dal 25 al 27

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Dal sito di
“YAHOO.Finanza”, del 25 giugno 2011
Fisco: Cgia,20 Mld detrazioni per eguagliare famiglie italiane a Francia
( Asca ) Roma, 25 giugno
In Italia le detrazioni di imposta per i familiari a carico ammontano a 11,3 Mld di € circa.
Se si considera che quasi un miliardo di € viene impiegato per i contribuenti con redditi al di sotto degli 8.000 € (
persone ricomprese nella ''no tax area'' ), la Cgia di Mestre ipotizza che per assicurare alle famiglie italiane la stessa
tassazione di quelle francesi, il Governo italiano dovrebbe mettere in campo altri 20 miliardi di € di detrazioni.
La Cgia, si legge in una nota, è arrivata a questo risultato, partendo da un dato oggettivo: il peso delle tasse sulle
famiglie italiane è tra i più alti d'Europa: '' se, poi, il confronto lo facciamo con la Francia, la situazione è a dir poco
sconsolante ''.
Per i redditi medio bassi ( 30.000 € annui ) una famiglia italiana composta da una coppia con 2 figli paga dalle 2.530
alle 4.700 € circa di tasse in più all'anno delle famiglie francesi.
Queste ultime, come tutti ben sanno, '' godono '' del cosiddetto '' quoziente familiare '', uno sgravio fiscale che prevede
l'applicazione di una imposta sulle persone fisiche che decresce all'aumentare del numero dei componenti.
Per rendere omogeneo il confronto, la Cgia di Mestre, che ha curato l'elaborazione, ha preso come riferimento una
famiglia italiana e una francese, composte entrambe da marito e moglie e 2 figli a carico, con redditi da lavoro
dipendente.
La Cgia ricorda che '' la comparazione riguarda solo la tassazione derivante dall'imposta personale, senza tener conto
delle addizionali Irpef ''.
Con un reddito ( imponibile Irpef ) di 30.000 €, in Francia il carico fiscale annuo ( indipendentemente se la famiglia è
mono o bireddito ) è di 313 €.
In Italia, invece, se il nucleo è mono reddito il peso fiscale raggiunge i 5.010 € ( + 4.698 € rispetto alla francese ).
Se bireddito, il peso delle tasse raggiunge i 2.842 € ( differenza pari a + 2.530 € ).
In questo caso, per pareggiare i vantaggi fiscali, sarebbe necessario aumentare le detrazioni di 2,5 volte per le famiglie
monoreddito e di 1,8 volte per quelle bireddito.
Con un reddito di 40.000 €, invece, la nostra famiglia francese è sottoposta ad una tassazione di 1.023 €.
In Italia il nucleo mono reddito paga 9.310 € ( + 8.288 € dei quella francese ), quello bireddito versa all'Erario 5.950 ( +
4.927 € della francese ).
Per pareggiare le detrazioni, sarebbe necessario aumentare quelle italiane di 4,9 volte per la monoreddito e di 3,8 volte
per quella bireddito.
Infine, con un reddito di 50.000 € i cugini transalpini pagano un'imposta di 2.283 €: sulla famiglia italiana mono reddito
grava, invece, un peso di 13.763 € ( differenza pari a + 11.480 € ) e su quella bireddito 9.017 € ( differenza pari a +
6.734 € ).
In questo caso, l'allineamento si otterrebbe alzando di 8,3 volte le detrazioni per la monoreddito e di 5,4 volte per la
bireddito.
Bpm: Assemblea dice no aumento deleghe, Ponzellini minimizza (Asca)
Milano, 25 giugno
I soci di Bpm dicono no a Bankitalia. L'aumento delle deleghe Assembleari sui diritti di voto per i
soci non dipendenti sollecitato da Via Nazionale è stato bocciato dalla maggior parte degli
azionisti dell'Istutito di credito di Piazza Meda.
Per venire incontro ai rilievi di Palazzo Kock che aveva sollecitato di far salire da 3 a 5 il numero
delle deleghe serviva un quorum di due terzi dei votanti.
Ma su 3.835 azionisti presenti in Assemblea in proprio o per delega, i no sono stati 2.093, un numero
di gran lunga superiore ai favorevoli che non sono andati oltre quota 1.731. Nessuna battaglia
all'ultimo voto, dunque, come si ipotizzava alla viglia, ma una bocciatura senza appello per la
delibera portata in Assemblea dal Consiglio di Amministrazione della Banca di Piazza Meda.
L'Associazione Amici di Bpm, che raccoglie Sindacati e soci Dipendenti della Banca, ha votato
compatta.
'' Il nostro no - aveva argomentato Alessandro dell'Asta, Presidente dell'Associazione, prima del
voto - non è un no di chiusura, è un no che esprime la voglia di rinnovare insieme ''.
Aumentare il numero delle deleghe, secondo i soci Dipendenti, significa soprattutto '' azzerare
l'unico Organismo che ha avuto come scopo principale la difesa della Cooperativa.
Temiamo che con un nuovo aumento delle deleghe possano prevalere in Assemblea gruppi
organizzati che privilegiano il capitale alle persone ''.
C'è chi parla apertamente di un atto di sfiducia degli azionisti nei confronti di tutto il CdA.
Diverso il parere di Massimo Ponzellini che getta acqua sul fuoco e minimizza: '' Abbiamo
presentato 10 delibere e su 9 di queste c'è stata la pressocchè unanimità dell'Assemblea. Non mi
sento sfiduciato da quest'Assemblea che ha ritenuto che questo non fosse il momento idoneo per
passare da 3 a 5 deleghe ''.
Una questione che secondo il Presidente di Bpm ha catalizzato su se stessa '' molta attenzione ''
soprattutto per colpa di un '' giornalismo assetato di scoop che in un mondo piatto fa delle
deleghe un mito ''.
Perchè il no all'aumento delle deleghe in realtà ha soltanto '' un valore simbolico '' sull'immediato
futuro della Banca a giudizio di Ponzellini che chiarisce: '' Questa decisione non avrà nessun nessun
valore pratico sul breve e medio periodo ''.
Nessun problema, dunque.
E soprattutto nessuna ripercussione sulla razionalizzazione della Governance auspicata da Via
Nazionale: '' Uno dei punti che Bankitalia aveva evidenziato - osserva ancora Ponzellini - era
relativo alla necessità di revisione della Governance della Banca.
E le deleghe sono solo uno dei passaggi, non la soluzione.
Il progetto sulla Governance va avanti con ben altri obiettivi ''.
Un cantiere che potrebbe essere già chiuso entro la fine dell'anno, in modo da avere un nuovo
meccanismo di Governace da applicare in tempo con il rinnovo del CdA, previsto a primavera del
2012.
E' invece andato tutto liscio sul fronte dell'aumento di capitale da 1,2 miliardi.
L'unica certezza è che l'operazione, chiarisce il Direttore Generale Enzo Chiesa, sarà lanciata '' a
settembre ''.
Perchè allo stato attuale, '' è prematuro affrontare il tema del prezzo dell'Offerta e dello sconto ''.
Bpm: Ponzellini, mi auguro nuova governance per fine anno ( AGI )
Milano, 25 giugno
Il " cantiere Governance " per la Bpm " è partito da tempo e ci auguriamo proprio che sia pronto
entro l'anno ".
E' l'auspicio espresso dal Presidente dell’Istituto, Massimo Ponzellini, parlando in conferenza stampa
al termine dell'Assemblea degli azionisti.
La revisione della Governance, richiesta dalla Banca d'Italia, " è un percorso parallelo " alle altre
operazioni in cui è impegnato l'Istituto e sarà da applicarsi " per il nuovo CdA " che sarà eletto nel
2012 .
Bpm: Chiesa, liquidazione Dalu ? Rivelarla è di cattivo gusto ( Asca )
Milano, 25 giugno
Enzo Chiesa preferisce non rendere pubblica l'entità della liquidazione incassata dal suo
predecessore, Fiorenzo Dalu, alla Direzione Generale della Bpm.
Dalu ha ottenuto una liquidazione '' nel rispetto del contratto e a condizioni di mercato '', ha detto
il top Manager senza voler aggiungere altri dettagli: '' Non voglio sembrare reticente - si è limitato a
dire - la liquidazione di Dalu non è stata niente di straordinario per una persona che ha fatto più di
30 anni in Banca ''.
Rivelare l'esatto valore della buona uscita di Dalu, ha tagliato corto Chiesa, '' mi sembra di cattivo
gusto ''.
Bpm: Beruschi, Ponzellini cappuccetto rosso attento a Sindacati – lupo
( Asca ) Milano, 25 giugno
Massimo Ponzellini come Cappuccetto Rosso, incaricato da mamma Bankitalia di andare a
trovare la nonna attraverso il bosco infestato dal lupo '' che sono i Sindacati ''.
Enrico Beruschi, comico diventato celebre negli anni '80 con Drive.In e azionista di Bpm, illustra con
un pizzico di ironia la situazione che si è creata nell'Istituto di Piazza Meda dopo i rilievi di Bankitalia
che ha sollecitato un aumento delle deleghe sui diritti di voto.
'' In questi giorni - ha detto Beruschi - ho pensato al bravo bambino del Ponzellini che con il suo
Cappuccetto Rosso viene chiamato da mamma Bankitalia che gli dice attraversa il bosco ma sta
attento al lupo.
Il lupo - ha sottolineato il comico - sono i Sindacati che ti fanno del male ''.
La morale della storia è '' Cappuccetto Rosso deve andare dalla nonna, ma stia attento al lupo ''.
Da Beruschi anche un'opinione personale: '' Io non mi fido dei Sindacati ''.
Infine una battuta sulle richieste di Bankitalia: '' Le delghe perchè non le portiamo a 10, così due
terzi della gente che è qui annoiatissima se ne va al mare ''.
Bpm: soci non dipendenti, la stiamo svendendo a prezzi di liquidazione
( Asca ) Milano, 25 giugno
'' Forse qualcuno non si accorge che stiamo svendendo al mercato la Banca a prezzi di
liquidazione ''.
Questo l'allarme lanciato da Piero Lonardi, rappresentante del Consorzio Soci Non Dipendenti di
Bpm, sui rischi dell'aumento di capitale fino a 1,2 miliardi di euro che dovrà essere approvato
dall'Assemblea dei soci della Banca di Piazza Meda.
'' Cosa succederà - si è chiesto Lonardi intervenendo all'Assemblea degli azionisti dell’Istituto di
credito - se la maggior parte dell'aumento resterà inoptato ?
Come farà la Cooperativa a definirsi tale se i soci principali saranno investitori istituzionali e istitizioni
finanziarie ? ''.
Dopo aver definito '' anomalo '' l'importo della ricapitalizzazione, il rappresentante dei soci non
Dipendenti di Bpm ha auspicato anche '' un profondo cambiamento di governance. Non quella
scritta sullo statuto - ha precisato - ma quella sostanziale ''.
Quanto all'aumento delle deleghe sui diritti di voto sollecitato da Bankitalia, Lonardi non ha dubbi:
'' Non serve aumento, bisogna riportare l'azienda al centro della Cooperativa ''.
Bpm: Ponzellini, da Bankitalia solita tuba, vogliono fare bella figura
( Asca ) Milano, 25 giugno
Quando ha fatto nuove osservazioni ai vertici di Bpm in occasione dell'incontro di giovedì scorso,
Bankitalia ha dimostrato di essere '' la solita tuba ''.
A lamentare così il comportamento dei vertici di Via Nazionale è il Presidente di Bpm, Massimo
Ponzellini, che in Assemblea ha osservato: '' In questi tempi ci tengono a fare bella figura ''.
Ma a giudizio di Ponzellini, da Palazzo Koch è arrivato anche un incoraggiamento nei confronti
dell'Istituto di credito di Piazza Meda: '' Giovedì in Bankitalia ci hanno detto, continuate perchè
avete la rete più bella e invidiabile d'Italia e cio' dimostra che dall'altra parte c'è chi ci apprezza ''.
Da Ponzellini anche uno sfogo per le troppe regole che, a suo giudizio, penalizzano le aziende
nazionali: '' Ci sono regole contraddittorie delle Autorità di Vigilanza, c'è una eccessiva burocrazia,
c'è sospetto dietro ogni tipo di investimento, quando negli altri mercati si può fare tutto e si portano
via i nostri investimenti ''.
Bpm: Chiesa, finalizzato Consorzio Garanzia aumento capitale ( AGI )
Milano, 25 giugno
Ieri sera è stato formato definitivamente il Consorzio di Garanzia per l'aumento di capitale fino a 1,2
miliardi di euro della Banca Popolare di Milano, che l'Assemblea è chiamata oggi ad approvare.
Lo ha detto, parlando ai soci, il Direttore Generale dellIistituto Enzo Chiesa.
" Abbiamo chiesto a Mediobanca di finalizzare il Consorzio e ieri sera - ha spiegato - sono arrivate
le ultime lettere: il Consorzio è stato formato e ci sono una decina di Banche estere che si
divideranno la garanzia con Mediobanca e Credit Mutuel " .
Il Patto in Mediobanca verso la riduzione ( Italia Oggi.online ), 25 giugno
Il Patto di sindacato di Mediobanca, che attualmente raccoglie il 44,34 % del capitale, potrebbe ridursi.
Lo si è appreso da fonti qualificate, al termine della riunione del CdA e del Comitato Esecutivo in cui si
sarebbe parlato anche del rinnovo del sindacato di Controllo in scadenza a fine anno.
Mentre sembrano improbabili nuovi ingressi, sarebbe in forse la permanenza di Groupama ( 3,09 % del
Patto, più quasi il 2 % fuor i), Commerzbank ( 1,7 % ) e Santusa ( 1,84 % ), Holding della famiglia spagnola
Botin, proprietaria del Banco Santander.
Dal sindacato di Controllo di Piazzetta Cuccia, secondo le stesse fonti, dovrebbe uscire, come già trapelato,
Sal Oppenheim ( 1,72 % ), passata sotto il controllo di Deutsche Bank.
Il Gruppo Assicurativo francese Groupama e Santusa « hanno dimostrato poco interesse a rimanere; anche
Commerzbank non pare convintissima, ma forse alla fine resterà ».
Sembra escluso l'ingresso nel Patto delle Fondazioni bancarie, già impegnate in operazioni di sostegno e
ricapitalizzazione dopo aver e ricevuto pochi dividendi.
Sempre secondo le fonti, appaiono improbabili nuovi ingressi: se dovessero verificarsi delle uscite, è quindi
plausibile che la quota sindacata, attualmente al 44,34 %, venga ridotta.
Diego Della Valle, socio di Piazzetta Cuccia con una quota dello 0,48 %, aveva espresso la disponibilità a
salire, ma non parrebbe che ci sia spazio, anche perché i soci industriali del Gruppo B dovrebbero restare
invariati.
Così come non dovrebbe cambiare la suddivisione tra gli azionisti nei tre gruppi A, B e C ( bancari,
industriali, esteri ).
Intanto l'utile netto dell'esercizio 2010 - 2011 di Mediobanca, che si chiuderà il 30 giugno, è in linea con il
budget ed è intorno ai 500 milioni di euro.
Una fonte vicina al dossier ha precisato che nel CdA « è andato tutto bene, tutto tranquillo.
Sono state approvate le politiche di remunerazione in linea con le indicazioni di Bankitalia ».
Il 22 luglio sono in calendario il Direttivo e l'Assemblea del Patto di sindacato di Mediobanca.
Lavoro: Ciet, licenziati 47 Dipendenti
( Ansa ) Vado Ligure (SV), 25
giugno
Scattano i licenziamenti per tutti i 47 Dipendenti della Ciet, azienda di Vado Ligure e Albenga
dell'indotto Telecom: stamani sono giunte le lettere di licenziamento e dal 30 giugno i Lavoratori
saranno in mobilità.
Rabbia e preoccupazione è stata manifestata dalla Fiom-Cgil, che chiede un vertice entro lunedì.
Altrimenti '' la parola passerà a nuove e più dure iniziative dei Lavoratori ''.
Vertice UE: Barroso, nuovi fondi strutturali alla Grecia ( AGI ) Bruxelles, 25
giugno
La Grecia potrà usufruire di nuovi fondi strutturali UE per la crescita.
Lo ha confermato, al termine della prima giornata del Consiglio Europeo, il Presidente della Commissione
UE Josè Manuel Barroso che nei giorni scorsi aveva lanciato la proposta, precisando che " dei 20 miliardi
gia' stanziati per la Grecia nel periodo 2007 / 2013, ne è stato utilizzato solo un quarto " e che d'ora in poi
Atene potrà disporne in modo agevolato: anzichè cofinanziare i progetti al 50 %, la quota del contributo
pubblico sarà contenuta al 15 %.
Tirocinanti commercialisti, scontro tra Casse ( Italia Oggi.online ) 25 giugno
Nuova querelle tra i vertici delle Casse di Previdenza di dottori commercialisti e ragionieri.
Oggetto del contendere, questa volta, l'iscrizione agli Enti Previdenziali di tirocinanti.
CassaRragionieri ha infatti scritto agli ordini locali comunicando la possibilità di iscrizione all’Ente per i
praticanti iscritti al registro, chiedendone il relativo elenco.
Per il Presidente della Cassa dei dottori commercialisti, Walter Anedda ( che ha a sua volta scritto ai
Presidenti degli ordini ) invece, la comunicazione all'Ente guidato da Paolo Saltarelli deve riguardare soltanto
gli iscritti con il titolo di ragioniere commercialista e non anche quelli iscritti con il titolo di dottore
commercialisti.
I quali ultimi, per Anedda, anche « per evidenti motivi di continuità », visto che una volta abilitati saranno
iscritti alla CNPAIC, è a tale Ente che dovrebbero iscriversi.
Per Raffaele Marcello, Presidente dell'Unione Nazionale Commercialisti ed Esperti Contabili, la lettera di
Anedda « strumentalizza la comunicazione di Cassa ragionieri.
Il Ministero del Lavoro ha approvato le delibere che definiscono le modalità di preiscrizione dei tirocinanti
all'Istituto di Previdenza dei ragionieri e che comprendono tanto i praticanti dottori commercialisti quanto i
praticanti esperti contabili.
Il rilievo secondo il quale gli ordini sarebbero obbligati a trasmettere a CNPR solo l'elenco degli iscritti con il
titolo di ragioniere commercialista », conclude Marcello, « è di conseguenza un'interpretazione errata e priva
di ogni fondamento ».
Conti 2010 in salute ( Italia Oggi.online ), 25 giugno di Simona D'Alessio
Un bilancio da record, con oltre 510 milioni di avanzo di esercizio.
E una gestione del patrimonio sana, « che esclude la presenza di titoli tossici, derivati e strutturati »,
dell'ammontare di 4 miliardi e 600 mila euro.
Il consuntivo del 2010 della Cassa Nazionale di Previdenza Forense, approvato ieri all'unanimità dagli 80
delegati nel corso dell'ultima seduta da Presidente per Marco Ubertini, rivela che l'Ente ha registrato ricavi
pari a un miliardo 437.508.295 e uscite per un totale di 927.303.004; dalla sottrazione fra le due voci, si
arriva, appunto, a una disponibilità di 510.205.291 euro, con un aumento di ben il 112 % rispetto al 2009.
« Abbiamo tagliato più di qualche spesa, e in strutture come la nostra, provenienti dall'apparato pubblico,
non è semplice », dichiara il numero uno dell'Istituto, pronto a lasciare il passo al successore con la fierezza
di aver conseguito « un risultato straordinario»; la riduzione dei costi è pari al 6,9 % per cento, scesi di a
consuntivo sotto il 2 % del totale dei ricavi.
Non si sono visti tutti, aggiunge, « i vantaggiosi effetti dell'entrata in vigore della riforma previdenziale degli
avvocati » ( un testo depositato al Ministero del Welfare nel settembre 2008, approvato a fine 2009 e in
vigore dal 1° gennaio dell'anno scorso, che ha stabilito l'innalzamento del contributo integrativo dal 2 % al 4
% e del soggettivo dal 12 % al 14 %, nonché un progressivo incremento dell'età pensionabile fino a 70 anni,
ndr ), lasciando intendere che anche il 2011 potrà rivelarsi un'annata in cui i conti saranno buoni.
Resta l'amaro in bocca per le stime poco rosee sull'andamento dei redditi della categoria, che secondo il
vertice dell'Ente potrebbero scendere, dopo aver toccato una media di 49.807 euro annui nel 2009.
« Vogliamo proseguire su questa strada per garantire a tutti gli avvocati la certezza di pensioni dignitose, e
per rendere sempre più efficienti ed efficaci le prestazioni assistenziali che forniamo agli iscritt i», promette
Ubertini, ricordando che l'amministrazione dei beni della Cassa non può che essere oculata, poiché si tratta
del « patrimonio di tutti ».
Licenziamenti, impugnazioni da chiarire ( Italia Oggi.online ), 25 giugno
di Simona D'Alessio
Un ritocco alla norma sui licenziamenti dei precari, contenuta nel Collegato Lavoro, per
sgomberare il campo dai dubbi sui termini per impugnarli.
È quanto contiene un Ordine del Giorno, accolto dal Governo, presentato martedì alla Camera, nel
corso dell'esame del Decreto per lo Sviluppo, che recepisce una sollecitazione del Consiglio
Nazionale Forense.
Secondo l'Organismo presieduto da Guido Alpa, il testo ha l'obiettivo dirimere l'incertezza dettata
dal susseguirsi di norme sulla scadenza del termine per procedere all'impugnativa di
licenziamenti e per intervenire sui Contratti « flessibili ».
Il Collegato Lavoro, ampliando a un insieme di vicende ( dai Contratti a Tempo Determinato ai
trasferimenti d'azienda, fino all'interposizione di manodopera ) il termine di 60 giorni previsto per i
ricorsi ( per situazioni pregresse il limite era il 23 gennaio scorso ), ha inserito una soglia di 270
giorni per il deposito del ricorso, pena l'inefficacia dell'azione.
A seguire, il Decreto Milleproroghe, per impedire l'operatività della norma, ha stabilito che in sede
di prima applicazione tale termine acquistasse efficacia a decorrere dal 31 dicembre 2011.
Per il CNF tutto ciò causa incertezze, laddove si parla di « prima applicazione », non chiarendo
quale sia la normativa applicabile, senza dar corso alla « sanatoria prefissata, ma introducendo
una molteplicità di soluzioni interpretative con danno per la tutela che l'ordinamento ha inteso
approntare, e per i professionist i».
Rimane il dubbio se « le preclusioni registratesi tra il 23 gennaio 2011 e il 26 febbraio 2011, per
effetto del decorso dei 60 giorni per l'impugnativa » possano, o meno essere sanate grazie alla
locuzione « in sede di prima applicazione ».
Allo stesso modo, non è chiaro se il termine per l'impugnativa, sia soggetto alla preesistente
normativa ( abrogata dal Collegato ) o alla nuova, la cui applicazione è sospesa.
Infine, il CNF ricorda che non è definito quale sia la disciplina cui far riferimento per i
licenziamenti « intimati e impugnati anteriormente alla promulgazione » della legge 183/2010.
Pagamenti attraverso i telefonini ( Italia Oggi.online ), 25 giugno di Andrea Brenta
Il test partirà in autunno a Nizza e a Strasburgo e durerà sei mesi.
I commercianti delle due città francesi intanto cominciano a dotarsi di terminali contact less che permettono ai clienti il
pagamento via telefonino con la tecnologia NFC ( Near Field Communication ).
Per il momento solo l'iPhone di Apple, il Galaxy di Samsung e il Blackberry sono abilitati a scaricare l'applicazione che
permette l'operazione, mentre l'importo che può essere speso non dovrà superare inizialmente i 20 euro.
Il Progetto è stato presentato nei giorni scorsi da BPCE ( Banque Populaire et Caisse d'Epargne ), il secondo Gruppo
bancario francese, in partnership con Visa Europe.
Contrariamente ad altre sperimentazioni in cui l'applicazione che permette le transazioni è alloggiata nella Sim card del
telefono, questa volta BPCE intende testare la tecnologia Micro Sd.
Questa soluzione consiste nell'aggiungere al proprio telefonino una memory card dotata di un'applicazione per i
pagamenti.
Al progetto pilota parteciperanno 500 clienti di BPCE: per pagare basterà che avvicinino i loro smartphone al terminale
di pagamento del commerciante, a condizione che quest'ultimo sia a sua volta attrezzato con la tecnologia adatta.
L'importo viene addebitato sul conto corrente del cliente
È questa la ragione per la quale BPCE ha scelto per il suo progetto pilota proprio Nizza e Strasburgo, due città pioniere
nei pagamenti contact less che dispongono della più ampia rete NFC.
Ma presto il test partirà anche in altre città francesi selezionate.
E nei prossimi mesi saranno commercializzati anche nuovi modelli di cellulare dotati di questa funzione.
La tecnologia NCF viene utilizzata attualmente nel settore dei trasporti pubblici.
A Nizza per esempio 3 mila utenti del sistema di trasporto locale dispongono di telefonini NFC.
Ma questa tecnologia fa gola anche agli specialisti del marketing, i quali puntano a trasformare i cellulari in carte
fedeltà o in buoni sconto o promozionali.
Anche il settore dei servizi alla persona e quello della sanità possono rappresentare un ambito di sviluppo interessante
per la Near Field Communication.
Insomma in futuro il proprio telefonino NCF potrà assolvere decine di funzioni: dalla chiave elettronica per l'auto o la
camera dell'hotel al biglietto virtuale del cinema, dalla carta di imbarco alla guida culturale.
Dal sito di
“YAHOO.Finanza”, del 26 giugno 2011
UE: Schaeuble, se Atene boccia pacchetto a rischio eurozona ( AGI )
Berlino, 26 giugno
Se il Parlamento greco bocciasse il pacchetto di riforme economiche varato dal Premier Giorgio
Papandreou, ad essere a rischio sarebbe l'intero sistema finanziario dell'Eurozona.
Lo afferma in un intervista al domenicale 'Bild am Sonntag' ( BAMS ) il Ministro tedesco delle Finanze,
Wolfgang Schaeuble ( Cdu ).
Una bocciatura del Parlamento di Atene " metterebbe a rischio la stabilità di tutta l'Eurozona ", spiega
Schaeuble, poichè a quel punto bisognerebbe " intervenire rapidamente per evitare che il pericolo di
contagio si estenda al sistema finanziario ed agli altri Stati con la moneta unica ".
Dal sito di
“YAHOO.Finanza”, del 27 giugno 2011
Grecia, peggio di così non si poteva fare ( Tendenza & Mercati ), 27 giugno
Il voto di fiducia ottenuto dal Gverno Papandreou il 21 giugno ha fatto tirare un sospiro di sollievo all’Europa,
ma la situazione è ancora molto tesa.
UNA CRISI MAL GESTITA
Fra poco il Parlamento greco è chiamato ad esprimersi sul Piano di aggiustamento fiscale e di privatizzazioni
concordato con la “ troika ” ( FMI, Commissione UE e BCE ) durante l’ultima missione ad Atene.
Il passaggio parlamentare è cruciale per l’erogazione della quinta tranche di finanziamenti prevista dal Piano
di Assistenza concordato l’anno scorso, come si legge nel comunicato finale del vertice dei Ministri finanziari
della zona euro del 20 giugno.
Questa minaccia mette l’Europa in un vicolo cieco.
Se il Parlamento greco - condizionato da una situazione sociale esplosiva e con un Governo che dispone di
una maggioranza di soli cinque seggi - non dovesse dare la sua approvazione alla manovra fiscale, i partner
europei avranno due opzioni.
O si rimangiano la minaccia ed erogano comunque il finanziamento, giocandosi così la propria credibilità,
oppure costringono la Grecia a una insolvenza disordinata: impossibilità di restituire il debito in scadenza a
luglio e difficoltà nel pagare stipendi pubblici e pensioni.
A quel punto, forse, solo un intervento in extremis della BCE potrebbe evitare il baratro alla Grecia e il
diffondersi del contagio ad altri Paesi europei, ma questo intervento non sarebbe certo privo di conseguenze
negative nel medio periodo.
Come si è arrivati a questo punto ?
Il Pil della Grecia rappresenta il 2,5 % di quello dell’area euro; il suo peso relativo sull’economia dell’area è
quindi paragonabile a quello delle Marche per l’Italia ( 2,7 % ); e il debito pubblico greco è pari solo al 3,6 %
del Pil della zona euro.
Come è possibile che la crisi debitoria di un Paese di dimensioni così ridotte metta a repentaglio la stabilità
finanziaria dell’Europa e la sopravvivenza della stessa moneta unica ?
La crisi greca poteva essere gestita senza traumi, attraverso un intervento di sostegno da parte dei partner
europei che prevedesse, da un lato, finanziamenti a tassi agevolati per un lungo periodo ( diciamo un
decennio ) e, dall’altro, l’adozione di un programma di aggiustamento fiscale e di riforme graduali per ridare
competitività al Pese, realisticamente realizzabile nell’arco di alcuni anni.
Un Piano credibile di lungo periodo avrebbe consentito alla Grecia di tornare sui mercati finanziari presto e a
tassi ragionevoli.
Si è scelto invece di erogare un finanziamento a tassi penalizzanti e ( nella previsione iniziale ) per soli tre
anni, imponendo allo stesso tempo una correzione fiscale repentina e costosa sul piano sociale: sette punti
di riduzione del disavanzo primario nel 2010 ( dal 10 al 3 %, dati IMF Outlook ), facendo sprofondare il
Paese nella recessione ( 4,5 % la riduzione del Pil nello stesso anno ). Questa correzione ha creato le
premesse per l’attuale disordine sociale e politico in Grecia.
Non solo, ma si è anche fatto di tutto per destabilizzare i mercati finanziari.
Alcuni Governi europei, in particolare quello tedesco, avevano in un primo momento addirittura minacciato di
non partecipare al Piano di sostegno, creando un clima di forte incertezza.
Più di recente, hanno preteso di inserire nella trattativa, già complessa e tormentata, la partecipazione dei
creditori privati ai costi per il “ salvataggio ” della Grecia inducendo ulteriori incertezze nei mercati sulla
sostenibilità del debito pubblico greco.
Tutto questo è stato fatto per venire incontro ai malumori dell’elettorato in Germania e in alcuni altri Paesi
nordici.
I loro Governi hanno però ignorato un principio economico fondamentale.
Una garanzia di assistenza finanziaria ( a una Banca così come a un Paese sovrano ) deve essere credibile
e deve evitare costi ai creditori: solo così questi ultimi mantengono le loro esposizioni e il costo
dell’intervento di sostegno si riduce al minimo.
Al contrario, la mancanza di credibilità e la volontà di “ farla pagare ” ai creditori fanno scappare questi ultimi,
aumentando la dimensione e il costo del salvataggio.
Per non dispiacere ai suoi elettori, Angela Merkel ha fatto aumentare il conto a carico degli stessi
contribuenti tedeschi: infatti, il Piano di assistenza concordato l’anno scorso dovrà essere raddoppiato, per
l’impossibilità della Grecia di tornare a finanziarsi a tassi ragionevoli sul mercato.
PER UNA VERA FEDERAZIONE DI STATI
La cattiva gestione della crisi greca mette in luce la debolezza della Governance europea e la mancanza di
leadership dei Governanti.
Questi ultimi si sono mossi sotto la pressione di scadenze elettorali immediate, senza una visione di lungo
periodo.
Per evitare che si ripetano gli stessi errori, la Governance europea deve fare un salto di qualità, puntando su
un grado di integrazione maggiore dell’attuale.
Su questo fronte, un appuntamento importante è il Consiglio Europeo che si tiene in questi giorni ( 23 - 24
giungo ), che èchiamato a completare, in accordo con il Parlamento Europeo, le innovazioni introdotte nel
marzo scorso.
Le linee fondamentali della nuova Governance europea sono già state delineate allora.
In particolare, il nuovo Patto di stabilità e crescita prevede vincoli più stringenti rispetto alla sua forma attuale
e la sorveglianza degli squilibri macroeconomici è un giusto allargamento di orizzonte rispetto al tradizionale
focus sui saldi di finanza pubblica.
Siamo ancora lontani dalla creazione di una vera e propria Federazione di Stati con un suo bilancio, ma
questa prospettiva, per quanto avveniristica possa sembrare al momento, è l’unica che può garantire
davvero la sopravvivenza della moneta unica nel lungo periodo.
Per rendersi conto di quale sarebbe la maggiore solidità della “ casa comune ” europea se i bilanci degli Stati
appartenenti alla zona euro fossero consolidati in un unico bilancio federale, basta guardare la tabella qui
sotto.
Tutti gli indicatori di finanza pubblica della “ Federazione ” sarebbero migliori di quelli degli Usa, paese che
tuttora gode di un rating AAA.
Questa è l’idea alla base degli eurobond ( da molti visti come il fumo negli occhi ): se il debito pubblico della
zona euro fosse garantito dal Pil di tutta l’area nel suo complesso, quel debito avrebbe una affidabilità
elevata, consentendo anche ai Paesi “ periferici ” di finanziarsi a tassi molto contenuti.
Naturalmente, ciò richiede un accentramento delle decisioni in materia di politica fiscale e una forte capacità
della Unione Europea di fare rispettare la disciplina fiscale ai Paesi membri, punendo le eventuali deviazioni.
Una seria riflessione dovrebbe andare in questa direzione, anziché cullarsi nell’idea che si possa risolvere
tutto espellendo una “ mela marcia ”: sarebbe solo l’inizio del crollo della “ casa comune ”.
Un primo, piccolo ma significativo passo che si potrebbe già fare nella direzione di una politica di bilancio
europea è costituito da una revisione nei meccanismi di Governance delle crisi debitorie.
L’attuale EFSF e il futuro ESM lasciano sotto questo profilo molto a desiderare, poiché ogni decisione circa
l’erogazione dei fondi è subordinata al consenso unanime dei Governi nazionali che vi partecipano.
Inoltre, l’ESM è sottoposto a vincoli che sul piano tecnico non hanno molto senso ( quali l’impossibilità di
intervenire sul mercato secondario dei titoli di stato ) e ne pregiudicano l’efficacia. Bisognerebbe, invece, che
la gestione venisse affidata a un Organismo tecnico, simile all'FMI, dotato di un mandato chiaro, più ampi
poteri anche nei confronti dei Paesi beneficiari e di una rappresentanza adeguata.
L’indipendenza di un simile Organismo dagli Stati nazionali -e perciò dagli specifici e contingenti problemi di
consenso politico in ciascuno di essi - potrebbe renderne non solo meno impacciata l’operatività, ma anche
più facile l’assunzione di un’ottica di medio - lungo periodo per i Piani di salvataggio e le connesse manovre
di aggiustamento dei Paesi in crisi.
Grecia: incontro oggi a Roma tra Banche su aiuti ' informali ' ( Asca-AFP )
Parigi, 27 giugno
Istituti creditori, pubblici e privati, esposti per decine di miliardi di euro nei confronti della Grecia avranno oggi
un incontro a Roma per cercare di dare un sostegno '' informale '' al nuovo Piano di salvataggio del Paese.
Lo annuncia una fonte vicina alla situazione all'AFP.
In particolare, le Banche francesi dovrebbero proporre una rimodulazione di circa metà del debito greco in
scadenza in nuovi bond trentennali.
Un altro 20 % dovrebbe essere reinvestito in obbligazioni di alta qualità con il pagamento degli interessi solo
alla scandenza del prestito.
Tutto ciò avrebbe l'obiettivo di dare una nuova prospettiva alla Grecia di ristrutturare la sue economia ed
essere così in grado di saldare i debiti contratti.
L'incontro dovrebbe essere organizzato dall'Isitituto internazionale di finanza, che è un forum rappresentante
delle maggiori Banche mondiali.
La fonte ha riferito all'AFP che il Direttore del Fondo, Charles Dallara, ieri ha giàavuto colloqui con una serie
di Istituti privati e pubblici.
Il Piano francese è impostato sul tentativo di coinvolgere le Banche private nel salvataggio della Grecia,
anche se la loro eventuale partecipazione avverrebbe solo su base volontaria ed evitare così il rating di
default da paret delle agenzie internazionali.
La BCE ha già avvertito che in caso di rating al livello di default cesserebbe l'erogazione di fondi al sistema
bancario greco.
Nei prossimi tre anni, la Grecia dovrà rimborsare circa 64 miliardi di euro.
Grecia: Sarkozy, fatta intesa su debito con Banche Francesi ( AGI ) Parigi,
27 giugno
Il Presidente della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy assicura che il Governo ha raggiunto un'intesa con
le Banche francesi per la gestione del debito greco.
" Siamo d'accordo - spiega Sarkozy - a prolungare a 30 anni i prestiti, con tassi allo stesso livelo di quelli
europei, più un premio indicizzato alla futura crescita greca ".
Fonti ben informate rivelano che la proposta francese riguarda la rimodulazione di circa la metà del debito
greco con nuovi bond a scadenza trentennale, mentre un ulteriore 20 % del debito dovrebbe essere
reinvestito in obbligazioni ad alta qualità, con interessi pagati solo alla scadenza del prestito .
Grecia: nessuna decisione da incontro Banche a Roma su possibile
rollover ( Reuters ), 27 giugno
L'incontro organizzato a Roma tra le Banche e le istituzioni finanziarie su un possibile coinvolgimento nel
salvataggio della Grecia si sarebbe concluso con un nulla di fatto.
Lo riporta l'agenzia internazionale Reuters, citando fonti vicine al Tesoro italiano.
La riunione avrebbe dovuto mettere a punto un Piano di rollover del debito greco.
Il Wall Street Journal aveva ipotizzato un programma su proposta delle Banche francesi, attraverso un
allungamento delle scadenze fino a 30 anni su metà del debito greco e la creazione di un fondo speciale di
garanzia che funzionerebbe da polizza assicurativa.
Grecia, progressi a incontro Roma tra Grilli ( CEF ) e banchieri ( Reuters ),
27 giugno di Stefano Bernabei
Vittorio Grilli, Presidente del Comitato Finanziario ed Economico europeo ( CEF ), ha incontrato a Roma
rappresentanti di Banche internazionali per discutere il loro coinvolgimento nel secondo salvataggio della
Grecia, mentre da Parigi arriva la notizia delle linee generali dell'Accordo delle Banche francese per il
rollover del debito di Atene per evitare il default.
Una fonte del Tesoro italiano ha detto che nella riunione, terminata dopo oltre tre ore nella tarda mattinata, è
stata " a livello tecnico e non erano attese decisioni ".
All'incontro hanno partecipato esponenti della lobby bancaria Institute of International Finance ( IIF ) e, ha
detto sempre la fonte, il tema dell'incontro è " uno scambio di vedute sulla situazione greca ".
La fonte ha sottolineato che Grilli ha presieduto l'incontro in qualità di Presidente del CEF e non di Direttore
Generale del Tesoro italiano.
Secondo l'IIF questa mattina sono stati fatti " progressi " sulla questione del debito greco e si è visto un "
costruttivo scambio di vedute ".
Più di venti Gruppi bancari internazionali avrebbero partecipato al meeting a Roma a porte chiuse, nel quale
erano presenti anche funzionari delle Istituzioni Europee.
Un giornalista di Reuters ha visto recarsi alla riunione al Tesoro anche rappresentanti di Intesa Sanpaolo e
di più di una decina di Banche internazionali tra cui Barclays PLC.
Prima di recarsi al Tesoro i banchieri si erano riuniti nella sede romana di Intesa SP per circa due ore.
Un portavoce dell'IIF già questa mattina aveva confermato che il Direttore Generale Charles Dallara ha
incontrato Grilli e ha partecipato " a incontri a Roma insieme ad altri rappresentanti del settore privato e
pubblico ".
La stessa fonte ha aggiunto che Dallara si è incontrato recentemente con diverse Istituzioni creditizie private
e funzionari pubblici per fornire un sostegno informale al perseguimento di un secondo salvataggio della
Grecia.
La settimana scorsa Dallara era ad Atene per discutere della crisi del debito.
I funzionari della zona euro stanno valutando come coinvolgere gli Istituti di credito nel secondo bailout a
favore di Atene facendo in modo che le agenzie di rating non dichiarino il Paese insolvente.
Una fonte bancaria francese ha detto domenica che il Tesoro francese ha raggiunto un Accordo con le
Banche per rendere più appetibile per i creditori l'opzione di rollover o di rinnovo dei titoli di stato greci,
confermando un articolo de Le Figaro.
Il Ministro delle Finanze francese Christine Lagarde ha detto oggi che il Governo ha raggiunto una bozza di
Accordo con le Banche francesi per il rinnovo dei loro titoli di Stato greci.
" Abbiamo stilato una prima bozza ", ha detto ai giornalisti Lagarde prima di una conferenza stampa con il
Presidente francese Nicolas Sarkozy.
Subito dopo lo stesso Sarkozy ha precisato che il Piano di rollover sarà basato su titoli a 30 anni con una
cedola equivalente al tasso a cui la zona euro presta fondi ad Atene più un premio basato sul tasso di
crescita futuro della Grecia.
Fonti governative hanno detto che leBbanche avrebbero offerto di reinvestire il 70 % del debito greco in
scadenza tra il 2011 e il 2014.
Il 30 % restante verrebbe invece pagato a scadenza.
Per la parte reinvestita, il 50 % andrebbe in titoli a 30 anni mentre il resto in titoli zero coupon con rating AAA
che potrebbero essere emessi o garantiti dal fondo di salvataggio per l'euro zona ( EFSF ).
Sempre stamani fonti vicine alle Banche tedesche hanno detto che l'Accordo francese potrebbe essere una
interessante base di partenza anche per loro.
" La proposta francese potrebbe essere un buon compromesso, che, da una parte, sottolinea la volontarietà
del prolungamento delle scadenze e impedisce un credit event e, dall'altra, include incentivi che la rendono
accettabile ai creditori privati ", ha detto una delle fonti.
La questione sarà discussa oggi con il Ministero delle Finanze, ha riferito un'altra fonte.
Moody's: Banche greche a corto di liquidità ( Wall Street Italia ) New York, 27
giugno
Il rischio maggiore del sistema bancario non è tanto l'accesso ai finanziamenti della BCE, quando la fiducia
interna negli Istituti finanziari.
Tale fiducia è espressa chiaramente nella quantità dei depositi del settore privato, o per meglio dire per
definire il caso specifico, nella mancanza di essi.
Oggi è arrivata la doccia fredda in questo senso.
L'agenzia Moody's ha emesso per la prima volta un avvertimento a riguardo, avvisando che se il tasso di
attrito nei depositi greci dovesse persistere, o accelerare addirittura, i risultati sarebbero disastrosi.
" Un calo sostenuto dei depositi di oltre il 35 % ( più o meno lo stesso degli Asset liquidit consolidati del
sistema bancario e la disponibilità di fondi BCE ) in un breve lasso di tempo, ciò provocherebbe una grave
mancanza di cash nelle Banche ".
Morale: non è nemmeno chiaro se il deterioramento nella base di depositi possa essere mai sistemato a
causa dell'esagerazione delle Banche nel fare affidamento sulla BCE per i finanziamenti giornalieri.
Ora che il capitale interno greco è evaporato, " con il calo dei depositi dei consumatori del settore privato, ci
aspettiamo che le Banche greche facciano sempre più fatica a ridurre la dipendenza dai fondi BCE, che è il
loro obiettivo numero uno, se si tiene conto degli impegni presi con la Banca Centrale Ellenica ".
Pensioni: Marcegaglia, seguire UE
( Ansa ) Milano, 27 giugno
'' Noi, con calma, dobbiamo seguire gli altri Paesi dell'Unione Europea ''.
Lo afferma il Presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, a proposito dell'ipotesi di innalzare
l'età pensionabile in Italia.
'' Siamo un Paese europeo - aggiunge Marcegaglia arrivando a Milano all'Assemblea di Federchimica bisogna seguire gli altri Paesi europei anche nelle vicende più complicate: il 20 % del Pil viene destinato
alle pensioni '', conclude il Presidente di Confindustria.
Pensioni: Marcegaglia, su età donne seguire Paesi Europei
( AGI ) Milano,
27 giugno
L'Italia deve seguire gli altri Paesi europei anche nella fissazione dell'età pensionabile per le donne.
Lo ha affermato la Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, rispondendo oggi a margine
dell'Assemblea di Federchimica a una domanda dei giornalisti su un aumento a 65 anni dell'età della
pensione.
Pensioni: Marcegaglia, con calma, ma adeguarsi ad altri Paesi UE
( Asca ) Milano, 27 giugno
Anche se con calma, '' l'Italia deve adeguare l'età pensionabile allineandosi alla media degil altri Paesi
europei ''.
Questo il messaggio lanciato dalla Presidente di Confindustria, Emma Marcegagila, a margine
dell'Assemblea annuale di Federchimica.
'' Siamo un Paese europeo - ha osservato la Presidente di Confindustria - e bisogna seguire gli altri
Paesi europei anche nelle vicende più complicate ''.
E considerato che in Italia '' il 20 % del Pil va in pensioni '', secondo la Marcegaglia '' con calma, ma
dobbiamo seguire gli altri Paesi europei ''.
Mediocredito: partnership per la sostenibilità ambientale
( Tendenza & Mercati ), 27 giugno
RINA, società di classificazione e certificazione, e Mediocredito Italiano, la Banca del Gruppo Intesa
Sanpaolo specializzata nello sviluppo delle imprese, hanno siglato un Accordo finalizzato a integrare le
reciproche competenze e promuovere sul territorio italiano servizi di sempre maggiore utilità e interesse.
In tale occasione, è stato presentato il nuovo finanziamento, denominato Green Ship, concepito
appositamente per il mondo armatoriale italiano che ricorre a RINA per servizi di classificazione e destinato
a sostenere le spese di miglioramento delle performance navali dal punto di vista dell’impatto ambientale.
In particolare, nell’ambito di operazioni su nuove costruzioni, può essere finanziato sino al 100 %
dell’investimento relativo ai costi di progettazione e di dotazioni che migliorano la sostenibilità ambientale
della nave.
In questo caso, sono compresi nel finanziamento anche i costi della “ Green Plus ”, il massimo
riconoscimento di tutela ambientale che il RINA oggi può attribuire ad una nave.
Nell’ambito delle spese sostenute per migliorare l’eco - compatibilità delle navi esistenti, invece, il sostegno
finanziario di Mediocredito Italiano copre fino al 100 % degli investimenti che RINA, a fronte di verifiche
tecniche, certificherà come efficaci a tale scopo.
La durata del finanziamento Green Ship va da un minimo di tre anni a un massimo di dodici e l’erogazione
può avvenire in un’unica soluzione, a completamento degli investimenti oggetto dell’intervento, oppure a
Stato Avanzamento Lavori.
Fisco: Marcegaglia, Piano Tremonti interessante ma capire dove si taglia
( Asca ) Roma, 27 giugno
Il Piano messo a punto dal Ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, per riformare il sistema fiscale è un
Piano '' interessante '', anche se '' poi bisognerà entrare nei dettagli e vedere dove si taglia ''.
Questo il commento della Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, sulla bozza di riforma presentata
dal Ministro dell'Economia.
Nel Piano Tremonti, ha osservato la Presidente dei Confindustria parlando a margine dell'Assemblea
annuale di Federchimica, '' ci sono cose interessanti come le tre aliquote Irpef al 20, 30, 40 % e l'eliminazione
graduale dell'Irap.
E' un menu ampio, ma poi bisognerà entrare nei dettagli e vedere dove si taglia.
Comunque - ha ribadito la Presidente di Confindustria - è un Piano di lavoro interessante ''.
Perché è un errore tassare le rendite finanziarie ( Trend.online ), 27 giugno
Se ne sono sentite di tutti i colori per convincere la popolazione ad accettare questo nuovo balzello: che era
giusto tassare i ricchi e gli speculatori che non sudano e fanno soldi semplicemente con altri soldi senza
lavorare, eccetera, ora pur capendo l'invidia che ricade verso quei pochi che riescono a fare tutto ciò, ( non si
può dire propriamente che non sudino, ve lo assicuro, lo stress è enorm e) con la scusa degli speculatori (
pochissimi ) si colpisce la vasta platea dei risparmiatori ( forse 20 - 30 milioni di italiani ) escludendo soltanto
i titoli di stato, quindi tassando anche tutte le altre forme obbligazionarie che spesso sono la prima fonte di
finanziamento per le Banche specialmente quelle medio - piccole ( che non stanno nemmeno così bene e già
concedono credito col contagocce ), per le aziende che emettono dei bond, bond che diverrebbero così meno
appetibili, e dovrebbero ulteriormente far salire i rendimenti lordi, rendendo meno competitive le aziende
stesse, siamo sicuri che questo non porterebbe licenziamenti e perdita di PIL ?
Ne risentirebbe la liquidità del mercato, la nostra Borsa aveva finora questo piccolo vantaggio di una
tassazione tutto sommato ridotta, eppure solo i primi 20 titoli del listino hanno una liquidità accettabile gli
altri 200 o quanti sono, in gran parte hanno scambi già ridottissimi, figuriamoci se si alza l tassa su rendite
tra cui quella sui dividendi, molte società potrebbero anche decidere di delistarsi.
Probabilmente fuggirebbero dei capitali dall'italia verso l'estero, qualcuno forse aggirerà l'incremento di
questa tassa, in maniera da danneggiare la liquidità dell'intero sistema.
Per non parlare delle società che gestiscono fondi, e che gestiscono investimenti o dei broker italiani, anche i
Dipendenti di dette società hanno famiglie da mantenere, e non credo che portare anche dal 12.5 % al 20 % la
tassazione dei propri clienti sarebbe un evento trascurabile senza conseguenze.
Fisco: Cgia, con meno Irpef e più Iva le famiglie ci guadagnano ( Asca ) Roma,
27 giugno
Se saranno confermate le indiscrezioni che delineano la nuova riforma fiscale con tre aliquote Irpef ( al 20, 30
e 40 % ) e con l'aumento di un punto dell'Iva per le aliquote più alte ( 10 e 20 % ), i risparmi medi di imposta,
per le due tipologie familiari più diffuse nel Paese, oscilleranno tra i 435 e i 573 €.
I calcoli sono stati realizzati dalla CGIA di Mestre che ha analizzato gli effetti sull'Irpef e sull'Iva ( tenendo
conto, in quest'ultimo caso, dei consumi medi delle famiglie italiane calcolati dall'Istat ) di due nuclei
familiari.
A ) Lavoratore dipendente monoreddito con famiglia composta da 2 coniugi con 1 figlio a carico e con un
reddito familiare ( imponibile Irpef ) pari a 34.774 €.
B ) Lavoratori dipendenti bireddito con famiglia composta da 2 coniugi con 1 figlio a carico e con un reddito
familiare ( imponibile Irpef ) pari a 34.774 € suddiviso in parti uguali tra i 2 coniugi.
I risultati sono molto confortanti: nel primo caso, a fronte di una diminuzione del carico fiscale relativo
all'Irpef pari a 600,92 €, l'aumento dell'Iva comporterà un aggravio di imposta pari a 166,37 €.
La differenza tra i due importi garantirà un guadagno fiscale annuo pari a 435,55 €.
Nel secondo caso, invece, a fronte di una diminuzione del carico fiscale relativo all'Irpef pari a 756,78 €,
l'aumento dell'Iva comporterà un aggravio di imposta pari a 182,95 €.
La differenza tra i due importi garantirà in questo secondo caso un guadagno fiscale annuo pari a 573,83 €.
'' Se fosse confermata questa rimodulazione delle aliquote e degli scaglioni Irpef - dichiara Giuseppe
Bortolussi segretario della CGIA di Mestre - il costo della misura dovrebbe aggirarsi attorno ai 13 miliardi di
€.
Una buona parte di questa spesa, circa 6 miliardi di €, dovrebbe essere coperta con l'aumento di un punto
delle aliquote Iva del 10 e del 20 %.
Gli altri 7 miliardi, invece, dal taglio delle spese inutili, dalla lotta all'evasione fiscale e dal possibile aumento
della tassazione sulle rendite finanziarie ''.
Fisco: riforma a moduli. 3 aliquote Irpef, più Iva e rendite al 20 % ( Asca )
Roma, 27 giugno
Tre aliquote Irpef, disboscamento e riordino di agevolazioni, detrazioni e deduzioni, aumento dell'Iva,
aliquota unica al 20 % per la tassazione delle rendite finanziarie.
Questo il menù della delega fiscale che sarà portata al Consiglio dei Ministri di giovedì, dopo essere stata
discussa al vertice di maggioranza di domani.
La riforma sarà attuata per moduli.
Le ultime bozze che il Governo sta limando confermano un disegno a regime con tre aliquote Irpef rispetto
alle attuali cinque: 20 %, 30 % e 40 %.
Questo non vuol dire, automaticamente, un calo generalizzato delle tasse, che invece dipenderà da come
sarà fissata l'asticella per gli scaglioni di reddito.
Contemporaneamente si provvederà al riordino delle agevolazioni.
Il tavolo tecnico, come è noto, ne ha contate ben 476 per un valore di 161 miliardi.
Basterebbe la cancellazione del 10 % per poter avere a disposizione 16 miliardi da redistribuire magari
attraverso le aliquote.
Nelle bozze si parla anche di intervento sull'Irap, ma va considerato che questa imposta, secondo quanto
prevede il Decreto sul Federalismo regionale già approvato, dal 2013 passa alla gestione diretta delle singole
regioni che, in base alla situazione dei loro bilanci, possono decidere anche di azzerarla.
.
Un punto controverso è l'aumento dell'Iva.
Un intervento che il Ministro Tremonti ha sempre avuto in mente quando usava lo slogan ' dalle persone alle
cose ' ma che oggi trova la contrarietà delle Associazioni dei commercianti e dei consumatori, timorose di
ripercussioni negative sui consumi ancora in crisi.
Di certo un ritocco dell'Iva avrebbe un effetto immediato in termini di aumento di gettito.
Sembra improbabile un intervento sull'aliquota più bassa, quella al 4 %, che comprende la gran parte dei
generi alimentari e di largo consumo.
L'aliquota del 20 %, invece, andrà probabilmente al 21 % e secondo alcune stime l'aumento del gettito
sarebbe di 14 miliardi.
Ancora in discussione l'eventuale aumento dell'aliquota intermedia del 10 % che potrebbe salire all'11 %.
Se tutto questo pacchetto andrà nella delega per la riforma fiscale che, come detto, prevede tempi più lunghi
di attuazione, l'aliquota unica al 20 % per le rendite finanziarie, esclusi i bot, scatterebbe a partire da gennaio
2012.
Bpm svetta sul Ftse Mib, il maxi aumento partirà dopo l’estate
( Finanza.com ) Milano, 27 giugno
Banca Popolare di Milano svetta sul paniere principale di Piazza Affari, mostrando un progresso del 3,50 %
a 1,553 euro, e tenta di risollevarsi dopo le recente sottoperformance.
Nel fine settimana appena trascorso l’Assemblea Straordinaria della Bpm ha detto sì all’aumento di capitale
da 1,2 miliardi di euro, che dovrebbe partire dopo l’estate, e alla modifica dello strike del prestito
obbligazionario convertibile.
Voto contrario invece sull’aumento delle deleghe assembleari da tre a cinque, caldeggiato da Banca d’Italia.
Su questo punto hanno quindi avuto ragione gli Amici della Bpm, l’Associazione che raggruppa i soci Dipendenti: 2.093 i no ( circa il 55 % dei votanti ), 1.731 sì e 11 astenuti.
“ Non mi sento sfiduciato da questo voto ”, è stato il commento a caldo del Presidente dell’Istituto di Piazza
Meda, Massimo Ponzellini.
La ricapitalizzazione partirà quindi a settembre e si preannuncia impegnativa, visto che ai prezzi attuali
andrà a raddoppiare la market cap della Popolare di Milano.
“ E’ ancora prematuro affrontare il tema del prezzo e dello sconto.
Ci porremo il problema a settembre ”, ha dichiarato il Direttore Generale, Enzo Chiesa.
Gli ultimi aumenti di capitale lanciati dalle principali Banche italiane hanno registrato uno sconto sul TERP
tra il 22 % e il 24 %.
Nel frattempo è stato finalizzato il Consorzio per l’aumento di capitale, guidato da Mediobanca e 10 Banche
estere, mentre la proposta di aumento delle deleghe potrebbe essere riproposta in futuro insieme con
ulteriori modifiche della Governance.
Bpm rimbalza in Borsa dopo no a richieste Bankitalia ( Milano Finanza ), 27
giugno
Tra le blue chip spicca stamani con un progresso dell'1,33 % a 1,52 euro la Popolare di Milano dopo che
l'Assemblea Straordinaria ha bocciato la proposta di aumentare le deleghe da 3 a 5.
Una misura voluta da Bankitalia per ridurre l'influenza dei soci - Dipendenti sulla Banca e sollecitata dopo
un'ispezione che si è chiusa con forti rilievi alla Governance e alla gestione dell'Istituto.
Il no all'aumento delle deleghe, sponsorizzato dall'Associazione Amici della Bpm, che controlla il CdA della
Banca, ha raccolto 2.093 voti, il 54 % dei 3.835 azionisti presenti in Assemblea.
A favore della modifica si sono espressi 1.731 azionisti ( 45 % ), mentre 11 sono stati gli astenuti. Una
maggioranza non schiacciante e che evidenzia una frattura all'interno della Popolare.
In Assemblea Alessandro Dall'Asta, Presidente degli Amici della Bpm, ha motivato la posizione con il timore
che, attraverso un nuovo aumento delle deleghe, " possano prevalere in Assemblea gruppi organizzati che
privilegiano il capitale nei confronti delle persone ".
A nulla è valso l'invito del Presidente di Bpm, Massimo Ponzellini, a non farsi " spaventare da cinque
deleghe " e a non temere " il mercato perché nessuno ci può conquistare fino a che rimaniamo una
Cooperativa ".
Ponzellini ha poi cercato di sdrammatizzare l'esito di una votazione che dovrebbe rappresentare una
bocciatura anche per il CdA: " non mi sento sfiduciato ", ha detto, aggiungendo che il tema delle deleghe
sarà ripreso in mano nell'ambito della più complessiva riforma della Governance che Bpm sta affrontando e
che vuole chiudere entro l'anno.
Questa settimana è previsto un ulteriore incontro con Bankitalia, ma il Presidente ha dichiarato di non sapere
quali saranno le conseguenze che avrà la decisione dell'Assemblea nei provvedimenti e nei rapporti con la
Vigilanza.
L'Assemblea ha anche approvato il maxi - aumento di capitale da 1,2 miliardi di euro e la modifica del
regolamento del prestito convertendo da 400 milioni, anticipandone la conversione al prossimo autunno e
rivedendo al ribasso il prezzo delle azioni con cui verrà convertito ( da 6 a 2,7 euro ), estremamente
penalizzante per i sottoscrittori.
Infine, è stato finalizzato il Consorzio per l'aumento di capitale, guidato da Mediobanca e 10 Banche estere (
il Credit Mutuel ).
Alcune Banche d'affari inizialmente coinvolte nel deal si sarebbero quindi defilate.
Il problema del prezzo dell'aumento, che rischia di essere iperdiluitivo per gli attuali soci, verrà affrontato a
settembre, quando la ricapitalizzazione partirà, se la situazione dei mercati sarà ancora così.
La Banca " è solida ", ha comunque assicurato Ponzellini, e l'aumento " sarà la garanzia contro gli
sconquassi " della crisi.
Gli esperti di Equita ( rating hold e target price a 2,2 euro confermati sul titolo Bpm ) non vedono
conseguenze regolamentari nel breve, se non un aumento del rischio di esecuzione dell'aumento di capitale
di settembre.
" Non sarà agevole ", affermano gli analisti della Sim, " convincere gli investitori, che controllano il 70 % del
capitale, del miglioramento dell'efficienza quando lo status quo dei Sindacati esce intatto, se non rafforzato ".
Per Intermonte si inasprisce il confronto tra i soci Dipendenti e la Banca d?Italia " ma non riteniamo che
questo possa comportare sanzioni ulteriori da parte del regolatore ", precisa la Sim che ha confermato il
rating neutral sull'azione, ma abbssato da 1,7 a 1,4 euro il target price a causa del taglio delle stime per
incorporare minori commissioni e minore margine d?interesse alla luce del difficile contesto per le Banche
italiane per il costo del funding.
Oltre all'aumento di capitale, un driver per l'azione in Borsa nelle prossime settimane potrebbero essere gli
spunti di M&A, anche se la scorsa settimana il Direttore Generale dell'Istituto popolare, Enzo Chiesa, è
tornato a ribadire in merito alle voci su possibili aggregazioni che " non c'è mai stata alcuna operazione
straordinaria e non è nostra volontà farle ".
In quest'ultimo mese però si sono rincorse varie indiscrezioni, tutte smentite, su un possibile interesse di
Unicredit, della Popolare Emilia Romagna e della francese Bnp Paribas per Bpm.
" Se è volontà di qualcun altro ", ha peraltro aggiunto Chiesa, lasciando la porta mezza aperta, " lo
apprenderemo ".
Bpm: Franco Debenedetti si dimette dal CdA ( Asca ) Roma, 27 giugno
Franco Debenedetti, Amministratore della Banca Popolare di Milano ha rassegnato con effetto
dalla data odierna le proprie dimissioni dalla carica.
Lo comunica una nota della Popolare milanese.
Nella nota è spiegato che '' non sono state formalmente esplicitate alla Banca le motivazioni alla
base delle suddette dimissioni, si segnala, in conformità a quanto richiesto dalle Istruzioni di Borsa,
che l'ing. Debenedetti risulta possessore di n. 200 azioni della Bipiemme, non partecipava ad alcun
Comitato Interno al Consiglio di Amministrazione, ed è stato qualificato Amministratore
Indipendente sia ai sensi del Codice di Autodisciplina sia ai sensi del TUF ''.
Nei giorni scorsi, Debenedetti aveva dichiarato la sua intenzione di lasciare il CdA nel caso
l'Assemblea Straordinaria di Bpm, tenutasi sabato, avesse, come poi avvenuto, respinto la proposta
di aumentare il numero delle deleghe da 3 a 5.
Bnl: Accordo con Sace da 200 Mln per internazionalizzazione imprese
( Asca ) Roma, 27 giugno
Bnl - Gruppo Bnp Paribas e Sace annunciano oggi il rinnovo della partnership avviata nel 2010, con la firma
di un Accordo che consentira' l'erogazione di 200 milioni di nuovi finanziamenti a supporto dei progetti di
crescita e sviluppo sui mercati internazionali delle imprese italiane. L'Accordo, si legge in una nota
permetterà a tutte le imprese - con fatturato non superiore a 250 milioni, generato per almeno il 10 %
all'estero - di richiedere ed accedere a finanziamenti, erogati da Bnl e garantiti da Sace fino al 70 %.
I fondi sono destinati ad attività connesse alla crescita delle aziende sui mercati esteri, quali ad esempio:
acquisto, riqualificazione o rinnovo degli impianti e dei macchinari, nonchè delle attrezzature industriali e
commerciali; promozione, pubblicità, tutela di marchi e brevetti, ricerca, sviluppo e partecipazione a fiere
internazionali; acquisizione di partecipazioni non finanziarie all'estero; acquisto di terreni e loro
riqualificazione, immobili e loro ristrutturazioni e accordi di cooperazione e di joint venture con imprese
estere.
I finanziamenti, di durata compresa tra 3 e 8 anni, andranno da un minimo di 100 mila euro ad un massimo
di 5 milioni.
'' Attraverso quest'Accordo, la capacità distributiva e l'expertise di Sace e Bnl nella valutazione e
nell'assunzione dei rischi si uniscono per offrire alle aziende un sostegno concreto nella crescita all'estero ha spiegato Raoul Ascari, COO di Sace -. Questa partnership rafforza la nostra vicinanza alle imprese, che
possono contare sulle sedi territoriali di Sace per identificare i prodotti assicurativo - finanziari più idonei a
sostenere i loro progetti di sviluppo, e sulla nostra rete di uffici all'estero per muoversi al meglio in contesti
operativi nuovi e complessi ''.
'' L'internazionalizzazione delle imprese - ha dichiarato Paolo Alberto De Angelis, Responsabile Divisione
Corporate Bnl - è un fattore fondamentale per rafforzare lo sviluppo economico del nostro Paese.
Bnl, grazie alla rete di Bnp Paribas presente in oltre 80 Paesi al mondo, vuole essere un vero e proprio
partner delle aziende, in grado di affiancarle, mettendo a loro disposizione non solo la normale attività
bancaria e finanziaria, ma anche servizi consulenziali e informativi direttamente in quei Paesi, grazie a
personale specializzato e, in molti casi, di cultura e lingua italiana ''.
Banche: Mussari, Moody's incomprensibile ( Ansa ) Bruxelles, 27 giugno
La decisione di Moody's di mettere sotto osservazione il rating di 16 Banche italiane in vista di un possibile taglio, '' è
oggettivamente incomprensibile '':
Lo ha detto il Presidente dell'ABI Giuseppe Mussari.
'' Le Banche italiane non hanno mai avuto problemi, hanno fatto importanti capitalizzazioni '' ha aggiunto.
Per quanto riguarda la seconda tornata di Stress Test, Mussari ha ribadito che gli Istituti di credito italiani '' non hanno
nulla da temere ''.
Unicredit indecisa sul da farsi. Le incertezze non
mancano ( Trend.online ), 27 giugno di Alberto Susic
Il timido rimbalzo messo a segno da Piazza Affari non riesce a coinvolgere tutti i titoli del settore bancario
che procedono in maniera contrastata.
Tra quelli in rosso troviamo Unicredit che dopo aver avviato gli scambi in calo, è riuscito a cambiare
direzione di marcia, toccando un massimo a 1,389 euro, con un rialzo di quasi due punti.
Le vendite però hanno avuto la meglio in seguito, tanto che il titolo si è riportato al di sotto della parità e
ora sta cercando di risalire nuovamente la china.
Negli ultimi minuti si presenta a 1,364 €, sui valori del close di venerdì scorso e circa 270 milioni di azioni
passate di mano, a fronte di una media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a circa 365 milioni di azioni.
Non più tardi di venerdì scorso Unicredit ha lasciato sul parterre oltre cinque punti percentuali, scendendo
su livelli che non vedeva dalla fine di marzo del 2009.
Al pari degli altri protagonisti del settore bancario, Unicredit risente della crisi del debito sovrano in
Europa, con particolare riferimento alla Grecia e all’incertezza per il voto sul piano di austerità previsto
nel corso di questa settimana.
A ciò si aggiunga la decisione di Moody’s che nei giorni scorsi ha messo sotto osservazione in vista di un
possibile downgrade il rating di molte Banche italiane.
Per quanto la notizia fosse attesa, di sicuro non contribuire a migliorare il clima sul settore finanziario.
Altro tema importante che viene seguito con interesse dal mercato è quello relativo alle nuove regole di
Basilea, cui Unicredit è particolarmente sensibie.
Durante lo scorso week-end a Basilea è stato raggiunto un Accordo di massima sui requisiti di capitale
per le grandi Banche sistemiche, ossia quelle di dimensioni tali da provocare un contagio in caso di
difficoltà.
L’intesa prevede dei capitali aggiuntivi compresi tra l’1 % e il 2,5 % rispetto alle soglie stabilite da Basilea
3, a seconda dell’importanza sistemica della Banca, ed è previsto inoltre l’1 % addizionale al fine di
scoraggiare gli Istituti di credito ad accrescere molto la loro importanza sistemica.
Banca Etruria: D. G. Banca Del Vecchio, positivo polo Wealth
Management ( Asca ) Firenze, 27 giugno
A un anno di distanza dalla presentazione del Polo di Wealth Management di Banca Etruria '' oggi possiamo
fare un bilancio e valutare positivamente la fiducia accordataci dai Clienti, basata sull'affidabilità e su un
gestore dedicato alle loro esigenze, in termini di prodotti, consulenza e relazione ''.
Lo ha detto il Direttore Generale della Banca Federico del Vecchio, Vezio Manneschi, nel corso del
convegno, al Museo del Bargello di Firenze, dedicato alla Clientela Private del Gruppo Banca Etruria, per
analizzare con esperti del settore l'andamento dei mercati dell'oro e la gestione degli investimenti nei metalli
preziosi.
Maurizio Tassielli, responsabile Banche e SGR di Franklin Templeton Italia SIM ha affrontato il tema della
crescita economica dei mercati, differenziandola in base alle aree geografiche: da qui una serie di
considerazioni sull'attuale livello d'inflazione e sulle riserve monetarie ed auree mondiali.
Federico Baiocchi, Direttore Area Mercato di Banca Etruria, a sua volta, dopo un breve excursus
sull'andamento del mercato dell'oro, ha mostrato esempi concreti di investimenti in questo settore: il Gruppo
Banca Etruria ha infatti recentemente lanciato Oro Vero, un deposito che offre alla clientela proprietaria di
oro da investimento la custodia e l'amministrazione del metallo.
La chiusura dei lavori è toccata al Direttore Generale di Banca Etruria, Luca Bronchi che ha dichiarato: '' La
recente evoluzione del mercato dell'oro ci impone un'attenta analisi del ruolo dell'Italia e di quello degli
operatori professionali che devono gestire le mutate esigenze dei risparmiatori.
Nel nostro Paese - ha proseguito Bronchi - il mercato dell'oro per investimento è ancora giovane, ma
riteniamo che ci siano ancora potenziali di crescita ''.
Mediobanca, utile a 500 mln con svalutazione di Telco ( Milano Finanza ), 27
giugno
Mediobanca spunta un progresso modesto dello 0,77 % a 6,55 € stamani a Piazza Affari dopo che venerdì
scorso si è appreso da una fonte che nell'esercizio 2010 - 2011, che chiude a fine mese, si profila un utile
netto intorno ai 500 milioni di euro, contro un consensus di 570 milioni e un risultato netto di 401 milioni
dell'anno precedente.
Equita stima 440 milioni di euro, includendo la svalutazione per 130 milioni di Telco con Telecom Italia
svalutata da 2,2 € a 1,8 € per azione.
" Crediamo che i 500 milioni includano la svalutazione di Telco anche se ovviamente non sappiamo a che
prezzo ", precisano gli analisti che sull'azione hanno un rating buy e un prezzo obiettivo a 9,7€.
L'indicazione arrivata venerdì sembra quindi almeno coerente con le stime di Equita se non leggermente
migliore.
Invece stamani Intermonte ha ridotto le stime per l'anno fiscale 2010 / 2011 del 10 % per tener conto di un
minore contributo del trading, alla luce dei recenti sviluppi dei mercati finanziari, portando così la sua stima di
utile netto 2010 / 2011 di Mediobanca da 594 a 534 milioni di euro, cifra vicino alle indiscrezioni trapelate.
Il target price dell'azione passa così da 8,10 a 7,80 € ( rating neutral confemato ).
Intanto si va verso un Patto più leggero in Mediobanca, appare infatti sempre più probabile l'uscita di alcuni
soci esteri dal patto di Sindacato ( Santander con l'1,7 % e Sal Oppenheim con l'1,8 % ) che potrebbe
portare quindi a una riduzione della quota sindacata di Mediobanca ( oggi al 44,3 % ), opzione gradita al
management.
Allo stesso modo Commerzbank ( 1,7 % ), che come Sal fa parte del gruppo A dei soci bancari, non di quello
C degli azionisti esteri, non pare contenta di confermare la propria presenza, anche se la convinzione diffusa
è che finirà per rimanere.
Mentre tra gli azionisti industriali del cosiddetto gruppo B, il proprietario di Tod's, Diego Della Valle, potrebbe
esprimere la volontà di esercitare l'opzione a salire dallo 0,48 % al 2 %.
La partita per il rinnovo del Patto entrerà comunque nel vivo solo il 22 di luglio quando si riunirà il Direttivo e
l'Assemblea del Patto stesso.
Parmalat: adesioni OpA Lactalis al 2,10 % a vigilia Assemblea ( AGI )
Milano, 27 giugno
Alla vigilia dell'Assemblea degli azionisti di Parmalat le adesioni all'OpA promossa da Lactalis hanno
raggiunto il 2,10 % del totale dei titoli oggetto di Offerta.
Lo si legge negli aggiornamenti quotidiani della Borsa Italiana.
L'OpA di Lactalis, annunciata il 26 aprile scorso, ha per oggetto il 71,03 % del capitale sociale del Gruppo di
Collecchio; l'Offerta è partita il 23 maggio e si concluderà l'8 luglio .
Retribuzioni: Istat, invariate a maggio ( + 1,8 % su anno ) ( Asca ) Roma, 27
giugno
Le retribuzioni contrattuali orarie a maggio sono invariate rispetto al mase precedente, con un incremento
dell'1,8 % rispetto all'anno precedente.
Lo rende noto l'Istat.
Nel periodo gennaio - maggio, l'indice è cresciuto del 2 % su base annua.
I Contratti Collettivi Nazionali in vigore per la parte economica corrispondono al 65,3 % degli occupati
dipendenti e al 60 % del monte retributivo osservato.
Su base annua, i settori che a maggio hanno fatto registrare gli incrementi retributivi maggiori sono stati
tessili, abbigliamento e lavorazione pelli ( 4,1 % ) e i militari ( 4 % ), seguiti da forze dell'ordine ( 3,7 % ) e
vigili del fuoco ( 3,4 % ).
Gli aumenti più contenuti riguardano invece i Lavoratori dei ministeri, scuola, regioni e autonomie locali e
servizio sanitario nazionale ( 0,3 % ).
Poste: sconti Bancoposta vince premio miglior programma fedeltà
( Asca ) Roma, 27 giugno
Sconti BancoPosta è il miglior programma di fidelizzazione a livello internazionale.
A stabilirlo una giuria indipendente composta da società di ricerche di mercato ed esperti nel settore dei
sistemi di pagamento che ha assegnato al programma 2 riconoscimenti di rilievo: migliore programma
fedeltà nella categoria '' Best New Co-branded, Affinity or Loyalty Product '', per le caratteristiche distintive
della meccanica premiante e per la semplicità di accesso e fruizione per Clienti e Partner, e iniziativa di
marketing a maggior impatto di business nella categoria '' Business Focus '', per i significativi risultati
raggiunti nei primi 6 mesi dal lancio.
Il concorso, organizzato da VRL Financial News, società di ricerca e analisi specializzata nei financial
services, è un appuntamento annuale di riferimento per il settore dei sistemi di pagamento a livello
internazionale, che da oltre 20 anni premia gli Istituti finanziari più innovativi del calibro di Citibank, Deutsche
Bank, Barclaycard, HSBC, Mastercard e Visa.
Nestlè: rinnovato Accordo, Premio obiettivo + 20 % su triennio ( AGI )
Roma, 27 giugno
E' stata raggiunta l'intesa tra Fai-Flai-Uila e la Nestlè per il rinnovo dell'Accordo Integrativo 2011 - 2013 che
interessa gli oltre 3.500 Lavoratori del Gruppo.
Ne da notizia il Segretario Gazionale della Uila - Uil Pietro Pellegrini che sottolinea i principali contenuti
dell'Accordo.
Le retribuzioni dei manager bancari rimangono invariate ( Trend.online ), 27
giugno di Pierpaolo Molinengo
La UILCA ha pubblicato l’analisi curata dal suo Ufficio Studi sulle remunerazioni dei manager del credito nel
2010 in Italia, in cui sono stati considerati i CEO ( Chief Executive Officer ) e i Presidenti di 11 Gruppi
bancari quotati, mentre sono state escluse le società bancarie con focus prevalentemente nel risparmio
gestito e/o nel credito a medio lungo termine.
La ricerca, che rappresenta la quarta edizione di un lavoro iniziato prendendo a riferimento i dati del 2007,
evidenzia come il 2010 sia stato per il mondo bancario un anno di riposizionamento e di crescita, che ha
comportato un aumento dell’utile netto del sistema e una ridistribuzione degli sportelli bancari fra le varie
aziende.
In particolare lo studio della UILCA mostra come gli stipendi dei CEO siano 62 volte superiori allo stipendio
medio di un impiegato bancario, secondo un rapporto sostanzialmente invariato rispetto a quello registrato
tra il 2009 e il 2010.
In linea con il 2009 appaiono anche i compensi dei Presidenti delle Banche italiane, con una media 30 volte
superiore a quella dei salari del settore del credito.
Sommando i due valori si evidenzia che un CEO e un Presidente vengono remunerati mediamente come 92
dipendenti nel 2010, 90 dipendenti nel 2009, 102 dipendenti nel 2008 e 138 dipendenti nel 2007.
I compensi totali erogati ai CEO e ai Presidenti dei Gruppi bancari presi in esame dalla ricerca UILCA nel
quadriennio 2007 - 2010 sono stati di 129 milioni di euro, pari allo 0,35% dell’utile netto conseguito nel
periodo.
Le retribuzioni dei CEO nel 2010 sono complessivamente aumentate del 2,44 % rispetto al 2010, mostrando
una crescita della parte fissa ( emolumenti per indennità di carica ) del 7,04% e un calo del 21,74 % dei
bonus e di altri incentivi.
Contratti: Fiom, nessuna urgenza; non chiudere trattativa ( AGI )
Roma, 27 giugno
La Fiom dice ' no ' alla chiusura della trattativa con Confindustria sui Contratti.
E' questa, secondo quanto si apprende, la posizione delle tute blu della Cgil, espressa nel corso
del Direttivo della Confederazione di Corso Italia.
Il leader della Fiom ha detto di non essere d'accordo alla chiusura del tavolo e di " non capire
l'urgenza di un Accordo " in questo momento.
Sulla stessa linea Giorgio Cremaschi: " Dico no all'accordo con la Confindustria su cui Camusso
chiede il mandato perchè cancella il voto dei Lavoratori, apre alle Rsa, alle deroghe e alla
limitazione del diritto di sciopero e perché è un grave errore in questa situazione politico - sociale
tornare all'unità tra Cgil, Cisl e Uil " .
Contratti: Camusso chiede mandato a Direttivo Cgil a chiudere
trattativa ( Asca ) Roma, 27 giugno
Il segretario della Cgil, Susanna Camusso ha chiesto al Direttivo del sindacato, riunito presso la
sede di Corso d'Italia, il mandato a proseguire la trattativa sui Contratti con Confindustria e Cisl e
Uil.
Nel corso del suo intervento introduttivo alla riunione - secondo quanto si apprende - la Camusso
ha chiesto al Direttivo il mandato a proseguire la trattativa e se ci saranno le condizioni a
chiuderla.
La riunione del Direttivo, iniziata nel primo pomeriggio, è ancora in corso.
L'incontro tra i Sindacati e Confindustria per proseguire la trattativa è previsto per domani alle
ore 15 presso la sede della Foresteria di Confindustria a Via Veneto.
Integrativi, rendimenti incongruenti
( Italia Oggi.onine ), 27 giugno di Daniele
Cirioli
FondiPpensioni furbacchioni sui rendimenti.
Spesso, infatti, dimentichi delle norme di legge, hanno diffuso nelle note informative tassi di profitto
incongruenti con la realtà dei fatti o fuorvianti.
Entro il prossimo 30 giugno, pertanto, sono invitati a procedere alla verifica dei dati e a segnalarne
l'esito alla COVIP.
Lo stabilisce la stessa Commissione di Vigilanza nella nota protocollo n. 3311/2011.
La novità è emersa dalle operazioni preliminari che la COVIP sta effettuando per pubblicare sul sito
internet l'elenco dei rendimenti delle forme pensionistiche ( Fondi pensioni chiusi, aperti e PIP ), così
come previsto dalla circolare del 27 luglio 2010.
In pratica, dalle verifiche svolte nel corso dell'attività di Vigilanza, la COVIP evidenzia che in alcuni
casi è emerso che i rendimenti pubblicati nella nota informativa non risultano in linea con le regole
indicate nello schema d'informativa deliberato dalla stessa Commissione.
In molti casi le anomalie sono riconducibili a errori puramente materiali e alla mancanza di omogeneità
nell'informativa sui rendimenti resi all'interno delle diverse sezioni del documento e, in particolare, con
un'incoerenza tra i dati indicati nella scheda sintetica e quelli riportati nelle informazioni
sull'andamento della gestione.
In altri casi, è risultato che nelle note informative continuava la rappresentazione di rendimenti relativi
a frazioni di anno, soluzione che è invece contraria alle indicazioni della COVIP.
Ancora è stato riscontrato la rappresentazione dei dati al lordo della quota parte di rendimento che
viene trattenuto dalla Compagnia di Assicurazione ( si tratta di Fondi aperti e/o PIP ), quando invece il
dato da pubblicare è quello relativo al rendimento effettivamente retrocesso agli aderenti.
Per tutti i tipi di Fondi pensione, infine, la COVIP rileva la presenza di incongruenze, talvolta
significative, tra i rendimenti determinati sulla base dei dati trasmessi con le segnalazioni statistiche e
di Vigilanza e quelli riportate nelle note informative aggiornate al 31 dicembre 2010.
Al fine di una corretta esposizione dei dati, in conclusione, la COVIP invita i Fondi pensione a fare una
verifica dei dati e a comunicare gli effettivi rendimenti entro il prossimo 30 giugno.
Pensioni, deroga solo su istanza
( Italia Oggi.online ), 27 giugno di Carla De
Lellis
Per andare in pensione con le vecchie regole serve la domanda.
I Lavoratori in mobilità che vogliono avvalersi della deroga che consente di avere la pensione
in base alle regole vigenti al 31 dicembre 2010 ( ante riforma ), infatti, devono presentare
apposita istanza insieme alla domanda di pensione.
Lo stabilisce l'Inps nella circolare n. 90/2011.
Vecchie regole.
La novità scaturisce dall'ultima riforma delle pensioni, in vigore dal 1° gennaio 2011, introdotta
dal D. L. n. 78/2010.
Si tratta della deroga alle nuove regole di pensionamento, che consente l'applicazione quindi
dei vecchi requisiti di pensione, nel limite di 10 mila soggetti che maturano tali requisiti dal 1°
gennaio 2011 appartenenti alle seguenti categorie di Lavoratori:
a ) Lavoratori posti in mobilità ordinaria sulla base di Accordi stipulati entro il 30 aprile 2010;
b ) Lavoratori posti in mobilità lunga sulla base di Accordi stipulati entro il 30 aprile 2010;
c ) titolari di prestazione straordinaria a carico dei Fondi di Solidarietà al 31 maggio 2010.
La deroga, spiega l'Inps, riguarda soltanto le finestre di accesso al pensionamento e afferisce
perciò sia alla pensione di vecchiaia sia a quella di anzianità.
Conseguentemente, una volta perfezionati i requisiti di età anagrafica e contribuzione, i
Lavoratori collocati in posizione utile nella graduatoria dei potenziali beneficiari possono
accedere alla pensione di anzianità o vecchiaia sulla scorta delle regole previgenti ( al 1°
gennaio 2011 ).
La graduatoria dei potenziali beneficiari.
La deroga è applicabile nel limite di 10 mila soggetti da individuarsi mediante una specifica
graduatoria dei potenziali beneficiari.
Tale graduatoria, spiega l'Inps, è redatta sulla base della data di cessazione dell'attività di
lavoro svolta presso l'azienda che ha provveduto a collocare in mobilità ovvero in esodo i
Lavoratori.
La graduatoria, precisa inoltre l'Inps, è unica per tutte e tre le tipologie di Lavoratori
interessati.
Serve la domanda.
L'Inps spiega infine che la volontà di avvalersi della deroga deve essere manifestata all'atto
della presentazione della domanda di pensione.
Al fine di agevolare i Lavoratori, ai potenziali beneficiari l'Inps invierà una specifica
comunicazione sulla possibilità di accesso alla salvaguardia, immediatamente prima
dell'apertura della finestra di accesso al pensionamento.
La Germania apre le porte a manodopera qualificata ( Italia
Oggi.online 9, 27 giugno di Ettore Bianchi
Porte aperte, da parte di Berlino, alla manodopera qualificata proveniente dai Paesi
extracomunitari.
Si tratta, per la verità, di primi timidi segnali, che però sono significativi alla luce del problema
endemico accusato dalla Germania.
In particolare, mancano all'appello ingegneri e medici.
Proprio queste due figure, secondo quanto stabilito dal Governo federale, potranno essere
reclutate al di fuori del Vecchio continente.
Finora, invece, la priorità andava ai cittadini tedeschi e a quelli residenti nell'Unione.
D'altro canto, la scelta era obbligata.
I dati dicono che non sono occupati circa 73 mila posti di ingegnere.
L'istituto Iw di Colonia stima in 10 miliardi di euro il mancato guadagno per l'economia tedesca a
causa di questa situazione.
Inoltre gli ingegneri sono spesso indispensabili per assicurare l'innovazione alle imprese tedesche,
così da competere sui mercati internazionali.
E il futuro non appare certo roseo: stando ai calcoli del Governo, la popolazione attiva in
Germania dovrebbe scendere di 6,5 milioni di unità entro il 2030 a causa dell'invecchiamento e
del debole tasso di natalità.
I fautori delle frontiere aperte sostengono da tempo che tale penuria potrà essere colmata soltanto
attraverso l'immigrazione.
Ecco perché la misura voluta da Berlino è apparsa a molti insufficiente.
Insomma, bisognerebbe liberalizzare ancora di più gli ingressi.
Di questo avviso è il Ministro dell'Economia, Philip Roesler, liberale, secondo il quale non basta
contare sulle risorse interne.
Il Ministro del Lavoro, Ursula von der Leyen, ha detto che bisognerà presto riflettere
sull'abbassamento a 40 mila euro del limite salariale minimo di 66 mila euro attualmente
necessario per ottenere un permesso di soggiorno.
La FDP propone un sistema a punti simile a quello australiano.
Ma la Cancelliera Angela Merkel non vuole saperne di aprire velocemente le frontiere.
Per ora, quindi, prende tempo.
Se ella ha dichiarato che arriveranno altre misure per favorire un'immigrazione selezionata, ha
anche caldeggiato lo sfruttamento del potenziale tedesco: disoccupati, persone anziane e donne
inattive.
In questo modo si è guadagnata il consenso non soltanto dell'ala conservatrice della sua
coalizione, rappresentata soprattutto dalla Csu bavarese, ma anche dei Sindacati che temono
l'invasione di immigrati a buon mercato.
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