Schema organizzativo e metodologico della ricerca. 1. Lo schema della ricerca di cui oggi proponiamo i risultati è fondamentalmente riconducibile ad un impianto articolato in quattro momenti: (schema1) che cosa sta “dietro la scuola e alla base di essa 2. quali sono le domande e i bisogni che esprimono gli utenti 3. quali offerte culturali offre il territorio per poter arricchire l’offerta scolastica 4. quali iniziative e proposte funzionali ai vari curricula fra le offerte indicate al punto precedente possono essere attivate nei POF delle diverse scuole. Il lavoro di ricerca che di seguito verrà presentato risponde alle prime tre domande; il punto 4 riguarda invece il lavoro di restituzione alle scuole dei risultati della ricerca e delle proposte conseguenti, lavoro che inizia ora, proprio con questo convegno. Il primo punto sia articola a sua volta in tre momenti (schema 2) che indagano ciò che sta a monte della scuola come oggi si presenta ed anche quali siano i primi cambiamenti che l’autonomia ha introdotto nella scuola camuna. Il primo momento è costituito dalla fotografia (schema 3) della situazione economica ed occupazionale attuale in Valle, con le previsioni dei possibili sviluppi, l’identificazione delle figure professionali che nei prossimi anni si prevede possano avere il maggior sbocco occupazionale in loco, la constatazione che la domanda che proviene alla scuola dal mercato del lavoro è soprattutto quella di una “solida preparazione di base generale” possibilmente accompagnata da esperienze dirette di lavoro. Questa parte della ricerca è stata commissionata dal CCSS ad una ricercatrice indipendente. E questo mi spinge a parlare della metodologia di ricerca.Vi è stata una strategia di ricerca articolata e complessa che ha visto lavorare attorno al progetto elaborato, discusso e coordinato dal CCSS, moltissime realtà organizzate possibilmente locali (enti, associazioni, fondazioni, università) ciascuna incaricata di svolgere ricerca nell’ambito suo specialistico e si è fatto ricorso a ricercatori free lance solo là dove rimanevano settori scoperti. Il secondo momento di questo primo punto riguarda (schema 4) la storia della scuola in valle, dalle origini notarili in età medievale alla grande offensiva culturale della chiesa in età controriformista, da Napoleone all’Unità d’Italia a oggi. Una storia ricca, in cui si uniscono iniziative spontanee locali e dirigismo dall’alto spesso con scontri che dimostrano che il terreno della scuola e dell’educazione non è mai stato neutro e pacificato. Anche questa parte della ricerca è stata condotta da due ricercatori, con un rapporto con il CCSS diverso dal precedente: qui è stata la Fondazione Camunitas che, come contributo alla ricerca ha sovvenzionato questo spezzone di lavoro. Dunque mentre enti come la Comunità Montana e il Centro dei servizi amministrativi (l’ex Provveditorato agli studi) di Brescia, l’Associazione industriali bresciana e la Banca di Valle Camonica hanno contribuito in maniera diversa all’insieme del lavoro, altri enti (come appunto la Fondazione Camunitas o la SECAS sono intervenuti con il sostegno diretto ad una parte della ricerca o di un singolo ricercatore. Terzo momento è quello che riguarda la realizzazione dei primi passi (schema 5) dell’autonomia: abbiamo chiesto al GISAV (Gruppo intervento scuola alternativa Valle Camonica) i risultati di due ricerche svolte nel 2000-2001 sui progetti innovativi e sulle competenze dei docenti per condurre lavori finora mai praticati nella scuola. E abbiamo chiesto all’Università Cattolica di Brescia, Dipartimento di sociologia dell’educazione una tesi di laurea (la collaborazione con l’università si è concretata in quattro tesi: anche queste sono altre tessere del mosaico che abbiamo composto) sull’iterazione tra scuola e comunità locali, convinti come siamo che il rapporto con gli enti locali – soprattutto Comunità montana e singoli comuni-sia uno dei terreni decisivi per la realizzazione dell’autonomia. Momento centrale e parte consistente della ricerca è costituito (schema 6) dalla fotografia della scuola così come essa oggi si presenta e di quale sia l’offerta di aggregazione, cultura e svago per i giovani fuori della scuola. Sulle aspettative, ma anche sui giudizi (schema 7), degli studenti della scuola elementare, media e superiore sono state condotte dall’Università popolare di Valle Camonica tre ricerche che hanno coinvolto migliaia di ragazzi; c’è stato anche il confronto dei dati relativi alle scuole superiori con quelli emersi da una ricerca di otto anni fa. Per la scuola media si è utilizzato lo schema di lavoro e un questionario già sperimentato dalla Scuola Ungaretti di Darfo e per le elementari il materiale elaborato all’interno del progetto PICTO dal gruppo coordinato dalla Direzione didattica di Esine. Dunque si sono utilizzate tutte le competenze esistenti a disposizione. E nel caso degli enti di ricerca (ora l’Università popolare, ma anche tutti gli altri di cui poi dirò) devo aggiungere che hanno lavorato in regime di puro rimborso spese. Ci siamo rivolti per ogni singolo segmento di ricerca alle associazioni locali che avevano la più ampia esperienza in materia. E proprio il coinvolgimento di tali associazioni rappresenta un altro dei punti forti e innovativi del lavoro. Sempre sull’argomento “studenti” sono state elaborate le altre tre tesi di laurea (schema 8) sempre di studenti dell’Università di Brescia: una sull’offerta dei percorsi formativi, una sulla dispersione e una sull’impatto provocato dalla presenza crescente di studenti di altre lingue e portatori di altre culture. Il Coordinamento degli oratori e il GAG (dunque ancora associazioni presenti sul territorio) hanno elaborato la ricerca (schema 8) sulle risorse e le opportunità, e quindi anche sui luoghi fisici e i progetti, che sono offerti in Valle ai ragazzi in età scolare con un accenno anche all’uso di tali opportunità. Il campo è, ovviamente, vastissimo perché va dai gruppi sportivi alle bande musicali e ai cori, dagli oratori alle associazioni culturali e alle biblioteche. I bisogni formativi degli insegnanti (schema 9) , in rapporto soprattutto ai nuovi compiti della scuola sono stati indagati dagli enti di ricerca dei sindacati CGIL e CISL, quindi Proteo e IRFED: dunque ancora due agenzie esterne, anche se non locali questa volta, ma con una spiccata e ormai consolidata specializzazione nel settore. Non utilizzando lo strumento del questionario (schema 10), ma quello del focus group, l’A.ge, Associazione genitori di Valle Camonica, ha indagato la percezione della scuola e le aspettative dei genitori: un discorso quindi di valutazione soggettiva di cui la scuola deve tener conto. La presentazione delle offerte culturali che sono presenti sul territorio costituisce il terzo momento (schemi 11, 12, 13), quello più direttamente propositivo della ricerca. È evidente che un discorso di scuola legata al suo territorio non può essere astratto, cioè non può prescindere da quali siano le iniziative culturali che le agenzie extrascolastiche possono offrire alla scuola. Oppure, rovesciando la prospettiva, a chi possono rivolgersi le scuole e su quali settori per arricchire i loro curricula. Ci sono campi di studio e di ricerca (l’ambiente, il patrimonio preistorico, storico, artistico, di archeologia industriale per fare solo alcuni esempi) oppure discipline (l’antropologia culturale, la ricerca storica documentaria e orale, le discipline ecologiche eccetera) - che possono legare saldamente scuola e territorio, - che è miope e colpevole (anche per i possibili risvolti occupazionali) che restino fuori dalle aule scolastiche - e sulle quali ci sono agenzie e singoli ricercatori che possono da subito trasferire questi saperi nella scuola Il tema dell’identità, della storia come identità e del territorio come identità costituisce da un lato il necessario completamento di una formazione culturale generale (che deve restare centrale), dall’altro permette di cogliere le effettive opportunità, anche di lavoro, presenti in zona, da un terzo infine permette di uscire dall’immaginario di un folclore ormai attardato se non inesistente per inserirsi in una realtà sempre più miscelata e fortunatamente complessa. Le agenzie culturali hanno presentato alcuni suggerimenti; hanno anche elencato in maniera sintetica e a scopo puramente esemplificativo proposte e attività svolte recentemente. Certo mancano molte cose che potrebbero essere proposte come argomento di studio: la realtà del tessuto industriale, commerciale e del credito e le loro trasformazioni; oppure la funzione e il ruolo degli enti locali, per fare solo un paio di esempi. Ma se le scuole elaboreranno progetti in tali settori certo non mancherà la collaborazione né del CCSS nè delle agenzie culturali della Valle. E giungo così all’ultimo punto: tutto questo lavoro di ricerca, con la sua ricchezza di dati e le sue novità metodologiche, rimarrà solo “ a danno de le carte” (e del disco) se il libro e il CD che raccolgono il lavoro non verranno usati. Per questo abbiamo predisposto un progetto restituzione alle scuole (schemi 14,15) che prevede - presentazione ai collegi dei docenti e alle commissioni POF dei dati della ricerca - elaborazione con le figure obiettivo di progetti specifici da inserire nei POF in collaborazione, dove necessario, con le agenzie culturali esterne - realizzazione di progetti e loro monitoraggio - supporto da parte delle varie commissioni del CCSS su aspetti specifici del lavoro - valutazione e autovalutazione dell’esperienza Il discorso diventa, a questo punto, quello della realizzabilità concreta che ha di fronte a sé due problemi cruciali - l’assunzione da parte delle singole scuole del lavoro svolto e la stesura dei progetti di lavoro; le prime iniziative e i primi contatti lasciano prevedere un felice svolgimento; - che gli enti che hanno creduto nel lavoro di ricerca (e francamente credo di poter dire che non hanno posto male la loro fiducia) continuino a sostenere la nostra iniziativa.