Alimentazione e malattia parodontale

HYGIENE TRIBUNE
Speciale 19
Italian Edition
Anno I n. 2 - Dicembre 2008
Alimentazione e malattia parodontale
Clelia Mazza, Igienista dentale - Nicoletta De Chiara, Igienista dentale
La correlazione tra nutrizione e malattia parodontale è alquanto controversa per diverse
ragioni; tuttavia, benchè si riconosca nella placca batterica il
principale agente eziologico
della parodontite, un’alimentazione inadeguata può agire negativamente sulla malattia.
Le influenze sono in rapporto ai meccanismi di riparazione
e di difesa dell’organismo, i quali risentono di: diminuita attività fagocitaria dei granulociti,
modificazione della risposta
immunitaria, disturbi della sintesi delle prostaglandine, alterazioni epiteliali(4).
Una malnutrizione, compromettendo tali meccanismi, determina una reazione tissutale
che si identifica in un aumento
della permeabilità della mucosa orale la cui integrità rientra
tra gli elementi di difesa degli
ospiti per il mantenimento della salute orale, unitamente a risposta immunitaria ottimale,
capacità funzionale delle ghiandole salivari, composizione della saliva, produzione del fluido
salivare e rapidità d’avvio del
processo riparativo(3) .
I tessuti orali, in particolare
l’epitelio giunzionale, hanno la
duplice capacità di agire come
una vera e propria barriera, impedendo il passaggio di endotossine batteriche e di altri prodotti metabolici dalla superficie
dentale al connettivo sottostante, e di sostituire rapidamente
le proprie cellule.
Nello specifico, il rivestimento epiteliale del solco gengivale
è caratterizzato da un turnover
che è tra i più rapidi e per questo necessita di un apporto nutritivo continuo ed adeguato.
Tale fabbisogno varia in relazione alle condizioni del tessuto ed è intuibile pensare che
sia elevato in una situazione di
flogosi, allorquando sono richiesti continui processi riparativi.
La capacità di riparazione
dei tessuti orali dipenderà sia
dall’efficacia della risposta
immunitaria infiammatoria, sia
da un’alimentazione adeguata,
ricca di aminoacidi, vitamine e
zinco.
Uno squilibrio alimentare
non può causare la malattia parodontale in assenza di un pri-
Non va dimenticato che la
Vitamina C svolge un ruolo importante nella formazione dell’idrossiprolina e dell’idrossilisina, aminoacidi che costituiscono il collagene, principale
costituente del tessuto parodontale(2).
Proteine
Una carenza proteica, in presenza di lesioni parodontali, riduce la velocità di riparazione
del tessuto osseo e connettivale,
causando un ritardo del processo di guarigione.
Non sembra, comunque,
avere nessuna influenza sull’attacco epiteliale, né dare avvio ad una reazione infiammatoria locale(7).
Malattia parodontale.
mo movens, ossia la placca
batterica, può però modificarne
la gravità e l’estensione, alterando la resistenza dell’organismo ospite ed il potenziale
riparativo dei tessuti.
Al paziente affetto da malattia parodontale andrà sottolineato come le varie sostanze
nutritive possono relazionarsi
alla patologia(2).
Molti studi hanno dimostrato che polimorfismi di questo
gene possono avere un’influenza notevole non soltanto sulla
densità minerale del tessuto osseo, ma anche sul suo turnover.
Glucosio
Interessanti osservazioni
sono emerse da uno studio di
Saito e coll. circa gli effetti del
glucosio sui fattori di virulenza
di alcune specie parodontopa-
Vitamina D
La Vitamina D è essenziale
per l’assorbimento del calcio
nel tratto gastrointestinale, per
il mantenimento dell’equilibrio
tra calcio e fosforo e per la formazione di denti ed ossa.
I metabolismi di calcio, fosforo e vitamina D sono correlati.
In uno studio di Becks e coll.
del 1946 è stato riscontrato, in
cani giovani, che un deficit nutritivo di Vitamina D, associato
ad un’assunzione normale di
calcio e fosforo, è caratterizzato
da osteoporosi dell’osso alveolare; diversamente, in caso di
carenza di tale vitamina, associata ad un deficit di calcio ed
una normale assunzione di fosforo, sono stati riscontrati riassorbimento osseo generalizzato delle ossa mascellari e distruzione del legamento parodontale(2).
Marcata deposizione di osteoidi è stata rilevata in carenza
concomitante di Vitamina D e
fosforo, associata ad un’assunzione normale di calcio(2).
La funzione biologica della
Vitamina D è associata al suo recettore, il cui gene (VRD) è stato
localizzato sul cromosoma 12.
Alimenti contenenti proteine e vitamine.
In particolare Sun e coll.
hanno riscontrato una relazione tra il polimorfismo genetico
del recettore della Vitamina D e
la malattia parodontale: lo studio ha suggerito che un’alterazione del VRD potrebbe essere
un fattore di rischio per la suscettibilità alle parodontiti ad
insorgenza precoce(8) .
Il polimorfismo del VRD è
stato anche associato ad osteoporosi(8).
Vitamina C
Gli effetti dell’acido ascorbico sul parodonto sono stati tra
i più studiati: non esistono prove sperimentali a conferma del
fatto che una carenza di Vitamina C dia inizio alla parodontite,
tuttavia è stata osservata una relazione tra deficit di acido ascorbico e sviluppo di gengivite, supponendo un ruolo antistaminico
del suddetto acido che influenza gli enzimi coinvolti nel metabolismo dell’istamina(6) .
Nessun cambiamento nell’accumulo di placca o nella profondità di sondaggio è stato osservato, né in condizioni di aggiunta, né di deplezione di Vitamina C nella dieta di soggetti
sani sottoposti a studio da Leggot e coll.; sono stati invece osservati segni di infiammazione gengivale nei soggetti carenti di acido ascorbico, dimostrando la relazione tra deficit di Vitamina C e stadio iniziale della
gengivite(5).
togene: Prevotella intermedia,
Prevotella nigrescens e Porphyromonas gingivalis(7).
I risultati hanno dimostrato
che in presenza di glucosio la
crescita di Prevotella intermedia
e Prevotella nigrescens aumenta, mentre il Porphyromonas
gingivalis non risente di tale presenza, a conferma del fatto che
esso non consuma glucosio.
Inoltre, Prevotella intermedia e
Prevotella nigrescens hanno
un’attività proteolitica significativamente più bassa in presenza
di glucosio, suggerendo che
quest’ultimo riduce la patogenicità delle specie Prevotella: quando tali batteri hanno a disposizione quantità sufficienti di glucosio come fonte di energia, potrebbero non avere la necessità
di attivare il metabolismo dell’azoto o, diversamente, il glucosio potrebbe sopprimere la formazione degli enzimi batterici
coinvolti in tale metabolismo(7).
Nelle tasche parodontali profonde, laddove si riscontrano le
specie parodontopatogene menzionate, la concentrazione di
glucosio è sicuramente molto limitata per cui la patogenicità di
Prevotella intermedia e Prevotella nigrescens può essere
elevata.
Ciò non vuol dire assolutamente incoraggiare il consumo
del glucosio, il che avrebbe ripercussioni negative su altri distretti del cavo orale; piuttosto la
conclusione di questo studio è
che la riduzione della profondità delle tasche, oltre a migliorare la prognosi della malattia
parodontale, favorirebbe in esse
l’aumento della concentrazione
di glucosio, il che a sua volta indurrebbe una riduzione della
patogenicità della specie Prevotella(7).
Zinco
Carenze di zinco nella dieta
riducono la risposta anticorpali
e cellulo-mediata dell’organismo, in particolare inducono a
perdite di precursori di cellule
T e B nel midollo osseo, sicché
linfopenia ed atrofia timica sono
i primi segni di tale deficit(1) .
Alla luce di quanto esposto
si evince l’esistenza di una relazione tra alimentazione e malattia parodontale, quindi una
sana alimentazione contribuisce alla prevenzione e alla tutela della salute orale e dell’armonia fisica, così il mantenimento dello stato di salute orale si esplica non solo con la pratica dell’igiene orale, ma anche
attraverso l’adozione di una corretta alimentazione.
Pertanto tale slancio dovrà
essere dato alla motivazione
che rappresenta, senza dubbio,
uno dei compiti più delicati
dell’igienista dentale.
Ogni individuo deve essere
motivato a fare il possibile per
ottenere e mantenere la propria
salute orale e solo se l’igienista
dentale riuscirà ad infondere
nel paziente la coscienza alimentare, ossia la consapevolezza che la scelta quotidiana
degli alimenti si ripercuote sulla sua salute, assolverà al proprio compito di educatore alimentare.
Bibliografia
1. Fraker PJ, King LE, Laakko T,
Vollmer TL. The dynamic link
between the integrity of the immune system and zinc status. J.
Nutr. 2000 May; 130 (5S Suppl):
1399S-406S.
2. Genco R J, Goldman HM, Cohen
DW. Parodontologia moderna.
Ed. Cides Odonto 1993
3. Giuca MR, Vanni A, Marzo G,
Campanella V. La malattia parodontale nel bambino e nell’adolescente. Dental Cadmos 2002:
10; 15-38
4. Lange NP. Parodontologia nella
pratica quotidiana. Scienza e
Tecnica dentistica - Ed. Internazionali - Milano, 1983
5. Leggot PJ, Robertson PB, Rothman DL, Murray PA, Jacob RA.
The effect of controlled ascorbic
acid depletion and supplementation on periodontal health. J. Periodontol 1986 Aug; 57 (8): 480485
6. Nakamoto T, McCroskey M,
Mallek HM. The role of ascorbic
acid deficiency in human gingivitis. A new hypothesis. J Theor
Biol 1984 May 21; 108(2): 16371
7. Saito K, Takahashi N, Horiuchi
H, Yamada T. Effect of glucose
on formation of cytotoxic endproducts and proteolytic activity
of P. intermedia, P. nigrescens
and P. gingivalis. J periodontol
Res 2001; 36: 355-360
8. Sun JL, Meng HX, Cao CF, Tachi
Y, Shinohara M, Ueda Mmai H,
Ohura K. Relation between vitamin D receptor gene polymorphism and periodontitis. J
Periodont Res 2002; 37: 263-267
HYGIENE TRIBUNE
20 Speciale
Anno I n. 2 - Dicembre 2008
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Strumentazione parodontale non chirurgica
con anestetico locale senza ago
La terapia causale, cioè il
trattamento classico dell’infiammazione parodontale,
prevede come è noto due momenti essenziali: 1) saper motivare il paziente all’igiene orale domiciliare e ad un programma personalizzato di richiami periodici; 2) saper eseguire una corretta strumentazione parodontale non chirurgica. Grazie ad un efficace
intervento dell’operatore e a
un ruolo attivo del paziente, il
trattamento può anche diventare definitivo e risolutivo
(Needleman I. e coll., 2005).
L’efficacia del trattamento
parodontale non chirurgico è
legata sia alla tecnica e all’esperienza dell’operatore
che alla selezione di strumenti
adeguati.
Tuttavia, la seduta di igiene professionale è spesso associata dal paziente a fastidi
e, in alcuni casi, a dolore non
facilmente sopportabile. Infatti, circa il 30% dei pazienti sottoposti a manovre di detartrasi e levigatura di radice richiede l’utilizzo di prodotti
anestetici (Gunsolley,J.C.
2005).
Anche precedenti esperienze odontoiatriche dolorose possono incidere sul paziente, determinando in lui
ansia e disagio prima e durante l’appuntamento di igiene.
L’angoscia che il paziente prova nei confronti del trattamento parodontale, legata al timore di avvertire dolore, può addirittura influenzare la regolarità del paziente stesso nella frequenza consigliata dei
richiami di igiene. Ecco che
proporre al paziente la somministrazione di un anestetico locale, che presenta l’indiscusso vantaggio di evitare
anche il fastidio dell’ago, determina nel paziente apprezzamento, riconoscenza,
nonché senso di sollievo (fig.
1).
L’utilizzo di prodotti come
Oraqix (Dentsply Italia), per
esempio, è indicato per tutti
gli adulti per i quali si renda
necessario l’impiego di un anestetico locale al fine di rendere meno fastidioso il trattamento di strumentazione
parodontale non chirurgica,
particolarmente per quei pazienti che tendono in genere
a rifiutare l’anestesia di tipo
tradizionale e che dimostrano
tuttavia di provare insofferenza e fastidio durante la seduta. Viceversa, chi è abituato all’anestesia di tipo plessico, potrebbe non apprezzare del tutto un effetto anestetico minore.
Il prodotto deve risultare in
forma liquida all’interno della
fiala. Qualora si fosse solidificato al punto da non scorrere
al suo interno quando questa
viene fatta roteare tra le dita,
Marisa Parma Benfenati, Paola Marzola
lo si può riporre in frigo per
alcuni minuti prima di utilizzarlo. E’ bene controllare che
ci sia anche una bolla d’aria
all’interno della fiala prima di
inserirla nell’apposita siringa
di materiale termoresistente
(fig. 2). Dopo aver assemblato
la siringa, verificare la consistenza del prodotto (fig. 3). In
forma liquida nella fiala, a temperatura corporea si trasforma in gel senza che in questa
trasformazione si alterino le
caratteristiche e le proprietà
del prodotto stesso.
La somministrazione del
gel è particolarmente rapida
e semplice. L’anestetico viene
inserito nel solco o tasca
parodontale con un ago smusso (fig. 4). La formulazione sotto forma di gel ne assicura una
maggiore sostantività, per cui
Fig. 1 - L’immagine illustra la siringa autoclavabile con ago smusso monouso e la fiala contenente l’anestetico
locale a base di lidocaina 2,5% e prilocaina 2,5%.
à
pagina 21
Fig. 2 - Prima di somministrare l’anestesia, dopo aver assemblato la siringa,
si verifica che il prodotto che fuoriesce dall’ago smusso sia di consistenza
adeguata.
Fig. 3 - Il prodotto viene somministrato con un ago smusso nel solco o tasca
parodontale.
Fig. 4 - Il prodotto che eventualmente fuoriesce dalla tasca parodontale viene
distribuito sulle mucose con un cotton fioc per potenziare l’effetto anestetico.
Fig. 5 - Trenta secondi dopo aver iniettato il prodotto si può iniziare la
strumentazione parodontale.
Fig. 6 - Frammento di tartaro di dimensioni cospicue rimosso con una
curette.
Fig. 7 - Aspetto clinico del caso 3 mesi dopo la strumentazione parodontale
non chirurgica.
HYGIENE TRIBUNE
Speciale 21
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Anno I n. 2 - Dicembre 2008
Fig. 8 - L’aspetto palatale dei denti anteriori superiori è solitamente una
zona particolarmente sensibile dove l’uso di un anestetico locale risulta
quanto mai indicato.
Fig. 9 - L’effetto anestetico dura dai 20 ai 30 minuti, tempo più che congruo
per eseguire una strumentazione efficace.
ß
Fig. 10 - Nel caso in cui si utilizzi il prodotto in tutta la cavità orale, con una
sola fiala solitamente si è in grado di alleviare i fastidi al paziente durante
l’appuntamento di igiene.
pagina 20
lidocaina e prilocaina rimangono più a lungo nella sede
desiderata. L’eventuale prodotto che fuoriesce dalla tasca
parodontale può essere distribuito sulle mucose con un
cotton fioc per potenziare l’effetto anestetico, dispensando
così il gel sia sulla superficie
interna che su quella esterna
della tasca (fig. 5). Si attendono poi circa 30 secondi prima
di iniziare la strumentazione
parodontale nelle tasche in
cui è stato iniettato. E’ un tempo decisamente molto breve
perché la sostanza anestetica
cominci ad agire ed è, di cer-
Fig. 11 - Si distribuisce il prodotto in una sola tasca e subito dopo la si sottopone a strumentazione
parodontale, soprattutto se si rileva la presenza di abbondanti depositi mineralizzati in quella
sede.
Bibliografia
Fig. 12 - Si consiglia di distribuire il prodotto al massimo a un
gruppo di due o tre denti e dopo trenta secondi procedere alla
strumentazione parodontale.
1. Gunsolley J.C. The
need for pain control
during scaling and root
planning Compend.
Cont. Ed Dent., 2005;
28, 2 (Suppl. 1): 3-9.
2. Needleman I. e coll. A
systematic review of
professinal mechanical
plaque removal for prevention of periodontal
disease J. Clin. Periodont. 2005; 32 (Suppl.4):
229-282
3. Van Steenberge D. e
coll. Patient evaluation
of novel non injectable
anesthetic gel: A Multicentre crossover study
comparing the gel to infiltration ansthesia during scaling and root
planning, J periodontal,
2004; 75: 1471-1478.
to, un altro vantaggio presentato dal suo utilizzo. E’ importante distribuire il prodotto in
una sola tasca o al massimo a
un gruppo di due o tre denti
che devono essere sottoposti
ad ablazione del tartaro e, subito dopo, intervenire con le
manovre di strumentazione
parodontale (fig. 6,7,8). Basta
una quantità minima per indurre un effetto analgesico
soddisfacente per il paziente.
L’uso di Oraqix risulta quanto
mai indicato nelle zone più
sensibili, come l’aspetto
palatale dei denti anteriori (fig.
9,10). L’effetto anestetico dura
dai 20 ai 30 minuti, tempo certamente sufficiente per ese-
guire una strumentazione
completa di pochi elementi
che presentano tasche anche
profonde.
Nel caso in cui il paziente
sia particolarmente sensibile
e si richieda un utilizzo copioso e diffuso del prodotto, con
una sola fiala di solito si possono alleviare completamente i fastidi in tutto il cavo orale
nell’arco della seduta (fig. 11,
12). Anche in questo caso,
però, si deve procedere sempre applicando prima il gel su
un gruppo di denti limitato e
subito dopo eseguirne la
strumentazione.
Se necessario si può utilizzare altro prodotto in tutta
tranquillità: studi clinici hanno dimostrato, infatti, che fino
a cinque fiale, per un totale di
7 g di Oraqix, si lavora in totale sicurezza. Ogni fiala contiene 1,7 g di sostanza anestetica (25 mg di lidocaina per
grammo e 25 mg di prilocaina
per grammo).
Molti pazienti apprezzano
questo prodotto anche per la
durata limitata dell’effetto anestetico, mentre con anestesia
tradizionale la perdita della
sensibilità, e quindi il fastidio
ad essa legato, si prolunga
molto di più nel tempo. Viene
reso minimo pertanto anche il
rischio di ustioni o lesioni traumatiche dovute al perdurare
dell’effetto analgesico (Van
Steenberge D. e coll.,2004).
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Anno I n. 2 - Dicembre 2008
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Dentosan, agli esami …orali non teme bocciature
Grazie alle sue caratteristiche contribuisce
ad uno stile di vita migliore del paziente
Roma, novembre 2008. E’ la
clorexidina la molecola che, per
le sue caratteristiche di efficacia, è in prima linea nella cura
della bocca e rimane uno dei
presidi più prescritti dall’odontoiatra.
La sua azione permette di
combattere in modo aggressivo
la placca ai diversi stati di persistenza nel cavo orale oltre ad
agire nel tempo grazie al prolungato effetto batteriostatico.
Un collutorio che, con gli
adeguati accorgimenti, risponde in modo flessibile e quindi
ottimale alle necessità di compendio terapeutico.
Quali accorgimenti applicare nel consiglio di utilizzo della
Clorexidina? Pochi e legati principalmente allo stile di vita più
corretto del paziente:
• Evitare durante il periodo
di applicazione sia alimenti ricchi di polifenoli quali vino, the,
caffè, cacao, sia il fumo, fattori
che potrebbero in alcuni soggetti interagire con la molecola fa-
vorendo la comparsa di una lieve pigmentazione sui denti. Un
effetto completamente reversibile con una semplice seduta di
detartrasia.
• Utilizzare il collutorio con
accorgimenti che ne permettano la migliore performance, ossia dai 30 minuti alle 2 ore dopo
essersi lavati i denti. In questo
modo la salute della bocca viene preservata in diversi momenti della giornata.
Consigli che uniscono la garanzia di efficacia del trattamento ad abitudini quotidiane
che si riflettono positivamente
sulla salute in generale.
Obiettivi che da sempre sono centrali per Johnson&Johnson nell’offrire risposte ai bisogni della popolazione, obiettivi
che diventano ancora più fondamentali quando si parla del
benessere e quando si parla di
igiene orale.
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Roma 22-25 aprile 2009
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Rimini 21/23 maggio
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borsa di studio
L’associazione Smom bandisce un concorso per l’assegnazione di una borsa di studio
semestrale dell’importo di 6.000
euro netti per un progetto di cooperazione internazionale in
campo odontoiatrico da svolgersi nel corso del 2009 presso il
Barefoot College di Tilonia,
Rajasthan, India.
E’ necessaria la Laurea in
Odontoiatria o titolo equivalente, rilasciati da Università italiane o estere, la conoscenza dell’inglese e avere minimo due
anni di esperienza. Costituirà
titolo preferenziale partecipazioni pregresse in progetti di cooperazione/volontariato internazionali.
L’obiettivo è l’organizzazione di un centro di Salute Orale
presso il Barefoot College, capace di qualificare 4 Dental
Health Workers secondo i parametri Fdi/ Who e 2 educatori per
la Salute Orale. Le domande dovranno pervenire entro lunedì
19 gennaio 2009 inviando il proprio curriculum all’indirizzo email [email protected] ed
indicando brevemente le motivazioni.
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Protezione ottimale con Cervitec Plus e Cervitec Gel
Ivoclar Vivadent con Cervitec Plus e Cervitec Gel presenta
due innovativi prodotti: Cervitec Plus per una protezione
mirata nelle zone a rischio e
Cervitec Gel per l’igiene orale.
Cervitec Plus protegge superfici dentali esposte, quindi
a rischio, e riduce l’attività batterica sui denti. Contiene gli
affermati principi attivi clorexidina e timolo, entrambi in
concentrazione all’1%. La
maggiore tolleranza verso
l’umidità del nuovo sistema di
lacca semplifica l’applicazione. Grazie alla base modificata della lacca, Cervitec Plus
umetta in modo ancora migliore la superficie dentale, favorendo una maggiore adesione.
La lacca si diffonde nelle complesse strutture superficiali,
quali solchi o dentina scoperta, esposte ad un particolare
rischio di carie, favorendo la
formazione di deposito.
Cervitec Plus è inoltre altamente consigliato nella salvaguardia dei trattamenti implantari. In cavo orale gli impianti sono esposti a molti influssi. Il tessuto peri-implantare, in caso di accumulo di
placca, è soggetto ad un rischio
di infiammazione molto più
elevato rispetto alla gengiva. I
batteri ed i loro prodotti metaboliti, nonché gli anticorpi del
sistema immunitario, causano
facilmente un’infiammazione
dei tessuti.
Ne deriva la necessità di
curare costantemente sia le sovrastrutture che anche la dentatura residua o il restauro
protesico.
Dopo la pulizia professionale delle sovrastrutture e dei
denti è consigliabile l’applicazione della lacca di protezione Cervitec ® Plus con 1% di
clorexidina ed 1% di timolo.
La lacca protegge in modo
molto efficace i punti a rischio,
sigillandoli.
Cervitec Plus si distingue
per l’ eccellente grado di scorrimento ed umettamento, in
modo tale che anche zone difficilmente raggiungibili, come
per esempio le barre, possano
essere trattate miratamente.
Cervitec Plus è relativamente
tollerante all’umidità e pertanto l’applicazione è eseguibile
piuttosto rapidamente. La lacca incolore ricopre con un sottile strato le superfici ed indurisce in pochi secondi. Subito
dopo il trattamento, non si necessita di risciacquare per favorirne l’effetto.
Cervitec Gel è indicato nella terapia accompagnatoria, in
particolar modo per pazienti
con elevato rischio carioso,
gengiviti, parodontiti e stomatiti da protesi. Il preparato contiene 0,2% di clorexidina e 900
ppm di fluoruro di sodio. Il gel
può essere applicato direttamente sulla gengiva e sulle
mucose nonché sulle parti interne della protesi. L’applicazione con spazzolino dentale
o spazzolino interdentale risulta molto facile.
L’impiego regolare di Cervitec Gel è di supporto al trattamento professionale implantare. L’accumulo di placca e di
batteri dannosi si riduce. Le
infiammazioni della gengiva o
delle mucose diminuiscono. Il
gel è facilmente integrabile nella routine quotidiana. E’ applicabile direttamente sulla
gengiva, mucosa o lato interno
del restauro protesico protesico rimovibile. La plasticità
del gel facilita l’applicazione in
zone prossimali oppure in costruzioni di barre. La pulizia
dei denti risulta particolarmente facile con Cervitec Gel: alla
sera, invece del dentifricio, si
utilizza il gel che contiene anche fluoruro. Al mattino si possono quindi pulire i denti come
sempre con il consueto dentifricio. Seguendo questa routi-
ne, non sono prevedibili decolorazioni o disturbi del senso
del gusto.
L’esperienza in studio dimostra che i pazienti prediligono il sapore di Cervitec Gel
rispetto a quello di altri gel contenenti clorexidina. Questo
aspetto non è da sottovalutare,
poiché favorisce la partecipazione e pertanto l’efficacia.
Entrambi i prodotti contri-
buiscono in modo determinante ad assicurare lunga durata
a denti, corone, ponti ed impianti.
Per ulteriori informazioni:
Ivoclar Vivadent srl & C. sas
Divisione Clinical
Via Isonzo 67/69
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Tel. 051.591384
Fax 051.593317
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Anno I n. 2 - Dicembre 2008
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Giornata Internazionale dell’Igiene dentale
Il 10 ottobre 2008 si è celebrata in 12
piazze d’Italia “La Giornata Internazionale dell’Igiene dentale”, dedicata quest’anno alla prevenzione orale nel bambino. L’Associazione professionale Aidi,
tramite le sue delegate internazionali
Marialice Boldi e Mary Rose Pincelli, ha
scelto di presentare il progetto Anche i
bambini fanno “Cheese” in molte città italiane tra cui Aosta, Bari, Cagliari, Catanzaro, Melfi, Milano, Modigliana, Napoli,
Pisa, Roma, Salerno e Torino. La manifestazione ha avuto nelle varie sedi espres-
sioni e location diverse: si è infatti svolta
in piazze, centri commerciali, aree comunali, spazi dell’area giochi che sono stati
offerti dai Comuni per realizzare una giornata di prevenzione dentale rivolta ai
bambini. Sono stati allestiti stand ed attrezzate zone per l’attività didattica ed interattiva con cartelloni colorati, preparati
dai volontari Aidi. In alcuni casi, al momento “didattico” si è associata la gioia
della festa a spettacoli di cabaret, balli ed
interventi di clown che hanno reso
l’evento giocoso ed indimenticabile. Gli
igienisti dentali volontari dell’Aidi, tra cui
soci e studenti dei Clid, hanno provveduto alla parte pratica dimostrativa, intrattenendo i piccoli visitatori. Grazie alla
collaborazione di alcune aziende, tra cui
GlaxoSmithKline, Johnson&Johnson e
P&G Professional Oral Health, sono stati
distribuiti opuscoli e gadget ai bambini
ai quali si sono spiegate le più semplici
metodiche di spazzolamento e regole salutari per un corretto stile di vita. Notevole è stato ovunque l’interesse riscontrato
nella popolazione che, come lo scorso an-
no, ha risposto in maniera davvero lusinghiera all’iniziativa. In diverse sedi sono
intervenuti rappresentanti delle amministrazioni comunali che, congratulandosi
con gli organizzatori per il lavoro svolto,
hanno richiesto interventi di prevenzione sul territorio più frequenti. Ovunque è
stata una giornata molto positiva e divertente, vissuta con grande spirito di collaborazione ed entusiasmo tra i partecipanti.
Clelia Mazza
Coordinatore nazionale del progetto
Congresso Unid alla Sapienza
Al congresso dell’Unid, che si è svolto nel Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche dell’Università
“Sapienza” di Roma dal 23 al 25 ottobre, gli interventi
dei relatori sono stati incentrati sul tema dell’interdisciplinarietà e della salute globale del paziente.
Leonardo Trombelli ha sottolineato che l’intercettazione di alcuni fattori di rischio è il presupposto fondamentale per l’individuazione del rischio individuale in
parodontologia. L’identificazione dei cinque parametri
patognomonici più documentati in letteratura, il sanguinamento al sondaggio, la presenza di più tasche con
profondità maggiore di 5 mm, il diabete, l’abitudine al
fumo di sigaretta, la quota di osso persa in relazione
all’età, è secondo Trombelli indispensabile per poter diagnosticare il rischio di progressione della parodontite e
monitorare il paziente nel tempo. Anche il professor Pini
Prato ha individuato nella valutazione dei principali fattori di rischio il momento propedeutico alla diagnosi,
alla formulazione di un piano terapeutico adeguato e
alla gestione clinica del paziente, e soprattutto ha messo l’accento sul concetto di periomedicine, basato sull’influenza reciproca fra malattia parodontale e alcune
malattie sistemiche.
Un momento significativo della giornata è stato quello
nel quale il Presidente Unid, Gianfranco Sorgente, ha
avuto il piacere di nominare il primo Membro Onorario
dell’Associazione nella persona della professoressa
Gianna Maria Nardi, Socio fondatore dell’Aidi, per l’alto
valore del suo operato sindacale, professionale e scientifico instancabilmente profuso alla professione da oltre
25 anni. Questo rappresenta un momento importante,
dove per la prima volta l’impegno, la dedizione e l’operatività hanno il giusto soppravvento su sigle sindacali e
associative. Il Congresso è proseguito con Filippo Graziani, il quale ha sottolineato che l’esperienza scientifica e quella clinica sono indispensabili all’acquisizione
di quelle conoscenze che predispongono ad un corretto
approccio con il paziente e alla gestione delle sue problematiche parodontali. Grande enfasi è stata posta sull’importanza dell’istruzione del paziente alle metodiche
di igiene orale domiciliare, vista come imprescindibile
dalla pratica clinica dell’Igienista dentale, che ha il compito di modificare le abitudini del paziente mediante una
comunicazione efficace basata su esempi concreti.
Annamaria Genovesi, in qualità di Presidente della
Sisio, Società italiana di scienza dell’igiene orale, ha
confermato le parole di Graziani, sottolineando quanto
sia indispensabile far crescere la categoria dal punto di
vista culturale e scientifico, in modo del tutto autonomo,
senza far riferimento ad associazioni scientifiche di altre categorie culturali dato che oggi la nostra figura ha
ormai ottenuto salde posizioni sindacali. Questa è la
mission della Sisio, creata dagli igienisti e per gli igienisti. L’associazione prevede due categorie di soci, sostenitori e attivi, che con i loro interventi possono contribuire
alla crescita culturale, scientifica e di ricerca della no-
stra professione.
Nell’ambito del congresso ha avuto luogo il corso
formativo offerto dalla Sunstar per coloro che hanno
aderito al progetto “Igienista dentale in farmacia”, frutto della partnership tra Unid e l’azienda. La presenza
numerosa al corso e la vivace partecipazione, con domande e suggerimenti relativi alle 500 giornate che vedranno 100 igienisti dentali attivi nelle farmacie in quasi tutto il territorio italiano, attesta che il desiderio di
fare emergere questa figura anche al di fuori delle mura
degli studi odontoiatrici è comune a tutti.
Il congresso si è concluso con la relazione di Olivia
Marchisio, Segretario Generale dell’Accademia “Il
Chirone”, nella quale ha messo in risalto come
l’interdisciplinarità sia divenuta un presupposto essenziale per la prevenzione, che deve pertanto essere vista
in un’ottica globale, coinvolgendo tutti i professionisti
della salute e non soltanto il mondo odontoiatrico.
Giulia Teresa Fermanelli
Premio Listerine edizione 2007-2008
Sono ormai alcuni anni che Listerine dedica ai
neolaureati in igiene dentale un riconoscimento
per tesi di particolare interesse scientifico riguardanti argomenti che, di anno in anno, vengono
proposti come filone di ricerca. Sabato 15 novembre, nella suggestiva Sala Bianca della Società del
Casinò di Como, si è svolta l’edizione 2007-2008
dal titolo “Alitosi: l’estetica del sorriso”. L’argomento del congresso ha suscitato l’interesse dei
partecipanti, tra i quali numerosi studenti del Corso di Laurea in Igiene Dentale della Lombardia.
L’evento è stato organizzato con il patrocinio dell’Università dell’Insubria di Varese, vincitrice della
scorsa edizione, e dell’Ordine dei Medici di Como.
Il Congresso è stato aperto da Luca Levrini,
padrone di casa, da Mario Giannoni, Presidente
della Commissione Nazionale dei Corsi di Laurea
in Igiene Dentale, e da Marialice Boldi, Presidente Nazionale Aidi. Significativa la presenza della
dottoressa Veronelli, Assessore alla Cultura di
Como, e del Presidente dell’Ordine dei Medici della Lombardia, Piergiuseppe Conti, che hanno portato il loro saluto ai presenti e sottolineato l’importanza della cultura, della ricerca e della
sinergia tra tutte le figure professionali dell’ambito sanitario. Ha aperto i lavori congressuali Andrea Pilloni, presidente dell’Aira, Associazione italiana ricerca sull’alitosi, con una interessante relazione dal titolo “Alitosi: una chance in più nella
prevenzione”. Pilloni ha illustrato una panoramica degli ultimi studi eseguiti sull’argomento. A seguire Filippo Graziani, della scuola di Pisa, che
con la sua presentazione dal titolo “Salute orale e
salute globale: nuovi trends nella clinica dell’alitosi”, ha presentato le recenti evidenze scientifiche che mostrano come la malattia parodontale
possa avere non solo effetti sul cavo orale, ma anche conseguenze a livello sistemico. Infine, ha
parlato delle possibili correlazioni tra malattia
parodontale, alitosi e infiammazione sistemica.
Pier Luigi Foglio Bonda e Mario Migliario, del Clid
di Novara, hanno illustrato il ruolo dell’igienista
dentale nella prevenzione e nel trattamento
dell’alitosi, soffermandosi sui diversi metodi di valutazione e sui diversi protocolli terapeutici, ponen-
Alitosi: l’estetica del sorriso
Nel corso dell’evento, una cerimonia ha premiato le migliori
tesi di igiene dentale sul tema dell’alitosi. Qui di seguito intervistiamo i protagonisti del premio: Gabriella Masi, Marketing Manager Johnson&Johnson, Ferdinando Zarone, Clid di Napoli, e
Andrea Pilloni, Clid di Roma.
Le vincitrici del Premio Listerine con la Presidente AIDI
Marialice Boldi.
do così l’accento sull’importanza del ruolo che
l’igienista dentale ricopre nella gestione delle
patologie del cavo orale. Hanno chiuso i lavori
Andrea Forabosco, Gianna Maria Nardi, Tommaso
Grandi e Giovannantonio Forabosco che, parlando
di psiche e alitosi, hanno posto l’attenzione sull’aspetto psicologico del problema. Durante lo svolgimento del congresso sono state presentate le tesi
vincitrici del premio Listerine. Quest’anno si è aggiudicata il primo posto la tesi “Correlazione tra
alitosi e tipologia di solidarizzazione protesica e
supporto impiantare. Studio retrospettivo”, proposta
da Marilia Del Mercato dell’Università Federico II
di Napoli. Al secondo posto Ilaria Fucci della Sapienza di Roma, con la tesi “Correlazione tra malattia parodontale e alitosi. Studio clinico
osservazionale”.
Gli oratori, invitati a partecipare da Luca Levrini,
hanno fatto si che anche quest’anno l’evento sia
stato molto apprezzato, con grande successo scientifico e organizzativo. E’ stata davvero una bella
giornata, arricchita da un coffee break e da un
lunch offerto dalla Johnson & Johnson, azienda
promotrice dell’evento e sempre vicino agli
igienisti dentali. Arrivederci a Napoli con l’edizione 2009, che avrà come tematica la correlazione
tra salute orale e salute sistemica.
Cristina Comi
Dottoressa Masi perché un premio Listerine?
Listerine è un collutorio che ha nel Dna la ricerca, il rigore e
l’appartenenza al mondo accademico, con oltre 100 anni di studi clinici e di esperienza al servizio dell’igiene orale. In Italia
abbiamo cominciato a lavorare nell’Università e mi è sembrato
naturale istituire un premio a favore degli studenti dei Clid e
per i Clid.
Professor Zarone, la vincitrice del primo premio è la dottoressa Marilia Del Mercato, del suo Clid di Napoli. Un premio atteso?
Direi di si. Abbiamo cercato di attribuire al tema della ricerca
un taglio particolarmente innovativo, tentando al tempo stesso
di ottenere dati che avessero una valenza in termini clinici. E’
stata analizzata, su una estesa campionatura di pazienti, la possibile correlazione tra tipologia di connessione protesica agli
impianti e insorgenza di alitosi, riscontrando che in presenza di
protesi avvitata è più frequente tale condizione in quanto
l’interfaccia tra protesi ed abutments non risulta sigillata da
cemento. La ricerca è stata condotta sia a livello qualitativo utilizzando i soft data, cioè questionari compilati dai pazienti, che
quantitativo utilizzando un gas cromatomografo per rilevare la
presenza di sostanze volatili responsabili dell’alitosi.
Professor Pilloni, il secondo premio è stato vinto dal Clid
di Roma con il lavoro della dottoressa Ilaria Fucci. Come avete condotto il lavoro proposto?
Abbiamo cercato la correlazione tra la malattia parodontale
e i composti volatili dello zolfo. Sono stati raccolti 550 pazienti
suddivisi per tasche parodontali maggiori e minori di 4 mm, rispettivamente con o senza alitosi. I risultati hanno confermato
la correlazione positiva, ma non c’è correlazione tra stato di gravità della malattia e quantità di alitosi oggettivabile.
Gianna Maria Nardi