le contromarche siciliane della seconda guerra punica

LE CONTROMARCHE SICILIANE DELLA
SECONDA GUERRA PUNICA
Giovanni Sanselli
G razie alle sq uisita cortesia di un cu llore della sc ienza numismatica d ' Oltralpe l ho pot uto esa minare alcune
co ntromarche (figg . da n. I a n. 4), di tipo non altrime nti nolo, che appo rta no interessanti informazioni sull'ancora
poco conosciuto fenomeno delle monete emesse in Sic ilia, da i cartaginesi e dai loro alleali , dur ant e la seconda
guerra punica (218-201 a.C)
LE CONT ROMARCHE
n. I
fi g. l
Co ntro marca : Protome di l. eone Q d .• sopra cla va:
$ rom 15 applicata al RI
MUllela di base:
DI: Tes ta laureata di A pollo a s.
R/: D ìoscuri che ca valcano verso d.• ;1/ esergo IYPA KO ~:J ON
Rif. : CNS 2 205 p. 415111
Peso: s 11.32
n.2
fi~.
2
Co ntro marca: Protome di L eone a d., sopra c/o. \"o.
lfJ mm 12 applicala al RJ
Moneta di base:
D/ : aquila su preda a d..
RI: Granchio. sotto gambero.
Ri f. : CN S nn. IO e succo J p. 16511 c sc gg.
Peso: g 25,87
n. 3
Mm. ETt: A ~TI CHE
0. 37 - C"'ooai ui Febbralo 2008
7
Contromarca : Protom e di L emie a d.; sopra clava,
<Il mm IO-I l applicata al (?)
Moneta di base:
0 /: illeggibile,
Rt: ìllegg ìbì ìe.
Rif.: la moneta. molto ova lizzata. misura mm 18 x 22 e. co mpletamente illeggib ile, non presenta clementi idone i alla sua
identificazio ne.
Peso : g 6.71}
n. •
Contromarca: Protome di Leone che ba lza w!rso d., souo lilla lancia, !J,"opra <IlIAmnoy
<1) mm 12 applicala al DI
Mo neta di base:
DI: Tes/a di Poseidone a s. COli i capelli cimi da una benda
R/: Trident e ornafO Ira due de ìfìni. ai lati del manico IEP ~2N OI
Rif.: CNS 194 p. 369J11
Peso: g 8
E LE~ IE IH llJfI Ll I 'E R
LA IlATAZ IO:'iE
n. l
n.2
n.3
fig. 5 · ra ffronto delle co nt ro marche" nn 1, 2 e 3
È innanzituuo interessante rilevare che le tre contromarche leone e cla va sono state applicate su monete
eme sse a moltissimi anni di distanza l' una dall'altra' , infatti, mentre la moneta di base della n. 1, in discreto stato di
co nservaz ione, è databile al periodo intercorrente tra la morte di Icronimo (2 14 a.C} e l'occupazione di Siracusa da
parte dei Romani (2 12 a.Ci), quella della n. 2, per altro 1110lto usurata, risale a prima de14 05 a.c. n raffro nto di fig.
5. poi, co nsente di constatare agevo lmente come le tre co ntromarche rappresentino esattamente lo stesso soggcno,
per di più realizzato con stili molto simili tra di loro: tutte e tre evidenziano la clava nella stessa posizione di fianco
alla testa del leone, e la resa grafica della testa e del la criniera è esattamen te la stessa. Ne consegue che le co ntromarche non possono che esse re state applicate tutte nello stesso momento che, come è sugge rito dalla mo neta più
recente, è necessariamen te posteriore alla mo rte di leronimo (214 a.Cc).
La contromarca n. 4, impressa su una mo neta di 1erone Il, è stata ragionevolme nte applicata dopo che la
moneta di base era stata messa fuori corso, provvedimento che può essere stat e preso o da Gero nimo nel 215 a.c.,
subit o dopo la mo rte del gra nde sovrano, o, più probabilmente, nel 214 a.C. dai pretori che hanno preso il pote re a
Siracusa dopo l' uccisione di Gero nimo. In un caso o nell'altro il mo mento de lla co mromarcatura risulta sos tanzialmen te co ncom itante co n quello dell'altro tipo di contromarca.
INT ERI'R ETAZIO NE il EI SIM IIOLI
Il soggetto del Jccne COll sop ra la c lava, richiama facilmente alla memoria monete usualment e attribu ite al
tempo di Aga tocle (317-28<J a.C} e con l' etnico sia di Siracusa (fig. 6) , sia di Mcssuna (fig. 7), tuttavia, co me abbiamo vis to, le controma rche sono posteriori di almeno 75 anni e perciò non possono ce rtamente essere ricond ottc
ad Agatocle .
8
!l IOlliH E A~Tll 'IlE
n. 31- r.., nnll ill/'t·.,hb.,.io 2lHIS
fi g. 6'
fig. 7'
La corretta inte rpretaz ione vie ne suggerita dalla n. 4, infatti, i due tipi di contromarche sono acco munati,
oltre che dal periodo di em issio ne. anche dalla prese nza della proto me d i leone, e si differenziano solo perc hé in un
tipo il leone è accom pagnato dalla clava, mentre nell'a ltro dalla sc ritta (1)IAmnOy.
L' interpretazione d i (1)IAl n n Oy è particolarme nte agevo le perch é, co me vedre mo successiva men te, è storica mente acce rtato che Filippo V di Macedonia fu effe ttivame nte co invo lto, al fianco di Cartagi ne, nella Il guerra
punica. Il Icone, al con trario, non può essere rico ndotto a Filippo V, perché egl i non ha mai utilizzato questo simbo lo sulle sue monete. Le monete del re maccdone si distinguevano, invece , per la clava che campeggiava sul R! (fig.
8) e che evide nziava la discendenza dinastica da Alessandro il Grande che, a sua volta, si dichiarava er ede d i Eracle.
fig. 8 - did ra mm a di Filippo V d i Macedoniall
fig. 9 - tet r adramma ca r ta gmese "
Il leone, per altro, identificava solitamente l' Africa e, per estensione, Cartagine, di cui è sta to effett ivamente uno dei simboli rapp rese ntativi utilizzati sulle monete (fig. 9). L'autorità emi ttente indicata dalla simbologia della co ntroma rca, perci ò, risulta essere co mposta da Filippo «(I>IAm n OY) e da Car tagine (il leone), ovv ero con tromarca applicata congiuntamente dai due alleati.
Il messaggio del leone C Oli clava, che caratterizza l'a ltro tipo d i cont romarca (nn 1, 2 e 3), è esa ttamente lo
stesso, solo che in q uesto caso il basile o macedo ne è identificato non dal nome ma dalla clava, che, co me abbiamo
visto , era il simbolo identificativo che impiegava sulle sue mone te.
In entrambi i casi, quindi, si tratta di una mo netazione che traeva origine dall' alleanza fra Filippo V e Cartagine duran te la Il guerra punica, alleanza che, come ved remo più avanti , ha puntuale riscontro nelle fonti storiche.
Resta da agg iungere che due tipi d i co ntromarche con il medesimo sig nificato, emesse nello stesso periodo, co me
docu mentano le monete di base della n. l e della n. 4, non possono essere che due mo menti dello stesso fenome no.
I L PERIO DO ST OIU CO
Siracusa
Dopo un breve periodo, all' inizio dci regno , in cui lerone Il fu alleato di Cartagine, per ci nquanta an ni e fino alla morte il basileo tenne stabilme nte e fedelmente Si racusa al fianco d i Roma. Alla sua mo rte gli successe il
nipote quindicenne leroni mo'", Sape ndolo dissoluto, vizioso e inada tto a gove rna re, Ierone Il " lasciò quindici tutori
al fa nci ullo, ai quali, mo rendo, rivolse la preghiera che mantenessero inviolata la fedeltà al popolo roma no che egli aveva conservato come sacra per cinquant'anni e che inducessero il gio vane ti seguire soprauutto le sue orme e
i p rincipi in cui era stato allevato. n., Primi tutori furono nominati Ad ranodo ro e Zoippo, mariti il primo di una figlia d i Iero ne Il e l'a ltro di una sorella d i leronimo, che parteggi avano per Cartagine. lero nimo, eb bro di po tere,
prese a vivere in modo sfarzoso, accompagnando questo atteggi amento co n un contegno estrema mente arroga nte,
con lussuria senza precede nti e co n disuman a crudeltà, così che il terrore ca lò sulla città e alcuni tutori si suicidarono, pe r non cadere fra le gri nfie del Tiranno. Dopo aver tortura to e ucciso Trasone, uno dei tutori più prestigiosi
che, parteggiando per Roma, si opponeva a ogni cambia mento di indirizzo politico, accusandolo d i aver partecipato
a una congiura contro di lui, leronimo mandò amba sciatori ad An nibale il quale, q uando li congedò, li fece accompag nare dai fratelli Ippocrate ed Epicid c'f che avevano l'incarico di trattare l'alleanza tra Car tagine e Siracusa. I
due era no nati a Cartagi ne da madre cartaginese, ma erano di origine Siracusana, essendo il nonno esule di questa
città. L'alleanza fu rapidamente concl usa, ma Ippocrate ed Epicide, su ord ine di An niba le, resta rono a Siracusa al
fianco del tira nno" .
~tm;ETt:A~ lI n l .:
n. 37 - G cn Jllljn/ f<'d,h l1lio 20011
9
Mandati avanti Ippocrate ed Epicide, co n un contingente di 2.000 uomi ni per ciascuno, per assalire le città
che erano pres idiate da guarnigion i romane, leron imo si spostò a Leontini con il resto del suo esercito che co ntava
15 '()()(} uomini e fu lì che il Ti ranno ven ne ucciso da una congiura, cui pre se par te anche un adde tto alla sua g uardia
del co rpo l".
Dopo l' assassinio di Ieronimo, i due frat elli chiesero ai Siracu sani di poter ritornare da An niba le, in quanto
ass eriva no di aver co llabo rato co n il tiranno so lo perché così era stato loro o rdinato dal co mandante cartaginese. Il
permesso fu accordato ma, in attesa di potersi reca re a Locri, a raggiungere l' esercit o di Magone e he vi era stanziato, cercaro no di convince re i Sìr acusan i a tener fede all'a lleanza con Cartag ine e in tal senso so billaro no so prattutto
i soldati e i diserto ri, questi ultimi composti in massima parte da marinai ro mani. Nel frattempo il Senato c g li c uimati di Si racusa brigavano per il riavvicinamento a Roma l5 •
Conti nuò a lungo la lotta, spesso oscura. che opponeva la fazione che parteggiava per i rom ani a q uella che
sosteneva i ca rtagi nes i, a questa si acco mpagn ò e si inters ecò quella per il co ntrollo dell a città che portò, alla fine,
al mas sac ro di tutti i memb ri della famigli a reale 1" ,
Venne, infine , il g iorno stabilito per i com izi in cui dovevano essere eletti i pretori, e, tra la so rp resa generale, fra gli ele tti vi furono anche Ippocrale ed Epicidc , che furo no impos ti da una faz ione particolarmente tum ultuosa dell ' assemblea. Obie ttivo della maggioranza della nuova di rige nza era quello di riavvici nare la città a Ro ma,
abbandonando Ca rtagine, ma, qu ando si sparse la notizia delle trat tati ve in corso, i due invi ati d i A nnibale "rinunciarono a qualsiasi prudenza e fonnutavono accuse ora presso i mercenari ora presso i disertori che si voleva consegnare Siracusa ai Romani."17. Nonos tante gli sforzi profusi dai due fratelli, tuttavia. alla fine ebbe la meglio la
fazio ne filo- romana e si mandarono ambasc iatori per stipulare la pace co n Roma".
Pochi giorni do po, a S iracu sa venne ro ambas cia tori da Lcontini per ch iedere un presid io per il loro territorio e l'occasio ne parve favo revo le per allontanare dalla ci tt à i filo-cartagines i più faci norosi e i loro capi. Fu così
che al pretore lppocrate fu ordi nato di anda re a Leontini al coma ndo dei d ise rtori " e siccome si aggregarono anche
molti dei mercenari, si raggiunse W l totale di quattromila uomini ." Da questa base e con qu este forze "lppocrate
cominciò a devastare le campagne confi nam i CO" la ZOlla di operazioni romana dapprima C0 1/ incursioni ctandest ìne; poi quando Appio mandò w / presidio a difendere le terre de};1i alleati, attacc ò con tutte le sile fo rze 11I1 posto
di guardia avanzato fac endo gran strage degli occupanti? Naturalmente i romani avanzarono formale pro tes ta
contro Siracu sa. pretendendo che lppocrate ed Epicide venissero allontana ti non so lo da Siracusa. ma da ll' intera
Sicilia. Epicide, sentendo mon tare il malcont ento nei suoi confro nti, abbando nò Sirac usa e ragg iunse il fratello a
Le onrin i, dove, assieme, istigarono il popolo di quella ci ttà a d istaccarsi da Siracu sa e a schierarsi con tro i Ro mani,
l
provocand o così l' intervento armato degli uni e degli altri. '"
I Rom ani marciarono su Leontini e la presero al primo assalto, dopo di che giu stiziarono i circa 2.000 di ser tori che vi si trovavano . Ippoc rate ed Epicide si rifugiarono nonetempo a Erbe sso, mentre l' ese rcito siracusano, che
stava sopragg iungendo, fu fermato da un messaggero che annunciava la presa de lla città e la men zogncra not izi a
che tutti gli ab itanti maschi d i Leonti ni erano stati trucidati, mentre, in rea ltà, lo era no stati so lo i disertori ro mani.
L' esercito siracusano si mo sse dap pri ma verso Megala e po i verso Erbes so per conquistarla. Rima sti senza alte rnative, Ippocrate ed Epicide si presentaro no a un gruppo di 600 mercenari cretesi che mi litavano nell'eserci to sirac usano e che assicurarono loro che li avrebbero difesi e avrebbero affrontato assieme a loro qualsiasi sorte. Secondo
Tito Livio, q uest i mercenari aveva no un de bito di riconoscenza verso i Cartagi nesi perché An nibale, dopo averli
fatti prigion ieri nella battaglia del T rasimeno, li avevo lasci ati liberi. Quando sopraggiunse il grosso dell'e sercito
Siracusano i pre tori "Chiedevano Wl poco a tutti che modo di comportarsi fosse quello, con quale permesso i Creresi si mettessero a parlare coi nemici aggregandoli anche alla propria schiera senza l'autorizzazione dei pretori:
poi diede ordine di arrestare e mettere in catene lppoerate. Ma a queste parole si manifestò subito un tale baccano
da parte dei Cretesi - cui subito risposero anche altre file della colonna - che i pretori avrebbero dovuto temere
per la loro persona se avessero insistita nel loro ordine." Co n menzog ne, lppocrutc ecci tò ulterio rm ente g li animi
dei merce nari contro i pre tori che fuggiro no a Siracusa , po i i mercenari si scagliarono cont ro i soldati sirac usani,
che sarebbero stati massacrati se Ippoc rate ed Epicide non avesse ro placa to gli animi. Dopo di ciò Ipr,oc rate mandò
a Si racu sa un messaggero, de bitamente istrui to, a conferma re le false notizie sui massacri di Leonti ni' ",
Approfittando dci momento favorevole, della gratitudine dei parenti di quei soldati che erano stati salvati dall' ira
dei mercenari, e di tu tti quelli che parteggiavano per Cartagine, Ippocrate ed Epicide si impadronirono di Siracusa e massacra rono tutti i pretori che non aveva no fallo in tempo a fuggire. "Il giorno dopo furono affrancati gli schiavi e furono
liberati quelli che erano in carcere: da questa accozzaglia di gente furono eletti pretori /ppoerate ed Epicide." ~1 E fu c0sì che Siracusa, guidata da due cartaginesi, si schierò definitivamente al fianco di Cartagine contro Roma .
Successivame nte, "Nella convinzione ... che Siracusa pot esse essere difesa belle da una parte soltanto dei
suo i effe ttivi, avvenile l illa ripartizione dei compiti di guerra: Epicide rimaneva ti difesa della città, lJ;pocrate sarebbe al/dato a congiungersi con tmilcone per portare guerra colllro il console romano (Marcello). ,,~•
10
.\ l o ~ I:."l:
A:"oT ICH l:
n. J7 _ (;rnnllkWhbbnl io 2008
•.......10
ti~. lO - Akra ga s ( '!): she ke l d ' a rJ,:cnto!.l
Ii ~, 11 - A kragas ('l) : V. d i she kel d ' a ~ent o24
Ben presto Sira cusa fu cinta d 'assed io, tutt avia " ... Marcello all'inizio della primavera era stato incerto se
trasfer ire la ~lIerra ad Agrigento contro Imi/colle e Ippocrate o continuare a tenere Siracusa sotto la pressione
dell'assedi o, anche se si rendeva beli como che COli Wl assalto non l'avrebbe mai presa dato che il sito natura/e
era inespugnabile per terra e per mare; e flon l'avrebbe fatt a cadere neppUlL l ,a fam e visto che i Cartaginesi la rifo rnivano di viveri CO I/ quasi asso/ula libertà."
Alcuni tent ativi d i prend ere Siracusa sia co n la fo rza sia con il tradi men to furono infruttuosi, ma fi nal me nte
" Iln tale Damippo da Sparla, inviato da Siracusa a/ re Filippo, era stato catturalo dalle navi roma ne; anche a Epicide premeva molto ottenere i/ riscatto di costui e Marcello non si dimostrò contrario perché già allo ra i Romani
cercavano l'amicizia degli Etoli15 di cui erano alleati gli Spartani.r" Fu durante gl i incontri per queste trattative,
che si svo lgevano en tro le mura di Sirac usa, che un roman o riuscì a individuare un punto debo le nelle fortifica zion i
da cui fu possibile con quistare una parte de lla città, dand o così l' avv io alla caduta di Siracusa.
Filippo V di Ma cedonia
Succeduto nel 22 1 a.c., all'età di dici assette an ni, su l trono di Macedonia ad Anti gono Dosane, dopo la
battag lia di Canne (216 a.C,} strinse un ' allean za co n i Cartag ines i che gli garantiva una co nsistente espans io ne ter rno nu te" . Ne l 215 attaccò i Romani ad Apollonia, dando così l' avvio alla I guerra macedo nc, che termin ò so lo nel
205 . A partire dal 2 15 u.C; dun que, Filippo fu fedele allea lo d i Ca rtag ine. Non vi sono noti zie stor iche speci fiche
su un ' alleanza diretta fra Filippo V e Siracusa:", ma ciò, per il caso in esa me, è inintl ue nte.
fi ~. t2 • Mo rg anuna Cl) : Y2 she kcl d 'u rge nte "
Ii ~. 13 Moraanuna ('!) : shckcl di hronzo
3ij
MON ETE DEL L' ESERCI TO CA RTAGINESE Il URANT E LE Il GU ERRA l' UNICA
Ne l213 a.c. il ge nerale cartag inese Imilcone" , con un ese rcito d i 25.000 fan ti, 3.000 cavalieri e 12 ele fanti, sbarcò a Herakleia Minoa in Sicilia. Ben presto si scontrò co n i ro ma ni, riportando alcu ne vitto rie e co nq uistando
Akrag as, che tenne fino al 2 10 a.c. Qui, co me abbiamo visto, fu ragg iunto da Ippocrate con una parte dell ' eserci to
si rac usano e qu i, sec ondo alc uni studiosi, avreb be battuto moneta per il so ldo dei mercenari. L'i potesi è stata originaria me nte av anzata da Manga naro' " sulla base de lla lettera "a lcphJ -' '', che figura sul tip o Melqart 1 Elefan te (figg.
lO c I l ), interpretata co me iniz iale di Akragas. E ' co munque accert ato che questo tipo di mo ne ta è stato rinve nuto
esclus ivame nte in Spagna e in Sic ilia. La serie co mprende tre valori in arge nto: il shekel:4 (fig. lO), il Y2 e il Y4 (fig.
I l) di shekel .
Un' altra ipotesi, fo rmu lata sulla base dei rinvenimenti' ", att ribu isce a Mo rgantina, dove pure fu sc hierato
un eserci to car taginese dall' inverno 213/212 al 211 a.c., una diversa emissione che co mp rende tre valori in arge nto: ~ (fig. 12), Y4 e % di shekel e due in bro nzo : shekel (fig. 13) e ~ she kel.
~.
.-
.fi"1;
fig. 14 - Lu cri Cl) : lA! she kel d'a rJ,:en llr\6
11
M O NEn :A:" TI (" H E
o. 37 _
(~ o oa iol l"~h hra io
Ii~. 15· Locri ('! ): V. sheke l d'u rg enr o "
2nUIl
Ben docum entate anche le monete che l' esercito cartaginese di Magone ha emesso nel Bruttium. fo rse a
Locri" , e compre ndenti diversi tipiw sia d' argento (due valo ri in alcu ne varia nti, flgg . 14 e 15 ) sia di bronzo (q uattro va lori, fig. 16 e 17). Anche per il Bruttium è nota una controma rca, di origine evide ntemente punica, applicata
su un coevo bro nze tto dei Brenii (fig . 18).
IiR. 16 - Lucri (?J: 2 sheke l d i hru nzo <6ll
tiR. 17 Locri (?J: shekel di hru nzo~ l
CO:"CLUSIO:" I
Co me abbiamo vis to, le emissioni di monete effettuate dai ca rtaginesi , sia nel Bruttium sia in Sicilia , per
far fronte alle esigen ze dell' esercito durante la lunga guerra, so no diverse e ben documentale.
Le con trom arche in esame non so lo integr ano il quadro del ci rcola nte ca rtagi nese d i que l pe riodo, ma aggiungo no anche la preziosa in for mazione che il peso fina nziario delle operazioni in Sicilia non furon o sos tenute S(}lo da S iracusa e da Ca rtag ine, ma anche da Filippo V di Macedonia. Ben note, del resto, le d ifficoltà fi nanziar ie di
Ann ibale che lo ind ussero a ripetu te richieste di fondi al senato cartaginese e, anche in assenza di notizie specifiche,
sembra ovvio che Annibale abbia chiesto so ldi anc he agli alleati. Ragionevole, quindi, che, in alte rnativa all' invio
de ll'ese rcito in Italia, Filippo si sia fatto ca rico di una pa rte degli one ri della guerra in Sicilia, infatti, il trattato di
allea nza tra A nniba le e Filippo V prevedeva l'invio d i un esercito macedone in Italia, in aiu to del cartagi nese, invio
che no n avvenne perché Cartagine non mandò le navi per attrave rsare l'Adriatico.
La prese nza dello spartano Damippo, che fungeva da co llegamento tra Epicide e Filippo, è un ' ulteriore
co nfe rma dell' impegno dci Macedone in S icilia e l'i nteresse di Epicidc alla so llec ita libe razione di Damippo, anche
a sca pito delle misure d i sicurezza, ben doc umenta l' importa nza politica de llo spartano. For se fu proprio Damippo
ad autorizzare, per conto d i Filippo V, l' applicazione delle co ntro marche, o, q uanto meno, eg li è l'u nica persona, la
cui presen za a Sirac usa sia storicamente documentata, che possa averlo fallo.
tiRo 18 - Com m ma rea ca vallo
CO"
pa lma su mon eta d i hron zo dd U n:llii~z
L'esistenza sia di una co ntro marca ap plicala su emilit ra di Akr agas ( n.2) sia di quella su moneta di Siracu sa
(n. I ), suggerisco no l' ipotesi che la leone e clava pos sa esse re stata apposla mentr e, dal 2 13 al 210 a. C; l'esercito
cartagi nese, a cui si era unito una parte di quello siracusano, era schierato presso Akragas. No n ci so no, invece, element i che chiariscano se l'emissione della co ntromarca leone cPlAln n O Y sia avvenuta in un altro posto, co me a
ese mpio S iracusa o Morgantina, e che da ciò sia dipeso l'u tilizzo di q>IAm nOY al posto della cla va, oppure se
anche questa sia stata app licata nello stesso luogo e la diversità sia dipe sa da altri moti vi, quali il mome nto cIo
l' incisore diver si. In ogni caso le due tipologie risulta no sostanzialmente coe ve.
12
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NOTE
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Pe r suo espresso desiderio posso ringraziarto su queste pagine solo anon imamente.
R. Calciali, Co rpus Nummorum S ìcuìomm.
Il precario stato di conservazione non consente di identificare con esat tezza il tipo.
Le contromarche non sono in scala, ma le loro dimens ion i sono siate rese omogenee per agevolarne il co nfro nto.
Fenomeni analoghi sono ampiame nte docu mentali, vedere , a esempio, G. Santetu, Controma rca "Guerriero rivolto a s. " di lui/w' ( ?),
in Ann otazioni Numlsmatlchc n. 34, giugn o 1999 .
Testa di Eracle, con i capelli cinti da II/W benda, a s. / Leone andali/e a d., sopra clava. Virzì , lav o56 n. 1668; per altre mon ete dello
ste sso tipo Ca lciati. lvi, n. 150 pp. 28711I e scgg. (testa di Eracle a s.) cnn . 151· 153 pp . 291!Il e segg. (lesta d i Eracle a d .).
Testa di Eracle, COli leomi, o s. I Leone andante a d.; sop ra clava. Virzl , lavo38 n. 1159; per altre mo nete dello stesso tipo Ca lcia ti, ivi,
n. 23 pp. 55/ 1e seg o(testa di Eracle a s.) e n. 24 p. 56/1 (testa di Eracle a d.).
Testa diademata di Filippo Va d. I Clava in coro na di quercia, BAr IAEQI <1JIAl n n OY , Leu N umismatics Lro - Zurich, Au ction 86
del 5-6 maggio 2003, n. 368.
Testa di Tanit a d.. I Leone andante a d., sullo sfondo //fUI palma, emesso da zecca incerta di Sicilia, Numism atica A rs Class ica AG,
Zuri ch - Auction 23 del IQ.3.2002, n. 1165.
Era figl io di Gelone, primogenito di Jerone Il e premono al padre , e di Nercide, fig lia di PirTO.
Tito Livin, Ab urbe condita libri, Traduzione di Gian Domenico Mazzocato, Roma 1997, XX IV, 4.
Ai due fu aggregat o anche un giovane nobile d i nome Anni bale , ma siccome no n incise sulle vice nde sto riche l' ho relegato in questa
nota per non ingen erare confusio ne con il vincitore di Canne, qui ndi quan do nel testo si parla d i An nibale si tratta sem pre del grande
condonie ro.
Tito Livio , lvi. XX IV, 6.
Tito Livio, ivi, XX IV, 7.
Tit o Livio, ivi, XXIV, 23.
Tit o Livio . ivi, XXI V, 25-26 .
T ito Livio. ivi, XXI V, 27.
T ito Livio, ivi, XXI V, 28.
Tito Livlo, ivi, XX IV, 29.
Tito Livio , ivi, XXIV, 30 - 31.
Ti to Livio , ivi, XX IV, 32 .
Ti to Livio , iv i, XX IV, 35.
Testa "//Ircala probabilmente del dio Melqart a s. 1 Elefante veso d., in eserg o lettera "aieph", A. Campana, Le emissioni l'un iche di
età annibalica coniate in Italia e Skilia, In Pano rama Numismatico 136, 1999 , fig. 14.
Testa laureata probabilmente del dio Melqa rt a s. 1Etef nnte veso d., in esergo lettera "aleph", Ca mpa na, lvi, fig. 16.
Fu nel 212 che gli Elnli, appoggiati anche da Spana, ripresero le ost ilità cnn la Mace donia sospese cing u" anni prima.
T ito Livio , lvi, XXV , 23 .
Le co ndizioni dell ' alleanza in Tito Lìvìo, ivi, XX III, 33-3 4.
In M. Caccamo Caltabiano, B. Carrfccio, E. Oteri, Si racusa ellenistica - Le monete "regali " di t erone Il, della sua f amig lia e dei S iroCI/sa/Ii, Dip. Scienze dell' Antich ità UnivoDi Messina, 1997, p. 40, a esempio, si parla di un "problema di possibili rapp orti f ra S iracusa e la Macedonia adombrati sroricamcnte neg ìi accordi intercorsi fra Annibale, acouartieruto allora ne ìl't tat ìa Meridiona le, e il re
mac edone //I occasione dell'ambasceria inviata dal Cartaginese a Filippo nel 215 a.C.." e ciò su lla base del fatto che nel patto di allean za ven ivan o definite le zone spettanti, a guerra vinta, rispett ivamente a Filippo e a Ca rtagine , con l' Ital ia che veniva assegnata a Cartagine, ma non vi si parlav a della Sicilia che, cvid cr ncmcnrc, veniva riconosciuta (anche da Filippo) a Si racusa, co me del resto risulta
dall'accordo bilaterale tra Carta gine e Siracusa.
Testa di Trittole mo (?) coronala di spighe a d. 1 Cavallo correnle a d, sOIfO lettera pun ica het, Ca mpana, ivi, fig. 17.
Testa [cmminite ve/ala a d. I Cava/fo corrente a d, dietro palma, solto lettera punica het, Campana, lvi, fig. 20 ; per altre mo ne te dello
stesso tipo R. Calciati, Corpus Nummonon Stcutorum, n. I p.3461111.
Tito Livio. ivi., X XIV, 35,
G. Mangana ro, Un ripostiglio s ìcitiono del 214-211 a.C. e la datazione del denarius, Jahrbuch fur Numismati k und Gelgesch ic hte
31/32, 19H1/H2 pp 37·54. Sull o stesso argom ento : L I. Manfredi, Le zecc he di Sicilia, in E. Acqua ro, L I. Manfredi , A. T usa Cutroni, Le
monete puniche inlto ììa, Ro ma 199 1, p. 25 e seg.; Campana, ivi, p. 16 e scgg.
P rima lette ra dell ' alfabeto, eq uivalente alla lette ra "alfa" dell ' alfa beto greco e alla lette ra " a" de ll' alfabeto latino .
Equivaleva a un didramma .
T. But trey, K. Erim, T .D. Groves, R.R. Holloway, Mo rganuna Studies Il : The coins, Princcron l Q8Q, contesto 30, nn 165-166; Cam pana. lvi, pp. 18 - 18; Manfredi, ivi p. 25.
Testa di Persefon e /1 s. I Ca vallo stante a d., dietro palma, Ca mpana, ivi, fig. 6; P. Attianese - G. San telli, Le contromarche del Hnut i UIII, Fo rmia 2lK17, fig. IN I
Testa di Persefone a 5. 1Cave tto stante a d" Campana, ivi, fig. 7; Attiancsc-Santclli, lvi, fig. 5N I.
La localizzazione della l ecca a Loc ri è stata pro posta da G. K. Jen kins, Some coins lJf Hann ibal' s tìmc. Boll ettino di Nurnisma tica,
su ppl. al n. 4,1987, pp. 2 18 e 220 .
A Campana, ivi. pagg . 16 e scgg.; Attianese-. Santelli, ivi, pp . 49 e segg.
Testa di Persefone a d, I Cava ìto stante a d., sopra areo, Campana, iv i, fig. 13; Att iancsc-Santelli, ivi, fig. 7/V 1.
Testa di Persefone a s. I I' rotome di cavallo a d., Ca mpana, ivi, fig. 9; Auianese-Santelfi, ivi, fig. 10/V 1.
Ania ncsc-Santclli. Le controma rche det Bm nium, Formia 2007 , tipo 5.A. l. Con troma rca al d. mm 7 x 4: cavallo con palma; moneta di
base: Thet ìs I Granchio, P. Auìanese, Calabria Greca, vol. I. De Luca Ed. 1974, nn 124- 125 pp . 81-S2.
M OIlò F:T E A~ T1 C1I E
n. 37 - (;en nuj n/ Fehh l'll io 211I111
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