Teacher: FILOMENA VELTRI School Year: …

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 Teacher: FILOMENA VELTRI School Year: … 1 SEZ. 1 STORIA DEL RINASCIMENTO ITALIANO Il Rinascimento è un movimento culturale ed un periodo della Storia d'Europa, considerato comunemente come la fine del Medioevo e l'inizio dell'Età moderna. Come inizio del Rinascimento si stabilisce convenzionalmente il XV secolo in Italia ed il XVI secolo in Europa settentrionale. 1.1 Origine del termine Il termine Rinascimento venne usato per la prima volta nel 1855 dallo storico francese Michelet in riferimento alla "scoperta del mondo e dell'uomo" nel XVI secolo. Lo storico svizzero Burckhardt, nel 1860, ampliò il concetto di Michelet, che caratterizzò l'epoca come quella in cui vennero alla luce l'umanità e la coscienza moderne dopo un lungo periodo di decadimento. Il termine è da considerare in opposizione a quello di Medioevo (Anni Bui), coniato da Petrarca, in quanto denoterebbe la ripresa degli studi sulla letteratura e cultura della Grecia e di Roma antica. 1.2 Origini Il rinnovamento culturale e scientifico iniziò nel XV secolo in Italia, dove uno dei centri principali fu Firenze, per poi diffondersi in tutta Europa. Nella scienza, teologia, letteratura, nell'arte, il Rinascimento iniziò con la riscoperta di testi greci e latini conservati nell'Impero Bizantino e nei principali monasteri europei, testi che, una volta scoperti, incoraggiarono tutta una serie di nuovi studi ed invenzioni nel secolo successivo. Il Rinascimento vide l'affermarsi di un nuovo ideale di vita e il rifiorire degli studi umanistici e delle belle arti, con la fine di una società frammentata di tipo feudale basata soprattutto sull'economia agricola e su una vita intellettuale e culturale ispirata al pensiero religioso. Tale struttura politica decentralizzata si trasformò in una società dominata da istituzioni politiche controllate da una capitale, che privilegiavano un'economia di tipo urbano ed il patrocinio laico nell'arte e nella letteratura. 2 E' luogo comune ritenere il Medioevo un'epoca chiusa al rinnovamento: in realtà esso fu comunque ricco di conquiste tecniche ed intellettuali. I pensatori rinascimentali elaborarono e svilupparono, su scala maggiore e con una prospettiva del tutto rinnovata, i frutti dei vari "rinascimenti" medioevali. I sistemi di Platone e di Aristotele cari al Medioevo si rivelarono fondamentali per gli sviluppi del pensiero filosofico dei secoli successivi. I progressi delle discipline matematiche, inclusa l'astronomia, non avrebbero potuto realizzarsi senza i precedenti medioevali. Le scuole di Salerno in Italia e di Montpellier in Francia rappresentarono centri di importanza fondamentale per gli studi di medicina nel Medioevo. Il Rinascimento italiano fu, essenzialmente un fenomeno urbano, un prodotto delle più ricche città italiane, quali Firenze, Roma, Napoli, Ferrara, Milano e Venezia. Fu proprio la ricchezza di queste città dovuta al periodo di grande espansione economica del XII e del XIII secolo, a rendere possibili le conquiste culturali di quest'epoca. I mercanti che operavano in tali città controllavano i flussi commerciali e finanziari di tutta Europa e ne favorirono perciò la fioritura. A questa società mercantile faceva da contrasto quella rurale ancora legata alle tradizioni dell'Europa medioevale. 1.3 Dall' Umanesimo si sviluppa il Rinascimento. Il Rinascimento fu il logico sviluppo di quel movimento letterario della fine del XIV e della prima metà del XV, conosciuto come Umanesimo, il cui più illustre esponente fu l’olandese Erasmo da Rotterdam. In Europa l’Italia divenne maestra di arte e di lettere. In campo artistico Leonardo, Raffaello, Michelangelo furono gli insuperati maestri di tale periodo. Fatto artistico e fatto letterario furono, però, manifestazioni di una ben più vasta Erasmo da Rotterdam
concezione della vita e del mondo, nella quale ideali morali e religiosi si intrecciarono ad ideali umani e letterari, conferendo al Rinascimento complessità di motivi, forza creatrice e vitalità. 3 1.4 Realismo nel Rinascimento. L’originalità del Rinascimento si rifà ai concetti di realismo e di individualismo. Nelle opere d’arte medievali notiamo che è il particolare ad essere realistico, ma non la concezione dell’insieme, poiché per l’uomo medievale i destini degli uomini furono sempre determinati dalla volontà di Dio e, conseguentemente, l’artista operava per la gloria di Dio e mirava ad infondere nella propria opera un contenuto morale, mentre, l’artista del 1400, convinto che, nei limiti dell’umanamente possibile, sia l’uomo stesso a formare il proprio destino, mirava a creare, per la propria gloria personale, un’opera bella ed immortale, basandosi su precise conoscenze. Il realismo del Rinascimento nell’arte, nelle lettere, nella scienza, nella teoria politica e nella storiografia, affermò il valore autonomo e indipendente dell’opera d’arte, dell’azione politica, della scienza e della storia, senza cioè interferenze religiose. Tale nuova visione del mondo affermò il senso dell’individualità, della libertà di giudizio, della creatività, del laicismo della cultura e, conseguentemente, portò al disgregarsi della concezione medievale. 1.5 Nascita della scienza moderna. La potenza della ragione prevalse sulla fede ed alla tradizione dogmatica fu sostituita la ricerca sperimentale, dando così origine alla scienza moderna. All’uomo del Rinascimento la natura apparve come equilibrio ed armonia, la vita nei campi come fonte di serenità, nell’arte non mancarono i richiami realistici, a volte un po’ crudi, ma conciliati dall’arte e dalla poesia con un’atmosfera magica che rievoca la mitica "età dell’oro", ma si avverte in quella natura priva di motivi tragici, la consapevolezza che la vita e la bellezza sono brevi momenti. 1.6 La concezione dell'uomo come creatore della propria storia. Nel Rinascimento tale atteggiamento mentale culminò nel culto del bello e nella ricerca della perfezione della forma. L’uomo del Rinascimento sentiva di poter creare la propria storia, forzando il corso degli eventi, sotto l’impulso delle passioni e degli interessi umani, dopo aver messo da parte la potenza divina e trovando un limite nel concetto di “fortuna” (latinamente: sorte) che in parte era il concatenarsi fatale degli eventi, ed in parte manifestazione della volontà divina. 1.7 Il tramonto del Rinascimento. Il tramonto del Rinascimento iniziò con la decadenza politica ed economica in Italia, quando si spensero quelle forze creative che gli avevano dato vigore. Le sventurate vicende politiche della penisola si proiettavano sulla storiografia, perse valore la fede nelle capacità dell’uomo, riaffiorarono il miracoloso, il senso della precarietà, le assillanti domande su quello che era giusto fare e quello che era ingiusto fare. 4 SEZ. 2 INFLUENZA DEL RINASCIMENTO Storia e letteratura Una delle rotture più significative con la tradizione si produsse nel campo della storia. Gli storici, tra i quali si ricordano Flavio Biondo nel Quattrocento e Machiavelli e Guicciardini nel Cinquecento, abbandonarono la visione dei medioevali, legata a un concetto di tempo segnato dalla venuta di Cristo, per sviluppare un'analisi degli avvenimenti che ha origine da una concezione laica e dall'atteggiamento critico verso le fonti. La storia divenne una branca della letteratura e non più della teologia e si rifiutò la convenzionale divisione cristiana che doveva avere inizio con la Creazione, seguita dall'Incarnazione di Gesù Cristo e dal Giudizio Finale. La visione rinascimentale esalta invece il mondo greco-­‐romano, condanna il Medioevo come un'era di barbarie e proclama la nuova epoca come era di luce e di rinascita del mondo classico. L’ interesse per l'antichità si concretizzò nella ricerca e nel restauro dei manoscritti dei grandi autori greci e latini: i Dialoghi di Platone, le Storie di Erodoto e Tucidide, le opere dei drammaturghi e dei poeti greci, riscoperti e pubblicati dopo la caduta di Costantinopoli, nel 1453. 2.1 Arte L'arte del Rinascimento vede lo studio e la riscoperta dei modelli antichi, sia in architettura che in scultura. La prima fase dell'arte rinascimentale è concentrata a Firenze. In seguito, nel passaggio fra Quattrocento e Cinquecento, R oma diventerà il centro indiscusso dell'arte, che acquisterà un linguaggio maturo grazie particolarmente a Michelangelo e Raffaello. Nell'Italia del nord, specificamente in Lombardia, Emilia e nel Veneto, la frammentazione politica e la presenza di numerose corti sarà una spinta per la promozione dell'arte. 2.2 Scienze Gli intellettuali provenienti da Bisanzio, dopo la conquista della città compiuta dai turchi ottomani insegnarono a Firenze, a Ferrara e a Milano, diffondendo lo studio del greco tra il XV e il XVI secolo. Gli studi umanistici furono incoraggiati e sostenuti dalle famiglie dei Medici di Firenze, degli Este di Ferrara, degli Sforza di Milano, dei Gonzaga di Mantova e dei duchi di Montefeltro di Urbino, dei nobili di Venezia e della Roma papale. 5 Il Rinascimento fece inoltre notevoli progressi nel campo della medicina e dell'anatomia, scienze per le quali venne redatta anche, tra il XV e il XVI secolo, la prima traduzione delle opere di Ippocrate e Galeno, opere che pur contenendo in sé poco di scientificamente applicabile, incoraggiarono lo studio della sperimentazione medica e dell'anatomia umana. Inoltre, sempre per l'anatomia viene ricordato Andrea Vesalio, che la studiò attraverso la dissezione dei cadaveri. Alcuni dei più noti trattati greci di matematica furono tradotti nel XVI secolo, mentre erano date alle stampe le opere di astronomia di Copernico, Tycho Brahe e Keplero. Verso la fine del XVI secolo, Galileo applicò modelli matematici alla fisica. Lo studio della geografia fu trasformato dalle nuove informazioni ricavate dalle grandi esplorazioni geografiche. 2.3 Tecnologia In campo tecnologico, l'invenzione della stampa a caratteri mobili nel XV secolo da parte di Gutenberg rivoluzionò la diffusione del sapere e la circolazione delle informazioni. La nuova invenzione aumentò notevolmente la quantità di libri in circolazione, aiutò ad eliminare gli errori di trascrizione e trasformò lo sforzo intellettuale in un'attività di confronto e di scambio piuttosto che di studi solitari e isolati. Le migliorie nella tecnologia navale aprirono alle flotte europee le rotte oceaniche, l'impiego della polvere da sparo rivoluzionò le tattiche militari tra il 1450 e il 1550, favorendo lo sviluppo dell'artiglieria che rivelò i suoi effetti devastanti contro le mura di castelli e città distruggendo il mito della cavalleria. 2.4 Politica Le principali città stato italiane diedero vita a stati regionali, ognuno dei quali cercò di espandersi a spese degli altri senza peraltro arrivare alla realizzazione dell'unità nazionale a causa degli interessi particolaristici di ciascuno. L'unificazione territoriale su dimensione nazionale si realizzò invece in Spagna, in Francia e in Inghilterra. Il processo portò allo sviluppo della moderna diplomazia; entro il XVI secolo, l'istituzione di ambasciate permanenti si diffuse dagli stati italiani anche in Francia, in Inghilterra e nel Sacro Romano Impero. 6 Ecco lo schema dell’ Italia, politicamente frammentata, durante il Rinascimento: 2.5 La questione della lingua. A causa della frammentata situazione politica italiana, molti intellettuali si chiedevano in quale lingua uno scrittore si sarebbe dovuto esprimere per farsi intendere dagli abitanti della penisola. A proposito di questo furono formulate molte ipotesi, c’era infatti chi pensava che: -­‐ la letteratura dovesse utilizzare il linguaggio parlato nelle corti; -­‐ la lingua letteraria dovesse coincidere con il fiorentino che era parlato in quel periodo; -­‐ occorresse imitare lo stile di due grandi autori del Trecento, Petrarca per la poesia e Boccaccio per la prosa. 7 SEZ. 3 GLI UOMINI DEL RINASCIMENTO 3.1 Leonardo Da Vinci. Uno dei personaggi che sicuramente ha segnato il Rinascimento italiano a livello mondiale è Leonardo Da Vinci. Nacque a Vinci, appunto, nel 1452 e si trasferì a Firenze quando aveva 17 anni. Imparò l’arte della pittura presso la bottega di Andrea Del Verrocchio. Si spostò di città in città al servizio dei signori del posto fino a quando non si stabilì a Firenze in cui lavorò per Lorenzo dei Medici. Poiché fu accusato di stregoneria per i suoi innumerevoli esperimenti scientifici, si trasferì in Francia dove morì nel 1519. 3.2 L’opera di Leonardo. Questo artista non a torto è stato considerato un genio, infatti non solo fu pittore, ma progettò e realizzò invenzioni utilizzate in campo militare e nel sistema di canalizzazione delle acque. Grazie al suo interesse in innumerevoli campi, Leonardo anticipò gli uomini del suo tempo che non comprendevano la grandezza del suo genio. Studiando il movimento intuì i principi di inerzia, di composizione delle forze e del piano inclinato, studiando l’idraulica scoprì il principio dei vasi comunicanti e studiando l’anatomia dissezionò i cadaveri e approfondì la conoscenza della struttura e del funzionamento del corpo umano. 3.3 Lorenzo dei Medici detto “il Magnifico”. Un altro personaggio molto in vista di questo periodo storico-­‐
letterario fu Lorenzo de’ Medici. Nacque a Firenze nel 1449 e assunse il governo della città dopo la morte del padre. Cercò di mantenere sotto controllo le famiglie aristocratiche più ostili, ma in seguito all’uccisione del fratello da parte di alcuni membri di queste famiglie, Lorenzo decise di accentrare il potere nelle sue mani. La sua teoria era che la sua signoria poteva sopravvivere solo in una situazione di pace, per cui favorì alleanze e accordi con i principi italiani e stranieri e per questo suo modo di trattare gli affari politici fu definito “l’ago della bilancia” della politica italiana. Morì a Firenze nel 1492. 8 3.4 La sua opera. Oltre che per la sua capacità di governo, Lorenzo è famoso per aver protetto artisti e letterati alla sua corte (mecenatismo) e anche per aver scritto delle opere di vario genere, tra cui il poemetto comico Nencia da Barberino, storia d’amore di un contadino per una pastorella, e i Canti Carnascialeschi, componimenti dal contenuto scherzoso eseguiti in occasione del Carnevale e di altre ricorrenze festive. 3.5 La celebrazione del Carnevale. Come abbiamo già visto, in questo periodo entrano in crisi alcuni valori presenti nella società medievale, gli uomini del Rinascimento cr
edono ancora che Dio sia presente nella loro vita, ma avvertono anche molta incertezza e precarietà nel loro futuro, anche a causa delle trasformazioni sociali, politiche e culturali che si stanno attuando in questo preciso momento. Ecco perché Lorenzo invita a celebrare il Carnevale, portandolo in auge con feste nel paese per i cittadini. Era un modo, diceva, per suggerire ai contemporanei di gioire del presente perché era questo l’unica certezza possibile. 3.6 La Ballata. La Canzone di Bacco, l’opera scritta da Lorenzo, era una ballata. La ballata o canzone a ballo, è un componimento poetico che era originariamente accompagnato da musica e danze, comparve in Italia verso la metà del 1200. La sua composizione metrica è tipicamente italiana e le sue origini sono da ricercare a Firenze e a Bologna. La ballata possedeva le sue proprie regole ritmiche: era composta, quindi, da un ritornello di introduzione, seguito da una o più strofe, chiamate stanze cantate dal solista, e da un ritornello, detto ripresa, La stanza stessa richiamava il ritornello con la sua rima finale. La stanza della ballata, nel suo schema tipico italiano, comprende due parti. La prima parte è divisa in due piedi1 con un numero di versi uguali e uguale tipo di 1 Piede: nella metrica classica il piede, così chiamato perché il ritmo si batteva con il piede, era formato da un 9 rima, mentre la seconda parte, chiamata volta, si lega ai piedi con la sua prima rima e alla ripresa con la sua ultima rima, grazie ad una struttura metrica uguale a quella della ripresa, come si può vedere nello schema: A B B A (Ritornello) -­‐ C D C D (Piede) D E E A (volta) -­‐ A B B A (ritornello) etc. etc... Gli endecasillabi misti a settenari sono i versi maggiormente usati nella ballata e le rime possono essere disposte in modo differente con la regola che l'ultimo verso della volta faccia rima con l'ultimo verso della ripresa. Il ballo tondo si effettuava con un intero giro di danza verso destra durante il ritornello-­‐ripresa seguito da un mezzo giro a sinistra. 3.7 La Canzone di Bacco. La ballata scritta da Lorenzo è costituita da otto strofe: la prima è formata da quattro versi (quartina), le successive da sette strofe di otto versi (ottonari). Lorenzo la scrisse in occasione del Carnevale del 1490 e si ispirò alla tradizione di accompagnare con canti e suoni le sfilate di carri e maschere. Questo testo è dedicato a Bacco, il dio del vino, della gioia e del piacere, ma nonostante il senso di piacere che vuole comunicare, si può rinvenire una sottile vena di malinconia, egli è infatti consapevole della rapida fine della giovinezza e dell’incertezza del futuro e così invita tutti a godere delle gioie del presente. gruppo di due o più sillabe brevi e lunghe che costituivano la misura del verso. Nel piede vi sono due elementi distinti, uno forte chiamato arsi e segnato dall'ictus o accento, uno più debole chiamato tesi dove la voce si abbassa. 10 3.8 Testo della poesia: Quant'è bella giovinezza, 1 si fugge tuttavia: fugge rapidamente che si fugge tuttavia1! Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza. 2 Bacco e Arianna: secondo il mito Arianna è la figlia del re Minosse di Creta, che aiuta il Greco 5 Quest'è Bacco e Arianna2, Teseo a uccidere il Minotauro. Ingannata dall’uomo, belli, e l'un de l'altro ardenti3: viene abbandonata sull’isola di Nasso dove incontra Bacco, dio del vino e dell’ebbrezza, che si innamora perché 'l tempo fugge e inganna, di lei diventando il suo sposo. sempre insieme stan contenti. 3 ardenti: innamorati. 4 Queste ninfe ed altre genti: le ninfe sono Queste ninfe ed altre genti4 divinità minori che vivono nei boschi, sui monti o 5
10 sono allegre tuttavia . nelle sorgenti; insieme ad altri personaggi (altre Chi vuol esser lieto, sia: genti) seguono il carro di Bacco e Arianna. 5 tuttavia: sempre. di doman non c'è certezza. Questi lieti satiretti6, 6 satiretti: piccoli satiri. I satiri sono divinità maschili dei boschi metà uomo e metà capra. delle ninfe innamorati, 15 per caverne e per boschetti han lor posto cento agguati; 7 da Bacco riscaldati: resi ubriachi dal vino. L’espressione è una metafora. or da Bacco riscaldati7, ballon, salton8 tuttavia. 8 ballon, salton: ballano e saltano. Chi vuol esser lieto, sia: 20 di doman non c'è certezza. Queste ninfe anche hanno caro 9 queste ninfe anche hanno caro da lor essere ingannate: anche le ninfe sono contente (hanno da lor essere ingannate9: caro) di essere ingannate dai satiri, perché ciò non può fare a Amor riparo, permette loro di godere delle gioie della vita. se non gente rozze e ingrate10: 10 non può far a Amore riparo se non gemte rozze e ingrate: solo le persone volgari (rozze) e 25 ora insieme mescolate senza grazia (ingrate) possono resistere all’ Amore suonon, canton tuttavia. (fare a Amor riparo). Come molti scrittori dei secoli Chi vuol esser lieto, sia: precedent, anche Lorenzo ritiene che l’amore sia un sentimento riservato agli spiriti nobili. di doman non c'è certezza. […] 45 Ciascun apra ben gli orecchi, di doman nessun si paschi11; oggi siàn12, giovani e vecchi, lieti ognun, femmine e maschi; ogni tristo pensier caschi13: 50 facciam festa tuttavia. Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza. 11 11 nessun si paschi: nessuno si nutra. Vuol dire che non bisogna farsi illusioni sul futuro. 12 siàn: siano 13 ogni tristo pensier caschi: vengano allontanati tutti i pensieri tristi. Donne e giovinetti amanti, viva Bacco e viva Amore! 55 Ciascun suoni, balli e canti! Arda di dolcezza il core! Non fatica, non dolore! Ciò ch'ha a esser, convien sia14. Chi vuol esser lieto, sia: 60 di doman non c'è certezza. 12 14 ciò ch’ha a esser, convien sia: accada quello che deve accadere PLEASE NOTE:
ASSESSMENT
At the end of each session, the students have to complete and solve their
FORMATIVE TESTS, made up with a different typology of exercises:
- Open questions;
- Completion types;
- Multiple choice;
- Scramble words;
- Complete the tables;
- Alternative response;
- Matching types.
The SUMMATIVE ASSESSMENT concludes the CLIL and it consists of a
written production.
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