MODULO DI INFORMAZIONE PER L’INTERVENTO DI ARTROPROTESI DEL GINOCCHIO Intervento chirurgico proposto al Sig. / Sig.ra__________________________________________________ nato/a il ____________________ a _____________________ e residente a ________________________ in via ______________________________________________________________: PROTESISSAZIONE DI GINOCCHIO A DESTRA / SINISTRA (il paziente cerchi il lato da operare) Il presente modulo è da ritenersi a tutti gli effetti parte integrante della cartella clinica. INTRODUZIONE L’articolazione del ginocchio è composta da tre ossa, il femore distale, la tibia prossimale e la rotula che insieme alle con le strutture meniscali e legamentose ne garantiscono il movimento. Dal punto di vista funzionale possiamo dividere il ginocchio in tre distretti: l’articolazione femoro-tibiale mediale, l’articolazione femoro-tibiale laterale e l’articolazione femoro-rotulea. Queste strutture possono essere interessate da lesioni degenerative e produttive di tipo cronico che nel tempo portano una alterazione della normale biomeccanica articolare, al dolore e questo viene chiamata osteoartrosi. L’osteoartrosi può quindi essere primaria o secondaria a: malattie infiammatorie (artriti ), osteo-necrosi e deformità post traumatiche. Può interessare prevalentemente una parte o tutta l’articolazione. La diagnosi viene completata ed approfondita con esami strumentali come l’esame radiografico, TC o RM. L’intervento di protesizzazione di ginocchio trova quindi indicazione in diverse forme di artropatia cronica ad andamento evolutivo, sulla base della gravità clinica e radiografica .Le più comuni affezioni che conducono a tale tipo di intervento sono rappresentate da (contrassegnare la voce di interesse): □ artrosi del ginocchio, tricompartimentale; □ artrosi monocompartimentale (mediale/ laterale/ della femoro-rotulea ) □ necrosi dei condili femorali; □ artrite reumatoide; □ artrosi post-traumatica; esiti di fratture con viziosa consolidazione; □ insuccessi di osteotomie; tumori ossei della porzione distale del femore o del piatto tibiale. Tale patologia di cui Lei è affetto/a è stata diagnosticata in data_________________________attraverso le seguenti indagini clinico-strumentali (contrassegnare la voce di interesse): □ visita medica; □ indagine radiografica: ¤ Rx Ginocchio Dx/Sin ¤ Rx Arti inferiori sotto carico ¤ Rx Ginocchio Dx/Sin proiezioni di Rosemberg ¤ Rx Assiali di rotula Dx/Sin ¤ TC Ginocchio Dx/Sin ¤ ArtroRM Ginocchio Dx/Sin La patologia è già stata trattata mediante (contrassegnare la voce di interesse): □ Terapia farmacologica: ¤ Uso sporadico o cicli di FANS ¤ Condroprotettori orali o integratori alimentari specifici □ Cicli di terapia infiltrativa con Ac. Ialuronico □ Terapia fisica ed FKT: 1/6 MODULO DI INFORMAZIONE PER L’INTERVENTO DI ARTROPROTESI DEL GINOCCHIO La gravità del dolore e della limitazione funzionale nelle fasi avanzate di tale patologia escludono ulteriori trattamenti alternativi (medici e chirurgici), mentre l’impianto di una protesi può consentire il rapido miglioramento della sintomatologia dolorosa, dell’efficienza funzionale e quindi della qualità di vita.. Nei casi in cui il paziente non si sottopone all’intervento si assiste comunemente ad un peggioramento dei sintomi (dolore, rigidità articolare) con progressiva perdita della capacità deambulatoria. La nostra equipe vanta un’esperienza di più di 2000 impianti di sostituzione protesica di ginocchio, L’INTERVENTO CHIRURGICO : di protesizzazione del ginocchio è un intervento molto frequente e con un alto tasso di soddisfazione tra i pazienti. La chirurgia protesica del ginocchio si è evoluta notevolmente negli ultimi anni affrontando l'esigenza dei pazienti di avere una precoce rieducazione ed una minore invasività. Tale intervento prevede che le superfici articolari, usurate dai processi degenerativi, vengano rimosse insieme ad un sottile strato di osso sottostante e sostituite con un rivestimento artificiale realizzato in leghe metalliche e materiali plastici successivamente stabilizzate all’osso con cemento acrilico (eventualmente antibiotato). Gli interventi di sostituzione protesica di ginocchio possono essere classificati in due tipologie: (contrassegnare la soluzione proposta) Artroprotesi totale: prevede di intervenire su tutta l’articolazione femoro-tibiale ed eventualmente rivestimento-rotuleo; Artroprotesi monocompartimentale (mediale o laterale o della femoro-rotulea): quando l’artrosi interessa solo una delle tre articolazioni; Il tipo di impianto previsto nel Suo caso è (contrassegnare la voce di interesse): □ □ protesi di ginocchio totale protesi di ginocchio monocompartimentale □Mediale □Laterale □Femoro-rotulea □ □ □ protesi cementata protesi cementata con cemento antibiotato protesi non cementata □ □ □ con protesizzazione della rotula senza protesizzazione della rotula valutazione intraoperatoria Nel corso dell’intervento chirurgico possono rendersi necessarie procedure addizionali o diverse da quelle che le sono state preliminarmente illustrate. Nel caso di intervento di protesi monocompartimentale è possibile che, se l’ispezione dell’articolazione evidenzia un’artrosi bi- o tri-compartimentale, si proceda al posizionamento di artroprotesi totale. 2/6 MODULO DI INFORMAZIONE PER L’INTERVENTO DI ARTROPROTESI DEL GINOCCHIO Preparazione all’intervento. Gli accertamenti pre-operatori verranno eseguiti precedentemente al ricovero cosi come la programmazione delle strategie che si intenderà adottare per ridurre il rischio di emotrasfusioni con sangue omologo. Verranno inoltre eseguita la profilassi antibiotica stabilita dai protocolli della Casa di Cura redatti sulle indicazioni delle Linee Guida Nazionali per la prevenzione delle infezioni del sito chirurgico e la profilassi anti-tromboembolica. Decorso post-operatorio. Solitamente il decorso post-operatorio avviene secondo le seguenti tappe: - 1° giornata: a letto; - 2° giornata: rimozione del drenaggio e mobilizzazione del paziente in piedi ed in poltrona; inizio della fisioterapia a letto con Kinetec; - 3°-6° giornata: inizio del carico tutelato; - 7-10° giornata: dimissione o trasferimento presso struttura riabilitativa; - 15° giornata: controllo clinico, rimozione dei punti di sutura ed incremento della riabilitazione; - 30° giornata: indagine radiografica di controllo e valutazione indici di flogosi ematologici (VES e PCR) COMPLICANZE La correttezza dell’impianto non è garanzia di un buon risultato funzionale e clinico, poiché questo dipende in modo non irrilevante dalla FKT e ginnastica pre e postoperatoria, ma anche da fattori non valutabili e quantizzabili. Si tratta di un intervento di chirurgia maggiore e come tale comporta anche alcuni rischi. Tre sono particolarmente rilevanti: l’infezione periprotesica (1.5/2 %), la trombosi venosa profonda (15/20% ), e la sua grave complicanza, l’embolia polmonare (0.4%< ). L’infezione dopo interventi di protesi può essere acuta o latente. Viene definita acuta, l’infezione che si presenta entro un mese dall’operazione, quando cioè il paziente è ancora ricoverato o in riabilitazione. L’infezione classica negli interventi di protesi è chiamata latente ed è causata da batteri, che penetrano in profondità e si posizionano sul metallo della protesi; questa localizzazione li rende inaccessibili alle difese immunitarie e agli antibiotici e possono lentamente moltiplicarsi. La misura contro questo tipo di infezione è la sostituzione della protesi con un altro intervento. Questa complicanza è più probabile se sono presenti altre situazioni patologiche, quali diabete o riduzione delle difese immunitarie naturali. Per prevenire questo , viene eseguita la profilassi antibiotica e vengono adottate precise norme di comportamento da parte degli operatori presenti nel blocco operatorio secondo le raccomandazioni delle Linee Guida Nazionali per la prevenzione delle infezioni del sito chirurgico. L’infezione di una protesi può comparire a distanza di diversi anni per l’entrata di germi in corso di altre procedure chirurgiche (ascessi dentari, cistiti, colecistiti) . E’ consigliabile in queste evenienze eseguire una profilassi antibiotica per 5gg. L’altra complicanza degli interventi di chirurgia ortopedica è la Trombosi Venosa Profonda (TVP). La Trombosi Venosa Profonda è un processo patologico che si verifica quando il sangue coagula all’interno di una vena profonda e dà luogo alla formazione di un trombo, cioè ad una sorta di tappo nella vena .A seconda delle dimensioni, il trombo può ridurre oppure occludere del tutto il lume del vaso sanguigno e bloccarne il flusso. La TVP alla gamba è spesso asintomatica quando è limitata alle vene del polpaccio; talvolta viene percepito un senso di tensione o di dolore a livello del polpaccio stesso. Se il tratto venoso interessato è al disopra del ginocchio, l’aumento di volume del polpaccio può essere anche considerevole ed accompagnato da dolore ed edema fino alla coscia a secondo del livello di ostruzione. Una complicazione rara, ma molto pericolosa della TVP, è l’Embolia Polmonare. 3/6 MODULO DI INFORMAZIONE PER L’INTERVENTO DI ARTROPROTESI DEL GINOCCHIO Questa si verifica per fortuna molto raramente, ma è molto pericolosa e si può presentare anche improvvisamente e in assenza di sintomi della TVP. Tutti i pazienti seguono una profilassi anti-tromboembolica, cioè ricevono misure fisiche e farmacologiche finalizzate a prevenire lo sviluppo di trombi; Le più importanti sono l'uso di farmaci anti-coagulanti come le eparine a basso peso molecolare o nuovi anti coagulanti orali (che hanno dimostrato pari efficacia e sicurezza), la mobilizzazione articolare e il rinforzo muscolare e l’uso di calze elastiche specifiche. Dopo un'operazione di chirurgia ortopedica maggiore il rischio rimane alto per diverse settimane, pertanto la profilassi deve protrarsi anche dopo le dimissioni, per circa 2-5 settimane, a seconda del rischio. Un'altra complicanza è la rigidità articolare ( 5/7 %), ovvero la incapacità o difficoltà a piegare o estendere il ginocchio. E’ direttamente collegata al grado di articolarità presente prima dell’intervento, alla precocità con cui si comincia la mobilizzazione e all’impegno nell’esecuzione della stessa, alla comparsa di complicanze che possano ridurre tale FKT, alla presenza di dolore o bassa soglia di sopportazione dello stesso. Una delle complicazioni peculiari della protesi di ginocchio è la presenza di un dolore residuo importante (1%) o lieve (4-5%) in presenza di un intervento riuscito e senza cause apparenti. Tra le complicanza va segnalato come spesso un dolore residuo importante si verifica in pazienti con artrosi limitata o osteoporosi marcata. L’operazione infatti è in grado di eliminare la parte di dolore imputabile all’usura dell’osso e flogosi, ma non quella proveniente da tendini e legamenti. Un’altra quota di dolore può derivare da un non corretto movimento della rotula sulla protesi sia che questa sia stata protesizzata che non. Una situazione di leggera anestesia della cute nella zona laterale della ferita, causata dalla recisione di piccoli nervi afferenti alla pelle, è presente quasi sempre (90%); questa insensibilità si riduce gradualmente nei 12 mesi successivi all’intervento, pur permanendo una sensibilità leggermente diversa rispetto a prima dell’operazione. Infine possono verificarsi casi di instabilità della protesi (0,5%) dovuti alla incapacità dei legamenti di vincolarla per cedimento degli stessi o marcata ipotrofia muscolare. Altre complicanze possono essere: - anemizzazione post-operatoria che può richiedere emo-trasfusioni; - emartri e versamento articolare; - danni nervosi o vascolari per lesioni iatrogene di nervi o vasi; - cicatrici cheloidee; - cattiva guarigione della ferita con necrosi dei bordi; - mobilizzazione e rottura delle componenti protesiche; - zoppia; - sindrome algo-distrofica. Complicanze aggiuntive legate alle eventuali patologie sofferte dal paziente: -_________________________________________________________; COSA FARE PRIMA DELL’INTERVENTO CHIRURGICO Procurarsi alcuni ausili da utilizzare al rientro: le stampelle, calze anti-trombo e la cyclette. Procurarsi anche le calzature, considerando che dopo l'intervento il piede tende a gonfiarsi; quindi è importante evitare ciabatte aperte o scarpe strette e con i tacchi, utilizzare calzature larghe, comode, preferibilmente con sistema di apertura facilitata a strappo e suola antiscivolo, così da poter essere indossate e tolte senza aiuto in sicurezza. Sempre per quanto riguarda la fase preparatoria, è molto utile eseguire esercizi di ginnastica in un centro fisioterapico specializzato miranti al corretto uso degli antibrachiali con e senza carico, 4/6 MODULO DI INFORMAZIONE PER L’INTERVENTO DI ARTROPROTESI DEL GINOCCHIO stretching muscoli posteriori del ginocchio e rinforzo quadricipite, oltre a quelli respiratori e posturali Il paziente può contribuire a diminuire drasticamente una delle complicanze più importanti di questo tipo di interventi: le infezioni. E’ importante preparare la cute, facendo una doccia con sapone antisettico subito prima del ricovero o la sera prima del’intervento, curare l’igiene dei piedi ed evitare di procurarsi ferite, lesioni o graffi a piedi e gambe. La depilazione va eseguita il più a ridosso possibile dell’intervento, di solito la sera prima. Al momento del ricovero, segnalare la presenza eventuale di ferite, di infezioni alle vie urinarie o di importanti problemi ai denti come gli ascessi, in quanto tutte queste situazioni potrebbero favorire la diffusione di infezioni dal sangue. COME PRESERVARE LA PROTESI Non aumentare di peso. Presentarsi ai controlli periodici. Condurre una vita attiva, facendo gli esercizi insegnati dal fisioterapista, nuoto (no rana). Eliminare qualsiasi fonte di infezione: eseguire terapia antibiotica mirata in caso di cistiti, faringiti, ascessi dentari, tonsilliti o per qualsiasi altra fonte di infezione onde evitare che i germi possano giungere per via ematica in sede di intervento protesico. Questa tutela è importante anche a distanza di anni dall’intervento. Terapia, come profilassi, con antibiotici nel caso di interventi o situazioni che possono provocare l’entrata di germi nel circolo ematico (endoscopie, cateterismo, chirurgia dentaria, infiltrazioni, ferite lacero-contuse sporche, etc.). COME RINTRACCIARE LA PROTESI NEL TEMPO E PER I SUCCESSIVI REIMPIANTI. Al termine dell’intervento verranno allegate in cartella le etichette identificative di ogni componente protesica e/o presidio medico utilizzato che consentiranno, in qualsiasi momento, di risalire al tipo di protesi impiantata ed al lotto di produzione. Ciò potrà essere di ausilio in occasione delle successive eventuali sostituzioni protesiche in maniera tale che anche qualora la sostituzione venisse eseguita da chirurgo ortopedico differente da chi ha impiantato la protesi primaria, egli possa avere a disposizione un quadro preciso della protesi che dovrà sostituire e richiedere lo strumentario adatto per l’estrazione dell’impianto primario; altresì, in caso di comparsa di complicanze, quali rottura della protesi per eventuali difetti di fabbricazione, permetterà di risalire al lotto di produzione, consentendo, quindi, di rimuovere dal mercato il lotto difettoso. I suoi dati personali verranno trattati ai sensi del Decreto Legislativo n. 196/2003. Consegnato in data: _____________________________ dal Dr. R. Faccini – Dr. A. Cervini Firma del paziente Firma del medico chirurgo __________________________________ _____________________ Firma dell’amministratore di sostegno* ___________________________________ *(In caso sia designato l’Amministratore di Sostegno, il Medico avrà cura di verificare che l’ordinanza di affidamento da parte del Giudice Tutelare comprenda anche la tutela della salute dell’amministrato). 5/6 MODULO DI CONSENSO PER L’INTERVENTO DI ARTROPROTESI DEL GINOCCHIO Io sottoscritto/a _________________________________________________________________________ informato/a dal dott. RICCARDO FACCINI in modo chiaro ed esauriente di essere affetto/a da_____________________________________________________________________________________ e di avere, pertanto, necessità di sottopormi al seguente intervento chirurgico: ________________________________________________________________________________ reso consapevole - del decorso naturale che potrà avere la mia malattia in assenza dell’intervento; - che lo scopo dell’intervento è quello di migliorare la qualità della vita - delle prospettive prevedibili dell’intervento chirurgico propostomi e delle eventuali complicanze ad esso correlate; - dei tempi e delle modalità di recupero legittimamente prospettabili a seguito dell’intervento chirurgico, - che, rispetto ai trattamenti sanitari alternativi a quello propostomi per curare la mia malattia (contrassegnare la voce di interesse): □ non esistono trattamenti alternativi; □ esistono trattamenti alternativi, con i rispettivi rischi e benefici; - che, per particolari condizioni imprevedibili, è possibile si debba modificare necessariamente il trattamento senza che me ne venga data informazione, qualora ciò fosse tecnicamente impossibile;, DICHIARO □ DI NON AVERE ALLERGIE NOTE AI FARMACI ANTIBIOTICI □ DI ESSERE ALLERGICO/A AI SEGUENTI FARMACI _________________________________________ □ DI NON ESSERE A CONOSCENZA DI ALLERGIE A METALLI O AD ALTRI MATERIALI □ DI ESSERE ALLERGICO/A AI SEGUENTI MATERIALI O PRODOTTI______________________________ di aver compreso quanto mi è stato detto, di aver avuto a disposizione un ragionevole tempo per prendere le opportune decisioni, di aver avuto la possibilità di chiedere chiarimenti e notizie integrative per cui (contrassegnare la voce di interesse): □ ACCETTO □ RIFIUTO di sottopormi all’intervento chirurgico propostomi, libero di revocare in qualunque momento il mio consenso. Data:_______________________ Firma del paziente Firma del medico chirurgo __________________________________ ______________________ Firma dell’amministratore di sostegno* ___________________________________ *(In caso sia designato l’Amministratore di Sostegno, il Medico avrà cura di verificare che l’ordinanza di affidamento da parte del Giudice Tutelare comprenda anche la tutela della salute dell’amministrato.) 6/6