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Progetto Stormfury
Ben Livingston:prove documentate sull'operazione "Storm Fury" Ben
Livingston è un veterano nel campo della meteorologia, ex fisico della Marina
Militare Americana e consigliere del Presidente USA Lyndon Johnson sulle
tecniche di manipolazione meteorologica durante la guerra del Vietnam. In più
di un'occasione l'ex scienziato ha confermato l'esistenza di metodologie per
controllare i tifoni, tramite tecniche per "seminare" le nuvole per prolungare la
durata dei monsoni. Secondo Livingston da oltre 40 anni ci sono i mezzi per
modificare il clima. Lo scienziato ha portato prove documentate
sull'operazione "Storm Fury", prove che confermano la capacità di controllare e
bloccare gli uragani da parte degli Stati Uniti. Per questo Livingston accusa il suo
Governo di non aver contrastato in nessun modo l'avanzata di Katrina, qualche
anno fa.
Ufficialmente il progetto "Storm Fury" è fallito nel 1983, dopo un ventennio
di studi.
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Eppure, da alcuni passaggi del progetto sul controllo dei tifoni, risulta che
numerosi esperimenti condotti in quegli anni su diversi tifoni ne avevano ridotto
la forza del 15% - 20%. Nonostante questo il progetto è considerato un mezzo
fiasco.
Ben Livingston: The Father of Weaponized Weather VIDEO
ll progetto Stormfury
aveva come obiettivo indebolire i cicloni tropicali inseminando le nuvole al
loro interno con ioduro d'argento utilizzando degli aeroplani. Il progetto si
svolse negli Stati Uniti d'America fra il 1962 e il 1983.
L'assunto del progetto era che lo ioduro d'argento avrebbe causato il
congelamento dell'acqua sopraffusa, alterando quindi la struttura interna
dell'uragano per cui si procedette con l'inseminazione di alcuni uragani
nell'Atlantico. In seguito l'ipotesi si rivelò sbagliata perché la maggior parte degli
uragani non contiene sufficiente acqua sopraffusa tale da rendere efficace
l'inseminazione delle nuvole. I ricercatori rilevarono che gli uragani che non erano
stati seminati con ioduro d'argento spesso andavano incontro alle stesse
modifiche dell'occhio del ciclone previste per gli uragani inseminati, questa
scoperta portò a dubitare del successo del progetto.
L'ultimo volo sperimentale avvenne nel 1971 a causa della mancanza di tempeste
adatte e del cambio della flotta del NOAA. Più di dieci anni dopo l'ultimo tentativo
di alterazione dei cicloni, il progetto Stormfury fu cancellato ufficialmente.
Nonostante il fallimento dell'obiettivo principale di ridurre la distruttività degli
uragani, il progetto Stormfury permise di raccogliere dati sul ciclo di vita degli
uragani aiutando quindi a migliorare la capacità da parte dei meteorologi di
prevedere gli spostamenti e l'intensità dei futuri uragani.
Ipotesi
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L'ipotesi di lavoro del progetto Stormfury
Il primo tentativo di seminare le nuvole fu effettuato da Vincent Schaefer e Irving
Langmuir. Dopo aver osservato la creazione di cristalli di ghiaccio, Langmuir
divenne un sostenitore entusiasta della possibilità di alterare le condizioni
meteorologiche.[1] Schaefer scoprì che gettando del ghiaccio secco polverizzato
in una nube, poteva causare delle precipitazioni nevose.[2]
Riguardo agli uragani, si ipotizzò che seminando l'occhio del ciclone con ioduro
d'argento, sarebbe stato rilasciato il calore latente, questo avrebbe favorito la
formazione di un nuovo occhio. Quando il nuovo occhio sarebbe diventato più
grande di quello vecchio, i venti del ciclone tropicale si sarebbero indeboliti a
causa del gradiente di pressione.[3] Sarebbe risultata utile anche una piccola
riduzione della velocità del vento perché la potenzialità distruttiva di un uragano
cresce col quadrato della velocità del vento,[4] una piccola riduzione della velocità
del vento comporta una forte riduzione della forza distruttiva.[4]
Grazie agli sforzi di Langmuir ed alle ricerche di Schaefer alla General Electric, il
concetto di seminare le nuvole per indebolire gli uragani acquisì un forte impulso.
Schaefer aveva causato una forte tempesta di neve il 20 dicembre 1946
seminando una nuvola,[2] questo causò l'abbandono da parte della General
Electic per motivi legali. Schaefer e Langmuir collaborarono con la difesa degli
Stati Uniti come consiglieri del progetto Cirrus, la prima ricerca di largo respiro
sulla fisica delle nuvole e dell'alterazione delle condizioni meteorologiche.
L'obiettivo più importante fu provare ad indebolire i cicloni tropicali.[5]
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Il progetto Cirrus
Il progetto Cirrus fu il primo tentativo di modificare un uragano. Si svolse in
collaborazione tra General Electric Corporation, US Army Signal Corps, Office of
Naval Research e US Air Force.[1] Dopo un periodo di preparazione e lo
scetticismo iniziale da parte degli scienziati governativi,[6] il primo tentativo di
alterare un uragano iniziò il 13 ottobre 1947 su un uragano che puntava da ovest
verso est e verso il mare.[5]
Un aeroplano sorvolò le zone di pioggia dell'uragano e rilasciò circa 36 kg di
ghiaccio secco polverizzato sulle nubi.[1] L'equipaggio riportò "Accentuate
variazioni dello strato di nubi inseminato".[5] Non si sa se fu causato
dall'inseminazione. Successivamente l'uragano cambiò direzione e passò sulla
terraferma nei pressi di Savannah (Georgia) e la popolazione incolpò l'azione di
inseminazione con ghiaccio secco e Irving Langmuir che l'effetto negativo fu
causato dall'intervento umano.[6] Il progetto Cirrus fu cancellato [5] e venne
intrapresa una causa contro di esso. Soltanto il fatto che un uragano nella
stagione degli uragani del 1906 intraprese un percorso simile e che la tempesta
aveva già cominciato a cambiare direzione prima della semina, pose fine alla
causa.[5] Questo disastro pose fine agli esperimenti per undici anni.
Tra un progetto e l'altro
L'occhio dell'uragano Esther
Il National Hurricane Research Project facente parte dell'United States Weather
Bureau fondato nel 1955, aveva tra i suoi obiettivi quello di investigare la validità
scientifica dei metodi di alterazione degli uragani. Con questo fine fu sperimentato
un erogatore di ioduro d'argento sull'uragano Daisy nell'agosto 1958. Gli erogatori
furono rilasciati all'esterno dell'occhio del ciclone per cui fu un test
sull'equipaggiamento e non un esperimento di alterazione. L'equipaggiamento
funzionò solo in un volo per cui non furono acquisiti dati significativi.[5]
Il primo esperimento di semina dopo il disastro del progetto Cirrus fu tentano il 16
settembre 1961 con l'uragano Esther dall'NHRP con gli aerei dell'United States
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Navy. Furono lanciati otto cilindri di ioduro d'argento nell'occhio dell'uragano
Esther e si registrò una diminuzione dei venti del 10%.[7] Il giorno successivo
furono effettuate più semine ma lo ioduro d'argento non cadde nell'occhio del
cicloe e non si registrò alcuna diminuzione della velocità del vento. Questi due
risultati furono interpretati come un "successo".[8]
La semina dell'uragano Esther portò alla creazione del progetto Stormfury nel
1962. Il progetto Stormfury venne condotto congiuntament4e dall'United States
Department of Commerce e la United States Navy.[8]
Il progetto Stormfury
Furono stabilite alcune linee guida per decidere quali tempeste inseminare.
L'uragano doveva avere meno del 10% di probabilità di avvicinarsi a zone abitate
nell'arco di un giorno;[9] doveva essere nel raggio d'azione dell'aereo per
l'inseminazione e doveva essere una tempesta abbastanza intensa con l'occhio
ben formato.[7] La principale conseguenza di questi criteri fu che gli uragani
utilizzabili fossero estremamente rari.[10]
Nella stagione del 1962 non si formò nessuna tempesta adatta. L'anno successivo
il progetto Stormfury entrò nel vivo conducendo esperimenti scientifici sui cumuli.
Dal 17 al 20 agosto di quell'anno furono condotti esperimenti su 11 nubi delle
quali sei furono inseminate e cinque fecero parte del gruppo di controllo. Furono
osservati cambiamenti in cinque delle sei nubi inseminate coerenti con le ipotesi
di lavoro.[11]
Il 23 agosto 1963, l'uragano Beulah fu l'obiettivo del successivo tentativo di
inseminazione. L'uragano non aveva un centro ben definito e ci furono degli errori
nell'inseminazione poiché gli erogatori di ioduro d'argento furono lanciati nella
zona sbagliata, per questi motivi non si registrarono variazioni.[8] Il giorno
successivo si procedette ad un nuovo tentativo e questa volta gli erogatori furono
rilasciati nella posizione corretta. L'occhio del ciclone si disgregò e venne
rimpiazzato da un altro occhio di diametro maggiore.[11] I venti calarono del
20%.[11] L'esperimento con l'uragano Beulah fu giudicato "incoraggiante ma non
conclusivo".[12]
Nei sei anni successivi all'esperimento con l'uragano Beulah non furono condotti
altri tentativi per varie ragioni. Nel 1964 l'equipaggiamento per gli esperimenti e le
misurazioni non era ancora pronto.[11] L'anno successivo tutti i voli a disposizione
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furono utilizzati con nubi non appartenenti agli uragani.[11]
Durante la stagione degli uragani del 1965, i meteorologi del progetto Stormfury
giudicaro l'uragano Betsy un buon candidato per l'inseminazione.[9] Ad ogni modo
la tempesta piegò immediatamente verso la terraferma ed i voli programmati per il
primo settembre furono cancellati. Per qualche ragione la stampa non fu informata
della cancellazione dell'esperimento ed i giornali riportarono che venne
eseguito.[9] Quando Betsy passò sopra le Bahamas e piombo sul sud della
Florida il pubblico e il Congresso pensarono che l'inseminazione fosse in corso ed
incolparono il progetto dell'accaduto.[9] Furono necessari due mesi ai responsabili
del progetto Stormfury per convincere il Congresso che l'inseminazione non era
avvenuta e quindi permettere la sua prosecuzione.[9] Un secondo candidato,
l'uragano Elena, era troppo al largo per intervenire.[11]
Dopo Betsy, altri due uragani furono vicini ad essere candidati all'inseminazione.
L'uragano Faith era un buon candidato ma si trovava troppo al largo per essere
raggiunto dagli aerei che dovevano inseminarlo.[11] Nel corso dello stesso anno
furono praticati dei voli di ricognizione sull'uragano Inez ma non avvenne
l'inseminazione.[11] Entrambe le stagioni degli uragani del 1967 e 1968 non
presentarono episodi significativi per cui non ci fu nessuna inseminazione.[11]
L'occhio dell'uragano Debbie il 20 agosto 1969
Non ci furono altri tentativi di inseminazione fino al 1969, nel frattempo si migliorò
l'equipaggiamento. Il vecchio metodo di lancio manuale del ghiaccio secco fu
rimpiazzato da un razzo caricato di ioduro d'argento e furono montati dispositivi
simili a cannoni sulle ali dei velivoli per lanciare lo ioduro d'argento nelle nubi.
Anche l'equipaggiamento per le osservazioni fu migliorato.[9] Furono utilizzati
nuovi dati per modificare le ipotesi di lavoro. La nuova teoria prese in
considerazioni le torri di nubi cumuliformi all'esterno dell'occhio del ciclone. In
accordo con la teoria modificata, inseminando le torri sarebbe stato rilasciato il
calore latente, questo avrebbe scatenato una modifica delle correnti convettive e
quindi la formazione di un nuovo occhio. Dal momento che il nuovo occhio
sarebbe stato all'esterno del vecchio, il primo occhio non avrebbe più avuto
energia e si sarebbe disgregato. Oltre a questo, il nuovo occhio sarebbe stato più
largo ed i venti avrebbero avuto una velocità minore grazie ad una minore
differenza di pressione.[9]
L'uragano Debbie nel 1969 fornì la migliore opportunità per testare gli sviluppi del
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progetto Stormfury. Per vari motivi era il candidato perfetto per essere inseminato:
non minacciava la terraferma, era raggiungibile dagli aeroplani per l'inseminazione
ed aveva un occhio intenso e ben formato.[13] Il 18 ed il 20 agosto una flotta di 13
aeroplani volò verso l'uragano per esaminarlo ed inseminarlo. Il primo giorno la
velocità del vento diminuì del 31%.[11] Il secondo giorno la velocità del vento
diminuì del 18%.[11] Entrambi i risultati furono giudicati coerenti con le previsioni.
In conclusione i risultati furono così incoraggianti che "fu pianificato un programma
di ricerche molto più vasto"[14] Fra le conclusioni si manifestò la necessità di
procedere all'inseminazione ad intervalli di un'ora.[15]
Le stagioni degli uragani del 1970 e 1971 non fornirono candidati adatti.[11]
Nonostante questo si procedette con un volo attraverso l'uragano Ginger che non
si rivelò adatto perché non era ben formato. L'inseminazione non ebbe effetto e
questo uragano fu l'ultimo ad essere inseminato nell'ambito del progetto
Stormfury.[11]
Dopo l'inseminazione
Stormfury dentro la tempesta tropicale Dorothy (1970)
Uragani atlantici che soddisfacessero tutti i criteri stabiliti erano estremamente rari
per cui si rivelò difficile registrare un successo simile a quello avuto con l'uragano
Debbie. Nel frattempo sviluppi avvenuti fuori dalla meteorologia hanno ostacolato
nuovi tentativi di controllo degli uragani.
Nei primi anni settanta la Marina abbandonò il progetto.[16] Il progetto Stormfury
si focalizzò sul capire piuttosto che provare a modificare i cicloni tropicali.[17] e
nel frattempo gli aeroplani utilizzati dal progetto erano vicini alla fine della loro vita
operativa. Furono acquistati due Lockheed P-3 al costo di 30 milioni di dollari
(anno sconosciuto).[16] Per via della scarsità di uragani adatti nell'Atlantico, si
pianificò di spostare il progetto sul Pacifico.[10] Gli uragani del Pacifico avrebbero
dovuto soddisfare gli stessi criteri previsti in precedenza ma col vantaggio di un
maggior numero di potenziali candidati.[16]
Il progetto stava per ripartire nel 1976 inseminando un tifone al largo di Guam ma
fu bloccato per motivi politici. La Cina annunciò che non sarebbe stata felice di un
cambiamento del percorso del tifone verso le sue coste [10] mentre il Giappone
dichiarò di tollerare i tifoni perché da essi proviene la metà delle piogge sul
paese.[10]
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Si progettò di portare il progetto Stormfury nel nord-est del Pacifico o in Australia
ma non se ne fece nulla.[18]
Fallimento delle ipotesi di lavoro
Sono stati osservati casi di presenza di occhi del ciclone multipli negli uragani
molto forti compreso il tifone Sarah[19] e l'uragano Donna[20] però un doppio
occhio è presente solamente negli uragani molto forti. La presenza del doppio
occhio è stata osservata anche in alcuni degli uragani dopo l'inseminazione ma a
quel tempo rapide variazioni del diametro dell'occhio, oltre che dopo tentativi
fruttuosi di inseminazione, erano stati osservati solo in caso di rapide variazioni di
intensità.[21] Rimase controverso se era l'inseminazione a causare la formazione
di un secondo occhio o faceva parte dell'evoluzione naturale del fenomeno.[22]
Basilarmente, se variazioni nell'occhio simili a quelle osservate negli uragani
inseminati fossero rare nei cicloni tropicali non modificati, questo costituirebbe una
prova importante del successo del progetto Stormfury. Al contrario, se simili
variazioni fossero comuni negli uragani non inseminati, l'assunzione di base del
progetto Stormfury verrebbe seriamente minata.[23]
Col passare del tempo cominciarono ad accumularsi dati ed osservazioni che
minavano l'ipotesi di base del progetto Stormfury. A partire dagli uragani Anita e
David, durante i voli effettuati dall'aeroplano Hurricane Hunter si registrarono
eventi simili a quelli accaduti negli uragani inseminati "con successo".[23] Lo
stesso Anita presentava un esempio poco percettibile di cicli di anelli concentrici
mentre nell'uragano David il fenomeno fu molto più evidente.[22] Nell'agosto 1980
l'uragano Allen passò sull'Atlantico, sui Caraibi e sul Golfo del Messico e nel suo
percorso si verificarono variazioni del diametro dell'occhio e lo sviluppo di occhi
multipli. Tutto questo sarebbe si sarebbe aspettato in caso di inseminazione per
cui il progetto Stormfury constatò che quanto avveniva con l'inseminazione poteva
accadere anche naturalmente.[24]
Ulteriori osservazioni sugli uragani Anita, David, Frederic ed Allen[25] permisero
di scoprire che i cicloni tropicali contengono pochissima acqua sopraffusa ed una
grande quantità di cristalli di ghiaccio.[26] Il motivo per cui i cicloni tropicali
contengono poca acqua sopraffusa è che le correnti verticali al loro interno sono
troppo deboli sia perché l'acqua ricada come pioggia o per farla gelare.[27] Poiché
l'inseminazione delle nuvole ha bisogno di acqua sopraffusa per funzionare, la
sua carenza significa che l'inseminazione non avrà effetto.
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Queste osservazioni misero in discussione le basi del progetto Stormfury, per
questi motivi a metà del 1983 Stormfury fu cancellato.[28]
Eredità
Per quanto riguarda l'indebolimento degli uragani per ridurre la loro forza
distruttiva, il progetto Stormfury fu un completo fallimento perché non fece
distinzione tra ciò che avviene naturalmente all'interno dei cicloni tropicali e cià
che è conseguenza dell'intervento umano.[26] Sono stati spesi milioni di dollari
per tentare di realizzare l'impossibile. In conclusione il progetto Stormfury ebbe
due difetti fatali: non era realizzabile né microfisicamente né statisticamente[28]
A parte questo, Stormfury fu il principale catalizzatore per fondi diretti alla
Hurricane Research Division, durante il corso del progetto il suo bilancio era di
circa 4 milioni di dollari (1975 USD; $16milioni 2008USD) con un gruppo di circa
100persone[29] Attuallmente l'HRD impiega circa 30persone con un bilancio di
circa 2,6 milioni di dollari all'anno.[30]
Il progetto Stormfury comunque ebbe degli aspetti positivi. Le conoscenze
acquisite durante i voli furono fondamentali nel confutare le ipotesi del progetto
stesso.[30] Si migliorò notevolmente la comprensione dei cicloni tropicali. Il
Lockheed P-3 si rivelò adatto per raccogliere dati sui cicloni tropicali, permettendo
un miglioramento delle previsioni di queste tempeste.[30] Questi aeroplani sono
ancora utilizzati dal NOAA.[31]
Bibliografia
Peter Black; Harry Senn; & Charles Courtright, Airborne Radar
Observations of Eye Configuration Changes, Bright Band Distribution, and
Precipitation Tilt During the 1969 Multiple Seeding Experiments in
Hurricane Debbie (Periodical) in «Monthly Weather Review Volume 100
Number 3», American Meteorological Society, marzo 1972, pp. 208-217.
URL consultato l'8 giugno 2006.
Pete Davies, Inside the Hurricane: Face to Face with Nature's Deadliest
Storms, Henry Holt and Company, 2000. ISBN 0-8050-6574-1.
Stan Goldenberg, What are "concentric eyewall cycles" (or "eyewall
replacement cycles") and why do they cause a hurricane's maximum
winds to weaken? (FAQ) in «Tropical Cyclone FAQ Subject D8», Hurricane
Research Division, undated. URL consultato l'8 giugno 2006.
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Hurricane Research Division, History of Project Stormfury, Hurricane
Research Division, undated. URL consultato l'8 giugno 2006.
C.L. Jordan; Frank Schatzle, The 'Double Eye' of Hurricane Donna
(Periodical) in «Monthly Weather Review Volume 89 Number 9», American
Meteorological Society, settembre 1961, pp. 354-56. URL consultato l'8
giugno 2006.
Chris Landsea, Has there ever been an attempt or experiment to reduce
the strength of a hurricane ? (FAQ) in «Tropical Cyclone FAQ Subject C4»,
Hurricane Research Division, undated. URL consultato l'8 giugno 2006.
Chris Landsea, How does the damage that hurricanes cause increase as a
function of wind speed? (FAQ) in «Tropical Cyclone FAQ Subject D5»,
Hurricane Research Division, undated. URL consultato l'8 giugno 2006.
Chris Landsea, What causes each hurricane to have a different maximum
wind speed for a given minimum sea-level pressure? (FAQ) in «Tropical
Cyclone Faq Subject D9», Hurricane Research Division, undated. URL
consultato l'8 giugno 2006.
Bob Swanson; & Jack Williams, Attempts to weaken, destroy hurricanes in
«Answers Archive», USA Today, 19 ottobre 2005. URL consultato l'8
giugno 2006.
ABC Whipple, Storm, Time Life Books, 1982. ISBN 0-8094-4312-0.
Jack Williams, Stormfury attempted to weaken hurricanes in «Answers
Archive», USA Today, undated. URL consultato l'8 giugno 2006.
H.E. Willoughby; D.P. Jorgensen; R.A. Black; & S.L. Rosenthal, Project
STORMFURY: A Scientific Chronicle 1962-1983 (Periodical) in «Bulletin of
the American Meteorological Society», American Meteorological Society
Volume 66, Number 5, maggio 1985, pp. 505-14. URL consultato l'8
giugno 2006.
H.E. Willoughby; J.A. Clos; & M.G. Shorebah, Concentric Eye Walls,
Secondary Wind Maxima, and the Evolution of the Hurricane Vortex
(Periodical) in «Journal of Atmospheric Sciences Volume 39, Number 2»,
American Meteorological Society, febbraio 1982, pp. 395-411. URL
consultato l'8 giugno 2006.
Collegamenti esterni
Storia del progetto Stormfury
Storia della semina degli uragani e dei tentativi di alterazione
FONTE
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http://it.wikipedia.org/wiki/Progetto_Stormfury
Note
1. ^ a b c Davies p 85
2. ^ a b Whipple p. 150
3. ^ Landsea D9
4. ^ a b Landsea D5
5. ^ a b c d e f Whipple p 151
6. ^ a b Willoughby, Jorgensen, Black, and Rosenthal p 505
7. ^ a b Davies p 89
8. ^ a b c Davies p 90
9. ^ a b c d e f g Whipple p 153
1. ^ a b c d Whipple p 154
2. ^ a b c d e f g h i j k l m Willoughby, Jorgensen, Black, and Rosenthal p
507
3. ^ R. Cecil Gentry, quoted in Davies p 90
4. ^ Whipple p 153-54
5. ^ Gentry, quoted in Davies p 91
6. ^ Black, Senn, and Courtright p 216
7. ^ a b c Davies p 91
8. ^ Williams
9. ^ Willoughby, Jorgensen, Black, and Rosenthal p 508
10. ^ Black, Senn, and Courtright p 210
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11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
20.
21.
22.
^ Jordan and Schatzle pp 354-56
^ Black, Senn, and Courtright p 213
^ a b Willoughby, Clos, and Shorebah p 396
^ a b Willoughby, Jorgensen, Black, and Rosenthal p 511
^ Goldenberg
^ Willoughby, Jorgensen, Black, and Rosenthal p 509
^ a b Hurricane Research Division
^ Landsea C4
^ a b Willoughby, Jorgensen, Black, and Rosenthal p 513
^ Davies p 92
^ a b c Davies p 93
^ Swanson and Williams
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