Presentazione
Ognuno scrive su un foglio piegato a piramide una caratteristica che lo aiuta nella presentazione, il foglio
rimarrà davanti alla persona per tutto il tempo
MATERIALE: fogli A4 (50) Pennarelli
La presentazione oltre a conoscere i nomi ha lo scopo di conoscere un minimo le esperienze e un pezzettino
di personalità
Chi sono, perché mi trovo qui, l’esperienza fatta come educatore di AC (i campi scuola da partecipante con
gli occhi volti ai grandi che mi hanno donato il lor tempo, i campi fatti da giovane educatore all’ombra e in
confronto con quelli grandi…), il cammino in azione cattolica e la premessa di condividere un cammino NON
LA VERITA’ ASSOLUTA
Tempo 10 min
L’educatore chi è?
Non rispondo subito io, vi lascio lavorare in gruppo e su un foglio grande riassumete in modo creativo le
caratteristiche che identificano l’educatore- ricchi premi per il gruppo più creativo
MATERIALE: fogli grandi (4) pennarelli anche colorati, scotch, premi
Tempo=20 min
Confronto tra i lavori 10 min
Chi è l’educatore?
La parola educare deriva dal latino E DUCERE ovvero E= fuori Ducere= condurre
Quindi tirare fuori ciò che sta dentro, aiutare con opportuna disciplina a mettere in atto le buone
inclinazioni e le potenzialità anche condurre fuori dall’uomo i difetti che derivano dalla sua natura
Pensate ad una persona che ha inciso fortemente nella vostra vita
Che cosa ha fatto per lasciarvi il segno? Sono convinta che nella maggior parte dei casi questa persona ha
speso tempo con voi, ha fatto attività con voi, vi ha dato consigli anche se non chiesti e con il suo esempio vi
ha insegnato qualcosa, penso a mio nonno, al tempo speso insieme a giocare a carte- lui era esperto e io no,
al tempo speso nell’orto e mi insegnava come seminare, raccogliere e mi cazziava quando sbagliavo a tirare
fuori l’aglio o coglievo troppo presto i pomodori, penso alla sua onestà: non si prende nemmeno un frutto
dall’albero del vicino, la sua voglia di relazione: la porta sempre aperta per due chiacchiere coi vicini…
Ecco chi ti lascia il segno, chi ti educa, ti tira fuori il meglio di te è una persona che con il suo esempio non
con le parole porta fuori le tue potenzialità
Pensate alla vostra reazione se dicessi “buono il cavolo, buonissimo, mangialo…” con la faccia schifita…
Quindi l’educatore è COERENTE, ovvero ciò che dice lo vive o meglio educa con la sua vita non con le sue
parole
Per far questo è necessaria una relazione con i ragazzi altrimenti non ti considerano sei un perfetto
estraneo, relazione significa tempo speso insieme, dialogo, uso dei loro linguaggio esempio per giocare con i
nipoti mi sono dovuta imparare tutte le carte dei pockemon e le varie caratteristiche dei gormiti
Ma l’educatore non sta sullo stesso piano del ragazzo, poiché ha esperienza, competenza e autorevolezza
che lo mettono in grado di guidarne il cammino
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Esperienza= non si nasce “imparati” anche se avessi studiato tutti i libri di questo mondo non riuscirei
subito ad essere educatore senza essermi confrontato con la realtà; per tutti i lavori più complessi è previsto
un periodo di affiancamento, pensate ai neolaureati che entrano in sala chirurgica, o più semplice agli aiuto
cuochi… io quando ero stata per immensa generosità accettata in un gruppo di proprietari di maiali destinati
ad essere salumi, i primi tempi ero addetta ai lavori di bassa manovalanza (pelatura aglio, pulizia attrezzi,
mescolatrice di massa magra con quella grassa…), solo con il tempo mi è stato concesso il taglio del
grassello per il salame, l’insaccamento della salsiccia, la pesatura delle spezie….e tutto ciò ha un senso
perché se sbagli le conseguenze si riflettono su altri e la posta in gioco può essere alta…pensa se ti va a male
un prosciutto dopo 12 mesi di stagionatura!
Competenza: non posso insegnare ciò che non so, e lo devo sapere bene, perché potrebbero esserci
domande impreviste e chi domanda si aspetta una risposta… penso che con la scuola vi vengano in mente
esempi di professori più o meno competenti
come faccio ad insegnare a giocare a basket se conosco solo le regole, o a cucinare se ho letto solo la
ricetta?
Autorevolezza: è ben diverso da persona autoritaria ovvero che si pone in posizione dominante stile “si fa
come dico io punto e basta” autorevole è una persona seguita dai suoi ragazzi perché le riconoscono la
funzione di guida, è un persona che guida. Esempio Mussolini era autoritario, Ghandi era autorevole
E fino a qui è si parla di educatore, ma voi siete educatori dell’azione cattolica
Ecco come introdusse l’argomento il sacerdote che ci accompagnava nel cammino dell ACR e che
consideravo quasi un babbo
Dal Vangelo secondo Luca 17,7-10
In quel tempo, Gesù disse: "Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra
dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste
e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? Si riterrà obbligato verso il
suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è
stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare".
Rimasi colpita
Molto colpita ,tanto che dirvi che ricordo quando lo disse, in che posto eravamo , dove ero seduta e la mia
reazione….”porca miseria! Mi sono fatta 3 campi scuola, ho perso ore di sonno, giorni di vacanza per me, ho
durato fatica…ho pure pagato la quota per intero….sono servo inutile!”
Vi ci lascio riflettere…
per parlare dell’educatore, nel preparare l’incontro, abbiamo scelto di andare direttamente alla sorgente e
confrontarci con il brano dei discepoli di Emmaus
Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da
Gerusalemme, di nome Emmaus, [14] e conversavano di tutto quello che era accaduto. [15] Mentre
discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. [16] Ma i loro occhi
erano incapaci di riconoscerlo. [17] Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi
durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; [18] uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei
così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». [19] Domandò: «Che
cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole,
davanti a Dio e a tutto il popolo; [20] come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo
condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. [21] Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto
ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. [22] Ma alcune donne, delle nostre, ci
hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro [23] e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di
aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. [24] Alcuni dei nostri sono andati al
sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto».
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[25] Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! [26] Non bisognava che il
Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». [27] E cominciando da Mosè e da tutti i
profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. [28] Quando furon vicini al villaggio dove erano
diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. [29] Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa
sera e il giorno gia volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. [30] Quando fu a tavola con loro,
prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. [31] Allora si aprirono loro gli occhi e lo
riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. [32] Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel
petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». [33] E partirono
senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro,
[34] i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». [35] Essi poi riferirono ciò che
era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
1 Gesù si fa compagno: Gesù in persona si accostò e camminava con loro. [16] Ma i loro occhi erano
incapaci di riconoscerlo. Prende l’iniziativa e si affianca al cammino dei discepoli delusi, e nonostante tutto
non lo riconoscono come il Maestro, - RELAZIONE
2 Fa emergere i loro pensieri: Gesù li ascolta e li fa parlare. Questo è il compito del vero educatore:
ascoltare e fare i modo che l’altro possa esprimere le proprie ansie e possa spiegarsi bene, Gesù non fa il
predicozzo, fa domande aperte per far emergere i pensieri dei discepoli, per capire la delusione: Che sono
questi discorsi che state facendo? E poi «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi
è accaduto in questi giorni?». [19] Domandò: «Che cosa?». Gesù cammina con i discepoli non per una sterile
comprensione affettiva o per assecondare delusioni o incomprensioni. Egli è la via, la verità e la vita. Per
questo cammina con loro: per condurli sulla via; -Tira FUORI I LORO PENSIERI
3 poi spiega le scritture: per portare alla verità; ma ancora i discepoli non lo riconoscono anche se qualcosa
in loro sta cambiando, la loro speranza riappare e Gesù fa questo senza dire cose nuove. Ma sono cose che
avevano bisogno di sentirsi ridire e che assumono in quel determinato momento un significato nuovo. Le
Parole di Gesù aprono, fanno vedere gli eventi della vita, anche i più oscuri, in un modo nuovo e pieno di
speranza.. Ed è così che, arrivati al villaggio propongono di rimanere con loro : "Perché non ti fermi con
noi?"- qui già arde il loro cuore anche se non lo capiscono altrimenti non chiederebbero di rimanere
(ESPERIENZA COMPETENZA AUTOREVOLEZZA)
4 poi spezza il pane: per donare la vita .ESEMPIO- COERENZA allo spezzare del pane lo riconoscono e non
hanno più paura e nonostante sia sera tornano indietro per raccontare ciò cha hanno vissuto
L’azione cattolica, per supportare l’opera degli educatori, ha definito nel progetto formativo 6
caratteristiche dell’educatore
1-L’educatore di AC è TESTIMONE:
della fede che comunica
della Chiesa di cui è parte
dell’associazione a cui aderisce
l’educatore ha incontrato Cristo e mantiene una relazione con Cristo.
Come fai a parlare di Dio? Se qualcuno ti spiega l’amore, non è che ti innamori, quando ti innamori di una
persona non è perché prima te l’hanno spiegata…
l’educatore ha incontrato Gesù, magari tramite una persona più adulta, un sacerdote, un’esperienza bella e
vuole mantenere la relazione con Gesù con la preghiera, con la partecipazione alla messa domenicale, con
l’ascolto della Sua Parola e al tempo stesso desidera che altri abbiano la sua stessa esperienza, e il suo
modo di vivere comunica l’incontro e la relazione con Cristo.
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Potrei conoscere la Bibbia a memoria, ma se per me è solo una storia sarei sicuramente brava a diffondere i
contenuti, ma non passerebbe mai la storia di amore di Dio per l’uomo, l’amore di Dio per me e il mio
incontro con Lui – si potrebbe riassumere col modo di dire “predica bene e razzola male” e andando a
guardare il nostro modello nel vangelo di marco si legge (Mc 1-21-28) “In quel tempo, Gesù, entrato di
sabato nella sinagoga, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come
uno che ha autorità, e non come gli scribi.”
L’educatore non è una pecora sciolta, è parte della Chiesa e dell’associazione, ovvero vive e condivide il
cammino della sua comunità e cresce all’interno dell’associazione
Mi è capitato di conoscere persone che dicono “io sono credente, ma non sono d’accordo con la Chiesa,
non ho bisogno per pregare di andare in chiesa…” , non voglio mettere in dubbio o giudicare la fede di
queste persone ma sicuramente non possono essere educatori, rischio di farmi una fede su misura, un Dio
modellato su di me. Cristo ha voluto la Chiesa, “tu sei Pietro, e sopra questa roccia io edificherò la mia
chiesa e le porte dell'inferno non la potranno vincere.” e l’ha amata “E voi, mariti, amate le vostre mogli,
come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il
lavacro dell'acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia
né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata.” Ecco allora se credo in Cristo, in colui che ha voluto la
Chiesa, anche se non capisco alcune cose, se non mi tornano, la mia fede richiede un atto di amore, come
diceva un vecchio sacerdote la chiesa è come la mamma, può commettere errori, può avere le rughe, ma è
sempre la mia mamma e la amo così com’è. (vedi san francesco che ha fatto una rivoluzione nella chiesa,
ma chiedendo l’approvazione del papa)
Andando ad esempi vissuti, …Sicuramente non era educatore quel ragazzo che un sacerdote mi caldeggiò
per la partecipazione ad un campo ACR come educatore…a parte il fatto che la sera dopo cena teneva
lezioni di kamasutra con gli altri educatori….e già lì era sorvegliato speciale, concluse il campo al momento
dei saluti dicendo ai ragazzi “vi ringrazio per l’amicizia….ma soprattutto perché mi avete aiutato a ritrovare
la fede” , come potete immaginare le raccomandazioni del sacerdote furono vagliate molto più
attentamente, il personaggio fu caldamente invitato a partecipare ai campi giovani per approfondire la sua
relazione con Dio…
2 Altra caratteristica, l’educatore ha compiuto scelte di vita e di fede
Non puoi essere educatore se non sai che cosa vuoi fare della tua vita, se devi ancora discernere chi è per te
questo Gesù e cosa rappresenta nella vita di tutti giorni, torniamo alla COERENZA di cui si era parlato
all’inizio, come posso essere coerente se non ho fatto un cammino di fede e sono in fase di discernimento?
Come posso essere coerente con qualcosa che ancora non ho scelto? E se non ho fatto scelte di vita e di
fede che cosa posso trasmettere ai ragazzi? Sicuramente il mio affetto, la mia voglia di stare insieme ma non
sono un educatore sono un compagno, sono sul loro stesso piano, mi manca la funzione di guida,
l’autorevolezza, perché anche io ancora non so dove andare.
Facendo il paragone con una regata, se lo skipper non sa di preciso dove andare, che tattiche adottare,
quale sia la migliore decisione, come condurre la barca, a quale velocità….l’equipaggio può essere anche in
gamba ma è veramente difficile arrivare al traguardo.
Per questo il progetto formativo dell’associazione delinea come requisito per l’educatore chi ha compiuto
un personale cammino di fede e ha operato scelte importanti: di vita, di studio, di professione e prevede
che un adolescente viva qualche forma di servizio educativo, condividendolo con educatori più maturi ed
esperti, qualora ciò lo aiuti a maturare scelte di dedizione agli altri e a verificare le personali attitudini ad un
servizio educativo più maturo e stabile
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3 L’educatore è espressione dell’associazione
Silvia Mattii se partecipa ad un campo scuola come educatrice, non lo fa per sé stessa, lo fa come forma di
servizio all’interno dell’azione cattolica,
ovvero non sono un educatore a se stante, ma sono educatore in un contesto comunitario che ha la
responsabilità di aiutarmi e sostenermi con corsi di formazione, con persone più adulte che mi affiancano,
con percorsi per lamia età quali gruppi e campi giovani esercizi spirituali….
, in questo modo l’associazione esprime la propria responsabilità educativa
alla fine i ragazzi diranno che hanno vissuto un esperienza arricchente al campo scuola dell’azione cattolica,
che al campo scuola hanno incontrato persone che li hanno aiutati a crescere, se ricorderanno solo una
persona la missione formativa dell’associazione è venuta meno e l’educatore ha fatto emergere se stesso
non la sua vita associativa
4 Sa ascoltare lo Spirito
Se penso di dover possedere tutte le caratteristiche tutte le capacità dell’educatore ed essere sicuro di
essere un perfetto educatore, uno che insomma alla fine lascia il segno e aiuta i ragazzi a vivere la relazione
con Gesù….beh posso attaccare le scarpe al chiodo! Io da solo non sarò mai un educatore, non ce la farò
mai da solo, penso che ognuno di noi abbia avuto almeno un momento in cui si è detto “ho fallito” o “non
ce la posso fare, questa cosa è più grande di me”, è quello il momento giusto è quando ancora di più devo
stare fermo e pregare, perché io sono solo uno strumento attraverso il quale lo Spirito Santo opera, allora
devo mettere da parte il mio ego e fare spazio alla Sua azione, “sono servo inutile” e andando a rileggere
Isaia: «Poiché i miei pensieri non sono i vostri pensieri né le vostre vie sono le mie vie», dice l'Eterno.
«Come i cieli sono più alti della terra, così le mie vie sono più alte delle vostre vie e i miei pensieri più alti
dei vostri pensieri. Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere
annaffiato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, in modo da dare il seme al seminatore e
pane da mangiare, così sarà la mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non ritornerà a me a vuoto, senza
avere compiuto ciò che desidero e realizzato pienamente ciò per cui l'ho mandata. Quindi l’educatore
prega e sa ascoltare lo Spirito
5 Ovviamente l’opera educatrice prevede la relazione
La relazione con Cristo , quello che ho già detto la preghiera, la vita comunitaria nella chiesa, l’ascolto della
Parola, i sacramenti…
E la relazione con i ragazzi, che prevede dedizione, studio, attenzione alle necessità dell’altro per guidarlo
nel giusto cammino, la relazione che mi permette con la mia vita di essere testimone del mio incontro con
Dio,
se penso al mio percorso di fede sicuramente hanno avuto una forte influenza le persone che ho incontrato
e senza tanta parole mi hanno incuriosito perché felici della loro scelta di vita, ripenso agli occhi luminosi di
un frate di spello, al sorriso di una suora di clausura che dopo aver girato il mondo e scalato montagne
aveva trovato finalmente ciò che cercava in un convento di clausura, alla gioia di educatori che erano
contenti di condividere il loro tempo con dei bambini e parlargli di Dio.
Esempio vissuto ai campi: l’educatore che aveva più followers (come su twitter ) era quello che giocava coi
ragazzi e nel gruppo di studio li coinvolgeva, quello che era bravissimo nel gruppo di studio ma che nei
momenti di gioco erano affaccendati in altro avevano molti meno followers ed erano meno interessanti
Infine l’educatore ha fatto una scelta, ovvero Ha scelto il servizio educativo - 6
non come un impegno fra i tanti, ma come un’esperienza che coinvolge la sua vita, e come risposta ad una
chiamata al servizio
educatore per un mese, 6 mesi…per una settimana? No, non esiste l’educatore a tempo determinato o con
contratto di somministrazione
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l’educatore è una scelta che richiede un cammino di crescita, in cui metto a disposizione le mie energie il
mio tempo, le mie competenze e il mio impegno ad acquisirne nuove, insomma un educatore in cammino
quando ho iniziato a fare l’educatore? A 15 anni l’assistente diocesano dell’ACR mi chiese di andare a
commissione ACR, poi di partecipare come animatore alla festa del ciao, poi mi hanno chiesto di andare ad
un capo scuola come animatore, con persone più grandi ed esperte che non mi lasciavano sola con i ragazzi,
ma mi aiutavano a capire “come si fa”…poi gli esercizi spirituali, il cammino dei giovani e al tempo stesso il
servizio nell’acr. Mi sono laureata e 10 giorni dopo ero al vivo d’orcia al campo scuola, ho iniziato a lavorare
e usavo una settimana di ferie per andare al campo scuola…perchè? Perché quando senti di aver incontrato
qualcuno di speciale per la tua vita fai di tutto per frequentarlo e per me certe esperienze erano momenti di
incontro ravvicinato con Dio, insomma tornavo a casa stanca morta ma felicissima e arricchita per aver
trascorso una settimana condividendo la mia relazione con Dio con altre persone.
Concludo con un immagine che mi è rimasta impresa da un incontro regionale dell’ACR e ci sta pure bene
pensando al giubileo e ai pellegrinaggi lungo la francigena: l’educatore è il compagno di viaggio dei ragazzi,
cammina affianco a loro, indica la strada, ha lo zaino più grosso e quando il ragazzo si ferma o perde lo zaino
si ferma pure lui lo prende per mano e raccoglie lo zaino mettendoselo in spalla finchè il ragazzo no ce la fa
a riprenderlo. Insieme arrivano a meta.
A questo punto vi ridividete nei gruppi di prima e prendete in considerazione il ritratto dell’educatore fatto
da un altro gruppo
1- Ci aggiungete le parole chiave della vostra vita , quelle che ritenete più adatte per il profilo di
educatore
2- Valutate il ritratto fatto, e come se foste personal trainer definite una serie di attività da far fare a
quello specifico educatore ritratto/definito, per essere un educatore migliore sulla base di quello
che avete sentito
Ci lavorate per 15 min e poi si condivide insieme
15 MIN di attività di gruppo
20 MIN di discussione
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