residenziale a milano

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RESIDENZIALE A MILANO
Integrato a una pre-esistenza storica, ma
“disordinata”, l'edificio cela complessità
compositiva e strutturale. Di Westway
Architects, emergenti e … italiani
silvio pappalettere
L’
edificio di viale Monte Grappa 16 a Milano è inserito in un contesto urbano di impianto ottocentesco ma eterogeneo dal punto di vista costruttivo. A causa delle condizioni di avanzato
degrado e in attuazione del piano di recupero (PR1) previsto dalla Variante al PRG vigente
(Zona B di recupero R.9.15), l’intervento è stato impostato sulla demolizione del fabbricato residenziale
esistente (1882) e la sua ricostruzione in ottemperanza ai vincoli vigenti: allineamento con le altezze degli
edifici adiacenti su strada e mantenimento di alcuni parametri compositivi originari (tipologia a corte con
case a ballatoio, partitura della facciata principale a tre piani, posizionamento del passo carraio, dimensioni della corte interna e muri perimetrali con le proprietà confinanti).
modulo pAROLE CHIAVE
Edificio residenziale – Milano – Demolizione Ricostruzione – Classe A CENED –
Pannelli fotovoltaici – Geotermia – Pannelli radianti – Pompe di calore – Sistema
domotico - Westway Architects Roma – Luca Aureggi – Maurizio Condoluci Progetti & Strutture, Milano
Il nuovo edificio si compone di due piani interrati a garage, del piano terra a destinazione commerciale e di corpi di
fabbrica da quattro a sei piani a destinazione residenziale, per un totale di 25 appartamenti di diversa dimensione
e tipologia (simplex, duplex e triplex), tutti con balcone o terrazzo di pertinenza, in parte piantumato e affacciato
verso la corte interna. La facciata principale, che è suddivisa orizzontalmente in tre fasce con diversa materialità
-bugnato cementizio, muratura a intonaco e vetrata a doppia pelle- riprende la scansione delle aperture del fabbricato originario e l’altezza degli edifici attigui, allineandosi ai rispettivi cornicioni. Il quinto e sesto piano, completamente vetrati e arretrati di due metri rispetto al filo di facciata, risultano perimetrati da grande cornice in pietra che
da una parte riprende, enfatizzandolo, l’elemento architettonico di chiusura degli edifici confinanti, dall’altra rende
evidente la matrice contemporanea dell’intervento. Dal punto di vista funzionale rappresenta la zona dell’edificio
dove sono concentrate le unità abitative su più piani. Dall’ingresso principale su strada, in posizione centrale rispetto alla facciata, si accede alla corte interna che è stata strutturata come piattaforma coperta per i percorsi alle
attività commerciali del piano terra, e ai piani superiori come affaccio “verde” dei prospetti interni. Il lotto, originariamente chiuso da quattro alte pareti, ora si presenta aperto e articolato da corpi di fabbrica di diversa altezza, con
facciate interne caratterizzate dal rivestimento in legno fino al terzo piano e in pietra di Bedonia dal quarto al sesto
ma anche da elementi aggettanti di grande trasparenza o ricoperti di vegetazione.
Alla funzione di fulcro distributivo dei vari collegamenti orizzontali e verticali (due vani scala con ascensore) è stata
associata anche quella di spazio pubblico di aggregazione e di sosta per la presenza di due grandi alberi che, oltrepassando le ellissi in copertura (a quota + 4 metri), diventano parte del verde del terrazzo soprastante.
Attorno alla corte sono distribuiti tutti gli appartamenti accessibili dai ballatoi, con parapetti in vetro e ringhiere in
ferro, che ripropongono lo schema ottocentesco, ma in forma privata (con porta d’accesso) e utilizzabile come
spazio esterno abitabile.
Gli appartamenti, che si differenziano per dimensione, tipologia e distribuzione, sono caratterizzati da una grande
luminosità interna, da finiture di pregio (pavimenti in legno a listoni, rivestimenti in grés porcellanato) e da alcuni
elementi di design contemporaneo (pareti vetrate, cucina, arredi e sanitari dei bagni).
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Un progetto di mediazione tra i vincoli spaziali del
lotto e l’obiettivo di comporre tipologie diverse nella
riproposizione, in chiave moderna, di un impianto a corte
tradizionale
I
l progetto costruttivo e quello impiantistico dell’edificio sono stati realizzati con i precisi obiettivi di
ridurre l’impatto ambientale e il consumo energetico per ottenere la certificazione energetica CENED
in Classe A. L’integrazione fra le varie componenti dell’edificio, strutture, serramenti ad elevato taglio
termico e impianti ad alta efficienza energetica (pannelli fotovoltaici e geotermia a bassa entalpia con
pompe di calore, pannelli radianti a soffitto e sistema domotico avanzato) ha portato al raggiungimento
degli obiettivi prefissati, in base alle normative vigenti, (il fabbisogno energetico dell’edificio è pari 21,18
kWh/m²a) ma anche a garantire il miglior comfort termo-igrometrico interno.
La struttura portante dell’edificio è stata realizzata in setti, pilastri e solette in c.a., mentre la fondazione è
costituita da una platea in c.a. e, a perimetro al lotto, da una berlinese in micropali d’acciaio. Dal secondo
livello fuori terra parte la struttura di pilastri in acciaio e solai pieni in c.a. Le murature di divisione dei piani
interrati sono in blocchetti di cemento prefabbricati faccia a vista REI 120 con giunti stilati a vista per le
fughe (REI 120 in caso di necessità), mentre le murature portanti sono invece in c.a. Il tamponamento
esterno è costituito da una muratura a cassa vuota con doppia parete in mattoni forati, a cui è stato interposto un isolante termico in polistirene espanso estruso con camera d'aria.
I muri di separazione tra gli appartamenti presentano un’anima in laterizio alveolare e fodera in doppia
lastra di gesso rivestito con interposto materiale isolante. Le pareti divisorie interne sono invece in doppia
lastra di gesso rivestito, struttura metallica e isolante in materiale fibroso. L’inserimento nelle solette dei
vari piani, nelle pareti esterne e in quelle di confine fra gli appartamenti, del pacchetto isolante con elevate
caratteristiche termoacustiche ha consentito di ottenere un migliore confort ambientale interno mentre
per l’eliminazione dei ponti termici si è optato alla coibentazione esterna di tutte le parti in c.a.
Per quanto riguarda la copertura è stata realizzata una struttura portante con travi in calcestruzzo armato
e tamponamento inferiore a falde comprensivo di controsoffitto in cartongesso successivamente rivestita
con un manto in zinco titanio grigio chiaro, opportunamente coibentato dal punto di vista termico e
acustico. Le scale di collegamento ai vari piani presentano lo stesso rivestimento in pietra naturale utilizzato per il pavimento e le pareti dei pianerottoli così come delle parti comuni; alla pietra è stata integrata
la boiserie in legno, che a sua volta ingloba il portoncino d’ingresso ai vari appartamenti. Tutte le pavimentazioni interne ed esterne (zone di collegamento, balconi e terrazzi) sono state posate su un pacchetto
composto da massetti di sottofondo in sabbia e cemento e da materassino in gomma vulcanizzata che
garantisce l’isolamento acustico dalle vibrazioni e dal rumore di calpestio. Finestre e porte-finestre di tutti
i prospetti sono in legno a taglio termico con vetrocamera (4/12/3+3) in doppie lastre stratificate con
interposta camera d'aria, complete di scuri in legno apribili ad anta.
Per quanto riguarda la pavimentazione degli appartamenti, zona giorno, camere e disimpegno notte sono
rivestiti in parquet prefinito a listoni (14x140x1200mm) in essenza di rovere con finitura spazzolata.
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Progetto architettonico e direzione artistica di Westway Architects, RomaMilano Luca Aureggi Maurizio Condoluci. committente Monte Grappa S.r.l.
cronologia progetto: 2010 concorso a inviti. realizzazione gennaio 2011luglio 2013. tipo di intervento demolizione con ricostruzione. direzione
lavori e progetto strutturale Progetti & Strutture, Milano. progetto
impiantistico Ai Group, Torino. certificazione energetica e controllo qualità
Conteco, Milano. impresa esecutrice Italiana Costruzioni S.p.A. rivestimento
facciate in pietra di Bedonia CFF Filiberti, Bedonia (PR). elementi isolanti ponti
termici Schöck Italia (BZ). Monoblocco Roverplastik, Trento. pareti a secco
Gyproc Saint Gobain Italia, Milano. disegni Westway Architects. Fotografie
di cantiere 2010-2011 Westway Architects. fotografie 2013 Moreno Maggi
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Integrazione e innovazione di punta: declinati in un edificio
tutte le best practises della progettazione impiantistica
sostenibile ed efficiente
I
l riscaldamento, il condizionamento e la produzione dell’acqua calda sanitaria sono centralizzati con
pompe di calore (ubicate nella centrale tecnica al secondo piano interrato su viale Monte Grappa),
condensate con l’acqua delle sonde geotermiche, in grado di produrre acqua calda a temperatura
adeguata con rendimenti elevati (COP=5) e basso consumo di energia elettrica.
In copertura è integrato l’impianto fotovoltaico per la fornitura dell’energia elettrica necessaria al funzionamento degli impianti.
Il sistema di riscaldamento invernale e di raffrescamento estivo dei singoli appartamenti è costituito da
pannelli radianti a soffitto, del tipo modulare in cartongesso coibentato con la stessa finitura del controsoffitto, ricambio d’aria attivato con recuperatore di calore e inoltre sono dotati di centraline di contabilizzazione del calore che viene prelevato dall’impianto centralizzato.
Il sistema di pannelli radianti a soffitto permette, grazie alla bassa inerzia termica, una programmazione
oraria dell’impianto in base alle esigenze delle singole unità abitative.
Tutti gli appartamenti inoltre sono dotati di un avanzato sistema di domotica, grazie al quale è possibile
impostare scenari, ma anche gestire e controllare, tramite tablet, l’illuminazione, i carichi elettrici, l’impianto antintrusione (con tecnologia a contatto sugli infissi perimetrali e con rivelatore volumetrico a
doppia tecnologia per soggiorno e disimpegni), di riscaldamento e raffrescamento. In ogni singola unità
abitativa, inoltre, sono stati installati satelliti d’utenza (completi di linee per il controllo centralizzato)
che consentono la contabilizzazione dell’energia termica, frigorifera, dei consumi dell’acqua potabile e
dell’acqua calda sanitaria.
per cortesia Roverplastik
Caratterizzata da un grande numero di aperture, le criticità
rappresentate dal foro finestra sono state risolte sotto il
profilo termico e acustico
S
ono132 i fori finestra di questo edificio. Un dettaglio, quello delle aperture, fondamentale nel
bilancio energetico, sotteso al serramento e al quale, talvolta, non viene dedicata sufficiente attenzione. I progettisti, insieme all’impresa, hanno individuato sistema per persiane a impacchettamento, composto da spalle laterali, soprabancale e sottobancale realizzati con polistirene espanso estruso (XPS) a cellule chiuse e fibrocemento RoverBlok Energy prodotto da Roverplastik. L’edificio di Viale
Monte Grappa è caratterizzato da due tipologie di facciata: quella principale è a cappotto ed è arricchita
esteticamente con cornici in pietra volte proprio a valorizzare i fori finestra. La facciata della corte interna,
invece, è ventilata. Il progetto coordinato ha consentito di risolvere e collegare il foro finestra ai vari elementi di finitura, sempre garantendo elevate prestazioni acustiche e termiche.
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modulo
lo chiede a
Westway Architects
Luca Aureggi
Maurizio Condoluci
Modulo: L'esito della facciata rivela una notevole
attenzione al dettaglio compositivo. Quali sono
state le premesse progettuali sotto il profilo formale, al di là dei vincoli paesaggistici e dell'obbligato
rispetto delle quote?
Luca Aureggi, Maurizio Condoluci: Il Piano di
Recupero era stato ben concepito e dettava delle
condizioni intelligenti. L’edificio era stato il primo
a essere costruito sul fronte di viale Monte Grappa
ed era il più basso. Il nostro primo obiettivo è stato
quello di riprendere il filo delle gronde e degli
edifici esistenti rendendo la cortina più leggera
nel suo insieme.
Ci siamo allineati con i primi 3 piani, progettando
un’addizione armonica sia con la preesistenza
(peraltro demolita) sia con gli edifici confinanti.
Siamo riusciti a ottenere questo risultato contrapponendo la massa piena che abbiamo “insediato”
in luogo e a somiglianza dell’edificio demolito e
i due piani sovrapposti che dialogano come una
massa “svuotata”, definita dal cornicione moderno. Lo svuotamento totale del lotto ci ha reso
indipendenti nei confronti degli edifici limitrofi.
Abbiamo definito il progetto con nuove partizioni
murarie.
Modulo: L’eterogeneità della proposta distributiva è molto particolare, non ci sono moduli che
si ripetono …
Luca Aureggi, Maurizio Condoluci: Il lay out
complessivo e le scelte distributive ci hanno consentito una notevole flessibilità in tutte le scelte.
La differenziazione delle tipologie è l’elemento
che caratterizza tutto il progetto. L’edificio è in
classe A e il progetto impiantistico si è avvalso di
tutte le tecnologie più avanzate e della massima
innovazione, climatizzazione radiante a soffitto,
allineato ai canoni della progettazione di punta
milanese.
La complessità del lotto è stata la vera sfida, il
contesto per creare, per scegliere di “lavorare” con
tipologie distributive tutte diverse, mono, duplex
e triplex, creando situazioni abitative coerenti con
gli spazi a disposizione.
Rigoroso, rispettoso, in Classe A … soprattutto un
bell’edificio. Via Monte Grappa a Milano si può definire
semplicemente così. Abbiamo rivolto qualche domanda a
Westway Architects …italianissimi, di Roma.
Modulo: L’edificio esistente era una tipica casa
di ringhiera milanese. Voi avete ripreso l’impianto
concettuale nello sviluppo planimetrico. Quali sono
state le altre scelte compatibili con l’impianto
pre-esistente?
Luca Aureggi, Maurizio Condoluci: Quando
siamo intervenuti l’edificio era al limite del crollo
immediato, ma conservava una sua poeticità che
noi abbiamo voluto restituire con scelte precise:
tutti i soggiorni, per esempio, si affacciano su
logge molto ampie. Agli appartamenti che affacciano sui due fronti laterali si accede dalla balconata di ringhiera. Il fronte interno è esposto a nord.
Il materiale di rivestimento individuato, la pietra
di Bedonia (cava vicino a Parma), è più uniforme,
meno venata della pietra classica usata nel milanese ed è stata utilizzata nei tre piani superiori.
Nei primi due piani abbiamo scelto di rivestire la
facciata con pannelli compositi di legno proprio
per smorzare e comporre cromaticamente il grigio
della parte superiore della facciata.
Modulo: L'addizione dell'ultimo piano ha rappresentato una notevole complessità strutturale?
Luca Aureggi, Maurizio Condoluci: A livello strutturale il grande cappello di copertura è
mascherato dal cornicione che cela la grande
trave vierendeel che corre per 30 metri. Il solaio
è sospeso alla trave e non ci sono pilastri puntuale
di struttura. La sensazione è quella di abitare in
un loft. La nostra idea è stata quella di utilizzare
una trave a guisa di ponte ferroviario, schermata
dall’aggetto.
Modulo: E le opere di cantiere? Vista la situazione, sarà stato necessario anche il “progetto
del cantiere” …
Luca Aureggi, Maurizio Condoluci: Si è in
effetti trattato di una cantierizzazione complessa,
le gru spuntavano dai “buchi” dell’atrio e tutta la
corte è stata utilizzata per ospitare le macchine
di cantiere. In ogni caso non c’erano alternative
visto che il lotto di edificazione era completamente
intercluso tra gli edifici confinanti.
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