, per l’arte rupestre su roccia (scheda IR
ideata da R. De Marinis), l’altro, per le stele (ideata da R. Poggiani Keller).
4 Nel 1989, nell’ambito di un articolato progetto per la valorizzazione del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri
e dell’area dei Massi di Cemmo, finanziato con fondi straordinari del Ministero sulla Legge 449/1987, fu affrontato il
problema di creare una banca dati delle incisioni rupestri, fino allora mancante, sperimentando su una significativa
campionatura la scheda IR, la sopra citata scheda cartacea ideata nel 1984. Partendo pertanto dalle schede IR, fu elaborato un programma di archiviazione informatizzata, denominato “Petra”, che prevedeva l’organizzazione dei dati in sette archivi tra loro complementari: l’archivio rocce, l’archivio scene, l’archivio figure, l’archivio grafico, l’archivio fotografico, l’archivio bibliografico e l’archivio conservazione. Vi lavorò un gruppo, coordinato da R. Poggiani Keller della Soprintendenza e formato da vari specialisti (Bertucci dell’Università di Genova, R. De Marinis dell’Università degli Studi
di Milano, A. Fossati della Cooperativa “Le Orme dell’uomo”, M. Simões de Abreu, L. Jaffe, M.G. Ruggiero, la Ikonos
con C. Modi e C. Baruffi). In quell’occasione fu stilato anche un dizionario terminologico che ha costituito la base per i
successivi lessici. Questo programma di archiviazione fu poi interrotto nel 1990, così come fu interrotto il rilievo a contatto delle incisioni (il principale sistema usato fino agli anni Novanta per documentare le incisioni), per l’urgenza di
trovare metodi di rilevamento più consoni, vale a dire più obiettivi e più adeguati e rapidi per fronteggiare un numero
così cospicuo di testimonianze.
124
ne del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha riconosciuto, nel luglio 2003, che l’applicazione IRWeb è compatibile con il proprio
sistema catalografico, anche in ragione della
“connessione tra dati identificativi dei beni ed il monitoraggio del loro stato conservativo” e per lo
stretto rapporto tra l’apparato documentario e
la struttura delle informazioni che il sistema
garantisce.
Il Progetto IR (Incisioni Rupestri)
(Figg. 142-143)
Il sistema di catalogazione delle rocce incise, ideato e realizzato nel 1997 dalla Soprintendenza, è applicabile non solo al patrimonio
della Valle Camonica ma in generale a tutte le
manifestazioni di arte rupestre (si pensi che in
Lombardia rocce incise sono presenti anche
nelle province di Sondrio, Bergamo, Como,
Lecco e Varese) ed ha previsto fin dall’inizio
l’utilizzo di moderne tecniche di rilievo, quali
la fotogrammetria e la fotografia digitale5.
Fig. 142. Il progetto IR (1997-2002). Schermata iniziale e
Scheda di Roccia del data-base.
Fig. 143. Rilievo fotogrammetrico e grafico con quadrettatura del Masso Cemmo 2.
5 L’ideazione del progetto si deve ad A.M. Ardovino, all’epoca Soprintendente Archeologico della Lombardia, la
direzione a R. Poggiani Keller, che aveva coordinato anche il precedente progetto Petra. F. Iozzi ha curato la consulenza
informatica, la realizzazione e la gestione del software. La sperimentazione, la compilazione, lo sviluppo e la promozione del database sono stati realizzati da C. Liborio e da M.G. Ruggiero della SCA-Società Cooperativa Archeologica di
Milano. La restauratrice L. Ghedin ha seguito gli aspetti legati alle problematiche conservative; i rilievi fotogrammetrici
sono stati realizzati dalla ditta FOART di Parma; al progetto hanno collaborato i geometri della Soprintendenza M. Pacchieni e C. Vaira.
125
Fig. 144. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte - Naquane). La Roccia 9 durante le fasi del rilievo e,
sotto, il rilievo della roccia con le sezioni.
gio completo e, quindi, permette di evitare
l’insorgere o l’aggravarsi di situazioni di degrado che potrebbero danneggiare il bene e pregiudicarne la conservazione per le generazioni
future.
Nel Progetto IR sono confluiti i risultati dei
precedenti interventi avviati dalla Soprintendenza nel 1984 (scheda IR, in accordo con l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione - ICCD) e nel 1989 (progetto di catalogazione Petra) e concordati con l’ICCD e con
l’Istituto Centrale per il Restauro - ICR (Ministero per i Beni e le Attività Culturali).
Rispetto ai metodi di catalogazione dell’arte rupestre adottati da altre istituzioni presenti
in Valle Camonica (infra), il Progetto IR si distingue perché prende in esame tutta la superficie della roccia e non solamente le aree con
incisioni o, addirittura, le singole incisioni:
questo criterio è di assoluta importanza in
considerazione del fatto che un’analisi dettagliata di tutta la roccia consente un monitorag126
Per l’archiviazione dei dati, finalizzata al
monitoraggio conservativo e ad una pianificazione degli interventi conservativi, secondo le
indicazioni della Carta del Rischio (Ministero
per i Beni e le Attività Culturali, ICR), è stato
elaborato un database relazionale, in grado di
gestire sia le informazioni tecnico-scientifiche
ed amministrative sia le immagini ed i rilievi e
continuamente aggiornabile.
L’acquisizione degli elementi di analisi del
monitoraggio prevede una procedura per passi successivi:
1. acquisizione dei dati sul campo
2. ricerca ed acquisizione dei dati archivistici
e bibliografici
3. elaborazione delle immagini digitali
4. elaborazione grafica informatizzata dei dati
conservativi
5. compilazione del database
1) Acquisizione dei dati sul campo
Fondamentale per l’acquisizione dei dati è
il rilievo fotogrammetrico della roccia, che
consente di ottenere rilievi, anche tridimensionali e quotati (utili per eventuali ricostruzioni
anche in scala), con livelli di precisione molto
elevata.
I dati fotogrammetrici sono in seguito elaborati al computer in modo da ottenere una
pianta vettorializzata del perimetro, sulla quale viene sovrapposta una griglia, basata su
quadrati di 50 x 50 cm di lato (denominati
“zone”): in questo modo è possibile posizionare con precisione le singole raffigurazioni incise all’interno della superficie della roccia.
A questo punto si procede con il rilievo fotografico sul campo, che consiste in una serie
di diverse battute di riprese, che permettono
di documentare le zone, le raffigurazioni e le
scene, intendendo con questo termine un insieme di raffigurazioni che concorrono a definire un’azione (ad esempio: danza, duello,
etc.) o un’entità qualificabile come un insieme
unitario (ad esempio: campi coltivati e sentieri; villaggio).
Contestualmente al rilievo fotografico vengono raccolti i dati necessari alla compilazione
delle schede descrittive della roccia quali, ad
esempio, la morfologia, le misure, l’orientamento, lo stato di conservazione della superficie rocciosa, la quantità, la tipologia e la leggibilità delle incisioni.
2) Ricerca ed acquisizione dei dati archivistici
e bibliografici
Parallelamente alla raccolta dei dati sul
campo si procede all’acquisizione delle informazioni presenti negli archivi della Soprintendenza ed alla ricerca bibliografica. Giova ricordare che presso la sede della Soprintendenza
si trovano l’Archivio Topografico, che racco6
glie tutti i documenti relativi ai siti di interesse
archeologico della Lombardia, l’Archivio del
Restauro, l’Archivio Grafico e quello Fotografico; è inoltre edita la Carta Archeologica della
Provincia di Brescia (ROSSI 1991) con la schedatura di tutti i ritrovamenti archeologici. Per
quanto concerne l’arte rupestre della Valle Camonica al momento sono disponibili, come
detto sopra, circa 3700 rilievi grafici, 2700 foto
in bianco e nero e diapositive ed oltre 5000 foto digitali.
3) Elaborazione delle immagini digitali
Ad ogni immagine realizzata sul campo corrisponde un file, in formato JPEG, uno dei formati indicati dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione per l’archiviazione
informatizzata di reperti archeologici.
Tutti i file sono inseriti in un archivio informatizzato, attualmente localizzato a Milano,
nella sede centrale della Soprintendenza per i
Beni Archeologici della Lombardia.
L’archivio è strutturato secondo precisi parametri: provincia, comune, località, tipologia
della foto (Panoramica, per Zona, per Scena e
per Raffigurazione), sigla della roccia, descrizione schematica del contenuto della foto.
Ogni file di immagine è contraddistinto da una
sigla che rimanda alla struttura dell’archivio
(ad esempio: C:\ARCHIVIO IR\BS\Ceto\Foppe
di Nadro\Raffigurazioni\FDN037-Z26 antropomorfo.jpg).
4) Elaborazione grafica informatizzata
dei dati conservativi
Gli aspetti conservativi, oltre ad essere descritti in modo così dettagliato, sono stati anche visualizzati in appositi file che contengono
la vettorializzazione dello stato conservativo
della zona di roccia esaminata. Nel corso del
Progetto IR è stato infatti messo a punto un
metodo per documentare e visualizzare graficamente la localizzazione e la tipologia dei
danni, utilizzando il software AutoCAD: tale
metodologia, testata fin dal 1997, è stata presentata nel corso del III Convegno Regionale a
Como nell’ottobre 19996. Sulle foto digitali i
limiti dei diversi tipi di danno sono evidenziati
attraverso simboli grafici (Figg. 145-146) e ciascuna tipologia di danno viene archiviata su
POGGIANI KELLER, GRASSI, LIBORIO, RUGGIERO 2001; POGGIANI KELLER, LIBORIO, PACCHIENI, RUGGIERO 2001.
127
Fig. 145. Alcuni dei simboli grafici usati per l’elaborazione informatizzata dei dati conservativi.
un layer7, contraddistinto da un colore specifico. L’uso delle fotografie digitali permette, nel
corso dei monitoraggi successivi, di visualizzare e verificare l’eventuale progressione dei
danni e quindi di stabilire se procedere o meno con l’azione di restauro. I file così ottenuti
sono stati raccolti in un Archivio di Monitoraggio dell’Arte Rupestre presso la sede della Soprintendenza.
5) Compilazione del database
Del software di archiviazione IR sono state
realizzate nel 1999, su base Access, due versioni: una per la compilazione e l’altra per la sola consultazione. La prima è strutturata per
l’immissione e l’eventuale modifica dei dati,
con campi descrittivi a compilazione libera,
campi del tipo “presenza/assenza” e campi
con menù a tenda, nei quali si possono selezionare solo voci predefinite; l’altra versione
Fig. 146. Esempio di vettorializzazione dei danni su una
zona della Roccia 1 (Roccia della Mappa) di Bedolina
(Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina,
Capo di Ponte-BS).
7 I layer di AutoCAD sono l’equivalente dei lucidi sovrapposti utilizzati nel disegno manuale: essi consentono di organizzare in maniera efficiente gli elementi del disegno, mantenendoli separati in gruppi logici distinti. Oltre a facilitare l’organizzazione dei disegni, i layer consentono di controllarne più agevolmente la visualizzazione. È possibile, ad
esempio, disattivare uno o più layer per rimuovere temporaneamente dal disegno i dettagli in esso contenuti, e riattivarli al momento della stampa.
128
consente solamente di accedere all’archivio
dei dati.
Le terminologie dei danni propri delle superfici rocciose incise (rischio intrinseco) e del
contesto ambientale (rischio estrinseco) sono
tratte dalla Carta del Rischio del Patrimonio
Culturale – Consorzio Metis – realizzata dall’Istituto Centrale del Restauro del Ministero per i
Beni e le Attività Culturali ed adattate alle particolari caratteristiche dei beni8.
Per le ricerche incrociate all’interno degli
archivi è stato realizzato un apposito software
che permette di effettuare ricerche su un solo
argomento (ad esempio, tipo di scena), o su
parametri multipli (ad esempio, tipo di scena
+ cronologia + località).
Questa versione è strutturata in sette schede descrittive, cinque delle quali collegate ad
immagini digitali, ed in una sottomaschera:
•
•
•
•
•
•
•
•
Scheda di Roccia
Sottomaschera Altri Dati
Scheda di Zona
Scheda di Scena
Scheda di Raffigurazione
Quadro Conservativo di Zona
Quadro Conservativo della Roccia
Quadro Storico della Roccia.
La Scheda di Roccia
La Scheda di Roccia costituisce il punto
cardine dell’archivio poiché da essa dipendono tutte le altre schede. La roccia, che viene
identificata attraverso una sigla che fa riferimento alla località ed alla numerazione progressiva, viene descritta nelle sue caratteristiche morfologiche. Nella parte destra della
schermata compare una fotografia panoramica della roccia ed è possibile visualizzare, attraverso un collegamento ipertestuale, il rilievo
vettorializzato della roccia con la griglia della
quadrettatura.
Dalla Scheda di Roccia si accede alla sottomaschera Altri dati, che contiene i riferimenti
topografici ed amministrativi specifici.
La Scheda di Zona
Questa scheda prevede una breve descrizione delle incisioni presenti, con le note relative
alle condizioni di acquisizione del fotogramma e con indicazioni su eventuali sovrapposizioni tra le incisioni: anche qui è presente una
foto digitale della zona esaminata ed è possibile attivare la visualizzazione della quadrettatura della roccia.
La Scheda di Scena
Nella Scheda di Scena, collegata anch’essa alla Scheda di Roccia, si trovano i campi con i
codici di identificazione, il tipo di scena, la datazione e la descrizione. Nella parte sinistra
della schermata si trovano l’elenco delle raffigurazioni che costituiscono la scena e l’elenco
delle relative zone. Nella parte destra è visibile
l’immagine digitale della scena.
La Scheda di Raffigurazione
Attivabile dalla Scheda di Scena, la Scheda
di Raffigurazione, comprende, oltre ai codici
identificativi, anche i campi relativi alla datazione, alla tecnica ed alla tipologia dell’incisione, al tipo di raffigurazione ed alle note descrittive.
Anche in questo caso la scheda è completata dall’immagine della raffigurazione.
Il Quadro Storico della Roccia
Sono previsti campi per la definizione del
supporto, per la data della scoperta e le misure della roccia, per la descrizione morfologica,
per una sintesi dei contenuti, oltre alla cronologia e ad una serie di informazioni d’archivio
(bibliografia, documentazione fotografica e
grafica presente negli archivi).
Il Quadro Conservativo della Zona
Accessibile dalla Scheda di Zona, si articola
in due pagine: la prima, denominata Dati, riporta una serie di campi relativi allo stato di
conservazione, alle differenti tipologie di danno ed agli interventi di restauro già effettuati
o in corso sulla specifica porzione della roccia.
Facendo riferimento alla Carta del Rischio
del Patrimonio Culturale sono state individuate ed adattate le terminologie dei danni (rischio intrinseco) propri delle superfici rocciose incise, come di seguito descritte.
8 Gli aspetti conservativi e l’adattamento delle terminologie dei danni alle rocce incise sono stati curati da A.M. Ardovino.
129
Lista delle tipologie di danno applicabili alle superfici lapidee con arte rupestre
A
Danni strutturali
1
2
3
4
5
Deformazioni
Lesioni
Lesioni passanti
Deformazioni e lesioni
Deformazioni e lesioni passanti
B
Disgregazione materiale
1
2
3
4
5
Ossidazione/corrosione
Disgregazione/polverizzazione di leganti
Disgregazione/polverizzazione del materiale costituente
Erosione
Crosta nera
C
Umidità
1
2
3
4
5
6
Infiltrazione
Risalita capillare
Acqua di percolazione
Condensa
Ristagno
Efflorescenza salina
D
Attacchi biologici
1
2
3
4
5
Macroflora/vegetazione
Animali/insetti
Microflora e macroflora
Macroflora e insetti
Microflora, macroflora e insetti
E
Alterazioni degli strati superficiali
1
2
3
4
5
Distacchi tra gli strati
Fessurazioni/scagliature
Incrostazioni/concrezioni
Depositi superficiali/affumicamento
Vandalismi
F
Parti mancanti
1
2
3
Rotture/mancanze precedenti
Perni, catene e vincoli asportati
Rotture e asportazioni di vincoli
I danni riscontrati nelle singole zone permettono di compilare poi nel Quadro Conservativo della Roccia i campi relativi al livello di gravità di ciascun tipo di danno e, di conseguenza, il grado di urgenza dell’intervento conservativo da mettere in atto.
L’acquisizione di questi dati risulta pertanto di straordinaria importanza per la programmazione a breve, medio e lungo termine delle
attività di restauro delle rocce.
La seconda pagina del Quadro Conservativo della Zona, denominata Immagini, permette
130
di inserire due foto con le condizioni della
roccia prima e dopo l’intervento di restauro,
per facilitare una periodica verifica della roccia sotto l’aspetto conservativo.
Il Quadro Conservativo della Roccia
Il Quadro Conservativo della Roccia fornisce,
in due pagine, informazioni relative all’utilizzazione, alle caratteristiche morfologiche dell’area nella quale è collocato il bene e notizie
sugli interventi di restauro.
Particolare attenzione viene dedicata infatti
al contesto ambientale nel quale le rocce sono
inserite, poiché si è accertato quanto i fattori
ambientali incidano negativamente sullo stato
di conservazione.
In particolare, nella Pagina 1 sono contenute, tra l’altro, indicazioni sulla manutenzione
alla quale la roccia è soggetta, sui sistemi di
protezione, di sicurezza, sulle attrezzature di
fruizione (passerelle, pannelli didattici, etc.) e
sulla morfologia del territorio circostante.
La scheda è completata, nella Pagina 2, da
indicazioni sui diversi interventi conservativi
effettuati, da riferimenti alla gravità ed alla diffusione dei danni riscontrati, dalla segnalazione del grado di urgenza degli interventi da
realizzare. Nella scheda vengono anche segnalate le modalità di acquisizione dei dati sugli
interventi, che può essere visiva, bibliografica
o archivistica.
Nel Quadro Conservativo della Roccia confluiscono molte voci relative ai fattori di rischio
estrinseco.
Possono influire sullo stato di conservazione del bene (“rischio estrinseco”):
a)
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
il contesto di localizzazione/
utilizzazione:
parco archeologico;
residenza
attività produttiva/agricoltura/pascolo
attività produttiva/industria
attività produttiva/artigianato
attività produttiva/servizi
bene mobile ricoverato al chiuso
bene mobile musealizzato
bene mobile sistemato all’aperto
cantiere di scavo in attività
in abbandono
b) l’accessibilità al pubblico
c)
il carico annuo dei visitatori
d) la periodicità e la tipologia
della manutenzione
e) i sistemi di protezione
dagli agenti atmosferici
1. coperture stagionali
2. recinzioni
3. sbadacchiature
4. tettoie
5. assente
f)
1.
2.
3.
4.
5.
6.
i sistemi di sicurezza:
copertura
impianti antifurto
impianti antincendio
parafulmine
recinzione
assente
g)
1.
2.
3.
4.
5.
6.
le attrezzature di fruizione:
impianti didascalici fissi
pedane
pedane e impianti didascalici fissi
passerelle
passerelle e impianti didascalici fissi
assente
h)
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
la custodia dell’area archeologica
continua
continua solo diurna
solo agli accessi
continua solo notturna
discontinua
discontinua solo diurna
discontinua solo notturna
assente
i) l’esposizione agli agenti atmosferici:
1. totale
2. parziale
l)
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
la contiguità a fattori ambientali dannosi:
Area a pascolo
Corso d’acqua
Falda
Humus
Sentiero
Sorgente
Stagno
Strada
Strutture moderne
Terrapieno
Terreno agricolo
Vegetazione
m) la prossimità a fattori ambientali dannosi,
posti nel raggio di 50 m:
1. Area a pascolo
2. Corso d’acqua
3. Falda
4. Humus
5. Sentiero
6. Sorgente
7. Stagno
131
8.
9.
10.
11.
12.
Strada
Strutture moderne
Terrapieno
Terreno agricolo
Vegetazione
n) la percolazione delle acque
Tutti i dati relativi agli aspetti conservativi,
visualizzati in appositi file che contengono la
vettorializzazione dello stato conservativo, confluiscono in un Archivio di Monitoraggio dell’Arte Rupestre presso la Soprintendenza per i
Beni Archeologici della Lombardia.
L’acquisizione dei dati di “rischio intrinseco ed estrinseco” per tutto il patrimonio di arte rupestre della Valle Camonica permetterà
di attuare una efficace politica di tutela del bene e, quindi, di preservare l’identità storica
del sito anche per le generazioni future.
Inoltre il ricorrere di determinati fenomeni
di degrado o di danno consentirà l’identificazione di parametri nei quali contenere i processi di gestione e valorizzazione del bene, con
il fine ultimo di non svilire il bene stesso.
Sulla base delle diverse situazioni si potrà
ad esempio intervenire sulle capacità di carico
di tipo fisico, regolando il numero massimo di
visitatori o realizzando un sistema di gestione
dei percorsi di visita che non comprometta
l’integrità ed i valori universali del bene.
rendere possibile l’inserimento dei dati anche
a distanza9: dal punto di vista formale quindi
IRWeb è la naturale evoluzione di IR perché
ne mantiene l’originaria struttura in sette
schede, con i medesimi campi e i medesimi
lessici per la compilazione; anche la procedura di acquisizione dei dati sul campo è identica. Naturalmente, grazie alla flessibilità del sistema, sarà possibile implementare le voci da
compilare sulla base delle esigenze che emergeranno in corso d’opera.
La nuova applicazione IRWeb, è stata realizzata utilizzando gli standard attualmente più
diffusi, al fine di permettere il riutilizzo dei dati in versioni future:
• Database: Interfaccia al database SOAP, engine SQL compliant
• Interfacce: XHTML, XHTML strict per versioni conformi WAI (Web Accessibility Initiative)
• Linguaggio applicativo: PHP 5.0
Il Progetto IRWeb (Le Incisioni Rupestri
in Internet) (Figg. 147-148)
Si basa su una struttura distribuita client/
server in grado di funzionare efficientemente
sia su una rete interna ad alta velocità (Intranet) che su un web server remoto (Internet) ed
è caratterizzata da una particolare semplicità
di utilizzo, grazie ad una interfaccia e ad una
veste grafica molto intuitive. Inoltre nel software è stato inserito un manuale on-line che
ne rende agevole la compilazione e la consultazione.
Un ulteriore punto di forza è rappresentato
dal fatto che l’accesso ai dati dell’archivio è
immediato: non è infatti necessaria l’installazione di alcun software sulle postazioni client
poiché è sufficiente un qualsiasi browser web
(ad esempio Internet Explorer), normalmente
presente su tutti i personal computer.
A partire dal gennaio del 2003 la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia ha avviato un progetto di sviluppo del
database IR, per renderlo fruibile anche in reti Intranet ed Internet (IRWeb). Da qui la necessità di potenziare il software in modo da
In vista dell’inserimento dei dati via Internet è stata prestata particolare attenzione alla
sicurezza del sistema, attraverso l’introduzione
di un accesso personalizzato che si basa sulla
distinzione dei tipi di utenti in diverse categorie:
Le schede conservative di Zona e di Roccia,
per la specificità dei temi trattati, possono essere compilate solamente da restauratori qualificati.
9 La consulenza informatica per la messa in rete dell’applicazione è stata curata da D. Vitali e F. Tumiatti. La consulenza scientifica, il test e l’implementazione dei dati è stata effettuata da C. Liborio e da M.G. Ruggiero della SCA - Società Cooperativa Archeologica di Milano. Gli aspetti legati alla conservazione ed al restauro delle rocce sono stati curati dalla restauratrice A. Sechi. I rilievi fotogrammetrici sono stati realizzati dalla ditta FOART di Parma; al progetto hanno collaborato i geometri della Soprintendenza M. Pacchieni e C. Vaira. La direzione è di R. Poggiani Keller.
132
Tipo di utente
Livello di accesso
Livello di gestione
Admin
Amministratore del sistema
gestione degli utenti;
modifiche al d-base;
validazione delle schede compilate da altri utenti
Superuser
Superutente interno
del sistema
visualizzazione del d-base;
implementazione del d-base;
validazione delle schede compilate da altri utenti
Cuser
Common user o
utente standard del sistema
visualizzazione del d-base;
implementazione del d-base;
Guest
Ospite o utente semplice
visualizzazione del d-base;
Fig. 147. Il progetto IRWeb (dal 2003). Home page del
portale www.irweb.it e dell’archivio.irweb.it
Fig. 148. http://archivio.irweb.it: la scheda di Roccia.
La scelta del profilo per la visualizzazione
dei dati avviene al momento della registrazione dell’utente o del gruppo di utenti (login).
L’amministratore sceglie tra diverse interfacce:
• Compilatore
• Standard
• Studenti
• altre interfacce
che presentano un set ridotto di tutti i dati raccolti su una roccia, in modo da creare schede
conformi a standard meno dettagliati.
Al momento del login l’utente, in modo
completamente trasparente, accederà al sistema tramite l’interfaccia che gli è stata assegnata.
Si possono ovviamente creare interfacce
Un aspetto di fondamentale importanza di
questo nuovo d-base è rappresentato dal fatto
che tutte le schede, comprese quelle compilate via Internet, sono temporaneamente archiviate in una apposita Lista di Validazione. In
questo modo sarà possibile verificare l’omologazione dei dati e la procedura di inserimento
e soltanto dopo il controllo da parte dei Superutenti interni del sistema di tutti i dati immessi queste schede saranno definitivamente inserite nell’archivio IRWeb. Questo sistema di va133
lidazione ha anche lo scopo di tutelare le schede relative a rocce inedite e in corso di studio,
garantendo la riservatezza dei dati fino all’edizione del lavoro.
Particolare attenzione è stata inoltre posta
alle procedure di sicurezza dei dati con back-up
giornalieri e procedure veloci di ripristino.
Alla fase di progettazione del software è seguita quella di verifica, sia dei contenuti trasferiti dalla precedente versione sia delle modalità di inserimento e di consultazione dei dati.
Nel 2003 l’Istituto Centrale per il Catalogo
e la Documentazione del Ministero per i Beni
e le Attività Culturali (ICCD) ha riconosciuto
la compatibilità di IRWeb con il proprio sistema catalografico.
A partire dal 2005 il sistema, è stato adattato, dal punto di vista della grafica ai parametri
per l’accessibilità e l’usabilità, indicati da MINERVA (MInisterial NEtwoRk for Valorising
Activities in digitisation) per la qualità dei siti
Web pubblici culturali. Per quanto riguarda
l’accessibilità dei contenuti il sistema seguirà
le indicazioni della Legge Stanca (legge n. 4
del 9 gennaio 2004), che reca le disposizioni
per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli
strumenti informatici.
Infine sembra importante sottolineare che
IRWeb si interfaccia al database tramite un
WEB SERVICE, che consente di esportare dal
database, previa autenticazione ed autorizzazione, i dati in forma “grezza”, per riutilizzarli
in altre applicazioni.
3) Restauro. Nel corso degli oltre vent’anni
(1979-2004) dalla Dichiarazione di Interesse
del sito UNESCO la Soprintendenza ha realizzato numerosi interventi che si elencano nell’Allegato 5 e sui quali sono disponibili rapporti
annuali.
Dal 1980 si realizzano progetti di restauro
delle rocce, con interventi di pulitura, consolidamento e restauro, finanziati dal Ministero
per i Beni e le Attività Culturali e curati da restauratori diplomati e specializzati nel restauro
della pietra.
Si stima che la cifra spesa dalla Soprintendenza per i restauri e la manutenzione ordinaria delle rocce all’interno dei Parchi Nazionali
nel periodo 1980-2004 sia stata di circa €
750.000,00.
134
Gli interventi sono condotti in modo sistematico nei Parchi Nazionali; la Soprintendenza
si è assunta inoltre l’onere di interventi anche
in aree di proprietà private (Corni Freschi di
Darfo Boario Terme; località Bedolina di Capo
di Ponte, “Roccia della Mappa”; località Seradina di Capo di Ponte, rocce A, B e C) ed ha promosso campagne di restauro in proprietà pubbliche comunali dirigendo gli interventi finanziati dagli Enti gestori (Parco di Luine, Riserva
Regionale) con l’intento di diffondere la cultura della manutenzione e del restauro per conservare un patrimonio sempre più soggetto a
degrado, principalmente per l’inquinamento
atmosferico.
Tutte le campagne di restauro sono condotte ed organizzate in modo da conciliare le esigenze conservative con quelle della fruizione,
dando la priorità quindi alle rocce ubicate lungo i percorsi di visita all’interno dei Parchi.
Sul tema del restauro si veda infra in Mappa
dei rischi, delle tutele e delle protezioni (Parte
Seconda, 8. Analisi dei Rischi e dei Vincoli, p.
159 ss.).
Le azioni della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia (Ministero per i Beni e le
Attività Culturali) in collaborazione con gli Enti
locali
Nel periodo compreso tra la fine degli anni
’90 ed il 2001 in Valle Camonica sono stati attuati diversi progetti di catalogazione dei beni
culturali diffusi in Valle, progetti in parte finanziati dall’Unione Europea e in parte da
Enti Locali.
I settori interessati spaziano dalla realizzazione di banche-dati delle incisioni rupestri, in
collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici, e degli edifici storici della Valle ad attività di restauro di chiese e di fabbricati
ubicati nei centri storici, dal recupero e dalla
valorizzazione delle risorse agro-forestali al
censimento delle strutture dell’edilizia alpina.
Ai fini dell’analisi dello stato di conservazione del patrimonio dei beni culturali della
Valle Camonica si ricordano due importanti
progetti realizzati tra il 1999 ed il 2001 nell’ambito delle attività finanziate dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (F.E.S.R.).
Il primo progetto (Progetto Leader II, Azio-
ne 5, Sostegno alle Iniziative Etnografiche) nasce in collaborazione con il sistema di monitoraggio informatizzato dello stato conservativo
delle incisioni rupestri, avviato dalla Soprintendenza. Il Progetto IR è stato testato nell’ambito del progetto europeo Leader II-Azione 5, a seguito di Accordo di programma stipulato in data 18 maggio 1999 tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, il BIM-Bacino Imbrifero Montano dei
Comuni della Valcamonica ed il Gruppo di
Azione Locale di Valle Camonica.
Nell’ambito di questo progetto sono state catalogate, dalla SCA-Società Cooperativa Archeologica di Milano (su incarico della Soprintendenza), cinquanta rocce incise ubicate nella
Media ed Alta Valle Camonica ed è stata creata
una workstation in Valle Camonica, a Breno,
presso il Consorzio Comuni Bacino Imbrifero
Montano, nella quale sono state inserite le schede delle rocce catalogate e monitorate. Tale
workstation si propone di funzionare come sede
locale per la catalogazione e la consultazione
del patrimonio di arte rupestre in connessione
con l’archivio informatizzato centrale collocato
presso la sede della Soprintendenza a Milano.
Nell’ambito del progetto è stato realizzato
anche il sito Internet www.voli.bs.it/ir-incisionirupestri, accessibile anche dal sito www.pal.voli.bs.it
Come più avanti specificato (La catalogazione dei beni storico-artistici da parte degli
Enti locali), il secondo progetto Leader II,
Azione 7 (Inventario e valorizzazione di edifici storici) ha riguardato la creazione di un archivio
finalizzato alla conoscenza degli edifici di interesse storico e architettonico diffusi in Valle
Camonica.
Altre iniziative di catalogazione per l’arte rupestre
In Valle Camonica operano da anni diverse
strutture di ricerca, tra le quali si segnalano il
Centro Camuno di Studi Preistorici di Capo di
Ponte (CCSP), la Cooperativa Archeologica
“Le Orme dell’Uomo” di Cerveno ed il Museo
Didattico d’Arte e Vita Preistorica di Capo di
Ponte.
Il Centro Camuno di Studi Preistorici è un
Istituto di Ricerca (associazione privata con
rendicontazione da presentare al Ministero
per i Beni e le Attività Culturali) che dal 1964
studia l’arte rupestre della Valle Camonica (e
del mondo), raccogliendone dati e documentazione. Su concessione del Ministero per i Beni
e le Attività Culturali, con piani annuali concordati di ricerca, ha condotto esplorazioni
sull’arte rupestre, individuando e portando alla luce centinaia di superfici istoriate, molte
delle quali attualmente costituiscono il patrimonio archeologico dei Parchi e delle Riserve
archeologiche con arte rupestre. Negli archivi
del Centro Camuno di Studi Preistorici sono
presenti materiali documentaristici inerenti la
ricerca sull’arte rupestre degli ultimi 50 anni
tra cui oltre 250.000 immagini e documenti relativi alla scoperta e allo studio dell’arte preistorica camuna (e mondiale), a partire dagli
anni ’50 fino ad oggi.
Il materiale (fin dagli anni ’70) è stato collocato in 4 database, ora confluiti in un unico
Archivio Informatizzato che gestisce sia i dati
territoriali localizzativi dell’arte rupestre camuna (la localizzazione delle rocce istoriate è
stata fatta attraverso il recupero delle coordinate satellitari con il sistema GPS) sia i dati fotografici, di rilevamento delle singole rocce e
di scheda informativa.
In questo nuovo Archivio sono confluiti i
seguenti database:
Il Progetto di “Georeferenziazione dell’Arte Rupestre della Valle Camonica”, che individua con
coordinate satellitari ogni roccia istoriata ritrovata. I Comuni ad oggi interessati dal progetto
sono: Pisogne (in corso di realizzazione),
Darfo Boario Terme (in corso di realizzazione), Pian Camuno (in corso di realizzazione),
Ceto (completato), Cimbergo (completato) e
Paspardo (realizzato in parte), Capo di Ponte
(completato, con l’esclusione delle rocce comprese nel Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri), Sellero (realizzato in parte) e Grevo
(completato). Con una procedura concordata
di recente con la Soprintendenza e applicata
per il Parco in corso di realizzazione a Seradina e Bedolina, le superfici istoriate sono localizzate sul terreno attraverso placchette di riconoscimento a numerazione progressiva e poi
su cartografia vettorializzata, consentendo
quindi la rintracciabilità (in futuro anche in
caso di ricopertura del terreno) delle superfici
istoriate e l’individuazione delle zone incise,
dato questo fondamentale per la programmazione consapevole del territorio oltre che per
135
la ricerca. Alla data del 1° gennaio 2005 sono
state localizzate e inventariate circa 1900 superfici istoriate. Il Progetto è stato supportato
finanziariamente dalla Regione Lombardia
nell’ambito del SIRBeC (Sistema Informativo
Regionale Beni Culturali) e costituisce un momento fondamentale per la salvaguardia fisica
di questo patrimonio.
Inventario Arte Preistorica Italiana (IAPI), su
finanziamento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è un database di oltre 4.000
schede riguardanti l’arte preistorica italiana
(compresa la Valle Camonica), tuttora in fase
di aggiornamento ed integrazione. L’informatizzazione si è basata sulla progettazione ex-novo e implementazione in forma prototipale di
un database sviluppato su piattaforma Microsoft Windows™. L’applicazione possiede una
struttura gerarchica che mima le schede SA e
RA definite dall’ICCD (Istituto Centrale del
Catalogo e della Documentazione). Il database
prevede inoltre la possibilità di esportare i dati
inseriti e convogliarli su supporti informatici
standard definiti dall’ICCD. Principali caratteristiche dell’applicazione: struttura con Schede di Sito Archeologico e Schede di Reperto
Archeologico (“oggetto” artistico) contenuto
nel sito (1 o molti); possibilità di query per
ogni campo definito (geografia, cronologia, tipologia, etc.), anche di tipo multiplo (per es.
ricerca di specifici oggetti per regione geografica che contemporaneamente rispondano a
determinati criteri); possibilità di query mediante key-words (secondo una lista in gran parte derivata dall’originale elenco utilizzato nell’archivio WARA); archivio immagini allegate
ad ogni singolo reperto (1 o più immagini);
archivio coordinate GPS disponibili per ogni
reperto (puntiforme o perimetrale, implementato solo per l’arte rupestre della Valle Camonica); report di riepilogo o selettivi.
WARA (Word Archive of Rock Art), un data-base sull’Arte Rupestre Mondiale, che raccoglie 1500 schede su siti con arte rupestre,
consentendo una visione complessiva del fenomeno, dalla sua nascita alle caratteristiche ancestrali e regionali del fenomeno.
È prevista la creazione di un unico Archivio
nel quale confluiranno tutti i dati attualmente
conservati nel WARA e nello IAPI e la ricca documentazione iconografica.
136
La Cooperativa Archeologica “Le Orme
dell’Uomo” sin dalla sua fondazione nel 1988
ha perseguito l’obiettivo di condividere i risultati delle proprie ricerche anche attraverso
campagne di catalogazione informatizzata delle incisioni, che sono state rilevate e studiate.
Il gruppo di studiosi che fondò la Cooperativa
era anche stato il primo, nel 1987, a realizzare
la prima catalogazione informatizzata di una
zona di arte camuna, l’area rupestre di Dos
Sottolaiolo (che presentava sette rocce istoriate), mentre ancora lavorava presso il Centro
Camuno di Studi Preistorici. La zona venne
pubblicata per le edizioni della Cooperativa
nel 1988. La prima scheda EUGA, particolarmente adatta per la catalogazione informatizzata dell’arte rupestre dell’area camuno-valtellinese-lago di Garda, venne realizzata nel
1990, a seguito dell’incontro di tre esperienze
catalografiche diverse: la schedatura fino ad
allora condotta secondo l’esperienza del Centro Camuno, il modello di scheda realizzato
dalla Soprintendenza Archeologica della Lombardia nel 1989 (Petra), la schedatura adottata
da diversi enti nelle Alpi Occidentali. Con la
scheda EUGA (vi sono la scheda roccia e la
scheda figura) vennero catalogate numerose
rocce istoriate dell’area di Vite-Deria, area di
ricerca in cui si sono concentrati gli sforzi della Cooperativa dal 1990 sino ad oggi. Sempre
con la schedatura EUGA venne schedata, nel
1995, la Rupe Magna di Grosio, in Valtellina,
tracciati catalografici accolti in questo caso anche dal SIRBec Regionale (Sistema Informativo Regionale Beni Culturali), lavoro condotto
dalla Cooperativa per il Consorzio Incisioni
Rupestri di Grosio, finanziato dalla Regione
Lombardia con autorizzazione e direzione
della Soprintendenza Archeologica della
Lombardia. Alla fine degli anni ’90 la Cooperativa Archeologica ha partecipato al Progetto
EuroPreArt insieme ad un gruppo di lavoro
composto da enti universitari, musei ed associazioni archeologiche di tutta Europa (oltre
alla Cooperativa: l’Instituto Politecnico di Tomar, Portogallo; il Centro Universitario Europeo per il Patrimonio Culturale di Ravello, Italia; il Consejo Superior de Investigaciones
cientìficas di Madrid, Spagna; l’Asociaciòn
Cultural Colectivo Barbaòn, Extremadura,
Spagna; l’Università di Liegi, Belgio; l’Università di Gotland, Svezia; l’University College di
Dublino, Irlanda; il Centro Studi e Museo di
Arte Preistorica di Pinerolo, Italia; l’Associazione Archeo Jovem, Portogallo). Il progetto
EuroPreArt venne finanziato dall’Unione Europea, Programma Educazione e Cultura
2000. I primi risultati di questo progetto catalografico furono presentati al XIV Congresso
dell’Unione Internazionale delle Scienze Preistoriche e Protostoriche (UISPP) di Liegi nel
Settembre 2001. Le schede presentate da sette
paesi europei furono 806 (schede di
roccia/grotta incisa o dipinta) con più di 2700
immagini: le schede sono disponibili on line
alla pagina www.europreart.net. Oltre ad aver
curato le schede di alcune rocce delle Alpi occidentali, la Cooperativa ha implementato le
schede dell’area camuno-valtellinese, per un
numero complessivo di 80. Nel corso del 2003
sono state create anche la scheda di area (es:
Valcamonica) e la scheda di sito (es: Foppe di
Nadro), catalogazione che è in corso di realizzazione da parte dei vari enti succitati. Il prossimo passo sarà la realizzazione della scheda
di figura.
A Capo di Ponte si trova il Museo Didattico
d’Arte e Vita Preistorica di Capo di Ponte, un
laboratorio di archeologia sperimentale fondato nel 1975 da Ausilio Priuli, che custodisce
una ricca documentazione di rilievi (circa
1.000), foto (circa 35.000 diapositive, comprensive dell’arte rupestre di altre località italiane e
straniere, e 2.000 foto digitali), calchi e frottages
che illustrano l’arte rupestre camuna dal Paleolitico fino all’avvento del Cristianesimo.
Nell’ambito delle attività di ricerca scientifica condotta dal Museo, particolare attenzione
è stata dedicata all’individuazione ed all’elaborazione di nuove metodologie di schedatura e
catalogazione delle incisioni rupestri, non solo
camune, ma anche alpine e italiane.
Per evitare danneggiamenti delle rocce incise e dei documenti e per realizzare riproduzioni il più possibile fedeli e quindi fruibili in
termini scientifici, sono stati elaborati e adattati ad ogni specifica esigenza il metodo del frottage e della riproduzione fotografica a luce radente artificiale.
I risultati delle attività di ricerca e di rilevamento delle manifestazioni di arte preistorica
camuna, italiana e di molti altri paesi è confluita in una Banca dati-immagini multimediale dell’arte preistorica camuna, nata nel 1989
presso il Museo.
Le iniziative sopra descritte appaiono sostanzialmente finalizzate allo studio degli
aspetti iconografici e cronologici dell’arte rupestre, mentre affrontano solo marginalmente
gli aspetti conservativi, che risultano invece di
fondamentale importanza per poter preservare nel tempo questo patrimonio, unico al
mondo per ricchezza ed estensione. Inoltre,
negli studi sopra citati, l’analisi delle incisioni
è limitata il più delle volte a singole porzioni
della roccia e non al contesto complessivo nel
quale esse sono inserite.
Per tale motivo il software IRWeb è stato
realizzato utilizzando la Carta del Rischio del
Patrimonio Culturale, dalla quale sono state attinte le terminologie relative ai rischi intrinseci
ed estrinseci delle superfici lapidee, poi adattate alle particolari caratteristiche delle rocce incise. Inoltre la metodologia che sta alla base di
IRWeb è basata su un approccio di tipo “topografico”, che prevede la suddivisione della roccia in “zone” e consente, pertanto, di ubicare e
localizzare sempre con precisione le singole
raffigurazioni all’interno del palinsesto lapideo. Innovativo risulta infine anche l’utilizzo
dell’elaborazione grafica informatizzata, tramite vettori, dei dati conservativi, efficace per documentare e visualizzare graficamente la localizzazione e la tipologia dei danni e programmare gli interventi di restauro.
Il monitoraggio conservativo delle rocce incise:
obiettivi e risultati attesi
Nell’ottica di una sempre più efficace politica di integrazione e ottimizzazione delle
risorse e delle iniziative culturali si auspica
la creazione di un Catalogo condiviso, nel
quale fare confluire tutti i dati attualmente
disponibili sull’arte rupestre della Valle Camonica.
Nel corso dell’elaborazione del presente
Piano di Gestione il Gruppo di lavoro tecnicoscientifico, formato da Centro Camuno di Studi Preistorici, Dipartimento Valcamonica e
Lombardia, Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’Uomo” e Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica, ha convenuto sull’esigenza di
aderire alla catalogazione IRWeb per un catalogo unificato dell’arte rupestre.
Il Catalogo unificato si propone come
obiettivo primario il continuo monitoraggio
137
dello stato di conservazione delle rocce incise
e rappresenta lo strumento ideale per coniugare la conoscenza e la tutela del bene con lo
sviluppo integrato delle risorse della Valle.
6.4.2 Il patrimonio archeologico
e storico-artistico
La catalogazione dei beni storico-artistici
da parte degli Enti locali
Il progetto Leader II, Azione 7, Inventario e
valorizzazione di edifici storici ha riguardato, nel
periodo 1999-2001, la creazione di un archivio
finalizzato alla conoscenza dei numerosi edifici di interesse storico e architettonico diffusi
in Valle Camonica. Anche per questo ricco patrimonio è stata avviata la compilazione di
schede della Carta del Rischio per verificarne
lo stato di conservazione ai fini di una pianificazione conservativa mirata.
Per il triennio 2002-2004 il Consorzio Comuni Bacino Imbrifero Montano ha proseguito l’attività di catalogazione degli edifici di interesse storico-artistico della Valle affiancando
alla compilazione di nuove schede della Carta
del Rischio la compilazione di schede “A - Beni Architettonici” del SIRBeC (Sistema Informativo Regionale Beni Culturali) della Regio-
ne Lombardia. Tale sistema concorre, insieme
alle Soprintendenze presenti sul territorio e ai
sistemi informativi di altre Regioni, alla realizzazione del Catalogo Unico Nazionale. Anche
le schede del SIRBeC, conservate sia presso la
Regione Lombardia sia presso il Consorzio Comuni Bacino Imbrifero Montano, prevedono,
accanto alla tradizionale documentazione fotografica (B/N e diapositive), l’uso della fotografia digitale.
Gli interventi di valorizzazione e restauro dei beni
archeologici e storico-artistici da parte degli Enti
locali, in collaborazione con le Soprintendenze
La Valle Camonica possiede, come detto,
oltre all’arte rupestre un ricco patrimonio storico e culturale di immenso valore che lo Stato
e le Amministrazioni locali provvedono a tutelare, a conservare ed a valorizzare con interventi e progetti di varia natura.
In particolare, tra il 2002 ed il 2003 sono
stati realizzati alcuni progetti a valenza comunitaria che hanno interessato il restauro di edifici sacri nei comuni di Breno, Bienno, Niardo, Capo di Ponte ed Edolo.
Per la valorizzazione del patrimonio archeologico e dei siti archeologici di età romana della Media Valle Camonica è stato invece
Tabella tratta da: Piano di Sviluppo Socio Economico della Comunità Montana di Valle Camonica, 2001
Progetto
Descrizione
Costi
Competenza
Restauro degli
edifici
Comune di Breno - Chiesa di S.
Antonio; Comune di Bienno - Chiesa di
S. Maria; Frati Minori Cappuccini Convento dell’Annunciata; Parrocchia
di Breno - Chiesa di S. Valentino;
Parrocchia di Breno - Chiesa di S.
Maurizio; Parrocchia di Niardo - Chiesa
di S. Giorgio; Parrocchia di EdoloChiesa di S. Maria; Parrocchia di Capo
di Ponte - Chiesa di S. Rocco.
L. 1.177.478.980
(F.E.S.R.).
Cofinanziamento
enti del 50%.
Gruppo di Azione
Locale (GAL)
Ristrutturazione
della casa natale
del Beato
Innocenzo da
destinare a centro
culturale
intercomprensoriale
Si tratta del recupero di alcuni
fabbricati ubicati nel centro storico del
Comune di Niardo; il centro si propone
quale elemento propulsivo per la
divulgazione e lo sviluppo di percorsi
tematici inerenti il turismo religioso.
L. 1.600.000.000
Comune di Niardo
l. 102/90 ex art. 13
L. 600.000.000 fondi
comunali
Totale L. 2.777.478.980
138
promosso un Accordo di Programma tra il
Ministero per i Beni e le Attività Culturali e gli
Enti locali (Regione Lombardia, Provincia di
Brescia, Comunità Montana di Valle Camonica, Comune di Cividate Camuno, di Breno, di Berzo Inferiore, di Bienno), adottato
il 20 maggio 2003 e definitivamente sottoscritto il 9 febbraio 2005. Nell’ambito di questa
iniziativa sono stati programmati numerosi
interventi che vanno dal restauro alla realizzazione di percorsi di visita, come sotto specificato.
Tabella elaborata sulla base di dati forniti dalla Comunità Montana di Valle Camonica.
Titolo
dell’Intervento
Costo
dell’Intervento
Apertura al
€ 3.523.268,97
pubblico del Teatro
e dell’Anfiteatro di
Cividate Camuno
Tipologia
di Finanziamento
Soggetti
Attuatori
Stato di
attuazione
– MiBAC Fondi Lotto 98-2000:
€ 2.877.697,85;
– Regione Lombardia FRISL,
Iniziativa 93-95: € 645.571,12
Comune di
Cividate
Camuno
Completato
Restauro e
sistemazione a
Parco
Archeologico del
Santuario di
Minerva in Breno
€ 916.820,52
– Contributo della Fondazione
CARIPLO, anno 2002 alla
Provincia di Brescia e al
Comune di Breno: € 413.165,52
– MiBAC Fondi 8‰, anno 2003:
€ 480.655,00
– Contributo della Fondazione
CARIPLO, anno 2003 al MiBAC:
€ 23.000,00
Comune di
Breno;
Ministero
per i Beni e
le Attività
Culturali
Completato
Studio di fattibilità
del modello
gestionale
€ 20.000,00
Regione Lombardia L.r. 39/1974
- anno 2005
Provincia di
Brescia
Presentazione
entro fine 2005
Percorso ciclo
€ 728.000,00
pedonale DarfoBreno, con galleria
in territorio di
Cividate Camuno
– Provincia di Brescia e Comune
di Cividate Camuno:
€ 228.000,00 (50% ciascuno
anno 2004);
– Regione Lombardia- Fondo
AdPQ: € 500.000,00
Provincia di
Brescia
Inizio lavori
entro
novembre 2004
Arredo urbano di
€ 573.422,09
Piazza Fiamme
Verdi, via
Lungoglio, via
Ponte Vecchio e
Piazza Bertolassi
(Cividate Camuno),
previa verifica e
scavo archeologico,
di intesa con la
Soprintendenza
– Regione Lombardia- Fondo
AdPQ: € 200.000,00;
– Regione Lombardia
l.r.39/1991: € 86.711,09
– Comune di Cividate Camuno:
€ 286.711,00
Comune di
Cividate
Camuno
Progetto
definitivo ed
esecutivo entro
il 2004; appalto
ed inizio lavori
nel 2005
Acquisto di un
€ 1.446.079,31
edificio sito in
Cividate Camuno
con destinazione
formativo-culturale
ed incubatore di
impresa
– Comune di Cividate Camuno
(Mutuo Cassa Depositi e
Prestiti): € 1.446.079,31
Comune di
Cividate
Camuno
Stipulato
contratto
preliminare
d’acquisto da
parte del
Comune di
Cividate Camuno
139
Titolo
dell’Intervento
Costo
dell’Intervento
Tipologia
di Finanziamento
Soggetti
Attuatori
Stato di
attuazione
Sistemazione di
parte del Castello
di Breno a centro
di informazione e
divulgazione
archeologica II Lotto
€ 310.000,00
– Regione Lombardia
l.r.39/1984: € 155.000,00
– CARIPLO: € 70.000,00
– Camera di Commercio di
Brescia: € 75.000,00
– Comune di Breno: € 10.000,00
Comune di
Breno
Fine lavori
agosto 2004
Sistemazione di
parte del Castello
di Breno a centro
di informazione e
divulgazione
archeologica III Lotto
€ 270.000,00
– Regione Lombardia FRISL,
2002-2004 Iniziativa b) Beni e
infrastrutture culturali ai sensi
l.r. 33/91: € 141.755,50
– Camera di Commercio di
Brescia: € 51.645,70
– Comune di Breno: € 76.598,80
Comune di
Breno
Progetto
esecutivo
esistente;
appalto ed inizio
lavori nel 2005 e
fine lavori entro
il 31-12-2005
Totale
€ 7.787.590,89
Nell’ambito dell’Accordo sono stati altresì
stanziati fondi per la realizzazione di itinerari
culturali nei Comuni di Bienno e di Berzo Inferiore non interessati alla gestione integrata
Stato-Enti locali, come di seguito specificato.
Tabella elaborata sulla base di dati forniti dalla
Comunità Montana di Valle Camonica.
Titolo
dell’Intervento
Costo
dell’Intervento
Tipologia
di Finanziamento
Soggetti
Attuatori
Stato di
attuazione
Ristrutturazione e
restauro
conservativo della
fucina “Ex
Comensoli” in via
Artigiani e
recupero
funzionale della
fucina da ferro
“Già Franzoni” in
via Artigiani
€ 480.435,41
– Regione Lombardia FRISL,
2002-2004 Iniziativa b) Beni e
infrastrutture culturali ai sensi
l.r. 33/91: € 286.015,44;
– Comune di Bienno:
€ 91.551,47;
– Comunità Montana:
€ 102.868,50
Comune di
Bienno
Lavori già
iniziati; fine
lavori entro il
settembre 2004
Sistemazione
€ 125.000,00
straordinaria del
Vaso Re e percorso
culturale didattico
“Vaso Re”
– Regione Lombardia, l.r. 39/91
€ 62.500,00;
– Comune di Bienno: € 62.500,0
Comune di
Bienno
Progetto
esecutivo
esistente; appalto
ed inizio lavori
nel novembre
2004 e fine lavori
entro il 30-062005
Recupero
conservativo dei
ruderi del sito
storico di S.
Michele (Berzo
Inferiore)
€ 249.922,74
– Regione Lombardia, l.r. 39/91:
€ 100.000,00;
– Comune di Berzo Inferiore:
€ 149.922,74
Comune di
Berzo
Inferiore
Progetto
esecutivo
esistente; inizio
lavori nel 2005 e
fine lavori entro
il 31-12-2005
Totale
€ 855.358,15
140
La Comunità Montana di Valle Camonica
tra il 2001 ed il 2004 ha destinato gran parte
delle risorse derivanti dalla Legge Regionale
sulla Montagna (L.r. 10/98), per il finanziamento di interventi proposti dalle amministrazioni comunali della Valle Camonica, con la
precisa volontà di sostenere la progettazione
delle infrastrutture riconosciute prioritarie da
ogni singola realtà locale.
La Comunità Montana è dunque impegnata a riaffermare la vera prospettiva di sviluppo
della Valle Camonica: la valorizzazione delle
sue tradizioni storiche e culturali, il potenziamento dei servizi ai cittadini e delle capacità
attrattive del territorio.
Tra il 2001 ed il 2004 sono stati promossi interventi di recupero del patrimonio storico-artistico della Valle con il finanziamento degli
interventi di seguito descritti.
Tabelle elaborate sulla base di dati forniti dalla
Comunità Montana di Valle Camonica.
Anno 2001
Descrizione
dell’intervento
Importo del
Progetto
Contributo della
Comunità Montana
Intervento nel Comune di Malegno - Restauro di
manufatti presso il Museo locale “Le Fudine”
€ 12.911,42
€ 3.747,15
Totale € 12.911,42
€ 3.747,15
Anno 2002
Descrizione
dell’intervento
Importo del
Progetto
Contributo della
Comunità Montana
Ristrutturazione e restauro conservativo della
Fucina Museo “Ex Comensoli-Africani” sita in via
Artigiani a Bienno
€ 205.197,00
€ 102.598,50
Totale € 205.197,00
€ 102.598,50
Anno 2003
Descrizione
dell’intervento
Importo del
Progetto
Contributo della
Comunità Montana
Progetto di manutenzione straordinaria, restauro
e risanamento conservativo della Torre
Medioevale a Cividate Camuno
€ 209.165,04
€ 104.582,00
Totale € 209.165,04
€ 104.582,00
Anno 2004 (interventi da realizzare nel 2005-2006)
Soggetto
richiedente
Descrizione
dell’intervento
Importo del
Progetto
Contributo della
Comunità Montana
Parrocchia di S. Maria
Nascente
Edolo
Lavori di recupero e restauro
conservativo della Chiesa di S.
Sebastiano
€ 217.355,60
€ 50.000,00
Parrocchia di S. Andrea
Apostolo
Malegno
Restauro e risanamento conservativo
della Chiesa di S. Andrea
€ 223.710,40
€ 50.000,00
141
Soggetto
richiedente
Descrizione
dell’intervento
Importo del
Progetto
Contributo della
Comunità Montana
Comune di Losine
Restauro conservativo della Chiesetta € 121.800
di S. Maria, loc. Tezze
Parrocchia dei SS.
Gregorio e Fedele
Cortenedolo
Lavori di recupero e restauro
conservativo del santuario di S.
Sebastiano e S. Rocco
€ 161.954,10
€ 50.000,00
Parrocchia S. Martino
Vezza d’Oglio
Restauro e risanamento conservativo
della Chiesa di S. Antonio da Padova
in loc. Cormignano
€ 69.787,10
€ 24.554,16
Comune di Bienno
Rifacimento tetto e locali soprastanti
la Chiesa della Maddalena - Colle
Cristo Re
€ 64.432,80
€ 19.800,00
Parrocchia di S. Lorenzo a
Sonico
Restauro conservativo del Santuario
Madonna di Pradella
€ 180.000,00
€ 50.000,00
Parrocchia SS. Faustino e
Giovita a Darfo Boario
Terme
Manutenzione straordinaria,
adeguamento impianti della Chiesa
di S. Bernardo a Pellalepre
€ 173.500,00
€ 50.000,00
Parrocchia di S. Michele
Arcangelo a Gianico
Restauro dell’organo del Santuario
della Madonna del Monte
€ 115.000,00
€ 44.000,00
Parrocchia di S. Antonio
Abate a Pian Camuno
Restauro e consolidamento del
pronao della Chiesa di S. Giulia
€ 14.548,00
€ 4.840,00
Parrocchia di S. Lorenzo a
Angolo Terme
Restauro e risanamento conservativo
del Santuario “Madonna della
Visitazione”
€ 90.714,64
€ 36.285,86
€ 40.480,00
Totale € 1.431.802,64 € 419.960,02
7. ANALISI DELLE RISORSE
7.1 Risorse ordinarie per la conservazione
Sono di seguito elencati per ciascun Parco
gli investimenti annuali per il triennio 20022004 relativi alla gestione, alla manutenzione,
alla conservazione, alla ricerca ed alla valorizzazione. Si ricorda che la Soprintendenza per i
Beni Archeologici della Lombardia destina
ogni anno parte dei propri fondi alla conservazione, alla tutela, alla valorizzazione ed alla
ricerca non solo all’interno dei Parchi Nazionali ma anche, più in generale, nei siti di arte
rupestre e sui contesti archeologici preistorici
e protostorici in tutto il territorio della Valle.
142
Non vengono qui presi in esame i bilanci
della Soprintendenza relativi al restante patrimonio archeologico di età romana e altomedievale presente in Valle.
Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri e Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo, Capo di Ponte
La Soprintendenza provvede alla manutenzione ordinaria, al restauro, alla documentazione delle rocce incise, alle indagini archeologiche ed alla gestione dei Parchi Nazionali
della Valle Camonica, con fondi erogati dal
Ministero sulla base di progetti annuali inseriti
in Piani triennali.
Il bilancio annuale dell’anno 2002 ha compreso le seguenti voci di spesa, per complessivi
€ 519.333,88:
Titolo
Importo euro
Manutenzione e gestione dei Parchi
€ 15.490,00
Funzionamento (acqua/luce/riscaldamento/telefono/materiali
di facile consumo etc.)
€ 10.000,00
Manutenzione delle aree a verde
€ 11.213,88
Indagini archeologiche, documentazione, restauro e valorizzazione
(nell’intera Valle Camonica)
€ 67.140,00
Restauro del Masso dei Corni Freschi - Darfo Boario Terme
€ 15.490,00
Spese per il personale (circa)
€ 400.000,00
TOTALE
€ 519.333,88
Il bilancio annuale dell’anno 2003 ha compreso le seguenti voci di spesa, per complessivi
€ 588.042,00:
Titolo
Importo euro
Manutenzione e gestione dei Parchi
€ 25.820,00
Funzionamento (acqua/luce/riscaldamento/telefono/materiali
di facile consumo etc.)
€ 10.000,00
Manutenzione delle aree a verde
€ 12.472,00
Indagini archeologiche, documentazione, restauro e valorizzazione
(nell’intera Valle Camonica)
€ 67.140,00
Scavo archeologico e valorizzazione del Parco Archeologico Nazionale
dei Massi di Cemmo
€ 56.810,00
Mostra “Incisioni e siti rupestri in Valcamonica. Nuove prospettive di ricerca”,
Milano 14 ottobre 2003 - 9 gennaio 2004
€ 15.800,00
Spese per il personale (circa)
€ 400.000,00
TOTALE
€ 588.042,00
Il bilancio annuale dell’anno 2004 ha compreso le seguenti voci di spesa, per complessivi
€ 535.737,00:
Titolo
Importo euro
Manutenzione e gestione dei Parchi
€ 20.660,00
Funzionamento (acqua/luce/riscaldamento/telefono/materiali
di facile consumo etc.)
€ 10.000,00
Manutenzione delle aree a verde
€ 12.787,00
Indagini archeologiche, documentazione, restauro e valorizzazione
(nell’intera Valle Camonica)
€ 72.300,00
143
Titolo
Importo euro
Scavo archeologico e valorizzazione del Parco Archeologico Nazionale
dei Massi di Cemmo
€ 30.990,00
Edizione di un opuscolo nell’ambito della Grande Rassegna Espositiva
“Moda, costume e bellezza nell’Italia antica”, promossa dalla Direzione
Generale per i Beni Archeologici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
€
Spese per il personale (circa)
€ 384.000,00
TOTALE
€ 535.737,00
Le spese per il personale statale addetto ai
Parchi nel 2004 si riferiscono a n. 19 unità a
tempo pieno (1 assistente tecnico-scientifico,
17 addetti alla vigilanza, 1 addetto alle lavorazioni) ed 1 unità a tempo parziale (direttore).
A questi si devono aggiungere le unità amministrative, il personale tecnico e l’addetto alla
sicurezza la cui spesa non è scorporabile e
quindi non indicata, in quanto si tratta di personale operante nella sede centrale della Soprintendenza, seppure con competenze anche
sui Parchi Nazionali.
Totale Spese Triennio 2002-2004:
€ 1.643.112,88
Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di
Ceto, Cimbergo e Paspardo
L’Ente gestore della Riserva è il Consorzio
Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo che, per quanto riguarda il personale, ha
attivato Convenzioni con Enti locali per l’utilizzo congiunto delle risorse umane e dei servizi.
5.000,00
In particolare sono stati affidati al Centro
Camuno di Studi Preistorici di Capo di Ponte,
tramite una Convenzione, la Direzione Scientifica della Riserva, la gestione della Ricerca,
della Banca Dati e dei servizi medio-alti di
informazione. Il Direttore della Riserva nominato è Dipendente dal Centro Camuno, che
ne garantisce in tal modo la continuità delle
prestazioni. La Società Do.Net, con specifica
Convenzione della durata di 6 anni, si occupa
della gestione ordinaria dell’area museale (sia
aperta che chiusa) fornendo i seguenti servizi:
custodia, pulizia, manutenzione del patrimonio, vigilanza, biglietteria ed informazione,
promozione turistica a fronte (come pagamento per queste prestazioni) dell’utilizzo degli
spazi museali (biglietteria, servizi educativi, ristoro), purché svolti nell’ambito dei fini statutari del Museo-riserva. Il Comune di Ceto incarica, con delibera, un proprio dipendente a
svolgere attività di Segreteria ed Amministrazione del Consorzio.
Il bilancio annuale dell’anno 2002 ha compreso le seguenti voci di spesa, per complessivi
€ 101.869,80:
Gestione Ordinaria
Capitolo
Gestione ordinaria
144
Titolo
Importo euro
Copertura finanziaria
€ 10.000,00
(fondi provenienti
dall’Assessorato
Pianificazione ambiente e
Gestione Parchi legge
86/83 Contributo Conto
Corrente anno 2002)
Interventi in Conto Capitale
Capitolo
Titolo
Importo euro
Copertura finanziaria
Interventi di
dotazione
strutturale della
Riserva
Manutenzione straordinaria
€ 20.658,24
(fondi provenienti dall’Ass.
Pianificazione ambiente e
Gestione Parchi legge
86/83)
Creazione Passerella
€ 14.711,56
(fondi propri del Consorzio
provenienti dai 3 Comuni,
dalla Comunità Montana di
Valle Camonica e
dall’Assessorato Culture
della Regione Lombardia
sulla Legge 39)
Attività didattiche
Progetto Comunicazione /
I Lotto area museale
€ 10.700,00
(fondi propri del Consorzio
provenienti dai 3 Comuni
e dell’Assessorato
Culture RL)
Interventi di
ricerca,
Inventariazione,
Studi
Aggiornamento Cartografia ed
inventario delle superfici istoriate
€ 5.800,00
Campagna di scavi e ricerche area di
Zurla e Pla de Plaha
€ 30.000,00
(fondi provenienti dall’Ass.
Pianificazione ambiente e
Gestione Parchi legge
86/83 Contributo Conto
Corrente anno 2001 e del
Centro Camuno di Studi
Preistorici - Dipartimento
Valle Camonica e dalla
cooperativa “Le orme
dell’Uomo”)
TOTALE € 91.869,80
Il bilancio annuale dell’anno 2003 ha compreso le seguenti voci di spesa, per complessivi
€ 376.269.00:
Gestione Ordinaria
Capitolo
Titolo
Gestione ordinaria
Importo euro
Copertura finanziaria
€ 7.000,00
(fondi provenienti dall’Ass.
Pianificazione ambiente e
Gestione Parchi legge
86/83 Contributo Conto
Corrente anno 2003)
Interventi in Conto Capitale
Capitolo
Titolo
Importo euro
Copertura finanziaria
Interventi di
dotazione
strutturale della
Riserva
Creazione servizi igienico-sanitari
all’interno della Riserva
€ 80.000,00
(fondi provenienti dall’Ass.
Pianificazione ambiente e
Gestione Parchi legge
86/83 Contributo Conto
Capitale anno 2003)
145
Capitolo
Attività didattiche
Titolo
Importo euro
Copertura finanziaria
Dotazione sedia elevatrice per
portatori di Handicap
€ 4.000,00
(fondi provenienti dai 3
Comuni e dalla Comunità
Montana di Valle
Camonica)
Realizzazione del progetto di nuovo
allestimento museale
€ 8.000,00
(fondi provenienti
dall’Assessorato alle Culture
della Regione Lombardia)
Revisione Piano Riserva
€ 10.000,00
(fondi provenienti dall’Ass.
Pianificazione ambiente e
Gestione Parchi legge
86/83 Contributo Conto
Capitale anno 2003)
Creazione area e strutture di
accoglienza (restauro n. 3 cascinali)
€ 216.769,00
(Fondi provenienti
dall’Unione Europea
nell’ambito dell’ob. 2 / aree
protette e compartecipati
finanziariamente dai 3
Comuni)
Festa della Preistoria nei 3 Paesi
€ 3.500,00
(fondi provenienti dalla
Provincia di Brescia e dai 3
Comuni della Riserva)
€ 25.000,00
Camera di Commercio,
Industria ed Artigianato di
Brescia
Interventi di Ricerca, Restauro di rocce istoriate
Inventariazione,
Studi
Aggiornamento Cartografia ed
inventario delle superfici istoriate
€ 5.000,00
Campagna di scavi e ricerche area di
Zurla e Paspardo
€ 10.000,00
(fondi provenienti dall’Ass.
Pianificazione ambiente e
Gestione Parchi legge
86/83 Contributo Conto
Corrente anno 2003 e del
Centro Camuno di Studi
Preistorici-Dipartimento
Valle Camonica e dalla
cooperativa “Le orme
dell’Uomo”)
TOTALE € 369.269,00
Il bilancio annuale dell’anno 2004 ha compreso le seguenti voci di spesa, per complessivi
€ 239.500,00:
Gestione Ordinaria
Capitolo
Gestione ordinaria
146
Titolo
Importo euro
Copertura finanziaria
€ 20.000,00
(fondi provenienti dall’Ass.
Pianificazione ambiente e
Gestione Parchi legge
86/83 Contributo Conto
Corrente anno 2004)
Interventi in Conto Capitale
Capitolo
Titolo
Interventi di
dotazione
strutturale della
Riserva
Dotazioni dell’Area di Accoglienza di € 130.000,00
Figna (sistemazione I parte strada,
unitamente ai
allacciamenti idrici ed elettrici)
successivi 3
interventi
Accordo Quadro StatoRegione
Apertura di una nuova area di visita
al “Capitello due Pini - Dos di
Custapeta - Triplane” a supporto
della visita dell’area di Dos di
Custapeta
Accordo Quadro StatoRegione
Manutenzione piazzola di accoglienza
ed informazioni a Foppe di Nadro
Accordo Quadro StatoRegione
Sistemazione dei terrazzamenti
limitrofi ai tre cascinali, pulizia del
castagneto e collegamento pedonale
delle tre strutture
Accordo Quadro StatoRegione
Attività didattiche
Interventi di
Ricerca,
Inventariazione,
Studi
Importo euro
Copertura finanziaria
Manutenzione straordinaria del
viottolo di accesso alla Riserva:
settore di Foppe di Nadro.
€ 40.000,00
(fondi provenienti dall’Ass.
Pianificazione ambiente e
Gestione Parchi legge
86/83 Contributo Conto
Capitale anno 2004)
Creazione della pannellonistica
didattica dell’area archeologica di
Campanine
€ 7.000,00
(fondi provenienti
dall’Assessorato alle
Culture della Regione
Lombardia)
Progetto didattico “A scuola con la
Riserva”
€ 3.500,00
(fondi propri del
Consorzio provenienti dai
3 Comuni)
Festa della Preistoria nei 3 Paesi
€ 3.000,00
(fondi provenienti dalla
Provincia di Brescia e dai 3
Comuni della riserva)
Aggiornamento Cartografia ed
inventario delle superfici istoriate
€ 6.000,00
Campagna di scavi e ricerche area di
Zurla e Paspardo
€ 10.000,00
(fondi provenienti dall’Ass.
Pianificazione ambiente e
Gestione Parchi legge
86/83 Contributo Conto
Corrente anno 2004 e del
Centro Camuno di Studi
Preistorici-Dipartimento
Valle Camonica e dalla
cooperativa “Le orme
dell’Uomo”)
TOTALE € 219.500,00
147
Nel bilancio annuale della Riserva non è
compresa la spesa per il personale (1 addetto
alla didattica ed 1 alla sorveglianza, a tempo
pieno), fornito dalla società Do.Net che gestisce i servizi della Riserva. Questo capitolo di
spesa, pari a circa € 40.000,00 all’anno, è finanziato attraverso gli introiti derivanti dalle
attività e dai servizi al pubblico.
Inoltre altre attività ed iniziative non comprese nei bilanci vengono di volta in volta promosse e sostenute da Sponsor e/o Enti locali,
quali ad esempio i Comuni che compongono
il Consorzio.
Per l’anno 2005 la Riserva prevede una serie di interventi che riguardano la creazione
di un’Area di Accoglienza a Figna (per la quale saranno restaurati dei cascinali), la sistemazione della sentieristica nell’area del Capitello
dei Due Pini, la dotazione di servizi igienici
per l’area di Foppe di Nadro, la creazione di
un’area attrezzata per i portatori di handicap
motori e visivi e la georeferenziazione della
sentieristica storica.
Totale Spese Triennio 2002-2004: € 717.638,80
Parco Comunale di Luine, Darfo Boario Terme
Gli investimenti annuali, in carico all’Amministrazione Comunale per la gestione ordinaria
del Parco, ammontano a circa € 26.000,00 (anno 2003) e comprendono la spesa per il personale addetto alla vigilanza ed alla manutenzione (1 unità) e per le attività di custodia, di sorveglianza e di manutenzione.
Totale Spese Triennio 2002-2004: € 72.000,00
luppo della Valle Camonica, del Sebino e della
Valle Cavallina, di Darfo Boario Terme-BS, su
fondi del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per lo Sviluppo, Legge 236/93).
Parco Comunale di Sellero
Nessuna spesa (non è previsto un bilancio
per il Parco, non ancora allestito).
Parco pluritematico del “Còren de le Fate”,
Sonico
Nessuna spesa (non è previsto un bilancio
per il Parco).
Per il 2005 il comune di Sonico intende investire circa € 5.000,00 per un progetto da realizzare con le scolaresche per sensibilizzare le
nuove generazioni alla conoscenza e al rispetto del patrimonio di arte rupestre. L’iniziativa
prevede un corso teorico ed una parte pratica
articolata in visite e in attività di pulizia dell’area del Parco pluritematico del “Còren de le
Fate”. Si ricorda che l’allestimento del Parco,
che è compreso nell’area del Parco dell’Adamello, è stato promosso e sostenuto dall’amministrazione di quest’ultimo Ente.
I fondi per i Parchi comunali sopra citati
sono stanziati in quota parte dalla Regione
Lombardia, dai singoli Comuni, dalla Comunità Montana di Valle Camonica e dal BIM
(Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero
di Valle Camonica).
Non è possibile quantificare eventuali elargizioni di Enti bancari o privati che, per quanto noto, sono generalmente finalizzate all’edizione di testi e all’organizzazione di Convegni.
Parco Archeologico Comunale
di Seradina-Bedolina, Capo di Ponte
7.2 Risorse naturali ed ambientali
Il Parco è in corso di costituzione e non dispone ancora di fondi di bilancio annuali per
il personale, per la manutenzione e per la valorizzazione.
Per la sua realizzazione (creazione di percorsi di visita, allestimento di pannelli e di supporti didattici, edificazione delle strutture di
accoglienza visitatori) il Comune di Capo di
Ponte dispone per il 2005 di un finanziamento
straordinario di € 520.000,00 (erogato dalla
SECAS S.p.A. - Società di Intervento per lo Svi-
Il territorio della Provincia di Brescia è
molto vasto ed è articolato in tre ambiti differenti: la pianura, la fascia prealpina e la fascia
alpina. Il territorio montano è amministrativamente organizzato in cinque comunità montane: Valle Camonica, Valle Trompia, Valle Sabbia, Alto Garda Bresciano e Sebino Bresciano.
Il territorio della Valle Camonica è ricco di
emergenze naturalistiche. Questa ricchezza è
sancita dalla presenza sul territorio camuno di
17 Siti di Interesse Comunitario (Direttiva Ha-
148
bitat 42/93/CEE) e quattro Zone di Protezione Speciale (Direttiva Uccelli 79/409/CEE).
La presenza di un Parco Nazionale (il Parco Nazionale dello Stelvio) e di un Parco Regionale (Parco Regionale dell’Adamello) oltre
che di un Parco Locale di Interesse Sovracomunale (il Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Barberino) fa sì che il territorio
del versante orografico sinistro della Valle Camonica sia per lo più sottoposto a regimi di tutela, seppure, di diverso livello. Situazione opposta è quella del versante orografico destro
della Valle Camonica che vede la presenza di
due Riserve regionali ai suoi estremi settentrionale e meridionale (la Riserva Naturale
delle Valli di S. Antonio a nord e quella dei
Boschi del Giovetto a sud) e del Parco Locale
di Interesse Sovracomunale del Lago Moro al-
l’estremità meridionale, senza avere peraltro
alcun livello di protezione nella sua porzione
centrale sebbene essa sia adiacente al Parco
Regionale delle Orobie Bergamasche e al Parco Regionale delle Orobie Valtellinesi.
La fascia prealpina, insieme al fondovalle
del corso superiore del fiume Oglio, è stata
classificata tra le Aree di rilevanza ambientale ai
sensi della L.r. 86/83.
La Valle Camonica ha una superficie boschiva costituita in prevalenza da resinose e da
latifoglie governate a ceduo, mentre le fustaie
di latifoglie sono poco diffuse.
Attualmente in Valle Camonica operano diversi Consorzi Forestali che coprono la totalità
del territorio, garantendo una gestione razionale del bosco di proprietà comunale:
N.
Denominazione
Anno di
costituzione
Anno di
riconoscimento
Comuni
soci
Superficie
1
Consorzio Forestale
Alta Valle Camonica
1994
1996
n. 7
38.036 ha
2
Consorzio Forestale
Valle Allione
1996
1997
n. 6 + E.R.S.A.F.
(Ente Regionale per
i Servizi all’Agricoltura
e alle Foreste)
13.441 ha
3
Consorzio Forestale
Pizzo Camino
1998
1998
n. 6 + E.R.S.A.F.
(Ente Regionale per
i Servizi all’Agricoltura
e alle Foreste)
12.001 ha
4
Consorzio Forestale
Bassa Valle Camonica
1999
1999
n. 9
18.512 ha
5
Consorzio Forestale
Pizzo Badile
2000
2001
n. 7
16.882 ha
6
Consorzio Forestale
Due Parchi
2002
2004
n. 6
28.379 ha
I comuni soci dei Consorzi Forestali della
Valle Camonica sono:
1. Consorzio Forestale Alta Valle Camonica:
Berzo Demo; Cedegolo; Cevo; Corteno Golgi; Edolo; Saviore; Sonico
2. Consorzio Forestale Valle dell’Allione:
Capo di Ponte; Cerveno; Malonno; Ono S.
Pietro; Paisco Loveno; Sellero
3. Consorzio Forestale del Pizzo Camino:
Angolo Terme; Borno; Lozio; Malegno; Ossimo; Piancogno
4. Consorzio Forestale Bassa Valle Camonica:
Artogne; Berzo Inferiore; Bienno; Cividate
Camuno; Darfo Boario Terme; Esine; Gianico; Pian Camuno; Prestine
5. Consorzio Forestale del Pizzo Badile Camuno:
Braone; Breno; Ceto; Cimbergo; Losine;
Niardo; Paspardo
6. Consorzio Forestale Due Parchi:
Incudine; Monno; Ponte di Legno; Temù;
Vezza d’Oglio; Vione
149
I Consorzi hanno molteplici finalità, tutte
di estrema importanza per la manutenzione
del patrimonio boschivo e per la gestione delle problematiche idrogeologiche e rappresentano uno strumento di sviluppo occupazionale
per la Valle.
Inoltre presso la Comunità Montana di Valle Camonica a Breno è presente una sede operativa dell’ERSAF (Ente Regionale per i Servizi
all’Agricoltura e alle Foreste), un Ente strumentale della Regione Lombardia, istituito con
la L.r. n. 3/2002, che svolge attività tecniche e
promozionali per lo sviluppo dei settori agricolo, forestale e del territorio rurale.
Le risorse idriche rappresentano un capitolo importante nell’economia della Valle: numerosi laghi, sia naturali sia artificiali, sono
sfruttati per la produzione di energia idroelettrica.
I principali bacini artificiali in alta quota sono quelli alimentati dai torrenti Avio (Avio,
Benedetto, Venerocolo, Pantano d’Avio), Remulo (Baitone, Lungo, Rotondo, Bianco) e
Poia (Dosazzo, Salarno, Arno). A questi si possono aggiungere le grandi vasche di accumulo
idrico situate presso le centrali elettriche di
Edolo e di S.Fiorano, a ridosso del corso dell’Oglio.
Va osservato che tale sistema di invaso e di
accumulo idrico incide negativamente sull’equilibrio idrologico della Valle, sia perché riduce in modo considerevole la portata di deflusso dei torrenti sia perché sposta ciclicamente masse di acqua da un bacino all’altro
per le necessità della produzione idroelettrica.
Va precisato comunque che le modalità di
prelievo delle acque dai bacini in alta quota
sono regolate secondo i parametri di portata
fissati dall’Autorità di Bacino del Po.
7.3 Cultura intangibile: eventi, produzione
culturale, usi e costumi
Grazie alle Istituzioni culturali presenti in
Valle (Istituti di ricerca, Università, Musei e
Istituzioni di tutela) e all’impegno di promozione culturale assunto dagli Enti territoriali
(Comunità Montana di Valle Camonica e BIM)
e dai Comuni, si organizzano in Valle e per la
Valle, anche in sedi esterne provinciali, regionali, nazionali e internazionali, qualificate ini150
ziative, alcune delle quali costituiscono da tempo un appuntamento periodico e atteso.
Inoltre ogni Comune della Valle promuove
nel corso dell’anno mostre di artisti locali e in
occasione della festa patronale organizza eventi abbinati alla degustazione di prodotti tipici.
Iniziative connesse con il patrimonio d’arte
rupestre 2002-2004
Si enumerano di seguito le iniziative connesse con il patrimonio d’arte rupestre e, in
senso lato, archeologico, precisando se si tratta di appuntamenti periodici o di iniziative
una tantum, legate a scoperte, approfondimenti delle ricerche, attività di divulgazione e valorizzazione. Le iniziative riportate si riferiscono
al triennio 2002-2004.
Convegni e giornate di studio
A partire dal 1968 si sono tenuti in Valle
Camonica (e in taluni anni anche all’estero)
convegni internazionali sull’arte rupestre organizzati dal Centro Camuno di Studi Preistorici e denominati Valcamonica Symposium (per
la lista dei 21 Symposia si veda l’All. 7).
2002
• XX Valcamonica Symposium “Recent Perspectives on the Documentation and Presentation of Rock Art”, tenutosi a Tanum (Svezia).
2004
• XXI Valcamonica Symposium “Arte preistorica e tribale. Nuove scoperte, nuove interpretazioni, nuovi metodi di ricerca”, tenutosi a Darfo Boario Terme dall’8 al 14 settembre 2004.
• Le pietre degli dei. Statue-stele dell’età del Rame
in Europa. Lo stato della ricerca, Congresso Internazionale, Brescia 16-18 settembre 2004,
con escursione di studio in Valle Camonica,
organizzato da: Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, Università degli Studi
di Milano, Civico Museo Archeologico di
Bergamo, Cooperativa Archeologica “Le
Orme dell’Uomo”.
• Foppe di Nadro sconosciuta: dalla cartografia
GPS alle analisi più recenti. Prima giornata di
studio sulle incisioni rupestri della Riserva
Regionale di Ceto, Cimbergo e Paspardo,
organizzata dal Museo della Riserva a Ceto,
il 26 giugno 2004.
Mostre archeologiche
2002
• “La cultura è uno spazio aperto”, IV Settimana
della Cultura, promossa dal Ministero per i
Beni e le Attività Culturali, che prevede aperture straordinarie dei parchi e musei nazionali con ingresso gratuito, dal 15 al 21 aprile.
2003
• 40.000 anni di arte contemporanea, mostra documentaria organizzata dal Centro Camuno di Studi Preistorici a Bruxelles, presso la
sede del Parlamento Europeo, dal 18 al 27
marzo 2003. È in previsione una edizione a
Brescia, presso il Palazzo del Broletto, nel
periodo dal 1° dicembre 2005 al 26 febbraio 2006.
• “La cultura è uno spazio aperto”, V Settimana della Cultura, promossa dal Ministero per i Beni
e le Attività Culturali, che prevede aperture
straordinarie dei parchi e musei nazionali
con ingresso gratuito, dal 5 all’11 maggio.
• Incisioni e siti rupestri in Valcamonica. Nuove
prospettive di ricerca, mostra organizzata dalla
Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Lombardia con la sponsorizzazione
della Banca CARIPLO (14 ottobre 2003 - 9
gennaio 2004), presso la sede della Soprintendenza a Milano. La mostra è stata curata
da R. Poggiani Keller (Soprintendenza) e
da C. Liborio e M.G. Ruggiero (SCA - Società Cooperativa Archeologica, Milano).
2004
• La Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Lombardia ha partecipato nel 20032004 alla Grande Rassegna Espositiva Moda,
Costume e Bellezza nell’Italia Antica, promossa
dalla Direzione Generale per i Beni Archeologici del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, con l’iniziativa Aspetti del costume
incisi sulla pietra. Una storia di 5000 anni, un
percorso, dedicato al tema, nel Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte e illustrato dal catalogo: LIBORIO C. - RUGGIERO M. G., Aspetti del costume incisi sulla pietra. Una storia di 5000 anni, Bergamo 2003.
• 100 anni di ricerca in Valcamonica: esposizione documentaria organizzata dal Centro
Camuno di Studi Preistorici sulle tappe della scoperta, dello studio e della valorizzazione dell’arte preistorica della Valcamonica
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(sedi: Boario Terme, dal 1° al 30 settembre
2004 e Milano, dal 7 al 27 febbraio 2005).
Il viaggio nel labirinto, mostra documentaria
organizzata dal Centro Camuno di Studi
Preistorici (Boario Terme, BS - dicembre
2004 - gennaio 2005).
“Le arti, i monumenti e il paesaggio”, VI Settimana della Cultura, promossa dal Ministero
per i Beni e le Attività Culturali, che prevede aperture straordinarie dei parchi e musei nazionali con ingresso gratuito, dal 24 al
30 maggio.
La Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Lombardia ha partecipato, nel 2004,
con reperti provenienti da complessi d’arte
rupestre della Valle Camonica (il santuario
megalitico di Ossimo-Pat) alla Mostra internazionale Guerrieri Principi ed Eroi fra il Danubio e il Po dalla Preistoria all’Alto Medioevo,
organizzata dalla Provincia Autonoma di
Trento, a Trento - Castello del Buonconsiglio, 19 giugno - 7 novembre 2004 (Catalogo Guerrieri Principi ed Eroi fra il Danubio e il
Po dalla Preistoria all’Alto Medioevo, a cura di
F. MARZATICO e P. GLEIRSCHER, Trento 2004).
La Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Lombardia ha preso parte nel 20042005 alla Grande Rassegna Espositiva Cibi e
sapori nell’Italia Antica, promossa dalla Direzione Generale per i Beni Archeologici del
Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
con l’iniziativa Cibo per gli Dei, una mostra
dedicata al tema delle offerte alimentari nelle manifestazioni di culto dei popoli camuni
tra tarda età del Ferro ed epoca imperiale.
La sede della mostra era il Museo Archeologico Nazionale di Cividate Camuno (BS).
Altre manifestazioni culturali e promozionali
della Valle
Si elencano le principali iniziative, in particolare quelle che hanno assunto carattere periodico e che si distinguono per essere originali e/o emblematiche dei caratteri specifici dell’identità della Valle Camonica.
Mostre d’arte e di pittura
• Premio d’arte nazionale Città di Darfo Boario
Terme: l’iniziativa, di portata nazionale, si
svolge ogni anno nella prima settimana di
151
settembre nel centro storico di Darfo Boario Terme.
• Concorso di Pittura Estemporanea, a Darfo
Boario Terme: ogni anno, tra luglio e settembre, una frazione della città diventa il
soggetto di composizioni pittoriche estemporanee di artisti che dipingono “in loco”.
• “Aspettando Santa Lucia” - Concorso di pittura e di disegno per l’infanzia, organizzato
dal Comune di Darfo Boario Terme nei mesi di novembre e dicembre.
Manifestazioni religiose
• “Crucifixus - Festival di Primavera, teatro, musica e tradizioni del sacro”: rassegna che coinvolge numerosi comuni della Valle Camonica ed alcune località delle province di Brescia e Bergamo. L’iniziativa si propone di ritrovare una memoria collettiva nel patrimonio della tradizione teatrale medievale e rinascimentale.
• A Cerveno è tipica la Via Crucis vivente, realizzata ogni dieci anni con il coinvolgimento dell’intera popolazione del paese: la preparazione della rappresentazione sacra richiede circa un anno. Questa manifestazione assume un significato particolare anche
in ragione del fatto che a Cerveno si trova il
Santuario della Via Crucis, dove si possono
ammirare le statue a grandezza naturale,
realizzate in legno e gesso nel XVIII secolo
dagli scultori Beniamino Simoni e da Donato e Grazioso Fantoni.
• Teatro itinerante, durante il periodo estivo,
nella città di Darfo Boario Terme e relative
frazioni.
• “Famiglie a teatro” - rassegna teatrale per
bambini che si svolge a Darfo Boario Terme, presso il Teatro San Filippo, da novembre a febbraio.
• “Dallo Sciamano allo Showman” - Festival della canzone comica d’autore, ospitato al
Centro Congressi di Darfo Boario Terme
nel mese di settembre.
• Festival “Città in musica”, a Darfo Boario
Terme: la rassegna, che va da marzo a gennaio, prevede numerose manifestazioni
concertistiche, musicali e canore, anche di
carattere sacro.
• “Piccoli grandi artisti: alla scoperta di nuovi talenti”: circuito provinciale di musica, danza,
canto ed espressione corporea, organizzato
nel mese di settembre presso il Centro Congressi di Darfo Boario Terme.
• Concerti di musica jazz organizzati nel mese di luglio 2004 presso il Parco Archeologico del Teatro e dell’Anfiteatro romano a Cividate Camuno dalla locale Pro Loco e dal
CRAAC (Centro Ricerche Antropologiche
Alpi Centrali).
• “Viaggio notturno attraverso l’Eneide”,
spettacolo teatrale organizzato presso l’Anfiteatro Romano di Cividate Camuno dalla
Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Lombardia, in collaborazione con la
Pro Loco e con il Liceo C. Golgi di Breno
(primavera 2004).
Cinema
Musica e teatro
• Il Canto delle Pietre: rassegna di musica medievale organizzata nell’ottobre 2004, presso la Pieve di San Siro, dal Comune di Capo
di Ponte e dall’Assessorato alle Culture della Regione Lombardia.
• Ogni anno tra luglio e agosto nel Comune
di Sonico nei pressi del Parco “Còren de le
Fate” viene messo in scena uno spettacolo
teatrale serale che richiama riti medievali.
Il percorso per l’occasione è illuminato con
torce a petrolio collocate ai lati della strada.
• Rassegna Teatrale, organizzata nel periodo
tra dicembre ed aprile presso il Centro
Congressi ed il Teatro San Filippo di Darfo
Boario Terme.
152
• “Montagne al Cinema”: rassegna cinematografica di settore e incontri con alpinisti di
fama internazionale, organizzata nel mese
di giugno a Darfo Boario Terme.
• Rassegna di cinema d’essai, presso il cinema Garden di Darfo Boario Terme nel periodo primaverile.
Mostre-mercato
• Mostra-mercato di Pescarzo: con le mostremercato di Bienno e di Pisogne rappresenta
un evento culturale e turistico di straordinaria importanza per la Valle dal 2000. L’iniziativa, promossa con lo slogan “Immaginarti”,
si svolge con cadenza annuale nei primi dieci
•
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•
giorni del mese di agosto, con centinaia di
espositori e molteplici iniziative collegate,
che hanno attirato in tutte le edizioni migliaia di visitatori (nel 2002: 8000 presenze;
nel 2003: 10000; nel 2004: 11000), a conferma dell’importanza di questo appuntamento, divenuto periodico e di grande attrazione.
In contemporanea alla rassegna sono previste visite guidate al ricco patrimonio preistorico ed artistico, religioso e naturalistico di
Capo di Ponte, a cura della Pro Loco. Si svolge normalmente a cavallo tra i mesi di luglio
e di agosto.
Mostra-mercato di Bienno: la rassegna fa
parte dell’iniziativa “Immaginarti” e si propone di promuovere la tipicità dell’arte e dei
mestieri tradizionali della zona, utilizzando
come spazi espositivi e laboratori i cortili, le
cantine e gli androni del centro storico. Le
serate dell’esposizione sono inoltre animate
dagli attori di un gruppo teatrale e da musicisti e strumentisti.
Mostra-mercato di Pisogne: fa parte del circuito delle mostre-mercato itineranti di Pescarzo e di Bienno ed offre, nel mese di
agosto, oltre che esempi significativi della
tradizione artigianale camuna anche alcune attrazioni internazionali (nel 2003, ad
esempio, ha ospitato i soffiatori di vetro
provenienti dal Marocco e le tessitrici di
tappeti dal Pakistan).
Mostra-mercato di Sellero “Dal Medioevo al
Terzo millennio”: rassegna che si svolge tra
i mesi di giugno e luglio, affiancata da iniziative culturali (concerti di musica medievale) ed eno-gastronomiche, con degustazione di prodotti tipici locali.
Mostra-mercato “Sapori d’autunno”: mostra-mercato dell’arte e dell’artigianato, organizzata a Sellero (località Novelle), nel
mese di ottobre.
Rassegne zootecniche
• Rassegna Bovina a Sonico: ogni due anni viene organizzata nel mese di ottobre questa
manifestazione nel corso della quale gli allevatori di Sonico portano il bestiame che
viene selezionato da un esperto. L’Amministrazione Comunale con fondi propri e offerti da sponsor locali riconosce a tutti i
partecipanti contributi e premi. All’iniziativa prendono parte le scolaresche per assi-
•
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stere a dimostrazioni di antichi mestieri e
per la degustazione di prodotti locali.
Rassegna zootecnica di Darfo Boario Terme,
località Isola, nel mese di aprile, con esposizione di ovini, caprini, equini e bovini. Alla
rassegna è abbinata la degustazione di prodotti tipici della Valle.
Manifestazione Zootecnica dell’Alto Sebino a Rogno, nel mese di aprile, con esposizione di
bovini di razza frisona e bruna alpina, soggetti a valutazioni e di ovi-caprini solamente in esposizione.
Rassegna Zootecnica di Primavera “La capra
bionda dell’Adamello”, organizzata in Val Saviore con il contributo del Parco dell’Adamello, della Comunità Montana di Valle Camonica e delle Amministrazioni comunali
della Val Saviore. La manifestazione ha come finalità principale la tutela e la valorizzazione di questa razza autoctona dell’area dell’Adamello.
Mostra della razza Bruna, Edolo: organizzata
nel mese di novembre presso il Centro Zootecnico, con rassegna bovina e dei settori
artigianali e commerciali connessi.
Alpeggiando, Vezza d’Oglio: fiera di prodotti
tipici organizzata nel mese di agosto.
Eventi folkloristici e sagre
• Sagra del Porsèl e Festa del lardo: giornate di
intrattenimenti e degustazioni dei diversi
salumi tipici ottenuti dal maiale (in dialetto
locale “porsèl”), che si svolgono ad Ossimo
Superiore nel mese di dicembre.
• Mangialonga, manifestazione organizzata nel
mese di aprile nel territorio del Comune di
Ossimo. La manifestazione prevede un interessante percorso con un alternarsi di soste
per la degustazione di piatti e prelibatezze
locali e di una serie di rievocazioni di varie
epoche (la Preistoria, il Medioevo, il Cinquecento, l’Ottocento e l’età contemporanea).
• Carnevale cittadino di Darfo Boario Terme,
con sfilata di carri allegorici e gruppi in maschera.
Manifestazioni sportive
• Raduno scialpinistico “Rally dell’Adamello”: si
tratta di una gara di sci-alpinismo a tecnica
classica nata nel 1960, giunta alla sua 45ª
153
•
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edizione (aprile 2005). Il Massiccio dell’Adamello, con i suoi famosi ghiacciai (mediamente a quote intorno ai 3000 metri),
costituisce il terreno su cui si sviluppa il
percorso. Il comune di Pontedilegno e/o il
Passo del Tonale sono le località di partenza e/o di arrivo della gara.
Raduno scialpinistico Lunarally “Al chiar di luna”: tradizionale raduno scialpinistico che
attira ogni anno numerosi appassionati di
questa disciplina al Passo Tonale, nel mese
di febbraio.
Raduno scialpinistico del Mortirolo: manifestazione non competitiva che si tiene a Monno nel mese di marzo. È giunta quest’anno
alla 18ª edizione.
Caspolada (o Ciaspolada) al chiaro di luna: suggestiva manifestazione sportiva dedicata
agli appassionati delle caspe (racchette da
neve), organizzata a Vezza d’Oglio nel mese
di gennaio. L’edizione del 2005 ha visto la
partecipazione di 3000 iscritti.
Skyrace Sentiero 4 luglio (o Maratona del Cielo),
a Corteno Golgi: gara di skyrunning (corsa
su mulattiere e sentieri di alta quota) della
lunghezza di 42,195 km (con un dislivello
in salita di 2750 m e, in discesa, di 2880 m),
che si svolge nel mese di luglio sulle montagne dell’Alta Valle Camonica.
Cross di Vallecamonica: corsa campestre internazionale organizzata nel mese di dicembre
dalla Atletica Valle Camonica di Darfo Boario
Terme. Nel 2004 si è svolta la 12ª edizione.
Meeting Nazionale di Atletica per disabili, Darfo Boario Terme: l’iniziativa, giunta nel 2004
alla 13ª edizione, favorisce l’integrazione
dei disabili nel mondo dello sport.
Brixia Tour, gara internazionale di ciclismo
per professionisti che nel mese di luglio fa
tappa a Darfo Boario Terme.
Cronoscalata Boario Terme-Angolo, valida per il
campionato regionale di ciclismo: nel 2004
si è tenuta nel mese di ottobre.
Hunter & Field, gara nazionale di tiro con
l’arco. Nell’aprile 2004 il Gruppo Arcieri
Alabarde Camune ha curato lo svolgimento
della 6ª edizione.
7.4 Risorse organizzative ed intellettuali
Le iniziative, quali eventi, produzione culturale, usi e costumi, descritte in dettaglio al
154
paragrafo precedente, sono state realizzate
con il sostegno finanziario degli Enti locali,
che partecipano attivamente alla promozione
del proprio territorio e delle sue risorse culturali e produttive. In alcuni casi queste iniziative vengono realizzate grazie a contributi economici erogati dalla Regione Lombardia, dalla
Provincia di Brescia e dagli Istituti Bancari.
Importante, ma sicuramente ancora sottostimato, è anche il contributo degli sponsor locali.
Le risorse intellettuali sono molteplici e costituite, oltre che dalla Soprintendenza per i
Beni Archeologici della Lombardia, che è l’organo di tutela del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, da Istituzioni di ricerca, Associazioni e Cooperative, attive da tempo sul territorio nel promuovere iniziative di divulgazione e attività di presentazione del patrimonio
culturale, tramite pubblicazioni, mostre ed incontri.
• La Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Lombardia (alla quale sono demandate
per legge, a partire dagli inizi del Novecento,
la tutela e la ricerca archeologica) è presente
stabilmente in Valle Camonica dal 1955, quando fondò il Parco Nazionale delle Incisioni
Rupestri di Capo di Ponte, il primo parco archeologico italiano, che pose le basi per la valorizzazione del patrimonio d’arte rupestre
che si era venuto scoprendo dal 1909. A questa prima sede si sono aggiunti nel 1965 l’Area
demaniale dei Massi di Cemmo, in corso di
trasformazione in Parco Archeologico Nazionale (2005), nel 1981 il Museo Nazionale di
Cividate Camuno (per la civiltà romana), nel
2003 il Parco Archeologico del Teatro e dell’Anfiteatro di Cividate Camuno. Nel 2006 è
prevista l’apertura al pubblico della nuova
Area Archeologica nazionale del Santuario di
Minerva a Breno, nel 2008 si prevede l’apertura del nuovo Museo Nazionale della Preistoria
della Valle Camonica in Capo di Ponte.
Attraverso questa rete di Musei, Aree e Parchi Archeologici nazionali, la Soprintendenza
ha costituito un sistema integrato (con il sistema dei Parchi archeologici e dei Musei di varia
tipologia locali) di centri di valorizzazione del
patrimonio archeologico della Valle che afferiscono a due poli principali: il polo dell’arte rupestre, che si sviluppa principalmente nella
Fig. 149. Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia (“NSAL”), anno 1999-2000; Rivista di Scienze
Preistoriche, anno 1999-2000; Aspetti del costume incisi sulla pietra. Una storia di 5000 anni, 2003; Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri. Guida ai percorsi di visita, 2005.
155
Media Valle ma in stretta relazione con la pluralità dei siti d’arte rupestre diffusi su tutta la
Valle, e il polo della civiltà romana che si sviluppa nell’area della Civitas Camunnorum (Cividate Camuno e Breno).
Per lo svolgimento delle funzioni di tutela e
valorizzazione e per le ricerche archeologiche,
istituzionalmente condotte su tutto il territorio
di competenza ai sensi della vigente legislazione (D. L.vo del 22 gennaio 2004, n. 42, art. 4
c. 1; art. 88 c. 1), la Soprintendenza dispone di
personale interno specialistico (archeologi, restauratori, architetti, topografi, fotografi,
informatici) e, nelle sedi locali, di specifici uffici tecnici e servizi.
Secondo piani pluriennali approvati e finanziati dal superiore Ministero, la Soprintendenza conduce ogni anno interventi, programmati e di salvataggio, nei settori di competenza:
– ricerca archeologica, con scavi e indagini su
contesti di varia tipologia, anche d’arte rupestre (come i santuari megalitici con stele
e massi istoriati calcolitici) ma sempre con
particolare attenzione al contesto;
– restauro delle rocce con incisioni;
– documentazione e catalogazione del patrimonio d’arte rupestre (schedatura IR e
IRWeb), a fini soprattutto conservativi;
– valorizzazione, con allestimento di mostre,
musei e sezioni espositive, Parchi e Aree archeologiche; edizione di contributi scientifici in varie sedi.
I risultati di dette ricerche, integrate da indagini e analisi specialistiche (analisi paleobotaniche, dendrocronologiche, datazioni radiometriche, studi geologici, archeometallurgici
etc.) di volta in volta ritenute utili per lo studio
multidisciplinare dei contesti e affidate a Istituti scientifici e specialisti (Università, CNR, Laboratori), sono pubblicate annualmente nel
“Notiziario della Soprintendenza Archeologica
della Lombardia” (“NSAL”), 1981-2005, su Riviste scientifiche (Fig. 149), Atti di Convegni e
monografie, in Italia e all’estero.
Delle Istituzioni, Associazioni e Cooperative
operanti sull’arte rupestre si ricordano:
• Centro Camuno di Studi Preistorici (CCSP),
Capo di Ponte: fondato nel 1964 da E. Anati e
strutturato con personale dipendente, svolge
156
attività di studio sull’arte rupestre, con annuali
campagne di ricerca in vari siti d’arte rupestre
della Valle, secondo Piani quinquennali ed annuali approvati periodicamente dalla competente Soprintendenza, con la quale il Centro
ha stipulato una Convenzione quinquennale
nel 1994. A queste iniziative partecipano anche
équipes internazionali. Inoltre svolge attività didattica e di divulgazione, organizzando tra l’altro mostre, incontri, seminari e congressi, anche internazionali (Symposia). Il Centro diffonde la conoscenza e l’interesse per le civiltà antiche attraverso la realizzazione e la pubblicazione di studi nella Rivista periodica del Centro, il
“Bollettino del Centro Camuno di Studi Preistorici” (edito dal 1967) e nelle collane editoriali curate dal Centro (“Archivi”, dal 1968;
“Studi Camuni”, dal 1972; Edizioni del Centro,
dal 1965; “Valcamonica Symposia”, dal 1970)
(Fig. 150). Il Centro Camuno di Studi Preistorici dispone di un sito Internet: www.ccsp.it
• Nel 1987 è stato creato il Dipartimento Valcamonica e Lombardia, una sezione del Centro che si occupa di ricerca sull’arte rupestre
nell’arco alpino. Il Dipartimento Valcamonica
e Lombardia dispone di un sito Internet:
www.simbolisullaroccia.it
• Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica,
Capo di Ponte: nato nel 1975 per volontà di A.
Priuli, il Museo ha tra le proprie attività, legate
all’arte rupestre della Valle Camonica, la ricerca e la didattica, con particolare attenzione all’archeologia sperimentale. Inoltre vanta la
pubblicazione di numerose opere di carattere
scientifico e divulgativo. Il Museo Didattico
d’Arte e Vita Preistorica è visitabile in Internet
all’indirizzo: www.intercam.it/valcam/assoc/archeo/archeo.htm
• Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’Uomo”, Cerveno: si tratta di una struttura
costituita nel 1988 da un gruppo di archeologi
e ricercatori, attiva nei settori della ricerca,
della didattica, della divulgazione e dell’editoria legate all’arte rupestre della Valle Camonica e di altre zone del mondo (Fig. 151). La
Cooperativa organizza mostre, incontri, convegni e giornate di studio ed ha creato e gestisce
uno dei siti Internet sull’arte rupestre più visitati. Inoltre svolge ogni anno campagne di ricerca sull’arte rupestre, promosse dal Comune
di Paspardo, secondo un Piano di Intervento
approvato dalla competente Soprintendenza.
La Cooperativa Archeologica “Le Orme del-
Fig. 150. Alcune delle pubblicazioni edite dal Centro Camuno di Studi Preistorici: Bollettino del Centro Camuno di
Studi Preistorici, Archivi, Studi Camuni, Valcamonica Symposia.
157
Fig. 151. Alcune pubblicazioni della Cooperativa Archeologica “Le Orme dell’Uomo”.
l’Uomo” dispone di un sito Internet: www.rupestre.net
• SCA-Società Cooperativa Archeologica, Milano: la SCA - Società Cooperativa Archeologica dal 1994 riunisce un gruppo di archeologi
di diversa formazione, laureati in paletnologia,
etruscologia, archeologica greco-romana, egittologia e archeologia fenicio-punica. Dal 1996,
per conto della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, la SCA ha verificato e sviluppato il database IR (Incisioni Rupestri) per la catalogazione del patrimonio d’arte rupestre della Valle Camonica e, più in generale, della Lombardia. A partire dal 2003 cura la progettazione, lo sviluppo e l’implementazione dell’applicazione IRWeb, che costituisce la naturale evoluzione del d-base IR per le
reti Intranet e Internet. La SCA - Società Cooperativa Archeologica dispone di un sito Internet: www.scaweb.it
• Centro Ricerche Antropologiche Alpi Centrali (CRAAC), Gorzone: composto da ricercatori locali, il Centro si occupa dello studio delle Alpi centrali in chiave storica e interdisciplinare (archeologia, storia, antropologia, scienze demologiche, storia dell’arte, della religione e delle attività economiche). Promuove
158
progetti di ricerca e valorizzazione del territorio e svolge attività di divulgazione e di didattica. Il Centro Ricerche Antropologiche Alpi
Centrali è visitabile in Internet all’indirizzo:
www.voli.bs.it/craac
In Valle operano altre strutture che si dedicano prevalentemente alla didattica ed alla divulgazione:
• Associazione Pro Loco, Capo di Ponte: costituita nel 1967, promuove le realtà archeologiche, storiche, culturali e naturalistiche della
Valle, offrendo servizi di visite guidate sia alle
scuole sia ai turisti. L’ Associazione Pro Loco
di Capo di Ponte dispone di un sito Internet:
www.proloco.capo-di-ponte.bs.it
• Archeocamuni, Capo di Ponte: attiva dal
1989, opera nel settore della didattica e della
divulgazione rivolta soprattutto alla scuola primaria e secondaria, offrendo percorsi di visita
e laboratori di argomento archeologico e naturalistico. L’attività è completata da pubblicazioni specifiche per le scolaresche. La Archeocamuni è visitabile in Internet all’indirizzo:
www.digilander.libero.it/archeocamuni
• Archeodromo, Capo di Ponte: collegato al
Museo Didattico d’Arte e Vita Preistorica, dal
1993 offre la ricostruzione di un villaggio tardo neolitico dove le scolaresche si accostano
all’archeologia sperimentale e rivivono la vita
quotidiana degli antichi abitanti della Valle.
L’Archeodromo è visitabile in Internet all’indirizzo: www.intercam.it/valcam/assoc/archeo/
archeo.htm
• ArcheoPark, Darfo Boario Terme: su un’area di 10.000 mq offre la possibilità di rivivere
il passato attraverso ricostruzioni di insediamenti preistorici (grotta paleolitica, ripari sotto roccia, fattoria neolitica, villaggio palafitticolo, castelliere, case di tronchi, labirinto) e
laboratori di archeologia sperimentale. L’Archeopark dispone di un sito Internet: www.archeopark.net
• Do.Net, Ceto: società di servizi per il turismo, ha in affidamento, mediante convenzione, la gestione turistico-didattica del Museo
della Riserva e della Riserva Regionale delle
Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Le proposte didattiche della Do.Net sono
disponibili all’indirizzo web: www.arterupestre.it/arterupestre /proposte.html
• Parco tematico Museo Giardino Alpino-Graffitipark, Capo di Ponte: è uno spazio aperto
dotato di laboratori per l’archeologia sperimentale ed arte preistorica, che illustra anche
gli aspetti più tipici della geologia e della flora
alpina della Valle. Il Museo Giardino AlpinoGraffitipark dispone di un sito Internet:
www.graffitipark.it
8. ANALISI DEI RISCHI E DEI VINCOLI
8.1 Accessibilità e fruibilità dei beni
8.1.1 Accessibilità alla Valle e ai beni in generale
La Valle Camonica è raggiungibile tramite
la linea ferroviaria Brescia-Edolo F.N.M.E.
(Ferrovie Nord Milano Esercizio) e, in auto,
attraverso tre arterie: la S.S. 39 dell’Aprica, la
S.S. 42 del Tonale e della Mendola e la ex S.S.
510 Sebina Orientale.
La Strada Statale 42 è in stretta relazione
con le autostrade A4 Milano-Venezia e A22
Modena-Brennero: essa congiunge in direzione Sud-Ovest la Valle Camonica a Bergamo e,
in direzione Nord-Est, al Trentino Alto-Adige
attraverso il passo del Tonale.
Dal punto di vista viabilistico la S.S. 42 pre-
senta alcuni aspetti di criticità, costituiti essenzialmente dall’attraversamento di numerosi
centri abitati e dal sostenuto volume di traffico
che ne condiziona e ne limita la scorrevolezza:
il progetto di ammodernamento in corso mira
a ridurre l’impatto del traffico sui centri abitati ed a migliorare l’accessibilità alla Valle.
Questo progetto, le cui fasi iniziali risalgono agli anni ’70, è stato realizzato nel tempo
per singoli lotti e, a tutt’oggi, non è ancora stato ultimato.
Il tratto della S.S. 42 che attraversa Capo di
Ponte e Sellero (variante Capo di Ponte-Sellero) è stato oggetto di revisione e modifica a seguito della richiesta, da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, di individuare un tracciato più rispettoso
della tutela delle rocce incise. È stato quindi
studiato un nuovo percorso che passa in galleria, a profondità tale da non manomettere e
danneggiare il patrimonio d’arte rupestre. È
prossimo quindi l’inizio del cantiere per la
realizzazione del lotto.
Un ulteriore collegamento con l’autostrada
A4 è costituito dalla ex S.S. 510 che, correndo
parallela alla sponda orientale del Lago d’Iseo, permette di raggiungere Brescia. Inoltre
un secondo percorso, di interesse paesaggistico (S.S. 469 Sebina Occidentale), corre sulla
sponda occidentale, tra le località di Sarnico
(a sud) e Castro, presso Lovere (a nord).
Per la straordinaria bellezza dei paesaggi
che attraversano, si segnalano i tracciati stradali (particolarmente graditi ai turisti transalpini, soprattutto tedeschi) che collegano la Valle
Camonica con l’area del Lago d’Idro (Passo di
Croce Domìni, Passo del Gaver e Passo del Maniva). La Valle Camonica è collegata alla Valtellina attraverso il Passo dell’Aprica (1181 m),
percorso dalla Strada Statale n. 39, e da passi
transitabili nel periodo estivo quali il Mortirolo (1896 m) ed il Gavia (2621 m). È possibile
raggiungere la Valle di Scalve (Bergamo) da
Sud percorrendo da Darfo Boario Terme la
Strada Provinciale n. 294, che affianca il tracciato della Via Mala, realizzata nella seconda
metà dell’Ottocento e particolarmente suggestiva, e da Nord attraverso il Passo Vivione
(1828 m), aperto durante la stagione estiva.
Volendo utilizzare i servizi di pullman è possibile fare riferimento alle seguenti autolinee:
159
• Autolinea F.N.M.A. (Ferrovie Nord Milano
Autoservizi), linea Brescia-Edolo (www.ferrovienord.it);
• Autolinea S.A.B., linea Milano-Bergamo-Lovere-Ponte di Legno (www.sab-autoservizi.it).
Nell’ambito dei collegamenti ferroviari è
in fase di studio un progetto, denominato
“Una linea verso l’Europa. Il futuro della Linea Ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo nella rete alpina dei trasporti”, che mira a rinnovare, potenziandolo, il
sistema ferroviario della Valle Camonica ed ad
inserirlo in un contesto europeo (AA.VV, Una
linea verso l’Europa. Il futuro della Linea Ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo nella rete alpina dei trasporti,
Atti del Convegno, 31 maggio - 1° giugno
2002, Centro Congressi Darfo Boario Terme).
8.1.2 Accessibilità ai Parchi con Arte Rupestre
e fruibilità
Sono tutti raggiungibili percorrendo la S.S.
42, da cui si diparte la viabilità interna diretta
ai vari centri della Valle. La presenza dei Parchi è segnalata lungo le strade di accesso in
modo disomogeneo e carente.
Poiché le modalità di accesso ai diversi Parchi con Arte Rupestre della Valle Camonica
sono molto differenti da località a località,
sembra opportuno indicare di seguito i parametri fondamentali considerati nel descriverne accessibilità e fruibilità:
1. parcheggi
2. percorsi di visita (anche attrezzati per portatori di handicap motorio)
3. passerelle
4. apparati didattici (pannelli, opuscoli divulgativi, pubblicazioni, supporti audiovisivi ed
informatici, siti web)
5. attività didattica (visite guidate, laboratori,
lezioni in classe, etc.)
Per quanto riguarda il punto 1), al momento solo il Parco di Luine (Darfo Boario Terme)
e la Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri
di Ceto, Cimbergo e Paspardo dispongono di
un’ampia area destinata al parcheggio di pullman e auto.
Un parcheggio in località Cemmo, che servirà sia il Parco Archeologico Nazionale dei
Massi di Cemmo sia il Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina, è previsto nel
Progetto Esecutivo di quest’ultimo parco.
Tutte le aree a Parco della Valle Camonica
fino ad ora individuate sono dotate di percorsi
di visita che agevolano la fruizione delle rocce
incise, con caratteristiche ed offerte differenti.
Lungo i percorsi di visita, per le rocce caratterizzate da dimensioni notevoli o da una pendenza accentuata sono state predisposte apposite passerelle che consentono passaggi in sicurezza, una migliore lettura delle incisioni ed
una efficace salvaguardia delle rocce dal calpestio; in corrispondenza delle rocce più importanti sono disponibili pannelli esplicativi (in
alcuni casi anche in lingua inglese: Parchi Nazionali di Capo di Ponte, Riserva Regionale
delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e
Paspardo, Parco di Luine).
Purtroppo, a causa della particolare natura
dei luoghi, i Parchi non sono visitabili, o lo sono con molta difficoltà, da parte dei portatori
di handicap visivi o di disabilità motoria.
In alcuni casi è possibile consultare siti Internet dedicati o che contengano riferimenti
al tema dell’arte rupestre locale, come sotto
specificato.
1) Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri,
Capo di Ponte (Figg. 152-156)
Presso la Chiesa delle Sante è disponibile
una piccola area a parcheggio, dove possono
accedere, ma non sostare, anche i pullman.
Nel 1989 sono stati realizzati cinque percorsi di visita che si snodano all’interno del Parco
per circa 3 Km.
Alcune delle rocce ubicate lungo i percorsi
sono dotate di pannelli didattici (in italiano e
in inglese) sia di carattere generale sia relativi
alle raffigurazioni più significative; è inoltre
possibile consultare – a richiesta – una guida
in codice Braille dei testi dei pannelli.
Su alcune rocce (la n. 1, la n. 35, la n. 50 e
la n. 57), sono state posizionate passerelle in
legno che agevolano la lettura delle incisioni.
Il Parco ospita anche un Antiquarium: nella
sala inferiore sono esposte temporaneamente10 le stele Cemmo 3 e Cemmo 4, rinvenute
10 I reperti sono destinati ad essere esposti nel costituendo Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica
a Capo di Ponte.
160
Fig. 152. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). I cinque percorsi di visita che si snodano nel Parco per circa 3 km.
Fig. 153. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). La Roccia 50 con uno dei pannelli
didattici.
161
Fig. 154. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). I pannelli didattici presso la Roccia 1.
Fig. 155. Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri (Capo di Ponte-Naquane, BS). L’interno dell’Antiquarium.
162
nel corso dello scavo 1983-84 a Cemmo, e due
massi con iscrizione in carattere nord-italici
provenienti da Cevo (Fig. 23) e da Grevo.
L’attività didattica all’interno del Parco è
svolta da associazioni e cooperative locali.
L’ingresso al Parco, sulla base del D.M. 11
dicembre 1997, n. 507 e del D.M. 28 settembre
1999, n. 375 è gratuito per:
– cittadini italiani e dell’Unione Europea che
non abbiano compiuto i 18 anni o che abbiano superato i 65 anni;
– gruppi di studenti delle scuole italiane statali e non statali e degli altri stati dell’Unione Europea accompagnati dai loro insegnanti;
– guide turistiche nell’esercizio della loro attività professionale;
– interpreti turistici;
– personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali;
– membri dell’International Council of Museums (I.C.O.M.);
– docenti e studenti della facoltà di Architettura, Conservazione dei Beni Culturali,
Scienze della Formazione e dei corsi di laurea in Lettere o Materie Letterarie con indirizzo archeologico o storico-artistico delle
facoltà di Lettere e Filosofia;
– docenti e studenti delle Accademie di Belle
Arti.
Le riduzioni sul biglietto di ingresso sono
applicate a:
– cittadini italiani e dell’Unione Europea di
età compresa tra i 18 e i 25 anni;
– docenti delle scuole statali con incarico a
tempo indeterminato.
Per i cittadini non facenti parte dell’Unione Europea si applicano a condizioni di reciprocità le disposizioni sull’ingresso gratuito e
sulle riduzioni.
Presso la Biglietteria del Parco sono disponibili ed offerti gratuitamente gli opuscoli
pubblicati dalla Soprintendenza, che guidano
il visitatore alla scoperta delle rocce incise.
All’esterno del Parco, in corrispondenza
dell’ingresso, si trova un piccolo book-shop a
gestione privata, con pubblicazioni di settore e
gadgets.
Il sito ufficiale del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri è consultabile all’indirizzo provvisorio, in attesa che venga ultimato l’esame di
Fig. 156. Il sito ufficiale del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri con la sezione dedicata ai disabili visivi
(versione dell’anno 2003).
MINERVA (Ministerial NetWork for Valorising
Activities in digitation) del Ministero per i Beni
Culturali e Ambientali: www.soprintendenza-archeologica.lombardia.it/parchivalcamonica
Il sito, realizzato nel 2003 dalla Soprintendenza per valorizzare e rendere noto al vasto
pubblico il ricco patrimonio di incisioni rupestri della Valle Camonica, presenta il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di
163
Ponte (loc. Naquane) ed il Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo.
Nel sito sono stati presentati i cinque percorsi di visita del Parco di Naquane, che si
snodano attraverso sentieri facilmente percorribili, con la possibilità di visualizzare l’immagine panoramica di una o più rocce e di alcune delle figure incise e leggerne una breve descrizione.
Oltre ai percorsi è possibile conoscere le attività svolte in questi anni dalla Soprintendenza per la catalogazione informatizzata delle incisioni rupestri, per la tutela e la conservazione dell’arte rupestre.
Il sito si prefigge anche di offrire agli insegnanti tutti i dati per una corretta fruizione
dei beni: note di cronologia, scelta di alcune
rocce tra le più rappresentative all’interno dei
percorsi di visita, analisi di alcune raffigurazioni tra le più significative del repertorio iconografico camuno, confronti tra incisioni e oggetti della cultura materiale, etc...
Di particolare rilievo è la sezione accessibile
ai portatori di handicap visivo (non vedenti e
ipovedenti), realizzata in collaborazione con l’Istituto dei Ciechi di Milano, uno dei centri all’avanguardia per la didattica e i servizi informatici rivolti a questa categoria di utenti disabili.
Il sito dei Parchi è stato realizzato nel 2003
ed è in linea, almeno per la versione dedicata
ai portatori di handicap visivo, con la Legge
Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 “Disposizioni
per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli
strumenti informatici”.
La grafica (Fig. 156) è stata realizzata con il
software Flash, che ha permesso di inserire in alcune pagine delle piccole animazioni. Tale
software non è però attualmente leggibile dai
normali screen reader adottati dai non vedenti,
come hanno dimostrato alcuni tentativi di lettura condotti nel luglio 2003 con i responsabili
del Servizio Informatico dell’Istituto dei Ciechi
di Milano, composto da vedenti e da non vedenti. In accordo con i consulenti dell’Istituto si
è quindi ritenuto opportuno realizzare una versione del sito in formato HTML. Parallelamente
all’analisi dei testi si è cercato di elaborare un sistema di lettura delle immagini che consentisse
ai non vedenti di percepire le raffigurazioni incise sulle rocce e che al tempo stesso fosse basato su uno dei sistemi di percezione tattile convenzionalmente adottati dai Centri Didattici per
Non Vedenti. Da una ricerca condotta nella pri164
mavera 2003 è emerso che alcuni siti permettevano la stampa di immagini per non vedenti
mediante l’utilizzo di una stampante Braille.
La verifica diretta di tale metodo con l’uso
di una stampante Braille ha dimostrato che
non è, per ora, possibile applicare tale procedimento alle incisioni: il profilo delle raffigurazioni è infatti molto articolato e la linea
Braille che si ottiene non è di facile comprensione. Inoltre, dai dati in possesso dall’Istituto
dei Ciechi, è risultato che il numero dei non
vedenti che dispongono di stampanti Braille è
ancora molto limitato, visti gli alti costi di questa strumentazione.
Date queste premesse, si è ritenuto opportuno adottare il metodo del rilievo ottenuto
con la tecnica del fusore (la cosiddetta “tecnica Minolta”). Le fotografie digitali delle incisioni selezionate sono state quindi vettorializzate con il software AutoCAD: le immagini così ottenute seguono il profilo della figura incisa. Ciascuna raffigurazione è stata esaminata e
appositamente rielaborata con la consulenza
tiflologica del Centro Materiale Didattico dell’Istituto dei Ciechi di Milano e, infine, abbinata a didascalie per ipovedenti e in codice
Braille per non vedenti. Tutte le immagini sono state salvate in formato pdf e collegate a
brevi descrizioni in formato HTML. In questo
modo qualsiasi non vedente che visita il sito
può, attraverso il collegamento specifico, stampare le immagini e chiedere al centro dell’Unione Italiana Ciechi più vicino di poterle fotocopiare a rilievo con l’idoneo supporto.
Si ricorda infine che, per il Parco Nazionale
delle Incisioni Rupestri è disponibile anche
una copia in codice Braille dei testi dei pannelli didattici esposti nel parco. Tale testo,
consultabile sul posto, è stato segnalato nel sito nella sezione “informazioni”.
2) Parco Archeologico Nazionale dei Massi di
Cemmo, Capo di Ponte (proprietà statale):
in corso di realizzazione (apertura programmata
per il 6 ottobre 2005). (Fig. 157)
Sull’area è in corso uno scavo archeologico
che definirà le strutture da valorizzare definitivamente nell’ambito del Parco, che avrà un
unico percorso di visita, con un’area di esposizione di pannelli all’ingresso e pannelli lungo
il percorso.
Fig. 157. Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo (Capo di Ponte, BS). L’allestimento del Parco inaugurato
nell’ottobre del 2005.
165
Fig. 158. Parco Comunale di Luine (Darfo Boario Terme, BS). Panoramica dell’ingresso ed esempi di pannelli didattici.
Il sito ufficiale del Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo è consultabile all’indirizzo: www.soprintendenza-archeologica.
lombardia.it/parchivalcamonica.
Il sito web è stato realizzato nel 2003 dalla
Soprintendenza per ovviare in parte alla impossibilità di visitare il Parco, che è in fase di
realizzazione. L’area demaniale dei Massi di
Cemmo, che rappresentano la prima testimonianza di arte rupestre segnalata al pubblico
nel 1914, fu istituita nel 1965 per la salvaguardia dei due massi incisi nell’età del Rame (III
millennio a.C.). A seguito di un esproprio, l’area è stata ampliata a formare un Parco Archeologico, attualmente in corso di definizione per importanti ritrovamenti archeologici
166
effettuati nel 2000 durante i lavori di sistemazione, e tuttora in corso. I recenti scavi stanno
portando alla luce i resti di un santuario megalitico connotato da strutture murarie e dalla
presenza di stele, alcune integre e altre frammentarie. Le nuove indagini hanno purtroppo ritardato i lavori per la realizzazione del
Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo
e, pertanto, per rendere noti i risultati preliminari, il sito è stato strutturato in modo tale
da illustrare ai visitatori le novità dei recenti
scavi inserite nel quadro più ampio della storia delle ricerche archeologiche, condotte a
Cemmo dal 1930 al 2000, e della ricostruzione
storica dell’area dei Massi dalla preistoria fino
al medioevo.
3) Parco Comunale di Luine, Darfo Boario
Terme (proprietà comunale) (Fig. 158)
È disponibile un’ampia area a parcheggio.
Alcune rocce sono dotate di pannelli didattici. Sono stati ideati tre percorsi di visita, della
lunghezza complessiva di circa 3 Km, distinti
per aree (A, B, C). In corrispondenza dell’ingresso si trova un Centro Servizi, che espone
documentazione iconografica sull’arte rupestre. All’interno del Centro Servizi saranno disponibili pubblicazioni di settore.
L’attività didattica all’interno del Parco è
svolta da associazioni e cooperative locali.
L’ingresso al Parco è gratuito.
È disponibile il sito: www.darfoboarioterme.net (non è un sito dedicato specificamente
al Parco di Luine ma è il sito del Comune; le
notizie sul parco si trovano all’interno, sotto la
voce “Vivere la città”)
4) Parco Archeologico Comunale di Seradina
Bedolina, Capo di Ponte
(proprietà comunale): apertura programmata
per l’8 ottobre 2005 (Fig. 159)
È prevista la possibilità di accedere al Parco
attraverso due ingressi, uno per l’area di Seradina ed uno per l’area di Bedolina. Il progetto
comprende anche la realizzazione di pannelli
illustrativi. È disponibile il sito www. capodiponte.bs.it (non è un sito dedicato; si trovano
notizie solo all’interno del sito, sotto la voce
“Storia e Arte, Incisioni rupestri”).
5) Parco Comunale di Sellero
(proprietà mista: comunale e privata)
Il Parco, per il quale è in corso di definizione il progetto di valorizzazione, sarà a breve
termine allestito con la sistemazione dei percorsi, con la dotazione di apparati didattici e di
fruizione. Particolare cura verrà data anche al
suo collegamento con l’area mineraria in corso
di valorizzazione a Nord (località Carona), attraverso un percorso storico pluritematico.
L’ingresso al Parco è gratuito.
È disponibile il sito: www.comune.sellero.
bs.it (non è un sito dedicato; si trovano notizie
solo all’interno del sito, sotto la voce “Turismo, arte rupestre”).
Fig. 159. Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina (Capo di Ponte, BS). L’allestimento del Parco
inaugurato nell’ottobre del 2005.
167
6) Parco pluritematico del “Còren de le Fate”,
Sonico (proprietà mista:
comunale e privata) (Fig. 160)
4) Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di
Ceto, Cimbergo e Paspardo (proprietà mista:
consortile, comunale e privata) (Fig. 161)
Alcune rocce sono dotate di pannelli didattici e di passerelle per agevolare la lettura delle incisioni. Vista la particolare morfologia del
luogo, peraltro particolarmente suggestivo dal
punto di vista ambientale, è in corso lo studio
di un progetto per rendere più agevole il raggiungimento delle rocce incise e per migliorare i collegamenti interni.
L’ingresso al Parco è gratuito.
Sono disponibili i siti: www.comune.sonico.bs.it (non è un sito dedicato; si trovano notizie solo all’interno del sito, sotto la voce “Turismo, arte rupestre”) e www.parcoadamello.it
La Riserva ha il punto di ingresso (a pagamento) a Nadro, ove ha sede il Museo didattico, ed accessi a Cimbergo (per Campanine-Figna) e Paspardo (per il Capitello, In Vall e Sottolaiolo). Nei Punti di accesso di Nadro, Campanine-Cimbergo e Sottolaiolo-Paspardo sono
presenti parcheggi organizzati anche per l’accoglienza di autobus.
Per facilitare la visita alla Riserva, sono stati
individuati degli itinerari di visita che consentono, in poche ore o più tempo, di prendere
visione dei molteplici aspetti della Riserva: ambiti archeologici, etnografici ed ambientali.
Fig. 160. Parco pluritematico del “Còren de le Fate” (Sonico, BS). L’allestimento del Parco.
168
Fig. 161. Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo (BS). Pannelli didattici lungo i percorsi di visita e ricostruzione di una capanna.
I percorsi sono segnalati da cartelli, mentre
le più importanti superfici istoriate hanno accanto pannelli riproducenti i settori istoriati;
le rocce 24 e 27 di Foppe di Nadro sono anche
dotate di passerelle per agevolare la lettura
delle incisioni.
All’interno della Riserva esistono ricostruzioni a grandezza naturale di capanne riprodotte dalle figure dell’arte rupestre.
Al di fuori alla Riserva, collocato nel centro
storico di Nadro (comune di Ceto), in un nucleo rurale cinquecentesco, si trova il Museo Didattico della Riserva Naturale Incisioni Rupestri Ceto, Cimbergo e Paspardo, che espone documentazione sull’arte rupestre e svolge attività didatti-
ca (riconosciuto provvisoriamente come Museo dalla Deliberazione Giunta Regionale 5
novembre 2004, n. 7/19262). La gestione
scientifica è affidata per convenzione al Centro Camuno di Studi Preistorici di Capo di
Ponte. Per i disabili è stata acquistata una sedia ad autosollevamento, che consente l’accesso alla parte espositiva. Presso il Museo, dove è
possibile acquistare pubblicazioni di settore,
sono presenti un servizio di proiezioni audiovisive ad integrazione della visita, sussidi informativi multimediali (saletta multimediale), un
servizio di bar ed una saletta per la sosta dei
gruppi.
Oltre alla struttura museale, la Riserva ha a
169
disposizione (al 31 dicembre 2004) per le proprie attività statutarie anche:
– n. 2 foresterie per ospitare volontari, studiosi, studenti, rispettivamente a Nadro e a
Paspardo;
– n. 3 strutture per l’accoglienza (a pagamento) a Figna di Campanine, all’interno della
Riserva.
L’attività didattica all’interno della Riserva
è stata affidata, mediante specifica Convenzione della durata di 6 anni (rinnovabile), alla società Do.Net, che si occupa anche della gestione ordinaria dell’area museale (sia aperta che
chiusa), con: servizio di custodia, servizio di
pulizia, servizi di manutenzione del patrimonio, servizio di vigilanza, servizio di biglietteria
ed informazione, promozione turistica.
Il sito ufficiale della Riserva Regionale delle
Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo è consultabile all’indirizzo: www.arterupestre.it
Ciascun Parco provvede alla gestione dei
servizi di biglietteria e di accoglienza, con personale proprio e modalità differenti.
All’interno dei Parchi le attività didattica e
turistica sono svolte da personale di cooperative, società e associazioni che operano nel territorio.
Nel corso dell’anno gli Enti preposti alla
gestione dei parchi promuovono diverse iniziative culturali (mostre, incontri, seminari,
etc..) senza tuttavia coordinarsi.
8.2 Sistema degli Indicatori e fattori di rischio
Nell’analisi dei fattori di rischio per il patrimonio di arte rupestre della Valle Camonica
sembra essenziale considerare con attenzione
lo stretto rapporto che intercorre tra il bene e
l’ambiente circostante, nel quale la presenza
antropica gioca come sempre un ruolo di grande rilievo.
Si propone di seguito una casistica, naturalmente implementabile, dei fattori di rischio
che possono interferire con la conservazione e
la valorizzazione del patrimonio culturale,
identificati attraverso una lettura critica del
territorio della Valle.
In particolare si è fatta una distinzione tra i
fattori di rischio di tipo “ambientale” e di tipo
“culturale”.
170
8.2.1 Fattori generali di rischio che si riflettono
sul contesto ambientale
Con questa definizione si intendono i fattori di rischio determinati dall’uomo e dalle sue
attività, i cui effetti hanno ripercussioni sulla
qualità dell’ambiente e, di conseguenza, sullo
stato di conservazione del patrimonio di arte
rupestre, indipendentemente dalla sua valorizzazione.
Rischi legati agli interventi antropici
In questo elenco rientrano quei fattori di
rischio che sono direttamente legati alla presenza ed alle attività svolte dall’uomo che, se
effettuate in assenza di precise regolamentazioni, possono determinare danni anche ingenti al patrimonio di arte rupestre.
Sono state individuate le seguenti voci:
• attività agricola, con particolare riferimento
ai lavori di aratura, che possono intercettare superfici rocciose con incisioni ancora
interrate. Va comunque notato che, di converso, anche l’abbandono delle pratiche
agricole o silvo-pastorali può rappresentare
un aspetto critico, in quanto può facilmente favorire la crescita incontrollata della vegetazione boschiva in aree con presenza di
arte rupestre;
• attività di disboscamento e di gestione dei
boschi, anche in relazione alla problematica degli incendi;
• attività estrattive (cave e miniere) e di scavo;
• urbanizzazione, intesa come espansione
edilizia e costruzione di infrastrutture (strade, metanodotti, elettrodotti, acquedotti,
centrali idroelettriche). Per quanto concerne la presenza di elettrodotti nelle vicinanze delle aree con arte rupestre, si precisa
che la Valle è interessata da numerose linee
ad alta tensione: questa situazione risale peraltro in gran parte ad un momento precedente l’iscrizione del sito nella Lista del Patrimonio Mondiale (1979), salvo per il nuovo tracciato dell’elettrodotto 380 kV S. Fiorano - Robbia, tra l’Italia e la Svizzera, per il
quale il posizionamento dei tralicci è stato
concordato e verificato puntualmente con
la Soprintendenza, con indagini preventive
di prospezione e di scavo. In questa occa-
•
•
•
•
•
sione, a tutela del bene Arte Rupestre e dei
contesti archeologici, sono stati chiesti ed
ottenuti spostamenti di alcuni tralicci (Fig.
170).
Per quanto riguarda elettrodotti realizzati
in passato, si è pure chiesto ed ottenuto lo
spostamento di alcune tratte che passavano
in prossimità delle aree con rocce incise del
Parco Archeologico Comunale di SeradinaBedolina e del Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo, entrambi nel comune di Capo di Ponte.
Si precisa che la Valle Camonica rappresenta un corridoio tecnologico di primaria importanza, percorso fin dagli inizi del XX secolo da una serie di linee elettriche, il cui
tracciato è stato modificato proprio in funzione della tutela dell’arte rupestre e può
essere ulteriormente migliorato:
attività industriali e relative emissioni nel
territorio di agenti inquinanti;
discariche sia di rifiuti urbani sia per materiali inerti;
dissesto idrogeologico, innescato da attività
antropiche di vario tipo;
circolazione delle acque, superficiali e sotterranee;
incendi.
Rischi legati alla qualità dell’ambiente
Si tratta di fattori strettamente connessi alle
problematiche della conservazione e determinati in gran parte dalla presenza dell’uomo.
Tra i principali si possono indicare:
• l’inquinamento dell’aria, causato dal traffico stradale, dagli impianti di riscaldamento
e dalle emissioni industriali;
• le piogge acide, fenomeno peraltro monitorato costantemente in Valle a fini ambientali
per il controllo dello stato di salute del patrimonio boschivo (Osservatorio Ambientale presso la Riserva Naturale Regionale “Boschi del Giovetto di Paline” a Borno);
• l’inquinamento elettromagnetico, dovuto
alla presenza di radiazioni prodotte soprattutto dagli elettrodotti;
• la dispersione delle acque in prossimità di
aree con arte rupestre, sia per la qualità
delle acque disperse sia per la capacità di
incanalamento, in relazione alle problematiche del dissesto idrogeologico;
• il dissesto idrogeologico naturale (frane,
erosione dei versanti e conseguenti fenomeni di depositi di colluvio che obliterano
le rocce incise) e causato dall’uomo (frane
dovute ad attività incontrollate di disboscamento o di sbancamento).
• gli incendi provocati sia da cattiva manutenzione del territorio con conseguente
maggiore incidenza di formazione di focolai di autocombustione, sia da interventi antropici, indiretti (legati a casualità) o diretti
(atti di vandalismo).
8.2.2 Fattori particolari di rischio determinati
dal contesto culturale
Questa categoria comprende potenziali fattori di rischio per la conservazione del bene
che derivano dalle modalità di gestione e di
valorizzazione del patrimonio di arte rupestre.
Sono stati individuati alcuni elementi di criticità che, in mancanza di una gestione controllata, possono causare danni di varia natura
ed entità e che permettono di effettuare un’analisi finalizzata a commisurare il livello di uso
e sfruttamento antropico alle capacità di carico del bene:
Elementi di criticità di tipo fisico:
• eccessiva concentrazione di visitatori intorno a rocce particolarmente famose per le
raffigurazioni su di esse incise;
•
•
•
•
•
Elementi di criticità di tipo culturale:
carenza di indicazioni sulle modalità di visita (cioè una sorta di “decalogo di comportamento” per il visitatore);
esecuzione di interventi impropri di rilievo
delle incisioni, con evidenziazione tramite
contrasto (caseina, nerofumo);
realizzazione di calchi delle incisioni;
danneggiamenti per asportazione volontaria di porzioni di rocce incise;
degrado delle superfici lapidee, dovuto al
fatto che vengono portate alla luce più rocce di quante possano essere fatte oggetto di
manutenzione.
Elementi di criticità di tipo sociale:
• scarsa coscienza dell’importanza del bene;
• atti di vandalismo conseguenti alla scarsa
coscienza del bene;
171
• sbilanciamento della tipologia dei visitatori.
Da un’analisi condotta sul Parco Nazionale
delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte risulta predominante il pubblico scolastico
(infra, p. 253) e in particolare della scuola
primaria (un tempo scuola elementare)
che, secondo le indicazioni della Riforma
della Scuola (Legge 28 marzo 2003, n. 53 e
D.L.vo del 19 febbraio 2004, n. 59), prevede lo studio della preistoria e delle antiche
civiltà nelle classi III e IV;
• limitata apertura al turismo internazionale
(infra, p. 264), imputabile a fattori di varia
natura (ad esempio la scarsa promozione
dell’arte rupestre della Valle Camonica nei
circuiti turistici internazionali, le carenze di
ricettività e di viabilità della Valle).
8.3 Sistema degli Indicatori sulla pressione,
causa/effetto
Nell’ambito del Sistema degli Indicatori
sulla pressione sono stati individuati alcuni parametri, legati all’azione dell’uomo, che hanno relazioni di causa/effetto sullo stato di conservazione del patrimonio d’arte rupestre.
Centri urbani ed industrie:
• distanza delle zone urbanizzate ed industrializzate dai siti con arte rupestre, anche
con riferimento al degrado dell’immagine
della Valle e del landscape;
• uso e sfruttamento dei siti per attività antropiche locali (agricoltura, allevamento, taglio del legname, etc.).
Infrastrutture:
• presenza di strade, elettrodotti, etc. in prossimità di siti con arte rupestre.
Valorizzazione:
• pressione turistica (flusso, quantità, educazione ambientale e rispetto del sito, etc.).
8.4 Mappa dei rischi, delle tutele e delle
protezioni
La Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Lombardia, organo periferico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali cui competono le funzioni di tutela del sito, ai sensi
della vigente legislazione (D. L.vo 22 gennaio
172
2004, n. 42), come descritto nella Parte Seconda, p. 122 ss. e All. 5, ha avviato nel 1980 annuali campagne di restauro delle rocce con incisioni all’interno dei Parchi Nazionali, dopo
avere concordato con l’ICR-Istituto Centrale
del Restauro i metodi di intervento, ha promosso e coordinato anche gli interventi di restauro e manutenzione, per ora assai ridotti,
delle aree a parco con rocce incise, gestite da
Enti locali (Parco Comunale di Luine, Riserva
Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto,
Cimbergo e Paspardo), ed ha affrontato con
propri finanziamenti restauri su rocce di proprietà privata (a Capo di Ponte nelle località
Bedolina e Seradina; a Darfo Boario Terme
nella località Sacca - Corni Freschi). Inoltre,
come sopra anticipato, ha condotto analisi per
una valutazione dei rischi, in collaborazione
con istituti specialistici nazionali, ed ha messo
a punto un sistema di mappatura dello stato di
conservazione del patrimonio d’arte rupestre
(IR e IRWEB), descritto nella Parte Seconda,
6.4 Stato di conservazione del patrimonio.
Analisi e studi dei rischi
A partire dal 1990, sulla base dei risultati
dei primi dieci anni di intervento e constatate
la varietà delle situazioni e l’avanzare dei fenomeni di degrado (dovuti principalmente ad
un aumento dell’inquinamento atmosferico),
si sono rilevate la necessità e l’urgenza di affrontare il problema del degrado attraverso
uno studio sistematico multidisciplinare.
Sono stati effettuati, quindi, specifici rilevamenti, analisi e studi sulla situazione di conservazione delle rocce con incisioni, sulle cause di
degrado e sui livelli e natura dell’inquinamento, finalizzati ad una conoscenza diversificata
condotta su varie località d’arte rupestre della
Valle Camonica (e della vicina Valtellina, pure
interessata dal fenomeno dell’arte rupestre),
alla conseguente individuazione di una metodica adeguata di intervento e all’avvio di un
Piano sistematico di restauro da estendere a vari siti camuni, prima mai fatti oggetto di intervento (restauri delle rocce erano effettuati, dal
1980, solo nell’ambito del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte).
Alle indagini hanno collaborato i più qualificati Istituti di ricerca nazionali, come sotto
specificato.
I progetti di studio, tra loro collegati, sono
stati due, il primo promosso dalla Soprintendenza nel 1992, il secondo promosso nel 1997
dall’ICR (Istituto Centrale del Restauro) e dall’ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la
Documentazione) del Ministero per i Beni e le
Attività Culturali, nell’ambito del Progetto Nazionale della Carta del Rischio del Patrimonio
Culturale Italiano, come di seguito descritto.
1. Commissione di studio sul degrado
delle rocce incise, 1992
Promossa dalla Soprintendenza Archeologica della Lombardia, la Commissione ha effettuato una serie di ricognizioni, campionature
ed analisi (litologiche, biologiche, chimiche,
vegetazionali, climatiche etc.) per definire la
situazione geologica, litologica e conservativa
dei principali siti d’arte rupestre della Valle
Camonica, verificare le cause ed i tipi di inquinamento, isolare le cause di degrado (fisicomeccanico, biologico), individuare le specie
infestanti diffuse sulle rocce, definire i prodotti più idonei (già validati dall’ICR per il restauro della pietra) per eliminarle, testarli su rocce
e monumenti a litologia diversificata (Parco
Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di
Ponte; Area dei Massi di Cemmo; area di Bedolina; area di Seradina; Parco Comunale di
Luine; stele e massi-menhir calcolitici da varie
località camune) e monitorare i risultati.
Come noto, infatti, il problema della conservazione dell’arte rupestre della Valle Camonica è molto pressante in quanto le rocce sono
costantemente esposte agli agenti atmosferici.
Il degrado al quale esse sono sottoposte è
di tipo essenzialmente biologico e fisico-meccanico: i due fenomeni, biodeteriogeno ed
erosivo, spesso compresenti, agiscono nella
maggior parte dei casi sinergicamente.
La Commissione era costituita da:
• Soprintendenza Archeologica della Lombardia
• Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali della Regione Autonoma Valle
d’Aosta (un chimico esperto di problemi di
degrado)
• Soprintendenza per i Beni Storico-Artistici
di Venezia (una biologa esperta di microorganismi)
• Istituto Centrale del Restauro
• Centro per lo studio delle cause di deperimento e dei metodi di conservazione delle
opere d’arte “Gino Bozza” (CNR-Centro
Nazionale delle Ricerche, Milano)
• Azienda Servizi Municipalizzati di Brescia
(un chimico e una geologa).
In questa commissione il Centro di Studio
“Gino Bozza” effettuò analisi mineralogiche
per definire le caratteristiche della litologia e
l’entità dei fenomeni di degrado.
L’ASM (Azienda Servizi Municipalizzati) di
Brescia eseguì il rilevamento sistematico delle
condizioni climatiche e dello stato dell’aria e
degli inquinanti attraverso una stazione di rilevamento mobile posizionata per sei mesi all’interno del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte.
2. Nel 1997 è stata realizzata dall’ICR e dall’ICCD del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, nell’ambito della Carta del Rischio
del Patrimonio Culturale Italiano, una schedatura sperimentale su alcune rocce della Bassa
e Media Valle Camonica (Luine, Naquane,
Cemmo, Seradina e Bedolina) e della vicina
Valtellina (Grosio) (Progetto diretto da A.M.
Ferroni - ICR).
Questa iniziativa, mirata all’analisi degli
aspetti conservativi, ha messo in evidenza come il degrado biologico e quello di tipo fisicomeccanico delle rocce siano strettamente connessi con quello di natura antropica (calpestio, vandalismi e pulitura delle rocce da parte
di personale non specializzato).
Dall’analisi si è potuto evincere che le rocce in migliore stato di conservazione sono
quelle site nelle aree protette dove si svolgono
con regolarità interventi di manutenzione e di
restauro, per i quali ci si avvale esclusivamente
di restauratori esperti nel trattamento delle superfici lapidee, muniti di Diploma per l’esercizio della professione, come richiesto dalla vigente legislazione.
8.5 Sistema degli Indicatori di governo,
norme, interventi
I Parchi ed i beni che costituiscono il sito
UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica” ricadono in territori normati da una
serie di strumenti di pianificazione territoriale
173
(PTPR, PTCP), locale (PSSE), comunale
(PRG) e specifica dei Parchi (PdP), cogente e
puntuale; inoltre sono sottoposti alla normativa statale di tutela (D.L.vo 42/2004).
Non risulta ad oggi disponibile uno studio
sull’eventuale scostamento tra interventi effettuati sul territorio a vario titolo da parte di Enti e privati e adesione e rispetto delle norme di
governo del territorio e di tutela.
È da auspicare che, fatta salva la normativa
di tutela del bene archeologico arte rupestre, in
modo omogeneo e partecipato, tutti gli enti locali recepiscano all’interno dei propri Piani e
Strumenti Urbanistici e di governo del territorio precisi indicatori ed elaborino norme modulate sulle varie e diverse situazioni di rapporto tra bene arte rupestre e territorio circostante:
– vicinanza del bene all’area urbanizzata. Si
ritiene in particolare che siano prioritariamente da sottoporre ad attenta ricognizione e normate sia quella parte di Valle dove
il bene arte rupestre è maggiormente lambito dall’espansione urbanistica sia tutti i
margini dei centri abitati;
– interferenza tra bene e opere pubbliche
(strade, ferrovie, elettrodotti, metanodotti,
opere idroelettriche), con conseguenze dirette (realizzazione di nuove opere) e indirette (necessità di periodiche manutenzioni);
– rapporto tra bene e viabilità storica, in
quanto questa può essere passibile di ripristini o modifiche (allargamenti di sede stradale, messa in sicurezza etc.);
– relazione del bene (questo vale soprattutto
per le manifestazioni d’arte schematica diffuse in alta quota) con piste da sci e con
strutture di accoglienza e di accessibilità alla montagna (rifugi, impianti di risalita);
– inserimento del bene in aree boschive, soggette a periodiche opere di manutenzione
ordinaria o straordinaria (taglio del bosco
con ricorso ad apertura di strade di accesso
ai mezzi, di posa di teleferiche per trasporto del legname);
– inserimento del bene in aree agricole soggette ad arature, bonifiche agrarie, opere
di terrazzamento e di irrigazione;
– vicinanza del bene a cave attive o individuate come risorsa.
standard di intervento: richiesta di parere agli
organi competenti di governo del territorio e
di tutela, valutazione della situazione, disposizione di eventuali approfondimenti e ricerche,
rilascio di parere con prescrizioni, indagini archeologiche preventive, assistenza e controllo
dei lavori, verifica dei risultati.
Ove il bene va a collidere con l’espansione
edilizia e la realizzazione di grandi opere pubbliche, va costruita e rispettata una procedura
La Valle Camonica è un territorio montano
situato a nord della provincia di Brescia, dai
confini del Lago d’Iseo fino ai valichi alpini
174
8.6 Sistema di qualità storica da trasferire
alla futura generazione
Il Piano di Gestione individua le strategie
da mettere in atto per dare soluzione alle problematiche relative alle tutela, alla conservazione ed alla valorizzazione del patrimonio di
arte rupestre della Valle Camonica: si tratta, da
un lato, di conservare i Beni per renderli fruibili da parte delle future generazioni e, dall’altro, di renderli utilizzabili dalle generazioni
presenti, per conciliare lo sviluppo culturale e
quello economico. Il Piano di Gestione diventa quindi un vero e proprio strumento dinamico di programmazione e pianificazione del
territorio, in grado di adattarsi all’evolversi
delle realtà culturali, sociali ed economiche.
Nel caso specifico dell’arte rupestre della
Valle Camonica il recupero dell’identità culturale da parte delle popolazioni locali rappresenta un elemento fondamentale del progetto
di valorizzazione e di integrazione nella realtà
dei luoghi. La coscienza delle proprie radici
culturali scaturisce infatti da un processo di
conoscenza e dall’acquisizione consapevole
del valore culturale e storico del proprio territorio. In questa ottica sembra quindi indispensabile coinvolgere i giovani, partendo dalla
scuola primaria per arrivare fino a quanti si affacciano al mondo del lavoro, per fare sì che il
patrimonio di conoscenza dell’arte rupestre e
delle tradizioni locali possa essere trasferito alle nuove generazioni.
Va sottolineato peraltro che la Valle conserva
a tutt’oggi un importante patrimonio di tradizioni locali (cultura intangibile), che affondano
le loro radici nel fenomeno dell’arte rupestre.
9. ANALISI SOCIALE ED ECONOMICA
del Tonale e dell’Aprica. Presenta, dal punto
di vista socioeconomico, le caratteristiche tipiche delle aree montane alpine: tendenza allo
spopolamento e all’abbandono degli antichi
nuclei abitati, in particolare dei paesi di gronda; progressivo impoverimento delle condizioni economiche e crescenti difficoltà ad innescare positivi processi di sviluppo.
Tali condizioni sono ulteriormente aggravate da una situazione infrastrutturale fortemente deficitaria, con collegamenti difficoltosi con
i centri urbani di rilevanza provinciale, con
una non facile permeabilità interna tra i vari
nuclei abitati a causa della particolare conformazione della Valle e per la presenza di una linea ferroviaria strutturalmente inadeguata.
Per queste ragioni la Valle Camonica fatica,
di fronte alla crisi di alcuni tradizionali settori
industriali e manifatturieri – nel recente passato la siderurgia, oggi il tessile – ad attivare i necessari processi di riconversione e ammodernamento, che non possono non far leva nell’immediato futuro sulle potenzialità di un patrimonio archeologico, storico, artistico e ambientale
di assoluto interesse, riconosciuto a vario titolo
con l’istituzione di parchi archeologici, di parchi e riserve naturali, tra i quali il Parco nazionale dello Stelvio e il Parco Regionale dell’Adamello, di luoghi di conservazione e fruizione
quali svariati musei nazionali e regionali.
Sono la natura e le caratteristiche di questo
patrimonio a fare della Valle Camonica un
punto di riferimento non solo per la Provincia
di Brescia, ma per l’intera Regione Lombardia, che ha scelto la Rosa Camuna quale suo
emblema istituzionale e che ha attivato, congiuntamente agli enti locali e con la partecipazione di vari Ministeri, rilevanti progetti di
promozione e valorizzazione turistica delle risorse del territorio, con la prospettiva di significative ricadute economiche e occupazionali.
Le collaborazioni e le sinergie in atto tra i
vari Enti, una rinnovata attenzione di tutta la
comunità sul patrimonio culturale ereditato
da diecimila anni di storia, sono le necessarie
premesse per uno sviluppo economico e sociale proiettato verso nuove e ambiziose sfide.
2000) è coerente con i valori riscontrabili nelle altre
province lombarde aventi i capoluoghi localizzati
lungo le grandi direttrici infrastrutturali est-ovest:
Milano - Bergamo - Brescia e, nella regione Veneto,
Verona.
La fascia centrale del territorio lombardo è interessata da un addensamento della popolazione residente, mentre la fascia settentrionale alpina e prealpina e la fascia meridionale, a vocazione prevalentemente agricola, registrano una diminuzione degli
abitanti. ...omissis...
L’analisi in dettaglio della provincia di Brescia
mette in evidenza il progressivo spopolamento delle
zone montane e del comune capoluogo mentre si rileva l’aumento della popolazione residente nei comuni
della fascia collinare e della pianura, dove i valori
di variazione si avvicinano alla media provinciale... omissis...
... nei comuni montani si riscontra un aumento
del numero dei nuclei famigliari con valori prossimi
alla media provinciale, mentre il frazionamento dei
nuclei famigliari si intensifica nelle zone della bassa
Val Trompia e della bassa Val Camonica. In questa
zona l’incremento del numero dei nuclei famigliari è
giustificato dal contestuale aumento della popolazione residente... omissis...” (tratto da: Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Brescia,
Quaderno 1, Documento Preliminare, a cura
di Marcello Vittorini, 2001).
L’analisi demografica relativa alla Valle Camonica si basa sui dati censuari e sul confronto fra la Bassa, la Media e l’Alta Valle e la provincia di Brescia nel periodo compreso tra
1961 e 1999. L’analisi del movimento tendenziale di fondo della popolazione della Comunità Montana di Valle Camonica permette di
effettuare alcune previsioni sulle tendenze di
lungo periodo della popolazione.
9.1 Gli Indicatori Demografici
“La variazione della popolazione residente in
provincia di Brescia nell’ultimo trentennio (1971-
Grafico tratto da: Piano di Sviluppo Socio Economico della
Comunità Montana di Valle Camonica, 2001.
175
Le previsioni, che tengono conto delle diverse dinamiche demografiche delle sub-aree
(Bassa, Media e Alta Valle Camonica) nelle
quali può essere divisa la Valle, sono state condotte su un arco di tempo di 50 anni, articolato in periodi di 10 anni. Dopo una flessione
tra gli anni 1961 e 1971, il grafico evidenzia
una tendenza lievemente crescente, anche se
con oscillazioni, fra il 1971 ed il 1999. Tali
trend permettono comunque di ipotizzare un
andamento crescente con un progressivo e
contenuto aumento della popolazione complessiva nei prossimi anni (previsione di aumento decennale di circa 600 unità).
Tale tendenza di fondo risente naturalmente di andamenti interni contrastanti fra loro e
peculiari delle diverse sub-aree. In generale infatti sono stati riscontrati una crescita della popolazione del fondovalle ed un esodo dai comuni più montani, posti nell’Alta Valle.
9.2 Gli Indicatori dell’occupazione
In considerazione della particolare conformazione geografica della Valle, per poter effettuare una corretta analisi degli indicatori dell’occupazione è necessario fare riferimento alle diverse sub-aree nelle quali può essere articolata la Valle Camonica (Bassa, Media e Alta
Valle) ed ai relativi comparti produttivi (agricoltura, manifatturiero, costruzioni, commercio e servizi, attività turistica) che caratterizzano ciascuna area.
La Bassa e Media Valle, dove sono localizzate le maggiori aree industriali (comuni di
Darfo Boario Terme, Pian Camuno, Esine e
Breno), anche grazie alle caratteristiche geografiche che permettono una migliore accessibilità, godono di maggiori potenzialità per
uno sviluppo economico più ampio rispetto all’Alta Valle.
Sono invece i comuni delle valli laterali o
posti a mezza costa quelli che, al momento, risentono in maggior misura della crisi occupazionale, poiché risultano maggiormente danneggiati dal sistema viario. Le località di alta
quota con attività turistiche, localizzate soprattutto nell’Alta Valle, e quelle di fondo valle con
un tessuto vitale di imprese produttive, presentano complessivamente minori problemi.
Va infine evidenziato che negli ultimi anni
appare sempre più in crescita il fenomeno del176
la “deindustrializzazione”, che ha portato ad
un considerevole ridimensionamento delle
unità produttive, favorendo lo sviluppo di
unità operative sempre più piccole.
9.3 Le attività produttive settoriali
I principali settori produttivi della Valle Camonica sono costituiti dall’industria e dall’artigianato: in particolare il cosiddetto “comparto
manifatturiero” è incentrato sulla fabbricazione e sulla lavorazione di prodotti in metallo e
sull’industria tessile e dell’abbigliamento, mentre la produzione riconducibile all’artigianato
è molto più articolata.
Accanto a quello manifatturiero spicca il
“comparto delle costruzioni”, che risulta essere il più consistente nell’ambito delle attività
produttive della Valle Camonica.
Di peso marginale appaiono invece il “comparto estrattivo”, limitato ai comuni di Malonno, Capo di Ponte, Esine, Lozio, ed in misura
marginale a Ponte di Legno, Borno, Niardo,
Darfo Boario Terme e Pian Camuno e quello
legato alla produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua.
Per quanto concerne il terziario va osservato
che ha raggiunto un ruolo sempre più importante nel sistema produttivo ed occupazionale
della Valle, con particolare riferimento al “comparto del commercio” (soprattutto supermercati e, in misura minore ma in espansione, i centri commerciali). Questa situazione rende ovviamente difficoltosa la sopravvivenza dei piccoli esercizi commerciali, presenti soprattutto nei
comuni di mezza costa e delle valli laterali.
Si segnala infine che i comuni di Berzo Inferiore, Bienno, Breno, Cividate Camuno, Esine, Piancogno e Prestine appartengono al Distretto Industriale n. 9 “Camuno Sebino” (art.
36 della Legge 5 ottobre 1991 n. 317 e art. 3
della Legge Regionale 22 febbraio 1993 n. 7),
che ha come peculiari caratteristiche la produzione metallurgica e quella tessile.
Per quanto concerne gli aspetti produttivi
legati alle risorse ambientali, l’agricoltura in
Valle Camonica è il settore di attività più importante in termini di occupazione del territorio: la Superficie Agricola Totale costituisce,
secondo i dati del censimento dell’Agricoltura
del 1990, il 70% della superficie territoriale
dell’intera Valle. Tale superficie è composta in
maniera prevalente (80% circa) da boschi e
prati e pascoli, cui seguono seminativi (per la
quasi totalità costituiti da foraggio destinato al
reimpiego aziendale per l’alimentazione dei
bovini) e coltivazioni arboree permanenti (vite
e melo), diffuse solo nella Media e Bassa Valle.
L’allevamento prevalente è quello dei bovini, cui segue quello degli ovicaprini: ancora
abbastanza diffusa in Valle è la pratica dell’alpeggio, con oltre 150 malghe.
9.4 Il turismo e le attività collegate
La Regione Lombardia, con la L.R. n. 8 del
14 aprile 2004 “Norme per il turismo in Lombardia”, ha recepito in parte le indicazioni dell’art. 5 della Legge n. 135/2001 che individua
nei Sistemi Turistici Locali (STL) un modello
per valorizzare le risorse di ambiti territoriali
omogenei ed aumentare l’offerta turistica attraverso la creazione di forme associative tra
soggetti pubblici e privati. Nello specifico la
Regione Lombardia non ha richiamato espressamente il principio dell’art. 5 sui Sistemi Turistici Locali ma ha istituito Sistemi Turistici che
ne seguono le basi.
Secondo l’art. 3, comma 1 della suddetta
legge “si definisce sistema turistico l’insieme di programmi, progetti e servizi orientati allo sviluppo turistico del territorio e all’offerta integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, compresi
i prodotti tipici della produzione e dell’enogastronomia locale”. La promozione e la realizzazione
dei Sistemi Turistici sono demandate alle autonomie locali e funzionali, alle imprese del settore turistico in forma singola o associata, alle
associazioni imprenditoriali di categoria, nonché ad altri soggetti che abbiano come scopo
il perseguimento dello sviluppo sociale ed economico del territorio (art. 3, comma 2): le Linee di indirizzo per i Sistemi Turistici sono state
definite ed approvate con la d.g.r. 16 dicembre
2004 n. 7/19893.
Le Province, che concorrono alla definizione delle politiche regionali, promuovono e
coordinano i Sistemi Turistici, svolgono le funzioni in precedenza attribuite alle Apt (sciolte
in base all’art. 11 della L.R. 8/2004) e concedono, in base a criteri regionali, i nulla osta
per la creazione delle strutture IAT (Informazione e Accoglienza Turistica).
Sono invece ancora in vigore le Pro Loco
secondo la L.R. 16/2001 (Nuova disciplina relativa all’albo regionale e all’attività delle Associazioni Pro Loco), che possono dare vita, in modo
autonomo o con altre istituzioni, a strutture di
informazione e di accoglienza turistica finalizzate a migliorare la fruizione del territorio.
Attualmente in Valle sono attive 26 Pro Loco su un totale di 41 comuni. Di queste, 15
aderiscono, come Consorzio delle Pro Loco
Camuno - Sebine, al Progetto InVallecamonica
(www.invallecamonica.it), il Portale Turistico
Camuno realizzato per rendere accessibile in
rete le informazioni di natura turistica, realizzato anche con finanziamenti europei (Leader
II, Azione 10, sistemi di teleinformazione).
Per quanto concerne lo svolgimento di visite guidate la Regione Lombardia (Bollettino
Ufficiale, 1° Supplemento Straordinario al n.
48 del 23 novembre 2004, Allegato B: Questioni
evidenziate dal processo di riconoscimento e indirizzi
regionali, lettera D, Altri indirizzi regionali, punto
1), ha fornito degli indirizzi sulla distinzione
tra le guide turistiche e gli operatori dei servizi didattici ed educativi dei musei, stabilendo che l’attività di didattica museale si differenzia da
quella disciplinata dalla L.r. 65/86.
A questo riguardo solo il Parco Nazionale
delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte è incluso nel Primo elenco dei siti che possono essere illustrati solo da guide specializzate, in attuazione del
Decreto Presidente della Repubblica 13-12-1995
(Deliberazione della Giunta Regionale della
Lombardia del 20 settembre 1996, n. 18263).
La Valle Camonica possiede un ricco patrimonio storico-artistico ed ambientale che la
rende un’importante meta turistica sia a livello
provinciale sia a livello regionale e nazionale.
Il turismo riveste quindi un ruolo di primo
piano nell’ambito delle attività produttive, dell’organizzazione territoriale e dello sfruttamento delle risorse.
Il sistema turistico della Valle Camonica si
può suddividere nelle seguenti tipologie (Figg.
162-163):
• turismo invernale
• turismo estivo, di impronta naturalisticosportiva
• turismo culturale
• turismo termale
• turismo congressuale
177
Il turismo invernale e quello estivo di impronta naturalistico-sportiva si legano soprattutto alla sub-area dell’Alta Valle, mentre nella
Media Valle si concentra l’offerta di turismo
culturale connesso all’arte rupestre (con quattro parchi su sette) ed ai beni archeologici e
storico-artistici (ad esempio il Teatro e l’Anfiteatro di Cividate Camuno, la Pieve romanica
di S. Siro ed il Monastero di S. Salvatore a Capo di Ponte, i castelli di Cimbergo e di Breno,
etc.). La sub-area della Bassa Valle si caratterizza per la presenza delle rinomate stazioni termali di Darfo Boario Terme e di Angolo Terme, alle quali è associata una buona disponibilità di strutture alberghiere, anche di alto livello. A Darfo Boario Terme ha sede anche un
importante Centro Congressi polifunzionale,
dotato di sofisticate tecnologie e progettato
per ospitare congressi, incontri sportivi, manifestazioni, mostre e spettacoli.
Il turismo è il settore il cui peso economico
appare in crescita e sicuramente con potenzialità ancora non espresse totalmente. Questo da-
to emerge con chiarezza dall’analisi delle affluenze turistiche in Valle Camonica (presenze
nelle strutture alberghiere ed extra-alberghiere) in confronto a quelle registrate per la provincia di Brescia (Istogramma a p. 179, All. 8,
Tabelle delle affluenze turistiche nella Provincia di Brescia e in Valle Camonica tra il 2001 ed
il 2004. Fonte: Provincia di Brescia - Assessorato
al Turismo - Ufficio promozione e statistica).
Fig. 162. Tipologie del sistema turistico della Valle Camonica: turismo invernale, estivo e termale.
178
Fig. 163. Turismo culturale: in alto il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri; in basso affresco di Girolamo di Romano, detto il Romanino (Brescia 1484/87 - 1566 circa).
Il sistema ricettivo camuno è caratterizzato
in generale da una disponibilità sicuramente
potenziabile di strutture e di posti letto, attualmente distribuiti sul territorio in modo non
omogeneo. L’offerta ricettiva, ad esclusione di
Darfo Boario Terme e di Ponte di Legno, è costituita prevalentemente da alberghi di categoria media o medio-bassa. Poco diffusi, e sicuramente inferiori alla domanda, risultano i residences, così come i campeggi e le aziende
agrituristiche. Di difficile valutazione ed analisi è il fenomeno delle seconde case date in affitto ai turisti.
Nell’ambito del turismo culturale assume
un ruolo di rilievo il pubblico scolastico, che
costituisce oltre i due terzi delle presenze annualmente registrate.
Nel 2004 si registra un notevole calo, presumibilmente imputabile alla Riforma della
Scuola (Legge 28 marzo 2003, n. 53 e D.L.vo
del 19 febbraio 2004, n. 59): esemplificativo risulta il progressivo calo delle presenze scolastiche tra 2002 (32.012), 2003 (27.395) e 2004
(20.132) nel Parco Nazionale delle Incisioni
Rupestri (Istogramma a p. 180), con una diminuzione tra 2002 e 2004 del 37% circa dei giovani visitatori. Nella Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo,
dove c’è una registrazione tramite biglietto degli accessi si nota che, ad un incremento delle
presenze tra il 2002 e il 2003 (3.906 nel 2002 e
Affluenze turistiche della Provincia di Brescia e della Valle Camonica.
179
Affluenze scolastiche al Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte e alla Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cinbergo e Paspardo nel periodo 2002-2004.
4.226 nel 2003 pari a circa +8%), segue un calo
di 5,3% nel 2004 (pari a 3.999 presenze).
Attualmente l’attività didattica in Valle, nei
Musei e nei Parchi con arte rupestre, è svolta
da personale di cooperative, società ed associazioni, che si organizzano in modo autonomo.
Al momento è noto un solo caso di affidamento, da parte di un Ente Gestore, dei servizi
di accoglienza museale a società e cooperative
attraverso gare o trattative private: la Riserva
Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto,
Cimbergo e Paspardo, che ha una Convenzione con il Centro Camuno di Studi Preistorici
di Capo di Ponte per la gestione scientifica
dell’area, ha affidato mediante Convenzione
alla Società Do.Net (individuata tramite Bando) la gestione ordinaria della propria area.
Con uno specifico Accordo sono stati definiti i
reciproci diritti/doveri e le modalità di svolgimento dell’incarico, che spazia dal servizio di
manutenzione ordinaria, all’informazione, all’apertura, al controllo (del museo e del Parco), ai servizi didattici.
Sarebbe auspicabile anche in questo settore l’adesione degli Enti locali agli indirizzi forniti dalla Regione Lombardia nell’ambito dell’educazione al patrimonio museale attraverso
il riconoscimento della figura professionale
del Responsabile dei Servizi Educativi del Museo e del Territorio e dell’alta professionalità
richiesta per gli operatori didattici (d.g.r. 20
dicembre 2002, n. 7/11643, Criteri e linee
180
guida per il riconoscimento dei musei e delle
raccolte museali in Lombardia, nonché linee
guida sui profili professionali degli operatori
dei musei e delle raccolte museali in Lombardia, ai sensi della l.r. 5 gennaio 2000, n. 1,
commi 130-131, Allegato B - “Linee guida sui
profili professionali degli operatori dei musei e delle
raccolte museali”).
La Riserva Regionale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo tramite la
Società Do.Net si avvale della collaborazione,
per i propri servizi didattici, di personale formatosi in un corso FSE (Fondo Sociale Europeo) per Addetti al Turismo Culturale, con
preparazione specifica per l’accoglienza delle
scuole e l’attivazione di progetti didattici.
9.5 Le attività culturali
Il Sistema Bibliotecario
Nell’ambito delle attività culturali rientra a
pieno titolo il Sistema Bibliotecario Comprensoriale della Valle Camonica, istituito nel 2001
grazie al contributo della Comunità Montana,
del Consorzio BIM e della Provincia di Brescia. Il Sistema è basato su un meccanismo di
condivisione dei dati di 14 biblioteche ed offre
un servizio di promozione attiva della fruizione culturale e letteraria.
Presso la Comunità Montana di Valle Camonica a Breno è conservato anche il Fondo Tesi
Valle Camonica, che raccoglie, a partire dall’Anno Accademico 1962/63, circa 300 elaborati realizzati presso diverse Università italiane.
Il Sistema Museale
A fronte di un Sistema Bibliotecario già da
tempo attivo, la Valle Camonica non si è ancora dotata, d’intesa con la Regione e la Provincia, di un Sistema Museale che possa promuovere la conoscenza al grande pubblico del patrimonio storico e culturale della Valle.
L’istituzione dei Sistemi Museali Locali fa
capo infatti alla Legge Regionale 1/2000 art. 4
comma 134, lett. a): Sviluppo dei sistemi museali
locali: approvazione dei criteri per l’assegnazione e l’erogazione dei contributi alle province e approvazione
degli obiettivi e delle linee guida per l’elaborazione da
parte delle province di studi di fattibilità comprensivi
dell’individuazione di progetti pilota di gestione associata dei servizi, il cui adempimento spetta alla
Provincia di Brescia - Assessorato alla Cultura,
che allo stato attuale non ha ancora definito le
linee del Sistema Museale Territoriale della Valle Camonica, che si dovrà articolare sia come sistema territoriale multidisciplinare sia come sistema tipologico (il sistema archeologico, il sistema storico artistico etc.) in relazione all’intera provincia. In genere si assiste, in altre Province della Lombardia che hanno già strutturato i
sistemi museali, ad una messa in comune dei
Servizi dei singoli musei (Didattica, Editoria divulgativa, Consulenze specialistiche, etc.), che
mantengono tuttavia la loro autonomia gestionale. La Regione Lombardia infatti considera
obiettivo prioritario “l’incentivazione dell’esercizio
associato, ritenuto lo strumento idoneo per garantire
l’erogazione di servizi al pubblico secondo criteri di
qualità totale, economicità, efficienza ed efficacia.
L’obiettivo è l’acquisizione condivisa di beni e servizi e
di prestazioni di personale specializzato, in generale
per tutti i musei ma particolarmente nel caso di quelli
situati in comuni di minori dimensioni demografiche” (Delibera Giunta Regionale del 20 dicembre 2002, n. 7/11643, 2.3).
Ad oggi la Comunità Montana di Valle Camonica-Assessorato alla Cultura sta studiando
il problema.
Il Sistema informativo territoriale
Nella seconda metà del 2000, nell’ambito
delle attività previste nel progetto “Costituzione del Sistema Informativo Territoriale”, è stato istituito il Sistema Informativo Territoriale
(SITAR) della Valle Camonica (Iniziativa Comunitaria LEADER II, cofinanziata dalla Comunità Europea - Fondo FESR). Il SITAR permette di gestire e consultare l’archivio territoriale dei dati geografici e descrittivi dei Comuni della Valle Camonica ricadenti nel Piano di
Azione Locale (36 Comuni della Media ed Alta Valle Camonica).
Lo scopo è quello di fornire uno strumento
per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione
dei dati socio-economici, geografici ed ambientali del territorio della Valle Camonica.
Il Sistema è progettato secondo il modello
client/server. Il server è localizzato presso la
sede del Consorzio Comuni Bacino Imbrifero
Montano della Valle Camonica (BIM) e fornisce i servizi di gestione logica e fisica dei dati.
I client possono consultare in rete locale
(Intranet) o remota (Internet) i dati dell’archivio utilizzando gli strumenti di accesso e ricerca predisposti dall’amministratore del sistema.
L’archivio del SITAR è costituito da:
• dati territoriali ed ambientali in formato
vettoriale o raster estesi ai Comuni di riferimento;
• documentazione ipertestuale costituita da
documenti in formato pdf (Portable Document Format) e pagine HTML;
• metadati (schede di informazioni delle caratteristiche dei dati).
I dati sono strutturati su tre livelli: ambiti
informativi, progetti, elementi informativi.
Allo stato attuale delle conoscenze non esiste un Sistema Informativo del Sito (SIS), che
comprenda tutti i dati sociali, economici e culturali della Valle.
Queste iniziative hanno comunque contribuito ad una gestione integrata della politica
culturale del territorio.
Le Università
Ad Edolo la Facoltà di Agraria dell’Università Statale degli Studi di Milano ha attivato un
Corso di Valorizzazione e Tutela dell’Ambiente
e del Territorio Montano, che risulta essere fino
ad oggi l’unico del genere in Italia e intende
nel tempo porsi come punto di riferimento specialistico per il bacino centro-alpino, sud e
trans-alpino. Tra i vari obiettivi va segnalata la
formazione di professionisti che siano in grado
di operare nei vari aspetti connessi con l’organizzazione dell’attività produttiva montana, con
181
particolare riferimento alla salvaguardia dell’equilibrio territoriale, alla difesa dell’ambiente
ed allo sviluppo rurale.
Gli Archivi storici e comunali
Tra il 2003 e il 2004 la Comunità Montana
ha promosso il censimento degli archivi storici
e di deposito dei comuni della Valle Camonica. Per ciascun comune sono riportati i dati
del soggetto conservatore, la sede dei depositi,
i soggetti produttori dei fondi archivistici, i
complessi documentari e la struttura del complesso. Tale studio costituisce la prima indagine sistematica condotta in Valle negli ultimi
quindici anni e rappresenta uno strumento indispensabile per avviare in futuro iniziative di
valorizzazione dei fondi archivistici.
Presso la Scuola Elementare di Cividate Camuno si trova l’Archivio Storico Ghislandi, gestito dall’omonimo Circolo Culturale. L’Archivio, dal 1990 aperto alla pubblica consultazione, raccoglie tra l’altro una serie di registrazioni del periodo della II Guerra Mondiale e diversi Fondi, tra i quali si segnalano quello della Società Operaia di Breno, quello sulla nascita e sullo sviluppo del settore idroelettrico in
Valle (Fondo Energia Elettrica), quello sul disastro della diga del Gleno, quello sulle miniere e sui forni fusori.
Altro archivio di sicuro interesse è l’Archivio Panzerini, conservato presso la Biblioteca
Civica di Cedegolo, con documenti riguardanti l’antica famiglia camuna dalla quale prende
il nome e notizie sulle attività economiche legate alle miniere di ferro ed ai forni fusori.
La Biblioteca Civica di Breno ospita invece
l’Archivio don Romolo Putelli, che contiene
numerosi documenti raccolti dallo storico camuno, relativi alla storia della Valle Camonica.
Inoltre sono presenti in Valle Archivi specialistici che hanno assunto il valore di archivi
storici, come quello del Centro Camuno di
Studi Preistorici in Capo di Ponte, formatosi a
partire dal 1964 (ma con un nucleo risalente
agli anni Cinquanta) e attualmente in corso di
riordino e informatizzazione.
Un posto a sé occupa infine l’Archivio di
foto e documenti raccolto sull’arte rupestre
anche da due privati, i fratelli Maffessoli di Capo di Ponte, attualmente in corso di ricognizione per l’allestimento di due mostre sulla
Storia delle ricerche dell’arte rupestre della
Valle Camonica.
182
9.6 Attese ed Intenzioni dei portatori
di interesse
Si enucleano qui di seguito, in forma sintetica, i principali temi relativi alle attese ed alle intenzioni dei portatori di interesse, che verranno sviluppati nella Parte terza e quarta sotto
forma di Piani, cioè progetti operativi di intervento.
Parte terza
Conoscenza del sito
• Sembra fondamentale attuare una strategia
per la conoscenza del Sito, basata sulla incentivazione della ricerca e sulla organizzazione di un sistema articolato di documentazione che preveda:
1. un sistema di catalogazione in un Catalogo Informatizzato per il Monitoraggio
dell’Arte Rupestre (C.I.M.A.R.), nel quale fare confluire tutti i dati attualmente
noti sulle rocce poste all’interno dei Parchi, con una particolare attenzione agli
aspetti conservativi;
2. una raccolta e verifica di tutte le segnalazioni relative a località con arte rupestre
al di fuori dei Parchi, in vista di una loro
perimetrazione ed inserimento nel programma di compilazione del C.I.M.A.R.;
3. la documentazione sistematica ed esaustiva di tutto il patrimonio non ancora
documentato e catalogato, da effettuare
secondo un Piano pluriennale di intervento;
4. un’attività costante e programmata di
monitoraggio dello stato di conservazione delle rocce ubicate sia all’interno delle aree a Parco sia all’esterno, finalizzato
alla programmazione degli interventi di
restauro;
5. un Sistema Informativo Georeferenziato, nel quale far confluire tutti i dati raccolti nel C.I.M.A.R. Il Sistema Informativo permetterà di comparare e combinare i differenti tipi di dati ai fini di attuare
un’efficace politica di pianificazione degli interventi di tutela, conservazione,
valorizzazione del patrimonio.
Conservazione ed integrità del sito
• Sembra fondamentale attuare una strategia
per la conservazione del bene Arte Rupestre della Valle Camonica, visto nel suo contesto ambientale, paesaggistico, storico e
urbanistico:
1. organizzando un Piano di Conservazione e Restauro basato sui dati del monitoraggio conservativo confluiti nel Catalogo Generale dell’Arte Rupestre (stesura
di un “Manuale di Buone Pratiche” della
manutenzione; pianificazione degli interventi di restauro, distinguendo tra
manutenzione ordinaria e straordinaria;
metodologie di intervento; definizione
delle qualifiche degli operatori del restauro, etc.);
2. estendendo la politica di conservazione
del bene anche a tutte le aree con arte
rupestre al di fuori degli attuali sette
Parchi;
3. facendo sì che le necessità di conservazione e tutela, così come delineate e descritte nel presente Piano di Gestione,
siano condivise e recepite da tutti gli
strumenti di gestione e pianificazione
del territorio, nei loro diversi livelli di
definizione, per la salvaguardia del patrimonio;
4. incrementando il controllo e la sorveglianza dei siti dei Parchi con personale
in numero adeguato all’estensione delle
aree;
5. generalizzando, ove possibile, l’adozione
di passerelle di legno (con standard di
realizzazione conformi agli standard definiti dalla WHL), per evitare il calpestio
delle rocce;
6. sensibilizzando i visitatori e gli abitanti
del territorio ad una maggiore attenzione verso l’integrità del bene.
• Di grande importanza è anche l’attuazione
di una strategia per la salvaguardia e conservazione della Valle Camonica:
1. facendo sì che le necessità conservative e
di tutela del paesaggio in cui si colloca il
patrimonio di arte rupestre siano condivise da tutti gli strumenti di gestione del
territorio (ad es. Piani Paesistici, Piani
Regolatori, etc.) e siano sentite come
prioritarie, al fine di portare ad un mi-
glioramento del contesto territoriale e
alla sua salvaguardia. Per questo sono urgenti interventi di ripristino e di “restauro” paesaggistico, che ridefiniscano in
modo apprezzabile il distretto culturale
Valle Camonica, che appare ora molto
degradato nella parte di fondo valle, il
primo impatto che si offre al visitatore
dell’arte rupestre;
2. adeguando i progetti infrastrutturali (ad
es., strade e linee elettriche) alle esigenze di salvaguardia del bene e del paesaggio nel quale si inseriscono.
Parte quarta
Turismo
Il turismo in Valle Camonica
Una corretta strategia di gestione del turismo deve essere attuata per valorizzare il sito e
questo obiettivo può essere raggiunto:
1. seguendo ed applicando i principi dell’ICOMOS per un turismo sostenibile, che
permetta di raggiungere un equilibrio tra
la conservazione del sito e lo sviluppo turistico;
2. creando Centri di Accoglienza – o Centri di
Servizi – per i turisti, che offrano tutte le
informazioni sull’arte rupestre, sulle diverse offerte di turismo in Valle, sui collegamenti con la rete viaria e dei trasporti. Questi Centri, attrezzati per accogliere anche
disabili, dovrebbero disporre, tra le dotazioni minime, di servizi igienici, di centri di
primo soccorso, di telefoni pubblici ed Internet-point nonché di aree-gioco per i
bambini;
3. aumentando l’offerta dei trasporti, locali e
regionali;
4. potenziando le infrastrutture viarie, stradali
e ferroviarie;
5. ideando un “Treno dei Graffiti”;
6. coordinando il sistema di gestione del sito
con il Sistema Museale e con il Sistema Turistico;
Il turismo nei Parchi
Particolare attenzione deve essere posta alla
gestione dei flussi turistici all’interno delle
aree a Parco, con l’obiettivo di conciliare le
183
esigenze di valorizzazione e promozione con
la necessità di tutelare e conservare il bene.
Premesso che tutti i Parchi devono essere
adeguati agli standard minimi previsti dalla legislazione vigente, questo risultato può essere
ottenuto:
1. migliorando l’accessibilità ai Parchi con la
creazione di nuovi parcheggi, tenendo in
considerazione anche le esigenze dei disabili (posti riservati);
2. creando un Biglietto Integrato per la visita
dei Parchi della Valle e dei Musei statali e
locali, eventualmente collegato a facilitazioni economiche per i trasporti;
3. ottimizzando gli orari di apertura ed il giorno di chiusura delle aree a Parco;
4. creando una rete di bookshop;
5. diversificando l’offerta turistica grazie all’abbinamento delle visite all’arte rupestre
con:
• il turismo montano;
• il turismo lacustre;
• il turismo termale;
• il turismo congressuale;
• il turismo artistico locale (creazione di
percorsi a tema);
• la visita agli altri siti di interesse archeologico e storico-artistico, di epoca romana, medioevale etc.;
• la cultura materiale locale (collegamento con le mostre-mercato, con le iniziative eno-gastronomiche, etc.);
• la cultura intangibile (collegamento con
gli eventi e con le iniziative per la valorizzazione delle tradizioni e degli usi locali).
Servizi Didattici
La tutela e la conservazione del bene passano anche attraverso la sensibilizzazione delle
generazioni più giovani e la formazione degli
insegnanti appare una necessità imprescindibile, anche alla luce dei recenti cambiamenti
che la Riforma della Scuola (Legge 28 marzo
2003, n. 53 e D.L.vo del 19 febbraio 2004, n.
59) ha introdotto nei programmi di insegnamento.
Tra le esigenze prioritarie si segnala la necessità di:
1. monitorare la qualità del Servizio Didattico
attualmente svolto in Valle, aderendo alle
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linee-guida che la Regione Lombardia ha
definito in questi anni per i Servizi Educativi del Museo e del Territorio;
2. formare il personale didattico su standard
omogenei e riconosciuti a livello regionale
o nazionale;
3. aggiornare periodicamente gli insegnanti,
al fine di migliorare il collegamento con le
realtà scolastiche locali;
4. realizzare editoria di qualità, differenziata
per le varie utenze (anche pre-scolare) e
con veste grafica omogenea e riconoscibile.
Formazione professionale
Nell’ambito della politica di gestione del sito
assume particolare significato il coinvolgimento
della popolazione locale, che si attua con la formazione di figure professionali che partecipino
al processo di conoscenza, di conservazione e
di valorizzazione del sito. Ad esempio:
1. tecnici per la ricognizione ed il monitoraggio dello stato di conservazione dell’arte rupestre;
2. personale per il monitoraggio dei beni culturali e dell’ambiente (si veda il progetto di
Catalogazione Beni Architettonici promosso da BIM - rif. SIRBec e Carta del Rischio,
2002-2005);
3. promoter turistici che richiamino ed indirizzino i flussi turistici verso la Valle Camonica;
4. operatori didattici;
5. guide e operatori turistici in grado, rispettivamente, di gestire e/o richiamare il flusso
dei visitatori anche su percorsi turistici di
ampio raggio, non solo all’interno della
Valle ma anche della Provincia;
6. operatori per la manutenzione del verde
nelle aree comprese nel Piano di Gestione
per il sito UNESCO n. 94 “Arte Rupestre
della Valle Camonica”;
7. artigiani specializzati nelle lavorazioni tradizionali della Valle.
Non priva di positive ricadute risulterebbe
sicuramente una forma di collaborazione con
la sede di Edolo della Facoltà di Agraria dell’Università Statale degli Studi di Milano e con
l’Università di Brescia, per l’organizzazione di
corsi e seminari dedicati alla formazione di
personale specializzato.
Collaborazioni con le realtà produttive locali
All’interno della politica di gestione del sito sembra rivestire un ruolo significativo anche la creazione di un rapporto sinergico con
le realtà produttive locali, che si dovrebbe concretizzare nella:
• attuazione di politica di condivisione di
obiettivi ed interessi con il settore industriale, artigianale e del terziario, promossa attivando rapporti di sponsorizzazione, soprattutto per quanto concerne la promozione
del turismo culturale.
Promozione
Le attività di promozione del sito Arte Rupestre possono apportare un considerevole
contributo allo sviluppo della Valle Camonica,
sia per quanto riguarda la visibilità a livello nazionale ed internazionale sia per gli aspetti legati al rilancio economico della Valle. Tra gli
strumenti promozionali da privilegiare si segnalano:
• la creazione di un Sito Internet dedicato,
che faccia capo alla “struttura” di Coordinamento del sito (da definire);
• l’ideazione di un Logo del Sito UNESCO
n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”,
per valorizzarne l’immagine;
• il collegamento con altri siti UNESCO tipologicamente affini, sotto forma, ad esempio, di gemellaggi;
• lo sviluppo di un’attività divulgativa e pro-
mozionale concertata, che porti alla creazione di una linea editoriale omogenea e riconoscibile, alla nascita di siti web caratterizzati da una veste grafica coerente, alla
realizzazione di una cartellonistica stradale
caratterizzata da contenuti ed immagine allineati ai principi condivisi.
Nell’ambito della programmazione condivisa dovrà rientrare anche la pianificazione degli
eventi culturali come mostre, convegni, seminari e cicli di conferenze. Appare infatti funzionale ai fini della ricerca scientifica, della valorizzazione e promozione del patrimonio, della
sua divulgazione e dello sviluppo dell’economia locale distribuire tali iniziative nell’arco
dell’anno, evitando – come è accaduto talvolta
in passato – che eventi analoghi si svolgano a
poche settimane di distanza l’uno dall’altro.
I vantaggi di questa attività di programmazione sinergica, nella quale saranno coinvolti
tutti gli Enti che svolgono ricerche in Valle, saranno:
• attribuire il giusto rilievo agli eventi;
• presentare all’esterno un’immagine di coordinamento delle iniziative;
• contribuire a potenziare il settore del turismo, distribuendo il carico della domanda
lungo l’intero anno;
• ottimizzare le risorse di sponsorizzazione;
• accrescere il processo di conoscenza dell’arte rupestre, in modo che diventi un momento di sereno confronto e scambio tra
studiosi di settore, con il coinvolgimento di
un’utenza più ampia.
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